Libri > Il diario del vampiro
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Autore: Whiteeyes95j    02/11/2014    2 recensioni
In una notte la vita di Stefan e Bonnie cambia. Due avvenimenti tragici, due segreti che i due ragazzi non vogliono rivelare e che li porteranno alla disperazione. Non avendo nessuno con cui confidarsi cadranno in un incubo senza fine che li porterà addirittura a scappare da quella realtà troppo dolorosa che li circonda. Nel frattempo Damon, che ha intuito nei due ragazzi dei profondi cambiamenti cercherà di far luce ai loro segreti. Ma oltre a segreti, bugie, tradimenti e inganni un nuovo nemico brama vendetta e potere e farà di tutto per approfittare della situazione.
Genere: Drammatico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I WILL BE YOUR DEVIL
 

Finalmente quella tortura era finita e ora era finalmente libera. Per Sylvia quei mesi erano stati una vera tortura, priva della sua magia e del suo controllo su Bonnie. Le sembrava di aver perso tutto. Ma non appena Bonnie era uscita da quel maledetto posto era come se la sua magia si fosse riaccesa, più potente di prima, pronta a recuperare il controllo su Bonnie. Ormai mancava davvero poco per infettare completamente il suo cuore. I medici avevano detto che Bonnie aveva il cancro e avevano ragione, lei era il cancro di sua sorella e tra un po’ avrebbe potuto mettere le mani sul suo cuore, usarlo, schiacciarlo, ferirlo, controllarlo, distruggerlo. Come la vita aveva distrutto lei. Non avrebbe avuto alcuna pietà, mancava poco e lei non sarebbe tornata indietro. Li era il diavolo di sua sorella, il veleno che le infettava le vene, che le inquinava il cuore, che le strappava via la vita e la luce dai suoi occhi. Sylvia ghignò, questo sua madre e sua nonna non se lo sarebbero aspettate. Lei sarà stata anche malata ma in famiglia era la strega più potente, questa volta la loro magia non avrebbe sottratto Bonnie al suo destino, lei non lo avrebbe permesso. Avrebbe avuto la sua vendetta.
 

 
Lorence e Annabelle erano nella macchina di quest’ultima e si stavano dirigendo in hotel. Il corpo privo di sensi di Bonnie era sul sedile posteriore. Annabelle era un po’ agitata, temeva che potessero accadere degli inconvenienti e non vedeva l’ora di arrivare in hotel, lontano da occhi indiscreti.
 
<< Sembri nervosa, Barbie. Come mai ? >> le chiese Lorence.
 
<< Non chiamarmi Barbie. >> disse bruscamente Annabelle.
 
<< Dai, ti piaceva quando ti chiamavo così. Specialmente quando ci divertivamo insieme, io e te. Barbie >> ghignò il ragazzo.
 
<< Pensa a guidare, cretino. >> rispose bruscamente la ragazza.
 
<< Come sta tua madre ? >>.
 
<< Bene, il bambino sta bene. Anche se… come le altre volte, lei ha fatto in modo di non correre il rischio di abortire. >>.
 
<< Lo ha trasferito in un fiore come le altre volte ? >> chiese il ragazzo.
 
<< Non esattamente. Diciamo che… questa volta tutto è diverso e io devo capire perché >>.
 
<< E pensi che Bonnie Mccullough possa aiutarti ? >>.
 
<< Non Bonnie… Sylvia >>.

 
Stefan e Sapphire erano preoccupati e arrabbiati allo stesso tempo. Pochi minuti prima un vampiro alto con la pelle scura era uscito dal muro di mattoni trascinando un Damon sanguinante per il braccio, seguito da una vampira e un ragazzo moro con gli occhi viola.
 
<< Saph ? Che sorpresa trovarti qui ! Sei cresciuta molto dall’ultima volta che ti ho vista !! >> disse la vampira sorridendo affabile.
 
<< Ciao Rebecca, sono secoli che non ci vediamo, nel vero senso della parola. Che è successo ? >> chiese Sapphire vedendo le condizioni di Damon.
 
<< C’è stato un… inconveniente e il vostro amico si è trovato tristemente coinvolto >> rispose il ragazzo.
 
<< Ciao Jonathan. Che tipo di inconveniente ? E che mi dite di una ragazza con… >> chiese Sapphire.
 
<< I capelli rossi ? Purtroppo non è più sotto la nostra protezione. Poco fa è arrivato un ragazzo con i capelli biondi e gli occhiali da sole. Ci ha detto che aveva il compito di portare via Bonnie. >> rispose Rebecca.
 
<< E voi non conoscete il nome di questo ragazzo ? >> chiese Stefan.
 
<< No, non ne abbiamo… >> cominciò a dire Rebecca.
 
<< Bugiarda. Devi saperlo per forza, fate firmare tutti quelli che entrano. O forse quella stupida regola valeva solo per me ? >> disse Damon che nel frattempo si era liberato dalla presa ferrea dell’altro vampiro.
 
Stefan notò che la vampira si trovava in difficoltà, questo significava che Damon non stava mentendo.
 
<< Rebecca, è vero ? >> chiese Sapphire.
 
Rebecca si morse il labbro inferiore e solo in quel momento Stefan notò che aveva le labbra molto chiare, così chiare che sembrava che quasi non ce le avesse. Tuttavia sapeva che stava mentendo e non lo aveva capito per le sue nuove doti magiche, ma perché conosceva i vampiri e sapeva quanto sapessero essere ingannevoli ed evasivi nel rispondere.
 
<< Beh, dopo che la tua famiglia ci ha traditi è normale che vogliamo proteggerci. Non credi ? >> ribatté Rebecca incrociando le braccia al petto.
 
“Appunto”, pensò Stefan. Quella vampira stava facendo di tutto per evitare la domanda e infatti aveva cambiato discorso. La bugia era stata scoperta e ora cercava di dirigersi su un terreno più favorevole. Ma Stefan non si sarebbe fatto distrarre, erano venuti lì per Bonnie ma a quanto pare qualcuno l’aveva presa e loro dovevano aiutarla.
 
<< Cambiare discorso non ti aiuterà. Chi era quel ragazzo ? >> ribatté Stefan con voce ferma.
 
<< E tu chi saresti ? >> chiese Rebecca avanzando verso di lui.
 
<< Stefan Salvatore e ora ti conviene rispondere alla domanda >> le intimò Stefan.
 
Rebecca lo guardò intensamente per qualche secondo poi sorrise. A quel punto Stefan capì che stava per attaccare e ebbe la conferma di ciò quando la vampira gli mostrò i canini e si slanciò contro di lui. Stefan, senza neanche rendersene conto, fu spinto violentemente contro una parete. Sorrise, quella vampira era forte, suo fratello Damon era un sempliciotto al confronto. Sapphire non era rimasta a guardare, con un gesto della mano spinse Rebecca lontano da Stefan, che stava per essere attaccato di nuovo. A quel punto Jonathan scagliò un incantesimo contro Sapphire la quale, prontamente, si difese con uno scudo. Rebecca nel frattempo si era alzata di nuovo in piedi e si stava preparando ad attaccare di spalle Sapphire ma Stefan dopo aver notato che lei non indossava l’anello diurno e che quindi aveva usato su di sé l’incantesimo per la protezione solare. Per cui si concentrò, stava per usare un incantesimo abbastanza complicato che rendeva il sangue di un vampiro incandescente, come se fosse esposto alla luce solare. Alla fine riuscì ad eseguirlo e Rebecca crollò a terra urlando per il dolore. A quel punto entrò in gioco anche il vampiro con la pelle scura che si scagliò contro di lui, ma Stefan questa volta fu più veloce e con un gesto della mano scagliò il vampiro lontano da lui. Nel frattempo Sapphire e Jonathan continuavano a scagliarsi incantesimi l’uno contro l’altro. Stefan a quel punto si avvicinò a Rebecca, la quale stava ancora urlando per il dolore, mentre sulle mani e sulle guance cominciavano a mostrarsi delle evidenti bruciature.
 
<< Allora, parli o bruci ? Decidi in fretta >> disse Stefan.
 
Rebecca lo guardò con odio. Stefan sorrise vittorio ma poi senza che potesse impedirlo si sentì afferrare da dietro e scagliato di nuovo contro la parete. Il vampiro con la pelle scura si era rimesso in piedi e lo aveva attaccato di nuovo. A quel punto, il vampiro gli infilò una mano nel petto ma rimase sorpreso nel constatare che il petto di Stefan era vuoto.
 
<< Che dire, non sono di certo uno sprovveduto >> disse Stefan come se gli avesse letto nel pensiero.
 
Senza attendere oltre scagliò il vampiro lontano da se, il quale andò a finire addosso a Rebecca. Con un rapido gesto della mano Stefan li immobilizzò con un incantesimo in modo che non potessero più muoversi. Nel frattempo Damon gli si era avvicinato.
 
<< Buon giorno ! Invece di startene lì con le mani in mano potevi dare una mano >> borbottò Stefan.
 
<< Se non l’avessi notato io ero trattenuto dal gorilla con la pelle scura e poi sto ancora sanguinando dalla testa >> ribatté Damon indicando la ferita con la mano.
 
Stefan scosse il capo poi spinse da parte Damon e cominciò a combattere con Sapphire contro il ragazzo. Doveva ammettere che era davvero abile e potente se Sapphire non riusciva a tenergli testa. Ma d’altronde, chissà quanti anni aveva in realtà e soprattutto quanta esperienza. Tuttavia, alla fine riuscirono a sconfiggere anche lui.
 
<< Bene, abbiamo vinto. Ora vi tocca parlare >> disse Stefan.
 
I tre si lanciarono degli sguardi poi alla fine la vampira, con uno sguardo di rassegnazione cominciò a raccontare tutta la verità, su Anastasia, su Bonnie e sul misterioso ragazzo biondo. Dopo di ciò, Sapphire, Stefan e Damon amareggiati e desiderosi di trovare Bonnie al più presto, tornarono alla macchina dirigendosi verso l’ufficio di Sapphire al fine di elaborare un piano per salvare Bonnie.
 

 
Bonnie si svegliò e la prima cosa che capì, anche prima di aprire gli occhi, era che aveva un forte dolore alla schiena e che era impossibilitata a muoversi. Quando aprì gli occhi, infatti, notò che aveva le mani legate a una sedia. Per un attimo fu presa dal panico, quello non era “Neverland”, ne era certa. Si guardò intorno ma poi fu costretta a chiudere nuovamente gli occhi a causa di un forte giramento di testa. Si sentiva come se stesse cercando di superare una sbornia, come se si fosse svegliata bruscamente da un sonno molto profondo e adesso aveva un gran mal di desta. Per un attimo si chiese se quei mesi in quel posto paradisiaco fossero veri o fossero stati solo frutto della sua immaginazione. Non poté fare a meno di sentirsi una stupida, ancora una volta si era dimostrata una stupida e una persona facile da manipolare. Lì in quel luogo non ci aveva fatto caso ma adesso era quasi sicura che tutto il suo buon umore e tutta la sua voglia di stare in quel luogo fossero dovuti a qualcosa di strano che c’era nei dolcetti e nel profumo dei fiori.
 
<< Ben svegliata !! Bell’addormentata >> le disse una voce fredda vicino a lei.
 
Bonnie, che aveva ancora gli occhi leggermente appannata, ci mise un po’ a mettere a fuoco la sagoma di Annabelle che stava in piedi davanti a lei, con i capelli biondi raccolti in una treccia e le braccia incrociate al petto. Bonnie provò un moto di gelosia nel constatare che, pur indossando dei semplici jeans neri e un maglioncino rosso, Annabelle risultasse comunque bellissima.
 
<< Che… che cosa vuoi da me ? >> chiese Bonnie preoccupata.
 
<< Da te ? Niente. Da tua sorella ? Delle risposte >> rispose Annabelle prendendo una sedia e sedendosi davanti a lei.
 
Bonnie a quel punto poté vedere con chiarezza anche la stanza. La stanza era fredda, con le pareti di un azzurrino chiaro, le tende bianche e i mobili in legno bianchi, come anche la parure del letto.
 
<< Qua… quale sorella ? >> balbettò Bonnie sperando che Annabelle non parlasse di Sylvia.
 
<< Penso che entrambe sappiamo di chi io stia parlando >> rispose Annabelle confermando i timori di Bonnie.
 
<< E che cosa vorresti sapere da lei ? >> disse Bonnie.
 
<< Lo scoprirai presto. >> disse prendendole il viso tra le mani, << Adesso Bonnie capirai, quanto è brutto, vivere da spettatrice, come fa Sylvia da qualche mese. Capirai quanto è dura, vedere qualcuno che vive la vita che avresti dovuto vivere tu >>.
 
Gli occhi di Bonnie divennero lucidi e presto alcune lacrime avevano cominciato a scenderle lungo le guance. Annabelle la stava guardando in una maniera che le metteva i brividi. Gli occhi smeraldini erano freddi e inespressivi mentre nelle labbra di formava un sorrisetto sadico e divertito. A un certo punto gli occhi le si fecero scuri e le afferrò saldamente il viso tra le sue mani. Cominciò a pronunciare delle parole che Bonnie, in parte per la paura e in parte per lo stordimento, non riusciva a comprendere. L’unica cosa che sentì fu un forte dolore che la costrinse ad urlare, mentre altre lacrime le scendevano lungo il viso. Strinse le mani in pugni e ficcò le unghie nella carne nel disperato tentativo di non pensare a quella tortura. Urlò con tutta l’aria che aveva in corpo, non le importava di piangere e gridare in presenza di Annabelle, se fare ciò riusciva a darle un po’ di sollievo. Poi ad un tratto il dolore scomparve e lei si trovò nella stanza nera, ma lì poteva vedere ancora il viso di Annabelle, così vicino al suo. “Ma che sta succedendo ?”, pensò Bonnie con preoccupazione.
 
<< Ciao Sylvia ! >> disse ad un tratto Annabelle.
 
Bonnie osservò il voltò di Annabelle senza capire, perché la stava salutando con il nome di sua sorella ? Tutto acquisì un senso quando sentì il suo corpo rispondere con una voce che non era la sua.
 
<< Ciao Annabelle >>.
 

 
Stefan, Damon e Sapphire erano appena arrivati all’ufficio di quest’ultima alla ricerca di un modo per poter trovare Bonnie il prima possibile. Durante il tragitto i tre non si erano rivolti la parola, Sapphire aveva riflettuto per tutto il tempo su dove Bonnie potesse essere, Stefan aveva pensato a quanto suo fratello alla fine si era rivelato totalmente inutile e Damon pensava a quanto si sentisse un totale idiota, ultimamente. Tuttavia, il viaggio era stato abbastanza tranquillo, la situazione precipitò quando entrarono nell’ufficio di Sapphire.
 
<< Sei stato di un’inutilità unica !! Damon, dovevi fare solo una cosa. Portare Bonnie via di lì e tu non sei stato in grado !! Ti sei fatto mettere a tappeto come un principiante e non ci hai neanche aiutato contro quei tre !! >> disse Stefan uscendo dall’ascensore e entrando per primo nell’ufficio.
 
<< Che potevo fare Stefan ? Ti ho già raccontato che sono stato drogato là dentro. Stava andando tutto bene ma a un certo punto dei fiori hanno cominciato ad emanare degli strani odori e un minuto dopo io sanguinavo dalla testa e Bonnie era scomparsa >> si difese Damon.
 
<< Certo, hai sempre una scusa per tutto. Non ti prendi mai le tue responsabilità, sai solo dare la colpa agli altri. Incolpi me perché papà non ti amava, perché Katherine non ti amava, perché sei infelice e hai sempre dato a me la colpa di ogni cosa !! Sei patetico e io me ne sono accorto troppo tardi. Ho sempre cercato del buono in te ma solo adesso mi rendo conto che tu sei un guscio vuoto. Tu non puoi provare niente perché tu sei… niente. >>.
 
<< Pensi che questa sceneggiata ci aiuterà Bonnie ?? Visto che adesso non sei più un vampiro, ma sei un potente mago perché non usi i tuoi poteri e ti rendi utile !! >> ribatté Damon.
 
<< Si, penso proprio che lo farò. Io non ho bisogno di te, posso trovare Bonnie per conto mio e lo farò !! Porterò Bonnie lontano da te, al sicuro. Dove tu non potr… >>.
 
Stefan non riuscì a concludere la frase perché Damon lo aveva spinto contro una parete. Sapphire tuttavia aveva prontamente usato la magia e scagliato Damon contro la parete opposta, tenendolo fermo con la magia.
 
<< Non ti permettere… >> ringhiò Damon <<… Non ti permettere di minacciarmi, non lo fare. Guarda che stavolta ti uccido, sul serio. >>
 
<< Sono già morto, due volte, per colpa tua. Penso che sia arrivato il momento di farmi rispettare. Ti pentirai per quello che mi hai fatto. >>
 
<< Sto tremando dalla paura >>
 
<< Fai bene. Da oggi in poi, io sarò il tuo diavolo, Damon. Io ho sempre cercato del buono in te ma alla fine hai vinto. Io sono cattivo, Damon. Perfido e vendicativo. Io sono come te e presto capirai che cosa ho provato quando tu mi ha portato via tutta la felicità, pezzo per pezzo >>.
 
Damon e Stefan si fissarono intensamente per qualche minuto. Gli occhi verdi erano freddi, il corpo rilassato ma Stefan lo poteva avvertire. Sentiva il sangue scorrere velocemente nelle sue vene, imperterrito, indomabile e non era magia. Era un fattore della natura, della sua natura, che gli diceva che da qualche parte c’era il suo cuore che gli ricordava di provare ciò che era fondamentale in quel momento per andare avanti, l’odio e la rabbia. Avrebbe distrutto quegli occhi neri, avrebbe distrutto la vita di suo fratello come lui aveva distrutto la sua, gli avrebbe tolto ogni cosa. Sarebbe stato il suo diavolo, il suo inferno personale, e lo avrebbe ritrascinato nell’oscurità.
 
<< Tu mi ha tolto tutto, tutto. Mi hai tolto la donna che amavo e io ti toglierò la tua e tu non potrai fare niente per impedirlo. >>.
 
Dopo aver pronunciato quelle parole intrise di veleno e odio, uscì dall’ufficio. Sapphire a quel punto si voltò da un’altra parte e sorrise. Stefan era pronto. Pronto ad affrontare il suo destino, pronto finalmente ad affrontare il mondo a testa alta. Era diventato forte, lei l aveva trasformato in un guerriero. La sua rabbia con il tempo sarebbe diventata determinazione, il suo odio forza e a quel punto Damon non gli avrebbe più fatto del male. Sapphire non credeva che Stefan sarebbe diventato corrotto, lui non era Damon e lei credeva in lui.
 

 
Annabelle stava guardando Sylvia, o meglio il viso di Bonnie con l’espressione sprezzante tipica di Sylvia.
 
<< Che cosa vuoi da me, Annabelle ? >> chiese Sylvia.
 
<< Io ho bisogno di risposte e immagino che anche tu abbia delle domande da fare >>.
 
<< Oh si. >> disse Sylvia mordendo il labbro inferiore. << Tu… cosa… cosa vuoi sapere da me ? >>.
 
<< Voglio sapere perché hai fatto scappare Bonnie dal matrimonio. Voglio sapere perché hai ordinato a Rosalie di portare Bonnie via da Fell’s Church e voglio sapere se tu sai qualcosa della mia famiglia che io non so. >> disse Annabelle accavallando le gambe e appoggiando la schiena allo schienale della sedia.
 
 
<< Bonnie, non era ancora pronta per essere sacrificata al rituale, lo sapevamo tutti. Inoltre, nessuno di noi aveva previsto che il corpo di Bonnie avrebbe acquisito la mia malattia. Nessuno. Io non lo avrei mai creduto. >>.
 
<< Noi avremo trovato un modo per tenerla in vita, mia madre è una strega molto potente. >>.
 
<< No, non lo avreste mai fatto. Soprattutto con i suoi amici che le tenevano il fiato sul collo, soprattutto il vampiro con gli occhi neri. Lui prova qualcosa per lei ed è ricambiato. Lui non vi avrebbe mai lasciato avvicinare a Bonnie. Io l’avevo capito e avevo suggerito a Rosalie di fare in modo di dividere il gruppo ma lei ha preferito fare di testa sua perché non si fidava di voi. >>.
 
<< Quindi, è Rosalie che ci ha traditi. Non tu. È questo che ci stai dicendo ? Rosalie è la vera colpevole ? >> chiese Annabelle guardandola intensamente.
 
Sylvia si morse il labbro inferiore. Annabelle sapeva come girare le carte a suo vantaggio, sapeva come tirare fuori verità contorte dalla bocca degli altri. Annabelle stava cercando di incastrarla e lei doveva stare attenta a non rimanere incastrata nei suoi giochetti.
 
<< Non intendendo dire questo. Io le avevo detto che non era una buona idea eseguire l’incantesimo di confine ma lei pensava che fosse una precauzione. Credeva che mi avresti ingannata. >>.
 
<< No cara. Se Bonnie aveva solo cinque mesi di vita avremmo solo fatto in modo di accelerare il processo. Esiste un incantesimo per accelerare la crescita del feto, avremmo fatto in modo che nascesse prima che Bonnie morisse. >> disse la bionda con uno strano sorriso.
 
<< E a quel punto cosa ne sarebbe stato di me ? >> chiese Sylvia con voce tremante.
 
<< Avresti avuto ciò che hai sempre desiderato. La vita di Bonnie… in cambio della tua. Era questo il nostro accordo, lo è sempre stato. Ora, cosa sai dirmi della mia famiglia ? >> chiese Annabelle con una strana espressione sul volto.
 
Sylvia si morse di nuovo il labbro inferiore, questa volta per trattenere un sorriso. Poteva usare questa situazione a suo vantaggio. Annabelle avrebbe presto scoperto la verità, era giusto che la sapesse e a quel punto si sarebbe sentita quasi in dovere di rispettare il loro accordo.
 

 
Stefan si stava dirigendo verso la suite di Sapphire, lì avrebbe potuto usare la magia per poter trovare Annabelle più facilmente. La magia di Annabelle era molto più potente di quella di Bonnie e di conseguenza lasciava più tracce ed era più facile da rintracciare. Si diresse verso la cucina e lì, dopo aver girato tra i cassetti, riuscì a trovare una piantina di Chicago. Si fece un piccolo taglietto sul dito e poi lo fece scivolare sulla piantina. Cominciò a pronunciare le parole dell’incantesimo e poi vide che la goccia si era spostata su una zona abbastanza lontana dall’edificio e questo significava che doveva darsi una mossa. Uscì dalla cucina e si diresse nel bagno, dove sapeva di poter trovare uno specchio. Stefan, durante la permanenza nella vecchia casa di Sapphire, aveva capito l’importanza degli specchi. Essi erano il riflesso dalla tua anima, dei tuoi segreti più profondi, loro potevano essere la tua arma più potente e Stefan aveva tutta l’intenzione di usufruirne.
 

 
Bonnie era appena riuscita a riprendere possesso del proprio corpo. Non sapeva come si sentiva in quel momento, non dopo le cose che aveva scoperto. Erano vere le cose che aveva detto Sylvia ? Sua cugina Rosalie era davvero coinvolta in tutta quella situazione ? Secondo Bonnie, Annabelle sapeva qualche verità riguardo a Rosalie ma aveva preferito tacere. Oltre a questo, aveva capito che Sylvia voleva avere una seconda occasione ma non si sarebbe mai aspettata di sentire quelle cose sulla loro famiglia. Erano vere ? E se lo erano, com’erano potute accadere ? Due lacrime le scesero lungo le guance. Soffriva al solo pensiero che una sola di quelle cose fosse vera. E poi quella storia su Stefan, era vera ? Lui sapeva ? Bonnie non sapeva come reagire lucidamente nemmeno a questo. In parte però si sentiva consolata per il fatto che Annabelle in quel momento non la stesse vedendo piangere. La strega bionda, dopo aver annullato l’incantesimo aveva cominciato a raccogliere tutta la sua roba e poi era uscita dalla stanza d’albergo dicendo che presto qualcuno sarebbe venuto a liberarla. Ma Bonnie non si fidava di Annabelle, non si fidava dei suoi occhi freddi, del suo ghigno pieno di derisione, della sua espressione sadica mentre si divertiva a farla soffrire. Annabelle era perfida, spietata, implacabile. Bonnie non potè negare che era letteralmente terrorizzata da lei e non si fidava affatto. Cercando di ignorare la paura cercò di liberarsi delle corde che la tenevano prigioniera. Quando era a Neverland, alcune streghe le avevano insegnato un particolare incantesimo che permetteva di poter far diventare le mani ardenti come il fuoco, utile per bruciare le cose solo con il tocco della mano o del polso e di conseguenza utile per la situazione in cui lei si trovava. Mordendosi il labbro inferiore si concentrò intensamente sui suoi polsi e cominciò a recitare le parole dell’incantesimo nella sua mente. Dopo qualche tentativo sentì le sue mani riscaldarsi e poi infiammarsi fino a quando poi sentì odore di fumo, segno che le corde stavano bruciando. Dopo pochi secondi riuscì con uno strattone a liberare entrambe le mani, si alzò quindi dalla sedia e cominciò a dirigersi verso l’uscita quando una voce da dietro la fece rabbrividire.
 
<< Sorprendente >> le disse questa voce senza alcun entusiasmo.
 
Bonnie si voltò e vide che la portafinestra era aperta e che appoggiato lì vicino c’era un ragazzo biondo con gli occhiali da sole. Bonnie lo riconobbe subito, era lo stesso ragazzo che l’aveva aggredita in quella stradina trasformandosi in un drago.
 
<< Chi sei tu ? Cosa vuoi da me ? >> chiese cercando di rimanere tranquilla.
 
<< Niente, ho solo voglia di divertirmi. È stato interessante il tuo trucchetto con le corde. Vediamo se riesci a liberarti anche da queste. >>.
 
Dopo aver detto ciò il ragazzo sputò una lunga scia di fuoco che l’avvolse, come una corda di fuoco, tenendola ferma. Bonnie fu sollevata dal constatare che le fiamme non bruciavano ma era frustrata dal fatto che non poteva muoversi.
 
<< Hai mai pensato di praticare il sesso Bondage ? Legata sei un tesoro e con quell’espressione impaurita un amore >> disse il ragazzo avvicinandosi a Bonnie e prendendola per il mento.
 
Bonnie cercò di sottrarsi a quella presa ma non riusciva proprio a muoversi. Nel frattempo il ragazzo continuava a guardarla attraverso gli occhiali da sole e cominciò a tracciare i lineamenti del suo volto con un dito. Bonnie cercò di non farsi intimorire, visto che non poteva muovere le mani capì che doveva difendersi in altri modi. Cercando di darsi una spinta con le gambe colpì fortemente il naso del ragazzo con una testata. Il ragazzo coprì con una mano il naso, il quale aveva cominciato a sanguinare copiosamente. Bonnie ne approfittò per utilizzare su quelle catene di fuoco lo stesso incantesimo che aveva usato per congelare Damon. Fece apparire delle gocce d’acqua intorno alle catene che si spensero.
 
<< Ti è piaciuto anche questo trucco ? >> chiese al ragazzo quando fu completamente libera dalle catene.
 
<< Adorabile… quasi quanto questo >>.
 
Dopo aver detto ciò mosse le braccia come se stesse volando e una forte raffica di vento colpì Bonnie spingendola contro la sedia dietro di lei che si ruppe a causa del forte impatto. Bonnie cercò di rimettersi in piedi ma poi si sentì afferrata per un piede e tirata all’indietro. Con un gesto della mano riuscì a spingerlo lontano da sé. Il ragazzo andò a sbattere contro il vetro della portafinestra e Bonnie ne approfittò per uscire dalla stanza. Corse lungo il corridoio fino alle scale di servizio. Per sicurezza mise l’anello all’indice destro e si rese invisibile. Cominciò a scendere le scale, sperando che presto avrebbe potuto ricongiungersi con i suoi amici.
 

 
Stefan era appena riuscito ad arrivare in mezzo al parcheggio che stava sul retro dell’hotel. Lo specchio lo aveva condotto lì, seguendo la scia lasciata dalla magia di Anabelle. Il parcheggio era vuoto, c’erano pochissime macchine, molto probabilmente perché a quell’ora le persone erano in centro a fare acquisti o al lavoro. Nonostante tutto, Stefan riuscì a individuare la macchina che gli interessava, una Ferrari rossa. O meglio la Ferrari rossa, quella di Annabelle. Era sicuro che appartenesse a lei, quella zona di Chicago non era una zona frequentata dalla gente ricca e quella Ferrari rossa di certo non era una macchina che potevano permettersi in molti. Si avvicinò alla macchina per vedere se ci fosse qualcuno al suo interno ma non c’era nessuno. Si appoggiò sul retro della macchina, decidendo di aspettare che Annabelle arrivasse e con sorpresa e sollievo non dovette aspettare poi molto. Annabelle era appena arrivata al parcheggio, indossava un maglioncino rosso, con dei jeans neri e un cappotto lungo e nero lasciato aperto, con i capelli biondi legati in una lunga treccia e stava parlando al cellulare. Quando lei lo vide si immobilizzò mentre lui, con un ghigno soddisfatto, incrociava le braccia al petto e accavallava le gambe. La ragazza si morse il labbro inferiore e cominciò a guardarlo con un’espressione furiosa.
 
<< Bene, bene. Quale meraviglia >> commentò la ragazza senza alcuna allegria << E io che credevo che Chicago non fosse una città così piccola >>.
 
Stefan sorrise poi si allontanò dalla macchina e si diresse verso al centro della strada e guardò intensamente Annabelle, quasi a volerla sfidare.
 
<< Come stai Barbie ? Mi avevano detto che ti avevano fatto uscire dal manicomio ma non ero sicuro, fino a quando non ho visto quella bellissima macchina. La stessa macchina che io paragono al mio personale carro della dannazione dopo quella notte >> disse Stefan con un tono freddo.
 
<< Tu hai voluto salirci. Io non ti ho obbligato anzi… tu dovresti essere grato a me e mia madre per l’opportunità che ti abbiamo dato. Se non fosse stato per noi tu adesso te ne saresti seduto in un angolo della tua camera a piangere come un bambino, disperandoti sul perché le donne della tua vita di tradiscono con tuo fratello. Invece guardati, sei riuscito finalmente a riscattarti. Adesso sei un mago ma non solo, sei anche un guerriero. Io e mia madre ti abbiamo reso forte. >> disse Annabelle alzando il mento con fierezza.
 
<< Come hai fatto a capire che non sono più un vampiro ? >>.
 
<< Semplice, è vero che è quasi sera ma il sole non è ancora tramontato del tutto e la tua pelle non brucia. Inoltre ho guardato le tue mani e ho notato che non indossi più l’anello con il  lapislazzulo e in fondo… credo che se tu fossi stato ancora un vampiro, non avresti esitato a provare di staccarmi la testa dal collo. Concorderai con me che… i vampiri sono alquanto prevedibili >>.
 
<< Può essere, ma ciò non cambia che tu e tua madre vi siete approfittate di un momento di debolezza per prendermi il cuore. Avevo il cuore a pezzi e voi avete approfittato del fatto che non fossi abbastanza lucido da impedirvi di convincermi a farmelo strappare via. >>
 
<< Può darsi ma di certo non ti abbiamo costretto a stringere quell’accordo con noi. A proposito, i tuoi amici lo sanno ? Gli hai rivelato la verità ? Quella più importante… intendo >> disse la ragazza con un ghigno.
 
Stefan assottigliò lo sguardo e strinse i pugni di a far diventare bianche le nocche. Odiava pensare a quella notte, sebbene l’unica cosa di cui si pentisse veramente era aver lasciato il suo cuore nelle mani di Anastasia. Sapeva che avrebbe dovuto pentirsi anche di quello che era successo dopo, ma la verità era che non ci riusciva e forse era questo, ciò di cui doveva veramente vergognarsi. Tuttavia non aveva voglia di avere problemi con i suoi amici. Era una vera fortuna che Sapphire non lo avesse ancora scoperto e sperava che non lo avessero scoperto altre persone o sarebbe finito nei guai.
 
<< No, non l’ho detto a nessuno e non lo farai neanche tu. >> rispose Stefan.
 
<< E come fai a essere certo che io terrò la bocca chiusa ? >> chiese Annabelle.
 
<< Nello stesso modo in cui mi assicurerò che tu non possa mai più ad avvicinarti a Bonnie >>.
 
Dopo aver detto ciò, con un gesto della mano, Stefan scagliò Annabelle contro un’auto. La ragazza, poiché non se lo aspettava, non era riuscita a difendersi ma nonostante l’impatto e qualche piccola scheggia di vetro nella schiena non esitò a contrattaccare il ragazzo. Con un gesto della mano scagliò le schegge di vetro contro Stefan che riuscì a evitarle tutte tranne una la quale gli si conficcò nella gamba sinistra. Stefan la fece sparire con la magia e poi curò la ferita ma nel frattempo Annabelle lo attaccò di nuovo e lo colpì con un dardo di ghiacciò che gli trafisse la spalla. Cominciò ad avanzare pericolosamente verso Stefan e a quel punto il ragazzo decise di usare contro di lei il controllo del sangue. Cercando di concentrarsi di più sul flusso sanguineo della ragazza che sul suo sangue che colava dalla spalla. Alla fine ci riuscì e Annabelle non fu più in grado di muoversi.
 
<< Eccellente, vedo che qualcuno ha imparato questo difficile incantesimo. Beh, lo so eseguire anche io >>.
 
Dopo aver detto ciò anche Stefan non fu più in grado di muoversi e dovette ammettere che Annabelle sapeva padroneggiare quell’incantesimo meglio di lui. Tuttavia lui non volle arrendersi e continuò a padroneggiare il sangue di lei. Dopo un po’ entrambi avevano cominciato a sanguinare dal naso ma imperterriti e testardi non volevano arrendersi. Annabelle stava quasi per arrendersi, la schiena le doleva molto e poi l’incantesimo che aveva eseguito su Bonnie le era costata molta fatica. Stava per arrendersi quando in contatto tra lei e Stefan fu spezzato da un muro di fuoco. Annabelle guardò in alto e vide Lorence trasformato in drago che volava verso di lei. Annabelle non attese oltre e, quando Lorence le fu abbastanza vicino, con le ultime energie li portò via di lì e si recarono in Oregon, dove Sylvia le aveva detto che avrebbe trovato le ultime risposte che cercava.
Stefan dopo aver rimarginato la ferita sulla spalla, spense le mura di fuoco ma capì di aver agito troppo tardi perché Annabelle era sparita.
“Accidenti”, pensò. Se l’era lasciata scappare e non le aveva neanche chiesto dove fosse Bonnie, sebbene dubitava che lei gliel’avrebbe detto.
 
<< Stefan ? Sei tu, non è vero ? >> chiese una voce dietro di lui.
 
Stefan si voltò e vide Bonnie che lo stava fissando con un’espressione felice e sollevata. Lui le corse incontro e poi l’abbracciò. Bonnie all’inizio fu esitante ma poi ricambiò l’abbraccio,  felice di rivedere il suo migliore amico dopo tanto tempo.
 
<< Bonnie, come stai ? Dov’eri ? Ti stavo cercando ma Annebelle è scappata prima che io riuscissi a scoprire la verità >> disse Stefan sfiorandole con le dita un livido bluastro che stava sul mento dell’amica.
 
<< Non devi preoccuparti per me. Sto bene, sono riuscita a scappare ma… con qualche evidente difficoltà. Ma come facevi a sapere che ero qui ? >>.
 
<< Sono successe un sacco di cose in questi mesi Bonnie. >> fu la risposta evasiva dell’ex-vampiro.
 
<< A chi lo dici. Io ero appena uscita dall’hotel e ho visto un drago volare da queste parti e poi del fumo. Sono corsa qui per vedere cosa stesse succedendo e ti ho trovato. Non sai quanto sono felice di vederti. >>.
 
<< Tu non hai idea di quanto io sia felice di vederti. Mi sei mancata molto. Mi dispiace di non essere stato con te quando sei stata attaccata ma… >>
 
<< Come fai a sapere che sono stata attaccata ? >>.
 
<< Sapphire mi ha detto di aver trovato un vaso rotto nella hall e... >>
<< Giusto, Sapphire. Ma dove sei stato per tutto questo tempo ? Perché non sei venuto a cercarmi ? >>.
 
Stefan morse l’interno guancia, indeciso su cosa risponderle. Aveva notato qualcosa di strano in lei, non era la Bonnie sempre allegra e spontanea, era diversa. I capelli rossi erano più lunghi, era più magra e aveva un’espressione strana quando lo guardava, come se stesse cercando di capire qualcosa che le sfuggiva.
 
<< Bonnie, c’è qualcosa che non va ? >>.
 
<< Mi stavo solo chiedendo come mai non stai ardendo al sole visto che non indossi più l’anello. >> disse Bonnie prendendogli la mano nuda.
 
<< Ecco, questa è una delle tante cose che sono successe e che ti devo raccontare. >>
 
<< Me le puoi raccontare mentre andremo in Oregon >> disse Bonnie con tono deciso.
 
<< Perché dovremo andare in Oregon ? >> chiese Stefam inarcando un sopracciglio.
 
Bonnie non gli rispose, si limitò a guardarlo intensamente. Bonnie sorrise, Stefan era cambiato, come lei del resto. Lasciarsi Neverland alle spalle era stato come un atto di purificazione per lei. La Bonnie debole, fiduciosa, impaurita e sottomessa era morta, adesso non aveva più paura di rompere il naso a un drago, o di stare vicino a qualcuno che sapeva che le stava mentendo, la paura non la spegneva più, ma la accendeva. Non era sicura che Stefan fosse a conoscenza di ciò che lei aveva sentito dire da Annabelle ma non le importava. Qualunque cosa fosse successa, lei sarebbe stata dalla sua parte.
 
<< Sei diventato anche più alto, ora che ci faccio caso. >> disse eludendo la domanda. << Comunque, anche io ho molte cose da raccontarti. >>
 
<< Ok, allora si parte. Ho in mente la macchina perfetta. >>.
 
Stefan prese Bonnie per mano e insieme si diressero verso la Ferrari rossa di Annabelle che stava ancora nel parcheggio. Stefan aprì la macchina con la magia e Bonnie ne rimase impressionata.
 
<< Te l’ho detto che ho molte cose da raccontarti >>.
 
I due risero poi entrarono in macchina. Usando di nuovo la magia Stefan mise in moto la macchina e poi i due partirono per l’Oregon, dove entrambi avrebbero trovato delle risposte sulle loro famiglie, risposte che avrebbero potuto aiutarli a capire finalmente chi fossero veramente.
 

 
Albert e Anastasia erano appena arrivati al confine di Fell’s Church. Ormai era arrivato il momento di rompere quella barriera. Presto il bambino sarebbe nato e non avevano più tempo da perdere.
 
<< Sei sicuro di poterla distruggere ? >> chiese Anastasia ad Albert.
 
<< Non preoccuparti, cara. Dopo la morte di Rosalie la barriera si è indebolita e quando Annabelle l’ha attraversata con la collana l’ha indebolita ancora di più. Fidati di me >> disse Alber con tranquillità.
 
<< Mi fido di te, è solo che sono nervosa, manca davvero poco ormai, pare che il bambino nascerà prima del previsto >> disse Anastasia.
 
<< Il nostro bambino ? A me sembra che il bocciolo stia crescendo in maniera regolare >>.
 
<< Infatti continua a sperare di sbagliarmi, forse sono solo nervosa. Mancano ancora due mesi ma… voglio stare tranquilla e assicurarmi che tutto vada bene. >>.
 
Albert le prese la mano e la baciò per rassicurarla. Poi alzò il braccio destro pronunciò l’incantesimo e la barriera si ruppe. I coniugi De Verdant sorrisero, ora potevano tornare a condurre il gioco, nessuno avrebbe potuto fermarli. 
  
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