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Autore: kikka_67    04/11/2014    2 recensioni
Cosa sareste disposti a fare per ottenere ciò che desiderate?
- E nonostante sia alquanto sconcertata nel supporre che il suo cliente ritenga che basti contornarsi di collaboratori di sesso maschile per riuscire ad evitare tali incresciosi accadimenti, la informo altresì che sono una donna che “ama” esclusivamente le donne, quindi il suo cliente non correrebbe MAI il rischio di essere molestato da me, in nessun modo. – a questo punto mi aspetto di essere buttata fuori dalla stanza..e invece….
- Sei assunta! – esclama una voce ilare dietro alle mie spalle.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Tom.

Sentire il mio nome sussurrato  da quella voce dolcemente emozionata mi colpisce nel profondo  e un leggero  spasimo  mi solletica lo stomaco e  il cuore. Non ho mai avuto a che fare con una donna così irrazionalmente sfuggente e  sono sicuro che Viola non è così perfida che volontariamente sceglie di ferirmi  ma   è veramente spaventata e indecisa per quanto riguarda il nostro…ehm… “non” rapporto. Se  analizzo bene la nostra situazione attuale, devo ammettere che rasenta il ridicolo se consideriamo che siamo due persone adulte che si conoscono abbastanza bene da quattro anni, che  siamo attratti l’uno dall’altro e  che pare  non ci siano impedimenti particolari affinché un’eventuale storia tra noi abbia inizio. Eppure non vuole starmi vicino  anzi tenta di starmi lontano senza riuscirci, lo sguardo triste con cui mi fissa e l’interesse che ancora dimostra …per tutto ciò che mi riguarda compresi i vestiti e  le donne con cui mi accompagno, non avrebbero senso se non fosse innamorata. In un’altra donna, questi ripensamenti,  li considererei uno “stratagemma”  per abbindolare  un uomo restio, ma credo di aver espresso più che chiaramente le mie intenzioni nei suoi confronti, allora qual è il problema?
- Viola…. Pronto? Viola…. Rispondi. E’ caduta la linea….Accidenti! -  mormoro mentre un’ondata di delusione mi sommerge.

Viola.

- Ciao Tom…fammi parlare ti prego... so che sei …. di  nuovo sorpreso e forse deluso….  perché non ti ho detto che Cucciolotta in realtà sono  io, ma ti posso assicurare che ero già una tua fan prima di iniziare a lavorare con te e non era raro che rispondessi ai miei messaggi e se ben ricordi è capitato spesso di parlare di tutto un po’  e non solo dei tuoi lavori e non ti ho mai chiesto nulla di personale,  per me era  una parentesi mia privata che esulava dai mei doveri e compiti verso di te quale tua collaboratrice, perché mai avrei dovuto interrompere quella che consideravo una piacevole amicizia virtuale?   Sono pateticamente ridicola lo so....mi manchi.. da morire.. e  se per un attimo lascio che il mio cuore influenzi la mente e il corpo….. mi ritrovo a desiderarti con tutta me stessa, vorrei  le tue carezze, i tuoi abbracci……so che non dovrei parlare così quando non ho il coraggio….  di mettere da parte  la paura e  di vivere con te ciò che potremmo essere insieme.  Tom… ti prego aspettami…. Non innamorarti di nessuna…...Non dici nulla....sei senza parole?..... – chiedo cautamente perplessa, ma dopo aver controllato il display del cellulare un’ondata di delusione e tristezza mi invade.


E’ caduta la linea e nonostante abbia riprovato più volte non sono riuscita a ripristinare un contatto, ma perchè??!! E' la prima volta che trovo il coraggio di dichiararmi e alla fine lui non ha sentito nulla di ciò che gli ho detto! NOO! –

Il bollettino meteorologico di questa mattina è decisamente confortante, entro una decina di ore la pioggia ci avrebbe concesso  una tregua di un paio di giorni.  Il lavoro della troupe viene immediatamente organizzato,  in  un lasso di tempo relativamente breve  dobbiamo registrare alcuni squarci di vita dei concorrenti  per coadiuvare,  con un sevizio adeguato, il  programma che verrà trasmesso in rete in settimana.  In questo periodo di convivenza forzata alcuni dei partecipanti aveva ceduto a crisi isteriche,  a  passioni frenate dovute alla noia e a violenti litigi per il poco cibo a disposizione. Noi addetti della produzione  non possiamo aiutarli in nessun modo e non era permesso che avessero contatti con nessuno  oltre che con  la guida che li assisteva nelle escursioni, sembravamo dei prigionieri in un lager.
 Ogni giorno online parlavamo con la sede di Londra e Roberta ci aveva assicurato che in breve tempo avrebbe inviato una squadra sull’isola per darci la possibilità di ritornare a casa, purtroppo non le era possibile dire con esattezza una data. Ormai eravamo quasi a metà Dicembre ed ero quasi rassegnata a passare le feste di Natale tra le palme e sotto una pioggia torrenziale. Non avevo più provato a mettermi in contatto con Tom, sapevo che stava lavorando e che difficilmente sarebbe stato libero prima dell’inizio dell’anno ed io avevo bisogno di tempo per studiarmi bene le parole che avrei usato per convincerlo che lo amavo.

Tom.
 
Le riprese del nuovo film di cui ero coprotagonista si stavano svolgendo nei tempi previsti, il regista e i produttori  sembravano  soddisfatti  del lavoro registrato fino a quel momento e   non avrebbe ritardato il momento in cui avrei potuto lasciare il set, le scene che mi  riguardavano strettamente, dove non potevo essere sostituito dalla mia controfigura erano ancora parecchie ma avevo  chiesto ed ottenuto di anticiparne  la registrazione adducendo come scusa un precedente impegno lavorativo molto  importante e non procrastinabile in nessun caso.
La verità era che volevo andare a cercare Viola, stavamo registrando vicino a Toronto e non mi interessavano le ore di volo che  avrei  dovuto sorbirmi per raggiungerla ma dovevo assolutamente vederla. Avevo controllato la mia segreteria telefonica a casa nella speranza di trovare un suo messaggio ed ero stato esaudito,  non sapevo  quale problema tecnico avesse ritardato la registrazione delle sue parole, ma ciò che avevo risentito più volte era …veramente interessante… “Ciao Tom…fammi parlare ti prego…”, il messaggio sicuramente risaliva all’ultima volta che avevo chattato con Cucciolotta e  se l’avessi ascoltato all’epoca sarei partito immediatamente verso quella stupida isola in mezzo all’Oceano Pacifico e l’avrei convinta in un modo o nell’altro a venire via con me.
Dovevo convincerla che la volevo vicino e che anche io sentivo la sua  mancanza, delle nostre chiacchierate, del suo sorriso che mi perseguita anche tra le braccia di un’altra donna.
Olivia, la protagonista femminile nel film che stiamo girando,  è una donna molto attraente e intelligente e dopo aver compreso che la mia assistente, che non ha mai sopportato, non lavorava  più con me, aveva usato tutti i suoi mezzucci per attirarmi nella sua camera,  senza  riuscirci.  Ma una sera in cui ero particolarmente avvilito e decisamente ebbro di alcool,  la mia mente ottenebrata si era ribellata al giogo dell’attrazione ossessiva per  Viola e mi convinsi  a cercare un sollievo fisico per colmare lo strazio spirituale.
Mentre  baciavo e  accarezzavo la pelle nuda di Olivia  non avevo smesso un solo istante di pensare a Viola,  ero riuscito a fermarmi  prima di  commettere un grave errore e in silenzio ho sopportato  le urla e gli insulti  della mia collega,  ma sono uscito da quella stanza con una nuova consapevolezza dei miei sentimenti per la mia ex assistente. Non era solo una semplice storia quella che volevo condividere con lei, volevo molto di più.


Viola.

Il paesaggio,  composto da basse colline e ampie praterie, mi ricordava vagamente l’Irlanda durante la primavera, un forte vento soffiava imperterrito spostando velocemente le nuvole nere che coprivano quel pezzo di cielo sopra di me. Finalmente era arrivata la squadra inviata da Roberta per permetterci di tornare in patria, il viaggio di ritorno era stato organizzato su di un piccolo aereo charter che doveva fare scalo sulle Isole Falkland e da li saremmo stati imbarcati per tornare a casa.
  Mancavano pochi giorni a Natale e prima di inviare il servizio per la puntata speciale dedicata alla  festività, a tutti i concorrenti era stato concesso di registrare un videomessaggio per la propria famiglia, naturalmente anche noi “addetti ai lavori” eravamo compresi e quindi qualche giorno prima di essere informata che sarei presto tornata a casa, avevo registrato anche io un messaggio natalizio per i miei cari, oltre alle frasi di circostanza, affettuose e un po’  sdolcinate pertinenti all’occasione, avevo colto l’occasione per salutare anche l’unica persona che avrei voluto vicino in quel periodo.
- Ciao…Tom.… questo  messaggio è per te.  Volevo chiederti scusa per come mi sono comportata…. Volevo che sapessi che non c’è stato un solo momento in cui non abbia pensato a te e  che ti amo …. non ho avuto il coraggio di dirtelo di persona…….perché sono una vigliacca… e per farmi perdonare…ho deciso  di dichiararmi davanti ad una telecamera….. ti amo ……te lo ripeterò di nuovo e ancora,  ogni volta che vorrai  e per tutto il tempo che mi permetterai di starti vicino. Buon Natale…amore. -

Eravamo  nella piccola sala d’attesa dell’aeroporto di  Port Stanley, pronti per partire. I nostri colleghi erano appena sbarcati e dopo esserci scambiati abbracci e le ultime novità e dopo avergli consegnato tutta l’apparecchiatura, decidiamo di bere qualcosa tutti insieme per festeggiare il Natale.
- Certo che questo è proprio un posto tranquillo! Eravamo solo in sei sul nostro aereo! – esclama incredulo il fotografo.
- In sei? Quindi oltre a voi tre e i piloti, un  cristiano ha scelto di venire qui in vacanza? –chiedo incredula.
- No, non era in vacanza. Da quello che ci ha raccontato,  è  partito dal Canada  per cercare una persona, infatti appena siamo  sbarcati  è corso nell’ufficio immigrazione ..credo. –
Dopo una buona mezz’ora viene annunciato il nostro volo e dopo aver salutato i nostri colleghi, ci presentiamo al check-in. La verifica dei nostri documenti prende più tempo del previsto, gli addetti continuano a scrivere e a telefonare  ad altri uffici,  senza spiegarci la ragione del problema insorto. Poco dopo un’agente molto cortese restituisce i documenti e i biglietti ai miei colleghi e poi si gira verso di me continuando a sorridere serena.
- Lei è la signorina Viola Prince? –
- Certo, ha appena controllato per un’ora i miei documenti! C’è qualche problema con il mio biglietto? – esclamo irritata.
 Non dovrei agitarmi lo so,  è controproducente discutere in un paese straniero e soprattutto con un’agente che può impedirmi di partire adducendo come scusa un’ulteriore verifica ai miei bagagli e credenziali.
- La prego di seguirmi,  il mio superiore la sta aspettando. – replica serafica.
- Senta,  il mio aereo sta per partire. I miei documenti erano in regola quando sono arrivata due giorni fa, vuole dirmi qual è il problema? Io devo tornare a Londra! –
- La prego di seguirmi, se mi crea problemi sarò costretta ad arrestarla. Prego da questa parte. –
Non ci posso credere! Con stizza riprendo le mie valigie e seguo l’agente che continua a sorridere tranquilla, anche se ha appena minacciato di arrestarmi! La seguo lungo un corridoio stretto e dopo aver bussato ad una porta si sposta per lasciarmi passare. L’uomo  che mi scruta seriamente dalla sua scrivania,   con un gesto della mano mi indica una sedia.
- Buongiorno signorina Prince. Si sieda, prego. Il motivo per cui lei è stata fermata è molto semplice, abbiamo ricevuto una denuncia a suo carico.. e..-
- Una denuncia? Ma lei sta scherzando spero!! Si tratterà di un caso di omonimia, io non conosco nessuno in questo dannato posto se non i miei colleghi! Voglio parlare subito con un incaricato del Consolato britannico! Mi può dire almeno chi ha emesso la denuncia e perché? –
- Sono stato io. –
Quella voce leggermente roca …. Senza rendermene conto lascio cadere sia la borsa che le valigie vicino ai miei piedi, sento il cuore che sta per prendere il volo e  lo stomaco pieno di farfalle irrequiete. Mi volto lentamente con il terrore che la speranza, che fa tremare la mia anima,  venga delusa, invece  un bellissimo sguardo chiaro m’abbaglia. Tom con una tenera espressione incerta si avvicina,  mentre continuo a fissarlo sbigottita.
- Ciao Viola…. – mormora piano.
Il suo viso prende dei contorni sfuocati mentre le lacrime  scendono copiose bagnandomi le guance  e  in un attimo sono tra le sue braccia,  con un sospiro di sollievo respiro il suo profumo e  solo in quel momento realizzo fino a che punto amo quell’uomo che mi stringe forte.  Sono stata una pazza ad allontanarmi da lui e se me lo permetterà  lo ringrazierò per tutta la vita  di essere venuto fin qui da me. Mi scosto un poco per  guardarlo negli occhi e vorrei dirgli tutte le parole che  m’affollano il cuore e la mente  ma….
 -Ti amo….. –  sussurro e un timido sorriso sorpreso  mi piega le labbra. L’ho detto!
Il dolce sorriso che gli illumina il viso è il più bel regalo che potesse farmi, riesco a sentire il battito affrettato del suo cuore che corre veloce come il mio.  
 - Ti amo…. – ripeto emozionata mentre mi alzo in punta di piedi per baciarlo.
 
  
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