29/10/2014
7 recensioniNeville stava combattendo come mai aveva fatto prima, dimostrando tutto il suo coraggio e valore da grifondoro, quando tra le tante grida ne riconobbe una, che si ergeva limpida sopra tutte le altre. Corse a perdifiato verso il punto da cui proveniva, schiantando tutti gli ostacoli che gli si pararono davanti.
La trovò per terra che gemeva disperata sotto l’effetto della maledizione cruciatus. Sul suo bel viso non c’era più traccia dell’infantile spensieratezza che la distingueva da tutte le altre, ma solo una maschera di dolore. Grosse lacrime le scorrevano sul volto, lasciando la loro umida e lucida scia sulla pelle coperta di polvere.
Una furia immensa invase il cuore di Neville, consapevole che la stavano torturando come avevano torturato i suoi genitori e si ripromise che l’avrebbe protetta fino alla fine.
“Lasciala stare!” urlò con quanto fiato aveva in gola rivolto al mangiamorte con cui ingaggiò subito un duello disperato, ergendosi davanti alla ragazza che voleva salvare. Lei, la dolce e svampita Luna, lo guardò con occhi colmi di speranza e di paura, pregando che Neville riuscisse ad avere la meglio in quello scontro.
Il mangiamorte schivò un paio di colpi, poi rise beffardo “Non ti preoccupare, la tua ragazza è così matta che nessuna maledizione potrebbe farla impazzire di più”. Fu così che segnò il proprio destino. Ferito nel profondo e invaso da nuova ira Neville pronunciò le oscure parole che avrebbero messo fine alla vita del proprio avversario. Un raggio verde partì dalla sua bacchetta, andando a colpire il mangiamorte in pieno petto, che cadde a terra con un tonfo sordo, scomposto come un vecchio fantoccio.
Neville corse da Luna e la aiutò ad alzarsi e in quel momento la voce del Signore Oscuro risuonò nell’aria e comunicò ai maghi che lottavano contro di lui che avrebbe lasciato loro un’ora di tempo, poi si rivolse ad Harry, intimandogli di consegnarsi. Dopodiché tornò una momentanea calma al castello, segnata dalla breve ritirata dei mangiamorte.
Neville raccolse tutto il coraggio rimasto e si rivolse a Luna, timido, impacciato e impaurito “I-io… devo dirti una cosa… credo… d-di amarti”. Il rossore sulle sue guance era notevole, ma Luna sembrò non farci caso e con la sua solita aria svagata gli rispose “Sai, lo credo anche io”. Gli diede un dolce bacio sulla guancia e poi precisò “Ti amo Neville Paciock”.