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Autore: cin75    13/11/2014    11 recensioni
Racconto scritto a quattro mani: Cin75 e Kleines licht.
Un famoso detto recita : Canta che ti passa!!!
Ma davvero una canzone può servire a scoprire ciò che c'è nel cuore di chi ama e viene amato a sua volta!!??
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Che cosa diresti al tuo compagno per convincerlo che stare insieme è ciò che deve essere?”
 
Il giorno in cui Jared e Jensen dovevano andare a quella che sarebbe stata l'ultima seduta dalla Cross, era un sabato e prima di quel giorno , fortunatamente avevano avuto un paio di giorni tutti per loro a causa di un provvidenziale ritardo delle riprese. Avevano passato quei due giorni letteralmente chiusi in casa, a parlare, a confidarsi e a farlo serenamente senza più sentirsi in colpa per quello che provavano.
Si amavano senza chiedersi se fosse abbastanza o troppo o troppo poco. Si amavano perchè era quello che volevano fare.
A volte restavano per lunghi momenti in silenzio, uno accanto all'altro, seduti vicini, a guardarsi negli occhi, ad accarezzarsi con tocchi leggeri anche solo il semplice profilo del viso, come se volessero imprimersi fin dentro l'anima i lineamenti del volto amato.
Si sorridevano, si cercavano, si trovavano e si tenevano stretti come a non voler mai più spezzare quel legame che li teneva uniti. Che li voleva uniti.

A metà mattinata, avevano deciso di darsi una piccola tregua da quel limbo paradisiaco che si erano ricreati, solo per rispondere all'ultima domanda della Cross. Si separarono solo dopo essersi baciati ancora.
Jared andò nel loro studio, Jensen restò nel soggiorno.
Avrebbero comunque scelto le canzoni ognuno per conto proprio. "Senza barare!" aveva detto Jared, facendo ridere Jensen, che più volte aveva cercato di scoprire dove fosse indirizzata la scelta del suo, ora, più che mai, amato, compagno.

Jensen si era ripreso. A modo suo, ma aveva davvero cercato di riprendersi, di vedere le cose sotto l'ottica giusta e non sotto quella della rabbia e della paura. Aveva capito di aver agito in un modo troppo frettoloso e per questo, sbagliato, tanto da lasciarsi trascinare dal contesto fino a farsi annullare.

Aveva capito che lui era comunque una persona abbastanza forte da saper gestire la sua paura di essere troppo poco, e che infondo Jared lo aveva scelto tra tutte le persone del mondo. Evidentemente se lo aveva fatto, in qualche modo, aveva trovato in lui qualcosa che lo colpiva davvero.
E aveva anche capito che per quanto Jared fosse un vulcano, sapeva sconvolgere la sua vita nel modo migliore che potesse esserci, nel modo più sano e giusto che potesse esserci.
 
In quei giorni di pausa che sembravano arrivati nel momento più opportuno, aveva cominciato ad apprezzare , con i suoi tempi, quel che era successo con Jared in tutto quel tempo e come poter davvero apprezzare quel che stava accadendo. Effettivamente si era reso conto di essersi fatto troppi problemi per nulla, ed era arrivato alla conclusione che era inutile pensare così tanto.
Tutto quello di cui aveva bisogno era semplicemente ritrovare la sua pace, e quella pace era solamente in Jared e in nessun'altro.
 
Per una volta trovare la canzone per la Cross si era dimostrato un compito facile, così istintivo che gli era sembrato anche troppo semplice, troppo naturale, tanto che cominciò a domandarsi di non aver fatto tutto troppo di fretta. La domanda di per sè non era così semplice ma dopo tutto quel che gli era successo, gli era sembrato anche troppo facile trarre le sue conclusioni.
Era così felice che tutto fosse improvvisamente migliorato che l'unica sua preoccupazione era trovare una canzone che dicesse tutto, che esprimesse cosa esattamente gli passasse per la testa. Non gli sembrava possibile, per una volta aveva temuto che nessuno potesse essere così bravo da esprimere quel che gli volava per la testa.
Voleva davvero che tutto quello che avrebbe voluto dire venisse espresso per bene, con la giusta precisione e con le parole giuste.
 
Per una volta gli importava che fosse davvero tutto perfetto, anche solo per mostrare alla Cross che ora si sarebbe impegnato davvero in quel che li aspettava.
Una volta terminata la sua ricerca aspettò Jared in  soggiorno, con il suo solito sorriso alla "Dean", in attesa di sapere che cosa questa volta gli avrebbe riservato.
 
Nello studio, invece, meno sicuro di Jensen, Jared si mise al computer e vagò per un po' tra i vari siti musicali, si era perfino fermato in uno di quei siti di FF su di loro, e aveva letto alcune delle song fiction, cercando tra quelle parole e quelle "favole", la sua ispirazione.
Niente!!
Per quanto le cose ora fossero decisamente in salita con Jensen, per quanto avessero chiarito definitivamente che quello che c'era tra loro non era la malattia, ma la cura a tutte le malattie, quella a cui doveva rispondere era paradossalmente la domanda più difficile : " Cosa diresti al tuo compagno per convincerlo che stare insieme è ciò che deve essere ?"
Jared gli aveva detto che lo amava e glielo aveva detto in mille modi, usando ogni inflessione e cadenza del suo cuore a tratti afflitto , a volte euforico e a momenti tormentato.
Aveva scelto la maniera di dirglielo tra le parole delle canzoni più strazianti e quelle più imbarazzanti. Aveva perfino pianto quando , amandolo infinitamente, non era riuscito a dirglielo e si era lasciato cullare dall'abbraccio di Jensen. Si era lasciato consolare dal suo calore e dalle sue parole rassicuranti.
Ma per un assurdo motivo, per un assurdo accanimento del destino, sembrava difficile dire a Jensen che stare insieme era l'unica cosa giusta da fare. Per entrambi.
Quasi sconfitto da quella sorta di fallimento musicale, il giovane si mise a girare tra i vari video youtube della rete: pop, rock, country, blues...fin quando non gli si presentò davanti una canzone che faceva parte di un film che vide proprio con Jensen. Non erano andati al cinema, avevano preferito guardarlo a casa loro, in tutta tranquillità.
Ricordava la melodia, qualche parte del testo ma non tutto e così ricercò la canzone e il testo completo. L'ascoltò e quasi come ipnotizzato, si accorse che la canzone altro non faceva che raccontare di loro, di quel mese assurdo che avevano passato, dei dubbi sul loro legame, sul modo in cui dovevano affrontarli e sull'inutilità di provare a lasciarsi.
La scaricò sulla sua USB e la mise nella giacca che avrebbe indossato , per incontrare la Cross.

Quando tornò nel soggiorno, stupendosi, trovò Jensen comodamente seduto sul divano. Le braccia incrociate sul petto e le gambe virilmente accavallate. E gli sorrideva.
Oh Dio!!, pensò, quanto era bello quel sorriso. Quanto era sereno quel sorriso. Quanto era bello veder sorridere Jensen di nuovo in quel modo. E soprattutto quanto era bello sapere che quel sorriso era tutto per lui.
Prima di dire qualsiasi cosa o chiedergli il perchè di quel sorriso soddisfatto, Jared gli si fece vicino, sorridendogli flebilmente o forse era serenamente serio. Gli si inginocchiò davanti, costringendolo a scavallare le gambe, così da potersi avvicinare e gli portò le mani sul viso, ad incorniciarlo. Jensen gli sorrise ancora.
"Fatto i compiti!?" chiese ironicamente il maggiore sporgendosi verso di lui.
"Sì!" rispose, Jared, quasi in un sussurro senza riuscire a distogliere lo sguardo dallo sguardo di Jensen.
"E ora che cosa vuoi?!" lo provocò il maggiore.
"Voglio un bacio!" e fu lui a prenderselo dalle labbra del compagno, senza aspettare un qualsiasi permesso. "E poi ne voglio un altro!" e lo baciò ancora. " E poi ancora un altro!" e a quel punto, anche se era lui ad aver preso l'iniziativa, fu Jensen, che abbracciandoselo stretto, se lo tirò sulle gambe , facendolo sedere a cavalcioni su di lui. Di baci se ne diedero tanti e tanti altri, e i "ti amo" che si sussurravano sul collo, sulle labbra e sul cuore, si andarono a mischiare ai loro gemiti sempre più accalorati e colmi di desiderio.
Poi, scoppiò l'amore. Passionale e appassionato. Quell'amore che si disfà dei vestiti e non si preoccupa di arrivare alla camera da letto, ma si accontenta anche del tappeto o di un semplice cuscino di un accogliente divano. Quell’amore che ti fa ridere di cuore, alla fine, quando ti rendi conto, di averlo fatto come un adolescente in piena crisi ormonale. Con urgenza quasi….isterica!

Il pomeriggio , quando ormai non poterono più rimandare, si costrinsero a riassettare tutto e rendersi presentabili e più o meno "freschi" , per poter andare dalla Cross.
Quando entrarono nello studio della terapeuta, la donna non potè non notare il radicale cambiamento delle sole espressioni dei due ragazzi. Per la prima volta, da quando li aveva conosciuti, entrarono nel suo ufficio, senza interrompere il loro contatto fisico. Infatti Jensen, camminando accanto a Jared che rimaneva leggermente davanti a lui, teneva le mani sui fianchi del giovane, e sembrava quasi aiutarlo a camminare o forse, semplicemente, non voleva lasciarlo allontanare troppo da lui.
Seppur comunque fossero in un luogo pubblico,  questa volta, Jensen non riuscì a staccarsi completamente da Jared, a lasciarlo andare come faceva di solito, e fu costretto quindi a mantenere una sorta di contatto fisico di qualche tipo, in modo che la sua vicinanza non gli pesasse troppo.
 
Salutarono la Cross e come al solito si sistemarono, sul divano di cortesia, dello studio, uno accanto all'altro.
"Presumo che finalmente entrambi abbiate realizzato il posto che ognuno di voi ha nella vita dell'altro!?" chiese il medico.
"Decisamente!" risposero entrambi, all'unisono. Esattamente come accadde durante il loro primo incontro con lei. Solo che quella volta, c'era una sorta di risentimento nella voce. Ora, invece, no. Ora c'era solo la consapevolezza di ciò che provavano uno per l'altro. La Cross sorrise e tra sè, pensò che il castello stava venendo sù decisamente forte e possente in tutte le sue mura.
"Allora, come al solito?, vogliamo vedere che cosa c'è in testa alla vostra play list ?!" ironizzò sulla canzone che avrebbero dovuto ascoltare. E questa volta entrambi porsero l'USB alla donna, ed entrambi sembravano ansiosi di ascoltare la scelta fatta.
"WOW!!! quanto entusiasmo!!" scherzò, prendendo dalle mani di entrambi le chiavette. "Ok! vediamo un po'!" disse prendendo le chiavi elettroniche e inserendole entrambe negli appositi alloggi del computer. Cliccò sui tasti per aprire i file interessati e quando lesse i titoli delle canzoni, guardò stupita e con un pizzico di delusione i due giovani di fronte a lei.
"Anche se siamo all'ultima seduta, avrei voluto che entrambi faceste la vostra scelta singolarmente!" fu il prologo a quello che aveva visto.
"E' quello che abbiamo fatto!" sentì di giustificarsi Jared, anche se non capiva perchè doveva giustificarsi.
"Sul serio?!" continuò, guardando, adesso, verso Jensen.
"Studio. Soggiorno!" fu la risposta telegrafica di Jensen indicando prima Jared e poi lui.

La Cross sorrise, evidentemente e piacevolmente sorpresa. Anche se infondo aveva capito quello che era successo. "Ok! Mi fido." Acconsentì, pensando soddisfatta che sarebbe stato un magnifico castello. "E quindi a questo punto, credo che non ci sia bisogno di scegliere chi debba iniziare!" fece mentre i due la guardavano spiazzati.
Premette play e la canzone cominciò a risuonare nella stanza. Già dalle prime note ,  che altro non era che l’armonizzante voce della cantante, entrambi i giovani, si guardarono stupiti. Increduli. Entrambi non potevano crederci.
Avevano scelto la stessa canzone.
Le bocche aperte per la sorpresa. Gli occhi lucidi per l'emozione. Il cuore che batteva furioso per quella sensazione di infinita gioia che sentivano esplodersi dentro. Ogni muscolo che chiedeva di raggiungere il corpo dell'altro e che si costringeva a rimanere seduto solo per rispetto alla donna che li stava guardando.

 
And I am telling you 
I’m not going 
You're the best man I'll ever know 
There's no way I can ever go 
No, no, there's no way 
No, no, no, no way I'm living without you 
I’m not living without you 
I don’t wanna be free 
I’m staying … 

And you, and you 
You're gonna love me..
Quelle parole erano esattamente quello che Jared sentiva di dover dedicare a Jensen. Erano esattamente quello che avrebbe gridato e gridato mille e mille volte a Jensen, se le cose fossero andate diversamente tra loro. Gli avrebbe urlato che era l'uomo che voleva al suo fianco, che non c'era modo, nessun modo perchè lui lo lasciasse. E Jared, mai e poi mai lo avrebbe lasciato. Jared avrebbe rinunciato a tutto per lui, perfino alla sua libertà pur di stargli accanto , pur di farsi amare.
Mentre per Jensen, da subito quella canzone gli aveva fatto a capire che era la scelta più giusta. Sapeva che non sarebbe mai riuscito ad ammettere con Jared quel che provava, e che in qualche modo quelle parole erano azzeccate. Jared era davvero l'uomo della sua vita, quello che -e se ne rendeva conto decisamente tardi- meritava davvero di passare l’intera esistenza con lui. E a dire il vero certe volte cominciava a sembrargli troppo perfetto, troppo troppo e forse era quello il motivo per cui si sentiva così inferiore a lui.
 

 
And I am telling you 
I'm not going 
Even though the rough times are showing 
There's just no way, there's no way 
We're part of the same place 
We're part of the same time 
We both share the same blood 
We both have the same mind 
And time and time, we've had so much to see and 
No… 
I’m not waking up tomorrow morning and finding that there's nobody there 

Glielo aveva detto in ogni modo in quei giorni, durante le sedute, con ogni canzone. Si sentiva completamente parte di lui. Irrimediabilmente consapevole di essere la metà di ciò che era Jensen. Era lo stesso posto, lo stesso tempo, lo stesso sangue, la stessa mente del compagno e mai e poi mai avrebbe permesso a se stesso di svegliarsi da solo la mattina.
Svegliarsi senza Jensen avrebbe significato svegliarsi senza la voglia di vivere. Senza il calore del sole per scaldarsi. Senza la sensazione di essere a casa. Senza la capacità di formulare un solo pensiero sensato. Svegliarsi senza Jensen, significava semplicemente non svegliarsi.
E la disperazione con cui la Houdson gridava così melodiosamente che mai e poi mai avrebbe rinunciato a quell’amore, era la stessa disperazione con cui Jared voleva che Jensen sapesse del suo amore. Per nessuna ragione Jared gli avrebbe permesso di smettere di amarlo.
 
Jensen, invece, non ci era arrivato subito, aveva avuto bisogno del suo tempo per ammetterlo con sè stesso, per capire che era davvero così che le cose dovevano andare, per farsene una ragione. Era seriamente sicuro che non ci fosse un'altra strada, che quello fosse l'unico modo in cui le cose potevano andare.
Sapeva bene che avrebbe dovuto essere più sveglio in quel caso, che avrebbe dovuto accorgersene molto prima perchè così aveva solo rischiato di perdere Jared. Eppure...eppure sapeva anche di aver bisogno di tempo, di spazio per realizzare le cose.
Non era capace di capire quanto le cose potessero davvero cambiare velocemente. E non sempre in peggio!
Aveva rischiato di perderlo...continuava a ripeterselo, provava davvero a ricordarselo ogni secondo, giusto per capire di chi e cosa davvero aveva rischiato di non avere più al suo fianco, di che cosa poteva succedere ma fortunatamente avevano evitato.

 
 
Tear down the mountains 
Yell, scream, and shout like you can say what you want 
I’m not walking out 
Stop all the rivers, push, strike, and kill 
I’m not gonna leave you 
There's no way I will ..
...
You're gonna love me
Sulla strofa che seguì subito dopo, Jared sentì l'istintiva necessità di stringere la mano di Jensen che a sua volta strinse la sua. C'era una dolcissima forza in quella stretta, la voglia di non lasciarsi mai andare, il desiderio di sentirsi sempre e comunque legati. Nonostante tutto.
Se qualcosa, nel loro rapporto si fosse rotto, Jared sapeva che per quando Jensen avrebbe potuto scalpitare, lui non lo avrebbe lasciato. Come nella canzone, il compagno avrebbe potuto urlare, gridare, spingerlo via, colpirlo per fargli male..ucciderlo come già lo aveva ucciso quando se ne era andato via dall'ufficio della Cross e non era tornato a casa. Ma nulla, nulla sarebbe cambiato.  Jared avrebbe fatto tutto il possibile o l'impossibile per farsi amare ancora. E Jensen avrebbe dovuto arrendersi. Lo avrebbe amato. Lo avrebbe amato e amato ancora.
E quando la potente cantante esalò l'ultima nota, modulata con la più disperata passione musicale, Jared era completamente perso nello sguardo del compagno.
Fissava quello splendido verde che brillava di emozione. Si beava della dolcezza con cui Jensen lo stava guardando. Godeva della presa che il compagno aveva sulle sue mani e dell'amore che quella semplice presa riusciva a trasmettergli.
Avrebbe pagato tutto l'oro del mondo per sentirsi come si sentiva in quel momento. Avrebbe rinunciato alla fama e al successo più eclatante perchè Jensen lo guardasse così ogni giorno della sua vita. Avrebbe , davvero, venduto l'anima al diavolo, per sentire l'amore che sentiva provenire da Jensen come in quel momento.
Ora lo sapeva: avrebbe amato Jensen per tutta la vita. Lo avrebbe amato perchè amarlo lo faceva vivere. Si sarebbe lasciato amare perchè farsi amare da Jensen lo faceva vivere. Gli avrebbe permesso di completarlo anima e corpo perchè quella completezza lo avrebbe fatto vivere. Avrebbe lasciato che Jensen vivesse di lui perchè far vivere Jensen, faceva vivere lui. Avrebbe amato Jensen perchè Jensen era la vita. Era la sua vita.

Jensen , in quel momento, percepì ogni pensiero, ogni emozione di Jared. Alla fine l'unica cosa che riuscì a fare fu stringere la mano di lui alla sua, facendo in modo che le cose tornassero così al loro posto. Voleva solamente ricordargli "Io ci sono, sarò sempre qua!", e sapeva che non ci sarebbe mai potuto essere un modo migliore per ricordarglielo.
Poteva essere tutto, semplicemente, così.
E alla fine, anche negli occhi della Cross, ritrovò la sua stessa identica convinzione: quella che ormai il peggio era passato e che da quel momento avrebbero solamente potuto trovare la loro pace, il loro equilibrio. Potevano semplicemente migliorare.
E Jensen ne era sicuro, ora lo sapeva davvero.
 
La Cross, da parte sua, aveva in volto la più piena soddisfazione nel vedere il modo in cui i due giovani si guardavano. Sapeva che non avrebbero, ora, mai più, smesso di guardarsi così.
Quando anche quell’ultima seduta ebbe fine, i due attori, ringraziarono con un caloroso abbraccio quella terapeuta così stravagante nei suoi metodi. Però, diamine!!, se avevano funzionato.

Tornarono a casa loro, e per un po’ restarono in silenzio a fissare il vuoto e forse, solo a pensare a quel mese appena trascorso, alle tribolazioni che aveva portato e alla consapevolezza che tutto ormai era finito per il meglio.
Jared si voltò verso il compagno, gli accarezzò il volto ancora pensieroso e lo baciò. E fu un bacio dolce, delicato ma pregno di amore e desiderio di amare ed essere amato.
Il maggiore si scostò da lui, lasciandolo per un attimo perplesso. Poi si allontanò del tutto.
“Jensen ?!” chiese turbato, Jared, non sapendo come interpretare quella reazione.
Jensen si girò verso di lui, gli sorrise malizioso e sbottonandosi lentamente la camicia, si avviò verso la loro camera.
“Vieni! Ho voglia di riprendere da dove abbiamo lasciato oggi pomeriggio! Niente più arretrati da oggi in poi!!” e sorrise di più, quando vide Jared illuminarsi e corrergli incontro.

Fare l’amore era, per i due innamorati, sempre qualcosa che creava intorno a loro un universo parallelo, in cui i loro corpi erano il pianeta e l’amore che provavano l’uno per l’altro, l’aria che respiravano.
Erano in un mondo tutto loro. Erano in una pace tutta loro.
Jensen appoggiato alla spalliera del letto, si teneva abbracciato il corpo di Jared, gli accarezzava la schiena ancora sudata e di tanto in tanto, come al solito, gli baciava la testa e i capelli meravigliosamente scompigliati e disfatti sul suo petto che faceva da cuscino al giovane.
“Jared?!” lo chiamò senza smettere di accarezzarlo.
“Mmhhh!” fu la risposta da parte del compagno che si fece più vicino al corpo di Jensen come per fargli intendere che lo stava ascoltando.
“Canterai per me , un giorno?!” domandò semplicemente e memore delle volte che, invece, lui, aveva cantato per Jared.
Il giovane a quel punto, sorpreso da quella richiesta tanto inaspettata quanto dolce, alzò la testa dal petto di Jensen e si sistemò meglio sul corpo dell’altro. Si mise in modo da potergli stare a pochi centimetri dal viso, per poterlo guardare meglio, godersi i suoi dolcissimi lineamenti del “dopo amore”, per perdersi in quel mare smeraldino dei suoi occhi. E poi, senza alzare troppo la voce, come se volesse che le sue parole arrivassero nella maniera più dolce al cuore di Jensen e alla sua bellissima anima, lo accontentò e cantò per lui.

Is it the look in your eyes    
 Or is it this dancing juice  
Who cares, baby
 I think I wanna marry you…

 
Non andò oltre, ma respirando il respiro di Jensen, il giovane non faceva che ripetere “ I think I wanna marry you..”, e lo ripetè fin  quando Jensen non si accodò, infinitamente felice di quella proposta e iniziò a cantare con lui.

 “Don't say no, no, no, no, no  
Just say yeah, yeah, yeah, yeah, yeah
And will go, go, go, go, go 
If you’re ready, like I'm ready.
.”


N. delle A. : Ed eccoci alla sospirata fine di questa terapia di coppia. Io e Kleines licht speriamo di tutto cuore di avervi tenuto compagnia in un modo piacevole. Ogni tanto, lo sappiamo, vi abbiamo fatto soffrire, a volte arrabbiare, però a volte, siate sincere, vi abbiamo fatto anche sospirar d’amore!!
Come al solito vi lasciamo il link della canzone con la traduzione….
https://www.youtube.com/watch?v=QsiSRSgqE4E
https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080226052258AAG6CTE
 …e aspettiamo fiduciose di sapere cosa ne pensate del finale di storia.
Se non vi piace, licenzieremo la Cross!
Ps: naturalmente avete riconosciuto B. Mars alla fine !!!!
Bacioni, Cin e Kleines!!!     
   
 
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