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Autore: addict_with_a_pen    04/11/2014    1 recensioni
Patrick deglutì un paio di volte a vuoto prima di alzare lo sguardo verso lo sconosciuto in mutande. Era davvero un bel ragazzo: capelli neri, occhi marroni ma assolutamente stupendi ed il sorriso più bello che avesse mai visto. Gli diede la bottiglietta e stette a fissarlo imbambolato per tutto il tempo in cui bevve. Cosa gli aveva preso?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Patrick Stump, Peter Wentz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno successivo Patrick era stranamente felice e si sentiva leggero ed appagato. Per la prima volta, guardandosi allo specchio al mattino, aveva sorriso, accettando la sua faccia da bambino, i suoi fianchi leggermente più morbidi rispetto alla media e la sua altezza, più che altro bassezza, che lo aveva sempre reso lo zimbello di ogni situazione. Forse si sentiva così perchè anche Pete era basso o forse perchè se lui gli diceva che era bello allora non poteva fare a meno di crederci un po’ di più, fatto sta che quella mattina era raggiante. Non vedeva l’ ora di pranzare con Pete.
Dopo quattro noiose e pesanti ore di lezione, finalmente arrivò il momento che aveva aspettato da tutto il giorno. Aspettò qualche minuto fuori dalla mensa ma poi dovette entrare e mettersi in fila, nonostante non ci fosse nemmeno l’ ombra di Pete. Il fatto era che Joe continuava a dirgli di sbrigarsi se voleva pranzare e il fatto era anche che Patrick aveva vergogna a dirgli del suo “appuntamento” e quindi non si oppose; cedette e si mise tristemente in coda, con il suo triste vassoio, tristemente grigio. Proprio mentre si stava incamminando verso un tavolo con Joe, sentì due mani posarsi sui suoi fianchi e poi due forti braccia cingergli il busto. Gli vennero i brividi. Avvertì il calore di quel corpo che già conosceva, nemmeno lui sapeva come, e poi sentì la sua voce vibrargli prima sulla schiena e poi dritto nel suo orecchio sinistro.
“Ciao Pattycake...” Un bisbiglio. Lo stomaco di Patrick era in subbuglio totale e per un attimo credette di star per morire lì, nel suo piatto di maccheroni al sugo.
“Ti sono mancato?” Dopo questa domanda, sussurrata sempre nel suo povero orecchio, sentì il calore delle sue labbra sul suo collo. Okay, ora stava davvero per morire. I brividi presero a scendergli dal collo sino ai piedi e ad espandersi in tutto il corpo e il suo cuore prese a rimbombargli nelle orecchie ad un ritmo insano.
“Tantissimo...” riuscì a biascicare cercando di non lasciar cadere a terra il suo pranzo. Solo dopo qualche attimo si rese conto che stavano bloccando la fila e che Joe stava osservando tutto con occhi spalancati. Pete parlò al suo posto:
“Hey, tu sei Joe, l’ amico di Patrick, non è vero? Io sono Pete, piacere. Ti dispiace se te lo rubo per il pranzo?” Joe annuì con la bocca socchiusa e con gli occhi sempre più spalancati.                                              
“Ci si vede dopo Trick...” disse prima di allontanarsi sconvolto e sedersi in un angolo della mensa, mentre Pete afferrò con una mano un panino e con l’ altra la mano sudata dall’ emozione di Patrick, rischiando di fargli cadere a terra l’ intero vassoio. Appena si sedettero, Pete sfoggiò il suo sorriso migliore e Patrick fu come obbligato a sorridere a sua volta. Era impossibile non farlo. La mano di Pete si poggiò sulla sua e cominciò ad accarezzarla piano e leggermente. Patrick avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre. Avrebbe potuto perdersi in quegli occhi e rimanerci per tutta la vita.
“Credo che tra poco mi innamorerò di te.” E Pete se ne uscì con una sua solita frase che lasciò, come sempre, Patrick rosso in volto e senza parole.
“N-Non mi conosci neanche... cioè, insomma, io...” Patrick si incasinò e non riuscì più a spiccicare parola. Il suo cuore stava battendo talmente forte che aveva mandato in tilt il suo povero cervello. Dannato Pete!
“No, dico sul serio. Non mi sono mai affezionato così in fretta a qualcuno in tutta la mia vita. Hai qualcosa di magnetico Pattycake, e io non so resistere a questa cosa. Mi dovrai sopportare per molto tempo, temo...” La mano di Pete si strinse di più a quella di  Patrick che, nel frattempo, era riuscito a riacquistare un po’ di lucidità ed il suo cuore aveva preso a battere ad un ritmo più umano. In compenso il suo stomaco era tutto annodato ed il suo sorriso non voleva saperne di andarsene: sembrava un bambino.
“Non sarà un peso sopportarti, anzi. Non intendo lasciarti andare proprio ora...” Sarebbe stato il momento perfetto per il loro primo bacio, ma Pete preferì aspettare ancora un po’.  Voleva godersi ogni momento a fondo, senza correre e senza fargli pressione. Avrebbe potuto aspettare tutta la vita per un suo bacio.
“Beh, ieri al telefono quando ti ho detto che voglio conoscere ogni tuo minimo dettaglio, ero serio. Parti dal dirmi il tuo cognome, non so nemmeno quello! Cominciamo da zero, presentati.”
“Stump... Mi chiamo Patrick Stump.” Pete sorrise estasiato.
“Mi piace come suona, ti si addice! Io sono Peter Wentz, ma tutti mi chiamano Pete, ed ho un debole per i Patrick Stump.” Possibile che quel ragazzo riusciva sempre a metterlo in imbarazzo con una sola frase? Era come una magia.
“Peeete piantala! Mi metti in imbarazzo...”
“Lo sei sempre. Le tue guance sono sempre come minimo rosa quando parli con me, ma è un bene: vuol dire che ti piaccio.” La situazione stava peggiorando ogni istante sempre di più.
“Continua a parlarmi di te.” Detto questo addentò il suo panino e si mise a fissare Patrick con occhi colmi di aspettativa. Adesso era lui a sembrare un bambino.
“Beh, non c’è molto da dire... Non sono niente di che io, anzi, faccio abbastanza schi...”
“Ti prego no! Non cominciare a sminuirti! Cambia immediatamente la tua frase con “Beh, c’è davvero molto da dire. Sono un ragazzo fantastico e pure bellissimo”, o troverò il modo per metterti in imbarazzo come mai prima d’ ora!” Patrick abbassò la testa, ritirando la sua mano da sotto quella di Pete e stette in silenzio. Lui non pensava quelle cose, erano tutte bugie. Non poteva dire così tante menzogne. Pete, visto il suo disagio, gli prese ancora la mano e parlò con un tono molto più tranquillo che Patrick trovò sensuale:
“Scusami Pattycake, e che non posso tollerare il fatto che tu ti veda come un mostro. Riuscirò a farti capire quanto sei meraviglioso ma ho capito che ora non è il caso. Dimmi un nome, un aggettivo, una qualsiasi parola che ti descrive, solo questo.” Patrick alzò lo sguardo ed incontrò quello mortificato di Pete. Gli si spezzò il cuore. Era bravo solo a far star male la gente, ecco cosa. Pensò in fretta a qualcosa da dire per non deludere nuovamente Pete.
“Musica. Io vivo per la musica.”
“Nel senso che ne ascolti tanta?” Patrick scosse la testa.
“No, nel senso che... suono la chitarra, il piano, un pochino la batteria e che canto cover di canzoni che amo assieme a Joe, anche lui chitarrista.” Pete era più che estasiato, era in adorazione.
“Patrick Stump necessito di sentirti cantare il prima possibile e non accetto un rifiuto!” Patrick si pentì immediatamente di ciò appena detto.
“Ti prego, no...”
“Non accetto un rifiuto. Potrei morire ai tuoi piedi se ti vedessi con in mano una chitarra e ti sentissi cantarmi una canzone. Dio, che visione meravigliosa!” Patrick si rassegnò, poichè in fondo si trattava di Pete e lui avrebbe fatto di tutto per renderlo felice.
“E va bene... Ma solo perchè sei tu!” Pete, preso dall’ emozione del momento, non riuscì a trattenersi e gli diede un rapidissimo bacio a stampo, talmente leggero che se Patrick non lo avesse visto con i suoi occhi, non se ne sarebbe neanche accorto. Il suo cuore si fermò.
“M-Ma che fai!?” Pete rise di gusto.
“Mio Dio sei l’ essere più dolce che esista nell’ Universo! Non ho saputo trattenermi, ho dovuto. Scusami.” Vedendo che l’ espressione di Patrick non tornava alla normalità ma che anzi diventava sempre più dolce, confusa e sorpresa, non riuscì a trattenere una risata ancora più sicera e di gusto di quella di poco fa.
“N-Non era preparato! Non vale così!”
“Aspetta che ti dia il vero bacio...” Lasciò la frase in sospeso  e la pronunciò con quel tono che Patrick reputava sensuale. Non riuscì a trattenersi e si morse nuovamente il labbro, facendo sciogliere Pete e causandogli un flusso ininterrotto di brividi lungo la colonna vertebrale.
“Oggi pomeriggio vieni a vedere un film da me e ancora una volta non accetto un rifiuto.” Patrick in cuor suo sapeva già che avrebbe ceduto, e come non avrebbe potuto? Dio, quegli occhi gli facevano perdere il nume della ragione! Anche lui tra poco si sarebbe innamorato, tra molto poco...
 
  
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