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Autore: CalimeNilie    06/11/2014    3 recensioni
Sarà poi vero che Sam si è offerto di accompagnare Frodo nel suo viaggio di sua spontanea volontà? E che Frodo è il padrone misericordioso e gentile descritto dal Maestro Tolkien? Probabilmente no. Non sarà solo un equivoco la partenza del povero Sam, schiavizzato a vita da un padrone crudele e tiranno?
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frodo, Sam, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La desolazione della Compagnia

Partirono tutti abbastanza contenti, specialmente gli hobbit, che erano riusciti a trovare un po' di erba pipa da portarsi nel viaggio. Pipino poi, aveva talmente tanta erba nascosta dentro il mantello che pareva più muscoloso di Boromir. Mentre camminavano Legolas continuava a specchiarsi dentro lo scudo di Boromir, che non aveva il coraggio di picchiarlo solo perché conosceva la sua fama di arciere. Sam, che era nato povero e si era sempre accontentato di erba pipa di scarsa qualità, dopo solo quattro ore che fumava, colassò.

Kamno posì” si lamentò Frodo dopo poco.

“Eh?”

“Vuol dire 'Ho male ai piedi'” intervenne distrattamente Legolas. In quel momento sentirono Gandalf dire a Grampasso: “Senti Aragorn, non me ne frega nulla se sei destinato ad essere re e se eri un Ramingo, noi andremo di qua!” Gli altri, che non conoscevano la zona, li guardavano allibiti mentre si menavano e insultavano a vicenda ed erano sicuri che presto di questo passo si sarebbero persi. E infatti poco dopo pure Legolas e Gimli si menavano e Sam le prendeva da Frodo; Merry e Pipino ballavano tra la rissa e cantavano a squarciagola pigliando a pugni Boromir. Frodo cadde in un burrone e si tirò dietro Sam, che si tirò dietro Aragorn, che si tirò dietro Gandalf, che si tirò dietro Merry e Pipino, che si tirarono dietro Boromir, che si tirò dietro Gimli, che si tirò dietro Legolas, al quale non si scompigliarono per nulla i capelli. Ci misero tre giorni solo per riuscire a tirare Frodo in piedi.

“Ma sentite un po'...” esordì Pipino indicando Aragorn. “Io pensavo che lui fosse Grampasso”.

“Lui è Grampasso. Ma è anche Aragorn e il futuro re di Gondor” spiegò Gandalf.

“Ehi, frena un attimo, amico!” intervenne Boromir, convinto da sempre di essere l'erede di diritto. “Patti chiari e amicizia lunga: io sono il figlio di Denethor...” ma gli hobbit non lo lasciarono finire:

“Fooorte, un re nella compagnia? Che figata! Ma quindi Grampasso non viene con noi? Menomale, mi stava sulle scatole” disse Merry.

E Pipino: “Già, niente seconda colazione e carne secca come pranzo. Alla notte si dormiva senza fuoco e dovevamo fumare di nascosto”.

Frodo ebbe la sua da dire: “Sì, per non parlare del fatto che quell' ignorans, ignorantis non sapeva una parola di latino o di greco”. Aragorn ascoltava allibito, stupito di tanta ingenua stupidità.

Sam: “Volete altri fagioli?”

 

Quattro giorni dopo, 500 km aerei da Imladris, Montagne Nebbiose, Terra di Mezzo. Sam stava cucinando tranquillamente quando sentì Aragorn che imprecava infuriato e vide Gandalf che muoveva minaccioso il suo bastone. “Che avete voi due da urlare così forte?” chiese Pipino, l'aria un po' inebetita.

“Questo zuccone non vuole ascoltarmi! Dice che è meglio andare a Moria! Ma io dico: sei impazzito?!” sbottò Gandalf. “Io propongo di passare per il Caradhras!”

Pipino ascoltava attento: “Ma... a Moria...” “Eh.” “No, voglio dire... c'è gente?” “No, per Manwë! Solo orchetti e male!” “E... Gandalf...” “Eh.” “Questi orchetti... a loro, dico, piace il verde?” Compreso il dubbio che affliggeva l'hobbit, Gandalf disse: “Caro Pipino, no, gli orchetti non spacciano. Ma ti dirò di più: sul Caradhras c'è una clinica per drogati: ogni tanto la sicurezza cala e si riesce a spacciare” e subito si volse imbarazzato. Il fatto era che non c'era nessuna clinica, ma Gandalf, desideroso di più erba per sé, aveva messo su una storiella che aveva convinto l'hobbit.

La misero alle votazioni: vinse Gandalf.

Così si incamminarono, anche se Aragorn non ci credeva neanche un po' a quella storia dei drogati del Caradhras. Sam ebbe un nuovo collasso perché Pipino gli aveva dato dell'altra erba pipa per calmarlo, essendo lui rimasto senza cena per colpa (ma dai?) di Frodo. Proprio mentre si inerpicavano su per un impervio sentiero, una terribile tempesta si alzò su di loro e una voce terribilmente lusinghiera si spanse nell'aria. “È Saruman!” urlò Gandalf. E poi: “Stregone bianco! Smettila che ti abbiamo fatto?”

Ma vane furono le sue suppliche; aspre fùro le alate parole che a lui rivolse il Bianco Stregone dalla rocca dell'Isen: “Do, sciocco sdregone grigio! La bia teppesta dod si femmerà fidché quello spodco effo dod sarà morto! Pe' colpa sua e del suo sdupido ais bachet cialleg ora ho il raffreddore! E ora, muori!”

Tutti guardarono male Legolas: “Ma... era un gioco, per beneficenza...” tentò di scusarsi lui.

“Almeno ora renditi utile” disse Gandalf. “Va' avanti, corri sulla neve e va a cercare il sole e la strada...”

“E vedi se trovi quella clinica di drogati!” gli urlò dietro Pipino mentre l'elfo già si stava allontanando, correndo agilmente sulla neve.

Tornò indietro pochi minuti dopo. “Non ho trovato la strada e il sole non vuole saperne di venire qui” annunciò. “Ma in cambio ho trovato la tua clinica, dietro quella collina”. Pipino si fiondò immediatamente su per il sentiero. Gandalf lo seguì perplesso e irritato.

“Okay, Saruman” disse allora Legolas. “Ora bure io ho il raffreddore, basda ber favore!”

Il brontolio di Saruman cessò. “Paùotai” notò Frodo. “Eh?”

“Non so, a me pare di sentire ancora qualcosa... che ne dici, Legolas? Cosa sentono le tue orecchie da elfo?”. Legolas si concentrò, poi disse: “Il padiglione auricolare volta a est... Stanno portando il cerume al timpano!”

In quel momento videro venir giù dalla collina a rotta di collo Gandalf e Pipino: alle loro spalle era una nerboruta guardia con una clava in mano. “Via via! Ci hanno beccato!” urlò Gandalf. “Non ci resta che passare da Moria!”

Così tornarono indietro, con gli hobbit mezzo-affogati: Frodo che bestemmiava, Sam che piangeva come un matto e Pipino che si lamentava perché l'erba si era ricoperta di brina. L'unico un po' tranquillo era Merry, che era riuscito a farsi portare in spalla da Boromir (forse promettendogli un goccetto dalla sua fiaschetta al termine della corsa). Arrivarono davanti al portone di Moria.

“Tutto qui?” chiese Frodo. “Che pizza, qua ci fanno camminare per tutto il dì e poi ci ritroviamo davanti a questa porta, che è pure chiusa. Oh, Gandalf, vecchio: möves con 'sta chiave!”

“Dite amici ed entrate” lesse Gandalf sul portone, riflettendo. Frodo guardò: “Ecco, adesso pure i rebus ci fanno, per entrare...” poi, accortosi che la scritta era in un alfabeto strano si schiarì la voce e disse: “Sì, sì... dite amici... ed entrate... dicite amici... no quello è greco... sì, non si capisce nulla infatti... légete filoi...”

“Frodo” gli disse Gandalf sottovoce. “Sta' zitto che quello è elfico!” Frodo imprecò tra sé, ma tacque. Mentre Gandalf si scervellava per trovare una soluzione ed entrare, Sam si mise di nuovo a cucinare e Legolas iniziò a specchiarsi nelle acque di un lago vicino. Ma mentre si osservava, notò delle ondine formarsi sulla superficie dell'acqua. Merry e Pipino stavano lanciando dei sassi nell'acqua, cantando allegramente.

“Shhhh!” fece loro Aragorn. “Non disturbate l'acqua!”

“Bella questa, dovresti metterla su una maglietta!”

Poco dopo Merry si rivolse a Gandalf: “Non è che quel cretino di mio cugino aveva ragione? Di' amici in elfico”.

“Eh? Mellon!” la porta si aprì.

Mellon? Chi ha detto 'futuro' in greco?” chiese Frodo. Ma proprio in quel momento un mostro uscì dall'acqua e con i suoi lunghissimi tentacoli afferrò Frodo per sollevarlo in aria. Sam tentò di correre in aiuto del padrone, ma inciampò e finì dritto dentro la pentola di zuppa. E Frodo, a testa in giù: “Saaaam! Razza di cretino, vienimi ad aiutare, non nasconderti nella pentola!” Sam saltò fuori, ma aveva gli occhi pieni di zuppa e filò dritto dalla parte sbagliata: dentro al portone di Moria. Sì che a Frodo parve stesse fuggendo.

Pipino iniziò ad urlare contro il mostro: “No! Fermo, non è una canna quella! Ce l'ho io l'erba!” e lanciò un pacchetto nel lago. Il mostro lo prese al volo e lasciò andare Frodo, tornando a inabissarsi. Quando furono sani e salvi dentro Moria, Gandalf riuscì a tirar fuori a Pipino un terrorizzato racconto di come lui e Merry avessero scritto su delle pietre gli accordi per un pagamento di tre pacchi di marijuana e due chili di hashish e le avessero poi lanciate in acqua. Ma il mostro aveva scambiato Frodo per una canna.

“Lusinghiero” ebbe solo da dire Gandalf al termine della storia.

Dopo che si fu calmato, Pipino, sentendosi giustificato per lo spavento che si era appena preso, si diresse verso un cadavere di orchetto seduto su un pozzo.

“Ahahahah guarda che buffo!” disse, e, toccandolo, fece cadere prima la testa, poi il corpo intero dentro il pozzo.

“CLANG!”

“Eh, ma che cavolo di foné” sbottò Frodo. “Eh?” Legolas non disse niente, perché non riusciva a sentire nulla.

“Idiota di un Tuc” fece Gandalf. Aragorn si mise ad urlare con un forsennato, facendo più rumore lui che Pipino: “Buttati tu la prossima volta e liberaci della tua stupidità!” Ma Gandalf non perse tempo con la favella: alzò Pipino sopra il pozzo e lo lanciò giù. In quel momento una banda di orchetti armati fino ai denti irruppe nella sala. Frodo non perse tempo e saltò celermente su una roccia, prendendo Sam come scudo.

“Al mio via...” urlò l'hobbit mentre i due schieramenti si fronteggiavano. Tutti lo guardarono in attesa. Frodo sorrise malvagio e strillò: “... Scatenate l'Inferno!”

Tutti gli orchetti: “Questa. È. MOOOOORIAAAAAAAA!”

 

 

 

 

 

 

E... buondì! Oggi è stato un giorno molto noioso perché Chiara è ha una gara di equitazione e non mi ha nemmeno rotto durante le lezioni con le sue battutine. Comunque: tocca a me aggiornare. Rieccoci qui con anche il nostro amico Saruman con il raffreddore, che ha avuto modo di far prendere anche a Leggy. Mi duole ammettere che lo scambio di battute tra Legolas e Aragorn ('Cosa sentono le tue orecchie da elfo?' 'Il padiglione auricolare volta...' sì, okay, grazie per avercelo ripetuto, Legolas) è avvenuto realmente qualche settimana fa quando ero io ad avere il raffreddore. Grazie a tutti quelli che hanno recensito per i commenti e per non aver chiamato il manicomio: immagino che sia positivo il fatto che siamo entrambe ancora a piede libero.

Ah c'è un messaggio per voi, recensitori anonimi (Frodo: “Viene dal prefisso a che significa “senza” e onoma che...” *viene scortato fuori dalla porta dalle autrici*), da parte di Saruman. Vai, stregone bianco!

Saruman (col tono di uno a cui Pipino ha appena fatto visita con le sue foglie): salve a tutti, io sono Saruman. Volevo solo dire ai lettori anonimi che non voglio più sentire una sclerata come quella delle autrici di settimana scorsa...

Nina: guarda che mi aveva appena ridato la versione di latino: ero giustificata.

Saruman: ...quindi siate pietosi verso di me, se non volete esserlo verso le autrici: recensite o i miei padiglioni auricolari non solo non volteranno a est, ma mi cadranno!

Chiara: non ascoltatelo, le sue parole sono menzognere!

Saruman: Per favore, ascoltatemi! *lancia un ultimo grido angoscioso prima di essere portato via da un Ent*

Nina: bene, ci ritroviamo la settimana prossima con il prossimo capitolo.

Chiara: hai detto due volte “prossimo”...

Frodo: viene dal... *Merry tenta di soffocarlo*

Sam: qualcuno vuole altri fagioli?

   
 
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