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Autore: titty_93    13/11/2014    2 recensioni
Leonardo Abate, salvato miracolosamente da De Silva è stato cresciuto nella fredda città russa di San Pietroburgo. All'età di 21 anni è pronto per ritornare nella sua città d'origine e pianificare così la sua vendetta...(questa storia è il continuo di squadra antimafia 5 e ha come protagonista Leo,ma verrà approfondito anche il rapporto tra Rosy e Domenico e altri vecchi personaggi della fiction).
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Domenico Calcaterra, Leonardo Abate, Rosalia/Rosy Abate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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38. Ritrovarsi

Era stato già fin troppo tempo in ospedale, Leonardo non voleva più rimanerci in quel letto. La quietudine e la tranquillità non erano proprio fatti per lui che era sempre in movimento. E poi si sentiva bene, stranamente bene, le fitte alla schiena erano completamente scomparse e riusciva a respirare tranquillamente. Per fortuna dai continui accertamenti non era emerso nulla di grave : era in perfetta forma. 
Intanto era già sera. Sembravano passate 50 ore e non 24. Aveva pregato sua madre e Domenico di andare a riposarsi, erano sfiniti e alla fine la sua testardaggine ebbe la meglio. Quando scoprì le coperte ed ammirò il cielo scuro, solamente un pensiero di fece strada in lui :  Carmen. Doveva vederla, anche solo per un istante, per un attimo, anche da lontano, si sarebbe accontentato. Sentiva quella strana morsa al petto, come se gli mancasse un pezzo, doveva vederla... Ad ogni costo!
Si voltò un attimo e un infermiera entrò in stanza con la cena tra le mani - "Che ci fai in piedi? Rimettiti a letto su"- ma il ragazzo sembrava non ascoltarla -"Ragazzo! Tu si che sai come far perdere la pazienza ad un santo".
Leonardo sorrise. In effetti era da quando si era svegliato che tormentava quella povera infermiera, non dandole ascolto ogni qualvolta che lo imponeva di non stressarsi.
Infine obbedì e si mise seduto sul letto mentre la donna un po adulta, con i capelli raccolti in una coda di cavallo e gli occhi blu, sistemava il vassoio con i piatti sul comodino. Leonardo le bloccò un braccio - "Lei mi può aiutare" - disse incontrando il suo sguardo.
La donna inizialmente si rabbuiò sentendo la morsa sul braccio farsi sempre più stretta.
"Io? Cosa vuoi?" - domandò senza alcun timore.
"Ho bisogno di sapere una cosa e so che lei mi aiuterà".
"Non mettermi in difficoltà".
"Non lo farò! Ho bisogno di scoprire solamente in che numero di stanza riposa una paziente".
La donna liberò il suo braccio - "non posso rivelarti nulla, mi dispiace".
"Carmela Pietrangeli! La prego. Io devo vederla".
"Perchè?".
"Perchè ne ho bisogno. Ma mi guardi, sono inoffensivo. Non potrei mai far del male a nessuno".
L'infermiera abbassò gli occhi. Quel ragazzo le trasmetteva sincerità, forse l'avrebbe aiutato o forse sarà meglio salvaguardare il suo lavoro. Dopo aver sistemato la cena andò via, ma prima di uscire le parole di Leonardo la bloccarono - "grazie" - si sentì dire e un sorriso le apparì in viso.
Passò poco tempo. L'infermiera ritornò in stanza - "Dai vieni. Ti ci accompagno io" - disse e Leo non riuscirà a ringraziarla abbastanza.
"Non serve, la ringrazio".
"E invece si. Qui fuori ci sono le guardie e poi dirò ai miei colleghi che dovranno farti un altra visita medica".
"Grazie. Lei è la mia salvezza".
Leonardo credette davvero che quella donna fosse un angelo. Nessun altro al posto suo l'avrebbe aiutato. Ma forse l'infermiera colse la profonda voglia di ritrovare quella ragazza nei suoi occhi e non poté resistere alla tentazione di aiutarlo.
Si avviarono insieme in corridoio, presero l'ascensore ed arrivarono al piano di sopra. La donna si fermò davanti alla 230, e Leonardo capì.
"Ti aspetto qui forza, fai presto però eh?".
Leonardo annuì e sorrise.
Carmen era distesa sul letto girata sul fianco dall'altro lato, forse dormiva o forse no. Leo la raggiunse e si mise di fronte a lei. Dormiva. Era così bella, una creatura celeste. Leonardo si domandò come ebbe fatto a trascinarla fin qui, dentro un mondo crudele, era arrivata persino a puntargli una pistola...Ma forse quella era un altra persona, un altro Leonardo.

A casa di Calcaterra
Rosy e Domenico avevano varcato la soglia della porta d'ingresso per poi gettarsi sul divano. Erano sfiniti. Avevano dormito -dormito si fa per dire- male in ospedale. Si voltarono a guardarsi per un istante. Sorrisero appena entrambi. Ne avevano passate tante, era anche passato tanto tempo, troppi anni che li aveva visti separati dalle circostanze, ma pur sempre uniti da un legame mai spezzato. Ora erano li così vicini immergendosi l'uno negli occhi dell'altro. Quegli occhi erano stati testimoni di tanta crudeltà, insieme avevano condiviso tanto dolore,quello più forte riguardava Leonardino. Ma adesso Leonardo era vivo, con la certezza che mai più nessuno l'avrebbe fatto del male. Quindi non c'era più nemmeno un motivo per cui soffrire. Ora Domenico e Rosy volevano concedersi un po di tempo per loro, ne avevamo bisogno.
Rosy prese l'iniziativa sedendosi sul letto per poi mettersi a cavalcioni su Domenico, si tolse la maglia gettandola per aria e si slacciò presto anche il reggiseno. Scese lentamente e toccò le labbra di Domenico baciandole con intensità, con passione. Lui rispose subito al bacio mentre con le mani esplorava la sua schiena e le sbottonava i jeans. Rosy si sollevò giusto il tempo di sbarazzarsi dei pantaloni mentre Calcaterra invertì le posizioni. Incominciò a baciarle le guance poi scese giù stuzzicando i suoi seni mentre lei portava le mani tra i suoi capelli. Tracciò scia di baci dappertutto come per impossessarsi di ogni centimetro del suo corpo, Rosy si sentì bene, per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva viva e in un attimo di estasi mentre Domenico le liberò anche degli slip, credette quasi di svenire per il battito accelerato e il fiato corto. Ma queste emozioni, queste sensazioni, non erano altro che un sentimento sbocciato già da tempo, ma che solo adesso riusciva a vivere a pieno. Rosy ebbe paura e si fermò per un attimo osservando un punto impreciso. Domenico non capì perchè lei stesse reagendo così però poi infine fu la stessa Rosy ad abbandonarsi alle emozioni stringendo forte a se il collo di Domenico e permettendo a lui di entrare dentro di lei, dentro la sua vita!

In ospedale
Leonardo non sapeva bene se svegliare Carmen o lasciarla dormire. Voleva andare via lasciandola dormire un altro poco, le diede una leggera carezza sulla guancia poi si sbilanciò in avanti e sfiorò appena le labbra. 
Carmen strizzò gli occhi proprio mentre Leonardo stava per andare via.
"Tony" - sussurrò appena Carmen ancora immersa nel sonno.
Leo chiuse gli occhi appoggiando la fronte sulla porta - "Leo?! Non mi ci abituerò mai" - disse Carmen accennando un sorriso.
Leonardo si voltò e vide che lei si metteva seduta sul letto -"sei proprio tu" - Carmen si sbarazzò presto delle lenzuola e corse tra le sue braccia. Leo inizialmente tentennò poi la strinse anche lui forte a se ispirando il profumo dei suoi capelli, della sua pelle. Quanto gli era mancata.
"Dovresti metterti a letto".
"NO! Ho temuto di perderti" - disse poi Carmen baciandolo sulle guance - "ma come hai fatto a trovarmi?".
"E' una lunga storia" - rispose ridendo Leo, ripensando a quella brava infermiera che quasi rischiava il lavoro per aiutarlo.
Carmen continuò a parlare con gli occhi lucidi "nessuno ha voluto farmi sapere tu come stavi. Mio padre nemmeno vuole sentire il tuo nome. Stavo per impazzire".
"Anche per me è stato lo stesso. Questi giorni lontano da te mi sono sembrati eterni".
"Perchè ci sta succedendo questo".
"La risposta è una sola Carmen : ci siamo innamorati!".
Carmen sorrise poi Leonardo la prese in braccio e l'appoggiò delicatamente sul letto.
"Non molli mai tu eh?" - disse lei riferendosi a quando poco prima le aveva raccomandato di ritornare a letto.
"Mai...Mai" - rispose, ma si riferiva a tutt'altro.
Carmen a quel punto si sbilanciò in avanti e appoggiò le labbra alle sue. Quel contatto era troppo, troppo breve per entrambi e quindi Leo ne approfittò per approfondire quel tocco. Le lingue intrecciate si muovevano con estrema lentezza, Leonardo con fare esperto esplorava l'interno della sua bocca, mentre Carmen ancora impacciata dovette soltanto abbandonarsi ai suoi ritmi, gettando entrambe le mani intorno al collo mentre quelle di Leonardo restarono ferme sulle guance di lei.
Un rumore li bloccò. Si voltarono entrambi. Sandro era appena entrato da quella porta insieme all'infermiera che aveva uno sguardo da cane bastonato.
Adesso sono proprio nella merda - pensò Leonardo.

Grazie per il sostegno e scusate se sono spesso in ritardo, ma non ho tantissimo tempo libero in questo periodo. Manca sempre meno al finale(anche se ci saranno ancora un po di capitoli), ma tranquilli vi avviserò prima quando sarà l'ultimo capitolo. 
Vi lascio con alcune domande : Sandro riuscirà a contenere la sua rabbia? Leonardo reagirà in malo modo? Rosy riuscirà ad abbandonarsi totalmente alle emozioni?.

  
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