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Autore: Mew_vale    14/11/2014    5 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 15.


 
Diego
Quel tipo entra e Camilla e Cèsar gli stringono la mano, lo faccio anch’io, con vigore.
“Cèsar Mora, direttore del personale.”
“Camilla Mendoza, stilista e azionista.”
“Noi ci siamo già presentati…” Dico.
“Certo dottor Mendoza, io sono Massimiliano Zanonato, molto piacere. Lei e la signorina siete imparentati? Perdonate la domanda…”
“Siamo fratello e sorella, quest’azienda appartiene alla nostra famiglia e alla famiglia Valencia da più sessant’anni.” Dice Camilla.
“Ci parli un po’ di lei.” Intervengo io, secco.
“Dunque, sono di origini Italiane e mi sono trasferito qui in Colombia da poche settimane.”
“Posso chiederle i motivi che l’anno spinta a vivere a Bogotà?” Gli chiedo. Inizia un ping pong verbale tra me e questo tizio che mi causa prurito ovunque!
“Motivi personali.” Mi risponde, beffardo come se leggesse nei miei occhi l’interesse che provo verso Isabella.
“Oh, sì se ne sono accorti tutti prima quali sono questi motivi personali!”
“Mi scusi dottor Mendoza?”
“Sto dicendo che poco fa si è accorta tutta l’Ecomoda che questi motivi personali riguardano la signorina Isabella!” Dico, alzandomi dalla sedia, sbattendo i palmi delle mani sul tavolo e alzano il tono di voce.
“Diego, ma sei impazzito?” Mi chiede Camilla, guardandomi dal basso. Anche Cèsar mi osserva sconcertato.
“Mi scusi, non comprendo la sua reazione!” Mi dice Massimiliano.
“STO DICENDO CHE DEVE STARE LONTANO DA LEI! Sto dicendo che deve tornare in Italia all’istante, e sparire da qui!”  Chinandomi sul tavolo, gli afferro la cravatta e lo strattono verso di me. Mia sorella e Cèsar si alzano e cercano di fermarmi.
“Diego! Ma sei matto! Fermati!” Dice Cèasar.
“No-non resp-iro dott-or Mendoz-a….” Dice quello.
Torno alla realtà, e indossando un sorriso di plastica rispondo:
“Perdoni la mia domanda allora.”
“Si figuri dottore.”
“Come avrà letto nell’annuncio noi stiamo cercando una persona di bella presenza, cordiale, che sappia svolgere i compiti di reception e centralinista. Lei la bella presenza cel’ha, quanto ai compiti, leggo nel suo curriculum che ha esperienza nel campo!” Dice Cèsar.
“Sì, ho lavorato per tre anni come addetto alla reception e al check-in presso << l’Hotel Europa >>, a Padova, in Italia. E con la stessa mansione per due stagioni invernali presso l’impianto sciistico << SnowLand >> a Cortina d’Ampezzo, sempre in Italia, mentre frequentavo la facoltà di lingue. Sarò sincero, desidero ardentemente questo posto, come ho detto poc’anzi sono in Colombia da poco tempo e leggere il vostro annuncio sul giornale in cui si cercava un/una receptionist per me ha subito costituito un’ottima possibilità, specie adesso che so che si tratta di un’azienda prestigiosa come la vostra.”
Sì, sono sicuro che il motivo che lo spinge a desiderare ardentemente di lavorare qui sia il prestigio dell’Ecomoda… Razza di pallone gonfiato! Mia sorella prendere la parola.
“La ringraziamo per il suo entusiasmo. Parla diverse lingue?”
“Parlo spagnolo, Francese, Inglese, Tedesco e altre lingue riportate nel mio curriculum, che ho imparato frequentando la facoltà di lingue, e ovviamente Italiano. Per fare carriera negli Hotel la conoscenza delle lingue è un requisito fondamentale.”
“Senza dubbio, sentiamo infatti che parla molto bene la nostra lingua. Bhe, io penso che non ci sia altro. Voi avete delle domande per il signore?” Dice Cèsar.
“No, io penso che possa bastare. Diego?”
“Nessuna domanda.”
“La ringraziamo, le faremo sapere.” Dice Cèsar. Ci alziamo tutti e ci stringiamo le mani.
Questo tipo è preparato e questo non va bene!
 
 
Isabella
 Appena Massimiliano è entrato in sala riunioni, le ragazze della banda non hanno perso tempo per attorniarsi alla mia scrivania, dove già si trovata Silvia.
“Allora cara, ci vuoi dice chi è quel bel bocconcino che era qui con te?” Mi chiede Annamaria. Io arrossisco leggermente, mi capita spesso quando mi chiedono certe cose!
“Lui è un ragazzo…”
“Questo credo sia ovvio! C’è qualcosa tra voi due?” Mi chiede Sandra.
“C’è stato… Siamo stati insieme quando vivevo in Italia.”
Le ragazze sia agitano ed emettono i classici gridolini.
“Ragazze, fate piano, potrebbero sentirvi!” Le esorto.
“Complimenti amica mia, quel ragazzo è divino!” Dice Annamaria.
“E come mai adesso si trova qui a Bogotà?” Mi chiede Berta.
“Io non ne ho idea, Berta…”
“Io dico che è venuto a cercare te!” Dice Silvia.
“Ragazze,  vi presento la mia amica Silvia Duarte, è qui per sostenere il colloquio come receptionist. Loro sono Mariana, Berta, Sandra e Annamaria.”
“Molto piacere.” Dicono tutte in coro.
“Piacere mio. Risponde Silvia.
“Bhe, doveva essere piuttosto seria la vostra relazione se ha girato il mondo per venire da te!” Dice Berta.
“Non ho ma detto che è qui per me…”
“E quale altro motivo potrebbe portarlo a Bogotà?” Dice Annamaria.
“Quanto tempo siete stati insieme?” Mi chiede Sandra.
“Sette anni.”
“Accidenti, molto tempo!” Dice Mariana.
“Fino a prima che…. Rifiutassi la sua proposta di matrimonio.”
Le ragazze mi osservano con stupore, compresa Silvia cui non avevo raccontato della proposta.
“Non mi avevi detto della proposta!”
“E come mai hai rifiutato?” Mi domanda Annamaria.
“Vedete ragazze… Mia nonna, colei che mi ha allevato, era appena morta… E non ero sicura di volermi sposare con lui… Io non volevo che il mio << sì >> diventasse una risposta dettata dall’angoscia e dallo smarrimento che provavo per la morte di mia nonna, non era giusto accettare di sposarlo perché ero rimasta sola… Io non ero sicura di voler dividere per sempre la mia vita con lui…”
“Allora hai fatto bene, il matrimonio deve essere un passo d’amore e non dettato dalla necessità…” Dice Silvia.
“Io avrei preso la palla al balzo, e mi sarei sistemata!” Dice Annamaria.
“Sono d’accordo!” Dice Sandra.
“Ah, ragazze. Io penso che Silvia abbia ragione… Se Isabella non era certa al 100% di volersi sposare, ha fatto bene a dire di no!” dice Mariana.
“E poi lui ti ha mollata e sei scappata qui?” Mi chiede Berta.
“No, nulla di tutto questo… Lui ha capito il mio malessere, e ha detto che sarebbe rimasto con me fino a che non mi sarei sentita pronta… Ma poi ho deciso venire a vivere qui, e l’ho lasciato…”
“Ma tu lo amavi?” Mi domanda Annamaria.
“Sì, certo… Ma dopo la morte di mia nonna, la mia visione d’insieme è così cambiata… Non sapevo più se restavo con lui per amore o per paura di restare sola… E quando mi sono trasferita qui, io non sentivo la sua mancanza…”
“Rivederlo che sentimenti ti ha causato?” Mi domanda Silvia.
“Sorpresa, felicità… Quando mi ha abbracciata, mi sono sentita a mio agio, così come parlare con lui…”
“Io credo allora, che in te ci sia ancora un sentimento latente!” Dice Annamaria.
“Mi ha invitato a cena!”
“Pensi di accettare?”  Mi chiede Silvia.
“Non lo so….”
“Perché avere dei dubbi? Salvo che non ci sia qualcun altro, e quel Francesco non sia solo un amico!”
“Francesco è solo un amico, e non c’è nessun altro…”
“E allora cosa stai aspettando a dirgli di sì?” Mi esorta Annamaria.
“Io ci penserò…”
Vediamo Massimiliano uscire dalla sala del consiglio, mentre Berta chiama la prossima in lista che è proprio Silvia.
“Fatemi gli auguri!” Dice lei incrociando le dita, e noi tutte le diciamo << in bocca al lupo >>. Massi si avvicina alla mia scrivania.
“Salve ragazze.” Saluta con un immenso sorriso. Io non ho mai avuto nulla contro di lui, ma sentivo che il sentimento verso di lui si era assopito.
“Ciao, molto piacere Annamaria! Loro sono Sandra, Mariana e Berta!”
“Incantato, io sono Massimiliano.”
“Ragazze, cosa ne dite di tornare al nostro lavoro?” Dice Mariana, facendo l’occhiolino alle altre.
“Va bene! A dopo Isabella!”
“Ciao ragazze.”
“Arrivederci.” Saluta Massi.
“Com’è andato il colloquio?”
“Bene a quanto pare, non resta che sperare! Tu hai pensato alla mia proposta?”
Io resto perplessa e faccio scena muta, lui sorride e dice:
“Parlavo della proposta della cena!” Non so come faccia a parlare con tanta leggerezza della proposta di matrimonio che ho declinato. La verità è che Massimiliano è un angelo, ma forse non è l’uomo con cui desidero condividere per sempre la mia vita.
“Io veramente non ho deciso, posso richiamarti in giornata?”
“Devi richiamarmi, anche solo per dirmi che non accetti… Ci sentiamo. Buon lavoro!”
“Ciao!”
Quando se ne và, resto sola con i miei pensieri. Non credevo che sarebbe mai rientrato nella mia vita! Ho a disposizione un ragazzo come Massimiliano e vado a pensare a un playboy la cui unica aspirazione nella vita è far numero con le donne che riesce a sedurre e in seguito abbandonare, a discapito della sua fidanzata!
 
 
Camilla
Entra la ragazza di Lorenzo, e noi tutti la salutiamo con una stretta di mano. Mi dispiace fare questo torto a Lorenzo, ma lui, Silvia, può vederla quando crede, anche se non lavorerà qui e potrà aiutarla a trovare lavoro altrove, mentre per Roberta dev’essere una tortura vederla all’entrata dell’Ecomoda ogni mattina. Ma proprio di mio fratello doveva innamorarsi?! Vedo che il curriculum è piuttosto striminzito, e questo gioca a favore del ragazzo di poco fa su cui ho già un’opinione chiara.
“Silvia, parlaci di te, delle tue esperienze lavorative.” Le chiede Cèsar.
“Io mi chiamo Silvia Duarte, ho venticinque anni e ho frequentato l’Istituto Professionale per Operatori Turisrici. Dopo il diploma ho lavorato presso diversi call-center, fino anche non sono stata assunta come receptionist in una grande azienda, che purtroppo è fallita.”
“Parla solo l’inglese come lingua straniera?”
“Sì, e mastico un po’ d’italiano. A ma piacerebbe molto lavorare in un’azienda di questa portata, credo sia un’ottima referenza per il curriculum di qualsiasi lavoratore.”
“Come sa dobbiamo esaminare diversi candidati, e la decisione non sarà facile. Io credo che possiamo lasciarci, e in caso ci risentiremo.” Le dice Cèsar. Ripetiamo tutti il solito rituale ovvero ci alziamo e le stringiamo la mano. Il colloquio più corto della storia dell’Ecomoda, o quasi. Mi dispiace per lei, sembra una brava ragazza, ma io penso che Cèsar abbia già le idee chiare su cui assumere, non credo che ci saranno altre persone più preparate di Massimiliano!
 
 
 
Slvia
Esco dalla sala del consiglio un po’ avvilita. Non è andato brillantemente questo colloquio, me lo sento! Le ragazze della banda mi vengono incontro.
“Allora, com’è andata?” Mi chiede Isabella.
“Insomma, non mi sembravano troppo colpiti! Senti, ma Lorenzo è in ufficio?”  Chiedo.
“Non saprei…” Risponde Isabella.
“Il dottor Lorenzo?Come mai lo cerchi?” Mi chiede Sandra.
“Sandra, ma dove vivi? Non hai sentito che prima il dottor Lorenzo l’ha presentata a tutti? Lei è la fidanzata del dottor Lorenzo!” Le dice Annamaria.
“Non avevo sentito, perdonami. Seguimi, così ti annuncio!”
Quella afferra il telefono e sento che parla con lui, poco dopo mi accompagna nel suo ufficio. Io entro e ci salutiamo con un bacio.
“Allora, com’è andata?”
“Non penso che siano rimasti troppo colpiti…”
“Mi dispiacerebbe se non dovessi essere assunta, ma ti prometto che ti aiuterò a trovare un altro lavoro!”
“Ve bene tesoro mio! Mi accompagni all’uscita?”
“Va bene!”
Usciamo da lì e chiamiamo l’ascensore, mentre quelle donne così gentili, le colleghe di Isabella, mi salutano con calore. L’ascensore arriva e quando si apre, mi scontro con un uomo.
“Bellezza, stai attenta a dove metti i piedi, ma soprattutto le mani! Egregio dottor Mendoza, posso chiederle cosa ci fa a braccetto di una delle mie modelle? L’ha già sedotta? Anche se, ora ci penso, tu non sei una delle mie ragazze!”
“No, io sono la ragazza di Lorenzo, ho appena sostenuto il colloquio come receptionist.”
“Centralinista? Che spreco! Mi presento, io sono Ugo Lombardi! La magia, l’estro, il cuore dell’Ecomoda! In altre parole sono lo stilista di punta. Ecco qui il mio biglietto da visita… Chiamami se vuoi fare un provino!”
Mi dice strizzandomi l’occhio.
“Un provino per cosa?”
“Ma come per cosa? Come modella! Saresti perfetta!”
Io osservo Lorenzo sorridente. Non sarebbe male!
“Ma non ho nessuna esperienza…”
“Non importa, potresti fare la modella di sartoria per cominciare, ci sono io per aiutarti. Sei così bella che ti prenderei anche senza esprienza!”
“Ugo, lo sai bene abbiamo già una modella di sartoria, siamo al completo!” Dice Lorenzo, spegnendo il mio entusiamo.
“No, non lo so! Quella cretinetta di Giulia, non si trova in atelier!”
“Che novità, prova a cercarla in caffetteria, o in bagno!”
“Forse non mi hai capito, non è proprio venuta al lavoro quell’incapace di prima categoria! E nessuno tra me e Camilla ha ricevuto un avviso sulle sue ferie.”
“Ci mancava questa…Diego come minimo la prenderà per il collo! Appena finiranno o colloqui ne parlerò con lui!”
“Io esigo che la cacci! A me e a Camilla serve una modella di sartoria seria!”
“E va bene Ugo, ora se non ti dispiace, torna in atelier e non appena finiranno i colloqui, affronteremo la questione.”
Quando la fortuna chiama… io rispondo! Sembra che il posto di modella di sartoria stia per diventare vacante, e questo mi attrae immensamente.
“Dici che mi assumerà al posto di quella Giulia?”
“Dici Ugo Lombardi?”
“Sì, tu saresti contento se lavorassi come modella di sartoria se non dovessi ottenere il posto di receptionist?”
“Sì, sarei contento!”
“Allora ci vediamo stasera?”
“Veramente stasera non posso… C’è con cocktail alla TexiColor, ti poterei con me ma è un evento chiuso a dirigenti e clienti di quell’azienda. Credo che andrò con Diego!”
“Allora ci vediamo domani, divertiti!”
“A domani!”
Ci salutiamo con un casto bacio e mi avvio verso la mia auto.
 
 
 
Giulia
Io, Paola e sua madre siamo arrivate all’aeroporto e ci apprestiamo a raggiungere il suo imbarco, chiamano il volo e sua madre ed io la guardiamo con le lacrime agli occhi abbracciandola forte.
“Piccola mia, torna presto e riprenditi. Io ti raggiungerò a breve per un po’ di tempo!”
“Va bene mamma…. Giulia, ci sentiremo ogni giorno, sei una vera amica!”
“Fa buon viaggio tatina, a presto!”
Lei posa il bagaglio sul nastro trasportatore e si allontana oltre il metaldetector mentre noi due agitiamo la mano per salutarla.
“Giulia, ma non lavori oggi?”
“No, ho chiesto un permess…. Oddio, no mi sono dimenticata di chiederle il permesso! Oddio Diego mi caccerà!!”
“Come se il grande capo potesse trattare così un’azionista dell’azienda! Bhe, vai , corri… Io prenderò un taxi!”
“Ciao Mariapaola!”
“Ciao Giulia, a presto! Dì a tua madre che un giorno di questi la chiamo!”
 
 
 
Diego
Finiti i colloqui, abbiamo esaminato nuovamente i curriculum facendo una cernita. Ne sono rimasti due: Massimiliano Zanonato e Silvia Duarte.
“Bhe, direi che non si sono dubbi…” Asserisco.
“Massimiliano Zanonnato.” Dicono all’unisono Camilla e Cèsar.
“Silvia Duarte.” Affermo io, in contemporanea di loro due.
“Diego, sei impazzito? Nulla contro Silvia, ma questo ragazzo è mille volte più preparato e ha più esperienza!” dica Cami.
“A me è sembrato solamente pieno di sé!”
“Diego, mi dispiace per la ragazza di Lorenzo, ma io sono d’accordo con tua sorella. Questo Zanonato ha un curriculum invidiabile! E’ la persona adatta!”
“No, chiariamo una cosa. Io sono il presidente, perciò l’ultima parola spetta a me!”
“Da quanto fai il tiranno come papà?” Mi chiede Camilla, ancora in rotta con papà.
“Diego, e allora io cosa ci sto a fare qui? Se il mio ruolo è semplicemente quello di ascoltare per ore possibili candidati e poi la decisione finale spetta a te, potreste risparmiavi lo stipendio di direttore del personale. Da che lavoro qui, tua madre mi ha sempre lasciato carta bianca, ed io sono abituato a lavorare così. O non ti fidi di me? Io so molto bene come assumere una persona. Ti ricordi quando abbiamo assunto la segretaria della direzione amministrativa? Avevi dei dubbi sulla mia scelta, e invece rispondi a questa domanda: Isabella non ti sembra una professionista in gamba e diligente?”
Sì, ed è proprio perché ho così tanta stima di lei che voglio quel tipo molto lontano da qui!
“Touchè, e va bene. Assumiamo questo Zanonato.” Dico, a malincuore e piuttosto irritato. Quando si aprono le porte della stanza ed entrano Ugo e mio fratello, capisco che portano problemi.
“Ugo, Lorenzo… che succede?”
“Diego, tu mi avevi promesso una cosa! Mi avevi promesso che ti saresti occupato di Giulia!”
“Cos’ha fatto stavolta?”
“Cosa non hai fatto, vorrai dire! Quella stupida non si è presentata al lavoro!”
“MA COME SAREBBE?!” Chiedo, alterano mente sbatto la braccia sui braccioli della sedia.
“Cèsar, a te ha chiesto un permesso?”
“No Lorenzo, vel’avrei detto se così fosse stato.”
Come una furia, mi alzo e raggiungo la scrivania di Annamaria.
“Desidera dottore?”
“Mi componga il numero di Giulia Valencia.”
Le chiedo, afferrando il ricevitore del telefono. Risponde dopo poco tempo.
“Pronto?”
“GIULIA VALENCIA, PORTATI SUBITO QUI ALL’ECOMODA! TI VOGLIO SUBITO QUI!”
“Diego, lo sai che mi piace quando urli, ma in altri contesti!”
Per fortuna non siamo in viva voce! Brutta pazza, e se avessi messo in viva voce?!
“Chiudi il becco bionda ossigenata, ti voglio subito in sala del consiglio appena sarai arrivata!”
Sbatto il ricevitore, molto alterato.
“E’ un’imbecille, una cretina! Come diavolo si fa a non presentarsi al lavoro a proprio piacimento? Come se io, approfittando della mia posizione di azionista, mi concedessi certi lussi!”
 
 
 
Berta
Il dottor Diego ci ha ricordato molto il dottor Armando quando rimproverava la bionda finta!
“Ragazze, speriamo che non diventi come il dottor Armando, ora che ha ottenuto la presidenza! Che stress!” dice Mariana.
“Volete dire che non aveva mai urlato così?” Chiede Isabella.
“No, non era mai successo che usasse certi toni. Prima mi ha canzonata in modo severo perché non stavo mangiando nulla!” Dico.
“Mentre a me si è rivolto così male ragazze!” Ci informa Annamaria.
“Mi è sembrato piuttosto nervoso in questi giorni!” Dice Sandra.
“Ci mancava un altro presidente nevrotico!” Concludo.
 
 
 
Giulia
Varco la soglia dell’ascensore e Sandra mi viene incontro.
“Ma bene, si è degnata di venire a lavorare! Ah, no aspetti… lei non lavora più qui!”
“Ma come si permette! Le ricordo che sono un’azionista e mi deve rispetto! Senza contare che mio padre la può far cacciare così!” Le dico, schioccandole le dita di fronte al naso.
“Si vanta così tanto del suo potere di azionista che poi ha bisogno del paparino per cacciami?” La provoco.
“E anche su questo ho i miei dubbi! Daniele Valencia non ha mai potuto cacciarci fino ad ora, e di certo non lo farà adesso!” Le dice Annamaria.
“Le ricordo che noi lavoriamo qui da molto tempo, ci porti rispetto!” Dice Sandra.
“Ah, questo si vede! Si vede che siete ormai delle veterane e decrepite! Ma non è un vanto sapete? Com’è che la chiamava mia madre? Ah sì, << giraffa zitellona >>!” Le dico, per poi allontanarmi, mentre Sandra scatta verso di me e Mariana e Annamaria la trattengono.
“Lasciatemi! Devo strapparle tutti capelli e farglieli ingoiare, non m’interessa se ha 37 anni in meno di me!”
Entro in sala del consiglio e vi trovo Cèsar Mora, Camilla Mendoza con i suoi fratelli, Ugo Lombardi e David.
“Alla buon ora, è questa l’ora di arrivare?”
“Mi dispiace signor Ugo, io mi sono dimenticata di chiedere le ore di permesso!”
“SEI UNA STUPIDA, UNA CRETINA! Ad ogni modo non siamo più obbligati a sopportarti!”
Cèsar Mora mi passa un foglio che leggo tutto d’un fiato, è una lettera di licenziamento! E adesso come farò a tener fede alla promessa fatta a Giulio e a riferirgli quanto accade in azienda?
“Dottor Mora, la prego!”
“Mi dispiace, ma era stata avvertita e si era impegnata a essere puntale e diligente. E poi la mia decisone è stata avvallata dal presidente, anche se cambiassi idea, non potrei fare nulla!”
“Ah, sì eh? Dal presidente!” Dico, osservando Diego di sbieco. Lui mi guarda con tono di sfida. Disgraziato! Sposto lo sguardo su David.
“Ho provato a convincere Diego, ma non ne vuole sapere!” Mi dice David.
“Non potete cacciarmi così! Mi dovete un preavviso!”
“SEI PROPRIO UN’IDIOTA! Capisco che tu non sappia neanche leggere! Quella che hai in mano si chiama lettera di licenziamento e dice che, sfortunatamente, dovremmo sopportarti per un altro mese, nostro malgrado!”
“Non urlare, Diego!” Gli dico.
“Sparisci di qui Giulia!”
“Questa me la pagherai Diego, i miei genitori non te lo perdoneranno!”
“Che paura, sto davvero tremando. Ora, se hai finito con il tuo teatrino, dovremmo tornare a lavorare!”
Me ne vado indispettita e con un diavolo per capello. Non la passerai liscia, Diego Mendoza!
 
 
Camilla
“Bene, detto ciò, io so già con chi sostituire Giulia! Sto parlando della ragazza del nostro farfallone qui presente, Silvia.” Dice Ugo. Quindi, nolente o dolente, Silvia lavorerà qui!
“Ma lei non ha nessuna esperienza come modella!” Asserisce Diego.
“Lascia questo problema a me, io la trasformerò in una vera indossatrice. Ha un corpo da paura, le manca solo un corso accelerato sulla passerella! Io voglio quella ragazza!”
“E va bene, se hai già trovato la tua pupilla, ci risparmierai la seccatura di indire altri colloqui! Cèsar, contatta quella ragazza e chiedile se vuole lavorare come modella. Io torno al mio lavoro.” Dice Diego.
Poco a poco la sala del consiglio si svuota, ed io devo andare da Roby per raccontarle tutto. Busso e m’invita a entrare.
“Ehi, allora?”
“Hanno assunto un ragazzo per quel posto…” Le dico sedendosi.
“Bene, per lo meno non lavorerà qui quella…”
“Ma c’è dell’altro… Giulia Valencia ha tardato di due ore e mezza questa mattina, e l’hanno cacciata via dal posto di modella di sartoria. Pare che Ugo si sia << innamorato >> di Silvia,e  la vuole per rimpiazzare Giulia, mi dispiace!”
Vedo che si lascia andare sulla sedia.
“Quindi lavorerà qui lo stesso?”-annuisco-“ No, e che cavolo!”
Appoggia la testa tra le braccia, sulla scrivania.
“Amica mia, lo devi dimenticare… “
“E Diego ha accolto la proposta di Ugo?”-annuisco di nuovo-“ E tu non puoi parlarci?”
“Roby, adesso stai esagerando però! Ti sei innamorata di un ragazzo fidanzato, può succedere! Ma devi dimenticartene…”
“Fosse solo questo… Non è solo fidanzato, ma è una specie di latin lover!”
“Non è vero questo, prima d’ora non ha presentato nessuna ragazza agli altri…”
“Non l’ha presentata perché non esisteva! A tuo fratello Lorenzo ha sempre attirato l’amore libero!”
“Dici?” - Lei annuisce. Bene, che bei fratelli ho! – “E tu te ne sei innamorata?”
“Io penso che sotto questa facciata, ci sia un cuore spento… Che sta lì pronto per battere, in attesa della donna che possa scaldarlo… E non è Silvia, io ne sono sicura!”
“Però adesso c’è lei, e tu puoi o star male e sabotare tutti i colloqui di lavoro di Silvia e sabotare il suo rapporto con mio fratello, o puoi comportarti da donna matura e lasciarli in pace, e magari concentrarti su chi ti desidera!”
“Cami, lo sai che per Jimmy provo solo una profonda amicizia…”
“Non ti piace proprio?”
“Non è questo, è un bel ragazzo… ma non è Lorenzo!”
“Prova a partire da questo… Jimmy è un bel uomo, è molto divertente, è onesto e di buon cuore. E conosci bene la sua famiglia… Cosa vuoi di più?”
“Io non amo Jimmy, non sarebbe giusto dargli false speranze!”
“Non ti piace perché non lo guardi con gli occhi con cui guardi mio fratello, cerca di farlo e forse nascerà qualcosa!”
“Farò quello che posso… Tu vai a pranzo con il tuo bel David?”
“No, con mio padre per chiarire le cose… Tu dove e con chi pranzi?”
“Io andrò a trovare Giulio.”
“Veramente?”
“Sì… E’ mio fratello, almeno per metà, e ha avuto un incidente… Uno dei due dovrà fare il primo passo!”
“In bocca al lupo. Io invece non riesco a non avercela con mio fratello Diego…”
“Per Paola?”
“Esatto. Mi viene sempre in mente quello che ha fatto con Pamela, e chissà con chi altro!”
“Lo so… Dispiace anche a me per Paola!”
“Stamattina è partita…”
“Cosa? Per dove?”
“Los Angeles.”
“Non lo sapevo!”
“E’ molto strano da parte sua… magari ti ha scritto una mail!”
“Vediamo… Sì, eccola. Non l’avevo vista!”
“Io l’ho sentita stamattina per telefono, e mi ha detto una cosa strana…”
“Cioè?”
“Ieri sera è andata a casa di Diego per riportargli le sue cose, ma non c’era e lo ha aspettato per più di due ore, e quando è arrivato indossava indumenti che lui non indosserebbe mai! Paola conosce il suo guardaroba a memoria!”
“Credi fosse da un’altra?”
“Paola è convita che ci sia un’altra, e che Diego l’abbia lasciata per lei.”
“Dovresti parlare face tu face con tuo fratello!”
 
 
 
Roberta
Arrivo nel vialetto di questa sontuosa villa, inserisco la prima marcia, spendo il motore e tiro il freno a mano. Quando smonto dall’auto, mi soffermo per osservarla. Benché qui abitino mia madre biologica e i miei fratellastri, non ci sono mai stata. Per fortuna so che Patrizia non c’è, visto che sen’è andata di casa e Daniele presumo sia al lavoro o a pranzo con chissà quali istituzioni. Suono e mi apre una donna magra e di colore.
“Desidera?”
“Salve, sono Roberta Mora. Sono qui vedere Giulio Valencia.”
“Il signorino Giulio sta poco bene.”
“So dell’incidente, io vorrei vedere come sta.”
“Si accomodi, e aspetti qui per cortesia.”
Mi fa entrare e mi fa strada per andare alla mia destra, in un grande salotto con due immensi divani. Non mi siedo perché è maleducazione, aspetto in piedi guardando in giro e rivolgendo le spalle alla porta. Sento qualcuno dietro di me, mi volto e non si tratta di Giulio. Su di me si posano gli occhi di Daniele Valencia e Patrizia Fernandez Valencia. Loro mi guardano, io assumo lo stesso atteggiamento aspettando che Daniele Valencia mi cacci via urlando e sbraitando, ma non lo fa. Mi si avvicina e mi tende la mano. Io non l’afferro subito.
“Benvenuta.” Dice Daniele.
Anche Patrizia avanza, io mi sento confusa e infinitamente agitata.
“Benvenuta.” Dice Patrizia.
Prima d’ora non l’avevo mai notato, ma adesso che siamo così vicine, noto che abbiamo gli stessi occhi. Stringo loro le mani e ritrovo la parola.
“Dottor Valencia, signora Valencia. Sono qui per avere notizie di Giulio.”
“Attualmente si trova in camera sua. Gli hanno messo un collare ortopedico, ha dei punti in fronte e altri lividi.” Mi risponde Daniele. Io sposto lo sguardo oltre di loro, e vedo Giulio in piedi, piuttosto malconcio. Tiro un respiro profondo.
“Ciao.” Mi dice, con un filo di voce.
“Ciao.” Rispondo io.
“Vi lasciamo soli. Buona giornata signorina Mora.” Mi saluta Daniele.
“Salve dottor Valencia.”
“Arrivederci, Roberta.” Mi saluta Patrizia. Io non la guardo in faccia mentre rispondo al saluto. Restiamo soli io e Giulio e lui mi invita ad accomodarmi.
“Prego, accomodati.”
Ci sediamo faccia a faccia, su due divani diversi. Sopraggiunge anche la cameriera.
“Signorina Mora, gradisce un the?”
“La ringrazio.” Rispondo.
“Signorino Giulio?”
“Nulla Rhonda, la ringrazio.” La cameriera se ne va.
“Mi sento a disagio a essere l’unica a prendere il the!”
“Non ti preoccupare… Non mi aspettavo la tua visita.”
“Camilla mi ha detto tutto…” - A questo nome, il suo volto s’incupisce.- “Scusami, io non sono di certo qui per parlare di lei. Ma per sapere come stai… David mi ha detto che… che tu sai.”
“Sì, io so. Mia madre ha raccontato tutto.”
“Come ti senti?”
“Insomma… Mi fa male il collo, e la gola perché mi hanno infilato il tubo per la lavanda gastrica.”
“Chissà che brutto… Vedrai che tra qualche giorno ti tornerà la voce!”
Improvvisamente sentiamo la porta d’ingresso sbattere, e fa capolino Giulia con un’aria nera. Quando mi vede assume un’espressione normale.
“Ops, scusate… Io non credevo che tu… che tu fossi qui.” Dice lei.
“Hai deciso che la porta di casa non ti piace più e la vuoi buttare giù?”
“Scusa Giulio, ma sono profondamente alterata! Mamma e papà?”
“Credo siano nello studio…”
“Io allora me ne andrei.” Dico.
“Perché?”
“Sembra che abbiate delle cose da discutere in famiglia, ci vediamo.”
“Va bene, ciao Roberta.”
“Ciao Giulio, Giulia ci vediamo.”
“Ciao Roberta.” Mi dice, quindi me ne vado.
 
 
Giulio
“Hai un tempismo che fa paura!” Dico a mia sorella.
“Scusa, come potevo immaginare che fosse qui?”
“Posso sapere il motivo per cui sei arrivata qui come un caterpillar?”
“Vieni!”
Mi trascina per un braccio fino allo studio dove ci sono mamma e papà.
“Roberta?” Chiede ma madre con apprensione.
“La figlia illegittima che hai abbandonato alla nascita sen’è andata.”
“GIULIO!” Mi ammonisce papà.
“Diego Mendoza mi ha licenziata!” Esordisce Giulia, sollevando solo la comprensione di mamma. Io e papà ci guardiamo negli occhi, eloquentemente.
“Piccola mia, come si è permesso? Perché?”
“Oggi ho accompagnato Paola all’aeroporto e ho fatto un po’ tardi solo perché mi ero dimenticata di chiedere il permesso, mi era passato di mente!”
“Paola all’aeroporto? Come mai?” Chiede mamma a Giulia.
“Diego l’ha piantata! Non lo sapevi?”
“Non ne avevo idea!” Io roteo gli occhi e incrocio le braccia e mio padre le richiama sull’attenti con un fischio.
“Torniamo al licenziamento… Quanto ritardo hai fatto?”
“Un’ora…. “ – mio padre la fissa – “ Due ore e mezza, oK?”
Io mi porto una mano in fronte.
“Giulia, dannazione! Una cosa ti ho chiesto di fare!”
“Giulio, mi dispiace! Papà, tu devi fare qualcosa!”
“Stanotte non ero tuo padre, e adesso devo rimediare ai tuoi errori?”
“DANIELE!” Lo ammonisce mamma. Papà tira su il ricevitore del telefono, digita un numero, mette il viva voce e posa la cornetta.
“State zitti, fate parlare me.”
 
 
Diego
Mi accingo ad uscire per andare a pranzo, quando squilla il telefono della mia linea privata. Che croce!
“DiegoArmando Mendoza, con chi parlo?”
“Daniele Valencia.”
“Salve dottor Valencia, cosa posso fare per lei?” Brutto essere immondo?
“Mi è giunta voce che mia figlia è stata licenziata, mi chiedevo se fosse possibile concederle un’altra possibilità.”
“No dottor Valencia, mi dispiace.”
“Non per farlo licenziare, ma mio figlio David ha picchiato un’altra persona in azienda e conserva il mio posto e mia figlia viene licenziata per un ritardo, non le sembra ipocrita? Come funzionano le sue regole?”
“Un ritardo? Aahha, questa sì che è bellla. Dottor Valencia, forse sua figlia non gliel’ha riferito ma non si tratta di un ritardo, ma si tratta di molteplici ritardi, di inadempienza nei suoi obblighi lavorativi e di indisciplinatezza. Si è lamentata mia sorella Camilla, si è lamentato Ugo, mi lamento io in primis! Così come si lamentavano di lei mio padre e mia madre quand’erano qui. So che sua figlia è un’azionista, ma il suo lavoro in Ecomoda è una storia a parte a questa, sua figlia era una dipendete con degli obblighi. Mi dica, se io, mio fratello, Camilla e i suoi figli David e Michael dovessimo ragionare come Giulia e se, in una mattina in cui non abbiamo voglia di lavorare andassimo alla SPA o chissà dove, che fine farebbe l’azienda?”
“Non posso darle torto… Io non sapevo di tutti questi precedenti.”
“Ora li sa. Giulia ha avuto un preavviso di un mese, e abbiamo già scelto con chi sostituirla.”
“La ringrazio per l’attenzione. Buona gionata.”
“Buona giornata dottor Valencia.”
Butto giù il ricevitore. La cocca di papà è andata a lamentarsi ma per fortuna non ha ottenuto niente!
 
 
Giulia
“Sentito? Non mi avevi detto di tutte le tue mancanze, in questo modo non posso farci niente.”
“Ma papà!”
“Mi dispiace Giulia, avresti dovuto assolvere i tuoi doveri fin da quando hai voluto il posto di modella di sartoria. Comunque il tuo licenziamento e la nota di demerito per indisciplinatezza compariranno nel tuo curriculum di modella, non è detto che ti chiameranno per le prossime sfilate, Ugo di certo non ti vorrà!”
“Non è possibile!” Asserisco, sedendomi e portandomi le mani in viso.
“Già che siamo qui, Giulio ti dico una cosa… Io non intendo fare la guerra a DiegoArmando per farti avere la presidenza, mi dispiace ma non posso più farlo.”
“Papà, mi prendi in giro? Ma se proprio tu mi hai sempre spronato!”
“Le cose sono cambiate. Ora io e vostra madre andiamo a mangiare, ci vediamo stasera Giulia.”
Mio fratello mi accompagna alla porta.
“E adesso come faccio?”
“Torna all’Ecomoda e riferiscimi ogni cosa, e tra un mese penserò a come fare per avere occhi e orecchie là dentro… Ci mancava anche la coscienza tardiva di mio padre!”
“Mentre la tua non esiste proprio vero?”
“Disse la donna modello di ogni virtù! Sparisci.”
“Ciao Giulietto, a stasera.” Gli dico mentre mi bacia la guancia.
 
 
 
Armando
Quando arrivo all’Ecomoda e accosto, Wilson mi viene incontro sorridendomi.
“Dottor Armando!”
“Salve Wilson, sto aspettando mia figlia.”
“La chiamo subito!”
Io parcheggio e smonto. Non so cosa aspettarmi, se la mia mostrilla mi accoglierà con un’aria arrabbiata e sguardo severo, ma io spero tanto che mi abbia perdonato! Poco dopo la chiamata di Wilson, la vedo uscire e si ferma a guardarmi. Non riesco a capire cosa sta pensando! Viene verso di me con passo lento, poi accelera e anche io le vado incontro. Quando ci incontriamo, l’accolgo tra le mie braccia e lei appoggia la testa al mio petto.
“Mostrilla del mio cuore….”
“Papà, mi dispiace per tutte le cose brutte che ti ho detto! Non sei affatto egoista, sei sempre stato un papà amorevole e non hai mai fatto mancare nulla né a me né ai miei fratelli, mi hai sempre accontentata, e quando a cena la mamma preparava le patatine fritte, se ne io ne volevo ancora e le ultime erano quelle nel tuo piatto tu le davi a me a costo si restare senza.”
Mi scappa un sorriso.
“E’ vero, succedeva sempre! Io ti chiedo scusa amore, perché mi sono comportato da dittatore con te e con te quel ragazzo. Potrai perdonarmi?”
“E tu?”
Accolgo le sue guance tra le mie mani guardando i suoi occhioni, che sono tutti quelli di Betty, e le bacio la fronte.
“Non dire sciocchezze mostrilla, ti avevo già perdonata mentre parlavi. Adesso asciugati queste lacrime e andiamo a mangiare!”
Lei annuisce e noto l’espressione commossa di Wilson.
“Lei non si fa mai gli affari suoi?”
“Mi scusi dottore, ma eravate proprio carini.” Mi dice, imitando il saluto militare.
Arriviamo al ristorante, e ci accomodiamo ad un tavolo. Il cameriere ci saluta e ci porge i menu.
“Io so già cosa ordinare, cannelloni ricotta e spiaci.”
“Papà! Non sarebbe meglio una leggera insalata?” Mi ammonisce mia figlia.
“Ma uffa, non posso più mangiare niente! Tua madre non mi prepara più i cannelloni! Mi porti i cannelloni!”
“Va bene dottor Mendoza, e per sua figlia?”
“Lo stesso, la ringrazio.”
“Come stanno andando le cose in Ecomoda?”
“Bene papà, la collezione è davvero promettente! E la tua pensione forzata?”
“Non così promettente, mi annoio a morte! Tua madre si è messa a fare decoupage e ha riempito la casa di colori, tovaglioli clorati, ceramiche e oggetti in legno!”
“Dovresti aiutarla!” Mi dice ridacchiando.
“Mi ci vedi a fare queste attività da femmine? No, devo trovarmi un passatempo… Potrei imparare a giocare a scacchi!”
“Papà senti, vorrei dirti una cosa ma non prenderla male…”
“Cosa?” Chiedo preoccupato.
“Io e David facciamo coppia fissa.”  Mi dice di colpo. Il mio sguardo si perde nel vuoto per pochi istanti.
“Papà?”
“Adesso dovrò ucciderlo!”
“Papà!!”
“Stavo scherzando… Cosa posso dire… Non mi entusiasma il fatto che tu abbia scelto un Valencia!”
“Papà, non devo sposarlo domani! E poi lui è molto diverso da Giulio e da Daniele… Ieri lo hai visto reagire così perché ha un carattere impulsivo… pure lui.”
“Quel << pure lui >> a chi altro è riferito?”
“Mha, chi lo sa!”
“Lo ammetto, sono leggermente impulsivo e nevrotico!”
“David è un bravo ragazzo papà… Mi vuole bene e mi rispetta!”
“Tu sei felice con lui?”
“Sì papà, sto molto bene con lui!”
“A me importa questo… E se dovesse essere una cosa seria, anche se mi fa impressione dirlo, mi sforzerò di conoscerlo!”
“Grazie papà!”
Ci afferiamo la mano sul tavolo e ci sorridiamo.
Quando torniamo all’Ecomoda, le do un bacio sulla guancia e lei scende. Sto per rimettermi in strada quando una voce mi blocca.
“Salve Camilla.”
“Dottor Calderon, buon pomeriggio.”
Mi volto a destra e lo vedo: Mario Calderon. Si toglie gli occhiali e mi sorride, quindi scendo dall’auto.
“Calderon.”
“Ciao tigre! Non sei cambiato per niente!”
“Nemmeno tu da quel che vedo!”
Calderon mi abbraccia con vigore ed io ricambio. Sono ancora sotto shock perché l’ultima volta che ci siamo visti, l’ho preso a parole e l’ho quasi picchiato per la seconda volta perciò non mi aspettavo tanto calore da parte sua.
“Immagino che tua moglie ti abbia detto che ero tornato.”
“Sì, mel’ha detto!”
“Ti avrà raccontato che mi ha serenamente ignorato!”
“Cosa ti aspettavi Calderon, è normale che non ti sia saltata al collo!”
“No, no… Se lo avesse fatto sarebbe stato solo per strozzarmi! Ho conosciuto i tuoi figli ieri, i ragazzi ti somigliano… troppo! E spero solo fisicamente!”
“Speri male purtroppo!”
“Dei Mendoza in piena regola! Ho letto su una rivista che DiegoArmando di sposerà a breve!”
“Sei disinformato allora… “
“Non si sposa più?”
“No, ma è una lunga storia…”
“Camilla invece è uguale a Betty! Do per scontato che sia la tua pupilla!”
“Immagini bene… Ma la mia pupilla mi ha appena detto di essersi fidanzata con il figlio di Daniela Valencia!”
“Freddy mi ha informato su quello che è successo ieri in azienda, di Giulio e David Valencia che hanno litigato per tua figlia!”
“Devo accettare, per amor suo… Mi sorprende il tuo ritorno!”
“Che ti devo dire Armando, ho avuto nostalgia di Bogotà e dell’Ecomoda. E volevo sapere come stavi dopo l’infarto!”
“In piedi come vedi… “ – osservo l’orologio e spalanco gli occhi – “Calderon, devo scappare! Ciao ciao!”
“Ma ci rivediamo, vero? Dovremmo organizzare una serata delle nostre!”
“Calderon, ti sei dimenticato del mio infarto?”
“No, ma che vuol dire? Che la tua Betty ti tiene sotto chiave?”
“Calderon! Betty non mi tiene sotto chiave, ma non posso nemmeno uscirne a folleggiare! A prescindere dall’infarto, ma dove dovremmo andare alla nostra età?!”
“Parla per te, io non sono ancora da buttare!”
“Io me ne vado Calderon! Ciao!”
“Tieni il mio numero, a presto!”
Mi mette il biglietto da visita sul sedile della macchina e me ne vado. Rivederlo e parlare con lui è stato bello e mi ha confermato che non sono più in collera lui e che mi manca il mio amico. Ma non so se Betty sarà concorde che io lo frequenti ancora!
 
 
 
 
David
Quando torno dal pranzo, incontro Camilla e la trascino nel mio ufficio per poi baciarla con passione.
“ Sostituirai il tuo lavoro con questo d’ora in poi?” Mi chiede.
“Magari! Ti ricordi quando entravi in questo ufficio solo per ragioni lavoro?”
“Sì… sembrano giorni così lontani. O quando abbiamo litigato in atelier, e mi hai detto che ti eri pentito di avermi aiutata…”
“Speravo con tutto me stesso di unire le mie labbra alle tue, ma non credevo che sarebbe mai successo.”
“Ecco qui invece!” Mi dice, riprendendo a baciarmi.
“Mi ha chiamato mia madre, ha detto di essere tornata a vivere a casa.”
“Veramente?”
“Io credo abbia deciso così per ciò che è successo a Giulio.”
“E tu sei contento?”
“Io spero che non se ne penta, che non si penta di aver dato una seconda possibilità a mio padre! Ha anche detto che Giulia è andata da papà a lamentarsi del licenziamento ma mio padre non può nulla, Giulia ha commesso troppe inadempienze…”
“Sono d’accordo. Io e Ugo non siamo qui per perdere tempo!”
“E mi ha anche detto che Roberta è andata a trovare Giulio, lei e mio padre l’hanno accolta in casa!”
“Davvero? Sono contenta che l’abbiano fatto!”
Quando sento bussare, invito chi che sia a entrare e fa capolino Roberta.
“Posso?”
“Vieni Roby, stavamo parlando di te.” Dice David.
“A che proposito?”
“Com’è andata dai miei?”
“Io non mi aspettavo di trovarli in casa!”
“Mia madre è tornata a vivere lì e papà si è preso il giorno libero dopo quanto accaduto stanotte.”
“Andava bene, fino a che non è arrivata Giulia piuttosto alterata… Suppongo per il licenziamento!”
“Sì, papà ha provato a parlare con Diego il quale gli ha riferito tutte le mancanze di Giulia e quindi non può nulla. Mio padre ha anche detto a Giulio che non intende aiutarlo a ottener la presidenza e a fare la guerra a Diego!”
“Veramente?!” Chiede Camilla.
“Esatto. Sembra che papà stia cambiando!”
“Meglio per lui, io torno in atelier!” Mi dice Camilla, baciandomi castamente.
“Vado anch’io, devo sbrigare delle cose fuori dall’azienda. Ciao David.”
“Ciao ragazze.” Rispondo.
 
 
 
Diego
Quando varco la soglia dell’ascensore, vedo Roberta che vi entra, probabilmente per andare dal notaio, in banca e alla camera di commercio per registrare la nuova società, e Camilla che cammina verso l’atelier. La fermo posandole una mano sulla spalla.
“Possiamo parlare?” Le domando.
“Di cosa?”
“Nel mio ufficio.” Lei acconsente ed entriamo.
“Dimmi!”
“Quanto continuerà questa guerra fredda verso di me?”
“Tu non ti rendi proprio conto?”
“Sì, Cami! Io so di aver sbagliato con Paola, gli ho chiesto la mano sperando in un ritorno di fiamma o qualcosa del genere, invece avrei dovuto ammettere prima di non amarla più! Ci sto male per lei, ma la realtà è questa…”
“Credi sia per questo che ti guardo con disprezzo?Perchè non sei più innamorato di lei?”
“E allora per quale motivo?”
“Niente, torno al lavoro.”
“No, adesso mi dici qual è il problema!” La fermo afferrandola per un braccio e lei mi guarda negli occhi.
“Pamela, ti dice niente?” Mi dice. Io casco dalle nuvole, come fa a sapere di lei?
“C-com…”
“Come faccio a sapere di lei? Diciamo che la tua ex amante non è stata abbastanza discreta prima di andarsene via! Diego, tu hai tradito Paola più di una volta!”
“Sì, lo ammetto…”
“E chissà adesso di chi si tratta!”
“Che cosa stai insinuando?”
“Che tu hai lasciato Paola perché hai una relazione con un’altra donna!”
“Ma no! Questo non è vero!”
“E allora dimmi, dove ti sei cambiato ieri sera?”
“Ah, vedo che Paola ti fa la telecronaca!”
“Lei si confida con me, e pensa quello che penso io ovvero che ci sia un’altra donna! La stessa da cui sei stato ieri sera e ti sei cambiato d’abito!”
“Non è vero, non c’è nessun’altra.”
“E allora, dimmi. Dove gli hai presi quei vestiti?”
Faccio scena muta, cercando d’inventarmi qualcosa alla svelta! Potrei raccontare la verità, ma è la cosa giusta? Io e Isabella non siamo niente e mi ha solo aiutato per sdebitarsi, ma gli altri ci crederanno? No, non voglio che sia vittima delle malelingue. E Paola, a cui Isabella sta tanto antipatica? Non voglio che cada vittima delle sue cattiverie!
“No, non dirmelo. Non voglio sapere chi è la tua amante, o la gonfierei quella rovina famiglie!”
E se ne va sbattendo la porta. Che bellezza… Ora pensa che io sto con un’altra donna e che abbia lasciato Paola per lei! Quanto ci impiegherà il pettegolezzo ad arrivare all’orecchio dei miei, di Paola e a fare il giro del mondo? E se dovesse arrivare una cosa del genere all'orecchio di Isabella?
 
 
Isabella
Non appena la dottoressa Camilla e il dottor Diego sono entrati in presidenza, Berta ha incollato l’orecchio alla porta finche non ha assunto un’espressione di sorpresa.
“Presto, convochiamo un 911!”
“Perché?”
“Dai andiamo!” Mi dice, prendendomi per un braccio, mentre la dottoressa Camilla e il dottor Diego continuano a parlare nell’ufficio della presidenza.
Entriamo in bagno e poco dopo arrivano Annamaria, Mariana e Sandra.
“Berta, cosa succede?” Chiede Annamaria.
“Un pettegolezzo molto succulento! Sedetevi!”
“Dicci, avanti!” La esorta Sandra.
“Camilla e il dottor Diego sono entrati in presidenza per una riunione a porte chiuse, ho incollato l’orecchio e ho sentito che… Il dottor Diego ha rotto il fidanzamento con la signorina Paola!”
Che cosa? Perché l’ho respinto? Probabilmente se avessi saputo che l’aveva lasciata, mi sarei concessa a lui fregandomene del fatto che sarei stata abbandonata…
“Che cosa?? E quando è successo???”
“Questo non lo so, Sandra!” Risponde Berta.
“E come mai l’ha lasciata?” Chiede Annamaria, mentre io non riesco a dire niente e ascolto.
“Pare che sia innamorato di un’altra, con cui ha iniziato una storia.”
Sento venirmi meno le forze. Il dottor Diego ha iniziato una relazione con un’altra donna così su due piedi dopo aver lasciato la sua fidanzata storica con cui le ha messo le corna con Giulia Valencia, e ha provato a baciare me. Ma che razza di uomo è???
“Che storia!! Non cel’aspettavamo proprio!” Asserisce Annamaria.
“Tale padre, tale figlio!” Sentenzia Sandra.
“Non ho finito ragazze, quello che sto per dirvi vi farà cadere dai divanetti quindi reggetevi con forza! Camilla lo stava rimproverando perché i dottor Diego aveva una tresca con Pamela!!”
“CHE COSA????”
“Annamaria, non urlare!” Le dice Mariana.
“Chi è Pamela?” Riesco a chiedere.
“L’ex centralinista, che sei mesi fa si è licenziata dal giorno alla notte, senza darci una spiegazione ed è sparita!” Mi spiega Sandra.
“Ma certo ragazze, ecco perché sen’è andata! Ora ha tutto più senso!” Dice Mariana.
“Che disgraziato!” Sentenzia Berta.
Mi verrebbe da piangere qui e adesso, ma le mie colleghe mi chiederebbero spiegazioni. DiegoArmando Mendoza è un uomo della specie peggiore, ed io stavo per cadere nella sua trappola!
“Isabella, tutto bene?” Mi domanda Annamaria.
“Sì, io stavo pensando… Accetterò l’invito a cena di Massimiliano.” Dico d’impeto.
“Che bella notizia! Fai bene amica mia!” Annamaria.
“E cosa indosserai per la serata speciale?” Mi domanda Sandra.
“Bhe, andrò così… Non faccio in tempo ad andare a casa per cambiarmi, e poi non ho vestiti molto diversi da questi…”
“Ma no amica mia, serve un vestito speciale, dei tacchi e un bel maquillage! Mariana fai vedere a Isabella i vestiti della’ultima collezione, potranno scalarti il costo dalla busta paga Isabella!”
“Tacchi? Io non gli so portare!”
“Non c’è problema, ci sono abitini che si possono portare con altre scarpe senza tacco!” M’informa Mariana.
“E con trucco e capelli come pensate di fare?” Chiede Berta.
“Potremmo usare l’atelier, dove si truccano le modelle. Il signor Ugo non ci aiuterà ma Camilla sì!” Dice Mariana.
“Perfetto, dai andiamo al punto vendita!” Mi esorta Annamaria, prendendomi per un braccio. Io la seguo, ma non so cosa aspettarmi!
 
 
Diego
Vedo Roberta tornare ed entrare nel suo ufficio, così la fermo.
“Allora?”
“Sono passata dal notaio e alla camera di commercio…”
“Non qui.” Le dico, notando Giulia Valencia a pochi metri. Io e Roberta entriamo nel mio ufficio.
“Dicevo che sono passata alla camera di commercio, dal notaio e ho aperto il conto presso la banca dell’Atlantico. La RDL esiste e può iniziare a operare!”
“Bene!”
“Ho una domanda da farti, devo seguire alla lettera il tuo piano d’investimenti o posso compiere investimenti di mia iniziativa?”
“L’azienda è tua, è a tuo nome quindi puoi gestirla come credi!”
“In altre parole mi dai carta bianca?”
“Esatto. Io ho preparato quel piano d’investimenti, ma se tu hai altre idee su come incrementare il capitale in fretta, libera di farlo! Quando inizierai a operare?”
“Stasera stessa, e periodicamente ti farò avere la contabilità e un resoconto sullo stato.”
“Perfetto. Mi raccomando Roberta, nessuno lo deve sapere!”
“Lo so Diego.”
 
 
Giulia
Estraggo il cellulare e chiamo Giulio. Mi risponde dopo poco tempo.
“Pronto Giulio!”
“Ciao, cosa c’è?”
“Devo riferirti una cosa strana… Poco fa passavo dall’ufficio della presidenza, Roberta e Diego stavano parlando, in corridoio, sottovoce ma quando mi hanno vista hanno smesso e sono entrati in presidenza per finire il discorso, chiudendo la porta.”
“E sei riuscita a capire qualcosa?”
“Parlavano di notaio e di camera di commercio. Anche Diego e Lorenzo spesso parlottano, o fanno delle riunioni con Roberta Mora, molto segrete!”
“Cerca di scoprire qualcos’altro.”
“E come dovrei fare?”
“Inventati qualcosa, mi serve qualcosa di concreto. Ciao.”
Mi dice chiudendo la chiamata, senza sbottonarsi sulle informazioni avute e senza ringraziarmi!
 
 
 
Alexander
Accosto accanto al liceo e smonto dalla mia Porche, appoggiandomi a essa e mi accendo una sigaretta. Credo che tra poco gli studenti usciranno, infatti arriva un’orda di ragazzini che invade il parco e il parcheggio. Inizio a guardarmi in giro per trovarla, finche la vedo di spalle che chiacchiera con delle amiche. Mi avvicino a lei.
“I casi sono due… “ – lei si gira e mi guarda con stupore –“ O sei stata bocciata almeno tre volte, oppure non hai ventuno anni.”
Le sorrido beffardamente. Lei congeda le sue amiche e inizia a camminare passandomi oltre, io le vado dietro.
“Ma come, prima mi vieni a cercare in ufficio e adesso non mi parli?”
“Che cosa vuoi?”
“Restituirti questo.” Le dico, passandole il tesserino. Lei lo afferra senza dire una parola, si avvicina alla sua auto ma quando apro la portiera, io gliela chiudo.
“Che cosa vuoi?” Mi chiede.
“Cosa vuoi tu, sei tu che mi sei venuta a cercare.”
“Anche tu a quel che vedo mi sei venuto a cercare!”
“Io non l’avrei fatto se non l’avessi fatto tu! Allora, cosa volevi dirmi?”
“Lo vuoi proprio sapere? Io…”
“No aspetta, credo sia più piacevole parlare davanti a un caffè, è una vodka… Se usi documenti falsi magari bevi anche di pomeriggio!”
“Parla sotto voce… Mi prendi in giro? Prima scappi come un ladro dopo che abbiamo fatto l’amore, e adesso m’inviti al bar?”
“Sono un tipo strano e imprevedibile! Allora?”
“Solo se è l’unica possibilità che ho per dirti cosa penso di te!”
“Andiamo con la mia auto.”
 
 
 
Armando
Rientro a casa e mia moglie, curiosa, mi assale con domande.
“Allora com’è andata? Avete fatto pace?”
“Sì amore mio, abbiamo chiarito tutto. E mi ha detto che adesso fa coppia fissa con David!”
“E l’hai strigliata per bene?”
“Dai amore mio… Ho capito dove ho sbagliato, e se con lui sta bene allora mi arrendo. Ma non sono ancora pronto ad aprirli le porte di casa mia!”
“E’ già un passo avanti!” Mi dice baciandomi.
“Amore mio c’è una cosa che devo dirti…. Quando ho riportato Camilla all’Ecomoda, ho incontrato Calderon.” Lei stacca le mani dal mio collo e s’incupisce.
“E vi siete parlati?”
“Mmmmm, sì… due chiacchiere veloci.” Le dico sbrigativamente. Perché sto mentendo a mia moglie?
“Quindi quel tipo è tornato nelle nostre vite!”
“Ma no amore mio, ci siamo solo incrociati all’ingresso dell’Ecomoda!”
“Comunque dovrò vederlo ai consigli di amministrazione, alle sfilate e questo mi da la nausea! Io non vorrei più vedere quel tipo viscido!!”
“Purtroppo lo vedremo agli eventi che hai citato tu… “
Lei continua a sfogarsi descrivendo Calderon con pesanti termini, mentre io nascondo il suo biglietto da visita in un cassetto, quando invece dovrei buttarlo nell’immondizia.
 
 
Olga
Devo essere impazzita a mettermi in macchina con un tipo che conosco appena, che ha nove anni in più di me e che mi ha sedotta e abbandonata una volta! Ci sediamo al tavolino di un bar in spiaggia e ordiniamo due caffè.
“Allora, ti ascolto. Redarguiscimi sul mio comportamento. Dimmi che sono un mascalzone, e tutti quei termini che piace usare a voi donne contro noi uomini.”
Mi dice, incrociando le braccia dietro il collo. Questo tipo è davvero uno schianto, ma è davvero fastidioso! Così sicuro e pieno di sé!
“Sei proprio incredibile! Sei fiero del tuo comportamento?”
“Oh, andiamo! Non farla tanto lunga, che anche a te è piaciuto.”
Mi dice, avvicinandosi col viso a me.
“Io non lo so, visto che non ricordavo nemmeno il tuo nome!”
“Bhe, te lo dico io. Ti è piaciuto eccome, almeno mentre eri sotto di me.”
Sto per dargli un ceffone ma lui mi afferra il polso, fermandomi.
“Non mi va più il caffè, quindi se vuoi riportarmi a scuola mi faresti un favore!”
“Agli ordini signora!”
Per tutto il tragitto, non diciamo niente. Noto con la coda dell’occhio che lui ogni tanto mi guarda, ma io evito accuratamente di ricambiare gli sguardi. Accostiamo di fronte a scuola, lui scende e mi apre la portella e io mi domando che senso abbia adesso tanta galanteria.
“Se vuoi chiamarmi.” Mi dice, porgendomi un biglietto che io non afferro. Lui me lo infila nella mia tracolla.
“Non credo che lo farò!”
“Mai dire mai!”
Non faccio in tempo a rendermi conto di ciò che succede perché mi posa una mano sulla nuca e mi bacia. Io non ricambio il bacio. Quando ci stacchiamo, gli tiro un ceffone e vado via.
 
 
Isabella
Dal punto vendita, ho scelto il vestito verde, leggero, che cade morbido, con dei bottoni sulla scollatura, a maniche lunghe, e una gonna che copre poco la coscia, e lo indosserò con degli stivaletti bassi mattoni, e una cintura marrone sotto il seno. Entriamo in atelier, dove ci sono ancora Ugo Lombardi e Camilla Mendoza.
“Cosa volete banda di streghe?”
“Chiedere un favore a Camilla, visto che su di lei non si può contare!”  Esordisce Sandra.
“Ditemi tutto!” Dice Camilla.
“Ci domandavamo se poteva dare un tocco di trucco a Isabella, sistemarle i capelli e vestirla, questa sera ha un appuntamento galante!” La informa Annamaria.
“Il vestito l’ha acquistato al punto vendita, così come gli accessori!” Aggiunge Sandra.
“Massì, certo! Tanto qui vestiamo anche le racchie, no?”
“Dai Ugo… Ti aiuto molto volentieri Isabella, vieni accomodati qui.”
Imbarazzata, mi siedo di fronte allo specchio e Camilla Mendoza mi toglie gli occhiali.
“Il tuo bello cascherà ai tuoi piedi! Allora, cel’ha un nome questo principe azzurro?”
Diego Mendoza, pensa la mia testa.
“Massimiliano.” Dice la mia bocca.
“Era qui oggi, a sostenere il colloquio come receptionist!” Dice Annamaria.
“Massimiliano Zanonato? E’ lui che abbiamo assunto! Un gran bel ragazzo!” M’informa Camilla. Questa ragazza è davvero gentile, anche se è una dirigente e un’azionista si prende la briga di essere così cortese con i dipendenti.
“Bene amica mia, così lo vedrai tutti i giorni!” Afferma con entusiasmo Annamaria, mentre io sorrido. Non so come dovrebbe farmi sentire questa notizia, ma non faccio i salti di gioia. Non mi crea dispiacere, ma non sono neanche entusiasta per la notizia. Provo un sentimento neutrale.
Alla fine si è messo anche Ugo a dare una mano, il quale mi sta passando l’ombretto. Quando apro gli occhi e m’infilo gli occhiali, non sembro nemmeno io. Camilla mi ha piastrato i capelli che sembrano più lunghi.
“Sei bellissima!” Mi dice Berta, seguita dalle altre.
“Modestamente, faccio dei miracoli. Ora sparisci cenerentola, fly fly!”
Mi avvio verso l’ascensore, mentre le ragazze mi seguono e commentano eccitate, vengono con noi anche Ugo e Camilla.
 
 
 
Diego
Questa giornata è finalmente finita, chiamo l’ascensore e sopraggiunge Lorenzo.
“Fratello, ti cercavo. Mi accompagni al cocktail della Texicolor?”
“Non lo so, sono molto stanco.”
“Eddai, sei più noioso si quando eri fidanzato!”
“E va bene!”
“Ma cos’è questo casino?” Dice Lorenzo.
Avvertiamo le segretarie ridere e parlare, così svoltiamo l’angolo e le troviamo tutte, in cercho, davanti alla porta della sala riunioni.
“Allora, cos’è questo…” Non faccio in tempo a finire la frase perché si spostano e perdo la parola. Isabella si egre davanti a me molto diversa da com’è solitamente, il rossore le colora le guance e non capisco se sia phard o imbarazzo.
“Fratellino, ritira la lingua!” Scherza Camilla, io mi rendo conto che mi sto compromettendo e torno in me.
“A cos’è dovuta questa riunione?” Domando.
“Stavamo solo ammirando il miracolo del signor Ugo e di Camilla!” Risponde Sandra.
“Ragazza, adesso dovresti andare o farai tardi! Forza, divertiti!” Dice Annamaria, accompagnandola verso l’ascensore e spingendola dentro.
“In bocca al lupo!” Dicono tutte.
“A domani ragazze!” Saluta lei. Prima che l’ascensore si chiuda, ci guardiamo negli occhi.
“Come mai l’avete agghindata?” Chiede mio fratello, come per dare voce ai miei pensieri.
“Aveva un appuntamento galante, e non faceva in tempo a passare da casa e così l’abbiamo aiutata!” Risponde Camilla.
“Il suo appuntamento è quel bel fusto che avete assunto come receptionist!” Aggiunge Sandra, io drizzo le orecchie e la notizia mi lascia sotto shock.
“Lorenzo, faremo tardi al cocktail. Buonsera.” Saluto freddamente, interrompendo la conversazione per entrare in ascensore. Appoggio la testa alla parete. Lei non mi considera minimamente. Immagino lui con lei.
 
 
Camilla
Credevo che la prima volta che avrei messo piede in questa casa, sarebbe stato con David invece sono sola. Mi apre una donna di colore.
“Desidera?”
“Salve, sono Camilla Mendoza, sono qui per vedere Giulio Valencia.”
“Prego si accomodi, solo un secondo.”
Aspetto poco tempo in un salone enorme, con due divani esageratamente grandi, che potrebbero ospitare due squadre di calcio con tanto di staff! Quando sento una voce roca alle mie spalle, mi volto e vedo Giulio mal messo, con un collare ortopedico.
“Che vuoi?” Mi domanda.
“Ciao Giulio, come stai?”
“Mi prendi in giro? Se solo potessi urlare!”
“Giulio, io sono qui per dirti che mi dispiace… Delle cose che ti ho detto…”
“Il tuo non è dispiacere, ma pietà! E della tua pietà non so che farmene! Se non avessi avuto questo incidente, saresti venuta a scusarti? Rispondi.”
“No…” Ammetto mestamente.
“Bene, conosci la strada.” Lui si volta e sta per andarsene.
“Mi dispiace Giulio…”
“A me no. Mio padre ha ragione, è ora che io ritrovi la mia dignità! Tu mi hai detto che sono un’essere abominevole, bhe non sai ancora chi è Giulio Valencia. Adesso vattene da casa mia. Rhonda, accompagni la signorina.”
“Subito signorino.”
Esco da casa sua, sinceramente dispiaciuta per tutto questo.
 
 
 
FINE CAPITOLO 15.
 
 
 
Ta dan! xD L’ho scritto tutto d’un fiato, e spero che voi lo abbiate letto in ugual modo.
Le cose tra Diego e Isabella si complicano a causa della lingua lunga di Berta e della sua mania di origliare, sempre le cose a metà… Come andrà la serata tra Isabella e Massi? E che conseguenza avrà? E il cocktail alla Texicolor nasconde insidie e tentazioni per Diego e Lorenzo? Dite che cederanno a esse?
 Roberta seguirà i consigli di Camilla, dimenticandosi di Lorenzo per dare una possibilità a Jimmy?
Giulio ora è sul piede di guerra più che mai, scoprirà i progetti di Diego?
Armando ha omesso a Betty il suo desiderio di richiamare Mario… Come la prenderà Betty quando lo scoprirà?
Il rapporto tra Alexander e Olga prende il via, cosa ne pensate?
Vi è piaciuta la scena tra Roberta e i Valencia a villa Valencia?
   
 
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