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Autore: scriverepervivere    30/10/2014    4 recensioni
"Non puoi nasconderti in sala prove per sempre. E' troppo tardi ormai, non mi sfuggi" sorrise.
* * *
E' inquietante come la vita possa cambiare in un attimo.
Come la musica possa cessare.
Come l'amore possa finire.
Come il battito di un cuore possa zittirsi.
Ma ora come ora, sono qui, a guardare questo soffitto ... a fare attenzione che i miei passi siano silenziosi da non disturbare, come la mia musica.
* * *
"Dimmi che resti ... anche domani"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo nove.
-Mine.-
 
“Possiamo vederla?” chiede il padre.
L’assistente sociale risponde con un cenno di assenso.
“Sono qui proprio per questo. Credo che a Laura farebbe bene ricevere una vostra visita. Un paio di persone al massimo”
“Veniamo noi” dice la madre.
In ascensore cerca di prepararli all’incontro con Laura: dall’entità delle lesioni esterne, sono brutte da vedere, ma curabili. Ciò che preoccupa i medici sono quelle interne.
Si rivolge ai genitori come se fossero bambini. Ma loro sono più forti di quello che sembra.

Una volta oltrepassata la porta automatica del reparto, però, tutti e due si bloccarono di colpo, come respinti da una barriera invisibile.
La mamma stringe la mano del marito, mentre guarda la figlia.
“Ciao bambina mia” disse. Si avvicina a lei lentamente, respirando a fatica.
L’assistente sociale avvicina due sedie ai piedi del letto.
“Laura, i tuoi genitori sono qui” dice, facendo loro segno di sedersi. “Ora vi lascio soli”
“Può sentirci? E’ in grado di capire se le parliamo?” chiede l’uomo.
“Non lo so. Ma la vostra presenza può avere un effetto tranquillizzante, purchè le raccontiate cose tranquillizzanti”
Dice per poi uscire.

Arriva un’altra infermiera. Ha i capelli neri e gli occhi scuri illuminati da uno spesso strato di ombretto luccicante e le unghie finte. Benchè non sia lei ad occuparsi di Laura, si avvicina ai genitori con piglio deciso.
“Non dubitiate per un istante che non possa sentirvi” proclama con le mani sui fianchi.
“Si rende perfettamente conto di tutto quello che le succede”
I genitori la guardano, pendendo dalle sue labbra.
“Magari siete convinti che siano le infermiere o i dottori o tutto questo apparato a condurre il gioco” dice, indicando la parete con tutte le apparecchiature.
“Sbagliato, è lei a condurre il gioco” sorride. “Parlatele. E ditele di tornare.”
Non appena uscita, il padre di Laura chiede a sua moglie di lasciarli soli. Lei obbedì, uscendo a sua volta.
“Laura, che mi combini?” dice, prendendole la mano.
“Avevi tanta strada ancora da fare … e guarda dove sei finita” continua mentre le lacrime scendevano.
Ma tenerla per mano era l’unico modo per sentirla un po’ vicino a se.
“Ancora non è arrivata la lettera della Juilliard, sai. Ma sono sicuro che sei stata ammessa, cosi quando esci inizi subito gli studi”

 - Quando esci –  diceva.

Restò per altri dieci minuti, poi Laura venne spostata in una camera da sola.
“Credi che si deciderà?” chiese il papà di Laura alla moglie.
“In che senso?”
Lui sembrava a disagio. “Insomma … prima o poi dovrà decidersi no?!” ha sussurrato.
“Di che cosa stai parlando?” il tono della donna era esasperato e allo stesso tempo tenero.
“Non ne ho la minima idea, sei tu che credi agli angeli”
“E questo cosa c’entra con Laura?”
“C’entra. Perché se c’è la fede, e c’è Dio, perché non fa qualcosa?”
La donna zittì. In effetti aveva ragione.
* * *
 
Ross è arrivato.
Sale la rampa di scale, stretto nel suo giubbotto di pelle nera e i suoi jeans stranamente non strappati. Al suo seguito c’era Kim che gli parlava, alterata.
“Non dovresti essere qui” gli dice trattenendolo per un braccio.
“Voglio vedere Laura, ora che posso” scosta il braccio mentre il suo sguardo arde di rabbia.
“Vuoi capire che potresti danneggiarla con quello che dici?!” gli urla contro.
“Voglio vederla.” Il ragazzo tiene duro mentre inizia a camminare per il corridoio.
“Devi capire che lei non è come tutte! Trovatene un’altra, è una faccenda seria. Sta viaggiando tra la vita e la morte.”
“Appunto per questo che voglio vederla! Se fosse l’ultima volta?!”
Si è zittito solamente quando le lacrime gli rigavano le guance.
Teneva una chitarra in mano, e un foglio.
 
In terapia intensiva il tempo scorre eterno e immutabile come sempre. In questo momento Laura era visitata da un chirurgo.
Malgrado la luce fioca e artificiale resti sempre uguale. L’ambiente è meno frenetico rispetto al giorno, come se le infermiere e le apparecchiature fossero andate in modalità stand – by.
La voce di Ross risuona nel corridoio e sveglia tutti quanti.
“Come sarebbe a dire che non posso entrare?” grida.
L’inserviente continua a dirgli che non è autorizzato ad entrare in quella parte di ospedale.
“Stronzate!” esclama lui.
L’infermiera è pronta ad alzarsi.
“Gli ho spiegato che non è autorizzato ad entrare” dice l’inserviente alla donna.
“Posso esserle utile, giovanotto?” chiede a Ross con un tono irritato.
Ross si schiarisce la gola e si sforza a riacquistare controllo.
“Vorrei fare visita a Laura” dice indicando la stanza difronte a se.
“Temo che non sia possibile”
“Ma Laura è …”
“Ci stiamo prendendo cura di lei” lo interrompe.
“Lo so e ve ne sono molto grato” dice Ross. Sta facendo di tutto per sembrare maturo, ma si avverte un certo tremolio nella sua voce quando sussurra:
“Ma ho bisogno di vederla”
“Mi spiace, ma le visite sono permesse solo ai parenti stretti” detto questo, riandò alla sua postazione.

Ross approfittò di un attimo di distrazione per sgattaiolare dentro la stanza e chiuderla.
Rimase a guardare la ragazza distesa sul letto con i parametri vitali poco attivi.
“Laura …” disse prima di sedersi accanto a lei.
Le prese delicatamente la mano.
“Ricordi quando ti ho detto che non sono bravo con le canzoni d’amore?” dice, portandosi la chitarra sulle gambe.
“Bhe … questa è per te”
Aveva scritto una canzone per lei.
Appoggiò il foglio con il testo sul comodino e prese a cantare.

 
Give me love, like her
‘Cause lately,
I’ve been waking up alone.
Pain splattered tear drops on my shirt.
I told you I’d let them go.
And that I’ll find my corner
Maybe tonight I’ll call you
After my blood
Turns into alcool
No, I just wanna hold you.
Dammi amore, come lei.
Perché ultimamente,
 mi sveglio da solo.
Il dolore spruzza lacrime sulla mia maglia.
Ti ho detto che le avrei lasciate scorrere.
E che avrei trovato il mio angolo.
Forse stanotte ti chiamerò.
Dopo che il mio sangue
Si sarò tramutato in alcool.

 

 
 
 
Socchiuse gli occhi, permettendo alle lacrime di uscire.
 
Give a little time to me,
I’ll burn this out.
We’ll play hide and seek,
to turn this ‘round
All I want
Is the taste that your lips allow
My, my, my my
Give me love.
My, my, my my
Give me love.
Dammi un po di tempo per me,
bruceremo tutto questo.
Giocheremo a nascondino,
per capovolgere le cose.
E tutto quello che voglio,
è il sapore che le tue labbra rilasciano
Mia, mia, mia mia
Dammi amore.
Mia, mia, mia mia.
Dammi amore.
 
Sorrise.
 
Give me love, like never before.
Cos lately I’ve been craving more.
And it’s been a while
But I still feel the same
Maybe I should let you go.
 
And that I’ll find my corner
Maybe tonight I’ll call you
After my blood
Turns into alcool
No, I just wanna hold you.
Dammi amore come mai prima d’ora.
Perché ultimamente ne ho avuto bisogno.
Ed è passato un po’ ma mi sento allo stesso modo.
Forse dovrei lasciarti andare.
 
E che avrei trovato il mio angolo.
Forse stanotte ti chiamerò.
Dopo che il mio sangue
Si sarò tramutato in alcool.
 
 
 
Give a little time to me,
I’ll burn this out.
We’ll play hide and seek,
to turn this ‘round
All I want
Is the taste that your lips allow
My, my, my my
Give me love.
My, my, my my
Give me love.
Dammi un po di tempo per me,
bruceremo tutto questo.
Giocheremo a nascondino,
per capovolgere le cose.
E tutto quello che voglio,
è il sapore che le tue labbra rilasciano
Mia, mia, mia mia
Dammi amore.
Mia, mia, mia mia.
Dammi amore.
 
Poi riprese fiato, per intonare l’ultima nota.
 
All I want
Is the taste tha your lips allow,
My, my, my my
Give me love.
My, my, my my
Give me love.
MY, MY, MY MY
GIVE ME LOVE.
 
Posò la chitarra una volta finito e le prese la mano.
“Mi manchi, lo sai?!”
“Non lasciarti andare mai”
Poi riprese fiato e strinse di più.

“Ti prego, dimmi che resti … anche domani.”
 

 
Spazio Autrice:

Ciao!!
Eccoci di nuovo con un capitolo emozionante.
Molte di voi mi hanno chiesto "Ma Ross?"
Era impegnato a scrivere questa magnifica canzone, ed eccolo di nuovo qui.
Allora, volevo dirvi grazie infinite per le recensioni!
E volevo annunciarvi - tristemente - che la storia sta giungendo al termine.
Tra diciamo 3/4 capitoli.
Ci risentiamo la prossima settimana!
RECENSITEE!!
Un bacione.
 
   
 
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