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Autore: Santanico_Pandemonium    10/11/2014    0 recensioni
L’ho conosciuto per caso.
Non avevo nessuna intenzione di farlo ne tanto meno di incontrare qualsiasi altra persona, ma è successo e ogni giorno dentro di me aumenta la convinzione che forse era destino che lo facessi. Forse era destino che incontrassi proprio lui.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP.4
Altre due settimane.
“Devi smetterla di pensarci Harley.” mi ripetevo.
Erano passate altre due settimane e di James neanche l’ombra. D’accordo non aveva il mio numero o nessun altro modo per contattarmi, ma sapeva dov’era la mia casa e sarebbe potuto passare da me se proprio voleva rivedermi.
“Il punto è che NON vuole rivederti.” continuai.
Ero al lavoro e stavo ripulendo il bancone del bar mentre rimuginavo su quanto accaduto.
Quel bacio. Cazzo quel bacio era stato così perfetto per me e mi era sembrato che fosse stato lo stesso anche per lui. Allora perché non era venuto a cercarmi? Perché non era tornato a casa mia con una stupida scusa per potermi rivedere? Eppure era stato lui a dirlo: “E’ da quando ti ho vista la prima volta che lo voglio fare.”.
«Sono qui dentro da circa dieci minuti e sono dieci minuti che ti osservo. A guardare quel broncio direi che stai lavorando troppo.» una voce femminile mi fece trasalire.
Davanti a me, seduta su uno sgabello, c’era la ragazza che lavorava al locale in cui si erano esibiti i Metallica, quella che mi aveva portato da bere. Stava sorseggiando un caffè che io stessa le avevo servito ma non mi ero accorta di lei.
«Ciao.» sorrisi.
«Si, in effetti sono un po’ stanca.» mentii continuando a lucidare il bancone.
«Se vieni al locale anche questa sera la birra te la offro io e poi possiamo andare un po’ in giro, così ti rilassi. Ogni tanto ci vuole una pausa.» disse gentile.
In quelle ultime due settimane ero andata al locale più volte, principalmente con la speranza che avrei rivisto James. Ma non era mai accaduto.
Rimasi a guardarla assorta nei miei pensieri mentre lei ancora sorseggiava il caffè.
«Oh, scusa sono una maleducata. Il mio nome è Lauren.» mi porse la mano.
«Io sono Harley.» contraccambiai.
«Allora? Ci stai?»
Tentennai un attimo prima di rispondere.
«E va bene.»
Un po’ di svago mi avrebbe fatto solo che bene. Se dovevo smettere di pensare a James tanto valeva iniziare a farlo seriamente.
«Allora ci vediamo al locale questa sera. Oggi stacco alle undici, se vieni un po’ prima ti offro la birra così intanto ti godi anche un po’ di buona musica e appena finisco usciamo.»
Annuii.
«A stasera. Ciao!» mi salutò alzandosi e uscendo dal bar.
Ricambiai con un cenno della mano.
“Smettila di pensare a James.” mi ripetevo.
 
«Tra dieci minuti ho finito.» disse Lauren avvicinandosi al mio tavolo.
«D’accordo.» sorrisi.
Ero andata al locale, come promesso. Stavo seduta su un tavolo in fondo e osservavo da lontano le diverse band che come ogni weekend si esibivano.
Stavo per finire la mia birra quando una chioma di capelli attirò la mia attenzione, così decisi di avvicinarmi.
«Lars?» chiesi non appena fui dietro quella figura.
«Harley! Ciao, come stai?»
Era Lars, il piccolo batterista dei Metallica. Era vicino al palco e stava parlando con un energumeno grande e grosso con la barba lunga.
«L’ultima volta che abbiamo suonato qui Dave ha dimenticato la custodia della sua chitarra. Sai è un tipo tutto organizzato e tiene molto alle sue cose. Non è che tu per caso l’hai vista in giro?» disse.
«Ehm, no. Non l’ho vista.»
«Allora come stai? Non ci siamo più visti dopo quella sera, purtroppo. Abbiamo finito di suonare qui, ora ci sono altri locali in cui ci esibiamo. A quanto pare stiamo diventando famosi.» rise.
James aveva ragione. Lars non stava mai zitto.
«Lars, come sta James?» chiesi ad un tratto. Fui schietta e diretta.
«Allora Cliff aveva ragione quando diceva che tra voi due c’è del tenero, eh?» ridacchiò.
«James non lo credeva possibile. Quando è tornato da noi due settimane fa, dopo la vostra “passeggiatina”, non ha fatto altro che ripetere che tu sei troppo perfetta per essere vera. Non crede possibile che una ragazza così simile a lui, e anche così bella, sia attratta da uno così. Per me è un idiota, gli ho detto “Ma, cazzo, ha ricambiato quel bacio. Non vedo dove sta il problema.” invece lui…»
«Ha parlato del bacio?» esclamai interrompendolo bruscamente.
«Se ha parlato del bacio? Non pensa ad altro da due settimane! Ogni volta che prende in mano la chitarra sbaglia anche gli accordi più semplici da quanto è distratto. In più, per complicare ancora di più la situazione, stiamo avendo un po’ di problemi con Dave...» rispose il batterista.
Dentro di me esplosero i fuochi d’artificio. Allora non si era dimenticato di me.
«Harley, possiamo andare?» Lauren si era avvicinata a noi.
«Senti, noi suoniamo in quel locale a tre isolati dal Whiskey a Go-Go questa sera. Vieni lì così potrai parlarci tu con James.» disse Lars.
«No non posso. Ho da fare stasera…»
Non potevo piantare Lauren per andare da James. Mi sarei sentita una vera stronza.
«Allora cercherò di convincerlo a venire a casa tua. Io e Cliff lo trascineremo con la forza se sarà necessario.» rise il batterista.
Sorrisi felicissima per quella bella notizia e lo ringraziai.
«Allora ci si vede. Ciao.»
Mi salutò e ricambiai con un cenno della mano.
Quando mi voltai verso Lauren la mia espressione era totalmente cambiata e lei se ne accorse perché mi guardò storto ma con un sorriso di comprensione sulla faccia.
«Ora mi racconti tutto.» disse mentre ci avviavamo all’uscita.
 
«Quindi vi siete baciati al primo appuntamento, fantastico!» rideva al mio fianco.
«Dai non prendermi in giro! Non era un appuntamento, e lui è davvero un bravo ragazzo.» borbottai.
«Si ne sono sicura. Non ti stavo prendendo in giro, penso solo che da come mi hai raccontato voi due sembrate davvero attratti l’uno dall’altra.»
«Si… insomma, lui mi piace molto. Anzi moltissimo.» confessai abbassando gli occhi è arrossendo.
«E ti ha spinta contro il muro??» chiese Lauren sgranando gli occhi.
«Si!»
«E c’erano i Sabbath come sottofondo?»
«Esattamente!» risposi ridendo come una pazza.
«Vi sposerete. Già me lo sento.» concluse lei incrociando le braccia e poi scoppiando in una fragorosa risata.
Stavamo passeggiando per le strade di Los Angeles e io non riuscivo a credere a quello che mi aveva detto Lars. In quel momento molto probabilmente i ragazzi stavano suonando davanti al loro pubblico che di giorno in giorno diventava sempre più grande e io avrei tanto voluto essere lì per sentire James cantare e incrociare il suo sguardo stupendo.
Lars mi aveva promesso che avrebbe trascinato James a casa mia se fosse stato necessario e non stavo più nella pelle pensando al giorno del nostro prossimo incontro.
«Ma raccontami qualcosa di te. Abbiamo parlato solo di me e James.» sorrisi rivolta a Lauren.
«Che dire… Sono una semplice ragazza di vent’anni. Ho il mio appartamento, proprio sopra il locale in cui lavoro. A differenza tua non ho terminato gli studi. Sono sempre stata una ragazza, ehm, come dire, ribelle…» rise.
«Non ho finito la scuola e ho trovato lavoro. Ora però me ne sono pentita e quindi quando ho le serate libere frequento dei corsi di studio.» rispose.
Era molto diversa da me, lo si vedeva subito. Era così disinvolta e sicura di se. Sapeva come comportarsi con le altre persone a differenza mia che mi sento a disagio se solamente mi guardano.
«Tu invece non sei una che parla molto, vero?» sorrise lei.
«No affatto. Meno parlo e meglio è. Sono una persona solitaria. Lo sono stata fin da piccola. Non sono timida, o impaurita, è solo che sto bene con me stessa. Non sento il bisogno di stare in mezzo la gente… E’ difficile da spiegare.» risposi abbassando nuovamente lo sguardo verso i miei piedi.
«Non devi spiegare assolutamente niente! Ne a me ne a nessun altro. Sei fatta così e non c’è niente di male in questo. Il mondo è bello proprio perché siamo tutti diversi.» rispose lei.
Era la prima persona che me lo diceva e sentire quelle parole mi fece quasi piangere.
«Ti ringrazio.» dissi. Ed era un “grazie” detto davvero con il cuore.
«Figurati.»
Avevamo camminato abbastanza e chiacchierando non mi ero nemmeno accorta che eravamo tornate al locale.
«Eccoci qui. Senti, ti lascio il mio numero così ci vediamo un’altra volta e magari usciamo di nuovo. Mi ha fatto davvero piacere conoscerti. Aspetta che trovo una penna… Eccola.» disse non appena arrivammo davanti l’entrata del locale.
Mi prese la mano e scrisse il suo numero sul palmo.
«Ecco fatto. Mi raccomando, attendo notizie sul bel biondo.» rise Lauren.
«Ci puoi scommettere. Ciao!» la salutai e andai verso la macchina.
Mentre guidavo verso casa ripensai a quella serata.
Era andato tutto benissimo. La giornata era cominciata davvero male, con me che mi tormentavo pensando continuamente al biondo cantante. Alla fine poi ho conosciuto una ragazza davvero simpatica e ritrovato Lars che mi ha dato la splendida notizia su James.
Avevo voglia di saltare di gioia.
   
 
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