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Autore: redRon    19/10/2008    12 recensioni
CAPITOLO 46
“Lily, sii magnanima”, le dico con occhi lacrimosi, “Fra un mese usciremo da questa scuola, avresti potuto anche evitare di mandarmi in punizione”.
“So che per te è degradante, ma mi ci hai costretto”.
“Ma non ho fatto niente!”.
“Ti sembra niente scrivere alla lavagna: La McGranitt ha le gambe pelose?”.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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45

 

Capitolo 45

Just a little problem!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“James…”.

“Lily, perdonami! Ho gli allenamenti di Quidditch. Ci vediamo stasera”.

“D’accordo”.

Ok, ehm…

Non è che le ho mentito sugli allenamenti di Quidditch…l’unico problema è che sono fra due ore. E adesso la domanda più logica da fare sarebbe: come mai James Potter ha inventato all’unico amore della sua avita di avere gli allenamenti di Quidditch, quando invece li avrà fra due ore, ore che potrebbero essere spese per trascorrere un po’ di tempo col già detto amore della sua vita?

È proprio quello che mi stavo chiedendo, subentra la voce della mia coscienza.

Sospiro.

In realtà, è da quando Sirius ha fatto quello scherzo a Remus che penso ad una cosa e così finisco per…nel senso, cerco di…

…evitarla?

Beh, no…non proprio…

E allora come spiegheresti questo tuo atteggiamento? Non hai pensato che – forse – Lily ci sta male?

Dannata coscienza, mi stai facendo sentire tremendamente in colpa!

Dovresti, razza di idiota!

La cosa che odio ammettere è che la coscienza con la voce di Remus ha dannatamente ragione.

La evito.

Io, che non ho fatto altro che correrle dietro senza mai arrendermi; che mi sono addossato anni di rifiuti ed insulti; che, nonostante tutto, non mi sono mai arreso all’idea di poterla avere; io, adesso…la evito.

Credo di essermi ammattito.

Giusta conclusione.

Cavolo, sono proprio un perfetto idiota!

È quello che ho detto io.

Basta fare il deficiente, James! Gira i tacchi e va’ da lei!

Mi hai proprio tolto le parole di bocca.

Vuoi stare un po’ zitta, dannata coscienza???

Faccio dietrofront e, per fortuna, Lily è ancora nei pressi dell’aula di Difesa Contro le Arti Oscure.

Dico, ma stavo davvero rinunciando a due ore della mia vita con lei???

“Lily!”, la chiamo con un po’ troppo entusiasmo.

Lei si volta verso di me, “Dimmi”.

“Stavo pensando…hai da fare?”.

“Quando?”.

“Adesso”.

“Adesso? Ma non avevi gli allenamenti?”.

“Manderò Paciock”.

Lily resta un attimo ad osservarmi con fare indagatore. C’è qualcosa che non la convince. Dimentico che ha un notevole spirito di osservazione, devo stare attento.

“Ci sarebbe da studiare”, mi dice a voce incerta.

Ci sarebbe?

Io mi sarei aspettato un dobbiamo, dato che lei e Remus non fanno altro che assillarci con questa storia dei M.A.G.O. e ci costringono ad usare il poco tempo libero che ci resta per impiegarlo proficuamente e imparare qualche nozione in più.

Però adesso noto qualcosa che – stavolta – non convince me. La osservo esattamente come ha fatto lei poco fa.

Distoglie lo sguardo. E lì capisco che c’è davvero qualcosa che non mi convince.

Un angolo della mia bocca si tende in un sorriso.

“Che c’è?”, mi dice lei, beccandomi a ghignare.

“Nulla”.

Suo sguardo indagatore.

Mio sorriso più ampio.

“Che facciamo, dunque?”, mi chiede.

“Tutto quello che vuoi”.

“Non so…”.

“La prima cosa che ti viene in mente”.

“Non mi viene in mente niente”.

“Andiamo, deve esserci qualcosa!”.

“Tu che dici?”.

“Lasciami da parte per un attimo. È a te che l’ho chiesto”.

Fa una pausa.

Ed io resto lì a guardarla con trepidazione, in attesa che mi dica una qualsiasi cosa lei voglia fare. Urlare, correre come pazzi per i corridoi, gettarci nel lago, perderci nella Foresta Proibita…mi va bene tutto.

“Voglio stare con te”, mi dice infine, “Lo so che potevo dire qualcosa di meno banale, ma è questo quello che voglio”.

Sorrido, “Perché pensi che sia banale?”.

“No! No…non lo penso! Non so perché l’ho detto. Intendevo dire che tu, magari, avresti preferito che io dicessi qualcosa di più – come dire? – intraprendente…da fare, voglio dire…e quindi…dato che non sapevo proprio che dirti, quella è stata la prima cosa che mi è passata per la testa…di stare con te…forse non ho specificato, perché si può stare con te in tanti modi, anche adesso io sto con te…è che mi piace così tanto stare con te che mi va bene in qualsiasi modo e forse ti starò sembrando stupida, con tutte queste ripetizioni…e forse non hai capito quello che…”.

Non la lascio continuare e mi impadronisco delle sue labbra.

Ha fatto tutto un discorso strano in una maniera così nervosa e impacciata che non avevo mai visto in lei. Gesticolava e spostava lo sguardo in varie direzioni, senza mai incontrare il mio. Aveva un non so che di divertente e buffo.

Sento le sue braccia circondarmi il collo e il suo corpo aderire al mio. La stringo a me a mia volta e il bacio diviene più intenso. Forse non ci siamo resi conto di essere nel bel mezzo del corridoio. Ma che importa?

Stacca le sue labbra dalle mie, “In un certo senso, era proprio questo quello che intendevo”.

 

 

 

***

 

 

 

Mi sento come se avessi bevuto litri e litri di Whisky Incendiario. Ma l’effetto è molto più intenso. Mi chiedo come mai non abbia sperimentato prima una cosa del genere. Forse perché è così forte da suscitare in me una strana sensazione di paura. È un po’ come morire, solo che è l’esatto contrario. No…non come rinascere…una tale intensità non si prova quando si nasce. Io…non credo di essere in grado di spiegarlo. Il cuore mi batte così velocemente da non riuscire più a sentirlo. E poi ho caldo, la cravatta mi stringe la gola, non riesco a respirare. Prendo aria, ma non basta. Me ne occorre di più. Voglio sciogliermi il nodo della cravatta, ma mi accorgo che non c’è nessuna cravatta. Eppure ero sicuro di averla quando sono venuto qui.

Ma qui…? È la Stanza delle Necessità, non ci sono dubbi. Ma perché mi preoccupo di dove mi trovo quando in realtà non me ne frega un emerito niente?

Assaggio lembi di pelle che via via si scoprono sotto le mie mani. Anche le sue vogliono liberarmi dalla mia camicia. Io la lascio fare e lei mi lascia fare. I nostri respiri si sono confusi, non saprei più dire quale sia il mio e quale il suo. E poi brividi, brividi dappertutto. Non ho mai, mai, mai provato nulla di simile.

La sua bocca è impegnata a lambirmi il collo con piccoli baci, mi accorgo che le mie mani stanno viaggiando un po’ troppo.

Che succederebbe se io e lei continuassimo?

Domanda stupida, James. La risposta è palese.

La coscienza con la voce di Remus mi informa della sua presenza. Significa che ho ancora un briciolo di razionalità. Stranamente, la coscienza con la voce di Sirius non osa fiatare. Che sta succedendo?

La mia camicia è andata. Spero che sul pavimento non sia finito anche quel frammento di razionalità.

Ancora le sue mani, ancora le mie. Sembro non volermi fermare.

Ma qualcosa ti dice che dovresti.

Dovrei.

Perché?

Perché…non sarebbe giusto.

Cosa non lo sarebbe?

Perché accidenti non si fa viva la voce di Sirius che mi dice di continuare e accada quel che accada???

Non sarebbe giusto, punto e basta!

Riprendo possesso delle sue labbra e la bacio dolcemente.

“Lily…”, dico tra un bacio e l’altro.

Le si stacca e mi guarda. Per qualche strano motivo vorrei avere indosso la mia camicia.

“Io…”.

Mi blocco e mi sento un completo imbecille.

Che le dico? Sai, Lily, vorrei tanto continuare, non sai quanto ti desidero, ma non lo faccio perché ti amo. Sarebbe terribile dirle una cosa del genere. Il fatto che la amo mi dà tutte le ragioni per continuare e, al contempo, per fermarmi e rendermi conto che abbiamo tempo.

Ma quando mai io ho ragionato così? Non ero quello che si prendeva tutto senza chiedere niente? Quasi rido. È incredibile come io sia radicalmente cambiato per lei.

Le accarezzo una guancia e le rubo un bacio, “Scusami”.

“Di cosa?”.

Già. Di cosa dovrei scusarmi? Di aver interrotto il coinvolgimento fisico-emotivo dei nostri esseri? Forse. Ma è necessario che dica qualcosa di minor rilievo.

“Ho gli allenamenti”.

Non so quante bastonate in testa mi darei. Sono un idiota.

“Sì, hai ragione”, mi dice lei.

“Scusa”.

“Tranquillo. Ci sarà tempo”.

 

 

 

***

 

 

 

Sbarro gli occhi.

Ho il respiro accelerato e la fronte sudata. Roteo gli occhi ma tutto quello che vedo è l’immagine sfocata della mia stanza.

Deglutisco.

Credo di aver sognato la prosecuzione di quello che è successo con Lily nella Stanza delle Necessità.

Mi metto a mezzo busto sul letto.

Ok, non c’è nulla di cui allarmarsi. Prendo due bei respiri…

Ho voglia di litri di caffè.

Remus spalanca le tende della finestra e vedo Sirius rigirarsi infastidito nel letto. Gli tiro un cuscino, ma non so perché lo faccio. Ma Felpato è troppo addormentato per poter rispondere alla mia provocazione.

“Giugno è vicino”, dice Remus, con il viso rivolto al di là della finestra, “E non oso immaginare voi in che condizioni avrete la faccia di presentarvi agli esami”.

“Buongiorno anche a te”, borbotta Peter, trascinandosi verso il bagno.

Remus torna a sedersi sul letto, “Se lo dico è perché ci tengo che voi abbiate una degna preparazione che vi permetta di affrontare gli esami nel miglior modo possibile”.

“La tua preoccupazione rasenta il rompimento di scatole”, brontola Sirius con voce assonnata. Ormai tocca alzarsi anche a lui.

Io rimango seduto sul mio letto con lo sguardo rivolto chissà dove, senza intrufolarmi nei loro discorsi. Discorsi che interessano anche il sottoscritto, ma per un’ovvia ragione preferisco accantonare momentaneamente.

Mi passo le mani sulla faccia e sospiro.

“Ragazzi”, mugugno, “Qualcuno di voi sarebbe così gentile da portarmi un po’ di caffè?”.

Remus storce il muso, “Strano che tu lo dica. Solitamente richiedi il caffè in camera quando sei moribondo. Stai male, per caso?”.

Scuoto la testa in segno di diniego.

“E allora non c’è ragione che tu ci faccia scomodare. Vestiti, si sta facendo tardi”.

E così faccio.

Per la prima volta in vita mia, vorrei non incontrare Lily una volta sceso in Sala Grande.

 

 

 

***

 

 

 

Le mie speranze sono risultate vane. Lily è proprio lì. Credo non mi abbia visto e questo gioca a mio vantaggio.

Come posso guardarla negli occhi dopo quello che ho sognato stanotte? Non che non mi sia mai successo, ma questa volta hanno contribuito fattori reali.

Meglio non agitarsi.

Afferro Sirius per un braccio, impedendogli di entrare in Sala Grande.

“Che cavolo fai?”.

“Puoi venire un attimo con me?”.

“Ma ho fame!”.

“È urgente”.

“Non puoi aspettare?”.

Sto per rispondergli che, no, non posso aspettare, quando alzo gli occhi e incrocio quelli di Lily. Troppo tardi, mi ha già visto.

Adesso non posso mica andarmene senza neanche dirle buongiorno. E se mi fa domande su quello che è successo ieri? Del perché ci siamo fermati? Ieri sono letteralmente scappato, evitando tutta una serie di interrogativi. Conoscendola, me li avrebbe posti. O meglio, no, non l’avrebbe fatto, anche se avesse voluto.

Merlino, che situazione complicata! Perché devo sforzarmi così tanto per capire quello che pensa? È tremendamente difficile. Eppure ci sono momenti in cui è così facile leggere i suoi occhi. Uno di questi momenti è sto proprio ieri, quando baciandomi mi invitava a fare altrettanto. Ma poi? A volte è come se una barriera si innalzasse attorno alla sua mente e mi respingesse ogni volta che tento di entrarci. Dovrò far pratica.

La coscienza con la voce di Sirius si è infine fatta sentire. Mi ha detto che me la sono lasciata scappare. E non ha tutti i torti. Poi si è corretta e mi ha rimproverato del fatto che in realtà sono stato io a scappare. Scappare da cosa? Da quello che sarebbe potuto accadere? Da quello che ho sognato la notte stessa?

La risposta è un sì a tutti gli effetti.

Lo ammetto, sono scappato, non ho ceduto. La ragione ha battuto l’istinto. E quando è James Potter a fare una cosa del genere…

La verità è che sono stato così preso dall’aspetto sentimentale di me da tralasciare un altro tipo di aspetto. E non sto a dire quale.

Quindi…quindi, beh…

Se lei mi si pone davanti e la vedo ingenuamente mangiare un boccone di crostata di ciliegie – proprio come sta accadendo adesso – ed io mi blocco lì a guardarla, cominciano a sorgere pensieri indecorosi che deturpano la sua immagine. La colpa è tutta della mia mente perversa che non fa altro che concedermi proiezioni del sogno di stanotte. Sogno che è stato veramente…cioè, assolutamente…

 

 

 

***

 

 

 

“Sirius, ho un problema”.

Mi paro davanti al mio amico, in attesa che abbia un secondo da dedicarmi.

Sirius alza la testa dalla pagina che sta facendo finta di leggere e mi guarda nella maniera in cui si guarda qualcuno che sta per aprire una conversazione. Poco dopo la sua espressione cambia, manifestando una sorta di paura mista a preoccupazione.

“James…”, dice con voce spezzata, “NON PUOI VENIRE DA ME E DIRMI CHE HAI UN PROBLEMA CON QUELLA FACCIA SERIA!!!”, urla Sirius, anzi, oserei dire che vorrebbe piangere di disperazione. Per fortuna che in Sala Comune a quest’ora non c’è anima viva.

“PARLA, DI CHE SI TRATTA???”, continua a sbraitare, “E BADA CHE SIA UNA COSA POCO GRAVE PERCHÉ NON SO SE POTREI REGGERE IL COLPO!!!”.

Ho una domanda: come posso esporgli il mio problema se lui sembra un’isterica donna incinta?

“Ti calmi?”, gli domando.

“NON CHE NON MI CALMO! SBRIGATI A PARLARE E VEDI DI ESSERE CELERE!”.

“Ma perché urli?”.

“PERCHÉ…beh, non lo so. Mi stai mettendo in agitazione”.

“Come mai?”.

“Che vuoi dirmi?”, ignora completamente la mia domanda, ma è meglio tornare al nocciolo della questione.

Adesso non so nemmeno da dove cominciare.

“Ehm…”, è la prima cosa che mi esce fuori.

Sto facendo la figuro del demente.

Prendo aria, “Ti è mai capitato di non…”, mi blocco un attimo per poter cercare le parole giusto, “…di non cadere tra le grinfie di qualche ragazza?”.

“Che vorresti dire?”.

“Avanti, Sirius, non farmelo spiegare!”.

“Sei troppo innamorato”.

Mi liquida con questa sola frase – che suona tanto come un Sei senza speranze – e ritorna a leggere la pagina di Trasfigurazione che ha davanti da due ore buone.

Ma…io volevo i consigli di un amico!

E adesso che faccio? L’esperto in materia è il cagnaccio che ho davanti. Io e lui insieme abbiamo imparato i trucchi del mestiere.

Sto parlando come un playboy incallito…

Uff…

Che dovrei fare? Rinunciarci? Lasciar perdere tutto e considerare l’accaduto una cosa passeggera?

Ma sì, non credo ricapiterà una seconda volta. E se dovesse ricapitare, vorrà dire che Sirius ha ragione: sono davvero troppo innamorato.

 

 

 

To be continued…

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti!

Vedrò di essere celere perché il tempo a mia disposizione è piuttosto breve.

Non so come sia venuto fuori il capitolo, dovete capire che sono sommersa da una mole di studio che a confronto quella dei nostri Malandrini per la preparazione ai M.A.G.O. equivale a quella di un fumetto XD.

Inoltre, devo scusarmi per il cospicuo ritardo, purtroppo ho problemi col collegamento a internet.

Detto questo non mi resta che passare ai ringraziamenti.

 

 

Un grazie di vero cuore a:

AikoSenoo

felpa_fan

mary swetty

potterina_88_

__MiRiEl__

Vale Lovegood

lenu88

Mizar

piccola_puffola

ki_chan

Lights

Lyan

Mirwen

HarryEly

 

 

Alla prossima!

Baciuzzi ^____^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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