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Autore: Hoi    07/11/2014    1 recensioni
I fatti narrati si svolgono dopo gli eventi del primo film
“Pronto! Aiuto ho investito una persona. Sono in via...” Dove cazzo ero? Mi guardai attorno nel panico. Non c’era neanche un fottutto cartello. Merda! Ma quella era New York. Una New York mezza distrutta e ancora in piena ricostruzione, ma pur sempre New York. Di certo avrebbero rintracciato la chiamata e sarebbero venuti ad aiutarmi.
“il numero da lei selezionato è inesistente”
“Cosa?!?!?!” Piena di sgomento guardai lo schermo. 118. Idiota! Idiota! Idiota!
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ri-scuse dell'autrice
Sinceramente, so che deve far venire i nervi che non posto mai... Credo che a molti passi la voglia di leggere e lo capisco... d'altronde la colpa è mia, ma più che sentire le mie scuse credo che, chi è stato tanto paziente e santo da aspettare, abbia più volta di leggere il capitolo, quindi CIANCIO ALLE BANDE E VIA!! spero che qualcuno recensisca e mi dica che ne pensa di questo nuovo cap, almeno per capire se si capisce o no, visto che sono un po' arrugginita ^^'



Il pigiama Party
Il signor Stark se n’era andato da qualche momento ed io iniziavo già a godermi l’idea di una possibile mezz’ora di tranquillità, quando il Capitano Rogers iniziò a portare coperte nell’attico intenzionato ad allestire una specie di campo per la notte. Con tutta la buona volontà che quel viso d’angelo mi ispirava, io provai a spiegargli che le loro camere da letto erano già pronte ai piani inferiori, ma lui di tutta risposta mi pose una mano sulla spalla e se ne uscì con una frase tipo: “è meglio se restiamo uniti”
Ora, io non sono mai stata esperta di tattiche militari e probabilmente il Capitano era molto più in grado di me di giudicare cosa fosse meglio, sta di fatto che sono tutt’ora profondamente convinta che se avessimo deciso di dormire tutti in una camera da letto non sarebbe cambiato proprio nulla. Senza contare che nonostante le mie proteste, furono tutti d’accordo nel decidere che dovevamo alloggiare proprio nell’ultimo piano della torre che io stavo tentando di ricostruire. Io posso anche capire che per le modalità in cui si erano svolti gli attacchi fino ad allora, quello fosse il posto che rischiava di coinvolgere meno gente, comunque restava proprio un’idea del cazzo. Depressa alla prospettiva di quello che sarebbe potuto capitare alla mia seconda torre preferita di New York, mi rintanai in bagno, lasciando agli uomini il compito di sistemare le coperte e i cuscini.
C’erano stati troppi eventi per un giorno solo. Bisognava darci un taglio. Mi feci una rapida scaletta, una specie di piano d’attacco per evitare gli altri problemi. Primo: doccia e cambio bende. Secondo: buttarsi da qualche parte a dormire e fanculo a tutto.
Un piano perfetto direi, se non fosse stato che ovviamente il bagno dell’attico era sprovvisto di doccia. Inspirando profondamente, mi costrinsi a non pensare alle favolose docce idromassaggio dei piani di sotto e tirai fuori la cassetta del pronto soccorso. Almeno quella c’era. Ero a metà lavoro, ossia stavo imprecando elegantemente contro qualunque dio ci fosse (Asgardiano o meno), mentre mi disinfettavo la faccia, quando la porta del bagno si aprì. Perché poter stare cinque minuti tranquilli al cesso è chiedere troppo in qualunque circostanza, no? Ci deve sempre essere qualcuno che non ha di meglio da fare che venirti a rompere, anche se il mondo si sta incamminando verso l’apocalisse. Tanto per confermare l’idea che mi ero già fatta, il faccino ammiccante di miss Ci-Provo-Col-Tuo-Uomo-E-Mi-Sento-Tanto-Figa Romanoff, spuntò sulla soglia e dopo un istante si intrufolò nel bagno, chiudendosi la porta alle spalle… porta che io avevo già chiuso a chiave.
“Hai scassinato la serratura!?”
Scioccata. Ero a dir poco scioccata.
Con un sorriso innocente e una faccia tosta degna del signor Stark, lei mi guardò dritta negli occhi.
“Sì”
Decisi di darle il beneficio del dubbio. Era possibile in effetti, che non si rendesse conto della gravità del suo gesto. Con più tranquillità cercai di spiegarglielo, scandendo le parole in modo che fossero ben comprensibili.
“Hai scassinato la porta di un bagno. È una cosa da maniaci e pervertiti... te ne rendo conto, vero?”
Scoppiò a ridere. Non se ne rendeva conto per nulla.
Con la stessa nonchalance con cui era entrata, appoggiò degli abiti sul water e iniziò a slacciarsi il vestito. Avrei potuto mettermi ad elencare tutti i punti ambigui e opinabili di quella situazione certo… ma non credo che sarebbe servito a molto, quindi inspirai profondamente, chiusi gli occhi, espirai, il riaprii e mi voltai per continuare il lavoro che avevo iniziato. Cercando di non imprecare, ricominciai a passarmi il tampone di disinfettante sulle ferite. Inutile dire che fallii miseramente e finii per ricomincia a smadonnare come un camionista. Dopo la seconda maledizione mandata al dio generico di turo, la vedova nera mi strappò il tampone di mano.
“Fa fare a me”
Avevo una scelta difficile davanti: Accettare la proposta e mettermi nelle mani del nemico, o continuare io e rischiare di maledire accidentalmente Thor. La fissai sospettosa per qualche istante. Non era da escludere che quello fosse un ramoscello d’ulivo, anche se ne dubitavo fortemente. No, forse non era saggio mettersi nelle mani di quella pazza maniaca in reggiseno di pizzo rosso e pantaloni in pelle nera.
“Ok…”
Senza troppe cerimonie presi i suoi vestiti in braccio e mi sedetti sul water al loro posto.
Mi sarei aspettata che avesse il tocco delicato di un macellaio sadico, al contrario fu estremamente attenta. Non avevamo iniziato col piede giusto, ma in effetti la colpa, in minimissima parte, era anche mia. In fondo in fondo sotto quel guscio di boria e stronzaggine, poteva esserci un cuore da persona normale.
“Potresti anche non disinfettarli, sono poco più che graffi… Che incompetenti, non avrebbero dovuto metterti i punti”
Era la cosa più carina che chiunque mi avesse detto da tre giorni… Davide escluso.
“Erano molto peggio prima… penso di essere stata fortunata”
Erano stati gentili i medici con me e non mi andava che passassero per inetti, anche se dovevo ammettere che la loro diagnosi era stata decisamente esagerata.
“Non dovresti svalutarti così. Avere un ottima capacità di recupero è un merito personale, non mera fortuna.”
Ammetto che riflettei per qualche momento su quell’affermazione. In effetti con tutto quello che mi era successo non potevo essere sopravvissuta per semplice fortuna, qualche super-capacità ce la dovevo avere anch’io. Francesca Recidivo Avengers ad honorem. Le immagini del gesso sul mio piede quand’ero caduta nel canale e del tutore sulla mia spalla, quando me l’ero slogata mi passarono davanti come un film. L’avevo portato per due mesi quel fottuto tutore… altro che grande capacità di recupero. A stento trattenni una risata.
“Con tutto il tempo che ho passato in pronto soccorso da ragazzina, non credo proprio d’avere una grande capacità di recupero”
Le sfuggì una risatina.
“Eri un adolescente ribelle è? Fortuna che poi ci si evolve… è successo anche a me. Ad un certo punto scopri cosa sei realmente e capisci cosa devi fare.”
Evolve? Scoppiai a ridere. Mica ero un Pokemon io! Altro che evolvere… altro che adolescente ribelle! Ero stata una ragazzina normalissima e molto goffa, questa era la verità. Per un attimo mi chiesi se valeva la pena dirglielo. Forse era meglio che mi credesse una ex-ribelle. Sicuramente quello era un immagina migliore della mia faccia da quindicenne semi-secchiona e brufolosa. Bhè… in effetti un po’ ero migliorata… Non avevo più i brufoli. Quello che si era evoluto davvero però era stato Davide. Non lo avevo conosciuto da adolescente, ma sua madre mi aveva confessato che era stato una vera e propria testa calda prima di scoprire di… I miei occhi si dilatarono per lo stupore.
“Tu mi stai lavorando!”
È strano da credere, ma ne fui quasi lusingata. Niente meno che la Vedova che cercava di estorcermi informazioni e si stava pure impegnando! Mica come Stark… Scossi la testa istintivamente. Quell’uomo mi faceva andare fuori di testa.
Romanoff abbandonò i tamponi sul lavello e gli si appoggiò. Mezza seduta e con la sua solita espressine sogghignante mi fissò gli occhi addosso.
“Credi che sia un gioco? Ci stai lasciano impreparati all’alba di un evento che potrebbe essere la ripetizione dello scontro di New York. Sei responsabile delle nostre vite e di quelle di mezza città, lo capisci?”
La mia bocca si aprì, ma non ne uscì alcun suono. Io non sapevo davvero che dire. Non sapevo nulla più di loro. Non centravo niente con quella faccenda. Non avevo nessun super potere. Ero una ragazza normale finita in un casino più grande di lei. Richiusi la bocca. Non sarebbe servito a nulla dirglielo. La Vedova parò per entrambe.
“Sei fortunata che non sia più la spia di un tempo o ti avrei fatto sputare le informazioni con la forza. La tua vita non vale quanto quella di tutti noi, sei soltanto una codarda.”
Si alzò, mi strappò di mano la sua giacchetta di pelle, se la infilò agilmente e mi lasciò sola.
I miei occhi si riempirono di lacrime. Non era colpa mia. Non avevo fatto nulla. Cercai di ripensare agli ultimi giorni, ma non avevo toccato nulla di strano. Mi tenevo a debita distanza dai giocattoli di Stark e di antichi e sospetti manufatti neanche l’ombra. Affondai le mani nei capelli, cercando di calmarmi, ma sfiorai per sbaglio una ferita e il dolore mi fece sobbalzare. Tornai allo specchio per controllare che non si fosse riaperta. Fortunatamente era tutto a posto. Sfortunatamente vidi la mia immagine riflessa nello specchio. Era in una condizione pietosa. Chiusi gli occhi. Inspirai. Li riaprii. Espirai. Dovevo calmarmi e ragionare, ripercorrere gli avvenimenti e capire cosa poteva legare degli alieni genocidi a me. Una lampadina si accese. Non una metaforica intendo… una vera, una sopra allo specchio. L’unica che non avevo acceso. Merda! Come facevo a salvare il mondo se quegli idioti non la smettevano di litigare.
“Davide!”
Feci per aprire la porta, ma qualcosa bloccò la maniglia. Interdetta feci qualche tentativo nel girare la chiave, ma non ci fu verso di aprirla. La porta fu scossa, come se qualcuno avesse bussato, ma fu un colpo solo, tenue. Per una attimo fissai la porta.
Avanti?
Non ci fu risposta. Attesi un attimo. Che cavolo stava accadendo ancora? C’erano dei suoni dall’altra parte…stavano parlando… erano voci che riconoscevo, quindi non stava succedendo nulla di che.
“…Francesca…”
Wooo… mi lanciai contro la porta per sentire meglio. Mi avevano nominata cavolo! Stavano parlando di me e cercavano di non farsi sentire. Se pensavano di potermi estromettere da decisioni che comprendevano me avevano capito proprio male. Feci un sforzo per capire le parole, era di certo Davide che stava parlando.
“…Sai com’è fatta… ha voluto farsi un giro per la torre per controllare che non avesse altri danni”
“Che stai dicendo? Ma se è rimasta…”
Era Thor a parlare, quel tono forte era difficile da confondere, la voce meno profonda, ma più forte di Davide lo interruppe rapidamente. Doveva essere appoggiato alla porta perché a confronto di Thor, lo sentivo davvero bene.
“È scesa un attimo fa… mentre parlavi. Signor Stark è tutto ok? Sembri strano…”
Aspetta, aspetta… aveva appena detto che non c’ero! Ma lui lo sapeva che ero lì, mi stava pure chiudendo dentro! Che diavolo stava succedendo?
“Si dice geniale… ma capisco che possa sembrare strano a voi.. persone… banali.” Ci si era soffermato su quell’ultima parola, come se stesse cercando qualcosa che non suonasse come un insulto. Ovviamente aveva fallito, anche perché sentivo chiaramente la boria trasudare da quella voce. Non avevo dubbi che fosse Stark.
“Comunque! Mentre voi organizzavate questo pigiama party, io ho risolto l’arcano.”
“Capitano, a te non sembra che Il Signor Stark abbia qualcosa di strano…?” Un sospiro d’esasperazione mi sfuggì dalle labbra. Amavo Davide davvero, ma aveva questo vizio che quando si metteva in testa una cosa non la smetteva di rompere! E io volevo capire che stava succedendo. Come il capitano Rogers e tutti gli altri a quanto pareva, visto che non gli diedero peso e lasciarono Stark continuare.
“Tutta questa preoccupazione mi commuove… e irrita. Dovresti pensare più alla tua fidanzatina e meno a me, visto la quantità di radiazioni gamma che ho riscontrato analizzando il suo sangue.”
Un brusio d’allarme invase la stanza. Radiazioni? Ebbi un improvviso capogiro. Le gambe mi cedettero. Finii a terra. Mia madre aveva ragione cazzo! Non sarei mai dovuta venire in America. Maledetto Stark. Maledetto lui e i suoi giocattoli!
“A me sembrava stesse bene…”
Giusto Davide. Mi rimisi in piedi. Anche a me sembrava di stare bene. Da quanto ne sapevo, uno intossicato dalle radiazioni come minimo vomitava l’anima e invece io ero un bijou… faccia da mummia e gesso escluso... ma quello non era colpa delle radiazioni, ma dei Chitauri. Improvvisamente abbi un illuminazione. Dovevano avermi attaccato una specie di malattia aliena. Non c’era altra spiegazione… anche perché non mi ero avvicinata a reattori nucleari o roba simile. Ma poi radiazioni tipo bomba atomica o tipo cellulare? Perché la prima poteva bruciare viva una città e la seconda bruciarmi il cervello… o farmi venire il cancro.
“E poi… che vuol dire radiazioni! Radiazioni tipo cellulare o tipo bomba atomica?”
Ottima domanda Davide! Questo sì che vuol dire essere anime gemelle.
“Uhm… più tipo Hulk direi”
Per un lungo, infinito momento sentii solo il fischio del mio cervello che si sovraccaricava… tipo teiera. Io non potevo diventare un mostro verde ogni volta che mi arrabbiavo… sarei stata praticamente sempre un mostro verde! Davvero… avevo un pessimo controllo della rabbia. La voce del dottor Banner mi riportò alla realtà.
“Stai dicendo che ha in sé delle radiazioni gamma? Come… come avrebbe fatto ad essere esposta… sono certo che non ci siano state fuoriuscite dal mio laboratorio”
C’era panico nella sua voce. La cosa mi sorprese, perché eccezion fatta per l’imbarazzo, non lo avevo mai visto sopraffatto dai sentimenti. Stark non parve farci caso.
“Tu al contrario non fai altro che fare avanti indietro e diciamolo, sei il più grande dispenser di radiazioni gamma della terra.”
Per un attimo ci fu silenzio. Mi sentii offesa per Bruce. Era meschino insinuare che fosse colpa sua e tra l’altro, non somigliava affatto ad un dispenser.
“S-sarebbe colpa mia? Come…?”
Sembrava sconvolto. Se chiudevo gli occhi potevo vedere il dottore sfilarsi gli occhiali e portarsi una mano sugli occhi. Poveretto. Ne stava già passando tante, perché accanirsi così su di lui… Una voce femminile spezzò il silenzio.
“La spiegazione più logica è la prima che abbiamo pensato tutti. Francesca non è umana, o quantomeno non un’umana normale”
Avrei potuto muovere molte obbiezioni a quell’affermazione, ma al momento l’unica cosa che mi passò per la mente, fu un detto popolare che mia nonna amava molto: Rossa de cavèi, golosa d’usei!*
Sentii Davide dare un colpo di tosse, probabilmente si era deciso a dare spiegazioni, ma Stark fu più rapido.
“Non ho riscontrato nulla del genere durante le analisi.”
Ottimo Stark, se avesse continuato così saremmo potuti andare d’accordo.
“Credo le abbia assorbite con un qualche dispositivo alieno. Probabilmente la nostra Francesca fa il doppio gioco.” MALE, MALE, MALE, MALE STARK!!! Che cazzo gli era preso? Non ne stavo facendo neanche uno di gioco!
“Insomma ammettiamolo, non servo io per capire che ora saremmo tutti schiavi o… bhè, morti, se Hulk non avesse preso parte alla battaglia di New York… è più che logico che cerchino di copiarlo”
Eeeh? Stava insinuando che sarei dovuta essere io il nuovo Hulk? Con vestiti strappati, pelle verde e tutto il resto? Mi guardai allo specchio. Camicetta bianca, pantaloni neri e espressione sconvolta. Cazzo bastava guardarmi per capire che non ne sapevo niente. Altrimenti avrei indossato perlomeno qualcosa di elasticizzato!
“Io… ecco, in tutta sincerità non credo che sia il caso che resti qui… quindi vi auguro buona… qualunque cosa dobbiate fare…”
Sant’uomo il signor Banner. L’unico normale tra tutta quella marmaglia. In un certo senso ero felice che almeno lui potesse andarsene da lì e ad essere sinceri, dopo aver saputo delle radiazioni, mi sarei sentita più al sicuro sapendolo lontano da me.
“Non credo sia il caso.”
Trattenni un grido d’ira. Avrei voluto spalancare la porta e tirare uno schiaffo al signor Stark. Doveva smetterla di rovinare tutto.
“Al contrario, credo che dovresti andare con i Chitauri”
Un coro di disapprovazione si alzò, ma Stark riprese imperterrito.
“È questo che vogliono. Una volta che sarà con loro se ne andranno per sempre. Non capite? Loro non sanno nulla di Banner! Non sanno cos’è davvero. Quando sarà là potrà fare l’unica cosa che gli riesce bene. Distruggere.”
A spaventarmi di più di quel discorso fu ciò che Stark non disse. Fu quel piano di recupero a cui non aveva accennato nemmeno, a cui pareva non aver pensato neanche per un momento. Voleva lasciarlo là. L’avevo sentito dire spesso dal dottor Banner, che il mondo sarebbe stato un posto più sicuro senza Hulk, ma non così. Non era giusto così e la voce della giustizia lo disse.
“Stark, una volta mi dicesti che noi non siamo soldati. Non so cosa ti abbia fatto cambiare idea, ma sappi che persino quando ero un soldato non accettai mai di lasciare in dietro un compagno. Non inizierò ora. Non volteremo le spalle a Bruce solo perché, secondo te, è la scelta più semplice”
Davide e Thor parvero concordare, da Clint provenne un brusio indefinito, ma non sentii Romanoff. Che fosse d’accordo con Stark? Non mi avrebbe sorpreso scoprire che miss La-mia-vita-vale-più-della-tua non aveva un cuore (sì, me l’ero legata al dito quella sua uscita).
Stark scoppiò a ridere.
“Un nostro compagno? Se Bruce e Hulk fossero due persone diverse non vi nascondereste dietro a questa maschera di buonismo, ma lo chiamereste col suo vero nome: MOSTRO”
Si sentirono delle grida, poi qualcosa che andava in pezzi e infine un rumore che non avrei mai dimenticato. Un grido assordante di rabbia e dolore, il grido inarticolato di un mostro.





*Rossa de cavéi, golosa d'uséi: detto popolare lombardo traducibile con “rossa di capelli, golosa d'uccelli” in pratica le sta dando della cortigiana ^^'
  
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