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Autore: FairySweet    12/11/2014    1 recensioni
... "Perché sei ancora qui?" ma quello sguardo orgoglioso e vivace, figlio del tempo, figlio di un ricordo che custodiva gelosamente non accennava ad abbassarsi "Perché sei qui?" ma più provava a parlare con lui e più tutto diventava lontano e sfocato, lontano da loro, lontano dal mondo, lontano da ogni cosa che fino ad ora l'aveva sempre tenuta al sicuro ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Ristori, Antonio Ceppi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                           I Ricordi vanno Rispettati 






Aveva letto e riletto quella lettera almeno dieci volte. Quante volte aveva sognato la sua voce? Quante volte era rimasto a fissare il vuoto chiedendosi se stesse bene, se qualche volta pensava a lui se … un sacco di se e nessuna risposta ma lei, come la vita, era imprevedibile e senza cuore.
Quando l paggio gli lasciò tra le mani quella lettera sentì il cuore che lentamente arrestava la sua folle corsa e poi le sue parole …

Vi scrivo per porvi i miei più sentiti auguri. Ho sempre sperato per voi in un futuro degno della persona vostra e oggi quel futuro e a pochi mesi da voi. Mi dispiace non avervi scritto prima ma voi sapete bene quanto la mia vita sia veloce e complicata. Volevo ringraziarvi per il meraviglioso mazzo di fiori che avete mandato a palazzo. Inutile dirvi che non dovevate disturbarvi così.
Vi rinnovo gli auguri per il vostro erede e spero vivamente che siate felice quanto lo sono io.
   
                                              Duchessa Visconti



Erano solo poche righe, poche isulse righe cariche di distacco eppure per lui, per il suo cuore e la sua anima valevano più di mille parole.
Ma quella firma in fondo alla pagina, quelle due parole che niente conservavano della sua Anna lo fecero sorridere perché perfino da lì riusciva a sentire la sua paura.
Nascondeva qualcosa, qualcosa di importante e non aveva nessuna intenzione di svelarlo al mondo, tanto meno a lui “Mi perdoni signore, vostra moglie ha appena mandato un messo” “Davvero?” domandò confuso chiudendo la lettera “Si fermerà a palazzo Iloni per qualche settimana e chiede se vostro signore ha voglia di raggiungerla ma non vuole in nessun modo costringervi a qualcosa che non volete” sorrise alzandosi dalla poltrona “Passare un po' di tempo con sua sorella le farà bene. Non ho alcuna intenzione di disturbare quella meravigliosa riunione familiare. Finirei a parlare di corredi e giochi per un bambino che non ha nemmeno qualche mese di vita” il servo sorrise appena inchinandosi leggermente verso di lui “Signore, posso chiedervi una cosa?” un lieve cenno del capo lo convinse a continuare “Voi sapete bene che potete fidarvi di me e che una volta mi avete detto: non hai bisogno di parlarmi da estraneo perché sei un buon amico per me e …” “Cos'hai fatto?” “Io?” ribatté divertito “Io proprio niente ma voi siete …” si fermò qualche secondo cercando le parole giuste “ … beh ecco … vi conosco signore, vi conosco molto bene ormai e so che qualcosa vi turba, lo leggo nei vostri occhi e da buon amico vi dico …” posò le mani sulle sue spalle sorridendo appena “ … non lasciate a quei pensieri il sopravvento perché altrimenti li perderete” “Non sono pensieri importanti. Non è una grande perdita” “Sono pensieri che profumano di pesca e vaniglia e che scrivono lettere che a quanto pare vi sconvolgono i sogni” gli occhi del servo si riempirono di tenerezza e quasi come se parlasse al proprio figlio mormorò “L'amore non è mai futile. I ricordi vanno rispettati e custoditi gelosamente perché se decidiamo di eliminarli per sempre lasceranno un vuoto enorme nel cuore” “Non è amore” “Oh per favore! È sempre l'amore” “Amo mia moglie Francesco, mi renderà padre e le sono grato per questo dono immenso” “Si può amare chiunque ma è una sola la persona che chiudiamo a chiave nel cuore” gli fece l'occhiolino e poi, senza più aggiungere una parola uscì dalla stanza lasciandolo solo con il proprio silenzio.


Dovresti riposare” “Dovresti imparare l'arte del silenzio” Ludovica voltò il visetto verso la madre, gli occhi leggermente socchiusi nel tentativo di capire se  stesse parlando con lei o meno “Va tutto bene angelo mio, guarda, ti piace il vestito nuovo di Anna?” sollevò la bambola davanti alla figlia sorridendo “Non immagini nemmeno quanto vorrei stringerla tra le braccia” sussurrò sedendosi accanto a lei “Mi ricorda Emilia, ha le stesse espressioni buffe e quel modo di osservare le cose …” sfiorò la testolina della figlia sorridendo “Ti assomiglia lo sai?” mormorò divertita “A me?” “Ha il tuo sorriso e il taglio dei tuoi occhi. Non le piace mangiare il cioccolato” “Avrà preso qualcosa anche da suo padre?” domandò divertito osservando la nipotina “Sono sicuro che diventerà una bellissima donna, piena di allegria e di gioia. Se ti somiglia così tanto probabilmente sarà un problema costante per suo padre ma la bellezza è una dote di famiglia” “Anna?” si voltò di colpo incontrando gli occhi di suo marito “Non ti aspettavo così presto” “Con chi parli?” domandò confuso avvicinandosi a lei “Con un fantasma” ma lei sorrise nascondendo quella frase dietro ad un colpo di tosse leggero, come se quel ricordo apparso dal nulla potesse essere udito da chiunque “Stiamo giocando” “Davvero?” ribatté guardingo posando una mano sulla testa della figlioletta “Giocavi con le bambole?” “La mamma ha un nuovo vestito” esclamò allegra Ludovica sollevando la bambola “Ti piace papà?” “Oh è molto bello. Sono sicuro che ad Anna piace un sacco” “E abbiamo anche un nuovo cappellino e un mazzo di fiori” “Ma non vuole il cappellino” “E perché no?” domandò Gregorio sedendosi di fronte a lei, come se d'improvviso, quel problema di cappellini e bambole fosse la cosa più importante del mondo “Perché non vuole” “Questa si che è una risposta. Se una cosa non piace perché si deve essere costretti ad amarla per forza” “Perché a volte le persone hanno bisogno di amare qualcosa che non vorrebbero per aiutare l'anima a respirare” “Uao” mormorò stupito Gregorio “Scusa” “Per cosa?” “Scusa per … stavo pensando ad alta voce e ho …” “Va bene” mormorò sfiorandole il viso “Va tutto bene” “Non ci crede davvero” le labbra si piegarono in un dolcissimo sorriso poi un bacio leggero e di nuovo l'aria fresca “D'accordo, angelo mio vieni a dare un bacio a tuo padre?” “Vai via?” domandò crucciata sollevando lo sguardo dalla bambola “Solo per pochi giorni” la prese in braccio stringendola così forte tra le braccia da sembrargli quasi di spezzarla ma la bambina non fiatò, resto così, tra le braccia del padre sorridente e tranquilla “Eccolo qui il mio ometto preferito” esclamò divertito incontrando lo sguardo di Edoardo “Vieni a salutare tuo padre?” il bambino annuì appena abbandonando lo stipite della porta, le manine dietro alla schiena e un'espressione a metà tra la stanchezza e l'orgoglio.
L'orgoglio di chi sa cosa serba il futuro, di chi riconosce nel proprio padre la persona più perfetta del mondo “Ricordi cosa ti ho detto non è vero?” “Si padre, non temete, mi prenderò cura di mia madre e di mia sorella” “Bravissimo, ora vieni qui” tese una mano verso di lui ma il bambino la ignorò completamente stringendo le braccia attorno alle sue gambe “Vi voglio bene padre” “Lo so” “D'accordo, ora lasciate vostro padre libero di andare o cambierà idea in meno di cinque secondi” ad un liece cenno della testa Maria prese dalle braccia del duca la bambina “Non stancarti troppo sposa mia” sussurrò sfiorandole il collo con le labbra“Non correre ovunque e riposa” “Non preoccupatevi duca, sono grande e forte, saprò cavarmela” “Oh non ho dubbi” mormorò divertito tirandola dolcemente in avanti “Ci vediamo tra qualche giorno” le diede un bacio sorridendo, perdendosi in quel profumo atroce che lo incatenava a lei ogni secondo di più “Vai, noi staremo bene” “Vi lascio in mani sicure” esclamò divertito facendo l'occhiolino al figlio, un ultimo sguardo, un altro bacio e poi solo l'immagine di un uomo alto e forte che lasciava quella stanza.
Le sarebbe mancato, le mancava sempre quando si allontanava da lei ma la certezza di rivederlo era una sicurezza abbastanza forte per permetterle di vivere serena e tranquilla “Ti ama davvero” trasalì riportata alla realtà dalla voce del fratello “Ti ama davvero tanto”.


 
  
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