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Autore: Ryuketsu no Kurea    08/11/2014    0 recensioni
"L'ombra che mi segue è diventata solida e adornata di quegli occhi rossi. Mi ritrovo davanti a un vicolo cieco, è la fine, sono in gabbia. Il cuore batte all'impazzata e la paura mi ghiaccia il sangue nelle vene. Sento di nuovo quella voce nella mia testa, che, chissà come, riesce a superare l'assordante battito del mio cuore, pur senza gridare. È come se facesse parte di me, è come se parlasse direttamente alla mia anima. "Sei mia, non vedo l'ora di conoscerti, Clarissa"
Clarissa potrebbe essere una ragazza come le altre (pessimismo a parte), ma ovviamente la sua vita verrà messa sottosopra e si ritroverà catapultata negli anfratti più oscuri del nostro mondo, in una società guidata dall'odio e dall'avarizia con l'unica speranza di non essere risucchiata in quel vortice oscuro.
Genere: Dark, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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My Journay
 
Finalmente è arrivato il giorno della partenza, la levataccia mi da la scusa di non dover sorridere mentre saluto i miei compagni di scuola, sul volto di Eleonora, la mia compagna di classe, vedo la mia stessa faccia addormentata, ma la sua è reale, a differenza della mia.
 
L'aeroporto di Peretola è piccolo, e il nostro gruppo riempie praticamente metà dell'entrata. Sono le sette, ma c'è già molto via vai, l'emozione per la partenza riesce a mettermi di buonumore. Finalmente arriva Jessica, l'unica persona con cui posso essere un minimo più naturale, per fortuna siamo in camera insieme e potremo fare nottata a guardarci film su vampiri. L'attesa per il check-in è lunga, dopotutto in ogni gruppo ci sono i ritardatari. Mentre aspettiamo d'imbarcarci, ci mettiamo in gruppo a scherzare e a prendere in giro i professori. Nonostante l'ambiente sia rilassato e amichevole, non posso fare a meno di sentire una lieve sensazione di disagio.
 
L'areo dove ci portano è un piccolo trabiccolo un po' scassato. Eleonora è eccitatissima, non appena l'aereo si posiziona in linea sulla pista, -Pronta Ele?- le chiedo ridendo, lei mi guarda con un sorriso che va da un orecchio a l'altro e annuisce.
Il pilota è molto bravo, il decollo è graduale e la pressione non si sente poi così tanto, forse quest'aereo non è un trabiccolo scassato. Il viaggio verso Monaco è molto breve, non facciamo in tempo a decollare che dobbiamo già scendere. Sono accanto a un ragazzo che non conosco, quindi posso tranquillamente mettermi le cuffie e rilassarmi sul sedile.
 
L'atterraggio, altrettanto dolce, arriva troppo presto, ma la cosa più bella è l'aereoporto di Monaco. Dire che è un centro commerciale non rende l'idea, è qualcosa di seriamente immenso. Con l'attesa passa l'emozione per il viaggio, passare quattro ore in aeroporto non è il massimo del comfort. Mi sento come se nulla riuscisse più a toccarmi, è la prima volta che vado a Berlino o Monaco e non riesco a godermele, come se non riuscissi più ad apprezzare la bellezza delle cose.
 
Finalmente ripartiamo e arriviamo all'aeroporto di Berlino, non riusciamo a vedere granché della città, poiché contiamo praticamente subito in metro. L' ostello si trova praticamente in centro, siamo a cinque minuti di metro da Alexanderplatzt e a non più di un quarto d'ora da Ku'damm, che è praticamente il paradiso dello shopping.
 
In camera siamo in quattro, io, Eleonora, Jessica e Margherita. Ci sono due letti e uno a castello, non appena entro mi approprio del letto superiore e mi ci stendo. Che aspettative ho da questa settimana, perché sono venuta a Berlino? Credo di non saperlo più.
   
 
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