Investitura –
I prova
(
Pov Rose ) Villa Potter, primo
pomeriggio
-
Disturbo? – una voce
ferma e autoritaria mi fa voltare.
Scuoto
piano la testa in segno di diniego.
Al
mio cenno, le
sue labbra si piegano in su. Mi affianca al
parapetto, per guardare
insieme il paesaggio che si stende di fronte a noi.
-
Come stai? - chiedo, con tono dolce.
-
Bene - mi risponde, così poso lo sguardo su di lui.
La sua figura, alta e composta, ricorda la posizione di un guerriero,
con le
sue spalle sempre dritte e le mani dietro la schiena. Solo lo sguardo
caldo lo
distingue.
-
Che ne dici di questo posto, ti piace? – mi domanda.
Incrocio
il suo sguardo. James ha gli occhi castani che,
sotto quella fiocca luce, si confondono tranquillamente con il buio
della
notte.
-
Non è la prima volta che vengo qui - gli rispondo
dopo un paio di secondi, in cui mi sono persa nel suo sguardo, come
ogni volta
che parlo con lui.
A
Hogwarts era uno dei ragazzi più ambiti per quegli
occhi color cioccolato fuso. Gli davano un’aria
misteriosa, che faceva
breccia nel cuore di tutte le ragazze che lo incontravano.
-
Non sei cambiata, nonostante gli anni, sai? -
osserva.
-
Sono cambiata moltissimo, in realtà, anche se non
sembra. - lo guardo - tu, invece? -
-
Cosa ne dici?-
-
Non lo so, non ho avuto modo di verificarlo. Sai,
come un bravo avvocato è colui che non fa accuse senza avere
delle valide prove
– sorride
alle mie parole.
- Hai ragione,
da quando sei nostra ospite, non ho avuto modo di fornirtene nessuna. -
un
finto tono serio si fa strada nella sua voce, mentre si perde ad
ammirare il
paesaggio con un’espressione corrugata che lo fa sembrare
pensieroso. - Ma
cercherò di rimediare, avvocato - si volta verso di me con
un accenno di
sorriso sulle labbra. Incrocia il mio sguardo per un attimo e poi,
mettendo le
mani dietro la schiena, continua da dove si è fermato - e so
anche come! – termina,
con un sorriso soddisfatto.
(Pov
Hugo) Periferia della Londra
magica, stessa ora, stesso giorno.
Da
un po’ non vedo altro che distese e praterie.
-
C'è ancora molta strada prima di arrivare? - mi
sporgo per farmi sentire da Grisam, il mio accompagnatore, incaricato
di
portarmi a palazzo.
-
No, siamo quasi arrivati. – mi risponde, continuando
a rivolgere la sua attenzione alla guida.
-
Non si potrebbe accelerare un po'? - propongo.
-
Mi dispiace, non posso, perché questa strada si
trova su un posto sacro. È vietato – spiega.
-
Ma questo posto sacro non era ventiquattro
chilometri più indietro? -
-
Quello era un altro posto sacro –
Ok,
io lo ammazzo. No, davvero: è da più di tre ore
che andiamo a questa velocità
Siamo
anche più lenti di una lumaca.
Mi
abbandono sul sedile, esausto e infastidito. Questo
tizio mi dà sui nervi.
-
Dove siamo esattamente?- chiedo, per l'ennesima
volta.
-
Nella periferia di Londra. -
Questa
frase, nelle ultime tre ore, l’ho sentita
parecchie volte.
A
quanto pare, la periferia è più grande della
città stessa, qui, visto il tempo
che ci vuole per attraversarla.
Sospiro,
mentre infilo la mano in tasca, estraendo il
mio cellulare.
Dopo
aver lasciato Cipro, la mia connessione è
diventata instabile, quindi non ho avuto la possibilità di
rispondere a Mike.
Ah, se solo fosse qui davanti a me: gli farei diventare il viso
bordeaux a
forza di schiaffi!
Sospiro
nuovamente, mentre con la mano destra muovo il
telefono da un lato e poi dall'altro, cercando disperatamente di
ritrovare
internet. Dannato questo posto, mia sorella e tutta questa idea di
venire qui! Chi me lo ha fatto fare?
Sono
un babbeo, a quest'ora sarei potuto essere a casa
mia a giocare alla playstation, mangiare patatine e pizza. Che bella la
vita!
E
invece? Mi trovo in quest'auto da più di tre ore, a
cercare disperatamente di ripristinare la mia amatissima connessione
Povero me,
come farò a vivere con questa delusione?
Alzo
lo sguardo su Grisam; quell'uomo assomiglia in
modo incredibile a Mike, ha gli stessi tratti e lo stesso fisico.
L'unica
differenza è il carattere, uno è rozzo,
sfacciato, arrogante e con un ego
sproporzionato, tanto quanto l’altro è gentile,
educato e paziente. Insomma
un angelo e un diavolo.
Sorvoliamo
sul fatto che, molto probabilmente, se
Grisam non avesse il compito di portarmi sano e salvo a palazzo,
sarebbe stato
lui il primo ad affogarmi. Ma questo è solo un dettaglio, di
cui ad essere
sincero sono io la colpa.
Il
fatto è che sono molto arrabbiato con Mike e solo
per questo posso essere giustificato nel mio comportamento non molto
educato
nei suoi confronti. Quel pover’uomo non ha nessuna colpa,
anzi, ammetto di
avere un po' esagerato, stuzzicandolo e cercando in tutti i modi di
fargli
perdere le staffe.
Il
punto è che Mike che mi ha sbattuto in faccia la
sua felicità, inviandomi quelle foto della festa di Ana in
cui si vede lui con
quella faccia da ebete che si diverte a provarci con lei.
Sospiro,
perché volevo esserci io al suo posto. Cosa
mai può trovarci lei in lui?
Non
sa fare le battute e non è poi così bello, anzi,
non
c'è niente in lui, per non parlare del fatto che
è un ignorante.
Faccio
cadere lo sguardo su Grisam; forse, in fondo,
Mike non è così male.
I
capelli neri e gli occhi nocciola, dopotutto, fanno il loro effetto.
Il
lato positivo, però, è che io tra non molto
sarò in
un castello, invece quell’insulso traditore no.
Mi
divertirò molto e, quando tornerò, gli
sbatterò in faccia tutto quanto.
Magari
incontrerò anche qualche bella principessa
desiderosa del mio aiuto!
-
C'è ancora molto da aspettare? - farfuglio.
Grisam
si gira verso di me con un’espressione molto
calma e con un sorriso un po' tirato - no, manca poco – e,
senza aspettare
risposta torna a concentrarsi sulla strada.
Ecco,
questa è la prova che non è lui che vuole
disfarsi di me. Sono io che, a causa della stanchezza, sono diventato
un pazzo
paranoico che vede ovunque attentati alla sua vita.
A
questo punto, dopo le miriadi di provocazioni, se
fossi lui e lui-me fosse costretto a rispondere a tutte le domande che
mi pone,
non sarei riuscito a sopportarmi e già mi sarei ucciso.
Ma
lui non l'ha fatto e quindi sono al sicuro.
E,
ora che mi sono tolto questo peso dalla coscienza,
posso cercare di dormire.
Ho
sonno, tanto sonno, così tanto che, se il diavolo
mi proponesse un patto in cui devo vivere per l'eternità,
costretto ad
ascoltare tutto ciò che esce dalla bocca di Mike, ma in
cambio mi fosse
concesso di dormire, in un grande e morbido letto, accetterei.
Sto
impazzendo.
-
Perché non ci materializziamo direttamente a
palazzo? – chiedo, per la dodicesima volta consecutiva.
-
La magia è di proprietà del re e della regina -
ripete lui.
-
Ironico -
-
cosa? - dice seccato, cercando di controllare la
voce. Mi chiedo se sia il caso di stuzzicarlo ancora. Poi penso subito
a Mike e
ogni dubbio sparisce.
Non
è colpa mia questa enorme somiglianza.
E
ciò rende la mia
vendetta migliore.
Lo
so, è meschino vendicarmi di Mike su questo povero
uomo che non c'entra niente, ma pensare a quel disgraziato e a
ciò che mi ha
fatto e scaricarmi su questo tizio che sembra una sua copia, mi rilassa.
Alzo
lo sguardo e, notando il suo sguardo su di me, mi
ricordo che devo rispondere.
-
Ironico è che, in una città chiamata Londra
magica,
di magico ci siano solo due persone, mentre tutti gli altri sono
persone comuni
e normali che non hanno di magico che i nomi. -
Vedo
la sua esitazione, mentre cerca una risposta da
darmi. Ci pensa un po' su, cercando per controbattere ma suppongo.
-
Non siamo normali come i babbani, perché nelle
nostre vene scorre la magia che usiamo e impariamo a manovrare per
tutti gli
anni di studio ad Hogwarts. Poi, però, secondo le leggi, i
nostri potevi
vengono sigillati, in modo da non poterli usare. L'unica eccezione
è quando il
re e la regina sciolgono il sigillo -
-
Non capisco il senso di tutto ciò -
-
Si dice che tempo fa la magia fosse gestita in modo
diverso, che ogni individuo ne possedesse una
parte
ma era allo stesso tempo parte di essa in quel
periodo presiedeva
l’armonia.
Tutti i maghi erano uniti e insieme proteggevano le tradizioni e
custodivano i
segreti. - lo interrompo.
-
Ma, ad un certo punto…? - lo invito a sorvolare
sulle descrizioni ed andare al sodo.
-
Ad un certo punto due gemelli hanno fatto una
scoperta che ha portato a tumulti popolari; allora è
intervenuto il Consiglio,
che ha chiesto al re e alla regina di evocare il sigillo, così che
nessuno potesse usare o anche solo
ricordare quel potere. Era un modo come tanti per evitare guerre . -
Lo
guardo per un po', ma non dico niente. Sarò pure
uno che non ha niente a che fare con questo posto o questo popolo, ma
di storie
ne conosco tante e in questa ci sono molti buchi e domande che non
hanno
risposto.
Per
esempio, chi garantiva al Consiglio che il re e la
regina non avrebbero usato quel potere a loro favore? Dopotutto lo
sanno tutti
che il potere dà alla testa, anche nel mondo babbano da cui
vengo io. E poi,
cosa hanno scoperto di così importante quei due gemelli da
portare il popolo sull’orlo
di una guerra civile? Come hanno
fatto a creare un sigillo? Se, come aveva detto Grisam, prima la magia
era
divisa allo stesso modo e ognuno ne aveva una parte, come hanno fatto i
consiglieri, che avrebbero dovuto essere semplici maghi come altri, a
sovrastare tutto il popolo e a sigillarla?
-
Ecco, siamo arrivati! - la voce allegra del mio
autista mi scuote dai miei pensieri, facendomi sobbalzare.
Alzo
lo sguardo e noto una costruzione che sembra
tutto, tranne che un palazzo.
Il
solo chiamarlo castello, poi, ridicolo.
L’edificio,
altissimo, s’innalza fino a toccare il cielo ed
è in
pietra,
delle dimensioni
di un enorme quartiere Sembra uscito da una favola, una di quelle che
Rose era
solita leggermi quando ero piccolo.
Sposto
lo sguardo per tutta la lunghezza di quel
castello che, senza dubbio, ha un’aria maestosa. I
miei occhi corrono
lungo tutto il suo profilo, costellato di torrette appuntite e dominato
da un
alto mastio di guardia.
-
Questo posto è...- mi interrompo, senza sapere
veramente cosa dire e senza trovare la parola adatta.
Enorme?
Stupendo? Imponente? Spaventoso?
Sì, ma non solo.
(Pov
Lily) Nel frattempo, nella
sala del Consiglio, Palazzo Reale
Prendo
Scorpius per il polso, e lo trascino un
po' lontano dal Consiglio, lui mi segue, ancora sotto shock.
Mi
fermo e faccio comparire un bicchiere con
dell'acqua, per poi porgerglielo.
Scorpius
lo prende tra mie mani, se lo porta alle
labbra con movimenti meccanici, ne prende un sorso e poi lo allontana
dal viso,
senza smettere di guardarlo stordito.
È
così da quando ho annunciato che il rito
dell'investitura sarà oggi.
Lo
prendo per le spalle e lo scuoto per qualche
secondo, per farlo tornare in sé.
Alza
lo sguardo su di me - non c'è tempo. Riprenditi
subito. - scandisco le parole, senza togliere gli occhi dai suoi,
cercando di
fargli capire quanto sia importante che si calmi.
-
Non è il momento più adatto per farsi prendere
dal
panico o dallo shock. - continuo a mantenere il contatto visivo - tu
non sei il
tipo che si fa prendere dal panico, quindi riprenditi e torna in te! -
Lo
guardo: chiude gli occhi e fa un respiro profondo.
Quando
li riapre, vedo che è tornato normale e tiro un
sospiro di sollievo.
Lascio
scivolare le mani sulle sue braccia e mi sposto
di un passo indietro. Preoccupata com'ero a farlo tornare in
sé, mi ero
avvicinata troppo.
Sembra
più calmo, mentre lo incoraggio con un piccolo
sorriso a bere ancora.
Resto
a guardarlo mentre sorseggia e mi faccio cullare
dall’alzarsi e abbassarsi delle sue spalle.
-
Stai calmo. Non farti prendere del panico, non serve
a niente - alza lo sguardo su di me - La prova che
t’inizierà all'investitura è
una sciocchezza. Devi solo dimostrare coraggio, sangue freddo e buona
inventiva. Non è difficile, ce la farai, fidati di me. -
sorrido,
incoraggiante.
Lo
vedo irrigidirsi e mi accorgo troppo tardi di
quello che ho detto, mordendomi la lingua.
-
Non… - si schiarisce la voce - non credo sia
possibile. Io non mi fido e non mi fiderò mai più
di te. E tu sai anche il
perché… - la rabbia torna ad ardere nel suo
sguardo e i suoi occhi s’induriscono,
perciò indietreggio di qualche passo, senza togliere lo
sguardo dal suo. Mi
sento scottata nel profondo.
-
Fai quello che vuoi. - rispondo con tono rauco - Buona
fortuna - mi giro e, senza voltarmi, mi allontano da lui.
Per
l'ennesima volta mi ha ferito, e per l'ennesima
volta, gliel'ho permesso io.
Che
stupida!
(Pov
James) Distese attorno alle
stalle del castello
-
Dove
andiamo? - mi chiede Rose, spostando una ciocca di capelli dietro
l'orecchio.
La
osservo, beandomi della nota di curiosità che sento
nella sua voce e dei suoi occhi, che si muovono frenetici alla ricerca
di un
indizio su dove ci stiamo dirigendo.
Sorrido,
perché quando l’ho vista, per la prima volta
dopo tanto tempo, ho pensato che probabilmente non era più
la stessa persona.
Mi
sbagliavo molto, però,
perché lei è sempre la stessa, indipendentemente
dal tempo passato lontano da
me.
-
Ricordi quando, da piccoli, ci riunivamo qua? - mi
giro verso di lei, incrocio il suo sguardo e lei annuisce
distrattamente, molto
probabilmente perché ha già a capito dove voglio
arrivare, oppure perché sta
cercando di riportare a galla i ricordi legati all'infanzia.
La
guardo, mentre mi camminava a fianco, persa nei
suoi pensieri. Sposto per qualche secondo lo sguardo davanti a me, poi,
quando
mi volto di nuovo, la vedo perdere l'equilibrio e inciampare in un ramo
caduto.
Non
appena il pensiero che sta cadendo si forma nella
mia mente, il mio corpo si muove da solo, i miei muscoli si contraggono
ed io
mi sporgo in avanti e l'afferrò per i fianchi un secondo
prima che tocchi
terra.
-
Grazie – farfuglia, ancora frastornata, rimettendosi
in piedi. Aspetto un po’; quando si riprende, le porgo la
mano, lei l'afferra e
torniamo a camminare.
Ogni
tanto un tronco caduto si presenta davanti a noi e
allora io l'aiuto a salirci sopra e poi, quando salta, la prendo per i
fianchi,
facendola scendere accanto a me.
A
ogni contatto, però, in me si scatena una reazione
che non è né nuova, né diversa o unica.
È
come se un sentimento del passato tornasse a
manifestare la sua presenza.
Ogni
contatto è la pazzia per una cellula ed
elettricità per tutte le altre.
Ogni
contatto scatena un turbine che, però, io ignoro.
Dieci
minuti dopo, per fortuna, davanti ai miei occhi
compaiono i recinti e le stalle, così mi fermo e Rose fa lo
stesso: Siamo
finalmente arrivati.
Quando
eravamo piccoli, il più delle volte, durante le
vacanze, ci piaceva venire in questo posto. Era il nostro posto, un
luogo dove
potersi rifugiare e stare in pace senza che nessuno ci disturbasse.
Mi
giro a guardarla e i suoi occhi s’illuminano -
Sogno? – domanda.
Annuisco
- Sogno -.
La
sua mano scatta a coprire la bocca, che si è
allargata per la sorpresa.
(Pov
Scorpius) Sala del
Consiglio, Palazzo Reale
Guardo
tutti i consiglieri che in semicerchio, mi
osservano attentamente.
Lily
si allontana da loro e si avvicina a me,
lentamente.
-
Ti porterò io nel tempio del Supremo Consigliere –
spiega, neutra.
Poi,
girandosi verso gli anziani, si avvicina al
centro e mi fa segno di raggiungerla, mentre pronuncia
l’incantesimo.
- Porta
ostendit et aperit pro me. Porta concedit
me intrare ad templum sacrum -
Come
ore fa nella nostra camera da letto, muove
l'indice nei segni incisi nella pietra.
Sotto
il suo tocco, anche questa volta si crea uno
squarcio abbastanza grande da farci passare.
Mi
fa segno di entrare. Obbedisco, senza dire niente.
Fra
poco devo incontrare l'uomo più potente al mondo,
il Supremo Consigliere.
Quasi
nessuno l'ha mai visto, ma si dice che possieda
un potere immenso e abbia più di mille anni.
So
così poco sui riti del Consiglio che non
riesco a far a meno di provare paura.
In fondo, so
solo quello che i consiglieri mi hanno detto, ovvero che devo superare
una
prova, e ciò che Lily mi ha consigliato.
Lei
è stata gentile ed io l'ho trattata male,
ma non sono riuscito a sopportare questi suoi sbalzi d'umore.
Prima,
nella nostra stanza, abbiamo litigato e dopo
lei mi ha parlato in quel modo dolce e premuroso, dandomi addirittura
dei
consigli
e
questo mi ha
confuso. Non
la
capisco e, sinceramente, sono stufo di provarci.
Prima
mi allontana, poi si avvicina, prima mi tratta
come un idiota, e poi cerca di farmi accettare dai
consiglieri.
Cosa
vuole esattamente da me?
Perché
non ne posso davvero più, deve decidere: o mi
odia, o mi ama. Non rimanere sul confine tra i due.
A
quell'ultima esclamazione, una voce fastidiosa si fa
strada nei miei pensieri.
E
tu, Scorpius? Dove sei?
Scaccio
la domanda e attraverso lo squarcio.
Non
trovo resistenza, quando faccio un passo nella
luce, allora ne faccio altri due e la sala e i consiglieri scompaiono,
mentre
davanti a me si apre un ambiente completamente differente da quello in
cui sono
solito vivere
*Wow*
penso, restando senza fiato. Lascio correre lo
sguardo su quella strana struttura e non riesco a non restare ammaliato
da quel
posto: È illuminato, ma lo percepisci come buio, quasi
oscuro, un insieme tra
equilibrio e caos, perché "senza caos l'armonia non esiste".
Si
tratta di una semplice piattaforma, molto vasta,
fatta di un’unica pietra. A contrastare questa
semplicità, però, ai due lati si
estende una fila di colonne simili a statua di donne, che distano l'una
dall'altra circa due metri. Tra di esse non ci sono, né
archi, né soffitto a
unirle.
Al
centro, invece, c’è una fontana
molto particolare.
Mi
avvicino a guardarla: l'acqua al suo interno gira
al contrario. Osservo con maggiore attenzione quella piccola
costruzione dalla
base a forma ottagonale: Al centro si erge una piccola colonna di vetro
e,
sospesa proprio sopra,c’è una clessidra, che
riconosco subito come la
leggendaria clessidra del tempo di cui mi raccontava papà la
notte. La guardo
incantato, mentre attorno ad essa l'acqua dalla vasca sale, per poi
scendere di
nuovo in piccoli getti.
Allontano
lo sguardo e noto Lily poco più in là,
intenta a parlare a bassa voce con una figura incappucciata, la postura
alta e
dritta e le spalle larghe e possenti mi fanno capire che si tratta
sicuramente di
un uomo.
Ero
così occupato a guardami attorno, che non l'ho
vista entrare.
Faccio
piccoli passi in avanti senza farmi notare,
cominciando a sentire le voci distinte dei due.
Faccio
finta di niente e torno a guardarmi attorno.
E’ allora che
noto la nebbia che avvolge la piattaforma, impedendo di vedere al di
fuori di
essa, e, quando abbasso lo sguardo, noto subito che anche i miei piedi
ne sono
ricoperti, tanto da impedirmi di vederli.
Continuo
ad ammirare il posto, cercando però, allo
stesso tempo, di sentire qualcosa.
Allungo
l'orecchio.
-
Non puoi chiedermi questo, Lilian – come l'ha
chiamata? – sai bene cosa potrebbe succedere, se
scoprisse...- non riesco a
capire le ultime parole, perché le vengono praticamente
sussurrate.
Continuo
a guardare le colonne a forma di donne
greche, notando ogni dettaglio, senza però mai smettere di
ascoltare.
-
Non ti preoccupare, non può succedere niente. Sono
passati anni e poi... è
tutto sotto
controllo…-
Non
riesco a seguire il filo del discorso, in quanto
molte parole non mi arrivano.
-
Capisco… Non è un mio problema e lo sai, ma sei
sicura.... Sono affari tuoi... Sotto la tua responsabilità -
-
Ne sono sicura – risponde, sbrigativa, Lily - Mi
dispiace, volevo avvisarti prima, ma sono rimasta bloccata da quel
lavoro... Un
altro giorno verrò e ti spiegherò tutto... Certo.
- Lily abbassa lo sguardo e,
notandomi, si schiarisce la voce e dice, a voce un po' più
alta:
-
Dunque, come ti ho già detto prima, chiamami quando
finite, sarò qui per la seconda parte. Buona fortuna. A presto! - e fa un passo
indietro, mentre il Consigliere
s’inginocchia - Sempre ai suoi ordini, mia Regina. - il tono
è solenne, ma il
piccolo particolare del "mia" mi fa schizzare letteralmente, mentre
mi convinco che probabilmente è vero, dato che lei
è la Regina di tutti, quindi
anche sua.
Lily
mi oltrepassa senza degnarmi di uno sguardo, ma
si ferma subito dopo e, dandomi le spalle, dice - Fa del tuo meglio -
prima di
andarsene com’è entrata.
Mi
volto subito verso la persona che mi avrebbe fatto
fare la prova, aspettandomi qualcosa.
Lui
mi squadra per un attimo e poi, sospirando, si va
a sedere nella poltrona bianca posta dietro la fontana, indicandomi con
un
cenno quella di fronte.
Subito
arriva un vassoio, portato da due lucine della
stessa intensità e della stessa misura di Sieli, da che
deduco che siano due
anitaf. Li guardo per un attimo, mentre armeggiano con le tazzine e lo
zucchero, poi sposto la mia attenzione verso l'uomo incappucciato
davanti a me.
Indossa
un lungo mantello color cenere completo di
cappuccio, le cui cuciture centrali sono tre semplici linee, bianca
quella al
centro, nere le altre.
Porta
una maschera semplice, senza nessun segno che ti
faccia capire qualcosa del suo volto e gli occhi castani,
l’unica cosa che si
nota, sono posati su delle pergamene.
Si
china a disegnare, ma dalla mia posizione non
riesco a vedere niente.
Una
delle due anitaf, una creatura molto affascinante,
mi offre una tazza di tè, che accetto volentieri.
Comincio a
sorseggiarlo, attendendo le istruzioni sulla prima parte
dell'investitura. O che,
almeno, mi rivolga la sua attenzione.
Aspetto
e aspetto ma, a quanto pare, non è
intenzionato a posare la piuma per dedicarsi alla mia prova.
-
Impaziente? - mi chiede, alzando il volto.
-
No - mento.
-
Non mentire - lo guardo negli occhi: c'è qualcosa di
famigliare in essi e non riesco a capire perché.
Distolgo
lo sguardo - Quando cominciamo? -
-
Che cosa? - risponde lui, puntandoli nei miei.
-
La mia prova. Quando la cominceremo? -
-
Nessuna prova. – s’interrompe per guardarmi - non
ce
n’è bisogno - continua.
-
Non capisco - comincio ad agitarmi, senza neanche
volerlo.
Cosa
vuol dire?
-
Cosa sai dell'investitura di un re? - domanda,
lasciandosi scivolare sullo schienale senza, però, togliere
gli occhi dai miei.
Sebbene
perplesso, rispondo con ciò che so: - Serve
per congiungere il re con la fonte e il potere che giace in essa.
È divisa in
due parti: la prima è una prova che lo aiuta a superare le
difficoltà a cui va
incontro come custode, mentre la seconda lo unisce alla sua parte della
fiamma dell’Exoren,
ovvero il potere della fonte. -
-
Sai che Sua Altezza, la Regina Lilian, quando ha
dovuto superare la prova non aveva ancora compiuto quindici anni? -
S'interrompe.
Non
rispondo
-
La sua prova è stata la più difficile tra tutte
quelle che ho presieduto. E credimi, se ti dico che ne ho viste tante,
di
queste cerimonie. Ci sono quelle più semplici e quelle
più difficili. E no, non
la scelgo io.-
Abbasso
subito lo sguardo, imbarazzato per averlo pensato.
-
Dipende da ciò che manca in quel momento nel cuore
della persona che vi è sottoposta. Milady, quando
è venuta, era appena uscita
da Hogwarts, con un grande fardello, una famiglia a pezzi e
tutti
contro.
Nessuno
credeva che una ragazzina fosse in grado di regnare su un territorio
vasto come
il nostro. Non ti dico quanto è stato difficile per lei
avere il rispetto e la
fiducia assoluta di tutti!
Ma
non è questo il punto, la prova per lei, infatti,
è
stata una tra le più difficile perché in lei
c'era confusione, stanchezza,
incapacità e molta insicurezza sul da farsi. La prova ha
riportato fuori tutto,
chiedendole di affrontarle. Un intero labirinto che ha dovuto
districare e
affrontare, per poter superare la prova.
-
Lo
ascolto senza capire che cosa c'entra tutto questo
con me.
-
Re Harry ha dovuto affrontare uno specchio che
rifletteva la sua immagine, perché il suo tormento era
quello più normale e
comune di tutti. – s’interrompe nuovamente e,
incrociando il mio sguardo, mi
chiede – Dimmi, Scorpius, cosa rende tale un essere umano? -
-
Cadere in errore – rispondo, in automatico.
Mi
sorride sotto la maschera - Esatto, ma è anche e soprattutto
chiedere perdono. - si versa del tè.
-
Un re non chiede mai perdono - lo guardo mescolare
con il cucchiaino, mentre parla.
-
Ma un re è un essere umano. Harry, con la sua prova,
aveva capito che un re non chiede perdono, ma un essere umano
sì. E, se il re
non riesce a chiedere perdono, allora non sarà mai in grado
di dominare la
fiamma ardente dell’Exoren senza farsi piegare da essa e
perdere la testa,
diventando un re senza limiti che si fa guidare dalla follia e
dall'egoismo -
-
Capisco, ma tutto questo cosa c'entra con me? Perché
io non posso fare la prova, che sia facile o difficile? - lo interrompo.
Scoppia
a ridere, divertito, poi risponde:
-
Prima di tutto devi cominciare ad avere pazienta,
ragazzo mio. Ciò che volevo spiegarti è che la
tua non sarà una prova vera e
propria, ma un piccolo viaggio nel tempo che ti aprirà gli
occhi su alcune cose
e risponderà ad alcune tue domande. -
Posa
la tazza vuota sul tavolo, si alza, si dirige
verso la fontana ed io lo seguo. La clessidra comincia a girare da sola
appena
ci arriviamo e quando il consigliere s’immerge nella fontana
sparendo
nell'acqua, lo imito.
Faccio
correre lo sguardo attorno:
Un
prato verde e un lago
dalle acque calme, ma molto scure, quasi nere.
Riconosco
subito il posto come il lago nero di
Hogwarts.
Mi
guardo attorno confuso e mi accorgo spaventato che il
Supremo Consigliere non è più con me.
Comincio
a camminare cercando di capire cosa devo
fare.
Sento
delle voci e mi volto per vedere a chi
appartengono: davanti a me, due ragazzi
parlano allegramente. Sento un tuffo al cuore e perdo un
battito appena
noto di chi si tratta. Sapevo fin dall'inizio che mi sarei ritrovato in
un
ricordo, ma speravo che non fosse legato a lei.
Quanto
mi sbagliavo!
*Scorpius, benvenuto all'inferno!* penso *Altro che semplice viaggio…* concludo, rassegnato, con un sospiro.
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NDA:
Sono tornata gente! Come va a scuola? tutto apposto?pensavate che fossi morta? ehm... no non lo sono. Comunque, sono in ritardo... so anche questo. Mi dispiace molto e spero che questo capitolo vi piaccia.
L'ho fatto lungo e con molti pov, spero che sia stato di vostro gradimento e che non vi siate annoiati leggendolo.
Volevo farvi notare alcune cose che mi hanno resa molto felice: non so se vi ricordate di quel progetto che avevo proposto sulle storie incomplete, ho trovato e letto alcune storie e ho pure contattato alcuni autori, purtroppo non tutti hanno risposto ma alcuni lo hanno fatto e hanno intenzione di ridare vita alle loro storie dimenticate.
aww che bellezza!!!! che felicità!! non è una bellissima cosa?Volevo dire anche un altra cosa (anche se non so se si puo fare?! sul regolamento nn mi risulta sia vietato. se mi dite che lo è, cancello il sms): vorrei sapere se qualcuno di voi ha Harry potter e la camera dei segreti la vecchia edizione e ha intenzione di venderla o comunque conoscete qualcuno che la vuole vedere?
sono disperata, non la trovo da nessuna parte perche non viene piu stampata: ne su internet ne nelle librerie!!
detto cio credo di aver detto tutto
ps: ho dimenticato di ringraziare la mia favolosa beta che in tre giorno ha betato il capitolo. Sei unica, grazie mille!
Pps: ringrazio i tre che hanno recensito lo scorso chap, chi ha messo la storia tra le preferite, seguite e ricordate.
Rosa di vetro