La mattina dopo mi alzo con le
cuffiette nelle orecchie, ma
il telefono spento, si deve essere scaricata la batteria durante la
notte. Vado
a farmi una doccia gelata, quando mi spoglio vedo il mio corpo allo
specchio.
Ho lunghi capelli biondo cenere che mi arrivano al seno, gli occhi sono
verdi
prato e sono abbastanza magra. L’altezza è uno dei
miei difetti, sono bassa,
circa 1 metro e 55. Ma la cosa veramente orrenda di tutto questo sono i
vari
lividi e tagli sparsi un po’ dappertutto. Mi ricordano la mia
situazione, che
non posso scappare. Per non stare ancora più male con me
stessa mi infilo
subito in doccia. Ho la testa vuota, come se fosse annientata, non so
se avete
presente la sensazione. È come non riuscire ad avere
pensieri concreti, come se
tutto fosse troppo lontano per avere importanza. Per me è
sempre così ormai. Mi
asciugo e mi vesto, vago per la casa alla ricerca di qualcosa da fare.
“che ci fai ancora
qua?” è mia madre, mi guarda con quegli
occhi che ho sempre detestato, sono gelidi, taglienti, sembrano
dividerti a
metà.
“non so che
fare…” rispondo con voce neutra
“te lo dico io, fai la
valigia e vattene, mi sono stufata di
vederti girare per casa mia senza fare nulla. Vattene da quel Teo o
dove vuoi
tu, sei maggiorenne ormai.”
Sono incredula, non so nemmeno cosa
rispondere, mi giro,
salgo le scale e vado in camera mia. Prendo le mie cose e le metto in
un
borsone, me ne vado. Faccio come dice lei, ma non ce la faccio
più a vivere
qui, in questo modo.
Dopo aver raccolto le mie cose, tutti
i soldi che ho e i
documenti, scendo le scale e le passo davanti. Non ci diciamo nulla,
nemmeno ci
guardiamo, apro la porta e me ne vado per sempre da tutto e da tutti.
Mi dirigo alla metro, devo arrivare
all’aeroporto.
Dopo un viaggio di una mezzora arrivo
a destinazione, ho
intenzione di comprare un biglietto per Londra. Cambio stato, cambio
aria,
cambio vita. Dopo i vari pagamenti e controlli salgo e posso andarmene
con Ed
che mi canta nelle orecchie e il cuore un po’ più
leggero.