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Autore: Bijouttina    04/11/2014    12 recensioni
Un biglietto da visita, una scommessa con gli amici e una piscina basterebbero a capire il significato della storia.
La gelosia e la dolcezza in persona, Marco e Serena.
Marco è un rappresentante e affascinante pallanuotista, Serena una dolce e sensuale commessa in un outlet.
Una storia frizzante e divertente, con personaggi molto particolari che vi conquisteranno.
***
« Ora la mia missione è conquistarla e farla innamorare di me.», mi sento bello deciso e carico.
«E se ci riuscissi? Poi che cosa faresti? Tu non resisteresti neanche due minuti in una relazione stabile. Facciamo una nuova scommessa. Tu la porterai in villa dai tuoi, la farai conoscere ai coniugi Rossini, se non scapperà, vorrà dire che è davvero innamorata di te, e se questo succedesse, tu le farai la proposta.».
«Sei per caso impazzito?».
Che cosa ha bevuto?! Che cosa si è fumato?!
«No, affatto. Se tu la porterai da loro, vorrà dire che sarai innamorato di lei, non lo faresti altrimenti. E se sarai innamorato di lei, metterai la testa a posto. Per la gioia della tua mammina. Che ne pensi? Ti va di rischiare?».
Ho voglia di farlo? Non molta, ma non mi tiro mai indietro.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La serie del rischio'
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11. La partita del cuore
"Coglione, coglione, coglione!", continuo a ripetermi, sbattendo la testa contro il volante come un ossesso. Come diavolo mi è saltato in mente di dirle che mi sono innamorato di lei? Mi mozzerei la lingua con un morso netto. Quelle parole sono uscite come una valanga, e io sono rimasto sepolto sotto. Serena non ha detto niente e mi ha fatto male. Non le faccio una colpa, quella è soltanto mia, non avrei dovuto espormi tanto e, soprattutto, così presto.
Sono incazzato con me stesso, non sono nemmeno riuscito a guardarla negli occhi quando me ne sono andato. Sono fermo in un piccolo parcheggio a pochi metri da casa sua. Lorenzo continua a chiamarmi, non gli rispondo. Alla fine decide di mandarmi un messaggio.
"Dove cazzo sei finito?"
Appoggio la testa sul sedile e cerco di riordinare le idee, devo pensare a cosa fare. Non voglio che pensi che io me la sia presa per il suo silenzio, non lo sopporterei. Batto le mani sul volante con violenza e faccio inversione di marcia. Raggiungo casa di Serena in un attimo e mi attacco al campanello.
«Fammi salire, ti prego». La supplico appena risponde al citofono.
La serratura si apre con un click e corro su per le scale, due gradini per volta. La porta del suo appartamento è aperta, entro chiedendo permesso.
Serena mi fissa con espressione confusa, come se non capisse il motivo della mia presenza lì. Mi avvicino a lei lentamente e le prendo entrambe le mani, ho la salivazione azzerata per il nervosismo. Probabilmente farò la figura del cretino, ma non ha importanza, devo assolutamente chiarirmi con lei.
«Scusami, mi sono comportato malissimo, non dovevo andarmene in quel modo. Ero arrabbiato con me stesso, non avrei dovuto dirti quelle cose, non sono riuscito a trattenermi». Butto fuori tutto d'un fiato.
«Scusami tu, avrei dovuto dirti qualcosa, ma mi si era annebbiato il cervello e non riuscivo più a connettere. Io non...». Prova a continuare, ma la zittisco posandole due dita sulle labbra.
«Non importa, la cosa essenziale è che tu sappia che io non me la sono presa con te, per nessuna ragione. Non fa niente se non te la senti di darmi una risposta ora, a me basta che tu sia felice di trascorrere del tempo con me. Lo sei?».
Non risponde a parole, risponde con i fatti: le sue labbra si incollano alle mie e mi regala un bacio dolcissimo. Le accarezzo il viso.
«Ci vediamo dopo Flounder», La saluto prima di uscire da quell'appartamento.
Mi sento più leggero ora che ho chiarito con lei, posso affrontare la partita con una marcia in più.
Canticchio mentre torno a casa, mi sento felice e non è una cosa da poco vista la giornata particolarmente devastante che ho avuto finora. Se ripenso a quel Massimo, la mia mascella si serra automaticamente. Quel verme non è un uomo degno di essere chiamato tale. Ha minacciato di farsi la mia donna, ma non succederà neanche in un'altra vita, lo troverei anche lì e lo ucciderei a mani nude, come un vero uomo.
Parcheggio nuovamente la mia bambina in garage e salgo in casa di corsa. Lorenzo è steso sul divano con il telecomando in mano, intento a saltare da un canale all'altro come se non ci fosse un domani. Si tira su di scatto appena mi vede.
«Cazzo socio, ma dove ti eri ficcato? Stavo per chiamare i carabinieri!».
«Esagerato!», bofonchio sedendomi accanto a lui.
«Dove sei stato allora?», chiede incrociando le braccia al petto.
«Ho accompagnato a casa Serena e...».
«E ci avete dato dentro! Lo sapevo, vecchio porco che non sei altro!», conclude a modo suo il mio racconto.
Ora lo strozzo con le mie mani, deve perderlo questo brutto vizio di intromettersi nei miei discorsi, con uscite senza senso oltretutto. Lo incenerisco con lo sguardo.
«Non l'abbiamo fatto, l'ho solo accompagnata a casa», borbotto ancora piuttosto infastidito dal suo comportamento.
«Tu mi nascondi qualcosa». Mi fissa con gli occhi ridotti a due fessure.
A volte Lorenzo può essere una gran rottura di palle, gli voglio un gran bene, sia chiaro, ma spesso mi chiedo cosa ho fatto di male per avere un amico come lui.
«Non è vero, non ti nascondo niente», brontolo.
«Parla subito o stasera pagherai tu la pizza a tutti». Minaccia puntandomi un dito contro.
«La scommessa la perderai tu, io non c'entro niente in questa storia». Non mi faccio intimidire da lui.
«Sei esasperante quando rispondi con quel tono! Mi viene voglia di prenderti a calci in culo!», sbotta gesticolando come un pazzo.
«Provaci se hai il coraggio!». Lo incito sfidandolo con lo sguardo.
Lorenzo mi osserva attentamente, furioso. Piano piano la sua espressione cambia, fino a formarsi un sorriso soddisfatto sulle labbra. A cosa diavolo starà pensando? Mi preoccupa un po' quel ghigno.
«Ho capito», comincia avvicinandosi di più a me e colpendomi il braccio con un leggero pugno. «Tu ti sei innamorato di lei! Bastardo che non sei altro! Pensavi che non l'avrei mai capito? Guardati, hai la faccia da imbecille!».
Bene, ora ho pure la faccia da imbecille, sono soddisfatto.
«Grazie, ora che lo sai, mi sento meglio», commento sarcastico.
«Marco, giuro che non avrei mai immaginato che tu potessi mai innamorarti di qualcuno. Ho sempre pensato saresti sempre rimasto il classico scapolone che tutte vorrebbero accalappiare, ma che nessuna riesce ad avere. Sai, sono felice, ora posso essere io quel tipo di uomo. Come sono soddisfatto, posso continuare a divertirmi e lo farò anche per te». Incrocia le mani dietro la nuca e si rilassa.
A me scappa da ridere, l'unica cosa che gli viene in mente è che potrà comportarsi da scapolo d'oro, non ho parole.
«Lei ti ama?», domanda a bruciapelo, tornando serio.
«Non lo so, non mi ha risposto. Sicuramente è interessata a me, ma non so se sia innamorata. Non so cosa risponderti Lorenzo. Mi piacerebbe saperlo, sono sincero, ma non mi va di pressarla. Non sopporterei di allontanarla da me. Era quasi successo prima, ma sono tornato sui miei passi. Per questo ci ho messo un po' a tornare, volevo chiarire la questione con Serena. Secondo te ho fatto male a dirle che mi sono innamorato di lei?».
Credo di essere impazzito, lui non è adatto a rispondere a una domanda così complessa, sull'amore per giunta.
«Secondo me hai fatto la cosa giusta, è sempre meglio mettere le cose in chiaro. La sincerità è tutto in una relazione». Mi stupisce con questa sua risposta. A essere sincero non me lo sarei mai aspettato da lui.
«Spero solo che tu non rimanga scottato, mi dispiacerebbe», conclude, confondendomi ancora di più.
Siamo sicuri che sia stato Lorenzo a parlare? E se fosse stato sostituito da un suo clone? Tutto avrebbe molto più senso.
«Non pensavo fossi così profondo», gli dico accigliato.
«Nah, ho solo sentito mia sorella che parlava con la sua amica, ho preso spunto dal loro discorso». Minimizza con un gesto secco della mano.
Ah ecco, risolto l'arcano! Mi sembrava strano potesse essere farina del suo sacco.
Rimaniamo in perfetto silenzio per un po', nessuno dei due ha voglia di continuare a parlare di argomenti così importanti. Un'ora dopo decidiamo di darci una mossa, c'è una partita che ci aspetta. Ho bisogno di concentrarmi, devo assolutamente farlo. È una missione praticamente impossibile, gli occhi meravigliosamente verdi di Serena continuano a fare capolino nella mia mente. Avrà ancora voglia di passare la notte con me dopo quello che è successo oggi? Io me lo auguro. Non importa se non succederà niente come le altre notti, a me basta averla al mio fianco, mi accontenterei della sua presenza.
Raggiungiamo i nostri compagni nello spogliatoio, mi guardano tutti come se mi fosse cresciuta una seconda testa. Che succede oggi? Lascio cadere le braccia lungo i fianchi e li guardo con aria interrogativa, aspettando una qualsiasi reazione.
«Allora?», sbotto infastidito.
«Cioè, tu hai messo la testa a posto e non ce lo dici nemmeno?», comincia Giorgio, avvicinandosi a me e mettendomi un braccio intorno al collo.
«In che senso avrei messo la testa a posto?», chiedo grattandomi la fronte.
«In che senso? Sbaglio o qui qualcuno ha appena confessato alla sua donna di amarla?», prosegue Paolo puntandomi un dito contro.
Come diavolo fanno a saperlo? È preoccupante come le notizie corrano veloci, e so anche di chi è la colpa. Lorenzo fischietta tranquillo, facendo finta di niente.
«Perché avete così tanta voglia di farvi i cazzi miei oggi? No, così, tanto per sapere.», brontolo sedendomi sulla panca.
«E lo chiedi anche?». S'intromette Riccardo.
Sì, vorrei tanto sapere perché qui nessuno si fa i fatti propri, la mia vita privata non dovrebbe essere di dominio pubblico.
«Tu innamorato è una cosa a dir poco sensazionale, come possiamo non parlarne?», continua lui imperterrito.
«Vogliamo sentire la tua versione dei fatti», commenta Giorgio.
La mia versione dei fatti? Dove siamo, alla sbarra dei testimoni in tribunale? Io non ho parole, non potrebbero torturare qualcun altro? Sbuffo rumorosamente.
«Avete rotto le palle! Mi sono innamorato di Serena, va bene? Siete contenti? Non c'è altro da dire. La seduta è tolta», tuono frustrato.
«Andate in pace», conclude Lorenzo divertito.
«Amen!», esclamano i miei compagni in coro.
Frequento una combriccola di deficienti, è assodato.
Una volta pronti, usciamo dallo spogliatoio e raggiungiamo la vasca. Scorgo Serena sugli spalti, mi saluta con la mano, in totale imbarazzo. Le sorrido raggiante, è bellissima e riesco a vedere solo lei in mezzo a tutte quelle persone. Sono davvero felice che lei sia qui oggi, è emozionante avere la propria donna ad assistere, è la prima volta che mi capita.
Lorenzo mi affianca e guarda nella mia direzione.
«Cazzo, si è portata dietro anche quello là! Non è possibile, è una tortura», ringhia irritato, fissando in malo modo Luca.
«Però ci sono anche le altre due sue amiche». Gli faccio notare.
Non ho ancora avuto il piacere di conoscerle, ma ho visto le loro foto nell'appartamento di Serena e so dar loro un volto solo per questo motivo.
Lorenzo cambia espressione e le ammira con soddisfazione.
«Quella accanto a lei è un po' rotondetta, però una bottarella gliela darei lo stesso. Ha un bel visetto. L'altra è anche fin troppo secca, ma non si scarta niente», commenta.
Alzo gli occhi al soffitto e sospiro, è un caso disperato, ormai ho perso ogni speranza di recuperarlo.
«Invitale a mangiare la pizza con noi dopo la gara», propone.
«E Luca?», domando io con aria innocente. «Non possiamo non invitare anche lui, si offenderebbe».
Serena mi ha raccontato della cotta che ha preso per Lorenzo e sono davvero curioso di vedere se ha il coraggio di provarci nuovamente con lui.
Il mio amico fa una smorfia, è totalmente disgustato.
«Se proprio devi, invita anche lui, ma ti avverto: se dovesse provare a rimorchiarmi, lo prendo a calci nel culo».
Probabilmente sarebbe anche felice di essere sfiorato da Lorenzo anche solo in quel modo, ma non lo dico a voce alta, potrei peggiorare la situazione.
Do un ultimo sguardo a Serena e le soffio un bacio. Lei mi stupisce soffiandone uno anche nella mia direzione. Oh sì, io amo quella donna, non ci posso fare niente.
Non vedo l'ora che questa partita cominci: prima inizia, prima finisce.
Ho bisogno di stare con lei, di tenerla fra le mie braccia e sfiorare quelle labbra meravigliose. Non riesco a fare a meno di lei, e questa cosa mi destabilizza non poco, è la prima volta che mi succede, non so come dovrei comportarmi.
La cosa certa è che stavo aspettando lei.
 
 
***
 
 
Marco è tornato indietro per scusarsi. Lui l'ha fatto, ma quella che doveva scusarsi ero io. Non sono brava a parlare dei miei sentimenti e, ora come ora, sono pure parecchio confusi. Sto bene con lui, ma è amore? Non so dare una risposta a questa domanda. Sono stata davvero innamorata soltanto una volta in tutta la mia vita ed è stato un totale disastro, devo andare con i piedi di piombo. Non riesco a capire se sono innamorata o se sono soltanto attratta da lui, forse un giorno lo capirò. Non ho alcuna intenzione di prendermi gioco di lui, non se lo merita.
Mando un messaggio a Luca per dirgli dell'invito alla partita e mi risponde mezzo minuto dopo con entusiasmo.
 
Uomini muscolosi praticamente nudi che sguazzano nell'acqua? Passo a prenderti fra dieci minuti! Cerca di essere pronta!
 
Sembrava una minaccia, in effetti, detto da lui, poteva anche esserla. Mando un messaggio anche a Stella e Marica, entrambe mi rispondono che aspettano il nostro arrivo sotto casa. Lorenzo sarà felice di avere un po' di carne fresca da valutare, non ha idea di quello che gli aspetta con Luca in agguato. Quando si fissa su una cosa, va avanti a stuzzicare finché non ottiene quello che vuole.
Mi siedo sul divano, appoggio i gomiti sulle ginocchia, le dita tra i capelli. Ripenso a quello che è successo con Marco e sbuffo, non riesco a smettere di pensare a lui, non è normale. Dovrei cambiarmi, darmi una sistemata e, invece, sto qui a pensare a lui, come un'idiota.
Il suono insistente del campanello mi fa alzare con un balzo, il cuore in gola. Perfetto! Ora non ho più nemmeno il tempo di sistemarmi il trucco.
Raggiungo Luca di corsa, non sopporta quando sono in ritardo e sinceramente non ho voglia di sentire le sue lamentele.
«Dobbiamo passare a prendere...», comincio, ma mi blocca immediatamente.
«Sì, lo so, mi ha mandato un messaggio Stella», dice lui con un sorriso che va da orecchio a orecchio.
«Noto con piacere che qualcuno qui è felice». Lo osservo a braccia conserte.
Lui annuisce con soddisfazione.
«Non vedo l'ora di beccare Lorenzo mezzo nudo. Deve essere una favola», commenta in un sospiro, lo sguardo sognante.
Scuoto la testa. Non ho mai visto Luca così preso da qualcuno e il fatto che quel qualcuno sia etero, è parecchio preoccupante.
«Allora tesorino mio, com'è andato il pranzo? La strega malvagia ha avvelenato il tuo bel principe?», chiede concentrato sulla strada.
«Avvelenato no, ma fatto incazzare parecchio sicuramente. Ha invitato Massimo, il pediatra, a pranzo», rispondo accigliata, al solo pensiero mi torna la nausea. Quell'uomo è disgustosamente orripilante.
«Che cosa ha fatto?!», sbotta inchiodando al semaforo, per poco non sbatto la testa contro il cruscotto.
«Sta attento!». Lo sgrido con una mano sul petto. Il cuore me lo sfonderà, ne sono certa.
«Vorresti dirmi che ha invitato un altro uomo a pranzo, sapendo che saresti andata con Marco?!». Ripete allibito.
«Già», borbotto.
«Marco non l'ha ucciso?», domanda corrugando la fronte.
«Poco ci mancava! L'ho portato via quasi di peso. Massimo è un cretino, arrogante, megalomane...». Riprendo fiato prima di continuare con aggettivi poco carini.
«Davvero un signore!», esclama lui divertito.
«Ha detto di amarmi», sussurro fissandomi le unghie.
Lo so che questa sparata non ha alcun senso con il discorso che stavamo intrattenendo, ma non potevo più tenermi quel peso dentro.
«Ma se ti ha visto oggi per la prima volta!», tuona il mio migliore amico.
Davvero credeva che Massimo potesse arrivare a tanto?
«Non lui, Marco», farfuglio. Sono così nervosa che comincio a mordermi le unghie, una cosa che non facevo ormai da anni.
«Che cosa?». Inchioda nuovamente.
Stavolta sbatto davvero la fronte sul cruscotto, non ero preparata. Che dolore! Mi tengo il punto dolorante con la mano, abbasso il parasole e mi specchio, un segno rosso si è già formato. Ma dai!
«Se non la smetti, ti picchio!», sibilo esasperata.
«Non cambiare discorso!».
La macchina dietro di noi ci suona, il semaforo è tornato verde, ma Luca non ha alcuna intenzione di schiodarsi finché non avrà avuto una spiegazione.
«Prima parti, poi ti racconto». Gli concedo alla fine.
Lui esegue diligentemente, alzando il dito medio in direzione dell'uomo che continua a strombazzare insistentemente.
«Vai, hai promesso». Mi incalza sistemandosi un ciuffo ribelle.
«Quando siamo tornati dal pranzo, mi ha confessato di essersi innamorato di me. Follemente, ha aggiunto». Mi porto una mano tra i capelli e sospiro.
«E tu che cosa gli hai detto?».
«Di riportarmi a casa», borbotto sommessamente, magari non mi sente e sorvola su questa questione.
Inchioda davanti al palazzo dove abita Stella, le nostre amiche sono entrambe lì sul marciapiede ad aspettarci. Salgono sui sedili posteriori e ci guardano con aria interrogativa.
Luca mi sta fulminando con lo sguardo, lo sento, anche se sto guardando dall'altra parte, evitando volontariamente il contatto visivo.
«Che cosa sta succedendo?», chiede Marica sporgendosi in mezzo ai due sedili anteriori.
«Questa... trattenetemi sennò la strangolo!», risponde Luca in evidente agitazione.
«Cos'hai combinato?». Questa volta è Stella a rivolgersi direttamente a me.
Sto per aprire bocca, ma lui me la tappa con la mano aperta.
«Non ci provare nemmeno, devi tenere la bocca sigillata, preferibilmente con il mastice!». Esordisce gesticolando come un forsennato.
«La qui presente signorina Serena Boissone». Mi indica con un dito. «ha ricevuto una dichiarazione d'amore da quel pezzo di manzo e lei che cosa gli dice?».
«Che cosa gli dice?», ripetono in coro le nostre amiche.
Luca fa una pausa teatrale e poi risponde: «Portami a casa! Ma vi rendete conto?».
Stella e Marica mi fissano sbalordite.
«Sta scherzando, vero?», domanda Marica.
Io scuoto la testa, sconsolata.
«Mi aveva spiazzata, il mio cervello non ha collaborato e ha elaborato un commento fuori luogo». Mi giustifico, come se bastasse a migliorare la situazione.
«Tesoro, il tuo cervello ha bisogno di essere resettato, credimi. Non puoi rispondere in quel modo quando un uomo dice di amarti». Mi ammonisce Stella.
«Domanda da un milione di dollari: tu lo ami?».
È Marica a pormela, ma sono tutti e tre in attesa di una mia reazione. Il problema è che io non ne ho idea.
«Non lo so», farfuglio evitando i loro sguardi. Mi giro verso il finestrino e mi concentro sul palo della luce che c'è lì in fianco, davvero interessante. Sanno benissimo che quando mi comporto in questo modo significa che non ho più voglia di parlarne.
Luca sospira e mette in moto la macchina, nessuno parla durante il tragitto.
Tu lo ami?
Quella domanda continua a rimbombarmi nella testa. Non so davvero se lo amo, non posso dare una risposta, mentirei. La mia mente lavora a mille, non riesco a smettere di pensare e tutto questo rimuginare mi sta facendo tornare l'emicrania.
Fortunatamente siamo arrivati a destinazione, i ragazzi parlottano tra di loro, sono emozionati all'idea di vedere una partita di pallanuoto per la prima volta, più che altro non vedono l'ora di ammirare tutta quella carne nuda.
Marco è sul bordo vasca con Lorenzo, mi saluta con la mano, un sorriso bellissimo stampato sulle labbra. Il mio cuore perde un battito, i miei occhi sono incatenati ai suoi: in mezzo a tutte queste persone io vedo solo lui. Mi ritrovo a sorridere e quando mi soffia un bacio, io ricambio senza pensarci due volte. Non vedo l'ora che finisca la partita per stare con lui.
Luca commenta il fisico statuario di Lorenzo come se fosse la cosa più bella che lui abbia mai visto. È cotto, non c'è più niente da fare.
Seguiamo con interesse il match, anche se non ci capiamo un gran tanto, almeno è una cosa nuova e divertente.
Una volta terminato, usciamo nel parcheggio e aspetto Marco in trepidazione. Gli ho mandato un messaggio dicendogli che lo avrei aspettato fuori. Mi muovo nervosamente sul posto, non riesco a stare ferma.
Mi immobilizzo non appena lo vedo venire nella nostra direzione. Senza neanche salutare, mi afferra per i fianchi e mi bacia avidamente lì davanti a tutti, lasciandomi completamente senza fiato.
«Mi hai portato fortuna, Flounder. Se abbiamo vinto, è anche merito tuo», mormora a fior di labbra.
Volevo ribattere, ma non me ne dà il tempo, la sua bocca si incolla nuovamente alla mia e io lo lascio fare, in fondo è quello che voglio anch'io.
«Non vorrei sembrare scortese, ma noi tre saremmo in crisi d'astinenza e vedere voi due pomiciare non aiuta i nostri ormoni in subbuglio», commenta Luca con un sorriso malizioso sulle labbra.
Mi sento avvampare per l'imbarazzo, normalmente non mi piace per niente dare spettacolo con effusioni pubbliche, non capisco che cosa mi sia preso.
Provo a scusarmi, ma il mio migliore amico mi zittisce con un cenno della mano.
«So che cosa stai per fare, perciò non ci provare nemmeno».
«Vi dispiace se accompagno io Serena?», chiede Marco prendendomi per mano.
«È tutta tua», risponde Stella. «Vi seguiamo».
Marco mi accompagna alla sua macchina e mi apre la portiera, mi piacciono i suoi gesti galanti. Sale al posto di guida e, prima di mettere in moto, mi regala un altro dolcissimo bacio.
«Mi sei mancata», mormora sfiorandomi il viso con le dita.
Perché non riesco mai a collegare il cervello quando sono con lui? Non riesco mai a trovare qualcosa di intelligente da dirgli e tutto questo mi irrita non poco. Lui, fortunatamente, sembra non farci troppo caso, si limita a sorridermi.
Dieci minuti dopo siamo davanti a una pizzeria enorme, arriviamo praticamente tutti insieme. Marco mi presenta ai suoi compagni di squadra.
«Ragazzi, lei è Serena».
Faccio loro un cenno con la mano, in totale imbarazzo.
«Oh, allora sei tu che hai rubato il cuore del nostro amico», commenta un ragazzino biondo, che se non ricordo male dovrebbe chiamarsi Federico.
«Così sembrerebbe», mugugno io con un mezzo sorriso.
«Sai, se si rammollisce, dovrai sentirti responsabile», tuona Lorenzo, puntandomi un dito contro.
«Non spaventarla», Lo ammonisce Marco. Mi circonda la vita con le braccia e appoggia il mento sulla mia testa.
«Ah giusto, non avete ancora consumato, non posso farla scappare».
Marco si irrigidisce alle mie spalle, io mi sento infastidita da quel commento, come se lui stesse con me solo per portarmi a letto. E se fosse davvero così?
«Rimangiati quello che hai detto», ringhia Marco particolarmente seccato.
Un ragazzotto accanto a Lorenzo lo colpisce sul collo con la mano aperta.
«Ti sembrano cose da dire?». Lo sgrida. «Chiedi scusa a Marco e, soprattutto, chiedi scusa a Serena».
Il diretto interessato grugnisce e borbotta delle scuse poco comprensibili. Si scusano tutti e si dirigono all'ingresso, lasciandoci soli.
«Mi dispiace amore. Non lo sopporto quando si comporta come uno stronzo».
Mi gira in modo tale da potermi guardare negli occhi.
«Lo sai che non esco con te solo per quel motivo, vero? Mentirei se ti dicessi che non muoio dalla voglia di fare l'amore con te, ma non è tutto. Vorrei che tu fossi la mia donna, ti voglio nella mia vita a tempo indeterminato», dice tutto d'un fiato.
La mia bocca si apre, ma non faccio in tempo a far uscire nemmeno un suono, la tappa con la sua.
«Non dire niente, non ora, non qui. Baciami solamente». Mi supplica.
Allaccio le braccia intorno al suo collo e mi sfamo della sua bocca.
«Hai voglia di farla pagare a Lorenzo?», chiedo staccandomi dalle sue labbra per riprendere fiato.
«Che cosa avevi in mente, Flounder?».
Gli spiego il mio piano all'orecchio e lui scoppia a ridere.
«Devo stare attento con te, non vorrei mai mi facessi degli scherzi simili», esclama divertito.
«Non mi permetterei mai», affermo con aria innocente.
Mi bacia sulle labbra, felice. Ora non resta che dare il via libera a Luca: non vedrà l'ora di attuare il suo piano.

 
***Note dell'autrice***
Bene, eccoci di nuovo qui. Marco non se l’è presa con Serena per non avergli dato una risposta. Non è un amore? Serena sta cercando di far chiarezza nel suo cuore. Si vede lontano chilometri che è pazza di lui, ma non se ne rende conto fino in fondo. Diamole ancora un po’ di tempo.
Luca e il suo piano malefico! Martedì prossimo scopriremo che cosa combineranno e soprattutto come la prenderà Lorenzo. Ci sarà da divertirsi! E chissà… magari ci sarà anche il dopo cena ;)
Grazie infinite a chi segue/preferisce/ricorda questa mia storia, chi legge silenziosamente e chi commenta. Non mi stancherò mai di ringraziarvi ♥



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