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Autore: Layla    09/11/2014    1 recensioni
“Cosa c’è, May?”
Le chiedo quando rientro.
“C’è un’unica soluzione, Sophie.
Dobbiamo andare in California da Wendy.”
“Non ci vorrà mai.”
“Io dico di sì e poi ormai non abbiamo scelta, nessuno ci ospiterà qui a New York.
Nessuno.”
Io sospiro.
“Hai ragione.”

{Seguito di "A love like war"
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zack Merrick
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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16)And I am holding onto the fact that I'll see you in the morning


Sophie p.o.v

Tre giorni dopo la mattina alle otto sono rincoglionita come non mai.
Di mio non sono una tipa mattutina – al contrario, mi piace stare tra le coperte e godermi il tepore – e il fatto che io sia reduce da tre giorni di terapia farmacologica pesante non aiuta affatto.
Wendy mi sorride comprensiva mentre saliamo in macchina.
“Penso che dormirò ancora un po’, tanto devo riprendere a lavorare domani, ammesso che mi vogliano ancora.”
“Oh, non ti devi preoccupare. Avere una cugina, una sorella e un’amica fidanzate di musicisti aiuta e poi ci si è messo anche Ronnie. Ha detto che non avrebbe firmato per i suoi mixtape se ti avessero licenziato. Sei in una botte di ferro.”
Io rispondo con un sorriso intorpidito, persino lo scialbo sole autunnale di Los Angeles mi sembra eccessivo.
“Ehi, che ne dici di fermarci a fare colazione da qualche parte?”
Mi propone mia sorella, io accetto volentieri. Così al primo Mac parcheggia la macchina ed entriamo, prendiamo due cappuccini, quattro pancakes e quattro muffin al mirtillo.
Poi cerchiamo un posto libero e ci sediamo.
“È incredibilmente pieno di ragazzini, molti saltano le lezioni.”
Dico così per dire.
“Non hai mai saltato scuola?”
“Un sacco di volte. Andavo in una casa abbandonata nel Bronx che i punk della zona avevano risistemato e stavo là tutta la mattina.
C’era sempre qualcosa di interessante da fare o da sentire, concerti, vedere film,fare murales.
Dio, una volta mi hanno persino costretta a suonare la chitarra e a cantare. Con la chitarra me la cavo un po’, ma ho una voce terribile.”
Rido, ripensando alla mia adolescenza mezza sfavillante per il tenore di vita alto della mia famiglia e mezza allo sbando; fatta di birre e canne, tagli, lacrime e ricoveri.
“Cosa c’è da ridere?”
“Pensavo alla mia adolescenza, tutto qui. Non ci si aspetterebbe che la figlia di una famiglia perbene sia così.”
Wendy annuisce, io guardo nel mio piatto, abbiamo fatto piazza pulita ed è ora di andare.
Ci alziamo e paghiamo, poi finalmente andiamo a casa, lei mi aiuta a portare dentro la roba e se ne va. Io rimango un attimo nell’ingresso ad ammirare la villa: sì, mi è mancata.
“Bentornata.”
May si fa viva con una mano sulla pancia e una tazza nell’altra.
“Ciao, May! Come stai?”
“Bene.”
“Sei a casa da sola?”
“Sì e prevedo che tu non mi farai compagnia, hai l’aria di una che vuole solo dormire.”
“Scusami, May! Devono essere le dannate medicine.”
“Non ti preoccupare e vai a dormire. Io leggerò qualcosa o romperò le palle a Jordan con qualche messaggino.”
Io la lascio con un altro sorriso di scuse e poi salgo in camera mia, metto via la mia roba, mi faccio una doccia per togliermi di dosso l’odore dell’ospedale.
Fatta quella mi butta a letto e cado subito in un sonno senza sogni né incubi, solo nero.
Mi sveglio a mezzogiorno per via del profumo del cibo: pasta al sugo direi.
Deve essere stata la cameriera perché May è negata in cucina, sarebbe in grado di dare fuoco al locale solo per farsi un piatto di minestra.
Indosso un paio di pantaloni larghi verde militare e una maglia dei Paramore, poi scendo e trovo la mia sorellina in cucina.
Lei mi sorride, alzando il volto dal suo piatto.
“Il tuo è nel microonde. È buona, l’ha fatta la cameriera, anche se è messicana se la cava bene con la cucina italiana.”
“Meraviglioso!”
Prendo un guanto da forno e tolgo il piatto dal forno e lo appoggio con cautela sul tavolo, poi mi siedo.
La prima forchettata è bollente, poi finalmente raggiunge una temperatura normale e io mangio il mio primo pasto da quattro giorni a questa parte.
“Buona!”
“C’è anche della torta nel frigo, l’ha fatta Wen ieri.”
Io mi alzo e tiro fuori un piatto con sopra quella che sembra una torta al cioccolato, taglio due fette – una per me e una per May – e la mangio. Non è al cioccolato, è al cocco e cioccolato: praticamente una torta paradisiaca per me.
“Dio, potrei abituarmi a tutto questo!”
May sorride.
“Adesso manca solo una cosa: una sigaretta.
Esco a fumarla, tu non seguirmi che non fa bene al bambino!”
Lei sospira e ignora le mie parole.
“Voglio godermi l’aria dell’oceano. Sono stanca di stare in casa e uscire da sola non è divertente.”
“Va bene, va bene.”
Accendo la mia sigaretta e mi godo la prima boccata, a parte quel posto occupato dai punk nel Bronx, non mi sono mai sentita a casa da nessuna parte. Ora però è avvenuto un cambiamento, considero questo posto un po’ come casa e mi piace moltissimo, è bello avere delle radici.
“Come mai stai sorridendo?”
Io guardo mia sorella senza capire.
“Hai un sorriso a trentadue denti che non ti ho mai visto prima d’ora.”
“Oh, non è nulla. Ho solo pensato che in questo posto mi sento a casa, l’ultimo posto che ho definito casa è quel vecchio palazzo nel Bronx."
May si siede su una comoda poltrona in vimini.
“Stavo pensando la stessa cosa, credevo che dopo averla trattata di merda per anni Wen ci ospitasse solo il tempo necessario a trovare un nuovo appartamento, invece ci sta trattando come se fossimo davvero sorelle. Si interessa di noi, del lavoro, di mio figlio.”
“A proposito. Ormai non mancherà molto a quando dovremo sistemare una stanza per lui. Dove pensi di stabilirti?”
“Ne stavamo parlando l’altro giorno con Jordan e pensavamo di venire qui, se Wen e Jack sono d’accordo. Non credo che Aileen rimarrà molto, Tony vorrebbe che lei si stabilisse a casa sua."
"Credo sia una buona idea, almeno ci sarebbe sempre qualcuno pronto a badare al bambino, ma non pensate che sarebbe un pochino eccessivi per la vostra vita di coppia.”
Lei alza le spalle.
“La villa è grande, possiamo fare gli innamorati senza che voi ci vediate o uscire fuori. I vantaggi di vivere con una grande famiglia sono meno degli svantaggi.”
Io sorriso.
“Sei cambiata parecchio dalla ragazza che pensava solo ai party e al sesso.”
Lei si accarezza la pancia.
“Lui mi ha fatto crescere.”
Io sorrido a mia volta, pensando inopportunamente che mi piacerebbe avere un piccolo Vic da coccolare.

 
Alla sera arrivano tutti ed è quasi un mezzo party. Ci sono Jack, Wen, Aileen, Tony, Jaime e Jessica, Rian e Cassadee, Jordan e la sua band, Zack, Vic e Mike con la sua ragazza.
Io lancio un’occhiataccia al bassista degli All Time Low – ancora non gli ho perdonato il fatto di avere quasi fatto abortire mia sorella – ma May sembra averlo perdonato perché gli sorride senza alcun rancore.
“Non vi aspettavamo così in tanti, non ho preparato abbastanza cotolette.”
Esclamo costernata, ma Jaime alza trionfante un sacchetto gigantesco.
“Ci sono i tacos!”
Io sospiro di sollievo e ci mettiamo tutti attorno al tavolo di villa Barakat, chiacchierando amabilmente, tutti – con molto tatto – mi chiedono come sto e io rispondo che sto bene.
Noto che Jordan è diventato molto possessivo nei confronti di May e che Zack e Tay si tengono per mano quasi di nascosto.
“Credo che non ci siamo presentati.”
Esclama a un certo punto un ragazzo con i capelli castano scuro molto spettinati.
“In effetti no.”
Dico io.
“Io sono Cameron Hurley, chitarrista dei We Are The
In Crowd, lui…”
Indica un ragazzo con i capelli scuri e un ciuffo biondo al centro della testa.
“È Robert Chianelli. Lui invece …”
Indica un ragazzo con gli occhiali e i capelli scuri.
“È Mike Ferri.”
“Felice di avervi conosciuti, immagino sappiate già il mio nome.”
“Sì, in effetti sì.”
Dopo cena sparecchiamo tutto e io lascio  la cucina in disordine con una punta di dispiacere pensando al casino a cui si troverà davanti domani la cameriera.
Vic non ha provato a parlarmi, mi ha solo salutata, ma ho sentito su di me il suo sguardo tutta sera e a un certo punto noto anche che Mike e la sua ragazza – Alysha Nett, una biondina che lavora come modella per intimo, mi  pare – si scambiano delle occhiate.
Io li ignoro, ma un certo punto Mike si alza dal divano e si ferma davanti a me.
“Vuoi uscire a fumare una sigaretta con me?”
“Sì, perché no?”
Rispondo sorpresa, non credo sia erba perché se lo fosse l’avrebbe offerta  a tutti, penso ci sia qualcos’altro dietro.
Arrivati sul portico che dà sul giardino del retro accendo la mia sigaretta aspettando che sia lui a parlare per primo.
“Lo so benissimo che non sono fatti miei, ma vorrei parlarti un attimo di Vic.”
Io mi irrigidisco al suo nome e lui lo nota.
“Ti ha fatto male, vero?”
“Molto.”
“Ma tu lo ami lo stesso.”
“Purtroppo.”
Rispondo sconsolata.
“Non sono qui per difenderlo, ha fatto una grande cazzata e non ne valeva la pena, gli avrò detto almeno un milione di volte che Danielle non era una brava ragazza.
Non mi ha ascoltato e in ogni caso non penso ti interessino i litigi dei fratelli Fuentes, giusto?”
“Giusto.”
“Volevo solo dirti che, anche se questa volta si è comportato male, di solito Vic è una persona meravigliosa che mette sempre gli altri davanti a sé. Si prende cura di tutti e trascura sé stesso, volevo solo dirti questo.
Non ti chiedo di perdonarlo adesso, ma di non farlo soffrire eccessivamente, perché lo perdonerai, vero?”
“Penso di sì, Mike. In questo momento ho le idee confuse e non so cosa fare. Mi sento come se un’onda mi avesse presa e trascinata via dalla spiaggia. Niente è più al suo posto e non lo sarà ancora per un po’, mi succede sempre quando esco dall’ospedale… per i miei problemi.
Cercherò di fare del mio meglio per chiarire i miei sentimenti e non farlo soffrire.”
Lui annuisce e spegne la cicca nel posacenere.
“Sei una brava ragazza e penso che tu e Vic Sareste una bella coppia.”
“Grazie.”
Rispondo imbarazzata, poi entriamo tutti e due. Dentro non è cambiato nulla, se non che May e Tay stanno parlando fitto, probabilmente si stanno chiarendo per quello che è successo con Zack.
Prima o poi avrebbero dovuto farlo, mi dico mentre mi siedo sul divano, sono felice che May si sia ripresa e non la odi.
Improvvisamente qualcuno si siede accanto a me facendomi sobbalzare leggermente: è Vic.
“Ehi, ciao.”
“Ciao, Vic. Come va?”
“Dovrei farla io a te questa domanda.”
Io sospiro.
“Sto più o meno bene. È strano come tutti mi trattino con i guanti.”
“Non ti piace?”
“Non è questo, è che è strano.
Quando tornavo dall’ospedale a New York i miei non mi rivolgevano la parola.”
“Ah, capisco.”
Rimane un attimo in silenzio.
“Cosa ti ha detto Mike?”
“Niente di importante, perché?”
“Perché non voglio che ti faccia pressioni.”
“Non essere duro con lui, sta cercando di fare la cosa giusta per te e per me, credo.”
“Immagino di sì. Non gli è mai piaciuta Danielle.”
Il suono del campanello interrompe la nostra conversazione, io e Wen ci scambiano un’occhiata perplessa e decidiamo di andare ad aprire insieme.
Alla porta troviamo niente meno che Danielle, io serro la mascella, io stringo i pugni.
“Cosa vuoi?”
Le chiedo senza tanti preamboli.
“Parlare con Vic, fatti da parte, psicopatica.”
Per tutta risposta io e Wen le sbarriamo la strada.
“Cazzo volete?
Sono la sua ragazza e voglio parlargli.”
“Ohi! Per prima cosa abbassa i toni, non sei a casa tua! Secondo non ci risulta che Vic sia ancora il tuo ragazzo, quindi vattene.”
“Non potete cacciarmi.”
Risponde tronfia.
“Ah, no? Pensavo fosse un piacere che spettasse al padrone di casa scacciare gli ospiti indesiderati e siccome questa è casa mia ti dico di andartene.”
Replica a muro duro Wendy, Danielle arrossisce sgradevolmente.
“Tu!”
Mi guarda truce.
“Non avrai MAI Vic! E tu!”
Guarda mia sorella.
“Non mi butterai fuori da questa casa!”
Si butta addosso a me e Wen urlando, richiamato dal casino arriva anche Vic.
“Amore, queste due streghe non mi fanno passare!”
Lui la guarda disgustato.
“Danielle, io e te non stiamo più insieme, smettila di perseguitarmi.”
Danielle diventa ancora più rossa.
“Vuoi metterti con questa puttanella?
Non sai che si è fatta Ronnie Radke?”
Il mio schiaffo la lascia spiazzata.
“Per tua informazione, io e Ronnie siamo solo amici. A M I C I .”
Dico scandendo bene le sillabe.
“Vic lo sa, ma mi domando se sappia fino in fondo che carogna sei. Lo sa che ti accordavi con un complice per spillargli soldi?”
Lei fa per darmi un pugno, ma Wen la blocca e le torce il polso fino a farle male.
“Adesso tu esci da questa casa o ti spezzo questo caro ossicino che già scricchiola. Te ne vai, vero?”
Lei annuisce e, trattenendo le lacrime, se ne va.
“Cos’è questa storia di Ronnie Radke?”
Mi chiede curioso Vic.
“Non c’è nessuna storia, siamo solo amici e non ci siamo baciati.”
Rispondo acida.
“Come mai non l’hai invitato?”
“Non poteva, ha detto che passerà domani.”
“C’è un’altra cosa che vorrei chiederti, cosa significa la storia dei soldi?”
Io guardo Vic e inalo profondamente.
“La prima volta che ho incontrato Ronnie – e tra parentesi tra di noi non c’è nulla, solo amicizia, non credere a quella bagascia – l’ho vista cospirare sullo spillarti soldi con un tizio vestito molto elegante e poi si sono baciati.”
“Il tizio con cui l’ho sorpresa a letto! Che stronza!”
“Esattamente.”
Rientriamo e tutti ci chiedono chi diavolo fosse l’arpia che urlava.
“Danielle.”
Rispondo tetra io, sollevando un coro di sbuffi.
“E cosa voleva?”
Chiede Mike.
“Parlare con Vic.”
“Patetica. Mi auguro che tu l’abbia cacciata di casa, fratello.”
“Sì, tranquillo, Mike.”
Lui sospira di sollievo.
“Te l’ho sempre detto che era solo una zecca e tu non mi hai mai voluto ascoltare!”
“Mike, non è il momento adatto per parlarne.”
Replica secco Vic.
“Vic ha ragione.”
Interviene May.
“Insomma, ci stiamo divertendo, perché parlare di una tizia che è solo una seccatura?”
“Immagino che tu abbia ragione.”
“Ho ragione, le donne incinte hanno sempre ragione.”
Mike sorride involontariamente e la questione è risolta, la festa riprende da dove era stata interrotta. Io però mi sento un pochino sfasata, fuori posto, mi succede spesso il primo giorno di ritorno a casa.
Cercando di non farmi notare da nessuno esco di nuovo in terrazza a fumare, sperando di placare almeno per un po’ il flusso di pensieri stranianti che invade il mio cervello.
Accendo la sigaretta con autentico piacere e guardo le stelle di ottobre luccicare con una punta di malinconia. Tra poco finirà anche l’estate indiana e arriverà l’inverno anche nell’assolata California e con lui Halloween, la mia festa preferita.
Wen e Jack parlano di un party, ma io non sono invitata, in che veste ci andrei?
Nessuna, concludo.
“Come mai qui da sola?”
“Oh, ciao, Vic! Ho solo bisogno di stare un po’ da sola, mi succede spesso quando torno dall’ospedale.”
“Capisco. Sei sicura di stare davvero bene?”
“Non ho voglia di tagliarmi, se è questo che vuoi sapere.”
“Non solo questo.”
Io rimango in silenzio, se vuole chiedermi qualcosa deve farlo lui.
“Ecco, ti piacerebbe uscire a cena con me, che ne so, dopodomani?”
Io sorrido per le sue maniere un po’ impacciate.
“Penso sia una buona idea, almeno vediamo se possiamo funzionare, almeno come amici.”
“Lo sai che…”
“Lo so, ma ho bisogno di tempo, Vic.
Cerca di capire, non è facile per me passare sopra a quello che è successo. Ci sto provando sul serio.”
“Lo so, lo so. Sono stato uno stupido a rovinare tutto, mi prenderei a schiaffi da solo.”
Io gli accarezzo una guancia.
“Non farlo, non vale la pena rovinare la tua bella faccia per me. Per quello che ne sai sono solo una meteora di passaggio nella tua vita.”
“Io non penso.”
Si avvicina a me e senza che me accorga le nostre labbra sono incollate e le nostre lingue si stanno cercando prima con bramosia e poi con dolcezza.
La mia sigaretta cade per terra, ma questo non interessa a nessuno, in questo momento esiste solo lui e il nostro bacio.
Il mio cuore batte forte e sento che è lo stesso per lui.
Rimaniamo per non so quanto a baciarci sotto la luce benevola della luna ed è la prima volta da secoli che sto bene con me stessa.
In questo momento mi sento perfettamente imperfetta e non potrei desiderare di più.
Non ora.
Non adesso.
Forse in futuro.
Carpe diem, no?

Angolo di Layla

Ringrazio YourForeverIsAllThatINeed, grazie mille per commentare sempre. Spero che questo capitolo ti piaccia.

Canzone del titolo:You know you know me-Tonight Alive

   
 
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