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Autore: Elizabeth_Keats    26/10/2008    6 recensioni
"Perfetto. Davvero perfetto. Sarebbe anche arrivato tardi al lavoro. Gerard Way si lasciò sfuggire un sospiro rumoroso [...] Lo sapeva: sarebbe stato un lunedì nero". Come sarebbe il mondo senza i My Chemical Romance? Come sarebbe la vita dei nostri 5 eroi se non fosse mai accaduto niente, se la band che ha fatto sognare migliaia di fan non fosse mai nata? Dove sarebbero loro ora? Se non si fossero mai conosciuti? Se fossero delle persone comunissime alle prese con i mille crucci della vita? "E così Gerard Way a 31 anni stava ancora aspettando che qualcosa sconvolgesse il suo quotidiano... invano (o quasi)" Leggete, RECENSITE... e scoprire che fine hanno fatto i 5 MyChem!
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3.          All’ospedale

 

 

«Ehi, amico, ci sei? Mi senti?».

Mikey era inginocchiato a terra di fianco all’uomo-hamburger e cercava di fargli riprendere conoscenza con qualche schiaffo e scossone. Che naturalmente non avevano avuto l’effetto sperato. Intanto una piccola folla si era riunita sul luogo del misfatto e un uomo grassoccio con i baffi a manubrio, probabilmente il proprietario del fast-food, insieme ad un altro paio di persone, continuavano ad insultare pesantemente Gerard, dandogli del “pirata della strada alcolizzato e drogato” e minacciando di denunciarlo. Cercando di non prestare ascolto a tutta la confusione che lo circondava, il maggiore dei Way si disse che, visto che il tizio non dava segni di vita, forse era meglio chiamare un’ambulanza. Sì, molto meglio. “Merda, l’ho ucciso, l’ho ucciso!” continuava a ripetersi mentre componeva il numero del pronto soccorso e non potendo fare a meno di notare un’evidente ammaccatura sul cofano della sua auto. Doppiamente merda… senza contare che l’hamburger avrebbe potuto benissimo chiedere i danni. Non poté fare a meno di passarsi una mano tra i capelli arruffati, mentre la voce squillante dell’infermiera di turno gli riempiva le orecchie…

 

Un’ora dopo si trovavano ancora in ospedale. In attesa che qualcuno si presentasse chiedendo del signor hamburger.

Mikey aveva appena telefonato ad Alicia per spiegarle l’accaduto e dirle che avrebbe fatto tardi, e Gerard in ufficio per avvisare che quel pomeriggio non si sarebbe presentato. Naturalmente il capo, che non aveva ancora digerito il ritardo di quella mattina, era saltato su tutte le furie, ma Gerard era riuscito ad arginare un po’ la sua ira spiegando che anche lui si era fatto male nell’incidente e probabilmente aveva un braccio rotto. Non sapeva che cosa avrebbero pensato i suoi colleghi il giorno dopo vedendolo arrivare senza fasciature di tal sorta e del tutto incolume, ma quello al momento era un problema del tutto marginale. Anche perché era quasi sicuro di aver sentito una delle risatine di nate in sottofondo alla sua telefonata…

E adesso erano lì seduti, lui e Mikey, ad aspettare ed aspettare ancora che quel figlio di… ehm, che il ragazzo si svegliasse o si presentasse qualche suo parente. Gerard dopo mezz’ora iniziò ad odiare con tutta l’anima quel corridoio bianco, immacolato, sterilizzato e che puzzava di disinfettante. Avete presente quei corridoio d’ospedale dei film dove tutti piangono, si disperano e si trasformano in vampiri con due dita di occhiaie in attesa che qualcuno con il camice bianco spunti dalla porta in fondo e, con espressione provata, dica “mi dispiace, ma non ce l’ha fatta” e giù altre lacrime? Ecco, un corridoio come quello. Solo che né Gerard, appoggiato al muro con i nervi a fior di pelle, né Mikey, seduto con in mano il suo terzo caffè, si stavano disperando o piangevano strappandosi i capelli. Erano SOLAMENTE incazzati neri. E Mikey che sperava in un pranzo tranquillo con il fratello…

«E se è morto davvero? O se è andato in coma?» disse quest’ultimo ad un certo punto sorseggiando il caffè.

Gerard gli lanciò un’occhiata fulminante: non voleva neanche pensare a quella possibilità. Se il cretino non si risvegliava entro poco l’avrebbe riportato in vita con le dure. No, aspetta: forse era lui il deficiente che non sapeva guidare. Sì, era tutta colpa sua! Maledetto, maledetto, Gerard, che non ne fai mai una giusta!

Poi, ad un certo punto dal fondo del corridoio comparve qualcuno, che di certo non era né un medico né un’infermiera. Con stupore Gerard e Mikey si accorsero che era una donna e che si stava dirigendo verso di loro e, con altrettanto stupore e anche un certo imbarazzo, notarono il suo abbigliamento succinto. Era alta e bionda (sicuramente tinta), con una minigonna leopardata di cì o no venti centimetri, tacchi vertiginosi su cui camminava con un’andatura ondeggiante, una maglietta aderente con una scollatura che lasciava ben poco all’immaginazione e, infine, un rossetto così rosso che si poteva vedere da un chilometro di distanza. Insomma, quella ragazza a prima vista sembrava proprio la classica donna da marciap…. Ehm, ehm, meglio lasciar perdere. Fatto sta che appena fu vicina a loro, sia Mikey che Gerard diventarono paonazzi e cercarono di allontanare le loro menti dalla realtà pensando al voto di fedeltà fatto rispettivamente a fidanzata e moglie. Non fecero nemmeno in tempo a domandarsi chi fosse o che cosa ci facesse lì, che un medico dall’aria incartapecorita sbucò dalla stanza a fianco, dove avevano portato l’uomo hamburger.

«Chi di voi è parente del paziente?» domandò.

«Io» intervenne la donna ruminando come un cammello con la gomma in bocca. «Katy Russel, sono la sua fidanzata…».

Hai capito il piccoletto…, pensò istintivamente Gerard.

«Ah, molto bene, signorina Russel. Se vuole entrare… si è appena svegliato».

«Oh, grazie al cielo!» esclamò la “graziosa” signorina, scuotendo la chioma bionda ed esprimendo a pieno il pensiero di Mikey e, soprattutto, Gerard, che si accasciarono sollevati su due sedie lì vicino.

Se non fossero stati in un luogo pubblico e così silenzioso, Gerard si sarebbe messo ad urlare di gioia e a ballare la tarantella davanti al suo primo colpo di fortuna della giornata. Così nessuno avrebbe potuto fargli causa… Ah, che sollievo! Per un nanosecondo aveva quasi avuto la sensazione di rinascere, di ascendere ad una dimensione ancestrale di pace e serenità, quando… Come un pugno nello stomaco un gridolino acuto lo riportò alla realtà.

«GERARD! Ma si può sapere che diavolo hai combinato?!?».

Ma porc…!

Non fece neanche in tempo a finire quell’esclamazione che una donna minuta dai boccoli color cioccolato gli saltò addosso quasi prendendolo al collo e continuando ad urlare…

«Ma sei matto?!? Avresti almeno potuto avvisarmi! Almeno per sapere che stavi bene… Gerard, sei sempre il solito irresponsabile! Accidenti, mi è quasi venuto un infarto quando me l’ha detto Alicia! Potevo rimanere vedova… Potevi lasciare orfani i tuoi figli!».

C’era da aspettarselo, come al solito…

«Norah, tesoro, calmati è tutto a posto. Sto benissimo, non mi sono fatto neanche un graffio! Guarda, sono…» cercò di replicare prendendo le mani della moglie e stringendola a sé.

Ma lei lo respinse, facendo quasi andare a sbattere contro il muro.

«Sì, vedo benissimo! Sei il solito cretino, Gerard! Ma ti rendi conto che potevi, anzi potevate, farvi veramente molto MOLTO male?!? Ma dico, dove hai la testa?! Neanche una telefonata, niente! Potevi essere morto e io non lo sapevo!» continuò Norah e le sue parole taglienti rimbombarono nel corridoio.

Intanto, Gerard si appellava ad ogni santo che gli veniva in mente, chiedendo aiuto contro la sfuriata della moglie e facendo le corna dopo tutti gli accidenti che gli aveva tirato quella. Non aveva previsto tutto ciò…

«Ma mi stai ascoltando?!? Sei il solito adolescente con la testa tra le nuvole! E quel poveretto? Oh mio Dio… Spero che non si sia fatto nulla di grave, altrimenti sei davvero nei guai signor Way! Giuro che se un innocente… io… io… e tutto per la tua… la tua NONCURANZA!».

Gerard si nascose il volto tra le mani, mentre Norah continuava a rincarare la dose: aveva voglia di sprofondare nel pavimento. Aveva ragione: era un disastro, un totale disastro su tutta la linea. Un disastro come dipendente, un disastro come marito, un disastro come padre… un disastro come essere umano. Come mai era ancora lì? Perché la selezione naturale non aveva contribuito ad epurare il mondo dagli essere irresponsabili ed inetti come lui? Aveva sempre saputo di non essere niente e nessuno di eccezionale, ma si era sempre illuso di essere almeno una persona normale. Invece era un completo fallimento. E basta. Non aveva saputo combinare niente di buono o che valesse la pena di essere ricordato in tutta la sua vita e, in più, quel poco di bello che era riuscito a guadagnarsi, come al sua famiglia, bè, non se lo meritava. E sentire Norah che continuava a rimproverarlo, a sottolineare quanto fosse incapace… era un colpo  ancora più duro per lui. Si sentiva le gambe tremare per la vergogna e sul capo gravare la scritta a caratteri cubitali: PERDENTE. Sentiva di fianco a sé la presenza di Mikey, che forse avrebbe voluto intervenire, mettere una buona parola a favore del fratello. Ma, probabilmente, anche lui si sentiva impotente di fronte a tutto ciò. Poteva percepire la delusione che proveniva da Norah quasi come un’esalazione infernale.

«Hai rovinato tutto, Gerard…».

Quelle ultime parole lo colpirono in particolare al cuore, come una scheggia di ghiaccio avvelenato che lo trapassasse da parte a parte. Suonava come una condanna, come un terribile ed irreversibile verdetto, come il suono del giudizio universale. Alzò lo sguardo su Norah e vide gli occhi della moglie diventare lucidi, non tanto per tutto il casino che aveva combinato in quel momento, per il fatto che avrebbe potuto rimanere ferito nell’incidente, per la sua imprudenza… Ma quelle lacrime erano la conseguenza di tutto ciò, di quella giornata che era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Ora non era tanto importante la macchina sbocciata, il tizio in ospedale, il disappunto del capo, la sua dimenticanza di avvertire la moglie dell’accaduto… Ma contava il significato di tutto ciò: cioè che Norah, che aveva sempre creduto in Gerard nonostante tutte le sue sfortune, si stava ricredendo sul suo conto, iniziando forse a vedere quello che era veramente: un fallito. Un nessuno. Un niente. Gerard avrebbe voluto replicare, avrebbe voluto difendere la sua causa, dire che non era vero, che anche lui valeva qualcosa, che doveva solo dimostrarlo. Ma gli mancavano le parole. Forse perché anche lui non riusciva a convincersi di ciò.

Non chiamato, il medico fece capolino dalla porta e, senza il minimo tatto, disse: «Se volete potete entrare anche voi…».

Per un attimo tutti si guardarono l’un l’altro, indecisi. Poi Mikey si avvicinò alla porta, in attesa di Gerard per entrare. Norah si sedette su una sedia lì vicino, non senza aver prima lanciato uno sguardo eloquente a Gerard: era giunto il momento di portare le sue scuse a quel poveretto, anche  prostrandosi a terra se fosse stato necessario. Così, non vedendo altra via d’uscita, Mr Way si fece coraggio e varcò la soglia della stanza seguito a ruota dal fratello.

Katy Russel, l’appariscente fidanzata del malcapitato, era seduto in un angolo e, continuando a masticare la sua gomma, sfogliava distrattamente una rivista di moda spuntata da chissà dove, come se nulla fosse. Invece il signor hamburger era seduto sul letto, con un aria a metà tra l’irritata per ritrovarsi in ospedale e sorpresa, e, come pensarono i due fratelli Way appena lo videro, senza quel costume ridicolo addosso sembrava un’altra persona. Se non fosse stato immobile in un letto, con una gamba ingessata, le guance arrossate e se non sbuffasse in continuazione mordendosi il labbro inferiore, bè, diciamo che in una situazione completamente diversa sarebbe risultato quasi simpatico.

Appena vide Gerard, lo sguardo del nanetto si posò attento su di lui, seguendo ogni suo movimento. Evidentemente fin dal primo momento in cui si era svegliato aveva atteso quel momento, il momento di quando quel pazzoide che l’aveva investito veniva a porgergli le sue scuse… magari in ginocchio. Ma Gerard non aveva la minima intenzione di inginocchiarsi, così si limitò ad avvicinarsi al letto, porgendo la mano al tipo.

«Piacere… ehm… sono Gerard Way… questo è mio fratello Mikey… ehm… io sarei…».

«Lo stronzo che mi ha appena investito».

«Ehm… sì. Mi… mi dispiace tanto… Davvero… Io non avevo intenzione di…».

«Sìsì, ho capito» fece quello sbrigativo per poi stringergli la mano, ma suonando tutt’altro che cordiale. «Veramente piacere, Frank Iero».

A quel punto Gerard non seppe più che cosa dire, ma guardando dritto negli occhi nocciola di quel nanetto malefico che si faceva chiamare Frank Iero, aka il signor hamburger, ebbe la netta sensazione che quella faccenda non sarebbe finita lì.

Ebbene, eccomi di nuovo qui. Leggendo le recensioni, devo ammettere che devo un milioni di euro a parecchie persone, tutte quelle che hanno indovinato l'identità del misterioso uomo-hamburger aka Frankieeeeeee. Eh sì, poveretto, bel lavoro che si ritrova no? Vabbè approfondiremo meglio la sua vita nel prossimo capitolo, dove vedrò di continuare anche la faccenda di Norah e Gerard. Sperando di non avervi annoiato troppo, passiamo ai ringraziamenti:

OOgloOO: proprio povero povero Frank... ma non più povero di Gerard! Per Ray e Bob dovrai aspettare il prossimo capitolo... adesso vedo se riesco a metterli tutt'e due... comunque Bob dovrebbe esserci quasi sicuramente (diciamo che non ho ancora una trama precisa)

princes_of_the_univers: mi dispiace ma non posso dirti cosa succederà Xd sennò mi brucio il fattore sorpresa. Comunque si accettano scommesse e suggerimenti di ogni tipo sulla trama...

friem: cazzo, hai ragione! quando l'ho scritto non mi ricordavo che Frank è vegetariano XD bè, meglio per il mio piano diabolico... Sì, sono molto cattiva con loro eh?

rou: grazie mille davvero! Mi fa piacere che qualcuno apprezza la robaccia che scrivo XD  e sì, anch'io quando ho pensato a che lavoro far fare a Frank mi è venuto subito il mente l'uomo-hamburger (che sia qualche reminescenza del video di "I just wanna live" dei Good Charlotte? mah). Probabilmente perchè è l'unica persona al mondo che non riuscirei ad immaginare dietro ad un scrivania...

Dominil: aggiornare presto? eh tesoro per quel che mi permette la scuola dimmerda... ce la metterò tutta comunque... a presto!

Che dire? Continuate a seguirmi in molti, mi raccomando!!!!!

  
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