Capitolo 45
Just a little
problem!
“James…”.
“Lily, perdonami! Ho gli
allenamenti di Quidditch. Ci vediamo stasera”.
“D’accordo”.
Ok,
ehm…
Non è che le ho mentito
sugli allenamenti di Quidditch…l’unico problema è che sono fra due ore. E adesso
la domanda più logica da fare sarebbe: come
È proprio quello che mi
stavo chiedendo, subentra la voce della
mia coscienza.
Sospiro.
In realtà, è da quando
Sirius ha fatto quello scherzo a Remus che penso ad una cosa e così finisco
per…nel senso, cerco di…
…evitarla?
Beh, no…non
proprio…
E allora come
spiegheresti questo tuo atteggiamento? Non hai pensato che – forse – Lily ci sta
male?
Dannata coscienza, mi
stai facendo sentire tremendamente in colpa!
Dovresti, razza di
idiota!
La cosa che odio
ammettere è che la coscienza con la voce di Remus ha dannatamente
ragione.
La
evito.
Io, che non ho fatto
altro che correrle dietro senza mai arrendermi; che mi sono addossato anni di
rifiuti ed insulti; che, nonostante tutto, non mi sono mai arreso all’idea di
poterla avere; io, adesso…la evito.
Credo di essermi
ammattito.
Giusta
conclusione.
Cavolo, sono proprio un
perfetto idiota!
È quello che ho detto
io.
Basta fare il
deficiente, James! Gira i tacchi e va’ da lei!
Mi hai proprio tolto le
parole di bocca.
Vuoi stare un po’ zitta,
dannata coscienza???
Faccio dietrofront e,
per fortuna, Lily è ancora nei pressi dell’aula di Difesa Contro le Arti
Oscure.
Dico, ma stavo davvero
rinunciando a due ore della mia vita con lei???
“Lily!”, la chiamo con
un po’ troppo entusiasmo.
Lei si volta verso di
me, “Dimmi”.
“Stavo pensando…hai da
fare?”.
“Quando?”.
“Adesso”.
“Adesso? Ma non avevi
gli allenamenti?”.
“Manderò
Paciock”.
Lily resta un attimo ad
osservarmi con fare indagatore. C’è qualcosa che non la convince. Dimentico che
ha un notevole spirito di osservazione, devo stare
attento.
“Ci sarebbe da
studiare”, mi dice a voce incerta.
Ci
sarebbe?
Io mi sarei aspettato un
dobbiamo, dato che lei e Remus non
fanno altro che assillarci con questa storia dei M.A.G.O. e ci costringono ad
usare il poco tempo libero che ci resta per impiegarlo proficuamente e imparare
qualche nozione in più.
Però adesso noto
qualcosa che – stavolta – non convince me. La osservo esattamente come ha fatto
lei poco fa.
Distoglie lo sguardo. E
lì capisco che c’è davvero qualcosa che non mi convince.
Un angolo della mia
bocca si tende in un sorriso.
“Che c’è?”, mi dice lei,
beccandomi a ghignare.
“Nulla”.
Suo sguardo
indagatore.
Mio sorriso più
ampio.
“Che facciamo, dunque?”,
mi chiede.
“Tutto quello che
vuoi”.
“Non
so…”.
“La prima cosa che ti
viene in mente”.
“Non mi viene in mente
niente”.
“Andiamo, deve esserci
qualcosa!”.
“Tu che
dici?”.
“Lasciami da parte per
un attimo. È a te che l’ho chiesto”.
Fa una
pausa.
Ed io resto lì a
guardarla con trepidazione, in attesa che mi dica una qualsiasi cosa lei voglia
fare. Urlare, correre come pazzi per i corridoi, gettarci nel lago, perderci
nella Foresta Proibita…mi va bene tutto.
“Voglio stare con te”,
mi dice infine, “Lo so che potevo dire qualcosa di meno banale, ma è questo
quello che voglio”.
Sorrido, “Perché pensi
che sia banale?”.
“No! No…non lo penso!
Non so perché l’ho detto. Intendevo dire che tu, magari, avresti preferito che
io dicessi qualcosa di più – come dire? – intraprendente…da fare, voglio dire…e
quindi…dato che non sapevo proprio che dirti, quella è stata la prima cosa che
mi è passata per la testa…di stare con te…forse non ho specificato, perché si
può stare con te in tanti modi, anche adesso io sto con te…è che mi piace così
tanto stare con te che mi va bene in qualsiasi modo e forse ti starò sembrando
stupida, con tutte queste ripetizioni…e forse non hai capito quello
che…”.
Non la lascio continuare
e mi impadronisco delle sue labbra.
Ha fatto tutto un
discorso strano in una maniera così nervosa e impacciata che non avevo mai visto
in lei. Gesticolava e spostava lo sguardo in varie direzioni, senza mai
incontrare il mio. Aveva un non so che di divertente e
buffo.
Sento le sue braccia
circondarmi il collo e il suo corpo aderire al mio. La stringo a me a mia volta
e il bacio diviene più intenso. Forse non ci siamo resi conto di essere nel bel
mezzo del corridoio. Ma che importa?
Stacca le sue labbra
dalle mie, “In un certo senso, era proprio questo quello che
intendevo”.
***
Mi sento come se avessi
bevuto litri e litri di Whisky Incendiario. Ma l’effetto è molto più intenso. Mi
chiedo come mai non abbia sperimentato prima una cosa del genere. Forse perché è
così forte da suscitare in me una strana sensazione di paura. È un po’ come
morire, solo che è l’esatto contrario. No…non come rinascere…una tale intensità
non si prova quando si nasce. Io…non credo di essere in grado di spiegarlo. Il
cuore mi batte così velocemente da non riuscire più a sentirlo. E poi ho caldo,
la cravatta mi stringe la gola, non riesco a respirare. Prendo aria, ma non
basta. Me ne occorre di più. Voglio sciogliermi il nodo della cravatta, ma mi
accorgo che non c’è nessuna cravatta. Eppure ero sicuro di averla quando sono
venuto qui.
Ma qui…? È
Assaggio lembi di pelle
che via via si scoprono sotto le mie mani. Anche le sue vogliono liberarmi dalla
mia camicia. Io la lascio fare e lei mi lascia fare. I nostri respiri si sono
confusi, non saprei più dire quale sia il mio e quale il suo. E poi brividi,
brividi dappertutto. Non ho mai, mai, mai provato nulla di simile.
La sua bocca è impegnata
a lambirmi il collo con piccoli baci, mi accorgo che le mie mani stanno
viaggiando un po’ troppo.
Che succederebbe se io e
lei continuassimo?
Domanda stupida, James.
La risposta è palese.
La coscienza con la voce
di Remus mi informa della sua presenza. Significa che ho ancora un briciolo di
razionalità. Stranamente, la coscienza con la voce di Sirius non osa fiatare.
Che sta succedendo?
La mia camicia è andata.
Spero che sul pavimento non sia finito anche quel frammento di
razionalità.
Ancora le sue mani,
ancora le mie. Sembro non volermi fermare.
Ma qualcosa ti dice che
dovresti.
Dovrei.
Perché?
Perché…non sarebbe
giusto.
Cosa non lo
sarebbe?
Perché accidenti non si
fa viva la voce di Sirius che mi dice di continuare e accada quel che accada???
Non sarebbe giusto,
punto e basta!
Riprendo possesso delle
sue labbra e la bacio dolcemente.
“Lily…”, dico tra un
bacio e l’altro.
Le si stacca e mi
guarda. Per qualche strano motivo vorrei avere indosso la mia
camicia.
“Io…”.
Mi blocco e mi sento un
completo imbecille.
Che le dico? Sai, Lily, vorrei tanto continuare, non sai
quanto ti desidero, ma non lo faccio perché ti amo. Sarebbe terribile dirle
una cosa del genere. Il fatto che la amo mi dà tutte le ragioni per continuare
e, al contempo, per fermarmi e rendermi conto che abbiamo
tempo.
Ma quando mai io ho
ragionato così? Non ero quello che si prendeva tutto senza chiedere niente?
Quasi rido. È incredibile come io sia radicalmente cambiato per
lei.
Le accarezzo una guancia
e le rubo un bacio, “Scusami”.
“Di
cosa?”.
Già. Di cosa dovrei
scusarmi? Di aver interrotto il coinvolgimento fisico-emotivo dei nostri esseri?
Forse. Ma è necessario che dica qualcosa di minor rilievo.
“Ho gli
allenamenti”.
Non so quante bastonate
in testa mi darei. Sono un idiota.
“Sì, hai ragione”, mi
dice lei.
“Scusa”.
“Tranquillo. Ci sarà
tempo”.
***
Sbarro gli
occhi.
Ho il respiro accelerato
e la fronte sudata. Roteo gli occhi ma tutto quello che vedo è l’immagine
sfocata della mia stanza.
Deglutisco.
Credo di aver sognato la
prosecuzione di quello che è successo con Lily nella Stanza delle Necessità.
Mi metto a mezzo busto
sul letto.
Ok, non c’è nulla di cui
allarmarsi. Prendo due bei respiri…
Ho voglia di litri di
caffè.
Remus spalanca le tende
della finestra e vedo Sirius rigirarsi infastidito nel letto. Gli tiro un
cuscino, ma non so perché lo faccio. Ma Felpato è troppo addormentato per poter
rispondere alla mia provocazione.
“Giugno è vicino”, dice
Remus, con il viso rivolto al di là della finestra, “E non oso immaginare voi in
che condizioni avrete la faccia di presentarvi agli
esami”.
“Buongiorno anche a te”,
borbotta Peter, trascinandosi verso il bagno.
Remus torna a sedersi
sul letto, “Se lo dico è perché ci tengo che voi abbiate una degna preparazione
che vi permetta di affrontare gli esami nel miglior modo
possibile”.
“La tua preoccupazione
rasenta il rompimento di scatole”, brontola Sirius con voce assonnata. Ormai
tocca alzarsi anche a lui.
Io rimango seduto sul
mio letto con lo sguardo rivolto chissà dove, senza intrufolarmi nei loro
discorsi. Discorsi che interessano anche il sottoscritto, ma per un’ovvia
ragione preferisco accantonare momentaneamente.
Mi passo le mani sulla
faccia e sospiro.
“Ragazzi”, mugugno,
“Qualcuno di voi sarebbe così gentile da portarmi un po’ di
caffè?”.
Remus storce il muso,
“Strano che tu lo dica. Solitamente richiedi il caffè in camera quando sei
moribondo. Stai male, per caso?”.
Scuoto la testa in segno
di diniego.
“E allora non c’è
ragione che tu ci faccia scomodare. Vestiti, si sta facendo
tardi”.
E così
faccio.
Per la prima volta in
vita mia, vorrei non incontrare Lily una volta sceso in Sala
Grande.
***
Le mie speranze sono
risultate vane. Lily è proprio lì. Credo non mi abbia visto e questo gioca a mio
vantaggio.
Come posso guardarla
negli occhi dopo quello che ho sognato stanotte? Non che non mi sia mai
successo, ma questa volta hanno contribuito fattori reali.
Meglio non
agitarsi.
Afferro Sirius per un
braccio, impedendogli di entrare in Sala Grande.
“Che cavolo
fai?”.
“Puoi venire un attimo
con me?”.
“Ma ho
fame!”.
“È
urgente”.
“Non puoi
aspettare?”.
Sto per rispondergli
che, no, non posso aspettare, quando alzo gli occhi e incrocio quelli di Lily.
Troppo tardi, mi ha già visto.
Adesso non posso mica
andarmene senza neanche dirle buongiorno. E se mi fa domande su quello che è
successo ieri? Del perché ci siamo fermati? Ieri sono letteralmente scappato,
evitando tutta una serie di interrogativi. Conoscendola, me li avrebbe posti. O
meglio, no, non l’avrebbe fatto, anche se avesse voluto.
Merlino, che situazione
complicata! Perché devo sforzarmi così tanto per capire quello che pensa? È
tremendamente difficile. Eppure ci sono momenti in cui è così facile leggere i
suoi occhi. Uno di questi momenti è sto proprio ieri, quando baciandomi mi
invitava a fare altrettanto. Ma poi? A volte è come se una barriera si
innalzasse attorno alla sua mente e mi respingesse ogni volta che tento di
entrarci. Dovrò far pratica.
La coscienza con la voce
di Sirius si è infine fatta sentire. Mi ha detto che me la sono lasciata
scappare. E non ha tutti i torti. Poi si è corretta e mi ha rimproverato del
fatto che in realtà sono stato io a
scappare. Scappare da cosa? Da quello che sarebbe potuto accadere? Da quello che
ho sognato la notte stessa?
La risposta è un sì a
tutti gli effetti.
Lo ammetto, sono
scappato, non ho ceduto. La ragione ha battuto l’istinto. E quando è James
Potter a fare una cosa del genere…
La verità è che sono
stato così preso dall’aspetto sentimentale di me da tralasciare un altro tipo di
aspetto. E non sto a dire quale.
Quindi…quindi,
beh…
Se lei mi si pone
davanti e la vedo ingenuamente mangiare un boccone di crostata di ciliegie –
proprio come sta accadendo adesso – ed io mi blocco lì a guardarla, cominciano a
sorgere pensieri indecorosi che deturpano la sua immagine. La colpa è tutta
della mia mente perversa che non fa altro che concedermi proiezioni del sogno di
stanotte. Sogno che è stato veramente…cioè, assolutamente…
***
“Sirius, ho un
problema”.
Mi paro davanti al mio
amico, in attesa che abbia un secondo da dedicarmi.
Sirius alza la testa
dalla pagina che sta facendo finta di leggere e mi guarda nella maniera in cui
si guarda qualcuno che sta per aprire una conversazione. Poco dopo la sua
espressione cambia, manifestando una sorta di paura mista a
preoccupazione.
“James…”, dice con voce
spezzata, “NON PUOI VENIRE DA ME E DIRMI CHE HAI UN PROBLEMA CON QUELLA FACCIA
SERIA!!!”, urla Sirius, anzi, oserei dire che vorrebbe piangere di disperazione.
Per fortuna che in Sala Comune a quest’ora non c’è anima
viva.
“PARLA, DI CHE SI
TRATTA???”, continua a sbraitare, “E BADA CHE SIA UNA COSA POCO GRAVE PERCHÉ NON
SO SE POTREI REGGERE IL COLPO!!!”.
Ho una domanda: come
posso esporgli il mio problema se lui sembra un’isterica donna
incinta?
“Ti calmi?”, gli
domando.
“NON CHE NON MI CALMO!
SBRIGATI A PARLARE E VEDI DI ESSERE CELERE!”.
“Ma perché
urli?”.
“PERCHÉ…beh, non lo so.
Mi stai mettendo in agitazione”.
“Come
mai?”.
“Che vuoi dirmi?”,
ignora completamente la mia domanda, ma è meglio tornare al nocciolo della
questione.
Adesso non so nemmeno da
dove cominciare.
“Ehm…”, è la prima cosa
che mi esce fuori.
Sto facendo la figuro
del demente.
Prendo aria, “Ti è mai
capitato di non…”, mi blocco un attimo per poter cercare le parole giusto, “…di
non cadere tra le grinfie di qualche ragazza?”.
“Che vorresti
dire?”.
“Avanti, Sirius, non
farmelo spiegare!”.
“Sei troppo
innamorato”.
Mi liquida con questa
sola frase – che suona tanto come un Sei
senza speranze – e ritorna a leggere la pagina di Trasfigurazione che ha
davanti da due ore buone.
Ma…io volevo i consigli
di un amico!
E adesso che faccio?
L’esperto in materia è il cagnaccio che ho davanti. Io e lui insieme abbiamo
imparato i trucchi del mestiere.
Sto parlando come un
playboy incallito…
Uff…
Che dovrei fare?
Rinunciarci? Lasciar perdere tutto e considerare l’accaduto una cosa passeggera?
Ma sì, non credo
ricapiterà una seconda volta. E se dovesse ricapitare, vorrà dire che Sirius ha
ragione: sono davvero troppo innamorato.
To be
continued…
Salve a
tutti!
Vedrò di essere celere
perché il tempo a mia disposizione è piuttosto breve.
Non so come sia venuto
fuori il capitolo, dovete capire che sono sommersa da una mole di studio che a
confronto quella dei nostri Malandrini per la preparazione ai M.A.G.O. equivale
a quella di un fumetto XD.
Inoltre, devo scusarmi
per il cospicuo ritardo, purtroppo ho problemi col collegamento a
internet.
Detto questo non mi
resta che passare ai ringraziamenti.
Un grazie di vero cuore
a:
AikoSenoo
felpa_fan
mary
swetty
potterina_88_
__MiRiEl__
Vale
Lovegood
lenu88
Mizar
piccola_puffola
ki_chan
Lights
Lyan
Mirwen
HarryEly
Alla
prossima!
Baciuzzi ^____^
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