14/11/2014
1 recensioni“Makoto...”
riesco ad udire la tua voce. È un suono così caldo e rassicurante.
Stai piangendo, Haru? Le tue parole sono spezzate dai singhiozzi.
Non è tuo solito comportarti così, tu non hai mai pianto.
Non stare così. Mi fai star male.
“Makoto, ti prego... Rispondimi...”
Sento le tue mani scuotermi.
Stai tremando. Hai paura, Haru?
Non ti preoccupare, io riesco a sentirti.
I miei occhi non possono vederti e le mie mie braccia non possono stringerti, ma il calore delle tue mani mi riscalda.
Se avessi la forza, le prenderei e non le lascerei più.
“E' tutta colpa mia...”
No, non fare così. La colpa non è né tua, né mia.
Vorrei stringerti al petto e fermare le tue lacrime.
Sento come una pressione al petto, non riesco a respirare regolarmente.
Quel momento, il mio momento, è arrivato.
Il rumore rallenta. Tic... Tic... Tic... Diminuisce sempre di più.
“No... Non è possibile...”
Ti sento imprecare contro quel rumore.
Continui a stringermi le mani.
La tua voce è sempre più lontana.
Sento le tue lacrime bagnare le mie mani. Allora stai davvero piangendo.
“Makoto, ti prego... Non mi lasciare...”
La tua voce si è ridotto ad un sussurro.
Io non ti sto lasciando, Haru.
Sento che le mie forze stanno diminuendo.
Il rumore è sempre più lento.
Non riesco più a stringerti le mani.
Tu stringile, più forte che puoi.
In questo momento ne ho davvero bisogno.
“...Perdonami...”
Non c'è bisogno che io ti perdoni, Haru.
Perché tu non hai colpa di niente.
Riesco ad aprire gli occhi per un attimo.
La tua immagine è sfocata, ma riesco a riconoscere i tuoi bellissimi occhi.
“Haru... Io ti-”
Il rumore si ferma, le mie mani cascano.
I miei occhi si chiudono di nuovo.
Non sento più la tua voce.
Spero che tu abbia sentito la mia.
Ci rivedremo, e ti aspetterò fino a quel momento.
Tachibana Makoto, 16 anni, studente al liceo Iwatobi.
Il paziente era in coma da 16 settimane in seguito ad un annegamento.
Il suo cuore, dopo lunghe battaglie, ha alla fine ceduto.
Un cuore così piccolo, per un amore troppo grande.