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Autore: Geo_L_C    14/11/2014    0 recensioni
Una notte del 1960 un ragazzo venne ucciso in quella che doveva essere una serata festosa e divertente, la notte di Saint Patrick's Day, invece si trasformò in un bagno di sangue. Vennero uccise diverse creature, umani e non..
Ma da quel momento, la morte del ragazzo sarà anche la sua nuova vita, dove lo cambierà per sempre.
Anno 2011.
Nuovo anno, nuova vita e nuova Amy, la ragazza finalmente è riuscita a coronare il sogno che tanto acclamava: trasferirsi, lavorare ed avere una vita completamente diversa da quella precedente ed era finalmente riuscita ad ottenere tutto quello che aveva previsto.
Nel nuovo ufficio fa la conoscenza di due persone al quanto bizzarre e simpatiche, i suoi nuovi colleghi Dave e Adam, Amy ha subito un impatto positivo con i due ed infatti diventano, col passare del tempo, molto amici e scoprirà in loro qualcosa che non si sarebbe mai aspettata.
Anche Adam avrà un impatto.. diverso, grazie a lei sentirà ritornare i suoi istinti primordiali.
Ritornerà a percepire tutto come il vampiro che era molti anni fa.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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CAPITOLO DUE


 
Due giorni dopo, finito un’altra giornata lavorativa, Amy si preparava per tornare a casa, prese tutta la sua roba e si diresse all’uscita quando Adam le apparve d’avanti, si appresto ad aprirle la porta d’entrata con gentilezza e Amy sorrise per ringraziarlo.
“Allora qualche gentil uomo è rimasto in circolazione” disse oltrepassando l’uscio e si incamminò per tornare a casa.
“Mi spiace per averti messo in imbarazzo la scorsa mattina” disse Adam accompagnandola.
“Non ti preoccupare, non mi hai messa in imbarazzo, so benissimo che il mio deodorante è buono!” disse ironizzando.
Parlarono a lungo di come mai erano in quel azienda, Amy grazie a sua zia e Adam grazie al suo infallibile talento con le parole.
“Senti.. ti va di prendere un caffè insieme? Così per..” Adam venne interrotto.
“Così per conoscerci meglio e bla, bla, bla.. ora mai conosco a memoria questo copione” ribatté Amy.
“Troppo scontata come richiesta?..” rispose sorridendo. 
Amy distorse un po’ il naso “diciamo di si” poi guardò l’orologio “ora devo proprio scappare, usciremo quando sarai meno…. scontato…” guardò Adam mentre si allontanava con un sorriso bellissimo e splendente, Adam rimase un istante affascinato da quella visione così angelica.
Amy tornata a casa, posò le sue cose e si sdraiò sul suo letto, sentì che aveva colpito con il piede qualcosa di strano sotto di lei, sembrava una scatola, si allungò e guardò cos’era  sotto il letto e vide per l’appunto una scatola in legno, non era tanto grande, sorrise, sapeva già cosa conteneva.
Li c’erano tutti i ricordi che non ricordava, foto che ritraevano una storia, parlavano di una vita che non ricordava, parlava di tante cose.
Sfogliava quelle foto un po’ vecchiotte e guardava quei visi così raggianti alla vista di quella microscopica bambina fra le loro braccia, quei due visi, a lei sconosciuti, sorridevano all’obbiettivo, una giovane mamma dai capelli bruni e un altrettanto giovane padre dai capelli nero corvino e occhi verde smeraldo. Così giovani, così innamorati e così estranei alla vista di Amy.
Ad un tratto sentì bussare, la porta del soggiorno si aprì e sentì una voce familiare provenire dall’uscio della porta, Noah raggiungere la sua cameretta.
Si poggiò allo stipite della porta e la osservò in silenzio per qualche secondo.
“Va tutto bene??” chiese il ragazzo con gentilezza.
“Si..” rispose Amy mentre di fretta riponeva le fotografie, una di quelle scivolò hai piedi di Noah, il ragazzo prese la foto e la guardò.
“Bellissima foto questa, erano i tuoi genitori?” chiese.
“Si, ma non me li ricordo, avevo a mala pena quattro anni quando..” si soffermò un istante mentre osservava la foto “quando sono morti..”
“Mi spiace molto, non lo sapevo, com’è successo?” rispose Noah.
“Assassinati, ma la polizia dice di aver già trovato il colpevole, che ormai è morto dentro a quella schifosa cella..” Amy riprese la foto e con un po’ di nervoso rimise sotto al letto i ricordi.
“Perdonami, forse sono stato un po’ sfacciato” disse Noah.
“Non ti preoccupare, sono felice che quello schifoso è morto, ha ricevuto quello che volevo” rispose sforzando un sorriso “va pure a casa, ti raggiungo subito, mi metto qualcosa di comodo” Noah non obbiettò, aveva capito che Amy doveva stare fra i suoi pensieri per qualche istante, così se ne andò come aveva chiesto.
Amy si guardò attorno, mille pensieri gli fiondavano la mente, prese una maglietta rossa e se la infilò di fretta e furia, mise un paio di pantaloni della tuta si fece una coda di cavallo fra i capelli e chiuse la porta dietro di se andando nella casa di Noah con una bottiglia di vino.
Dopo una decina di minuti, Amy andò nell’ appartamento di Noah. Suonò il campanello e Noah andò ad aprirle. Amy teneva in mano una bottiglia di vino fresca appena presa dal frigorifero.
“E' un "Sparkling Wine" dell'88!” disse Noah con un certo entusiasmo guardando attentamente l’etichetta “è uno dei migliori, entra pure, la cena è pronta!” disse. Fece accomodare la ragazza. Sorrise e chiuse la porta. Tutto era perfetto, sul tavolo da pranzo era apparecchiato appositamente per due, mancava solo la cena. 
“Prego, accomodati.” le scostò la sedia per farla sedere con galanteria e tirò fuori dal forno caldo una teglia di pollo con le patate che ancora fumava.
Amy, si accomodò a sedere.
“Oh... che gentiluomo!” esclamò ironica, ma aveva gradito il gesto, poi osservò il pollo fumante che stava già gustando con gli occhi, tutto apparecchiato per bene, candele accese e una musica rilassante di sottofondo.
“Sembra quasi una cena di "lusso", a saperlo mi sarei vestita meglio ” disse la ragazza ridacchiando e facendogli l'occhiolino. Noah, mentre sistemava in tavola l’insalata abbozzò un sorriso, tornò in cucina e aspettò qualche secondo prima di tirare fuori la carne dal forno.
“Dunque, come procede il trasloco e il lavoro che mi avevi detto l’altro giorno?” disse il ragazzo mente prese la teglia con tutto il contenuto e la poggiò sul tavolo, tagliò una fetta e la mise nel piatto con un po’ di salsa per adornare il tutto.
“Il trasloco direi molto bene, ho quasi sistemato tutto, alla fine essendo che la roba non era moltissima ho impiegato poco, e anche il lavoro direi che procede bene!” fece una pausa “insomma... ce l'ho e questo mi sembra già il massimo” ridacchiò leggera, poi portò alla bocca una forchettata del pollo “mmh... delizioso!” esclamò. Noah sorrise al vedere la ragazza mangiare con gusto la carne, si sedette anche lui e tagliò la prima fetta, prese il pezzo e se lo mise in bocca.
“Se ti serve un aiuto io sono disponibile ma solo il Venerdì che è il mio giorno libero. Gli altri giorni sarò occupato con il negozio quindi temo che non potrò esserti d'aiuto” disse pulendosi la bocca con il tovagliolo “comunque, devo confessarti una cosa, questo pollo l'ho comprato, non sono un granché come cuoco” rispose sorridendo. Amy ascoltò le parole del vicino e, al suo evidente imbarazzo, scappò a ridere tenendosi una mano vicino alle labbra. 
“Ma dai?!” rise ancora “eppure eri così credibile, mi hai aperto con il grembiule e tutto il resto. Comunque non è un problema non saper cucinare. Basta ingeniarsi e mangiare” esclamò ancora la ragazza con un sorriso. Il ragazzo rise e si ripulì le mani con il tovagliolo.
“Bè mia cara Amy, fin ora non abbiamo fatto altro che parlare di me e del tuo arrivo qui ma che mi dici dei video-games? Sei qui da un paio di mesi, circa, e non ti ho ancora sfidato, ho battuto tutto il vicinato e tu saresti in grado di battermi in una partita a Car Buttle” sorrise ironicamente e fece uno sguardo di sfida alla ragazza.
Amy si scostò i capelli da una spalla e si ripulì le labbra con il tovagliolo, mise i gomiti sul tavolo con altrettanta aria di sfida, ridacchiando alla sua domanda. 
“Mmh... messa così la cosa ne dubito vivamente, io sono una vera frana in materia, ma non mi tiro mai indietro in una sfida quindi accetto” rispose facendogli l'occhiolino.
“Perfetto, allora vieni andiamo in sala” si avviò nel salone “prendi anche la bottiglia di vino e le patatine che sono in tavola, nel frattempo accendo la console” disse. Così Amy fece e corse verso la sala.

Dave e Adam si stavano rilassando d’avanti a un film horror ricoperti da patatine e svariato alcol, Adam stappò la terza bottiglia di birra della serata, continuava a pensare ad Amy, e non riusciva a parlare d’altro, il suo odore lo attraeva così tanto che faceva fatica a liberarsi dalla mente Amy, Dave posò la bottiglia di birra sul tavolo, ironizzando la situazione.
“Ti ha detto che sei troppo…scontato?!” mentre rideva sotto i baffi.
Adam la prese un po’ sul personale, il suo orgoglio maschile era stato “ferito”. 
“Si, non mi è mai capitato che una ragazza mi disse che ero “scontato” che ho sbagliato? Non gli ho detto nulla di strano!”.
Dave gli poggiò una mano sulla spalla dandogli qualche pacca di fiducia.
“Mio caro amico, non ti biasimo, hai cinquanta anni, sei vecchio devi aggiornarti sulle cose che vogliono le donne, guarda me, non ho bisogno di fare nulla e ho tutte le donne che voglio!” riprese la bottiglia e buttò giù un altro pò di birra.
“Grazie per il supporto..” rispose Adam, Dave accennò un sorriso rimase fisso a guardare il film, nello schermo una ragazza urlava e correva per le scale del salotto, arrivò in cima ma l’assassino la prese per i capelli e la fece sbattere contro la porta. Dave rise di quelle immagini e continuò il discorso “sono sincero, ma come mai ti interessa così tanto conoscerla?”
“Non lo so, quella ragazza sembra.. speciale”.
“Ok.. oltre al suo odore, che altro?” chiese Dave mentre nel film l’assassino stava uccidendo la sua vittima e Adam storse il naso.
“Non è solo quello, ho sentito come un tuffo al cuore, è difficile da spiegare..”
Dave rise e alzò la bottiglia di birra al cielo.
“Yeah, Adam vuole conoscere una ragazza e portarsela a letto, finalmente ti sei risvegliato!” disse ironizzando e ridendo. Adam lo fulminò con lo sguardo e gli diede un piccolo pugno sulla spalla. D’un tratto il cellulare dell’amico fece un leggero suono che segnava l’arrivo di un nuovo messaggio.
“È ancora lei? La ragazza misteriosa?” chiese Adam.
“No, non è nessuno..” rispose Dave mentre si alzò per prepararsi.
“E allora dove vai così di fretta?” domandò Adam.
“Da nessuna parte..” poi iniziò a balbettare “…ho solo un appuntamento con..” fece una pausa fin troppo lunga “con Olivia ma mi ha detto che tu e gli altri del ufficio non dovevate sapere nulla..” rispose smorzando la voce.
Adam sbarrò gli occhi, posò la bottiglia e lo guardò serio.
“Dave, Olivia ti ha sempre trattato da schifo e tu cosa fai? Ci ritorni?!”
“NO!!” rispose a gran voce ma vide lo sguardo di Adam “ok, si, ogni tanto usciamo insieme, ma non è nulla di serio va bene!?”
Adam non era molto convinto delle parole dell’amico dopo quella reazione, sapeva cos’era successo in passato con Olivia.
Tra di loro c’era sempre stato un tira e molla ed era andato avanti per quasi due anni, la notizia turbò un po’ Adam perché l’anno prima Dave gli aveva promesso che non sarebbe mai più tornato fra le braccia di Olivia, provò a credergli. 
“Va bene, fai finta che io non sappia nulla” disse Adam alzando le mani in segno di resa.
“GRANDIOSO” rispose entusiasta Dave mentre si allacciava la giacca “sei un amico!”.
“Lo so, sono il tuo migliore amico” rispose Adam mentre usciva Dave.
Dopo che l’amico era uscito, Adam, come tutte le sere, si rifugiava nel suo studio dove li c'erano tutti i vecchi ricordi della sua famiglia e dei suoi amici, ma sopratutto il ricordo di Maggie, la sua migliore amica, lei lo vedeva come un fratello, lui come l'amore della sua vita. Guardava e riguardava una loro vecchia foto in bianco e nero e non riusciva a non provare sofferenza verso quella foto, gli luccicavano gli occhi. La mise via, un ricordo così sofferente era meglio ridarlo al passato, mentre cercava di sistemare la foto nel cassetto più alto per sbaglio fece cadere uno scatolone. Dentro c'erano un sacco di scartoffie, documenti, libri impolverati, una vecchia macchina fotografica ormai rotta e in fine un vecchio diario. Lesse lo scatolone “Lucas Tod” il padre di Adam, sorrise, non si ricordò di quella scatola, decise di non leggere quelle vecchie scartoffie, nel frattempo che stava rimettendo via gli oggetti vide quel vecchio diario con delle pagine un pò ingiallite, lo prese, iniziò a sfogliarlo. Mentre girava le pagine sentì cadere una lettera ancora da spedire, anche se sigillata, decise di aprirla e iniziò a leggere:

15 Marzo 1988
Caro Andrea, questa lettera spero ti arrivi a destinazione, scusa se non ti ho risposto subito, ma in questi anni sono successe svariate cose, i miei figli sono tutti morti a causa della ribellione, mia moglie Erica non si è mai ripresa da questo trauma e si è ammalata e ora devo tenerla io sotto cura, spero solo che questa situazione si risolvi in fretta.
Comunque, mi avevi chiesto di fare quella ricerca dei campioni di DNA che mi hai mandato, sono riuscito a risolvere il dubbio che affliggeva te e tua moglie Sofia, la vostra bellissima bambina stà benissimo ed è in salute.
È confermato, lei ha il così detto “Sangue Puro”, dovrete stare molto attenti alla vostra bambina poi che lei è un elisir prelibato per i vampiri. 
Ti dissi che tutti i vampiri erano morti nella ribellione del 1960, ma non è così abbiamo trovato tracce di due vampiri sopravvissuti in varie zone del mondo, dovete nascondere la piccola.
Vi prego, fate attenzione.
Un saluto, il tuo amico Lucas Tod. 


Era parecchio confuso, rileggeva le ultime righe, non riusciva a capire, allora la leggenda era vera, tutto quello che gli aveva raccontato il padre era vero.
Quella sera, mentre tutta la cittadina si rilassava e passava la propria serata con amici e parenti, nessuno si rese conto di chi arrivò. 
Dopo diversi anni, Lei, decise di tornare nella piccola cittadina di Barnet, la quale aveva abbandonato tempi orsono, Lei aveva girato il mondo: America, Francia, Spagna, Italia...diventando sempre più forte, sterminando poveri innocenti con cui sfamare la sua sete di sangue, senza pietà, né rimorso, nulla l'aveva mai fermata, fino ad ora.
Subito dopo aver saputo da voci affidabili che il fratello Adam, con cui ormai non aveva più rapporti né contatti da anni, era tornato nella sua vecchia città d'infanzia, si decise a seguirlo a Barnet con l'unico scopo di riunire la famiglia e dominare il potere sull'intera città.
Una giovane donna dagli occhi color ghiaccio, le labbra rosso fuoco e i capelli lisci neri corvino, scese da una macchina sportiva e nera, passeggiò cautamente per il parco della città, fredda e buia, nessun odore di presenza umana nei pareggi, nessuna luce, nessuna preda, solo il rumore dei suoi piccoli passi. Si soffermò, sfoderò un ghigno soddisfatto guardando l’intera città che gli si presentava. 
“Sono tornata… Fratellino..” disse sogghignando la ragazza dai capelli scuri e dagli occhi di ghiaccio.



















 
   
 
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