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Autore: Mew_vale    10/11/2014    5 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 13

 
Betty
Quando arriva Daniele Valencia con sua moglie, ci dirigiamo tutti in sala riunioni e poco dopo sopraggiunge mio marito.
“Papà, senti…”
“Chiudi il becco Giulio. Vorrei sentire la versione della signorina Mendoza, credo sia l’unica in grado di fornirci la verità dei fatti!”
“SUCCEDE CHE I TUOI ADORATI FIGLI, HANNO SCMABIATO QUEST’AZIENDA PER UN PUB DEL BRONX!” Grida mio marito. Io e Camilla, gli tocchiamo il petto incitandolo a stare tranquillo.
“Ti chiami Camilla Mendoza per caso? Innanzitutto piantala di urlare come tuo solito, e per secondo ho chiesto a tua figlia di parlare!” Daniele si becca un’occhiataccia e una gomitata da sua moglie.
“Le spiego subito cos’è successo dottor Valencia. Stavo tranquillamente lavorando, quand’è arrivato suo figlio Giulio. Io gli ho detto che non avevo tempo da dedicargli ma lui, da arrogante qual è, ha preteso che gli prestassi subito attenzione! Non considerando che al mondo c’è gente che lavora!” Gli risponde mia figlia, con una nota d’ironia poiché Giulio fa il mantenuto.
“Si attenga ai fatti!” Dice Daniele.
“Suo figlio, sempre arrogantemente, mi ha ripresentato la proposta di uscire a cena con lui, invito che avevo in precedenza già declinato! E a quel punto mi è saltato addosso baciandomi. In quell’istante è arrivato David con cui… Bhe, diciamo che suo figlio maggiore ed io ci stiamo conoscendo meglio. La litigata è iniziata in atelier per poi proseguire nello showroom, scena a qui tutto il personale amministrativo ha assistito.”
“Sono andate così le cose Giulio?”  Gli chiede Daniele. Il figlio annuisce.
“Ha imparto da te scommetto a prendere le donne con la forza! Daniele… L’ho detto a tuo figlio e ora lo ribadisco a te, SE CI RIPROVA IO LO AMMAZZO CON QUESTE MANI!”
“L’unico che ammazzerai, sarà te stesso se non ti dai una calmata! Nessuno dei presenti ha intenzione di assistere al tuo suicidio, se ci tieni tanto fallo più tardi a casa tua!”
Mio marito è scuro in volto e osserva Daniele con il suo solito sguardo assassino.
“Armando, se vuoi continuare così ti faccio uscire!” -  Lo minaccio, per farlo stare calmo. – “Dottor Valencia, resta il fatto che suo figlio Giulio è chiaramente venuto all’Ecomoda oggi per provocare!”
“Non mi dire che non sapevi che tuo fratello e mia figlia uscivano insieme, quando le sei saltato addosso!”
“Sì, lo sapevo dottor Mendoza.”
“E dovevi per forza baciarla, sapendo bene che lei non ti fila per niente?” – Gli chiede con noncuranza dei suoi sentimenti il padre. – “E’così poca la tua dignità? Accettare di farti trattare così da una donna, continuare imperterrito nel cercare le sue attenzioni pur ricevendo due di picche?”
“Ma certo, dipingiamolo come una vittima adesso! Facciamo passare mia figlia per la cattiva della storia!”
“Datti una calmata Mendoza, non sto dicendo questo. Stranamente sto dando ragione a tua moglie, ma non montatevi la testa! Questo resterà un evento unico nella storia! Giulio sapeva perfettamente che la signorina avrebbe, per l’ennesima volta, declinato il suo invito e che qui avrebbe trovato David. Sto dicendo che credo anch’io che mio figlio sia venuto qui semplicemente per creare fastidio!”
“Non è così papà!”
“Ah no? E allora sei un povero illuso se credevi di ottenere qualcosa dalla signorina! Piantala, e accetta la realtà dei fatti Giulio, Camilla ha occhi solo per tuo fratello e non ti degna di uno sguardo! Spero che tu oggi abbia imparato la lezione e che non accada più nulla del genere, né qui né tantomeno a casa nostra o dove che sia!”
In quel mentre entrano mio figlio Diego e Cèsar Mora. Giusto in tempo per affrontare la questione più grave, che compete anche a loro. Alle parole del padre, Giulio sembra esserci rimasto veramente male. Incrocia le braccia e sembra sul punto di scoppiare in lacrime, reazione che sorprende tutti i presenti.
“Ora passiamo all’altro capolavoro che hai messo al mondo, Daniele! Spero che David non pensi di passarla liscia!”
“Non l’ho mai pensato dottor Mendoza…”
“Indubbiamente è una questione spinosa… David sarà anche un’azionista di quest’azienda, una persona solitamente piacevole e un ottimo professionista. Ma lui stesso ha ammesso di aver cominciato la rissa, e quanto successo oggi non può restare impunito!” Asserisce mio figlio, con la democrazia che ha ereditato da me.
“Io vorrei chiedere al consiglio di scambiare privatamente due parole con David.”  Chiede mio marito. Io e Camilla ci guardiamo negli occhi.  La richiesta di mio marito accoglie consensi.
“Armando, mi devi promettere che non ti farai prendere dal nervoso… Amore io temo il peggio ogni volta che ti arrabbi!”
“Ci proverò.”
Quando abbandoniamo tutti la sala del consiglio, io vedo arrivare la banda, tutta trafelata, dalla caffetteria.
“Ragazze, dov’eravate?”
“Betty… Abbiamo una notizia bomba da darti!” Mi dice Berta.
“Di che si tratta? Di bombe oggi ne sono già scoppiate abbastanza!”
“Questa raderà al suolo l’Ecomoda, ma che dico l’Ecomoda! Tutta la città! Garantito!”  Mi dice Sandra.
“Mi dite cos…” Non faccio a tempo a finire la frase perché mi paralizzo quando mi si para davanti l’essere più squallido che ho mai visto in tutta la mia vita! Mario Calderon sbuca dalla porta del corridoio che porta alla caffetteria. Mi paralizzo e osservo la sua faccia da maiale, da porco, da bastardo, da manipolatore e viscido! Non posso credere che ha avuto il coraggio di tornare all’Ecomoda! Con tutto quello che ha fatto a me e ad Armando! Come diavolo può essergli venuto in mente di tornare? Non ci vediamo dal giorno in cui Michel venne a propormi quel lavoro e partii con lui, e non mi sembra vero che ora si trovi qui di fronte a me. Il mio istinto mi suggerisce di saltargli al collo per strozzarlo e di spaccargli la testa in due con un pesante fermacarte, ma cerco di controllarmi dato che per oggi lo scandalo giornaliero c’è già stato.
“Salve Betty.” Mi dice come se fossi sua sorella! Io non rispondo.
“Ragazze, dite a mio marito che io sono andata a casa, gli lascio la macchina, tieni le chiavi Annamaria. Ci vediamo.”
Prendo l’ascensore con un diavolo per capello e me ne vado, prima di commettere qualche sproposito!
 
 
Mario
E’ comprensibile che Betty si sia comportata così! Ha totalmente ignorato la mia presenza ed è andata via, ma meglio così. Sono certo che se fosse rimasta io adesso sarei al creatore! Vedo la sala del consiglio svuotarsi, ma Armando non ne esce. Escono da lì Patrizia e Daniele Valencia i quali si bloccano alla mia vista.
“Salve Patrizia, salve Daniele.”
“Mario? Non è possibile che tu sia qui!” mi dice Patrizia.
“Mario Calderon. Devi tenerci davvero poco alla tua vita se sei tornato qui! La dottoressa Betty ti ha già visto?”
“Ciao anche a te Daniele!” – ironizzo, visto che non mi ha salutato –  “Sì, ci siamo incrociati, prima che andasse via.”
“Mamma sen’è andata?” Chiede una ragazza dai lunghi capelli neri, lisci e gli occhi grandi e fieri.
“A quanto pare! Io sono Lorenzo Mendoza sono il direttore commerciale e vice presidente, lei è mia sorella Camilla, stilista dell'azienda, e lui mio fratello DiegoArmando.”
“Mario Calderon, molto piacere. Io e il presidente ci siamo già presentati!”
“Pazzesco, quella donna è scappata a gambe levate non appena ti ha visto!” Dice Daniele.
“Armando?” Chiedo, ignorando completamente le inutili chiacchiere di Daniele.
“Nostro padre ne avrà per un bel po’…”   Mi risponde DiegoArmando.
“Calderon, ti presento mio figlio Giulio.”   Mi dice Daniele, indicando un ragazzo moro dagli occhi azzurri di Patrizia, con un labbro sanguinante e una mascella nera, che non ha molta voglia di chiacchierare.
“Giulio Valencia.”
“Mario Calderon.”
“Scusate se interrompo questa bella rimpatriata, ma io, mio figlio e mio marito dovremmo scambiare due chiacchiere in privato!” Dice Patrizia.
“Patrizia, come stai?”
“Bene Mario, devo dire che l’ultima cosa che mi aspettavo nella vita era che saresti tornato qui, che coraggio!”
Quei tre vampiri se ne vanno. Sopraggiungono altre tre persone.
“Dottor Calderon, le presento la direttrice amministrativa Roberta Mora, il direttore del personale Cèsar Mora e Michael Valencia, modello di sartoria e modello di punta dell’azienda. Quella cretina di Giulia dov’è?”
Chiede DiegoArmando alla platea. Berta risponde:
“La cretina si è già presentata al dottor Calderon!”
“Ho già avuto il piacere… o la sfortuna, dipende dai punti di vista! Quella ragazza è tale e quale alla madre da giovane!” Dico.
“Dottore, pensi che noi dobbiamo sorbircela ogni giorno! Come se a bionda finta per anni non ci è bastata!” Dice Sandra.
“Manca il caro Ugo!”
“Credo sia in atelier. Annamaria, può chiamarlo?”
“Subito dottoressa Camilla!”
Osservo la figlia di Armando e Betty e mi ricorda moltissimo la madre prima che se ne andasse a Cartagena con Michel, ovvero l’ultima volta che l’ho vista, escludendo poco fa. Lorenzo invece è la fotocopia di Armando alla sua età! Mentre DiegoArmando ha preso una cosa dal padre e altro dalla madre, ma anche senza sapere i loro cognomi, avrei capito di chi sono figli!
“Insomma, sentiamo come mai mi avete disturbato adesso!”
Ugo giunge dallo show room con un boa di piume addosso. Quando mi vede, si ferma.
“Ugo, come stai?”
“Che mi prenda un colpo. Il depravato dell’Ecomoda è tornato a creare confusione e scandali?”
“Dottor Calderon, le posso fare una domanda? Non sembra correre buon sangue tra lei e mia madre. Posso sapere come mai?” Mi chiede Camilla. La domanda sembra catturare la curiosità dei fratelli, di Michael Valencia e dei figli di Nicola. Non sanno nulla!
“Vecchi battibecchi e questioni aziendali, io e vostra madre non ci siamo mai presi molto bene.”
Ugo sghignazza.
“Sarebbe un eufemismo! In ogni caso, qual buon vento ti riporta qua?”
“Solo nostalgia e curiosità!”
“Certo che tu e la precisione siete come il diavolo e l’acqua santa! Non potevi capitare in un momento peggiore, caro il mio dottore don giovanni!”
“Lo so, Freddy mi ha informato su quanto successo.”
“E dimmi, voli ancora di fiore in fiore o hai trovato il tuo bocciolo?”
“Sono libero come il vento, Ugo!”
“Che domande, avrei dovuto immaginarlo! Scusate ma io adesso vado a lavorare! Addio!”
Ugo se ne và ed io, quando squilla il mio cellulare,mi congedo dai presenti.
 
 
Berta
Non ci aspettavamo proprio il ritorno del dottor Calderon! Ci riuniamo attorno alla scrivania di Annamaria, quando i dirigenti entrano in sala del consiglio.
“Ragazze, avete visto l’espressione di Betty? Nera come la pece!” Dico.
“Per forza, rammentate cosa le ha fatto quel disgraziato di Calderon?” Dice Sandra.
“Dovremmo chiamare Sofia e organizzarci con lei, per raccontarle tutte queste succulente novità!” Dico.
“Posso fare una domanda? Chi è quel tipo?” Chiede Isabella.
“Mario Calderon è un’azionista dell’azienda, quando il dottor Armando era presidente, lui era il suo vice e il direttore commerciale! Oltre che suo fido amico, dato che copriva tutti i romanzetti del dottor Armando, mentre stava con Marcella Valencia!” Racconto.
“E come mai la signora Mendoza cel’ha tanto con lui?”
Noi tutte ci guardiamo,sappiamo bene che non possiamo diffondere quella storia!
“Lui e Betty non si sono mai piaciuti, così per amor suo, il dottor Armando ha chiuso l’amicizia con lui e molti anni fa e Calderon si è licenziato ed è partito, senza far ritorno fino a oggi!” Le risponde Sandra.
 
 
Camilla
Io, i miei fratelli, Cèsar, Michael e Roberta siamo seduti in sala del consiglio. Sono in pena per il colloquio tra mio padre e David… Non sento gridare e questo mi sembra strano da parte di mio padre! Che l’abbia già evirato? O ucciso a sangue freddo? Scuoto la testa, abbandonando questi pensieri cupi.
“Chissà perché mamma odia tanto quel tipo, a me sembra così simpatico! Le allusioni su Giulia e sua madre erano divertenti… Credo che in passato, con la signora Valencia, si siano divertiti molto!” Afferma Lorenzo.  Loro continuano sull’argomento, ma a me non interessa. Fisso la porta della presidenza, preoccupata. Quando Lorenzo si allontana, Roberta si scusa con noi e lo segue.
 
 
Lorenzo
Sento Roberta che mi chiama e mi volto.
“Possiamo parlare in privato?” Mi chiede. Annuisco ed entriamo nel suo ufficio, poi ci accomodiamo.
“Dimmi tutto!”
“E’ per via della RDL Investimenti… Io mi domando perché fare le cose così di nascosto? I soldi che guadagneremo dagli investimenti saranno legittimi e puliti, quindi non vedo perché non dire al consiglio da dove provengono i soldi che ci aiuteranno a saldare le obbligazioni con le banche, a mandare avanti l’azienda, e…”
“Roberta, tu sai che mio padre è reduce da un infarto! Di tutto ciò che accade in azienda nessuno deve sapere nulla! Sai come vanno queste cose, lo dici a uno e la notizia si diffonde a macchia d’olio e papà si agiterebbe…”
“E’ solo questo? Per far stare tranquillo tuo padre?”
“Sì, solo questo.” Le rispondo, poco convinto.
“E al consiglio di amministrazione che ci sarà fra tre mesi, non pensi che tuo padre e i Valencia si domanderanno come caspita abbiamo fatto a far uscire la collezione, pagare i debiti, gli stipendi e gli assegni solo con le vendite della collezione? Senza contare che contrarremo altri debiti, con la RDL! Legalmente l’azienda s’indebiterà ancora di più!”
“Bhe… Non abbiamo pensato a cosa racconteremo al consiglio di amministrazione… Tutto dipenderà se riusciremo a dare quei soldi alle banche! Roberta… “ – istintivamente le afferro le mani che tiene sulla scrivania. “ – Tu vuoi darci una mano vero? O vuoi che l’azienda venga smembrata dalle banche?”
“Certo, vi aiuterò. Io sono il direttore amministrativo e se l’azienda affonderà, la colpa sarà anche mia! E’ matematicamente impossibile riuscire a coprire i debiti senza investire quei soldi nella RDL e farci sovvenzionare da lei…”
“Brava!”
Le bacio la testa ed esco. Tutto ciò non mi piace! Sento che non porterà a niente di buono!
 
 
Roberta
Mi accarezzo la mano e la testa mentre il mio cuore incalza… Chiudo gli occhi nell’illusione che questo mi aiuti a non cancellare quello che è appena successo: Lorenzo mi ha preso per mano e mi ha baciato dolcemente in testa!
 
 
Diego
Lorenzo è rientrato preoccupato in sala del consiglio e mi ha chiesto di uscire con lui. Ci appartiamo e mi parla sotto voce.
“Senti, ho parlato con Roberta. Aveva dei dubbi sul tuo progetto ma gli ho dissipati… Anche se un dubbio è venuto anche a me. Fra tre mesi, al consiglio di amministrazione, come farai per spiegare a papà e a Daniele Valencia da dove sono arrivati i soldi che hanno salvato l’azienda? Nessuno crederà che l’abbiamo mandata avanti con gli incassi della collezione! Risulterà che ci saremmo indebitati fino al collo con la nuova azienda! E se ci faremo assorbire, come diavolo pensi di fare per nasconderlo e nascondere il passivo?!”
Lo guardo con uno sguardo piuttosto eloquente, senza dire nulla.
“No Diego, non dirmelo! Non possiamo fare una cosa del genere, sei pazzo?! E’ illegale!”
 
 
 
Giulio
Io e i miei genitori entriamo nell’ufficio di David, che un tempo era di zia Marcella. Mia madre si siede di fronte alla scrivania, io al posto di David e papà passeggia nervosamente per la stanza.
“Si può sapere cosa diavolo ti è preso?!”
“Non c’è nulla da dire… Io non ho resistito e l’ho baciata, non immaginavo che sarebbe entrato mio fratello.” Dico, con aria abbattuta.
“Certo, tutto ti è dovuto, no? Quella ragazza doveva per forza cadere ai tuoi piedi con quel bacio!” Ironizza papà, girando il coltello nella piaga.
“Questo lo ha preso da te caro marito, quindi smettila di fargli la predica!”  Almeno mia madre mi sostiene.
“Sì, sì… Continua a viziarli e ad assecondarli ed ecco il risultato!” Mio padre si accomoda di fianco a mia madre.
“Non litigate a causa di questo adesso.”
“Puoi spiegare a me e a papà perché sei così dannatamente deciso a rovinare le storie di tuo fratello, e creargli tanti problemi?”
“Non lo nego, in passato l’ho fatto unicamente per burla, per nutrire il mio ego perché vedevo che interessavo alle ragazze che piacevano a lui! Ma stavolta no…” – Dico, mentre i miei occhi si fanno rossi e si riempiono di lacrime. I miei genitori si guardano tra loro. – “ Camilla mi piace sul serio… E ci sto male perché vedo che lei ha occhi solo per David…”
“Camilla ti piace sul serio perché non è caduta ai tuoi piedi, ma questo non è amore! Questa per te è una sfida!”
“No papà, ti sbagli!” – Gli urlo contro alzandomi. – “A me Camilla piace davvero!”
“Daniele, puoi lasciarci soli per un momento?” Gli chiede mia madre e lui se ne va senza protestare.
“Senti Giulietto. Io ti credo, ma rubarle dei baci e tormentarla, non è il giusto approccio!”
“Non ho mai corteggiato una donna! A me piace davvero Camilla, ma non so come fare…”
“Prima di tutto dovresti scusarti con lei!”
 
 

David
Oggi ho combinato un bel casino e temo per l’epilogo di questa storia. Non dovevo reagire alle provocazioni di Giulio! Senza contare che il dottor Mendoza ha scoperto nel modo peggiore la storia tra me e sua figlia. Entriamo in presidenza ed io non so cosa aspettarmi. Provo a prendere la parola.
“Dottor Mendoza…”
“Zitto. Se pensi che io accetti questa follia, che dia la mia benedizione per metterti di uscire con mia figlia, tu deliri! Io non permetterò che MIA figlia esca con un pagliaccio del genere, con un degenerato come te!”
“Dottor Mendoza, io capisco la sua inquietudine e i suoi dubbi su di me visto che oggi le ho mostrato il peggio di me. Innanzitutto le chiedo scusa, e le chiedo inoltre di potermi dare una possibilità…”
“Non sono stato chiaro? A me non interessano le sue scuse, non m’interessa perdonarla, non m’interessa conoscerla meglio! Cosa pretende? Che la inviti a casa mia per una cena? Io non la voglio vicino a mia figlia, e questa è la mia ultima parola! Oltre al fatto che dovrebbe essere cacciato a pedate dal suo posto di direttore dei punti vendita, per come si è comportato!”
“E’ questo che vuole? Tutto questo bel discorso per avere la mia testa? Sa cosa le dico egregio dottor Mendoza? Che io gliela consegno! Mi licenzio, ma si scordi che io non mi allontanerò mai da sua figlia! Io tengo davvero a Camilla! Vuole il mio posto come direttore dei punti vendita, vuole le mie azioni, vuole togliermi tutto solo per punirmi perché mi piace Camilla? Io le do tutto! Ma si scordi che io stia lontano da leI!”
“Lei è solo un ragazzino insolente! Come si permette?!”
“E lei sa cos’è? Un’egoista! Un’egoista a cui evidentemente piace vedere sua figlia triste ed infelice! Perché è questo che otterrà impedendo a Camilla di uscire con me! Senza contare che l’allontanerà da sé! E un’altra cosa, non si dia tante arie perché quando picchiò mio padre proprio in qui in questa stanza, non fece una figura molto più bella della mia!”
Me ne vado sbattendo la porta, e sono certo di aver fatto indispettire quel tipo.
 
 

Camilla
Quando si apre la porta della sala del consiglio, spero sia David ma è solo Daniele Valencia.
“Scusate, posso scambiare due parole con la signorina Mendoza?”
Senza rispondere, mi alzo e seguo quel tipo. Andiamo nello show room.
“Mi dica dottor Valencia.”
“Lei si crede tanto importante?”
“Mi scusi?” Chiedo, basita.
“Ha capito bene. Chi si crede di essere per calpestare i sentimenti delle persone e insultarle? Mi dica, lei con l’intelligenza che ha ereditato da sua madre dovrebbe saperlo! Mio figlio Giulio le sembra una persona oppure un insetto, un volatile o che altro?”
“Sa cosa mi sembra? Un pallone gonfiato, esattamente come suo padre!” – Mi guarda basito – “Ha capito bene! O crede che io abbia paura di lei? Crede che ascolterò tutte le sue prediche, le sue parole come se fosse il modello di ogni virtù? Dottor Valencia, sappiamo tutti e due che lei è l’ultima persona su questa terra che dovrebbe permettersi di sparare sentenze e giudizi! Qua l’unico che si crede chissà chi è lei, visto che è convinto che tutti le debbano rispetto perché è il Ministro dell’Economia! Si ricordi bene, fuori da queste mura potrà anch’essere Daniele Valencia, il Ministro dell’Economia, un personaggio pubblico di rilevanza internazionale e tutti la stimano e la rispettano, ma dentro le mura dell’Ecomoda, di fronte a me e a tutti gli altri lei non è altro che Daniele Valencia, l’essere più infimo della terra! E Giulio ha solo avuto la sfortuna di averla come padre!”
Quello mi guarda basito, evidentemente si aspettava che io avrei annuito e basta, e si sbagliava! Vedo David uscire dalla presidenza e avviarsi a passo svelto verso l’ascensore, perciò lo raggiungo piantando in asso Daniele Valencia.
“David! Dove vai? Cosa ti ha detto mio padre?”
“Ho rassegnato le mie dimissioni.” Entro con lui in ascensore e mi faccio dire tutto. Mi riporta parola per parola la conversazione con lui dicendo che mio padre ci ha chiaramente proibito di frequentarci. Arriviamo a garage sotterraneo, lui mi saluta con un casto bacio. Io risalgo, furente di rabbia!
Le porte dell’ascensore si aprono e incrocio quel demente di Giulio!
“SEI CONTENTO?! Hai visto che casino hai fatto scoppiare?!”
“Camilla, mi dispiace…”
Gli tiro un ceffone che gli fa perdere l’equilibrio.
“Non m’interessano le tue scuse! Sei un essere abominevole, che invece di imparare da suo fratello maggiore non fa altro che rovinargli la vita!”
“Camilla…”
“Non disturbarti a dare aria alla bocca, rischi di consumare tutto l’ossigeno per dire solo un mare di cavolate! Ti odio Giulio Valencia, stai lontano da me!”
Lascio tutti, Patrizia, la banda e Giulio, sgomenti e marcio verso la presidenza, scontrandomi con Daniele Valencia.
“E guardi dove và!!” Gli urlo. Entro in presidenza e la porta sbatte contro il muro.
“Sarai contento!”
“Camilla…”
“Camilla, Camilla! Tutti che cercano di giustificarsi! Siete tutti un branco di egoisti! Papà, non mi aspettavo questo da te… Tu e la mamma mi avete sempre detto che anch’io da grande avrei trovato l’amore e adesso mi vieti di viverlo?! Sei un ipocrita!” Gli vomito addosso, per poi uscire dall’ufficio lasciandolo sconvolto.
 

Armando
Egoista. Sì, sono sempre stato piuttosto egoista. Sono stato egoista quando tradivo Marcella, sono stato egoista quando ho accettato di corteggiare Betty per tenermi l’azienda, senza pensare che stavo ferendo un essere umano. Sono stato egoista quando ho giocato con il patrimonio della mia famiglia e dei Valencia, solo per non ammettere che avevo fallito, solo per savarmi la faccia. Sono un vile egoista. Distrutto da questa giornata, mi avvio verso l’ascensore.
“Mia moglie?” Chiedo ad Annamaria.
“E’ andata via dottore… Le ha lasciato le chiavi dell’auto!”
“Come sarebbe che è andata via?”
“Il fatto è che….”
“Sicuramente era stanca, quanto lo sono io! Vado via, arrivederci.”
“Ma dottore, devo dirle una cosa.”
“Senta Annamaria, sono esausto! Me lo dirà un’altra volta!” Le rispondo per poi premere il bottone che porta al garage sotterraneo.
 
 
Mario
La telefonata è durata una vita e, se consideriamo che dopo ho dovuto chiamare un’altra persona, sono stato al telefono per una giornata! Torno in amministrazione.
“Scusate ragazze. Ma Armando è ancora in riunione?”
“No, dottore… E’ appena andato via! Era così stanco che non mi ha lasciato neanche il tempo di parlargli per dirgli che era qui…”
“Accidenti. Vorrà dire che tornerò. Ragazze, a presto. Salutatemi tutti i dirigenti.”
“A presto dottor Calderon!” Mi salutano.
 
 
Betty
Chiamo Nicola via skype e mi risponde subito. Quando compare il suo viso sullo schermo avverto una sensazione di sollievo. Dopo la giornata di oggi, una faccia amica è quello di cui ho bisogno!
“Betty, ciao! Come va?”
“Nicola… Malissimo, rende l’idea?”
“Betty, cosa è successo? Armando??”
“No, lui sta bene… Credo…”
“Dimmi avanti, non farmi preoccupare!”
“Cominciamo da Diego… che ha lasciato Paola perché non l’ama più!”
“Così improvvisamente, dopo aver annunciato il loro matrimonio? E la tua consuocera come l’ha presa? Me la immagino!”
“Si è presentata a casa nostra urlando e sbraitando e Armando non si è più trattenuto… Prima pare sia stata anche da Diego e gli ha anche tirato un ceffone!”
“Perdonami Betty, ma tuo figlio sel’è meritato! Non si cambia idea in modo così repentino! Ma è successo altro, vero?”
“Oggi io e Armando siamo stati all’Ecomoda per parlare con Diego… Quando è scoppiata una tremenda rissa tra David e Giulio Valencia!  Stavano litigando per Camilla…”
“Che cosa??? Non posso immaginare la reazione di Armando!”
“Ho temuto di doverlo seppellire… Ha iniziato a urlare, ad agitarsi… Ha preso Giulio Valencia per il collo minacciandolo di morte, perché ha rubato un bacio a Camilla! A nostra figlia sembra piacere David, mentre Giulio le fa il filo ma senza interesse da parte di Camilla… Quando me ne sono andata dall’Ecomoda mio marito stava parlando in privato con David… “
“Che giornatina! Immagino che Armando non sia troppo contento che Camilla frequenti un Valencia!”
“Non ho ancora finito di raccontare… Non sai chi è tornato in azienda!! Quando me lo sono trovato davanti avrei solo voluto strozzarlo!”
“Di chi stai parlando?”
Lascio passare qualche secondo di suspense e poi pronuncio il nome di Calderon. Nicola mi guarda basito.
“Non ci posso credere! E cosa ti ha detto?”
“Salve Betty!” Gli rispondo imitando la voce di quel essere immondo!
“E tu cos’hai fatto?”
“Sono andata via senza prestargli attenzione! Prima di ucciderlo!”
“Credi che tuo marito l’abbia incontrato?”
“Sicuramente! E lui non sarà duro quando me… Nicola, io non posso sopportare di vederlo ancora!!”
Sento la chiave nella toppa della porta e liquido Nicola.
“Nicola, è tornato Armando. Ti lascio!”
“A presto Betty, vorrei tanto poter tornare lì per darti man forte! Tienimi aggiornato!”
Chiudo il pc e me ne resto seduta, rivolgendo le spalle alla porta.
 
 

Armando
Le parole della mia bambina mi martellano in testa, e pesano come macigni sul cuore. Mi sono lasciato prendere dalla mia solita impulsività e ho combinato in guaio. Infilo la chiave nella toppa e quando entro trovo mia moglie seduta al tavolo del salotto, con il pc davanti a se. Le vado vicino e la saluto baciandole la testa, noto subito la sua espressione arrabbiata. Mi siedo con lei.
“Capisco bene che tu sia arrabbiata… Lo sono anch’io. Non ci posso credere!”
“Lo credo bene Armando! Io me ne sono andata altrimenti lo avrei ucciso!!”
“Oddio… La morte mi sembra una soluzione un po’ estrema, anche per me! Anzi, ti dirò ce col senno di poi ho sbagliato tutto con lui…”
Mia moglie mi guarda basita.
“Armando, sei impazzito? Hai sbattuto la testa? Come minimo dovremmo spedirlo al centro della terra, con lucifero, un suo caro simile!!”
“Non ti sembra di esagerare?”
“NO!” Mi risponde molto arrabbiata. Marcia verso la stanza da letto e sbatte la porta. Io la seguo ed entro.
“Amore, di solioto sono io quello esagerato nelle situazioni, la tua arrabbiatura mi sembra eccessiva!”
“Eccessiva Armando? ECCESSIVA?! Sai cosa ti dico, vai dal tuo caro e fido amichetto se sei così contento che sia tornato!!”
“Di che stai parlando?” Le domando, rendendomi finalmente conto che stiamo parlando di due persone diverse.
“DI MARIO CALDERON!”
“Mario Calderon?” – domando perplesso, visto che il suo nome, a parte nei giorno scorsi, non usciva da anni. “ – Che centra Calderon?”
“Armando, mi stai prendendo per i fondelli?!”
“No, non ci sto capendo niente!” – Affermo indispettito. – “Mi dici cosa centra Calderon?”
“Il tuo caro amichetto è tornato in città, e  poco fa era all’Ecomoda!”
Spalanco gli occhi dalla sorpresa.
“Ma cosa stai dicendo? Io non ho visto nessuno!”
“Io sì! E le ragazze possono confermartelo… Era Mario Calderon in carne ed ossa, purtroppo!”
“Non posso credere che sia qui…. E tu cos’hai fatto quando vi siete incontrati?”
“Sono rimasta di stucco. Quando lui mi ha salutato, io non ho risposto e me ne sono andata…”
“Ecco cosa voleva dirmi Annamaria! Quando stavo per andarmene, ha provato a trattenermi ma non le ho dato retta.”
“Tu sei contento che sia tornato?”
“Non lo so… E’ vero che è stato il mio migliore amico per anni, che insieme ne abbiamo passate tante e che sono passati tanti anni e non sono più arrabbiato quando lo sei tu, che ne hai ogni diritto! Ma non posso dimenticarmi delle ragioni che mi hanno spinto a chiudere l’amicizia con lui!”
Ci distendiamo e Betty poggia la testa al mio petto.
“Io non posso dimenticarmi di tutto quello che mi ha fatto! Di tutte le offese, e dell’ultimo sopruso, quando ha invaso la mia intimità leggendo il mio diario! Un conto è che lo hai fatto tu, con cui avevo avuto una storia e che poi sei diventato mio marito, ma lui non era nessuno per permettersi di compiere una cosa del genere! Io non me la sento di perdonarlo, non posso!”
“Lo so amore mio….”
“Non ti ho nemmeno chiesto com’è finita in azienda, com’è andato il colloquio con David?”
“E’ andato che sono un cretino!”
Riporto a mia moglie ogni parola, anche se ha per lo più parlato David, e lei ascolta con attenzione.
“Poi è entrata Camilla in presidenza, come una furia… Mi ha detto un mucchio di cose orribili. Che sono un egoista, un ipocrita e non so che altro…”
“Amore mio… Camilla era davvero molto arrabbiata, io penso che tenga davvero a quel ragazzo...”
“Lei ha ragione a dire che ho agito come un’egoista!”
“Tesoro mio… Tu non se egoista! Sei meraviglioso, un papà amorevole… E il punto è proprio questo… la tua apprensione per le mostrilla ti ha spinto a parlare così! Vedrai che Camilla lo capirà…”
“Io mi sentito così male quando mi ha vomitato addosso quelle parole… La mostrilla mi odia e non si fida più di me!”
“Ma no amore mio, cosa dici… Vieni qui…”
Mia moglie vede il mio disagio e mi abbraccia, mentre inizio a piangere. Devo fare qualcosa per riguadagnarmi la fiducia di Camilla!
 
 
Isabella
Questa è stata una giornata incredibile e difficile in Ecomoda, e il tempo fuori non rende le cose migliori. La pioggia fitta che batte sul parabrezza, m’impedisce una chiara visuale della strada perciò procedo a passo d’uomo. Anche se vado piano, la pioggia e il nero della notte m’impediscono di vedere chiaramente la persona che, sul ciglio della strada, fa l’autostop e gli vado leggermente addosso. Quello, almeno credo sia un uomo, si china e si massaggia il ginocchio. Io smonto e in tre secondi mi bagno tutta. Ma quel tipo è più zuppo di me! Da quanto se ne sta sotto la pioggia battente? E perché soprattutto?
“Si sente bene? Mi dispiace molto, non l’ho vista!”
Quando quello alza la testa, ci fissiamo per qualche istante. Non posso credere di aver quasi messo sotto il presidente dell’azienda per cui lavoro non che l’uomo che amo!
“Isabella, è lei!”
“Dottor Diego, sono desolata! Ma cosa fa sotto la pioggia?”
“Io sono rimasto in panne. Una volta per uno no? E guarda caso non passa neanche un taxi, e per giunta il mio cellulare non ha campo da ore!”
“Anche il mio, credo a causa del temporale…”
Ce ne stiamo in silenzio a fissarci. Io non so che fare e che dire!
“Dice che possiamo ripararci nella sua auto o ci prendiamo tutta la pioggia?”
“Ma certo dottore, salga! Mi dispiace per il ginocchio…”
“Non si preoccupi, è già passato.”
“Dottore, se mi indica dove abita l’accompagno io!”
“Non è il caso, casa mia è lontana dalla zona industriale. E con questa pioggia non si vede a un palmo dal naso!”
“E…. e dove la porto?”
“Anche casa dei mie è lontana… E quella dei miei fratelli…  Casa sua è vicina no?”
Avvampo.
“Scusi, non è mia intenzione auto invitarmi, ma credo non sia prudente farle fare tanta strada con questo tempo!”
“V-va bene dottore…”
Durante il tragitto non diciamo una parola. Non posso credere che sta per entrare nel mio umile appartamento! Arriviamo e parcheggio, per raggiungere il portone corriamo sotto la pioggia. Lui mi apre il portone ed entriamo. Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
“Guardi come siamo combinati!” Dice lui.
“Venga…”
“Isabella, se non le da fastidio, potrei approfittare di un asciugamani, di un phoon o di qualsiasi altra cosa per asciugarmi?”
“Usare il phoon sarà difficile, visto che non c’è corrente!”
“Benone!”
“Io un’idea ce l’avrei…”
“Qualsiasi cosa mi aiuti ad asciugarmi prima di prendere la polmonite!”
Mentre parlo, accendo una candela e afferro una torcia.
“Mi aspetti qui…”
Esco di casa, attraverso il pianerottolo e suono da Francesco che mi apre.
“Ehi, sei anche tu senza luce?” Mi chiede, notando la torcia.
“Esatto… Senti, dovresti prestarmi dei jeans, una camicia, delle scarpe, calzini e… ehm, dei boxer…”
Lui mi guarda stralunato.
“Sei in dolce compagnia?”
“Io… ho trovato il dottor Mendoza, Diego Mendoza, in panne che faceva l’autostop sotto la pioggia e l’ho quasi messo sotto!”
“Uhhh, quindi si denuderà nel tuo bagno? O direttamente in camera da letto? O magari gli piace farlo scomodamente sul divano!”
Io lo colpisco con la torcia.
“Non fare l’imbecille! Allora, mi presti ciò che ho elencato?”
“Aspetta qui…”
Aspetto poco tempo e torna con tutti i vestiti.
“Non farti ingravidare, digli di usare il profilattico!”
“Stupido!”
Quando rientro, lo trovo che si guarda in giro. Lui non si accorge che sono tornata e mi perdo a osservarlo…
“So che è molto diverso dal lusso a cui sarà abituato!”
“Eh, cosa? E’ molto carino invece… Si vede che ci tiene!”
Gli passo i vestiti.
“Sono di Francesco.”
“Il… il suo ragazzo? Non vive con lei?”
“Per la verità non è mio ragazzo… “ – vedo che mi guarda dubbioso. – “Io non l’ho mai presentato come tale, avete fatto tutto lei e la signorina Paola! Il bagno è qui… Faccia come se fosse a casa sua!”
“la ringrazio Isabella.”
Mentre lui è in bagno, io mi reco in camera da letto. Avverto sotto la camicetta zuppa che indosso, il cuore battere all’impazzata. Calma, stai calma!
 
 
Diego
Non credevo che fra i milioni di esseri umani presenti al mondo, proprio lei avrebbe risposto al mio autostop. La verità è che in sua compagnia mi trovo bene… Lei è così diversa da tutte le ragazze che ho incontrato fin’ora… ha quella nota di fanciullezza, anche se ha la mia stessa età, che mi attrae parecchio. Con me, sembra sempre sulla difensiva e intimorita… Come mai? Poco fa ha smentito la notizia che Francesco è il suo ragazzo, e ho provato sollievo. Ma che mi succede? Dopo essermi asciugato, mi metto le cose che mi ha dato che, fortunatamente, mi stanno bene. Torno nel soggiorno e la vedo che si asciuga i capelli, mi perdo ad osservare la sua bellezza angelica.
 

Isabella
Mi accorgo che è dietro di me e mi volto.
“Le stanno bene?”
“Sì… Grazie. Ho lasciato i vestiti bagnati nella vasca da bagno, va bene?”
“Benissimo… Io gli laverò, gli asciugherò e gli stirerò.”
“Io non so come ringraziarla.”
“Glielo dovevo, visto che l’ho quasi messa sotto!”
“Vive da sola qui?”
“Sì, tecnicamente. Anche se oltre il pianerottolo vive Francesco con Silvia, la ragazza di suo fratello, quindi a parte la notte, siamo sempre insieme.”
“A parte stasera…”
Mi dice, sorridendo. Io avvampo!
“Già…”
Avverto poi il suo stomaco brontolare, lui si porta una mano allo stomaco e tossisce per cercare di celare il rumore.
“Desidera qualcosa da mangiare?”
“Si sente molto?” Mi chiede, sorridendo imbarazzato e accarezzandosi la nuca.
“In ogni caso, devo cenare anch’io. Le vanno degli spaghetti all’amatriciana?”
“Ovvero?”
“E’ un sugo con passata di pomodoro, pancetta e cipolla.”
“Ah, una cosina semplice semplice!”
“Il suo stomaco sembrava d’accordo!”
“Non ha tutti i torti…Mi permetta almeno di darle una mano!”
“Apra lo sportello a destra e trova una bottiglia di passata e in frigo la pancetta a cubetti!”
“E’ una ricetta italiana?”
“Esatto…”
“Lei ha origini italiane? Ho letto che ha studiato in Italia, ha frequentato il liceo scientifico e la facoltà di Economia e commercio a Padova.”
“Esatto. Mia madre è Italiana, mio padre di Bogotà…. All’età di quattordici anni mi trasferii in Italia, sono tornata qui solo sei mesi fa.”
“Si è trasferita con tutta la sua famiglia immagino!”
 
 
Diego
“No, ho vissuto con mia nonna.” Mi risponde, mentre si rabbuia in volto.
“Mi scusi, non volevo impicciarmi!”
“Si figuri… Mia nonna venne a prendermi per portami in Italia….”
“E i suoi genitori?”
Non mi risponde, mentre si fà sempre più tesa.
“Il soffritto è pronto, ora possiamo versare la passata e la pancetta. E buttiamo la pasta!”
Capisco che non vuole rispondere e non insisto. Poco dopo la cena è pronta e mangio tutto di gusto. Mi accorgo che con lei sto tremendamente bene… Che m’interessa sentirla parlare, che m’interessa la sua storia. Lei nota che mangio con ingordigia.
“Mi scusi, ma è davvero buona! Mi deve scrivere la ricetta!”
“Lei cucina?”
“Ehm… No! Ma per preparare questa, mi ci metto volentieri! E poi ho visto come si fa!”
Le sorrido, e lei finalmente mi rivolge un timido sorriso.
“Dia a me.” Mi dice, afferrando il piatto vuoto.
“No, le do una mano!”
Siamo fianco a fianco davanti al lavello, quando mi decido a chiederle scusa per la battuta scema dell’ascensore.
“Isabella… Io le vorrei chiedere scusa per ieri mattina!”
“Per cosa?”
“Per come le ho risposto di fronte all’ascensore… Le sembrerà una cavolata e magari lei nemmeno se n’è accorta, ma ci tenevo a scusarmi. Il fatto è che avevo passato una notte agitata!”
 
 
 
Isabella
Non credevo che lui se ne fosse accorto e che ci pensasse!
“Non importa dottore, non ci pensavo nemmeno più…” Dico, mentendo.
“E mi dispiace per oggi…. Per quello che ha visto fuori dal bagno…”
Mi rattristo. Già, la bella Giulia Valencia.
“Dottore… Non mi deve alcuna spiegazione di quello che fa! Io le ho promesso che manterrò il segreto e lo farò, piuttosto dovrebbe preoccuparsi delle altre segretarie… Che resti tra noi ma non sono la discrezione fatta a persona!”
“Ma no, Isabella, che ha capito! Tra me e Giulia Valencia non c’è più nulla! Oggi mi stava saltando addosso, ma io la stavo respingendo! Gliel’assicuro!”
“Dottore, mi sta dando giustificazioni che non le ho chiesto, non vedo perché dovrebbe spiegarmi certe cose che riguardano la sua vita privata!”
“Perché… Perché…. Bhe, perché mi va di farlo, ok?”
“Le assicuro che io sarò una tomba!”
“Grazie, sapevo di potermi fidare di lei… E per ultima, mi scuso se prima sono stato indiscreto, chiedendole della sua famiglia. Non volevo! E non vedo perché dovrebbe raccontarmi queste cose!”
“Il fatto è che non parlo volentieri di loro… “
Ci sediamo sul divano, ed io sento un improvviso bisogno di condividere la mia storia con lui.
“Io non so da quanto lo facesse, ma da che ne ho memoria, da che fui abbastanza grande da ricordarmene, mio padre… Mio padre alzava le mani su di me.”
Gli vomito addosso, rendendolo partecipe della mia tragedia. Lo guardo e vedo lo sgomento sul suo viso.
“Io… Io non so cosa dire! E’ mostruoso… E sua madre?”
“Mia madre… mia madre lo ha sempre coperto, e io avevo paura a raccontarlo a qualcuno!”
Dico, mentre le lacrime iniziano a scendere. Avverto che mia accarezza la nuca e l’altra mano la posa sulla mia, sulla mia gamba, ma sono troppo presa dal mio passato per provare imbarazzo. In questo momento sento una grande complicità tra di noi.
“Un Natale venne mia nonna dall’Italia, la mamma di mia mamma, e si accorse di tutto e decise di portarmi via… I miei all’inizio non volevano, ma mia nonna gli minacciò di denunciarli perciò mi lasciarono partire con lei.”
“E da allora non ha più visto i suoi?”
“Mai più… sono passati undici anni…. Non so se siano vivi, se siano morti, se abbiano magari avuto altri figli, che faccia abbiano adesso…”
“Mi dispiace per quanto ha sofferto. E come mai è tornata in Colombia?”
“Mia nonna è morta sei mesi fa, e in Italia non sono riuscita a trovare lavoro… Così ho deciso di tornare qui e di appoggiarmi a Francesco e Silvia, sono dei miei amici d’infanzia. Invidio molto le persone come lei! Dalla bella famiglia unita, dalla vita perfetta…”
“Io e la mia famiglia abbiamo i nostri problemi come chiunque altro.”
“Ma non credo che suo padre le abbia mai alzato le mani…”
“No, fortunatamente…Non so cosa dirle per alleviare il suo dolore, per…”
“Non è compito suo!”
“Adesso sì… Adesso che lo so io vorrei tanto fare qualcosa per farla sentire bene… amata…”
Di colpo alzo lo sguardo verso di lui e vedo che mi guarda. Il mio cuore galoppa. In uno scatto lui sta ber baciarmi ma io mi alzo.
“Che… Che voleva fare…”
Lui si alza, e sembra sorpreso quanto me. Si porta una mano alla fronte.
“Io… Mi scusi, io non cosa mi sia preso…”
“Questa è la seconda volta che ci prova.”
“Lo so….”
“Io penso che dovrebbe andarsene!”
“Isabella…”
“Per favore dottore. Ha smesso di piovere, adesso troverà un taxi… E credo che la sua fidanzata la starà aspettando!”
“Cosa? No, lei non sa che….”
“Glielo ripeto che non mi deve giustificazioni sulla sua vita! Non m’importa nulla di quello che fa o non fa fuori dalle mura dell’Ecomoda… Le chiedo una cosa… Che mantenga le distanze da me, e che tra noi ci sia solo un rapporto lavorativo. E che dimentichi quello che le ho raccontato stasera!”
“Come può chiedermi…”
“Per favore. Ci vediamo in Ecomoda.”
Contro la sua volontà, lo spingo oltre la porta. Mi appoggio a essa portandomi una mano al petto: al tatto posso sentire il cuore balzare fuori dalla cassa toracica. Mettere le distanze è la stata la scelta migliore, non voglio essere sedotta e abbandonata!
 
 
Diego
Il taxi mi lascia sotto casa mia, pago e scendo. Per tutto il tragitto non ho fatto che ripensare alla serata che ho vissuto…Al suo racconto, che mi ha colpito nel profondo. Andava tutto a meraviglia, prima che Isabella mettesse le distanze tra noi. Non sapeva che ho lasciato Paola, e questo l’ha spinta a tirarsi indietro. O è un altro il motivo che l’ha spinta lontano da me? Mi ha sentito, come un animale in calore, consumare una sveltina in ufficio e non posso che immaginare che opinione ha di me! Esco dall’ascensore e non credo ai miei occhi.
 
 
Paola
Lo vedo uscire dall’ascensore, e le gambe mi tremano, il cuore galoppa e la sola cosa che vorrei fare sarebbe piangere. Noto la sua mise insolita per lui, ma non m’importa sapere cos’ha fatto! Sto già male abbastanza!
“Paola, cosa ci fai qui?”
“Ciao. Sono venuta per portarti delle tue cose, quelle che non ho fatto a pezzetti. Addio.”
Sto per andarmene ma lui mi trattiene per un braccio.
“Mi dispiace…”
Mi dice, per l’ennesima volta. Non è pentito, non vuole tornare indietro! Mi libero dalla sua presa e m’infilo in ascensore. Poi scoppio in lacrime.
 
 
Diego
Trascino il trolley dentro casa e lo apro: vi trovo dei miei competi, lo spazzolino e il mio profumo che avevo lasciato da lei. Insieme c’è anche una lettera.
 
Ciao Diego.
Ho passato due giorni infernali e con il resto delle cose che avevi da me ho fatto mille coriandoli. Credevo fosse il modo giusto per farti a pezzi, per dimenticarti ma poi ho capito che non sarei mai riuscita a farti a pezzi perché tu non hai un cuore, e chi non cel’ha non può sapere cosa si sente quando questo cuore va in pezzi!
Ti amo più della mia vita Diego, una vita che ti sei preso e che hai distrutto a tuo piacimento. Se ti scrivessi che desidero per te ogni bene, mentirei ed io non sono né una bugiarda né un ipocrita, come te! Io spero che la vita ti faccia scontare tutto il male che tu hai fatto a me, e chissà a quante altre donne! Parto sperando di dimenticarmi di te, del tuo viso,dei tuoi baci e sperando che il tuo profumo abbandoni le mie narici, perché adesso mi fa solo schifo. Addio.
Paola.

 
Paola ha ragione: sono un bugiardo e un ipocrita….Un’egoista….Perchè Isabella dovrebbe aprirsi a me?
 
 
 
David
Dopo aver passato qualche ora al bar, solo perché pioveva come i pazzi, giungo alla porta di casa mia e la trovo lì, seduta per terra e con la testa appoggiata allo stipite della porta. M’inginocchio e la sveglio.
“Camilla?”
“Ciao…”
“Ma che ci fai qui fuori? Perché non hai bussato? A casa c’era Michael!”
“Io non lo so… Ho litigato con mio padre.”
Mi dice, sconvolta. Le tendo la mano, lei si alza ed entriamo. Non faccio in tempo ad accendere la luce, che mi abbraccia appoggiando la sua testa al mio petto.
“Io non smetterò di uscire con te solo perché mio padre me lo vieta….”
La stringo a me e le bacio la testa.
“Sembrerei un ragazzino del liceo se… se ti chiedessi di diventare la mia ragazza?”
Si stacca da me e mi passa le mani attorno al collo.
“No… Sembreresti il migliore ragazzo che una ragazza può desiderare!”
Lei si alza leggermente sulle punte e ci baciamo.
 
 
Giulio
Non so neanche che ore si sono fatte quando esco barcollando dal bar. Il barista mi viene incontro.
“Dottor Valencia, lascia che le chiami un taxi!”
“Si tolga dai piedi… Lei non capisce! La donna che amo, sta con mio fratello e di me pensa il peggio! Mi odia!”
“Lo so, lo ha ripetuto per tutta la serata, ormai lo sa tutto il quartiere!”
“Si tolga di mezzo!”
Stupidamente, ignoro i suoi consigli e mi metto alla guida con il tasso alcol emico alle stelle, la notte che avvolge la città e la strada bagnata.
 
 
FINE CAPITOLO 13.
 
Ecco qui, sfornato anche il 13! Cosa ne pensate? Armando si scuserà con Camilla? Tra Diego e Isabella?? Lei si lascerà andare con lui? Lui le dimostrerà di essere diverso dal dongiovanni che lei immagina? Vi è piaciuto il passato di Isabella (che verrà approfondito)? Come andrà l’incontro Armando/Mario? Ricuciranno i rapporti? E la faccenda del RDL che epilogo avrà? A presto!
 
   
 
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