4. Un cuore
sincero
-Tu menti e
hai un motivo per farlo: se Pierre e Chocola si sposassero i regni si
unirebbero. Hai tutto da guadagnare affermando che non sono
fratellastri.
-E pensi che
userei mia figlia… Io non sono come te, Ice! Tu vuoi dividerli perché la guerra
continui!
-Lascialo
decidere a lei, allora. Hai due versioni, Chocola: qual è la
verità?
La streghetta
spostò gli occhioni verdi dall'uno all'altra: chi mentiva? La stretta salda di
Pierre era la sola certezza. La sua stretta, il suo cuore, il suo
amore.
"Chi ha un
cuore sincero e pieno d'amore non può mentire".
Il libro
delle predizioni…
Un cuore
sincero e pieno d'amore… Non era certo quello di Ice. Era quello di chi le
voleva bene, di chi non li avrebbe lasciati farsi del
male…
-Mia madre ha
ragione- decretò, alzandosi. –Tu sei un bugiardo.
Anche Pierre
si alzò, forte delle sue parole.
-Hai la
facoltà di scegliere. Sicura che poi i dubbi non ti
consumeranno?
-Non ho dubbi
su chi mi vuole bene. Tu avresti permesso ai tuoi figli di darti nipoti a due
teste o cose del genere- continuò Chocola. –Ma mia madre, mio zio, Robin…loro
no. Ci avrebbero separati…e se non l'hanno fatto, vuol dire che non siamo
fratelli. Sono stata una sciocca a credere che tu potessi raccontare la verità.
Addio.
-Non te ne
andrai così facilmente. Malefici!
-Stella
Nera!
-Pierre!
Il giovane
aveva alzato uno scudo con la magia, fermando l'attacco dei seguaci di
Ice.
-Andate…non
posso resistere a lungo!
-Ti
aiuto…
-No, Chocola.
Solo la magia del buio può bloccarli. Vai!
-Ma
tu…
-Una via per
tornare da te la troverò sempre- le assicurò. –Sempre. Dovunque io
sia.
-Andiamo,
Chocola!- la prese Poivre, portandola via.
-Pierre!
°§°§°§°
-Tornerà, non
preoccuparti- cercò di rassicurarla Vanilla. Chocola e gli altri erano rientrati
a palazzo, spiegando a lei e Candy cos'era accaduto. –Te l'ha
promesso.
-Ho già
rischiato una volta di perderlo, Vanilla… Perché ho voluto dar retta a delle
stupide voci?
-Perché sono
le sole cose che non muoiono mai…e a lungo andare ci si convince che siano
vere.
-Ho
paura…
-È il suo
mondo, Chocola. Non può accadergli niente.
-Io devo
andare da lui!
-Allora vengo
con te. Non ci andrai da sola.
-Sei
un'amica.
Le scope
volavano a tutta velocità verso il castello di ghiaccio: Chocola si fermava a
chiedere ad ogni creatura se per caso si fosse imbattuta in
Pierre.
-No, Chocola.
Ma che è successo?- domandò un drago.
-Stava
lottando con i seguaci di Ice…
-Spargerò la
voce. Lo troveremo, non preoccuparti.
-Grazie.
Continuiamo a cercare, Vanilla.
-Eccomi.
Andarono in
lungo e in largo, spingendosi anche in zone a loro ostili, senza risultati: il
cuore di Chocola batteva sempre più rapido, la sua ricerca si faceva più
febbrile.
"Chocola…"
-Pierre!-
esclamò la streghetta. –Ho sentito la sua voce!
-Sei
sicura?
-Sì. I nostri
animi sono uniti… È qui vicino, ne sono certa. Scendiamo a
terra.
Vanilla
guardò in basso, riconoscendo la foresta in cui stavano entrando: la Foresta
Zenzero, dove albergavano i ricordi d'infanzia della sua amica e di Pierre.
Atterrarono sulle sponde di un laghetto ghiacciato: il gelo dei Malefici non si
era ancora sciolto e rendeva quel posto misterioso e sinistro. Un fruscio bastò
per farle sussultare.
-Pierre…-
provò Chocola, vedendo qualcosa.
Una figura
solitaria veniva verso di loro, avvolta nel mantello, spettrale sullo sfondo
scuro dell'orizzonte. Si avvicinava senza fretta, come se avesse tutto il tempo
che voleva. Il suo volto era teso, sembrava esausto.
-È PIERRE!-
gridò la rossa, correndo nella sua direzione.
Il ragazzo
avanzava, appoggiato alla sua lancia, stringendosi un braccio: lo scontro era
stato duro. Quando le braccia di Chocola lo avvolsero, si abbandonò al
volentieri al loro rassicurante abbraccio, perdendo i
sensi.
Un tocco
dolce, gentile, gli sfiorava il viso e i capelli. Chissà se sua madre lo aveva
mai toccato in quel modo. Era morto e l'aveva raggiunta?
Eppure…eppure
l'ultimo ricordo era la sua amata Chocola…
I Malefici di
Ice erano stati tenaci e ci era voluta tutta la sua energia per ricacciarli nel
loro buio e riuscire ad abbandonare intero, o almeno vivo, il rifugio di suo
padre.
Padre…
Come si
poteva definire in quel modo una creatura del genere? L'abitudine o una semplice
convenzione: per lui era un estraneo. La sua sola famiglia era
Chocola.
-Ehi, guarda,
Chocola! Si è mosso!- udì esultare Vanilla.
Era come se
qualcuno gli avesse cucito le palpebre. A Pierre parve di sentire la pelle che
si strappava mentre le apriva lentamente e le sbatteva per la prima volta dopo
che era svenuto. Gli faceva male tutto, soprattutto il braccio destro, quello su
cui aveva sbattuto quando non aveva avuto più la forza di volare ed era
precipitato a terra.
-Pierre…
Spostò la
testa, incontrando il volto di Chocola: pallida, con gli occhi gonfi, i capelli
arruffati…ma comunque splendida. Le sorrise, asciugandole una lacrima dalla
guancia e lei gli prese la mano nelle sue, fissandolo come se fosse il più
prezioso dei tesori.
-Vado ad
avvertire gli altri- disse Vanilla, uscendo.
-Sì, grazie,
Vanilla.
-Quanto…?-
domandò il giovane.
-Due giorni.
Eri allo stremo…abbiamo fatto di tutto per salvarti…
-E poi, mi
hai svegliato con un bacio?- scherzò, tentando di tirarsi a
sedere.
-Aspetta, ti
do una mano.
-Anche due,
grazie- replicò, appoggiando la schiena al cuscino. –Non devo essere al meglio
di me, o sbaglio?
Chocola
scosse la testa, cancellando le ultime lacrime: era vivo…
-Sei
bellissimo, come sempre. Mi dispiace…è stata solo colpa
mia.
-Hai trovato
le risposte che cercavi, non è stato inutile.
-Ma hai
rischiato di morire!- ribatté lei, bloccata dal suo dito sulle
labbra.
-Cosa ti ho
detto, te lo ricordi? Troverò sempre una via per tornare da te, dovunque io
sia.
-Che ne è
stato di Ice e dei Malefici?
-Sono ancora
nella loro oscurità… Non sentiremo parlare di loro per un bel po'- concluse,
attirandola a sé con il braccio sano. Chocola cercò di non fargli male, ma
Pierre non prestò la stessa attenzione: voleva solo stringerla, avvertire i loro
cuori battere allo stesso ritmo. –Ti amo.
-Ti amo
anch'io.
Qualcuno
bussò alla porta, interrompendo la loro pace.
-Avanti.
-Figlioli…
-Mamma! Sei
ancora a palazzo…
-Strega
Cinnamon…
Da quando
Pierre aveva scoperto la vera identità del suo gatto, era turbato da quella
donna: non sapeva mai cosa dire o fare in sua presenza.
-Immagino di
dovervi delle spiegazioni, su quanto avete affrontato con
Ice.
-Ci hai già
spiegato tutto.
-Per te è
sufficiente, Chocola. Ma per Pierre?
Il giovane
sussultò leggermente, abbassando gli occhi azzurri. Sì, c'erano domande per cui
voleva delle risposte…
-Perché…perché
è rimasta con me?
-Perché
Chocola aveva mio padre, Vanilla, i suoi amici… Ma tu cosa avevi, oltre al
rancore con cui Ice ti ha cresciuto?
-Niente…solo
un odio che non capivo, delle idee che non mi
appartenevano…
-Avevi tre
anni quando ti portai via da tuo padre e ti lasciai alle cure degli elfi della
Foresta Zenzero, sicura che ti avrebbero cresciuto come se fossi stato uno di
loro. E quando Ice ti ritrovò, io ero già un gatto da diversi anni- raccontò
Cinnamon. –Fu un caso che tu, Chocola, trascorressi le vacanze proprio
lì.
-Noi lo
abbiamo ricordato poco tempo fa: i Malefici avevano congelato la nostra memoria,
facendoci dimenticare la nostra amicizia- aggiunse
Chocola.
-Tu non eri
cattivo, ma sapevo che lui avrebbe fatto di tutto per nutrirti d'odio e di
desiderio di vendetta. Per questo ti restai accanto: per evitare che il tuo vero
cuore venisse soffocato dal cristallo nero.
Pierre annuì:
quel gatto era stato il suo unico conforto quando tutto incombeva su di lui,
quando i doveri parevano stritolarlo nella loro morsa.
-Grazie…di
tutto.
-Avrei voluto
poter fare di più. Ora vi auguro di essere felici insieme…e non posso
nascondervi il desiderio di vedere i nostri popoli riuniti in uno
solo.
-Noi faremo
il possibile per riuscirci- confermarono entrambi, rimanendo nuovamente
soli.
-Extramondo e
i Malefici…suona strano non credi?
-Suona strano
che sarà governato da due che sono legati ai Malefici- ribatté la
rossa.
-Forse è il
primo passo per raggiungere la pace. Io penso che un giorno ci
arriveremo.
-Noi ne siamo
la prova- confermò Chocola, intrecciando la mano nella sua. –I nostri popoli
possono vivere in pace e armonia.
-Sarai una
gran regina…
-Perché avrò
accanto un grande re- replicò, baciandolo.
FINE