Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Wendy_Dreams    15/11/2014    1 recensioni
Michael Jackson e Freddie Mercury. Destini differenti, ma intrecciati dal destino di una persona... Non sarà la solita storia d'amore strappalacrime come potreste aspettarvi, ma affronterà un aspetto ben più profondo dell'amore: l'amore di un padre per una figlia, dai punti di vista di Michael e Freddie...
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 37
Los Angeles, 25 giugno 2009
Melanie P.o.V.
Sono al computer per fare una ricerca, Prince e Paris stanno guardando i cartoni animati, li sento ridacchiare, Blanket é accanto a me con i pastelli sparsi sul tavolo che disegna, ha una grande passione per il disegno e ha anche talento secondo me. Grace é in cucina e sta preparando il pranzo. Tra poco papà dovrebbe alzarsi. Sì, lo so é un po' tardi per dormire a quest'ora, ma lui é tornato tardi dalle prove, quindi si può perdonare... 
Sento un rumore all'ingresso e dopo poco sento il dottor Murray salutare Grace che dopo poco sale le scale per la visita quotidiana a papà.
Sento dei rumori strani, o meglio delle voci, provenire dal piano di sopra. Non riesco a capire che succede. Sembra il dottor Murray, l'altra voce mi sembra Albert, uno dei bodyguard, ma non sento papà... E visto che gridano così forte, dovrebbe essersi almeno svegliato. Perché stanno gridando? Che succede?
Salgo al piano di sopra, Albert esce dalla stanza di papà -Albert, che succed- non finisco la frase che come un fulmine ritorna con una borsa tra le mani. Mi avvicino. Non so cosa sta succedendo. Non so cosa aspettarmi. So solo che sto avanzando verso la camera di papà, in silenzio. Continuo a sentire le voci, ma non riesco a comprendere le loro parole, sono concitati. Sto per abbassare la maniglia, quando Albert a sorpresa apre la porta -Oh, Melanie! Che ci fai qui?- sembra voler coprire la porta
-Ho sentito dei rumori. Cosa sta succedendo?-
-Niente signorina, é tutto a posto- guardo dentro la stanza, nonostante Albert voglia coprirmi la visuale: papà é a terra, il dottore é al telefono e non sta facendo niente?!
-Qui sta succedendo tutto tranne che il niente! Niente é a posto!!-
-Stia tranquilla, il dottore sta sistemando tutto...-
-Sta parlando al telefono! Non sta facendo niente! Spero almeno che stia parlando con l'ospedale!-
-Albert- il dottor Murray lo chiama
-Il dottore sta sistemando tutto. Torni al piano di sotto- e si gira chiudendosi la porta dietro e non posso fare altro se non tornare di sotto.
Trovo Grace -Che succede Mel? Tutto a posto?- riesco solo a fare segno di no con la testa -Che succede?-
-Papà... Ha qualcosa...-
-Cosa?- mi prende per le spalle
-Non lo so... Il dottore credo che stesse chiamando un ambulanza...-
-Un ambulanza? Ma che cos'ha?-
-Non lo so, Grace... Non lo so...- Grace si allontana da me e chiude la porta del salone, sicuramente non vuole far vedere niente ai miei fratelli. Dopo poco arrivano dei paramedici, uno di loro ci chiede -Dov'è?- 
-Al piano di sopra- risponde Grace al mio posto, mi sento inerme, incapace di qualsiasi movimento, mentre i paramedici vanno di sopra -Dai, Melanie, proviamo a spiegarlo ai bambini- la seguo in salone e Prince, Paris e Blanket ci guardano
-Cosa sta succedendo?- chiede Paris
-Papà... Papà... Al momento non sta bene e sono venuti degli infermieri per portarlo in ospedale...- spiega Grace
-Addirittura in ospedale?!- dice stupito Prince
-Sì... E che... E che ha... Che cos'ha?- continua Grace rivolgendosi a me
-Non lo so...- sospiro
I paramedici portano papà in ospedale e noi li seguiamo con la nostra auto. Ci ritroviamo nella sala d'attesa del pronto soccorso. Grace ha avvertito anche il resto della famiglia che si stringono intorno a noi nell'attesa.
Continuo a picchiettare il piede sinistro, non ci dicono niente... Mi volto e guardo i miei fratelli sono preoccupati, molti pensano che siano troppo piccoli per capire, ma in realtà capiscono molto di più di quello che crediamo... -Papà ce la farà?- mi chiede Prince scostandosi un ciuffo dagli occhi
-Non so... Ormai non so più niente...- appoggia la testa sulla mia spalla sinistra e mi accorgo che anche Paris ha fatto la stessa cosa alla mia destra e Blanket si allunga per stringermi la mano...
Un dottore, finalmente, arriva da noi ci alziamo tutti e quattro quasi all'unisono ci avviciniamo al medico che abbassa lo sguardo appena ci vede -Allora?- chiedo
-Mi dispiace... Ma... Vostro padre... Non ce l'ha fatta-
-NO!- mi accascio e crollo sulle ginocchia, sento Paris che scoppia a piangere, Prince é immobile che fissa un punto indefinito e Blanket singhiozza, seguendomi sul pavimento e stringendomi il braccio. Non capisco più niente mi sento tirare su, delle braccia mi cingono e le mie lacrime sgorgano senza sosta. Il mio cuore mi fa male. Tutto mi fa male.
Sono orfana. Di nuovo.
            ***
Los Angeles, 25 giugno 2010
Melanie P.o.V.
É passato un anno. Questi dodici mesi sono passati in maniera strana. Adesso vivo con Jason... Con Prince, Paris e Blanket... E con mio figlio Michael Joe. Ha quattro mesi. Ho saputo di aspettarlo il giorno prima che... Che papà... Che gli succedesse quel che é successo... Glielo avrei detto quel giorno a pranzo, prima delle prove. Lui adorava i bambini, sarebbe stato contento di sapere che avrebbe avuto un nipotino... L'ho chiamato come lui per ricordargli in futuro che anche se non c'è fisicamente il nonno ci sarà sempre... Sono sicura però che non avrebbe voluto che gli dessi il suo nome... Avrebbe voluto per lui un nome più moderno o qualcosa del genere, ma penso anche che ne sarebbe stato orgoglioso, un po' come tutti i nonni... E ne sono orgogliosa anch'io, perché vorrei che diventasse anche solo un pizzico come lui... Lui era fantastico... Era generoso, altruista e tanto altro... Era un grande uomo... Era un grande padre... Il migliore che potessi avere... Non dimentico Freddie... Anche lui era un grande padre, é stato con me per undici anni, mi ha cresciuta come se fossi sua figlia e mi ha donato fino all'ultimo briciolo di amore... E non ne sarò mai abbastanza grata... Senza di lui non so dove sarei in questo momento. Senza di lui non sarei la persona che sono oggi... Senza di lui non avrei mai incontrato papà...
Jason e il piccolo mi hanno salvato, ero depressa dopo la dipartita di papà, con loro ho potuto impegnarmi e risollevarmi dalla mia malinconia e in più dovevo occuparmi dei miei fratelli, so che non sono miei fratelli al 100%, ma lo stesso gli voglio bene e siamo uniti come se lo fossero e come tali devo prendermi cura di loro, perché so com'è sentirsi soli nel mondo e io non voglio fargli provare quella sensazione. Ti senti vuoto, solo, ti sembra che nessuno si importi di te, e credetemi, non é bella sensazione. Sono piccoli, capiscono tante cose e non voglio che capiscano la solitudine, non voglio che entri nei loro cuori, ne basta una che ha provato quella sensazione non serve che la provino anche loro... Jason, Mickey Joe, Prince, Paris e Blanket occupano le mie giornate, sono le mie ragioni di vita, devo ringraziarli, per tutto quello che provano per me... 
Blanket sta giocando con Mikey Joe sul tappeto, ma si accorge di me e di una lacrima che mi sfugge dagli occhi, si alza tentando di prendere in braccio il piccolo, e lo aiuto prendendolo io e mi abbraccia, mi stringe forte e ricambio. Jason entra in quel momento e sciogliamo l'abbraccio, metto Mikey Joe nel suo passeggino, Blanket si allontana nella sua stanza, mi avvicino a Jason e lo abbraccio, inizio a singhiozzare, mi accarezza i capelli, come si fa per calmare i bambini dopo un brutto sogno 
-É solo un brutto sogno- sussurro
-Non é un brutto sogno...- mi bisbiglia triste nell'orecchio
-Vorrei che lo fosse... Almeno potrei risvegliarmi e tutto sarebbe come era prima...-
-Niente sarà come prima, ma dobbiamo andare avanti...- sospira -Sicuramente avrebbe voluto che fosse così...-
-Hai ragione- mi dà un bacio sulla fronte e poi uno sulle labbra, ma non sciogliamo l'abbraccio...
Ha ragione, dobbiamo andare avanti, lo vorrebbe anche lui, non vorrebbe vederci così tristi
-Dobbiamo, per te... Per noi... Per i tuoi fratelli... Per nostro figlio...- continua sospirando tra i miei capelli.
Andremo avanti, ma nei nostri cuori lui ci sarà sempre... I ricordi di lui non svaniranno mai, sono indelebili, marchiati a fuoco nei cuori, nelle nostre anime... E così sarà per sempre...
 
FINE

Note dell'autrice
Siamo arrivati alla fine. Tutto prima o poi si conclude e anche questa storia si é conclusa. Vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno letto, quelli che mi hanno recensito e chi mi ha solo letto in silenzio. Davvero un grande, grandissimo grazie.
C'é un però. Non ho finito di scrivere, infatti settimana prossima o comunque nelle prossime settimane inizierò due nuove storie, che pubblicherò a settimane alternate. La prima si intitola Il punk non é morto e sarà tutto una sorpresa... Il secondo sarà una raccolta di momenti mancanti della storia Due padri e si intitolerà Due padri: Ricordi. Spero che leggerete queste e tutte le mie prossime storie.
Ancora grazie
Diana87
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Wendy_Dreams