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Autore: Aleena    15/11/2014    0 recensioni
Rapporto: scudi a terra, armi alla minima potenza. Nemici in sovrannumero disturbano le...
... la notte. I ribelli...
... nessuno.
Riuscite a sentirci?
Qualcuno di voi riesce a sentirci?
____
[4a Classificata al Contest "This is War" indetto da ManuFury sul forum di EFP]
Genere: Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO IX
 
 
  Dall’alto della sua posizione, il generale fisso Santiago senza una mossa o un fiato.
  La furia sul suo volto era simile ad una tempesta: cambiava i contorni della pelle con una rapidità impressionante, lasciando il disegno generale intatto. Odio, delusione, orgoglio ferito e desiderio di sangue si alternavano su quel viso solitamente composto rendendo quel generale di ghiaccio inspiegabilmente fragile. Spogliato della sua dignità tornava ad essere un uomo, spezzato, sofferente e patetico come, e forse più, di tutti gli altri. Eppure era questa la creatura a cui avrebbe affidato la sua missione.
  Santiago teneva le mani lunga davanti a sé, allungando la foto con uno slancio quasi teatrale, i muscoli tesi nello sforzo di raggiungere una vetta cui non sarebbe mai più arrivato. I connettori della gamba metallica mandavano un fruscio sinistro, spegnendosi: sibille del destino che lo attendeva, lo costringevano al suolo, immobile.
  «Apritela, signore.» disse Santiago, usando il gergo formale col quale si era sempre rivolto a lui. Questo parve scuotere il generale, che allungò appena la mano, costringendo il traditore ad allungarsi fino al limite estremo per consegnargli la foto.
  Le mani del generale tremarono mentre staccava lo scotch ingiallito dal tempo e voltava il lembo, rivelando il volto di un giovane biondo che sorrideva felice, la camicia gialla macchiata da un’impronta marrone che poteva essere solamente sangue vecchio. Nonostante i tratti deformati dal solco della piega, il ragazzo nell’immagine era senza ogni dubbio uno sconosciuto.
  «Hai parlato di una famiglia. Ma non hai mai detto che era la tua.» disse il generale con voce spezzata, staccando con ira gli occhi dall’immagine, come se questa l’offendesse.
  «Non l’ho fatto. Signore. Le piacerebbe ascoltare l’ultima verità di un traditore?» sussurrò Santiago. Il braccio palpitava, sempre più rosso, mentre le luci del Marchio pulsavano con un’intermittenza lieve, scivolando dal blu al viola, sempre più veloci. Anche il generale lo guardava, adesso.
  «Quanto?» chiese.
  «Non molto. Il chip è relativamente nuovo… per me. Ce l’aveva lui nel braccio.» ed indicò la foto, con un’espressione di dolore e affetto profondo. «Santiago. Il padre, l’ufficiale, la prima vittima. Aveva quarant’anni quando l’ho trovato disteso in una pozza di sangue, con una pallottola nella testa e la foto fra le dita. Era spagnolo sa? Come lei. Era… forse sette, otto mesi fa. A… a quel tempo già sapevo parlare la vostra lingua come, se non meglio, di voi, ma avevo appena valicato i Pirenei.
  «Viaggiavo con un gruppo di incursori scelti. Ci hanno allenato fin da piccoli per questa missione. Per riprenderci ciò che è nostro. I Dottori… i Dottori sono la chiave della salvezza di questo mondo. Sedici maestri in sedici arti diverse. Sedici grandi menti al lavoro per un unico progetto. Meraviglioso e fragile, come la tela di un ragno. Non appena la stabilizzeranno, quella piccola macchina pulsante sarà in grado di bonificare il mondo, eliminando il cancro invasore della terra e quello flagello dell’uomo. Quanto pensa che valga?
«Ci hanno ingannati. Hanno detto che volevamo tenere la scoperta per noi. Venderla. Renderci schiavo il mondo. Nessuno l’aveva pensato, nessuno lo voleva. Come possiamo pensare di salvarci? Come possiamo governare un mondo vuoto e infertile? Con l’oro? Che cazzo ce ne saremmo fatti dell’oro?» domandò il traditore, afferrandosi un polso. Soffriva, le parole che uscivano a scatti frementi dalle sue labbra. Sudava a causa della temperatura aumentata dalla fusione del chip nel suo avambraccio, dove la cicatrice recente della messa in atto del Timbro brillava bianca sulla pelle bordeaux, ennesima conferma.
  «No. Non ancora. Aspetta… io... noi! Noi, non volevamo nulla di più che vivere. Poi è iniziata la propaganda, e prima che potessimo capire perché, le bombe cadevano sulle nostre città, distruggendo monumenti vecchi di secoli e miliardi di persone. Distruggendo una cultura. Le atomiche, le maledette atomiche!
  «Col pretesto della giusta ragione ci hanno invasi, derubandoci di tutto ciò che avevamo creato, tutto ciò che ci era rimasto: un laboratorio mobile, una cura valida per metà e i sedici geni che avevamo riunito per completarla. Ci avete trascinato in guerra. Voi, con le vostre bugie. Voi, con la vostra propaganda e la sete di potere.
  «Ho visto la mia gente morire per la sola colpa di voler vivere e, per salvarla, mi sono dovuto unire ai carnefici… ho combattuto, ucciso, mangiato, parlato, scopato con voi! Tutto… tutto per poter cercare un ingaggio, per creare la fiducia, per diventare un coscritto, poco meno di uno schiavo. E poi è arrivata Lleida e il cadavere di Santiago. Era la mia occasione e l’ho colta. Dodici persone sono morte quel giorno, sostituite dai miei compagni. Ma solo io avevo la foto, solo io sapevo… sapevo che… anche voi, come noi…» ormai rantolava, gli occhi che si giravano a mostrare il bianco sempre più spesso. La pelle intorno al chip era insensibile, già in viaggio verso il mondo in cui la sua anima l’avrebbe raggiunta. «Lui… aveva perso tutto. Come me. E allora dissi… dissi a Raoul… che volevo salvare anche loro. Avrei fatto qualunque cosa perché nessun uomo finisse ancora nella polvere, solo e dimenticato. Anche uccidere… voi, e con voi. E ora… se ora tu porterai quelle persone dal tuo re… tutti… tutti loro… saranno morti invano. Io, i soldati del terzo, quel povero pazzo che ha fatto parte del lavoro per me. Alona. Santiago. Spariranno tutti. Come questa terra. Il diario… solo tu puoi sbloccarlo. Ha… le tue credenziali. Lì c’è… lui. Trovalo. Leggilo. Ti prego. E… portala a la Manga. Era uno dei suoi sogni. Falle fare il bagno, lasciala lì. Lasciala…» lo sguardo del traditore era fisso sul cadavere di Alona. Pianse una lacrima sola, l’ultima, per lei, poi il suo cuore esplose e lo catapultò lontano, verso il luogo in cui scontavano le loro pene gli eroe senza onore. 
  
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