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Autore: Kano_chan    14/11/2014    7 recensioni
Dal Prologo:
"Sto aspettando e non so quanto ci vorrà, ma mentre aspetto vorrei raccontarvi la mia storia.
E’ una storia senza pretese perché racconta del mio viaggio in compagnia di 15 amici, delle mie origini, del mio amore, delle mie battaglie, del mio terrore e della mia gioia, delle mie ferite e delle mie vittorie: della mia vita insomma.
E se sulle prime vi potrà sembrare straordinaria in realtà per me è stata normalissima.
Ma vorrei lo stesso narrarvela.
Questa è la storia della Figlia della Montagna."
~~~~~
Dall'Epilogo:
Fine
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 48
Capitolo 48


Se vi hanno raccontato che la foresta di notte, quando nevica, ha qualcosa di magico, beh è vero.
Ma sappiate che è anche silenziosa e buia, e che da un senso di vastità tale da provocare le vertigini, rendendo incredibilmente facile perdersi in mezzo a tutto quel bianco.
Proprio per questo procedevo a passi misurati, voltandomi spesso indietro per assicurarmi che le impronte alle mie spalle fossero sempre dritte e non deviassero troppo.

-    Kili! - gridai e la mia voce si perse per l'ennesima volta tra gli alberi.

Maledizione a quel nano! Ma si può essere più sconsiderati di così?!
In realtà, frustrazione a parte, un po’ mi sentivo in colpa. Dopo tutto era a causa mia se si era addentrato nel bosco; per me e per i miei stupidi fiori. Volevo solo onorare e rendere felice mio padre nelle aule di Mandos, ma non al prezzo di perdere qualcun altro per il un mio capriccio. Avrei dovuto immaginare che confidandogli le mie ragioni, sarebbe partito alla ricerca di un modo per accontentarmi; anche con la neve, anche di notte. Kili era sempre stato così, fin da bambini, con un'irresistibile voglia di rendere felici gli altri e in modo particolare i suoi famigliari. Dovevo capire le sue intenzioni immediatamente! Appena sul suo viso era comparsa quell'espressione concentrata a seguito del mio racconto.
"Mi fa male vederti così" Non ci voleva molto per immaginare cosa avrebbe fatto.

Maledicendo ancora una volta la mia superficialità e continuando a procedere in mezzo alla coltre, finalmente notai un particolare che stonava in quel paesaggio immacolato. A pochi metri dalla mia sinistra, c’era infatti una striscia di neve smossa, la quale creava un piccolo sentiero che si perdeva nel nulla, come se qualcuno si fosse incamminato da quella parte e poi fosse sparito improvvisamente. Avvicinandomi, scoprii che dietro quel muro di neve c’era un avvallamento con diverse rocce appena imbiancate e in fondo all’avvallamento c’era qualcuno.

-    Kili! - esclamai, riconoscendo la figura del nano.

Mi affrettai a fare il giro scendendo dove la neve era più alta e il dislivello minore.
Una volta raggiuntolo mi chinai sulla figura di Kili prendendolo per le spalle.

-    Kee! -

Il nano aveva gli occhi chiusi e non accennava a dar segni di avermi sentita. Continuai a chiamarlo con veemenza finchè con un tremolio le sue palpebre si dischiusero.


-    Harin sei tu? - domandò mezzo addormentato e con un sorriso - guarda, li ho trovati! - mormorò poi, sollevando la mano e facendo così cadere la neve accomulatasi sopra il palmo serrato.


Nel pugno stringeva un bel mazzo di Crocus gialli e lilla, ma non era di certo quello il momento di pensare ai fiori.

-    Kili cos’è successo? - gli chiesi.
-    Sono… sono caduto da lassù - sussurrò con voce impastata - e mi sono storto una caviglia - spiegò.

Io guardai sopra di noi, era l'esatto punto dove avevo visto la neve smossa. Gli era andata bene; poteva picchiare la testa, anziché la caviglia, su quelle rocce. Poi, improvvisamente la testa di Kili ciondolò.

-    Kee! Kee guardami! Devi restare sveglio! - dissi scuotendolo e lui mugugnò di lasciarlo in pace.

Senza smettere di scrollarlo, misi l’indice e il pollice sulla lingua ed emisi un lungo fischio modulato che risuonò nel bosco.

-    Harin mi fai male ai timpani quando fischi così vicino, te l’ho già detto!! - borbottò Kili richiudendo gli occhi infastidito.
-    Maledizione Kee! Vuoi stare sveglio?! - lo rimproverai, ma le mie parole non ebbero effetto.

Ripetei il fischio un’altra volta e poi presi il viso di Kili tra le mani.

-    Kee, forza, svegliati! - ripetei e lui socchiuse gli occhi.
-    Sei così bella Harin. Sembri la regina dell'inverno - mormorò.
 

Senza alcun preavviso le sue labbra si poggiarono delicate sulle mie e io mi sentii andare a fuoco. Poi la testa di Kili cadde all’indietro interrompendo il contatto.

-    Harerin! -

Alzai la testa di scatto vedendo Thorin e poi Fili, comparire sopra di noi.

-    Kili! - esclamò suo fratello affrettandosi a scendere.
-    È caduto e si è storto la caviglia. Non riesco a tenerlo sveglio, dobbiamo portarlo via prima che congeli - spiegai scostandomi da lui e lasciando che Thorin se lo caricasse sulle spalle.

In poco tempo fummo di ritorno.
Dis ci corse incontro non appena ci vide varcare la soglia del giardino, poi, piangendo e lamentandosi del figlio più giovane, ci aiutò a togliergli i vestiti fradici e a metterlo a letto al caldo. Infine gli fasciammo la caviglia che per fortuna, grazie alla neve caduta sopra di essa, non si era gonfiata troppo.


-    Questi sono tuoi -

Chiusi l’anta dell’armadietto dove avevo riposto le bende e mi voltai verso Thorin, il quale mi porgeva il mazzo di Crocus.
Io li presi abbassando lo sguardo.

-    Non è colpa tua - mi consolò vedendo la mia espressione - Kili è fatto così, lo sai: sconsiderato e con un gran cuore - aggiunse aprendosi in un sorriso affettuoso all’idea del nipote.
-    Già... Meglio se li metto in un vaso allora, non vorrei che tutti i suoi sforzi fossero vani - risposi dando un bacio sulla barba umida di Thorin.

Una volta che ebbi sistemato i fiori, raggiunsi la camera dei due fratelli. Ci trovai solo Kili, sveglio e seduto con la schiena appoggiata alla testiera del letto.

-    Kee! - esclamai avvicinandomi al letto.
-    Ehi Harin, mi sa che l’ho combinata grossa vero? - disse con un sorriso sghembo mentre si guardava intorno.
-    Puoi dirlo forte! Ma cosa ti è saltato in testa? - esclamai - Avventurarti così, su per la strada delle alture con questa neve! - dissi e Kili mi guardò costernato.
-    Ti sei spaventata -

Non mi aveva posto una domanda, aveva semplicemente guardato il mio viso e i miei occhi lucidi.

-    Sì - risposi con voce che tremava.

Kili corrugò la fronte facendomi cenno di sdraiarmi vicino a lui.
Io salii sul letto appoggiando la testa sulla sua spalla e lasciandomi attirare sul suo petto.


-    Mi dispiace. Davvero! - disse - ma ci tenevo così tanto a vederti felice - rispose - Mi...-
-    ...fa male vederti così. Lo so... - completai la frase io per lui, poi
sospirai - Ma se vuoi vedermi davvero felice, Kee, non mettere mai più in pericolo la tua vita a quel modo - gli dissi e lo sentii annuire con la testa.

-    I fiori? - domandò dopo un attimo lui.
-    Sono bellissimi - risposi, sollevando il viso per guardarlo negli occhi - grazie - aggiunsi, dandogli un leggero bacio sulla mascella, e in quel momento mi venne in mente il mezzo bacio che ci eravamo dati nell’avvallamento.
-    Ehi tutto bene? - mi chiese sentendomi irrigidire.
-    S.. sì - dissi - senti Kee... ma.. cosa ti ricordi per ultimo, prima che ti addormentassi? - gli domandai cercando di avere un tono noncurante.
-    Eh? -  esclamò stupido e restando un attimo in silenzio prima di rispondere - tu che mi insulti dicendo che devo stare sveglio - asserì alla fine e io sospirai sollevata - come mai? - indagò curioso.
-    No, niente - replicai io.

Stava per chiedermi qualcos'altro quando nella stanza irruppe Fili.

-    Eh no! Così non vale! - esclamò contrariato - non puoi averla tutta per te fratellino! - disse imbronciato cercando di salire sul letto, ma venendo respinto dalla gamba sana di Kili.
-    Sono ferito, è giusto così! - replicò il minore.
-    Sei ferito perché sei uno stupido! Quindi non è giusto così - ribattè Fili tornando alla carica.

Io mi misi a ridere e improvvisamente mi accorsi di non aspettare più, con tristezza, il giorno della morte di mio padre, ma con rinnovata speranza.

-    Mi accompagnereste domani a portare i fiori a papà? - domandai interrompendo la loro lite.

Tutti e due mi guardarono con due identici sorrisi stampati in faccia. Più fratelli di così!!

-    Certo! - esclamarono all’unisono.

Io allora mi rilassai, chiudendo gli occhi mentre loro riprendevano a darsi addosso a vicenda.
Poi venne il silenzio: improvviso, totale, seguito da una voce possente.

-    Io sono fuoco… io… sono morte! -

Aprii gli occhi di scatto tirandomi a sedere altrettanto rapidamente, davanti a me comparve Legolas che mi guardò con gli occhi chiari pieni di sgomento.

-    Sta arrivando - sussurrai.

E lui annuì.



Spazio Autrice:

Sono talmente di corsa che ho giusto il tempo materiale di fare i ringraziamenti e di sperare che l'altra metà del flashback vi sia piaciuta, e basta! Scusatemi =/
Mille milioni di grazie a tutti coloro che leggono, alle mie fantameravigliose recensiste e a tutti i bei personaggi che mi hanno aggiunta tra le preferite (A dreamer e Shaon Nimphadora), ricordate e seguite (Moon_26).

Tak khaz meliku suz yenetu,

Marta

  
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