Una
tiepida giornata primaverile iniziava come tante altre, nella scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts.
E
come in tante altre giornate, si poteva essere certi di vedere Draco Malfoy
prendere di mira Harry Potter e i suoi amici:
"Sfregiato,
come al solito ti accompagni a gente del tuo rango" disse Malfoy, avvicinandosi
a passo svelto al trio Grifondoro.
"Malfoy,
gira alla larga, non abbiamo tempo da perdere" rispose Ron mentre , come di
consueto, prendeva le parti dell'amico di sempre, il quale, stranamente,
sembrava pensare a tutto tranne a Malfoy che di fianco a lui aveva preso a
sbeffeggiarlo.
"Cos'è
Lenticchia, adesso il
prescelto si sente così importante da non potersi abbassare a
scambiare due chiacchiere con me?" riprese, con tono innocente e al contempo
sarcastico, il principe delle serpi.
"Malfoy
non è aria, stammi alla larga" rispose stavolta Harry, che stranamente era
pensieroso e più taciturno del solito.
"Cos'è
Potter, il piccione ti ha ingoiato la bacchetta?" lo derise, estraendo la sua
dal mantello della divisa scolastica.
"E
adesso come la mettiamo, Potter?" continuò il biondino, puntando la bacchetta
alla gola del moro.
Intanto
una piccola folla di curiosi si era radunata intorno ai due
ragazzi.
C'erano
maghi e streghe di tutte le età: dagli undicenni del primo, alle classi del
settimo anno, erano tutti accorsi sul posto per vedere, una volta ancora, gli
ennesimi scontri verbali fra il Grifondoro e il Serpeverde per
eccellenza.
Tra
la folla c'era chi lanciava urla eccitate, chi sospirava, chi rideva e chi,
ancora, cercava di riportare la calma.
"Levicorpus"
"Non
hai possibilità Malfoy, piantala: non costringermi a farti del male!" disse
Harry, scioccato, parando l'incantesimo e puntando a sua volta la bacchetta al
collo di Malfoy.
"Forza
Harry schiantalo!" urlò Seamus, nascosto tra la folla dei
Grifondoro.
"Seamus,
piantala di incitarli!" urlò, scandalizzata Hermione, cercando di sedare la
disputa.
"Su
Hermione lasciaci divertire un po' " continuò Ron, mentre non molto lontano
Harry Potter e Draco Malfoy continuavano a squadrarsi in cagnesco, con il
purosangue che sibilava insulti ben poco adatti alla sua eleganza
aristocratica.
"Non
credere di farmi paura, Potter" rispose Draco alle minacce di
Harry.
"Piantala
Malfoy, questo tuo giochetto è ridicolo" e detto questo, il moro fece per
andarsene, quando la voce strascicata di Malfoy giunse alle sue orecchie con una
chiara provocazione:
"Potter,
Potter, Potter, così mi deludi... che fine ha fatto il tuo lato da intrepido
Grifondoro? Cosa fai, te ne vai con la coda fra le gambe, come il peggiore dei
codardi?"
Harry,
poco più in la strinse i pugni per la rabbia, proprio nel momento in cui si
sentì toccare un braccio dall'amica che cercava in tutti i modi di evitare una
rissa.
"Harry,
ti prego, basta... non costringermi a togliere punti ad entrambe le case" disse
Hermione con il solito fare saccente facendo distrarre, per un secondo di
troppo, Harry ,che venne colpito da un fascio di luce bianca proveniente dalla
bacchetta di Malfoy.
Nel
giro di pochi secondi si espanse nell'aria un boato, mentre atmosfera
tutt'intorno diveniva sfocata e poco a poco le persone, le voci, e le millenarie
mura di Hogwarts, svanivano davanti gli occhi delle due
nemesi.
Dopo
quelli che parvero secondi, i due giovani si ritrovarono, confusi e spaesati, in
un corridoio diverso da quello dove si trovavano pochi istanti
prima.
Il
capannello di curiosi che si era venuto a creare si era come dissolto nel nulla,
lasciando spazio alla desolazione di un corridoio spoglio.
Dopo
essersi guardati intorno, cercando di capire che fine avesse fatto tutta la
folla, i due si squadrarono, cercando la risposta negli occhi dell'altro.
Passarono
alcuni attimi di silenzio, quando Malfoy con una voce più acuta del solito,
esclamava tra l'irritato e l'isterico:
"Dove
diavolo sono finiti tutti?"
"E
come faccio io, a saperlo, Malfoy?" rispose Harry, guardandosi curiosamente
intorno, per poi riporre la bacchetta nel mantello. Poi con un gesto della mano
invitò il compagno a fare lo stesso. Dopo un attimo di perplessità
Draco fece come gli era stato detto, infilando la bacchetta nella
tasca dei pantaloni.
"Come
ci siamo finiti al settimo piano?" chiese a sua volta Harry che, osservando
l'ambiente, aveva visto in lontananza il ritratto di Barnaba il
Babbeo.
Il
biondo si picchiettò con la mano la tempia, come a voler indicare di non sapere
la risposta, o di essersela completamente dimenticata.
"Bene,
ci vediamo Malfoy, ho lezione alla prima!" disse Harry, che dando le spalle al
biondino, fece per incamminarsi dal lato opposto del corridoio, mentre in
lontananza si sentiva l'eco di alcune voci che ridevano e chiacchieravano
allegramente.
Harry
si fermò di scatto, quando si ritrovò di fronte un ragazzo intorno ai
diciassette anni, affiancato da altri due ragazzi all'incirca della stessa
età.
"Ecco
dove ti nascondevi Ramoso, credevamo fossi ancora su alla Torre" disse il
ragazzo moro, che notando lo sguardo in principio confuso, e in seguito
scioccato di Harry, si fece avanti cercando di capire
cos'avesse.
"Ehi
James, tutto bene?" chiese il ragazzo, adesso seriamente
preoccupato.
"Sirius?"
chiese sconvolto Harry.
"Certo
che sono io Potter, chi diavolo dovrei essere, la Fata Morgana?" chiese ironico,
per poi far cadere lo sguardo all'altra parte del corridoio, e capendo
all'istante quale fosse la causa del problema.
"Malfoy
che diavolo gli hai fatto? Gli hai scagliato un Confundus? " chiese,
all'improvviso alterato al biondo, puntandogli contro la
bacchetta.
"Cos'è,
adesso hai anche il coraggio di attaccare da solo, senza Piton che ti copre le
spalle?"
Riprese,
incenerendolo con lo sguardo, mentre il biondino lo guardava con aria totalmente
incredula.
"Sto
bene, abbassa quella bacchetta, non è successo niente" intervenne Harry,
ripresosi dall'attimo di shock.
"Sicuro
Jamie? Hai una faccia?!" si intromise nel discorso un ragazzo alto, magrolino,
con i capelli biondo cenere. Harry annuì, per poi convincere il ragazzo moro ad
abbassare la bacchetta.
"Sia
chiaro Malfoy, la prossima volta non la passi liscia" proseguì il moro,
continuando a squadrare il ragazzo davanti a lui.
"Su
Sirius, andiamo... fra poco inizieranno le lezioni" intervenne il ragazzo più
basso di tutti, che alla destra di Harry, era stato in silenzio fino a quel
momento.
"Hai
ragione Coda, attaccare questo codardo da solo non varrebbe neanche la
soddisfazione di prendersi una punizione!" disse, e dando una pacca alla spalla
di Harry si girò, prendendo a camminare verso le scale.
"Ci
vediamo, Lucius"
disse, prima di scomparire in compagnia dei suoi amici, confermando i dubbi di
Harry e insinuandone degli altri nella mente del biondo che, come pietrificato
rimase lì, impalato, a chiedersi dove fossero finiti, lui e quello sfigato di
Potter.