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Autore: Mew_vale    12/11/2014    6 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 14.


Daniele
Sono steso sul letto ma non dormo, fisso il soffitto e penso. Penso a tutti gli sbagli che ho commesso nella mia vita e a come mi sono comportato con la mia famiglia! Rifletto sulle parole di Camilla Mendoza, la mia futura nuora pare! Mi sorprendo del fatto di aver dato così peso a quelle parole, ma il fatto è che oggi mi pesa l’opinione che le persone hanno di me. A parte il carattere fiero che non posso cambiare, la mia abitudine di stuzzicare tutti e uscirmene con le mie freddure, ho commesso sbagli imperdonabili, al cui confronto le mie frecciatine abituali sono inezie, e guardando alla mia destra mi accorgo che sto scontando tutto questo perché LEI non è al suo posto, non è accanto a me nel letto che abbiamo condiviso per ventisette anni.  Ma infondo perché dovrebbe esserci? Per la maggior parte di questi anni non mi sono neanche accorto che era lì. Ho capito ormai che non prenderò sonno, quindi mi alzo e mi dirigo in cucina. La mia bambina è seduta al tavolo della cucina.
“Giulia, cosa fai sveglia?”
Lei non mi risponde e si alza. Prima che possa uscire dalla stanza, la fermo con dolcezza.
“Giulia, ti prego… parliamo…”
“Di cosa papà?” Sono le prime parole che mi rivolge da giorni.
“Come di cosa… Di tutto, di quanto successo alla nostra famiglia!”
“Io ti guardo e non riconosco in te un padre! Non riconosco l’uomo che mi leggeva le favole, che mi aiutava con i compiti, che mi porgeva il regalo di Natale e la calza della befana e che mi abbracciava forte quando li scartavo… Io non so più chi sei…”
“Mi dispiace Giulia, io fino ad oggi mi sono reso conto degli sbagli che ho commesso con voi e con mamma!”
“Mamma… La tua silenziosa complice! Lasciami andare, il tuo discorso mi ha messo sonno!”
Mi dice, abbandonando la stanza. Mi passo una mano in testa, mentre appoggio l’altra sul mio fianco. Ho perso la fiducia della mia famiglia e della donna che amo. Cosa me ne faccio di una carriera attraente, se le ore che passo a casa le trascorro da solo nel mio studio, e in un grande letto principesco, ma vuoto? Apro leggermente la porta della stanza di Giulio, ma non lo vedo. Accendo la luce e vedo che il letto è intatto. Non è ancora tornato, ma sono le tre di notte! Dove sarà? Dopo aver lasciato l’Ecomoda, siamo arrivati a casa e si è chiuso in camera sua, senza cenare, fino a che alle 22 non è uscito di casa, senza dire una parola. Scorro la rubrica del cellulare e lo chiamo ma c’è la segreteria. Riprovo altre volte ma è irraggiungibile. Fin che il telefono di casa non squilla e mi precipito verso di esso.
“Pronto?”
“Parlo con casa Valencia?”
“Sì, sono Daniele Valencia. Con chi parlo?”
“Sono un’agente di polizia, le telefono per informarla che suo figlio Giulio ha avuto un grave incidente stradale…”  Mi siedo per non cadere in terra. Mi porto una mano alla fronte, mentre il gomito fa da perno contro la gamba.
“E-e come sta?” Gli chiedo, con un grosso peso addosso.
“Correva molto forte e la sua auto è slittata sull’asfalto bagnato, non ha visto una curva e l’ha attraversata perpendicolarmente quindi l’auto si è ribaltata nel fosso. Suo figlio è stato estratto dall’auto con l’ausilio dei vigili del fuoco, ed è fuori pericolo per miracolo!”
“Dove lo hanno portato?”
“Alla clinica Reinassanse. Lì troverà due agenti che gli spiegheranno le conseguenze del caso.”
“La ringrazio, sveglio mia figlia e il resto della famiglia e ci precipitiamo. Buonanotte.”
“Altrettanto signor Valencia.”
Non posso credere che mio figlio sia vivo per miracolo! Apro con foga la porta della stanza di Giulia, accendendo la luce, e lei brontola.
“Giulia, vesiti! Tuo fratello Giulio ha avuto un grave indicente d’auto!” Lei balza seduta sul letto e leggo sgomento e spavento sul suo volto giovane.
“E come sta?”
“E’ vivo, dobbiamo andare alla clinica Reinassanse!” Lei si alza quindi io esco così può vestirsi. Mentre mi metto anch’io qualcosa di presentabile, chiamo Patrizia la quale, sono certo che ne morirà. Non credevo che la giornata potesse avere un tale epilogo.
 
 
Patrizia
Mentre mi rigo nel letto, ripenso al pranzo con Daniele. Mi devo fidare di lui?Non sono perfetta nemmeno io, e so di non poter cambiare tutti i tratti del carattere di Daniele! So che non perderà la sua lingua tagliente. Ho dormito per poco tempo, fino a che all’una non mi sono svegliata di colpo, soprafatta da un presentimento orribile. Mi siedo sul letto sistemandomi all’indietro i miei bellissimi e soffici capelli. Il mio cellulare squilla, vedo che a chiamarmi è Daniele. Non è normale che mi telefoni a quest’ora, perciò capisco subito che porta brutte notizie.
“Daniele?”
“Patrizia, mi ha appena chiamato un’agente di polizia, Giulio ha avuto un brutto incidente! E’ vivo e fuori pericolo, lo hanno portato alla Reinassanse. Giulia ed io siamo già fuori di casa!”
Mi porto una mano alla bocca.
“Oddio, me lo sentivo che qualcosa non andava!”
“Che vuoi dire?”
“Nulla, non importa. Avverto Michael e David e ci precipitiamo!”
“Va bene, a tra poco.”
Butto giù e telefono a David mentre mi vesto.
 
 
David
Mentre sto beatamente dormendo tra e braccia della mia fidanzata (mi fa un certo effetto dirlo e pensarlo, un effetto di autentica felicità) il cellulare squilla e abbandono il mondo dei sogni. Accendo la lampada e Camilla si siede.
“Chi è?”
“Mia madre… Mamma, cosa c’è?.... Che cosa…. E-e come sta?Com’è successo?... Ok, ok va bene lo sveglio subito e ci vediamo in portineria tra cinque minuti al massimo. Stai tranquilla!”
Chiudo la chiamata. Osservo Camila e i suoi occhi parlano per lei.
“Giulio ha avuto un tremendo incidente…..” Dico, con un certo sgomento. Mi porto le mani in viso… Ieri pomeriggio l’ho quasi ammazzato di botte, ho perso il mio lavoro per colpa sua ma non posso non provare spavento, è mio fratello!
“Oddio… é… è….?”
“No, è fuori pericolo… Devo svegliare Michael, mia madre ci aspetta in portineria… Tu vieni?”
“Io… Io non penso che sia una buona idea! Giulio avrà bevuto come una spugna per causa mia, gli ho detto un mucchio di cose terribili!”
“Pensi che abbia bevuto?”
“Ho ha bevuto o voleva suicidarsi… E’ più probabile che si sia messo in macchina con chissà quante schifezze in corpo! Io resterò qui, aspetterò notizie.”
“Va bene…” Ci osserviamo per qualche istante, dopo di che la bacio castamente e vado a svegliare mio fratello.
 
 
 
Giulio
Mi sento uno straccio, ho la gola secca, la lingua impastata e non riesco ancora a parlare per il mal di gola, visto che mi hanno infilato un tubo nell’esofago per farmi la lavanda gastrica. Vedo la tenda scostarsi, e fanno capolino papà e Giulia. Gli saluto con la mano, facendo loro segno che non riesco a parlare. Mia sorella mi salta al collo mentre papà mi accarezza la testa. Il dottore si affaccia e ascolto ciò che si dicono.
“Salve, sono Mark Lopez.”
“Salve, Daniele Valencia e mia figlia Giulia. Come sta mio figlio?”
Il collare ortopedico che indosso, mi provoca caldo e prurito la mi tocca sopportare!
“Suo figlio aveva un tasso alcol emico oltremodo alto, è uscito fuori strada con l’auto la quale si è ribaltata. Sfortunatamente l’air bag non è scoppiato, così ha detto la polizia, quindi Giulio ha sbattuto la testa sul volante.” – racconta il dottore, indicando i punti che ho in testa. –  “Non risultano ematomi fortunatamente. Suo figlio è stato molto fortunato, ma spero per lui che non sia un’abitudine!”
“No dottore, gliel’assicuro che mio figlio non ha il vizio dell’alcol. Ieri è stata una giornata terribilmente complicata si sarà lasciato andare…”
“In mattinata potrete portarlo a casa. Qui fuori ci sarebbe un’agente che desidera parlarle, Con permesso!”
Il dottore e mio padre se ne vanno e poco dopo sopraggiungono mamma, Michael e David. Lo guardo con odio e giro la testa dall’altra parte.
“Amore mio, come stai?”
“Non può parlare mamma.” La informa Giulia.
“Come mai?” Chiede mamma con paura. Io provo a dire loro che ho bevuto molto e che mi hanno fatto la lavanda gastrica, tramite il mimo e loro capiscono.
“Vostro padre?”
“E’ andato a parlare con un poliziotto…”
In quel momento papà torna e spiega la situazione.
“Ciao… La polizia ha detto che il suo tasso alcol emico superava il 0,5! Dovrà pagare una grossa multa e gli hanno ritirato la patente.”
“Giulietto, ma perché lo hai fatto…”
Guardo David con uno sguardo piuttosto eloquente. Tutti lo guardano in contemporanea di me.
 
 
David
Mio fratello è finito all’ospedale perché un cretino sì, ma è avvenuto anche per causa mia e di Camilla. Anche se lo odia, ha buon cuore e sono certo che si sentirà in colpa quando lo saprà, ne ha già dato prova prima che uscissi di casa.
“Famiglia, potreste lasciarmi solo con Giulio?”
“Solo se ti ricordi che siete al pronto soccorso e che tuo fratello è già moribondo!”  Dice papà, prima di lasciare la tenda con tutta la famiglia.
“Giulio, mi basta che ascolti. Mi rendo conto che sei qui su questo letto per causa mia e di Camilla, per ciò che ti ha detto… Sì, mi ha riferito la vostra breve conversazione. Quando mamma mi ha detto che eri finito all’ospedale non sono stato in grado di provare odio verso di te, sei comunque il mio fratellino anche se mi hai spesso rovinato la vita. Anche Camilla quando gliel’ho detto ci è rimasta male e si è sentita in colpa… Mi dispiace per avertele date oggi, mi dispiace se Camilla ha scelto me… Ma credi di far procedere così tutta la tua vita? Io vorrei solo che tu provassi a costruirti una vita lontano dalla mia, nel senso senza dover sempre guardare le mie ragazze. Io non lo so perché lo hai fatto in passato, ma so che non sei mai finito su un letto di ospedale per una donna quindi credo che Camilla per te significhi qualcosa… Mi dispiace che la storia tra me e Camilla ti faccia soffrire tanto. Prima che tu lo sappia da altri, vorrei essere io a dirti che Camilla ed io stiamo ufficialmente insieme, quindi vedi tu come puoi regolarti… Se intendi far scoppiare altre risse e far morire di paura mamma, papà e tutti gli altri ubriacandoti e rischiando la vita… Spero ti rimetterai presto. Ci si vede.”
Per tutto il mio discorso non mi ha mai guardato negli occhi.
 
 
 
Patrizia
David esce dalla tenda in cui si trova il letto di Giulio, e non tutti lo osserviamo con sguardo eloquente.
“State tranquilli, non gli ho torto un capello.” Risponde lui, intuendo le nostre domande celate.
“David, dovremmo paralare seriamente della situazione che si è creata tra te e Giulio!” Gli dice Daniele.
“Papà, io non posso avere colpa per quello che è successo, intendi colpevolizzarmi perché Camilla preferisce me a lui?Perchè oso vivere la mia vita con la ragazza che desidero da molto tempo?”
“Non intendo metterti alla gogna, oggi all’Ecomoda ti ho difeso se ben ricordi! Ma non potete nemmeno scannarvi ogni volta che v’incontrate…. Come farete ai consigli di amministrazione, alle sfilate?”
“Quando Giulio si riprenderà, parleremo con più calma.”
“Ragazzi, io penso che possiate andare, avete sentito il dottore… Per stanotte dovrà riposare e lo porteremo a casa in prima mattina…” Dico ai miei figli.
“Ok, allora accompagniamo a casa Giulia e andiamo a casa nostra. Chiamateci per qualunque cosa!” Dice Michael.
“Io annullerò tutti i miei impegni di domani, e passo da casa per prendere a Giulio de vestiti più comodi.”
“Va bene Daniele.”
“Prima che mi dimentichi, non ho avuto occasione di dirvi due cose. La prima è che faccio coppia con Camilla, e a chi questo non sta bene può chiudere gli occhi, e la seconda è che mi sono licenziato dall’Ecomoda.”
“Come sarebbe a dire?” Domanda mio marito.
“Diciamo che ho avuto un diverbio con il signor Mendoza, il quale mi ha minacciato di licenziamento. Ho semplicemente evitato che mi cacciasse!”
“Certo, il caro Armando fà e disfa a suo piacimento!”
“Stai calmo Daniele…Proverò io a parlare con Armando!”
“Patrizia, tu sei l’ultima persona a cui darebbe ascolto, così come me. Buonanotte ragazzi.”
“Diciamo così… A domani.” Dice Michael.
Quando resto sola con mio marito, finalmente sfogo la mia angoscia perché delle lacrime sgorgano dai miei occhi.
“Patrizia, vedrai che quei due faranno pace un giorno….”
“Stanotte Giulio poteva morire!”
Lui mi stringe a sé come non faceva da troppo tempo. Mi perdo contro il suo forte petto, che avevo dimenticato quanto fosse accogliente.
“Patrizia… conosco bene le condizioni che hai posto per provare a ricucire il nostro rapporto, ma adesso vorrei che tornassi a casa… Giulio ha bisogno di te… Io ne ho bisogno…”
“Credo sia la cosa giusta da fare Daniele. Tu sei così impegnato, Giulio sta male e ha bisogno di sua madre, senza contare che riavere i genitori sotto lo stesso tetto potrebbe dare una sensazione di normalità ai ragazzi, che non provano da molto tempo.”
Mi bacia in fronte ed esce dal pronto soccorso per recarsi a fare ciò che ha detto. Io rientro da Giulio, si è addormentato… Afferro una salvietta e gli asciugo una lacrima.
 
 
David
Infilo la chiave nella toppa e troviamo Camilla in piedi.
“Pensavo fossi a letto!” Le dico.
“Non sono riuscita a riaddormentarmi… allora?”
“Ha bevuto come una spugna ed è uscito fuori strada, ci sono voluti i vigili del fuoco per estrarlo perché l’auto si è ribaltata…” Dice Michael.
“Siccome l’air bag non è scoppiato, ha battuto la testa ma non ci sono stati danni cerebrali… A parte i punti in fronte ha altri lividi e porta il collare ortopedico…” Concludo.
“Ed è moralmente a pezzi. Io cerco di riposare un po’ prima di andare all’Ecomoda, buonanotte.” Dice Michael.
“Notte.” Dico io.
“Buonanotte anche a te.” Dice Cami.
Torniamo in camera da letto e sprofondo supino sul materasso morbido.
“Come stai?”
“Divorato dai sensi di colpa…”
“Anch’io… E’ vero che tuo fratello è una specie di stronzo professionista, ma è anche vero che ha un cuore come ogni altra persona…”
“E sapere questo ti farà cambiare opinione su di lui? Lo vedrai in modo diverso?”
“Se anche fosse? Il ragazzo che ho scelto, l’unico che voglio è qui davanti a me!” Mi dice accarezzandomi la punta del naso. Io le sorrido e le afferro la mano, baciandole il dorso.
“Ti aspettavi qualcosa di diverso, qualcosa… ehm, di più da me questa notte?”
“In che senso?”
“Se avresti voluto che prendessi l’iniziativa…..” Le dico in imbarazzo, non sapendo come esprimermi al meglio.
“No. Primo perché abbiamo tutto il tempo del mondo e secondo perché è troppo presto… E poi anche perché dormire con te e farmi coccolare da te non è per niente male…”
“E allora me lo fai un favore?”
“Quale?”
“Torna sotto le coperte.”
Non se lo fa ripetere due volte. Siamo entrambi distesi su un fianco e ci guardiamo negli occhi… Sotto le coperte, le nostra dita s’incontrano.
“Sei proprio deciso a licenziarti o vuoi solo mettere alla prova mio padre?”
“Se è quello che vuole! Domani rassegnerò le mie dimissioni.”
“E i miei fratelli, ed io? Tra due mesi uscirà la collezione, bisogna organizzare tutto! Ti prego, ripensaci…”
Abbandono la testa sul cuscino sospirando.
“Come posso dire di no a quegli occhi?”
La mia fidanzata mi accarezza una guancia baciandomi castamente, e poggia la testa al mio petto, addormentandosi.
 
 
Patrizia
Alle sette del mattino entriamo in casa aiutando Giulio. La villa è avvolta da un silenzio tombale quando Rhonda, la governante, si avvicina a noi, saluta mio figlio e le passo la borsa che contiene gli effetti personali di Giulio.
“Giulia è ancora a letto?” Chiede mio marito.
“No signore, si è alzata poco fa ed è nella vasca.”
Aiutiamo Giulio a distendersi e gli sistemiamo i cuscini dietro alla schiena. Vedo benissimo il suo sguardo spento e la sua espressione distrutta… Chiedo a mio figlio se vuole qualcosa per colazione e annuisce.
“Sarà meglio uno yogurt o qualcosa di liquido, se gli fa male la gola.”
Suggerisce mio marito. Giulia fa capolino in camera e si siede sul letto, seguita da me.
“Giulio come stai?”
Giulio risponde << così così >>, con un filo di voce. Ora che siamo tutti riuniti, credo sia il momento giusto per dire a parte della famiglia che tornerò a vivere qui, almeno fino a che Giulio non si sarà rimesso.
“Ragazzi, io devo dirvi una cosa, ovvero che tornerò a vivere qui… “ – i ragazzi mi guardano stupiti e io e Daniele ci scambiamo uno sguardo. –“ Ma non fatevi ilusioni… Sì, io e papà riproveremo a rimettere in piedi il nostro matrimonio… Per adesso resterò qui per aiutare Giulio, e poi io e vostro padre penseremo a cosa accadrà tra di noi…”
“Quindi intendi perdonarlo per tutto?”
“Giulia, io ho sbagliato almeno quanto lui! Abbiamo intenzione di redimerci, ma abbiamo bisogno anche di voi per fare questo…” Rispondo a mia figlia, afferrandole le mani.
“Tu sei libera di stare con lui, ma non chiedermi di perdonarvi così su due piedi!”
“Va bene… Io spero con tutto il cuore che un giorno potrete perdonarci, non desidero altro… Scusate.”            
Esco dalla stanza seguita da Daniele e da Giulia, non prima di aver dato un bacio in fronte a mio figlio. Giulia si allontana per finire di prepararsi e uscire. Restiamo soli Daniele ed io.
“Sono contento che tornerai a casa…” Mi dice.
“Non illuderti Daniele, le cose non si aggiusteranno tra noi così con uno schiocco di dita, e tanto meno intendo fare la mogliettina amorevole con te. Intendo dormire nella stanza degli ospiti, sappilo!”
“Non è necessario, Patrizia, andrò io nella stanza degli ospiti….”
Daniele mi si avvicina e mi accarezza una guancia, io non mi sottraggo a questo contatto.
“Spero con tutto il cuore di riuscire a recuperare ciò che c’è stato tra noi…” E se ne và.
 
 
Camilla
Stamani mi sono alzata presto per correre a casa, lavarmi e cambiarmi. Non mi va di andare in Ecomoda con i vestiti di ieri e dare alito a voci! Mi è bastata la giornata di ieri, che mi ha vista nell’occhio del ciclone. Mi sono appena asciugata i capelli, che decido di legare, quando mi siedo per mettermi le scarpe e squilla il telefono. Lo blocco tra la spalla e l’orecchio.
“Paola, ciao cara. Come ti senti?”
“Ciao Cami… Sotto un treno… Mi sento vuota e come se la mia vita fosse finita…”
“Non devi dire così, io sono certa che ci saranno ancora tante soddisfazioni nella tua vita! E che troverai il vero amore!”
“Ti sembrerà strano sentirmi dire questo, ma Diego era l’amore della mia vita! L’amore che s’incontra una sola volta nella vita!”
“Non voglio sentire queste sciocchezze! Mio fratello è stato solo il farabutto della tua vita, non l’uomo della tua vita!”
“Ma io continuo ad amarlo, e mi domando se riuscirò a dimenticarlo, se amerò mai qualcuno che mi ricambia e che mi rispetti!”
“Vedrai che accadrà!”
“Speriamo che Los Angeles mi aiuti…”
“Come Los Angeles? Andrai lì?”
“Esatto, ho il volo alle dieci.”
“Non credevo andassi tanto lontano! Vuoi che ti accompagni all’aeroporto? No aspetta, oggi ci sarà confusione in azienda, e devo pensare alla sfilata…. Cavoli….”
“Non importa Camilla, poi ho Giulia che mi accompagna.”
“Quando tornerai?”
“Quando mi sentirò pronta per girare le strade di Bogotà senza il timore d’incontrarlo… ieri sera quando l’ho visto temevo che il cuore mi balzasse fuori dal petto!”
“Cosa vi siete detti?”
“Niente,gli ho detto << ecco le tue cose >> lui mi ha ribadito che gli dispiace… Te la posso fare una domanda?”
“Sì, dimmi…”
“Ieri, quando è uscito dall’azienda, com’era vestito?”
“Completo nero, cravatta grigia e camicia bianca… Come mai me lo chiedi?”
“No, niente…” Mi risponde, con un tono triste.
“Paola! Perché me lo chiedi?”
“Ieri sera l’ho aspettato per due ore davanti casa sua, quando è arrivato indossava una camicia rossa jeasn neri e scarpe da ginnastica…”
“Mio fratello? Lui odia a morte il rosso, e non indosserebbe scarpe da ginnastica neanche per andare in palestra! E’ sempre così rigoroso nel vestire!”
“Lo so bene Cami, perciò mi sono passate certe idee per la testa appena l’ho visto…”
“Bhe, ieri pioveva tanto e…”
“E si sarà cambiato a casa di qualche stronza pronta ad approfittare della nostra rottura!”
“Dici? Tu pensi che ti abbia lasciata per un’altra donna?” Mi viene in mente Pamela, ma non so se raccontarglielo.. Sta già abbastanza male, ma dall’altra parte sapere di lei l’aiuterebbe a prendere la decisone di allontanarsi da mio fratello, perché non merita un angelo come Paola! Io sono certa che sarebbe stata una compagna di vita impeccabile e una buona madre.
“Mi ha messo la pulce nell’orecchio mia madre, e dopo ciò che ho visto ieri sera… Camilla, mi ascolti?”
“Sì, scusa. Senti, dovremmo video chattare un giorno di questi così ti racconto delle cose… Compreso, ehm… Mi sono messa con David Valencia!”
“Mi prendi in giro???”
“No, e sto da Dio con lui! Ieri all’Ecomoda è scoppiata una rissa tra lui e il fratello Giulio, perché Giulio è dannatamente deciso a rovinare le storie di David, e mio padre ha scoperto che mi vedo con lui…”
“Al povero Armando sarà preso un colpo, scusa la battuta!”
“Tranquilla, c’è mancato poco… Ci ho litigato di brutto perché mi ha proibito di vedere David, anche lui ci ha litigato e si è dimesso… Poi Giulio ha avuto un brutto incidente d’auto, era sbronzo…”
“Hai avuto una bella giornatina…. Sono certa che tuo padre starà male esattamente come te! Sai, mi dispiace molto non averli come suoceri… Sono persone meravigliose i tuoi genitori!”
“Lo so… Ora ti lascio, devo andare a lavorare. Fa buon viaggio!”
“Camilla, mi prometti che cercherai di capire se nella vita di Diego c’è un’altra? Se si è innamorato di un’altra?”
“Paola… Io penso che non dovrebbe importartene nulla! Diego non ti merita, e se ha un’altra sel’è preso peggio per lei! Tu devi pensare a te stessa, non a cosa lui fa o non fa!”
“Ti prego… Io devo sapere se il vero motivo della nostra rottura è una sciacquetta!”  
Sospiro.
“E va bene, lo farò. Appena saprò qualcosa, te lo dirò!”
“Grazie… Buona fortuna con tuo padre e con il tuo David!”
“Buona fortuna anche a te per tutto, ti voglio bene e fa buon viaggio!”
“Ti voglio bene anche io!”
 
 
 
David
Inizio una nuova giornata, la prima giornata come il ragazzo di Camilla. Mentre mi annodo la cravatta e mi abbottono le maniche della camicia, ripenso alla bellissima notte passata tenendola tra le mie braccia… Non desideravo altro da un mucchio di tempo, e  mi sembra ancora un bel sogno! Michael che fa capolino in camera con il cellulare, mi distoglie dai miei sogni.
“E mamma. Dice, per poi inserire il vivavoce.
“Ciao David!” Dice.
“Ciao mamma… Sei a casa?”  Incosciamente chiamo villa Valencia ancora come << casa >> anche se, tecnicamente, casa mia ora sarebbe quella dove mi trovo ora.
“Sì tesori, Giulio sta dormendo….”
“Si sente un po’ meglio?” Chiede Michael.
“Riesce a parlare con un filo di voce… Voi avete riposato un po’?”
“Un po’.” Rispondiamo all’unisono.
“Tra poco andremo all’Ecomoda… Ho pensato a quanto accaduto ieri, non intendo più andarmene.”
“Fai bene piccolo mio, devi dimostrare a quel tiranno di Armando Mendoza chi sei! David, tu non hai la minima idea di come mi trattava quand’ero la sua segretaria, anche se avevo frequentato ben se semestri di alta finanza alla San Marino! Quello lì crede di poter trattare a pesci in faccia tutti i Valencia, ma dimostrargli che si sbaglia!”
“Sì mamma.” Rispondo un po’ seccato dai discorsi monotoni.
“Spero che un giorno di questi organizzerai un pranzo ufficiale con me e papà per presentarci Camilla!”
“Ma se la conoscete già!”
“Certo, come Camilla Mendoza, azionista e dirigente dell’Ecomoda ma non come la donna che scalda il cuore di mio figlio!”
“Ok mamma, adesso andiamo a lavorare, ciao ciao!”
“Ma, aspetta…”
Chiudo la chiamata per interrompere la conversazione.
 
 
Isabella
Dopo aver passato troppo tempo stesa a fissare il vuoto, mi alzo altrimenti rischio di fare tardi. In bagno vedo i suoi vestiti ancora nella vasca, agli afferro e gli annuso ma purtroppo la pioggia ha lavato il suo odore quindi non ne posso godere. Piego i capi e gli metto un pacco da portare in lavanderia. Ieri sera avrei potuto averlo, ma mi domando cosa ne sarebbe stato di me questa mattina… Mi sarei svegliata, avrei posato la mano dall’altra parte del letto, trovando solo un posto vuoto. E mi sarei disperata… Se queste sono le condizioni per averlo, meglio non averlo proprio!
 
 
Diego
Sono seduto al tavolo della mia cucina fredda, vuota e impersonale mentre mescolo il caffè. La mia mente torna per forza alla sera previa…. Al racconto straziante di Isabella. Credo che se dovessi mai incontrare i suoi, prima li ucciderei, poi li riporterei in vita per spaccare loro la faccia. Come si fa a essere così barbari? Così criminali? Isabella deve aver sofferto molto, e il suo racconto non ha fatto altro che accentuare questo sentimento indefinito che provo verso di lei, verso una donna un pò meno avvenente delle modelle e delle altre donne su cui poso gli occhi solitamente, ma molto più desiderabile di ogni altra bellona. Quella ragazza ha un effetto calamita su di me.
 

Camilla
Non faccio a tempo a parcheggiare la mia auto, perché squilla di nuovo il cellulare, è mamma.
“Pronto Cami?”
“Buon giorno mamma.”
“Sei all’Ecomoda?”
“Ho appena parcheggiato la mia auto. Come va?”
“Ti riferisci a papà?”
“Sì.” Rispondo mestamente.
“Và che vi somigliate più di quanto pensi, siete entrambi testardi e dovreste contare vino a 100.000 prima di agire e parlare! Anche lui sta molto male per ciò che è successo ieri…”
“Mamma, io sto bene con David, lui mi rispetta, mi tratta bene… Perché papà deve condannarlo solo per il cognome che porta?”
“Penso che dovresti parlare con tuo padre…”
“E va bene… Digli che possiamo vederci per pranzo…”
“Grazie bambina mia! Alle tredici verrà a prenderti Buona giornata!”
“Ciao mamma, anche a voi.”
Mi avvio verso l’ascensore, quando la voce di Roberta mi esorta ad aspettarla. Ci salutiamo con un guancia a guancia ed entriamo in ascensore.
“Coma va?” Mi domanda.
“Piuttosto male…”
“Ieri Giulio lo hai proprio messo al suo posto!”
“Non me ne parlare… Mi sento così in colpa…”
“Come mai?”
“Roberta, ieri sera Giulio si è messo al volante ubriaco e ha avuto un incidente… E’ vivo ma credo piuttosto a pezzi…” Assume un’espressione di reale preoccupazione.
“Oddio…  Cami, capisco che tu ti senta in colpa perché gli hai detto quelle cose, ma non potevi prevedere la sua reazione…E’ all’ospedale?”
“No, lo hanno dimesso questa mattina presto… In più ieri ho litigato con mio padre…”
“Lo immaginavo, eravate entrambi neri. Vedrai che si ricrederà su Davi! Dovrà farlo, specie se comincerete una relazione seria!”
“Lo abbiamo già fatto!” Le dico, sorridendo.
“Davvero?” - Annuisco.-  “Voi due state così bene insieme….Appena tuo padre vedrà come stai bene con lui, quanto se felice, lo accetterà!”
“Grazie!” Le dico, abbracciandola. L’ascensore arriva al piano, lei sia avvia verso il suo ufficio. Vedo immediatamente Diego che chiacchiera, sorridendo a due ragazze poco vestite. Lui mi nota e mio mi allontano per entrare nell’ufficio di David. Mi dice di entrare e sono contenta di trovarlo lì!
“Sono contenta di trovarti qui…” Mi chino per baciarlo e lui mi fa sedere sulle gambe. Mi passa le mani attorno alla vita ed io attorno al suo collo.
“E dove dovrei essere? Due occhioni a calamita mi hanno convinto a non licenziarmi…”
Gli sorrido e ci baciamo.
“Ti preoccupa qualcosa?” Mi domanda.
“Io pensavo di passare a casa tua… cioè dei tuoi, questo pomeriggio dopo il lavoro per parlare con Giulio…”
“Per quale motivo?” Mi chiede, diventando cupo.
“Perché ha affogato le mie parole nell’alcol e stava per rimetterci la vita… Ti sembrano ragioni sufficienti?”
“Cosa gli dirai? Niente di quello che gli dirai lo farà stare meglio… Specie ora che gli ho detto che stiamo insieme…”
“Gli dirò che mi dispiace… Ed è vero. Io non posso farci niente se preferisco te a lui, queste cose vanno così… E spero che lo capirà…”
“Io spero che mio padre ti faccia entrare. Mia madre non vede l’ora di invitarti a pranzo, su mio padre ho i miei dubbi…”
Lo osservo con espressione di consenso.
 
 
Diego
Mio Dio, che croce! Queste galline mi stanno riempiendo la testa di chiacchiere da mezz’ora! Me ne vorrei tanto liberare, ma prima di essere un uomo a cui sono lievitati i così detti, sono il presidente di questa compagnia e trattare male le persone che vengono per affrontare colloqui di lavoro non mi sembra corretto. La tipa ha fatto una battuta che fà ridere solo le galline delle sue amiche, io indosso un sorriso di circostanza fingendomi colpito dalla sua freddura. Quando sposto lo sguardo alla mia sinistra, vedo Isabella che si erge di fronte all’ascensore e mi guarda. Sposta poi gli occhi sulle ragazze che sono con me e vedo quelle che la squadrano da testa a piedi e ridacchiano tra loro. Isabella mi guarda ancora e si allontana per andare verso la sua scrivania. Ma che si sarà messa in testa? Sto per seguirla ma Annamaria mi ferma.
“Annamaria, che vuole?”
Le chiedo con tono scontroso come quello di mio padre. Modi che non ho mai usato con i miei dipendenti!
“Mi scusi… Suo padre la desidera al telefono.”
Accidenti!
“Passi la chiamata nel mio ufficio.”
Passo davanti ad Isabella la quale non alza proprio lo sguardo.
“Papà, dimmi.”
“Sembra proprio che ti faccia piacere sentirmi! Mi sento lusingato!”
“No scusa è che ho molto da fare...”
“Volevo sapere, David Valencia è venuto in azienda?”
“Logico, ci lavora! E’ nel suo ufficio.”
“Te lo chiedo perché a me ha espresso la sua volontà di dimettersi.”
“Che cosa?? Ma no, papà! Questo sarebbe il momento peggiore per perderlo! Ha preteso la sua testa, vero? Papà, dannazione!”
“Abbiamo avuto in diverbio, e ha deciso così. Io vorrei che lo convinsi a desistere da questa idea.”
“Ci parlo subito… Ciao papà.”
“Ciao, buon lavoro.”
Bene, ci mancava anche questa. Esco dal mio ufficio e ho gli occhi di Isabella addosso. Mi rendo conto che non ci siamo salutati.
“Salve Isabella.”
“Buon giorno dottore.”
Mi avvicino a lei e mi chino leggermente per parlarle sotto voce. Berta, da brutta pettegola qual è, tende l’orecchio. Quando mi chino, Isabella si irrigidisce.
“Le volevo dire che nel mio ufficio ho un sacchetto con i vestiti del suo amico, e la ringrazio ancora.” La osservo negli occhi e lei fa lo stesso con me per poi, come sempre, interrompere questo contatto abbassando lo sguardo.
“Di niente dottore.” Mi risponde secca. Io mi rimetto in posizione retta, mi aggiusto la giacca e torno alle mie cose.
“Berta, come mai non sta sgranocchiando niente? Non si preoccupi, non mi arrabbierò!”
Le dico, mentre lei mi guarda con sorpresa. Mi avvio verso l’ufficio di David per affrontare la questione, busso e quando m’invita a entrare lo faccio e vi trovo mia sorella in piedi accanto a lui.
“Buon giorno. Camilla perdonami, vorrei parlare solo con David.”
Lei guarda David, cercando un segno di consenso e lui annuisce. Camilla esce senza dire una parola.
“Mi dica dottore.” M’invita a sedere.
“Sono qui per chiederle di desistere dalla sua intenzione di licenziarsi… Lei è un professionista in gamba e francamente ho bisogno di lei! Vorrei chiederle di restare.”
“Voi Mendoza siete proprio strani…”
“Io non le ho mai chiesto di andarsene… Senta, mio padre è una persona impulsiva, testarda e sì, mooolto isterico! E soprattutto è innamorato… Di mia madre ma anche di mia sorella. Secondo lei come avrebbe dovuto reagire vedendo che individui, i figli dell’uomo che più detesta, accapigliarsi per sua figlia? La sua prima reazione è stata quella…”
“Se lei ha bisogno di me, io resto.”
“Io fino a due minuti fa non sapevo nemmeno che voleva dimettersi… E’ stato mio padre a chiamarmi e a chiedermi di convincerla a restare.” Vedo un ghigno formarsi sul suo volto.
“A lei potrà sembrare una specie di pazzo, un esagerato… Ma le assicuro che mio padre è un brav’uomo… “
“Resterò, Diego.”
“Bene, ti auguro buon lavoro.” – mi alzo per uscire, poi mi fermo e mi volto. – “Ah, un’ultima cosa. Se vedrò una sola lacrima uscire dagli occhi di mia sorella, non dovrai difenderti solo dalla furia di mio padre. Prova a immaginare cosa sono in grado di fare tre maschi Mendoza!”
Non gli do il tempo di ribattere perché esco. Tornando nel mio ufficio, vedo che sono arrivate altre persone per il colloquio, anche alcuni ragazzi. Uno di loro biondo e con gli occhi azzurri, mi ferma.
“Mi scusi, Massimiliano Zanonato. Sono qui per il colloquio da receptionist, a chi devo rivolgermi?”
Gli stringo la mano e noto dal cognome che non è Colombiano.
“DiegoArmando Mendoza, sono il presidente. Guardi, deve….”
“Isabella?”
Dice quello, spalancando gli occhi. Mi volto e la vedo in compagnia di mio fratello e di un’altra tipa.
“Massimiliano?”
Dice lei, con altrettanta sorpresa. Lui le sorride e l’abbraccia con calore, abbraccio che viene ricambiato.
“Ma che ci fai qui?”
“Tel’ho scritto che ero a Bogotà, al messaggio che hai visualizzato e a cui non hai risposto, ricordi?”
La ragazza che non conosco tossisce per attirare l’attenzione e Isabella procede alle presentazioni.
“Lei e la mia amica Silvia Duarte, Silvia ti presento Massimiliano Zanonato, è… un amico dall’Italia.”
“Sì, diciamo così. Piacere.”
Le dice quello sorridendole. Stringe la mano a Silvia ma non stacca neanche per un’istante gli occhi da Isabella e lei non abbassa lo sguardo come fa con me… << Diciamo così >>? Che vuol dire << diciamo così >>? Non è un suo amico? Chi diavolo è questo bell’imbusto?
“Io sono Lorenzo Mendoza, direttore commerciale e vice presidente. Fratellino, già che ci siamo ti presento la mia ragazza Silvia.”
“Molto piacere.” Le dico.
“Piacere mio.” Dice lei.
“Roberta vieni qui!” - La ferma mio fratello. –“Ti presento Silvia, la mia ragazza.” Dice con orgoglio. Silvia allunga la mano e sorride, Roberta esita prima di afferarla e il suo viso si tinge di un’espressione strana… Che sta succedendo?
“Molto piacere!” Dice Silvia.
“Piacere, Roberta Mora. Direttore amministrativo e finanziario. Scusate.”
Roberta se ne và e Isabella e quel tipo proseguono la conversazione.
“Intendevo cosa fai qui in Ecomoda…”
“Io ho risposto a un annuncio, sono qui per sostenere un colloquio di lavoro.”
“Ma pensa te…” Dice Isabella, ancora sorpresa.
“E’ proprio piccola Bogotà, no? Che fortuna che vi siate incontrati!” Affermo con falso entusiamo, mettendo l’accento con ironia sulla parola << fortuna >>, prima di allontanarmi. Quando volto l’angolo, incrocio Camilla e sopraggiungono anche Lorenzo e la sua ragazza. Lorenzo presenta Silvia a Camilla, mentre io entro nel mio ufficio per poi girovagare nell’archivio. Su un tavolo, ci sono ancora due scatoloni con le cose che i miei avevano nei loro uffici. Afferro una delle tante palline anti-stress di papà e inizio a strizzarla, mi siedo alla sedia della scrivania polverosa di questo stanzino e penso: Massimo, o come ti chiami, l’ultimo posto in cui lavorerai nella tua vita sarà qui all’Ecomoda.
 
 
Camilla
La ragazza di Lorenzo è proprio carina! E’ la prima vola che presenta alla famiglia una sua ragazza, quindi penso sia una cosa seria. Quando entro in bagno vi trovo Roberta, seduta sul divanetto, con aria sbattuta.
“Roby, cosa c’è?”
“Niente…”
“E dai, sono Camilla. Ti ricordI?”
“Non so se dirtelo…”
Esita, e io la esorto con lo sguardo.
“Hai conosciuto la ragazza di Lorenzo?”
“Sì, molto carina e piacevole! Perché?”
“Appunto….” Il suo sguardo è piuttosto eloquente.
“No… No!” – abbasso il tono della voce e mi avvicino a lei per chiederle – “Hai una cotta per mio fratello?!” -  Lei annuisce – “Una cotta che dura da quanto?”
“Da molto… Ma lui non mi guarda nemmeno, o meglio mi guarda ma come una sorellina, o… o come l’ultima delle donne! Ma io so che potrei renderlo felice…” Mi dice mentre si asciuga una lacrima.
“Accidenti, la cosa è seria se ti ha colpito così tanto conoscere la sua ragazza…”
“Io non ce la voglio qui in azienda! Come posso sopportare di vederli appiccicati come una ventosa al vetro?”
“E cosa potrei fare… Non possiamo cacciarla dal colloquio, e se si dovesse rivelare una persona adatta?”
“Presenzia al colloquio, assicurati che Lorenzo non faccia pressioni su mio fratello affinchè l’assuma!”
“Lorenzo non parteciperà al colloquio proprio per spegnere ogni dubbio circa le raccomandazioni, nemmeno Diego sarà presente.”
“Forse ha già parlato con mio fratello… A maggior ragione, visto che partecipa solo Cèsar servirà la presenza di un altro dirigente! Per favore…”
Mi chiede con aria supplichevole. Io sospiro e accetto, lei mi salta al collo.
“Grazie, sei un’amica!”
“Non ti prometto nulla… Io mi assicuro che le cose saranno condotte con correttezza e se vedrò che fra i canditati c’è qualcuno più meritevole, cercherò di indirizzare tuo fratello verso quella scelta, va bene?”
Annuisce sorridendo.
“Tu invece dovresti concretarti su qualcuno che ti adora....”
“Tipo?” Mi chiede con finta sorpresa.
“Scendi in portineria e lo scoprirai.”
Le dico, per poi abbandonare il bagno. Paola mi chiede di indagare nella vita intima di Diego, Roberta di sabotare il colloquio della ragazza di Lorenzo… E io perché mi presto a tutto questo? Perché ho due fratelli degeneri e amiche autolesioniste? Come direbbe mio padre… Che croce!
 
 
Diego
No signore, non permetterò che quel tipo lavori qui! Esco dal mio ufficio per dirigermi verso la sala del consiglio dove si terranno i colloqui. Vedo che Isabella e quel tipo stanno ancora parlando… Mi avvicino e secco le dico:
“Isabella, quand’è in comodo, le chiedo di tornare al suo lavoro.”
Lei mi guarda ma non le do il tempo di controbattere perché mi allontano. Incontro mia sorella che apre la porta della sala del consiglio.
“Camilla, dove vai?”
“Intendo assistere ai colloqui.”
“Anch’io. Da quando t’interessano?”
“Da oggi.”
Mi risponde, per poi entrare.
 
 
 
Massimiliano
Rivedere Isabella qui, è senza dubbio un segno del destino. Lei è rimasta davvero sorpresa quando mi ha visto! Non so perché non abbia risposto al mio messaggio, immagino perché è rimasta sorpresa e dopo tanto silenzio non sapeva cosa dire… Quando quel tipo nervoso e antipatico entra nella sala dove tengono i colloqui, mi avvicino alla scrivania di Isabella così posso parlarle con libertà.
“Certo che quel presidente è una spina nel fianco… Che caratteraccio!”
“Già…” Risponde lei, con poca convinzione.
“Pensavo che potremmo uscire a cena stasera, per fare due chiacchiere e chissà… Rievocare il passato?”  Le dico, ammiccando mentre alzo un sopraciglio. Lei esita.
“Non saprei, Massi….”
“Massimiliano Zanonato? Tocca a lei!”
Sento chiamare da una donna con una cartellina e una mela mangiucchiata in mano.
“Facciamo che ci pensi e mi chiami? Ecco il mio numero…”
“Va bene, ci penserò… In bocca al lupo per il colloquio!”
Entro nella sala in cui c’è un tipo, l’antipatico e una bella donna con lunghi capelli neri.
 
 
 
Isabella
Anche se non ci vediamo e non ci parliamo da molto, spero che Massi ottenga il lavoro. Anche se mi domando cosa sia venuto a fare a Bogotà! Mi tormento per decidere se accettare o meno il suo invito a cena… Non so cosa fare perché nella mia mente e nel mio cuore c’è solo il dottor Diego, anche se oggi si è comportato ancora sgarbatamente con me. A cosa gli è servito scusarsi?!
 
 
 
FINE CAPITOLO 14.
 
 
 
Io e la mia mania di tagliare i capitoli! xD
Bene, il nuovo personaggio ha fatto capolino, avrete capito che sono dei trascorsi tra Massimiliano e Isabella! Chi verrà assunto tra Massimiliano e Silvia? Diego ha partecipato ai colloqui per impedire l’assunzione di Massimiliano e favorire quella di qualcun altro, magari di Silvia, mentre Camilla si è lasciata convincere da Roberta e cercare di non far assumere Silvia per cedere il posto a qualcuno più competente, che si tratti di Massimiliano?
Diego ha tirato fuori della gelosia, che è ancora latente e contenuta in ogni caso, e comincia a comportarsi come Armando con i suoi modi poco garbati di rimettere a posto le persone  e di ostentare calma con i suoi finti sorrisi!
Giulio l’ha presa che dire male sarebbe riduttivo… Come andrà l’incontro con Camilla?
Non ho parlato del “triangolo” Betty-Armando-Mario, ma non me ne sono dimenticata xD C’è così tanta carne al fuoco che dovrei fare capitoli infiniti, ma preferisco dividerli!
A presto!! ;)
 

 
   
 
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