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Autore: kannuki    26/01/2005    6 recensioni
Due mondi sotto un'unica egemonia. La Terra, devastata da terremoti e la Luna, colonizzata e trasformata in un'immensa prigione, obbediscono alle leggi dure imposte dai governatori della Dawn. Amora deve recarsi al più presto sulla stazione abitante e deve farlo in fretta, ma ha bisogno di un 'passaggio'... Spero di non fare una schifezza, mai scritto un racconto di fantascienza prima. Commenti e critiche: tutti ben accetti!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Penny si vesti lentamente ,molto lenamente

Penny si vestì lentamente, molto lentamente. Continuava a ripensare a quella frase. Le sue guance si colorarono di rosso mentre il cuore accelerava i battiti.

Un bip bop improvviso e Chris si materializzò di fronte a lei. “hai una chiamata principessa, stavolta è Nora” la avverti sedendosi metaforicamente su una sedia a dondolo laccata di bianco che aveva scovato fra le macerie di un palazzo qualche anno prima. Ci aveva speso parecchio tempo per metterla a posto. Penny ne andava fiera.

“Passamela” mormorò riscuotendosi dal suo dolce torpore. La voce di Nora la investì in pieno “ti se già alzata? Speravo di tirarti giù dal letto!”

La ragazza sorrise, un sorriso molto dolce sulle labbra “cui ha pensato Harlan” le disse stringendo il suo cuscino preferito.

Cosa cosa? Ripeti e lentamente!” le disse sorpresa “”è venuto a casa tua? “

“Si.. si voleva scusare ..e poi...Nora..” Arrossì vistosamente, facendo un attimo di silenzio “penso che lui…cioè lo spero…si è accorto che sono cambiata…e ha detto che questa nuova Penelope gli piace molto” finì imbarazzata saltellando un po’ sul letto.

Un urlo di felicità provenne dall’ologramma, mentre la rossa si gettava il cuscino in faccia per la vergogna.

E poi? Che è successo?“ insistette la voce felice dell’amica.

“Niente...se n’è andato..

“Tutto qui?!”

“Già..”

Penny gettò da parte il cuscino, alzandosi e girando per la stanza, raccogliendo il vestito per metterlo in una stampella “una volta pensavo che fosse sensuale come il cemento che cola…ora non lo so più.” borbottò  a bassa voce chiudendo la boccetta del profumo che si espandeva leggero per la stanza

“Bene! Sono contenta! A quando le nozze?” la prese in giro l’amica afferrando l’aspirapolvere silenzioso e passandolo sul tappeto del salotto.

“Non prendermi in giro…non vuol dire niente”

Con un fremito ripensò a quando l’aveva sentito eccitato e le scappò un mugolio.

Il campanello dell’abitazione la disturbò “aspetta, ho qualcuno alla porta.

 Quando l’aprì restò ad osservare Harlan appoggiato allo stipite.

Lo guardò in silenzio mentre lui la squadrava “si?” domandò a voce bassa tirandosi indietro i capelli ancora arruffati

“ti va di pranzare insieme?”le domandò muovendosi un po’ a disagio sulle gambe..

Penny vide lo sguardo che vagava sulla porta e non su di lei. Le mani che tormentavano le tasche dei simil - jeans. Lo faceva quando era teso o in imbarazzo.

“ok”

 

Dinner Station Blu Lagoon

Ore 13:05

 

Seduta al tavolo del Blu Lagoon, Penny guardava il menù senza vederlo. Le fremevano le mani per il nervosismo. Continuava a grattare la tovaglia con le lunghe unghie rosate, mordicchiandosi l’indice della mano sinistra.

Che voleva dire quell’ invito? E perché era così agitato? La stava facendo impazzire!

Harlan la guardava di sottecchi dandosi dello stupido. Aveva fatto pochi metri e si era fermato a guardare il complesso di palazzine rosate dove viveva la sua amica. La voglia di stare con lei l’ aveva assalito con forza ed era tornato indietro.

Non sono più tanto sicuro che sia veramente solo un’amica.

Lasciò cadere per sbaglio il tovagliolo e dovette chinarsi per raccoglierlo. La visione delle gambe scoperte della ragazza lo mandò ancora più in confusione.

Calma, respira

“Harlan..”

Un violento sobbalzo lo scuotè sentendosi chiamare “cosa?!” le domandò con voce dura.

Penny lo guardò sorpresa “ma stai bene?”

“Si, certo...benissimo!” borbottò girandosi dal un lato e continuando a guardare il menù...che cavolo ti è saltato in mente di invitarla a pranzo?!

La cameriera si avvicinò con un sorriso e un palmare per le ordinazioni. In fretta le sciorinarono le prime cose che lessero sul menù.

 

Imbarazzo. Tensione.

 

Penny guardò accanto a sé, giocherellando con i fiori artificiali al centro del tavolo.

Harlan si concentrò sulla punta delle scarpe muovendosi a disagio.

“L’hai già montato il giocattolino che ti ho regalato?” gli chiese in tono svagato mentre il cuore la martellava nel petto.

..sembra che stia per scappare fuori..

“certo..” Le rispose tacendo subito.

Bravo! Ben fatto! Inventati qualcosa e in fretta!

Un nuovo silenzio calò al tavolo. Si lanciarono un’occhiata nello stesso instante, restando a guardarsi.

“Penelope..”

La sua voce bassa le carezzò l’orecchio gentilmente, facendole assumere un’aria dolce che la lasciò sconvolto “ho sempre pensato che tu fossi attraente come un sottaceto..

Che cazzo le stai dicendo, idiota?!

“Lo so…la malta che si asciuga mi stimola molto più di te, sessualmente ..” Ribattè la ragazza seria

 che - cosa - diavolo - stai – dicendo?

“Penny…”

Harlan prese aria, iperventilando, quasi “penso…ma è solo impressione, non ne sono tanto convinto..

La ragazza si sporse verso di lui, poggiando le braccia nude sulla tovaglia e le mani unite in una sorta di preghiera. “continua..” Mormorò un po’ imbarazzata.

Con un grugnito di frustrazione le afferrò le mani facendola impallidire. L’espressione sofferente che aveva in quel momento, la lasciò senza parole.

Il cervello del pilota stava fondendo sotto la miriade di cose che avrebbe voluto dirle. Mentre cercava il modo giusto per cominciare, restò incantato a guardare la piega sorridente delle sue labbra e gli occhi chiari che lo riflettevano. “Ti arrabbierai...lo so..”mormorò portando la sua mano alla bocca e deponendovi un bacio sopra.

A quel contatto il cuore della ragazza perse un battito e il panico la invase “se non ti sbrighi a dirmelo, ti rovescio la saliera in testa!”esclamò tremando per l’agitazione.

Un ringhio di nervosismo lo fece esplodere. Le lasciò andare la mano sbattendo le sue sulla tovaglia “Brutta... disgraziata” borbottò nella sua direzione mentre Penny lo guardava con un broncio avvelenato

“Tu non puoi cambiare così dall’oggi al domani e pretendere che io me ne accorga e rimanga impassibile!”esclamò facendo allontanare in tutta fretta la cameriera che giungeva con le pietanze.

“Dall’oggi al domani? Ma sei impazzito?!” gridò ad alta voce la ragazza sporgendosi verso di lui “Tu non ti sei mai accorto di niente! Idiota! Un motore a reazione è più attraente di una donna, ai tuoi occhi!” lo accusò facendo girare la gente incuriosita.

“Non è vero...ma almeno stanno zitti e non dicono vaccate come fai tu! Sei una piaga, Penelope!” 

“Deficiente! Ti ricordo che mi hai invitato a pranzo tu e che mi sei piombato in casa stamattina presto per chiedermi un favore dopo avermi bidonato la sera precedente!” Sbottò innervosita tirandogli il tovagliolo in faccia.

Harlan lo afferrò e glielo ritirò “avevo i miei buoni motivi, te l’ho spiegato!” esclamò sentendosi tremendamente in colpa.

“E adesso che cavolo vuoi da me? Se non ti sta bene come sono diventata puoi anche andartene al diavolo!”  ribattè furibonda.

Brutto stupido...idiota!

Si affrettò ad uscire dal locale mentre Harlan guardava il piatto e cercava di capire come si fosse cacciato in quel casino!

Ma perché sono così stronzo?

La cameriera li guardò uscire e gli corse dietro “ehi… il conto!”sbraitò sulla porta.

Penny camminava rigida e sentiva gli occhi pungere di lacrime, con una sensazione terribile addosso.

Stupido cretino!

E lei che pensava che le stesse  per dire chissà cosa!

Harlan le andava dietro nervoso, affrettandosi  a raggiungerla. Quando fu al suo fianco, la fermò prendendole un polso

“Sei peggio della peste!” sbottò guardandola male.

“togliti dalla mia vista, becero animale!”

Harlan la lasciò andare all’istante “mi hai fatto fare una figuraccia la dentro”

“Non me ne frega niente” sbottò di rimando la ragazza incrociando le braccia  e mettendo il muso.

“Ce ne siamo andati senza pagare il conto”

“Sai che me ne importa!”

Lo sguardo del pilota si addolcì mentre la guardava “e non mi hai lasciato finire..” Mormorò girandola dalla sua parte.

Con uno sbuffo, Penny si voltò di tre quarti “tanto dici solo baggianate” decretò con stizza.

Si voltò verso di lui completamente. “devo andare allo spazioporto adesso, la Virago faceva un brutto rumore nell’ultimo volo e devo dare una controllata al motore”

Harlan la guardò sospirando”ti posso dare una mano o rischio di farmi laserizzare da te?” le chiese cambiando discorso.

L’occhiata sarcastica che gli rivolse lo mise in allarme “ma si va...con un genio dei motori come te, al prossimo viaggio gliela faccio fare sotto a quei coglioncelli ricchi!” esclamò con un sorriso cattivo.

“Mi farai mettere le mani nel tuo motore?!” le domandò sorpreso.

Quella frase le suonò troppo a doppio senso …stai messa male!

“Se farai il bravo potrai passarmi gli attrezzi e stare a guardare” Penny sorrise, soddisfatta d’aver evitato una situazione estremamente imbarazzante. Tanto Harlan era un caso irrecuperabile! 

 

Kennedy Street

 

Leroy continuava a chiamare Harlan senza risultato. Che stronzo, portarsi appresso il cellulare mai, eh?!

Quando giunse al Ponte si affettò a salire. Quel montacarichi va sempre troppo piano per i miei gusti!

La porta devastata della casa lo mise in allarme. Non c’era nessuno. Era completamente vuota!

L’avranno già presi?!

Fece un rapido giro per le stanze e la visione dello specchio in frantumi gli fece sgranare gli occhi. Che cazzo era successo la dentro?!

Senza pensarci chiamò Penelope. Attaccò dopo parecchi squilli.. non rispondeva nessuno! Fanculo! Che posso chiamare…chi?

 

Spazioporto, Sala motori della Virago

 

“Passami la chiave tre”

Penny allungò una mano verso Harlan che la fissava con uno sguardo sofferente negli occhi“ ti ci vuole la due” ribattè serio.

E tu passami lo stesso la tre! Se ci va la due, farai il doppio sforzo di allungare la manina verso di me!” ribatté scuotendo le dita nell’aria.

Povera nave, che ti sta facendo…sospirò il pilota guardando l’ interno caotico eppur ordinato della Virago.

Un forte odore d’olio e di colla bruciata gli entravano nelle narici, ma Harlan c‘era abituato. Passava più tempo nella sala motori della Klondike che a casa sua.

“Passami la due” mormorò la voce imbronciata di Penny “e sta muto!”

“Non ho detto niente!”esclamò il pilota soddisfatto d’aver ragione. Seduto in terra, rigirava il trapano osservando quando fosse rovinata la punta “ma guarda tu come l’hai ridotto!” le disse indicandolo e distraendola. La conduttura che stava premendo si ruppe del tutto, inondando la tuta della ragazza di olio freddo.

“Porca miseria!” Esclamò cercando di tapparlo con un dito. Si guardò addosso e sbuffò! Quella ormai era da buttare!

“Meno male che era freddo, ti potevi ustionare!”la rimproverò infilando un braccio nella grata aperta accanto a se e chiudendo il rubinetto. La pressione calò e Penny poté togliere la mano

Bla la bla! Ma quanto sei bravo! Cerca di capirci qualcosa tu, dentro a sto casino!” ribattè innervosita. Prese uno straccio per togliersi l’olio di dosso ma ci rinunciò. “al diavolo!” esclamò tirandolo in terra.

Solitamente non era così sbadata e andava fiera della sua conoscenza dei motori delle navi ..perchè adesso combinava quei casini uno appresso all’altro?

“Posso toccarlo sto diodo o rischio il linciaggio?” la sferzò ridendo.

E toccalo! Ma con grazia e delicatezza!” lo minaccio con la chiave in mano.

Penny lo osservò per un attimo, mentre canticchiando, svitava cose che aveva appena avvitato e ne ritoccava altre “se togli la resistenza qui, il flusso non viene ammortizzato e ti salta l’impianto!” le spiegò sottovoce, indicando uno per uno i suo aggiustamenti .

“ah..già è vero..”convenne improvvisamente distratta. Harlan la guardò mentre si sporgeva sopra il suo braccio “non lo ricordavo..” Affermò girandosi e afferrando di nuovo lo straccio per togliere l’ olio che andava colando anche sulle mani di Harlan

“E’ inutilizzabile “le disse vedendola distratta.

Penny guardò il  panno sporco e annuì “già...è vero..” Mormorò restando a fissarlo.

Il pilota lasciò perdere il lavoro che stava facendo…forse era un momento buono “Penelope..

Lei s’inginocchiò presso la cassetta degli attrezzi, rimettendo a posto le chiavi una ad una “non hai offeso il mio orgoglio, non me la ricordavo quella faccenda della resistenza.” Borbottò con voce tesa.

Non ricordava uno dei suoi argomenti d’esame?! Pensò Harlan alzando un sopracciglio.

La vide sbuffare, non riuscendo a far combaciare tutti i pezzi “lascia stare lo faccio io..” Le disse accostandosi alla ragazza.

“Fai!” esclamò mollando di colpo la roba a terra “tanto sei più bravo di me!

“Penny!”

Gli occhi della ragazza erano immensamente tristi. Guardandola il pilota non poté fare a meno di accarezzarla “posso finire il mio discorso? “

Penny sussultò sentendosi toccare e si spostò “che discorso? Non ricordo..” Mormorò guardando  davanti a se.

Nell’ immenso motore della nave si sentivano solo i loro respiri.

Nessun rumore proveniva dall’esterno. Erano scesi nel cuore della Virago...completamente isolati dal resto del mondo.

“Non mi ero mai accorto di quanto fossi bella..” Le disse piano facendola sgranare gli occhi. Lo guardò come se fosse impazzito “Cos’è… una nuova tattica per distrarre l’avversario e metterlo al tappeto?” gli chiese ridacchiando per l’imbarazzo.

“Te le do, se non mi lasci finire!” la minacciò nervoso e imbarazzato.

“Hai finito! Hai detto la cazzata delle 15:30!” esclamò sventolandogli l’orologio in faccia.

“Penny...sii seria per un attimo. Lo so che  è chiedere troppo, i tuoi neuroni non sono abituato ad un tale sforzo..” La punzecchiò depresso...è molto più difficile di quanto pensassi!

La ragazza lo guardò agitata “ok..” Mormorò di sfuggita ”Che problema c’è se sono un po’ cambiata?”

“Mi piaci”

Quella frase, gettata avanti senza paracadute, la fece traballare.

Penny tirò le gambe a se “ah..”mormorò sentendo lo stomaco che si contraeva e un coro di alleluia nella testa.

“Tutto qua?! Io ti dico che mi piaci e tu dici ‘ah’?!”

“Sto per vomitare..lo avvertì con gli occhi socchiusi.

“Andiamo bene!” sospirò il povero Harlan scuotendo la testa “lo sapevo che era una cazzata dirtelo. Fa finta di niente, sei una maestra nell’arte!” le disse girando nervoso per il cubicolo stretto.

Penny lo guardò cercando di assorbire la notizia. “tutto ciò è assurdo…”

“Non è assurdo! Succede!” esclamò il pilota imbarazzato “o almeno penso che succeda..

Si grattò la testa sporcandosi d’olio e sedendosi accanto a lei “è così grave?”

La ragazza  posò la testa sulla sua spalla guardando il nulla “no…” mormorò a bassa voce “ti ho sempre classificato come uno appena sceso dal pianeta degli infrequentabili…eppure… mi piaci anche tu” affermò con voce tesa.

S riscosse sentendosi troppo a disagio “che stress! Mi sento una ragazzina di sedici anni alla prima cotta!” borbottò imbarazzata “meno male che hai evitato di passarmi il foglietto con l’opzionesi’No’..penso che avrei dato di matto del tutto!”

Il pilota la guardò sorpreso “se?”

“E si..” Mormorò annuendo con una smorfia.

Tornò seria quando si voltò leggermente verso di lui “che si fa adesso? Cioè adesso che cambia? Che succederà? Ci giureremo amore eterno come in quei film strappalacrime che non sopporto ..o…che?”

La sua voce lo investì come un fiume in piena. La vide alzarsi e girovagare nervosa “che stupidaggine...mai capito l’amore, io!”

Harlan la guardava agitarsi senza battere ciglio. Tipico di Penny!

 

 

  
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