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Autore: Mew_vale    07/11/2014    6 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 12

Alexander
Ho appena terminato un incontro con un cliente, quando entra mia madre nel mio ufficio. Mi alzo per salutarla con un bacio sulla guancia poi le sposto la sedia, lei si accomoda e io torno alla mia postazione.
“Mamma, come mai qui?”
“Volevo solo venirti a trovare! Come vanno le cose in ufficio?”
“Molto bene, ho appena chiuso un contratto con un noto brand di cosmetici!”
“Mi fa molto piacere… Sai mi chiedevo, quando hai incontrato Mario Calderon all’aeroporto, avete parlato di qualcosa in particolare?”
“No, io non ci ho parlato dato che non lo conosco, ci ha parlato zia… Poche parole sbrigative, di circostanza! Come mai questa domanda?”
“Curiosità!”
“Lo conosci bene quel tipo?”
“Abbastanza, quando lavoravo all’Ecomoda ci lavorava anche lui come direttore commerciale… Ed era il migliore amico del mio ex, Armando Mendoza… Ah, sai prima c’era una ragazza qui fuori che voleva parlare con te!”
“Che ragazza?”
“Non ne ho idea, non ha detto il suo nome né a me né a Melody! Quando mi sono presentata, è scappata via… Aveva i capelli scuri, molto ricci e gli occhi castani… “
Olga, potrebbe essere lei! Come mi ha rintracciato? E cosa ci faceva qui? Mia madre si alza per andarsene ed io l’accompagno all’ascensore. Quando lei vi entra e se ne va, Melody mi ferma.
“Dottore!”
“Mi dica.”
“Prima era venuta una ragazza a farle visita, ma poi è andata via…”
“Sì, me lo ha detto mia madre.”
“Ha perso questo in mezzo alle sedie!” Mi porge una tessera magnetica, è un tesserino di un liceo. Io leggendolo mi avvio verso il mio ufficio. Si chiama Olga Mora. Cosa ci fa una ventunenne con il tesserino di un liceo? Entro nel mio ufficio mentre ripeto mentalmente il suo cognome.

Olga
Arrivo a casa di Donna la quale mi apre e ci precipitiamo in camera sua chiudendo la porta alle nostre spalle.
“Allora, lo hai visto?Stavo morendo dall’ansia!”
“No, ma ho scoperto che è un Valencia!”
“E che cos’è un Valencia??”
“Il peggio incubo della mia famiglia!”
“Ti spieghi meglio?”
“I Valencia è la famiglia socia dei Mendoza, i padroni dell’azienda per cui lavora anzi lavorava mio padre…”
“Pensa che piccolo il mondo! E questo sarebbe un problema perchè?”
“Non scorre buon sangue tra la mia famiglia e i Valencia… Anzi, sono proprio persone da evitare!”
“Bhe, meglio così! E poi cos’avresti detto a quel tipo? Ti saresti resa ridicola andando lì a fargli il sermone per come si è comportato e avresti corso il rischio che scoprisse le tue balle! Scordati di lui, visto che non sa chi sei!”
“Hai ragione…”

Patrizia
Entro nel ristorante e un cameriere mi viene incontro.
“Signora Valencia, che piacere! Come sta?”
“Bene, la ringrazio. Mio marito mi sta aspettando!”
“L’accompagno al tavolo.”
Ci avviciniamo, Daniele si alza e mi saluta con un bacio sulla guancia. Questo contatto fa galoppare il mio cuore, specie perché non capitava da un po’ di tempo. Daniele torna a sedere, il cameriere, prima di allontanarsi, mi sposta la sedia ed io mi accomodo. Io e Daniele ci osserviamo per qualche istante.
“Come stai Patty?”
“Bene Daniele, tu?”
“Non bene come quando eri a casa…”
“Non te ne accorgevi neanche quando ero a pochi metri da te!” Rispondo prontamente. Lui incassa senza ribattere.
“Hai ragione. Michael e David hanno visto il mio annuncio in tv?”
“Sì, e anche Roberta Mora e Camilla Mendoza, erano tutti riuniti a casa dei nostri figli”
“Roberta Mora?”
“Esatto, è normale che i ragazzi la vogliano conoscere meglio!” Lo devo ammettere, sbattergli in faccia il fatto che io e i suoi figli siamo venuti meno alle sue imposizioni, mi piace.
“E ci hai parlato anche tu?”
“No, perché lei mi reputa un mostro e non vuole! Dopo l’annuncio lei e Camilla se ne sono andate… E comunque se Roberta e la sua famiglia vorranno, io cercherò di cucire un rapporto con lei! Che a te piaccia o no Daniele!”
“Mel’immaginavo. Non ti ostacolerò Patrizia. Io oggi ho voluto vederti per dirti che intendo impegnarmi per riacquistare affidabilità ai tuoi occhi e a quelli dei ragazzi.”
“Ci credo Daniele, ti conosco abbastanza da sapere che il gesto che hai fatto ieri è abbastanza clamoroso da parte tua… Io non posso parlare per i miei figli, per quanto riguarda loro dovrai parlarci tu. Ma se pensi che dopo questo pranzo io tornerò a casa con te, sogni! Ci vorrà ben altro per dimostrarmi che mi ami ancora!”
“Mi aspettavo anche questo…” Daniele alza la mano verso il maitre e non posso credere a quello che succede. Arriva un violinista che suona una serenata e un cameriere mi porge un grosso masso di bellissime rose rosse e velo da sposa. Questa è la stessa sorpresa che mi fece molti anni fa, quando ero incinta di David di 5 mesi e mi disse di essersi innamorato di me. Il suo gesto mi ha colpito e non lo nascondo, visto che sorrido. Il cameriere si allontana con i fiori e ci abbandona anche il violinista, e mi rendo conto che tutto il ristorante ci fissa.
“Apprezzo il fatto che non hai cercato di comprarmi con dei diamanti!”
“Per me Patrizia sarebbe già tanto se accettassi di rivedermi…”
“A tre condizioni, Daniele! La prima è che lascerai libero David di frequentare Camilla Mendoza, quei due insieme stanno benissimo! La seconda è che tu non faccia la guerra al figlio di Armando! E la terza è che lasci tranquillo Armado, quel poveretto ha già rischiato la vita con un infarto! Dovrai cambiare Daniele!”
“E va bene Patrizia, posso garantire per me ma non potrò controllare quello che farà Giulio. Ora direi di ordinare.”

Betty
Io e mio marito varchiamo la soglia dell’ascensore e le ragazze della banda ci vengono incontro.
“Betty, dottor Armando!” Saluta Annamaria.
“Salve ragazze.” Risponde mio marito.
“Ciao Annamaria, ciao ragazze! Diego è in ufficio?”
“Certo, è in presidenza! Lo chiamo così vi annuncio!”
“Dottor Armano, come sta?”
“Bene Sandra, la ringrazio.”
“E’ successo qualcosa che siete venuti qui?”
“Berta, si è forse dimenticata che questa è ancora la mia azienda?” La canzona mio marito.
“No, dottore, certo che no! Anche se non la sento più urlare per tutto il giorno non mi sono dimenticata di lei!”
Noi tutte ridiamo mentre Armando lancia un’occhiataccia a Berta. Annamaria ci dice che possiamo passare e ci avviamo in presidenza. Passiamo di fronte alla direzione amministrativa e mio marito ferma la sua camminata.
“E lei chi è?” Chiede rivolgendosi alla nuova segretaria. Quella si alza.
“Salve Dottor Mendoza, Isabella Carissi. Sono la nuova segretaria della direzione amministrativa! Ci siamo visti il giorno del consiglio di amministrazione, durante il suo discorso di addio.”
“Mi perdoni! Mi presento ora visto che non l’ho fatto prima. Armando Mendoza, azionista e proprietario dell’azienda.”
“So perfettamente chi è lei… Dottoressa Pinzon buon giorno!”
“Salve Isabella! Come si trova a lavorare da noi?”
“Molto bene davvero… Sono tutti molto gentili!”
La nostra chiacchierata viene interrotta da Diego che esce dalla presidenza. Ci saluta con un bacio.
“Mamma, papà che sorpresa… Come mai qui?”
“Io e tuo padre vorremmo scambiare due parole con te…”
“Entriamo in presidenza. Isabella, non mi passi né chiamate né visite.” Stiamo per entrare in presidenza ma quella ragazza richiama mio figlio il quale si volta.
“Dottore?”
“Sì?”
“Dimentica che io non sono più la sua segretaria, adesso lo è Annamaria.”
“Ah già, me lo scordo sempre. Lo dica lei ad Annamaria per favore!” La liquida mio figlio, entrando e richiudendo la porta.
“No ma, vuoi un’altra segretaria? Due non ti bastano?” Lo canzona mio marito. Mio figlio ride prima di sedersi al suo posto, noi ci accomodiamo nelle sedie di fronte. Devo dire che questa veste gli dona!
“Siete venuti per l’azienda?”
“No Diego, per te. Ieri sera è venuta a trovarci…”
“Trovarci? Ad assalirci!” Commenta Armando.
“Mariapaola… Ci ha detto che hai lasciato Paola, dicendo che non l’ami più…”
Diego abbassa lo sguardo, gira sulla sedia e fa una smorfia. Mio marito precisa:
“Non siamo qui per redarguirti, ma solo per parlare!”
“Non mi sorprende che sia venuta a casa per fare una piazzata… E’ venuta anche da me, mentre c’erano Camilla e Lorenzo… Mia sorella non guarda più in faccia!”
“Lo sai tesoro che è amica di Paola… Il tuo comportamento non è certo lodevole, visto che le hai chiesto di sposarti nonostante non l’amassi più, quindi le persone ti giudicano come il cattivo della storia!”
“Ma per quello che può valere, noi siamo contenti che hai deciso di dire la verità, per quanto brutta sia stata. Io ho vissuto come te per mesi, non due settimane! Fingendo di essere innamorato, vivendo nel timore di ciò che avrebbe comportato la chiusura del rapporto con Marcella. Tu lo hai fatto subito ed è stato meglio così!”
“Vorremmo solo sapere come stai.” Gli chiedo, sporgendomi per afferrare la sua mano.
“Bene. E’ logico, mi dispiace per Paola, non posso immaginare quello che sta passando, il male che le ho fatto! E il ceffone di sua madre me lo sono meritato tutto. Non cerco scuse! Sono stato uno stronzo. Ma sarebbe stata una sofferenza inutile continuare i preparativi delle nozze. Entrambi avremmo perso tempo, lei sarebbe vissuta in un sogno… Lei si merita di meglio, qualcuno che la ami. E io, semmai mi sposerò, vorrei che fosse con la donna che amo!”
“Tesoro di mamma, io sono certa che troverai la donna per te…”
“Grazie.” Dice mio figlio, guardandoci negli occhi.
“E qui in azienda la situazione come va?”
“Bene papà…”
“Nicola vi ha mandato le cifre del ricavato della vendita degli immobili commerciali di Palm Beach?”
“Sì mamma, abbiamo già discusso di questo io, Roberta e Lorenzo… “
“E possiamo vedere quelle cifre?” Domanda mio marito. Diego estrae una cartellina e la leggiamo, io faccio un rapido calcolo mentale.
“Non basteranno a coprire il debito con la banca!”
“No mamma, ma la collezione è eccellente, le previsioni di vendita sono ottime quindi contiamo ci coprire il resto con il ricavato dalle vendite!” Mi risponde mio figlio. Io e mio marito, chiediamo quando potremmo vedere la collezione e Diego ci avvisa che tra una settimana ci sarà la presentazione per i soci.

Camilla
Tra una settimana presenteremo la collezione in anteprima al consiglio direttivo, perciò Ugo ed io stiamo stilando la lista delle modelle che intendiamo ingaggiare, visto che già dopo domani avremmo pronti i modelli per la sfilata. Siamo immersi nel nostro lavoro quando arriva una presenza fastidiosa. Lui tossisce per attirare la nostra attenzione.
“Buongiorno.”
“Buon giorno a lei Dottor Valencia.” Rispondo fredda. Ugo fa lo stesso.
“Cosa la porta nel nostro magico laboratorio?”
“La signorina Mendoza, vorrei parlare da solo con lei.”
“Sto lavorando dottor Valencia.”
“Non ci vorrà molto.”
“E’ sordo per caso? O pensa che io le lasci fare tutto quello che vuole, che le lasci interrompere il lavoro altrui solo perché è un azionista e il suo caro paparino detiene molte azioni?”
“Esattamente signor Ugo!”
“Bhe, si sbaglia di grosso dottor Giulio pallone-gonfiato Valencia!”
“Ugo, lascia stare… Spero per lei dottor Valencia che ci vorranno pochi istanti!”
“E va bene… Solo cinque minuti! Zzzz!” Il signor Ugo abbandona l’atelier e ci lascia soli. Io mi giro sullo sgabello per pormi di fronte a lui.
“Mi dica, cosa c’è di così urgente?”
“Sono qui per rinnovarle il mio invito a cena!”
“Ha sbattuto la testa da piccolo per caso? Mi sembra di aver già rifiutato il suo invito!”
“E io le avevo detto che avremmo ripreso la conversazione quando suo fratello sarebbe stato incatenato… O ha paura di scoprire che si trova bene con me?”
Mi chiede, avvicinandosi a me. Poggia le mani sul tavolo oltre la mia schiena perciò mi blocca e si avvicina al mio viso.
“Si allontani subito!” Riesco a dire solo questo prima che lui mi baci. I miei tentativi per liberarmi sono vani, solo l’intervento di David che lo sbatte al muro riesce a staccare Giulio da me.
“CHE CAZZO FAI?!”
“Non si vedeva fratellone? Compiacevo la signorina Mendoza!”
“PECCATO CHE LEI MI SEMBRAVA INORRIDITA PIU’ CHE DELIZIATA!”
David si decide a lasciare andare Giulio, il quale si ricompone. Guardo David in faccia e il suo sguardo mi fa paura. Come se niente fosse, Giulio saluta e se ne va.
“L’invito è sempre valido, Camilla!” David non lascia correre, perché gli va dietro e la baruffa continua nello show room, sotto gli occhi di Isabella e Berta, le quali convocano un 911 e in pochi istanti accorrono anche Annamaria, Mariana, Freddy, Jimmy e Sandra. David spinge il fratello il quale casca tra le sedie destinate agli spettatori dei defilé. Io osservo la scena con le mani alla bocca, non so cosa fare mentre urlo loro di smetterla! Accorre anche Ugo che mi viene incontro.
“Oh mio Dio, presto chiamare la polizia, l’esercito, i vigili del fuoco, la polizia carceraria!”
“NON VOGLIO PIU’ VEDERTI VICINO A LEI!”
“Non è colpa mia se i tuoi baci non la soddisfano…” David colpisce il fratello, perdendo il controllo.
“NO, DAVID! TI PREGO!”
“Stella, ma sei matta! Non mischiarti con certe bestie pelose! Aiuto, qualcuno chiami la polizia!”
Vediamo arrivare i miei fratelli, Roberta, Cèsar, Michael, Giulia in compagnia dei miei genitori. Non sapevo che fossero in azienda! Mi porto le mani in viso mentre mio padre osserva la scena di sasso.

Armando
Sentiamo un bordello e usciamo tutti e tre in corridoio. Incrociamo Lorenzo e Cèsar.
“Ma che succede?”
“Non ne ho idea papà!” Mi risponde Lorenzo. Sentiamo quell'isterica di Lombardi urlare di chiamare la polizia e andiamo verso lo showroom, facendoci largo tra le ragazze della banda e altri curiosi. E non posso credere alla scena che si sta consumando sotto i miei occhi, nella mia azienda!
“GIULIO, NE HO ABBASTANZA DI TE! PASSI CHE IN PASSATO MI HAI SEMPRE PORTATO VIA LE RAGAZZE, MA CAMILLA NO! LEI NO! LA DEVI LASCIARE IN PACE!”
Urla David, mentre regge per il bavero della giacca il fratello, disteso fra le sedie. Camilla?? Sta parlando della mia bambina?? La osservo a bocca aperta, e lo stesso fa mia moglie. Diego si porta una mano in fronte nascondendosi e Lorenzo idem. David tira un altro pugno a Giulio, e l’altro risponde. David perde l’equilibrio e cade a terra anch’esso. Camilla si mette in mezzo e i due la smettono.
“ADESSO BASTA! Smettetela! Siete diventati pazzi?! Vi ricordate dove siete? Nella vostra azienda! Nella MIA azienda!”
“Non dovevi permetterti di venire qui e di fare quello che hai fatto!”
“Non sapevo che avessi l’esclusiva sulla signorina!”
I due ricominciano ad azzuffarsi, Ugo porta via la mia bambina e intervengono i miei figli e Michael che dividono David da Giulio, girando le braccia attorno al suo corpo per immobilizzarlo. Quelli continuano a strillare, ma io urlo più forte di loro.
“SIETE DIVENTATI MATTI?!” – ottengo la loro attenzione e continuo il mio isterismo, con una nota di ironia come solo io so fare, mentre mia moglie mi esorta a mantenere la calma. Sono fuori di me! – “CHE DIAVOLO E’ QUESTO SPETTACOLO DA MERCATO? SIETE DUE PESCIVENDOLI PER CASO? Scusate, ma non sono aggiornato, allora! L’ultima volta che sono stato qui, David era il nostro direttore dei punti vendita, e si supponeva che il rispettabile Giulio Valencia fosse un ingegnere, non che il figlio del nostro Ministro dell’Economia! NON SAPEVO CHE FOSTE DIVENTATI DUE SCARICATORI DI PORTO!”
“Dottor Mendoza…”
“CHIUDI IL BECCO DAVID, NON TI HO CHIESTO DI PARLARE! PARLERETE DI FRONTE A VOSTRO PADRE! ANNARMARIA?”
“S-si dottore?”
“Telefoni a Daniele Valencia, se non lo trova a casa provi al cellulare, al partito, al ministero o dove altro le pare… LO VOGLIO QUI SUBITO!”
“Certo dottore…”
“VOGLIO PROPRIO VEDERE COME GLI SPIEGHERETE QUELLO CHE E’ SUCCESSO!” Mi tocco il petto, e tutti attorno a me, mi fanno sedere. Io dico loro di stare bene. Mentre Berta mi serve un bicchiere d’acqua, mia moglie e Diego si avvicinano a quei due scaricatori di porto.
“Siete impazziti?” Domanda minaccioso, mio figlio.
“Diego, tu non sai cos’è venuto a fare qui!” Risponde David.
“Questo è irrilevante al momento! Hai iniziato tu o tuo fratello?” Tutto tace, e mio figlio lo esorta.
“Mia madre ti ha fatto una domanda!”
“Io, ho iniziato io nel laboratorio.”
“E te ne vanti?”
“No Diego. Ho perso il controllo e ho agito male. Lo so.”
“Andate nella sala del consiglio, e non uscite fino a che non sarà arrivato vostro padre. Emettete un solo fiato e passerete altri guai! Non è abitudine né mia né di mio marito spezzare lance in favore di Daniele Valencia, ma adesso non vediamo l’ora che arrivi, e qualunque cosa dirà credo saremmo d’accordo con lui!”
Camilla sta per seguirli ma io la blocco.
“Tu no. Vieni in presidenza con me e tua madre.”
Entriamo tutti e tre in presidenza. Io e Betty ci mettiamo dietro la scrivania, Camilla in piedi di fronte alla porta.
“Camilla, cos’è successo di la?” Chiede mia moglie con calma. Io non sono così democratico come lei. Il tono di voce è notevole e nervoso quando dico:
“E’ chiaro che stavano litigando per te, e solo questo mi fa inorridire! Mentre quei due imbecilli litigavano, mi è passata per la mente un’idea rivoltante! E uno di quei due idioti l’uomo con cui esci?” Non riesco nemmeno a pronunciare queste parole. Lei annuisce ed io sbatto i pugni sul tavolo, abbassando la testa. Mia moglie mi accarezza la schiena.
“E di quale imbecille si tratta?!” Le chiedo.
“Di David… E non è un imbecille!”
“Nooooo! HA SOLO SCAMBIATO QUEST’AZIENDA PER UN RING!”
“Amore stai calmo… E Giulio cosa centra in tutto questo?”
“Lui mi viene dietro, o forse cerca solo di rovinare la vita a suo fratello, non so… Fattostà che è venuto qui per invitarmi a cena, io ho rifiutato e David è entrato in atelier nell’istante in cui Giulio ci provava con me e non ci ha visto più…”
“In che modo ci provava con te?” Le chiedo, mentre monta in me una rabbia mai provata prima, neanche contro Nicola la sera in cui ho spiato lei e Betty al Le Noir, o quando l’ho picchiato sotto casa di Ines, o quando Michel venne a parlarmi qui in quello che era il mio ufficio da presidente. *
“Mi ha baciata contro la mia volontà…”
“Armando, no!” Il tentativo di mia moglie per trattenermi, è vano. Spalanco come una furia la porta della sala del consiglio e mi avvento su Giulio Valencia. Lo afferro per la giacca e lo sbatto contro la porta che dà sul mio ex ufficio, e che prima ancora era di Calderon.
“SENTIMI BENE RAZZA DI IMBECILLE! LA PROSSIMA VOLTA CHE PROVI A SFIORARE, ANCHE SOLO A GUARDARE MIA FIGLIA CONTRO LA SUA VOLONTA’, TI AMMAZZO! HAI CAPITO?” Quello annuisce mestamente, mi sembra abbastanza spaventato. Lo metto giù.
“Adesso basta Armando!” Mi dice mia moglie. Vedo che mia figlia ha le lacrime agli occhi, mi si avvicina e mi dice:
“Papà, basta, t’imploro! Così ti sentirai male, basta ti prego!” Leggo spavento nei suoi occhi, perciò la stringo a me. Dopo poco lei si libera e scappa via piangendo. David si alza, probabilmente per raggiungerla.
“Fossi in te, tornerei seduto.” Gli dico a brutto muso, poi esco per aspettare Daniele nella hall.

Daniele
Il pranzo è passato meravigliosamente e Patrizia ed io abbiamo parlato come con ci accadeva da tanto. Quando guardiamo l’orologio, si sono fatte le tre.
“Hai qualche impegno?”
“No Patrizia, ho disdetto tutto per oggi… Chi può essere?” – Estraggo il cellulare e vedo che mi chiamano dall’Ecomoda.- “Pronto?.... Annamaria, che succede?... E come mai Armando esige la mia presenza immediatamente? Questa è una novità!.... Che hanno fatto?! Sta scherzando?!.... Ok, arriviamo subito. Sì mia moglie è con me, saremo lì tra dieci minuti.” – Chiudo la chiamata e Patrizia mi chiede spiegazioni. – “Dobbiamo andare all’Ecomoda.”
“E perché scusa?”
“I nostri figli si sono picchiati e hanno messo a soqquadro lo show room!”
Lei capisce subito che parlo di David e Giulio, abbandoniamo il ristorante di corsa.

Betty
“Armando, come ti senti?”
“Meglio.” Risponde sbrigativamente, mentre batte nervosamente la gamba che tiene accavallata sull’altra. Siamo seduti accanto all’ascensore, e tutta la banda, Freddy e Jimmy sono attorno a noi. Arriva Isabella con una tazza in mano.
“Dottor Mendoza? Io mi sarei permessa di farle preparare una tisana, per rilassarsi…”
“Intende insinuare che sono isterico?! Non voglio nessuna tisana, la porti via!”
Le risponde, alterato. Quella poveretta si allontana con aria mesta, ed io rimprovero mio marito.
“Armando, perché le hai risposto così, poverina!”
Mio figlio Diego le va dietro. Spero si scusi a nome di suo padre.

Isabella
Mi avvicino alla mia scrivania e poso la tazza. Non posso biasimare il dottor Mendoza per la sua reazione. Vedo il dottor Diego venire verso di me ed il mio cuore galoppa.
“Isabella, perdoni mio padre. E’ leggermente irascibile!” Mi dice, per essere gentile nei confronti di suo padre. Ora capisco di cosa parlava la banda, leggermente irascibile è riduttivo!
“Non si preoccupi, immagino che bere o no la tisana sia l’ultimo dei suoi pensieri al momento…” Lui si posiziona alla mia sinistra, poggiando leggermente il fondoschiena sulla scrivania.
“Comunque ha avuto davvero un pensiero gentile…” Alzo la testa per guardarlo, e vedo che mi guarda con intensità. Avvampo, il mio cuore incalza perciò abbasso la testa.
“Ne capitano spesso di queste cose?”
“No, o qui non si riuscirebbe mai a lavorare! Mi dica, come si trova a lavorare con la dottoressa Mora?”
“Bene dottore, molto bene…”
La nostra conversazione viene interrotta dall’arrivo del dottor Mendoza il quale, ancora piuttosto alterato e senza scomporsi troppo, mi chiede:
“Cel’ ha ancora quella tisana?” Immaginando che sia il suo modo di scusarsi, gliela passo senza dire una parola. Si allontana, il dottor Diego mi strizza l’occhio e mi sento venir meno.

Camilla
Lacrime dettate dal nervoso, sgorgano dai miei occhi mentre Ugo mi passa una valeriana.
“Ugo, sai che non mi piace la valeriana!”
“Dovresti provarla, stella! Distende i nervi e ti senti in pace con il mondo! Anche se sarebbe più utile a quei due energumeni ed a quella bestia pelosa di tuo padre! Non devi versare neanche una lacrima per quei due… bruti!”
“Ma io non sto così per loro, ma per mio padre! Mentre urlava e si agitava temevo il peggio… Quando ha sbattuto Giulio al muro temevo si sentisse male e ho provato una grandissima angoscia!”
“Cara, tuo padre deve sul serio imparare a controllarsi, o rischia grosso! Neanche un infarto gli fa passare la voglia di urlare! Su, stai tranquilla.”
Mi tranquillizza Ugo, stringendomi a sé.

Betty
Ho convinto mio marito a bere quella tisana e spero che riesca a calmarlo. Le ragazze della banda mi si avvicinano.
“Betty, ci puoi spiegare cos’è successo tra qui due? Perché si azzuffavano?”
“E’ molto semplice Berta… David Valencia e suo fratello stavano litigando per la mia bambina!”
“Veramente?!” Chiede stupita Annamaria. Io annuisco.
“David e Camilla si frequentano, ma anche Giulio è interessato a lei… Oggi è venuto qui per invitarla a cena, ma mia figlia ha rifiutato e quel disgraziato di un Valencia l’ha baciata contro la sua volontà! In quel momento è entrato David che ha perso le staffe…”
“Che storia! Non posso neanche immaginare la reazione di tuo marito quando ha saputo che quel tipo ha baciato Camilla contro la sua volontà!”
“L’ha minacciato di morte… Anche se la morte in quest’azienda verrà di certo, ma per portarsi via mio marito se non calma i nervi!”
“E tuo marito come ha reagito alla notizia che Camilla esce con il dottor David?” Mi chiede Sandra.
“Mala ragazze… Non so proprio cosa accadrà adesso…” Vedo la mia donna tornare dal bagno, accompagnata da Ugo. Le vado incontro.
“Mamma, io non volevo che papà lo scoprisse così…. E’ molto arrabbiato?”
“Credo di sì, si è chiuso in presidenza…” L’ascensore si apre e arrivano Daniele Valencia e consorte.
“Buon giorno.” Saluta Daniele.
“Salve.” Saluta Patrizia. La banda risponde allo stesso modo, per educazione visto che ormai Patrizia è la moglie di un’azionista e la moglie del Ministro dell’Economia.
“Patrizia, dottor Valencia, salve.” Saluto io.
“Posso sapere cos’è successo?”
“Spostiamoci in sala riunioni, dove ci sono già i suoi figli… Camilla vieni anche tu. Annamaria chiama mio marito!”
Entriamo e tiro un respiro di sollievo nel vedere che la stanza è ancora integra. Giulio siede al posto di fronte alla presidenza, David, in piedi, gli da le spalle osservano la hall, oltre la tapparella. Sopraggiunge mio marito dalla presidenza e Giulio si alza.
“Papà, senti…”
“Chiudi il becco Giulio. Vorrei sentire la versione della signorina Mendoza, credo sia l’unica in grado di fornirci la verità dei fatti!”

Roberta
I Mendoza e i Valencia si sono riuniti e per ora non sentiamo urla, invocazioni di soccorso, sedie volare e nessuno ci ha chiesto di chiamare il 911! Io, mio fratello, Giulia, Ugo, Diego, Lorenzo e Michael siamo ancora nella hall, accanto all’ascensore, mentre la banda è rintanata in bagno.
“E’ incredibile che quei due abbiamo scambiato lo show room per un ring!” Interviene Lorenzo.
“I miei fratelli sono sempre stati fumantini, soprattutto David, e si fanno la guerra da sempre…”
“Come mai, Michael?” Chiedo.
“Non c’è un motivo particolare… Giulio è sempre stato quello più sfacciato, sicuro di sé…”
“Tuo fratello è un grandissimo pallone gonfiato!” Commenta Ugo.
“Lo ammetto. E ha sempre portato via le fidanzate a David, da che ne ho memoria…”
“Bhe, meglio per lui che stia lontano da Camilla o, se non lo ha giá ucciso papà, lo faccio io! Ora torniamo a lavorare…” Dice Diego. Mi accorgo solo ora che, anche se non ci siamo parlate, è la prima volta che sono così vicino a Giulia Valencia. Le squilla il cellulare.
“Ma guarda, è la tua fidanzata, Diego!” Dice Giulia, per poi allontanarsi e rispondere. Diego assume un’espressione strana e si scambia uno sguardo complice con Lorenzo.
“Ben detto, forza torniamo al lavoro, branco di scansafatiche!” Dice Ugo.
Torniamo tutti ai nostri uffici. Io, prima di allontanarmi, vedo Diego e Lorenzo che si avvicinano e parlottano. Chissà cosa stanno progettando… Torno nel mio ufficio e mi siedo, ripensando alla faccenda dell’azienda parallela e qualcosa non mi torna!

Diego
Io e Lorenzo parliamo sottovoce della chiamata di Paola a Giulia.
“Sicuramente l’avrà chiamata per raccontarle cos’è successo con te, che l’hai piantata!”
“Questo mi preoccupa… Temo che quella sciroccata possa raccontarle tutto! E che, appena saprà che ho lasciato Paola, tornerà alla carica con me…”
“Giulia è un problema fratellino, penso che dovresti approfittare della sua inadempienza sul lavoro per licenziarla per giusta causa, e togliertela dai piedi!”
“Forse hai ragione.”

Giulia
“Tesoro mio, ma che piacere sentirti! E’ da qualche giorno che sei sparita dal mondo!”
“Ciao Giulia. Lo so, ho avuto dei problemi…”
“Tutto bene? Hai una voce così abbattuta!”
“Tutto male, vorrai dire…”
“Ancora problemi con Diego?”
“No, adesso non ne avrò più visto che mi ha lasciata.”
Strabuzzo gli occhi dalla sorpresa e cerco di mantenere un tono dispiaciuto.
“Che cosa? Tata, mi dispiace molto… Ma per quale motivo? Sembravate così innamorati!”
“Ha detto che non mi ama più…” Sento che inizia a piangere.
“Tesoro, mi dispiace una cifra!”
“Stasera gli riporterò le sue cose e domani mattina partirò per Los Angeles.”
“Che cosa? Ma sei sicura?”
“Sì, non posso restare qui!”
“Lascia almeno che ti saluti accompagnandoti all’aeroporto! A che ora hai il volo?”
“Alle dieci.”
“Bene, chiederò qualche ora di permesso! Domani mattina alle otto sarò da te, bacetto!”
“Ciao Giulia, grazie, sei un’amica!” Spengo la chiamata e stringo il cellulare tra le mani osservano in alto per ringraziare il cielo! Ora Diego sarà tutto mio!

Berta
Io e tutta la banda siamo riunite in bagno.
“Che azzuffata ragazze! Molto meglio di quella che ci fu tra il dottor Armando e Nicola Mora, sotto casa di Ines!” dice Sandra.
“Di gran lunga! Quei due picchiano come professionisti, altro che dottor Armando! Comunque, c’è una questione che non abbiamo ancora affrontato con la signorina Isabella qui presente!” Le dico.
“E quale sarebbe?” Mi chiede.
“Ma come quale sarebbe? Tu ieri a pranzo ci hai detto di non avere un fidanzato, e poi quel bel tipo viene a prenderti al lavoro chiamandoti << baby >>!” Dice Annamaria.

Diego
Mi sto dirigendo in bagno, ma quando sento la frase di Annamaria provenire dal bagno delle donne, mi apposto dietro la parete.
“Ma lui non è il mio fidanzato!” Asserisce Isabella. Ma come? Ma soprattutto, perché sto origliando una riunione della banda?! La curiosità mi spinge ad ascoltare.
“E allora qui qualcosa non torna… Il dottor Diego ci ha detto che si chiama Francesco e che è il tuo ragazzo!” Dice Berta. Ora ascolto con più curiosità!
“E perché avete parlato di questo con il dottor Diego?”
“Era lì, cosi quando Francesco l’ha salutato abbiamo capito che si conoscevano! Ci ha detto che vi siete scontrati al centro commerciale, e che l’hai presentato come il tuo ragazzo.”
“Bhe, il dottore ha preso un abbaglio bello grosso! Francesco è solo un amico, e non l’ho presentato come il mio fidanzato. Stavamo semplicemente passeggiando, e la fidanzata del dottor Diego ha fatto tutto da sola scambiandoci per una coppia!”
“Ah, adesso è chiaro! Quindi non hai un ragazzo, un flirt, un’amante occasionale??” Le chiede Annamaria con trasporto. Lei risponde con diniego e io sento un’inspiegabile sensazione di sollievo.
Improvvisamente mi rendo conto che la mia giornata sta per peggiorare perché arriva Giulia Valencia. Appena mi vede mi sbatte al muro e dice, con un alto tono di voce:
“Diego, finalmente sei tutto mio!” Io la stacco da me, preoccupato che la banda ci veda!
“Giulia, sei matta?!” La banda esce dal bagno ed io vorrei morire! Io tengo Giulia per le spalle mentre lei mi passa una mano in testa e con l’altra mi accarezza il petto. Mi osservano a bocca aperta ed io mi ricompongo.
Giulia se ne va, io osservo l’espressione delusa di Isabella. Che figura!
“Ragazze…”
“Dottore.” Risponde Berta. Io sorrido con imbarazzo.
“Voi non vi siete fatte idee strane, vero?”
“Nessuna idea dottore. Noi torniamo al nostro lavoro…” – stanno per andarsene ma Berta si volta e si ferma – “Mi tolga solo una curiosità… Non è che per caso stava origliando?”
“Origliando, io? Ma che dice Berta!”
“Sarà! Si ricordi solo una cosa… Noi siamo qui da più di trent’anni, e c’è chi prima di lei si è appostato qui dietro per origliare le nostre conversazioni. Sono trucchi antichi che potrebbe avere usato, non so… per esempio suo padre?” Mi dice, dandomi un buffetto su una guancia. Poi abbandonano l’anticamere dal bagno. Io appoggio la fronte al muro, dopo di che mi ci appoggio con la schiena. Che razza di figura… Devo licenziare Giulia Valencia!

Mario
Che giornata infernale, Bogotà è vittima di un violento temporale. Quando il taxi accosta di fronte all’Ecomoda, Wilson, vestito contro la pioggia, esce e mi viene incontro con un ombrello. Non ho nemmeno il tempo di ammirare la facciata della mia azienda perché entriamo.
“Che mi venga un colpo!” Sento dire da Freddy, che lascia la reception.
“Dottor Calderon!” Mi saluta Wilson.
“Salve a tutti. Come state?”
“Dottore, con sommo piacere la riaccogliamo nella sua azienda, che come vede è rimasta intatta, dopo tanti anni!”
“Grazie Freddy. A me va tutto bene, e a voi?”
“Molto bene dottore.” Dice Freddy.
“Benissimo!” Dice Wilson.
“E lui chi è?” Riferendomi a un altro tipo che sta lì con loro.
“lei dottore l’ha già visto, ma al tempo era un bambino! Lui è Jimmy, il figlio di Annamaria, che ora porta il mio cognome, visto che l’ho adottato molti anni fa!”
Strabuzzo gli occhi guardandolo. Me lo ricordo bambino, se Freddy non mi avesse detto che era lui non l’avrei mai riconosciuto! Quello mi allunga la mano e la stringo.
“Jimmy Contreras, sono il fattorino dell’azienda.”
“Molto piacere, Mario Calderon. Io sono un’azionista dell’azienda, molti anni fa ne ero il direttore commerciale. Adottato? Mi vuol dire che alla fine lei e Annamaria vi siete sposati?”
“Affermativo dottore! Io e la mia regina siamo convolati a nozze venticinque anni fa! Tra non molto festeggeremo le nozze d’argento! E abbiamo una splendida figlia di ventiquattro anni, la mia piccola Anna Contreras!”
“Mi fa molto piacere. Io adesso salgo, sono qui per dare un’occhiata all’azienda!”
“Ma certo dottore. Lei casca a fagiuolo*, poiché quest’oggi c’è il consiglio di amministrazione al completo in azienda!”
“Mi vuole dire che Betty e Armando sono su?”
“Esattamente… Così come il dottor Valencia e signora!”
“Posso chiederle se è successo qualcosa che ha causato questa riunione?”
“Un fatto increscioso purtroppo… I figli maggiori del dottor Valencia, David e Giulio, hanno dato sfogo alle loro divergenze personali all’interno dell’azienda, intaccando la quiete lavorativa. In altre parole hanno fatto a botte, nello show room per l’esattezza! Non per niente si chiama << stanza dello spettacolo >>, no?”
Mi accorgo che Freddy non è cambiato per niente.
“Nooo, veramente? E ne conosce il motivo della lite?”
Freddy si avvicina per parlarmi sotto voce.
“Si vocifera che il pomo della discordia sia la nostra beneamata stilista, la signorina Camilla Mendoza!” Mi rivela, per poi farmi segno di tenere la bocca chiusa portandosi l’indice alla bocca, in posizione verticale.
“La figlia di Armando?? Non m’immagino come avrà reagito, che scenata avrà fatto! Sono capitato proprio in una bella giornata!”
“E’ certo di non voler ripassare?”
“Certissimo Freddy.” Gli rispondo, entrando nell’ascensore per poi premere il bottone. Prima che le porte si chiudano, sento che mi dice:
“Urli se ha bisogno!”

Freddy
“Wilson, questa giornata si trasformerà in una grossa zuffa! Non immagino come reagirà la signora Betty, quando vedrà il dottor Caldeorn!”
“Secondo me faceva meglio a ripassare… Ha scelto una giornata terribile per tornare qui!”
“Wilson, cosa fai lì impalato? Chiama preventivamente la polizia e un’ambulanza, anzi meglio due o tre!”
“Papà, come mai l’arrivo di quel tipo dovrebbe essere preso male dalla dottoressa Betty?”
“Te lo spiego quando sarai più grande!” Rispondo a mio figlio, in pena per gli sviluppi che avrà questa giornata.

Michael
Passo per il corridoio, diretto all’ufficio di Cèsar, busso ma non c’è. In compenso sento il telefono squillare quindi entro, manca anche Berta, la sua segretaria. Il telefono continua a squillare, e non è giusto che io risponda. Parte la segreteria e ascolto il messaggio.

Ciao Cèsar, sono Martìn. Ti chiamo per ringraziarti per la serata di ieri, sono stato bene e penso che dovremo rifarlo! Ma spero di non dover essere sempre io a telefonarti… Aspetto una tua chiamata, ciao a presto.

Martìn è lo stesso nome che ha detto ieri al telefono prima di allontanarsi. Chi è? In preda a un moto di gelosia, faccio qualcosa che non dovrei: cancello il messaggio. Mi siedo pentendomi della mia azione, ed entra Cèsar. Cerco di togliermi l’espressione di colpevolezza.
“Michael.”
“Ciao Cèsar, sono venuto a portarti la lista dei modelli e delle modelle per la presentazione della settimana prossima, abbiamo bisogno di loro per dopo domani. Domani consegneranno i tessuti e inizieremo a produrre.”
“Va bene, mi metto in contatto subito con loro. C’è altro?”
“No vado, ciao buon lavoro.”
“Anche a te.” Mi risponde, quindi esco. Cos’ho fatto! Non dovevo!

Mario
Quando arrivo in amministrazione, è peggio di una città fantasma. Manca solo la palla di fieno spinta dal vento! Vedo gente in sala del consiglio, attraverso la tapparella, e sento Armando e Daniele che strillano, non oso entrare! Vedo arrivare una ragazza, sulla ventina circa, bionda, ben messa e che cammina ancheggiando indossando una gonna cortissima. Quando mi vede ventola la sua chioma e tutto ciò mi sembra vagamente famigliare!
“Posso aiutarla?” Mi domanda.
“Con chi ho l’onore?”
“Giulia Valencia Fernandez, azionista e sono una famosissima modella!”
Ecco, ora ho afferrato. Non può che essere la figlia di Patrizia Fernandez e di quel degenerato di Daniele Valencia!
“Mario Calderon, sono…”
“So chi è lei, è un’azionista dell’azienda! E una volta era il direttore commerciale!”
“Esattamente…”
“No, non ci posso credere!!!”
Mi volto verso il bagno e incrocio le facce stupite della banda. Berta ha spalancato le braccia e tutte le stanno dietro, con facce da pesci lessi. Noto che manca qualcuno e c’è una faccia nuova.
“Dottor Caderon!!” Afferma Annamaria. Tutte mi vengono incontro e ci salutiamo.
“Ragazze, come state? Sandra, lei è sempre più alta… Annamaria, lei sempre bellissima! Berta, indossa ancora i vestiti di Patrizia?” Le chiedo, imitando il suo gesto con i capelli, incurante del fatto che sua figlia si trova dietro di me. La vediamo sventolare la chioma bionda e allontanarsi sculettando, con aria sostenuta. Berta le fa la boccaccia e la imita andandole dietro. Non è cambiato nulla!
“No dottore, adesso Patrizia è moglie di un ministro, indossa cose troppo costose e troppo pacchiane per i miei gusti! E non ho l’età per infilarmi le minigonne di sua figlia!”
Ridiamo tutti.
“Non vedo Sofia!”
Affermo. “E’ andata in pensione qualche giorno fa Dottore, adesso ha preso il suo posto Isabella Carissi!” Risponde Sandra. La nuova ragazza allunga la mano e si presenta.
“Mario Calderon, piacere. Mariana, mi perdoni! Come sta? Legge ancora le carte?”
“Ma certo dottore, non sbaglio una predizione!” - Mi risponde, strizzandomi l’occhio. – “Vuole che gliele legga?”
“Magari più tardi!”
Vedo uscire dal bagno un ragazzo con addosso un completo nero, camicia bianca e cravatta grigia. Riconosco in lui DiegoArmando Mendoza, il ragazzo del giornale non che il figlio di Armando e Betty. Gli vado incontro.
“Lei deve essere DiegoArmando, l’attuale presidente. Mario Calderon.”
“Piacere, DiegoArmando Mendoza. Ho sentito parlare di lei dottor Calderon, ma non l’aspettavamo!”
“Ho organizzato questo viaggio all’ultimo minuto.”
“Dottore, purtroppo è capitato in un brutto momento! E’ successo di tutto, e Betty e il dottor Armando sono riuniti con i signori Valencia!” Mi informa Annamaria.
“Lo so e li sento, Annamaria. Freddy mi ha informato dell’accaduto. Direi che, se le donzelle me lo consentono, potrei offrirvi in caffè mentre aspetto. Sempre che il nostro presidente mi permette di rapirle per qualche minuto!”
“Faccia con comodo, dottore. Questa è anche la sua azienda! Mi scusi se non mi unisco, ma ho molto da fare. Ci vediamo dopo, così le presenterò gli altri dirigenti!”
“Va bene, a dopo!” Ci salutiamo, e mi dirigo con la banda in caffetteria.

FINE CAPITOLO 12.

* Capitolo 10 di “Alternative story”
* L’ho scritto così apposta per entrare di più nel personaggio di Freddy, visto il suo inconsueto modo di parlare!

Lo so che sono cattiva, tagliare così il capitolo è un vero atto di perfidia!
Cosa starà mai succedendo nella sala del consiglio? E Armando come reagirà alla storia tra sua figlia e David? Betty e Armando come reagiranno alla vista di Mario? Cèsar scoprirà quello che ha fatto Michael? E come reagirà? E tra Giulia e Diego, cosa accadrà? E il faccia a faccia tra Diego e Paola, quando lei gli porterà le sue cose, come andrà? E tra Alexander e Olga come si evolverà? Roberta esprimerà a Lorenzo e a Diego i suoi dubbi sulla creazione della RDL Investimenti, o per amor di Lorenzo acconsentirà? A presto!! Se volete, mi piacerebbe sapere quale punto del capitolo vi è piaciuto di più!
   
 
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