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Autore: addict_with_a_pen    31/10/2014    2 recensioni
Patrick deglutì un paio di volte a vuoto prima di alzare lo sguardo verso lo sconosciuto in mutande. Era davvero un bel ragazzo: capelli neri, occhi marroni ma assolutamente stupendi ed il sorriso più bello che avesse mai visto. Gli diede la bottiglietta e stette a fissarlo imbambolato per tutto il tempo in cui bevve. Cosa gli aveva preso?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Patrick Stump, Peter Wentz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla fine della lezione Patrick tornò al suo armadietto e vi frugò dentro con foga. Quando riemerse per poco non cadde a terra svenuto.
“Ciao!” Era lui.
“C-Ciao...” rispose impacciato e nuovamente imbarazzato.
“Mi spiace di averti messo in imbarazzo oggi nello spogliatoio, non volevo.” Patrick scosse la testa e balbettò una risposta falsa.
“N-Non ero in imbarazzo, tranquillo...”
“Certo che lo eri, e lo sei pure ora. Sei adorabile.” Okay, in quel momento nessun rosso si sarebbe minimamente potuto avvicinare al colore che avevano assunto le guance di Patrick.
“Ah, comunque io sono Pete, dato che oggi il tuo amico voleva saperlo e dato che mi sembra giusto presentarmi.” A Patrick cadde il mondo addosso.
“Eri dietro la porta del bagno, non è vero?” Pete annuì e sorrise allo stesso tempo mentre Patrick nascose il viso nelle mani. Che vergogna!
“Ti scongiuro non fare così, sennò diventi troppo adorabile ed io non riuscirò a trattenermi dal baciarti qui ed ora.” Patrick alzò lo sguardo e fissò Pete dritto negli occhi. Era serio? Un sorrisone comparve sul suo viso e Patrick non potè far altro che sorridere a sua volta.
“Nessuno aveva mai detto quelle cose su di me. Il mio interesse nel tuoi confronti è esploso quando hai detto che sono bello da far male. Dio, come ho fatto ad accorgermi della tua esistenza solo ora?” Patrick si fissò le punte delle scarpe e si morse il labbro inferiore. Non sapeva cosa diavolo dire e sentiva che l’ imbarazzo stava tornando per la centesima volta. Voleva sparire.
“Anche se ti mordi il labbro mi fai venire voglia di baciarti, soprattutto se ti mordi il labbro. L’ unico motivo che mi trattiene dal farlo è che non voglio farti morire d’ infarto ma puoi giurarci che lo farò, molto presto.” Patrick sorrise ancora di gusto e si illuminò. Nessuno in vita sua gli aveva mai detto cose del genere e sentirsele dire da uno sconosciuto per il quale provava una forte attrazione riempì il suo cuore di calore e di gioia, sensazioni che non ricordava nemmeno più cosa fossero da troppo tempo.
“P-Pensi davvero che io sia adorabile? Insomma, perchè?” Pete si avvicinò pericolosamente a Patrick e fece congiungere le loro fronti. A quel punto Patrick capì cosa fosse un arresto cardiaco.
“Se ti vedessi in questo momento non potresti non pensare lo stesso.” Detto questo gli diede un bacio sulla guancia e ritornò al suo posto. Patrick era di pietra.
“Dammi il tuo numero, e io ti do il mio. Sono sicuro che tu non mi chiamerai mai, perchè sei troppo teneramente timido, ma magari mi sbaglio.” Prima che Patrick potesse aprire bocca o soltanto capire quello che era appena successo, Pete aveva già scritto il suo numero su un pezzettino di carta e lo aveva fatto scivolare nella tasca posteriore dei pantaloni di Patrick, il quale trattenne il respiro durante tutta l’ operazione. Cosa stava succedendo!? Pete gli lasciò qualche istante per riprendersi ed aspettò in silenzio di ricevere il suo numero. Patrick, dopo che ebbe riacquisito l’ abilità di respirare, scrisse in fretta e con mano tremante il numero su un pezzo di carta sciupato e logoro e lo diede a Pete.
“Ci vediamo sicuramente domani. Mi devi un bacio. Ciao Patrick.”
Domani. Un bacio. Patrick. Solo queste tre parole gli bastarono per farlo sciogliere. Quanto poteva essere bello il suo nome pronunciato da lui?
_
Come promesso, il giorno dopo lo vide per i corridoi e anche se fu un incontro rapido e a distanza, bastò a fargli sentire di nuovo quel calore meraviglioso nel petto. Lui era col suo gruppo di amici e non appena lo vide si sbracciò sorridendo e gridando qualcosa di cui Patrick non era ancora ben sicuro... Somigliava ad un “Ciao Pattycake!”, il fatto era che lui non aveva la minima idea del perchè e di che cosa significasse quel nomignolo. Poco gli importava, tutto detto da Pete era bellissimo. Joe, che era presente alla scena, dovette ammettere che era un bel ragazzo, ma non avrebbe mai e poi mai ammesso che era bello da far male, anche se era vero.
I giorni successivi trascorsero lentamente e tristemente, poichè di Pete non c’ era nemmeno l’ ombra e, come aveva detto, Patrick non ebbe il coraggio di chiamarlo o di mandargli solo un “Hey!” per messaggio. Erano passati ormai cinque giorni dal loro ultimo incontro e Patrick cominciò a pensare che forse la sua immaginazione aveva corso troppo e che Pete era solo l’ ennesimo stronzo che lo prendeva per il culo, ma dovette ricredersi un pomeriggio in cui stava studiando chimica; squillò il telefono e comparve “Pete <3” sul display. Patrick si sentì male ma alla fine rispose.
“Pattycake!” Okay, ora non aveva più dubbi riguardo al soprannome.
“Ciao Pete...” disse ancora intimidito “Perchè mi chiami in quel modo?”
“L’ altro pomeriggio stavo riflettendo su un soprannome da darti e ho pensato che Trick è troppo banale e Patty troppo normale, così ho pensato che Pattycake fosse più che perfetto. Volevo trovare qualcosa di dolce da abbinarci e la torta è l’ unica cosa che mi è venuta in mente, anche se tu sei mille volte più dolce. Ti piace?” Patrick era estasiato e se Pete lo avesse visto in quel momento con quel sorrisone sulle labbra probabilmente sarebbe morto sul colpo.
“È perfetto. Dove sei stato in questi cinque giorni?”
“Febbre. Sono guarito oggi e domani ho intenzione di abbracciarti forte da stritolarti e di pranzare con te.” Patrick rise sempre più estasiato.
“Perchè fai così? Cosa ci trovi in me?”
“Io sono bello da far male e tu sei adorabile da baciare. No, sul serio, le hai mai viste le tue labbra? Potrei stare a fissarle, solo fissarle, per tutta la vita.” Patrick si passò le dita sulle labbra e si chiese per un attimo se Pete avesse ragione. Ma che assurdità! Lui era un mostro. Pete era senz’ altro cieco.
“Sai” continuò Pete “in effetti vorrei proprio chiederti perchè pensi che io sia bello. Cosa ci trovi di bello in me?” Stava scherzando per caso?
“Pete tu sei tutto bello.” Perchè lo aveva detto?
“Hai degli occhi stupendi ed il sorriso più meraviglioso che abbia mai visto. Ah, e amo come ti comporti con gli altri. Non sei il solito stronzo di diciannove anni...” E perchè aveva continuato!?
“In verità nè ho venti, già, bocciato, ma non importa. Ripensa un attimo a quello che hai appena detto e dammi una sola ragione per la quale non dovresti essere adorabile.” Patrick sorrise e si morse ancora il labbro.
“E per l’ amor del cielo non morderti il labbro, altrimenti sarò costretto a venire lì e baciarti subito!”
“Come fai a sapere che me lo stavo mordendo?”
“Ti conosco già ed ho intenzione di continuare a farlo fino a quando non saprò ogni tuo minimo dettaglio.”
“Pete così mi fai morire...” Finalmente cominciava a sciogliersi e la cosa gli piaceva, molto.
“Io già lo sono. Quanto mi farai aspettare prima di poter baciare le tue bellissime labbra?”
Sorrisero assieme.
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Fa ancora più schifo di quello di prima, nè sono consapevole, ma spero sempre che qualcuno possa gradire :)
  
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