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Autore: Ryuketsu no Kurea    24/10/2014    0 recensioni
"L'ombra che mi segue è diventata solida e adornata di quegli occhi rossi. Mi ritrovo davanti a un vicolo cieco, è la fine, sono in gabbia. Il cuore batte all'impazzata e la paura mi ghiaccia il sangue nelle vene. Sento di nuovo quella voce nella mia testa, che, chissà come, riesce a superare l'assordante battito del mio cuore, pur senza gridare. È come se facesse parte di me, è come se parlasse direttamente alla mia anima. "Sei mia, non vedo l'ora di conoscerti, Clarissa"
Clarissa potrebbe essere una ragazza come le altre (pessimismo a parte), ma ovviamente la sua vita verrà messa sottosopra e si ritroverà catapultata negli anfratti più oscuri del nostro mondo, in una società guidata dall'odio e dall'avarizia con l'unica speranza di non essere risucchiata in quel vortice oscuro.
Genere: Dark, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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My mind
 
Un'altra mattina, un altro giorno, un'altra maschera. Mi alzai dal letto, dopo che mia madre era venuta a svegliarmi. Le 6:40, la solita ora di tutte le mattine, come al solito, vado in bagno, mi vesto e scendo a fare colazione. Esco e prendo l'autobus delle 7:15, il solito autobus di tutte le mattine, la solita routine. Vorrei scappare, correre lontano senza dovermi tirare dietro tutte le catene che m'imprigionano. Ma, in fondo mi piace, la tranquillità e il senso di protezione che mi da. Sentimenti contrastanti è questo che sono, sempre che io sia sempre capace di provarne.
 
Le cuffie mi sparano a tutto volume le canzoni degli evanescence nelle orecchie, un paio di fermate e sarò a scuola, a fare la brava studentessa sedicenne, l'ennesima maschera. Mi scappa un sospiro, mentre guardo fuori dal finestrino. La voglia di cambiare è quasi un malessere, che mi si agita dentro, dopotutto non manca così tanto, tra due giorni parto per Berlino, anche se sarà solo per una settimana e dovrò comunque andare a scuola, sarà comunque un cambiamento. Com'è possibile che mi senta così indifferente? Le relazioni non mi toccano, com'è che nessuno riesce ad arrivare a capire che quelle che faccio vedere sono solo maschere, perché la gente vede solo ciò che vuole vedere?
Scendo dal bus e mi avvio verso il palcoscenico, pensando a quando potrò scendervi.
 
Le ore non passano, i minuti sembrano anni e io mi ritrovo spettatrice come tutti gli altri giorni, mi sento come se la parte di me, che sta interpretando la sua parte, non mi appartenga, è come se vedessi il mondo da lontano. Libertà, una parola che mi riecheggia dentro, un sogno, destinato a rimanere tale.
 
Dopo essere tornata da danza, mi butto sul letto, sperando che il sonno mi porti pace e metta a tacere il tumulto dei pensieri nella mia mente, ma pure i sogni mi perseguitano.
   
 
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