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Autore: FairySweet    16/11/2014    1 recensioni
... "Perché sei ancora qui?" ma quello sguardo orgoglioso e vivace, figlio del tempo, figlio di un ricordo che custodiva gelosamente non accennava ad abbassarsi "Perché sei qui?" ma più provava a parlare con lui e più tutto diventava lontano e sfocato, lontano da loro, lontano dal mondo, lontano da ogni cosa che fino ad ora l'aveva sempre tenuta al sicuro ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Ristori, Antonio Ceppi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                      Dipinto di Vita 




“Non sono sicuro che tu abbia capito l'importanza delle mie parole” “E io non sono sicura che tu sia tornato a casa sano e salvo” “Davvero?” sorrise finendo di allacciarle il vestito.
Un nastro dopo l'altro stringeva quel corpetto di seta avendo cura di lasciarla libera di respirare, di muoversi come più le piaceva “Non volevi più indossare corpetti, dicevi che erano una costrizione e ora cambi idea” “Non indosso abiti troppo pesanti né ingombranti ma solo il tuo dono” le baciò la schiena nuda salendo fino al collo “Duca, dovreste finire di allacciare il vestito altrimenti i nostri ospiti aspetteranno ore intere” “E voi lasciateli aspettare” sussurrò voltandola dolcemente verso di sé “Hai una vaga idea di quanto tu mi sia mancata?” seguì con le dita il contorno delicato del viso scendendo fino al collo “Non posso perderti” “Perché dovresti?” domandò confusa stringendo la mano attorno alla sua “Non lo so, è questa strana sensazione che non … non posso perderti” “Non mi perderai” strinse più forte le dita attorno alle sue trascinando dolcemente quell'intreccio delicato sul suo seno “Lo senti? Questo battito appartiene solo a te Gregorio” ma lui sospirò posando la fronte contro la sua “Dobbiamo proprio farlo?” “Tuo padre ha voluto questa festa in tuo onore. Vuoi deluderlo?” “Credi che si arrabbierebbe?” “Oh andiamo!” esclamò divertita tornando a guardare lo specchio “Il giovane conte Fermi sarà presente” “Ti eri scordata questo piccolo particolare?” domandò indispettito tornando a stringere i lacci del corpetto “Oh per favore, tua figlia è innamorata di lui, come puoi tenerli lontani?” “La mando a vivere in Francia per il resto della sua vita” “Ti odierà per il resto della sua vita, è davvero questo che vuoi?” scosse leggemente la testa posando un bacio leggero sul suo collo.
Se sua madre avesse visto quell'attimo di dolcezza sarebbe andata su tutte le furie “Esistono le serve per questo Anna! Come ti viene in mente di chiedere a tuo marito una cosa del genere!” ma era certa, che se avesse impedito a Gregorio quel semplicissimo gesto l'avrebbe visto impazzire.
La sua vita assiema lui era diversa, lontana dalle costrizioni dell'etichetta, libera dalle catene della normalità.
Dormivano assieme tutte le notti, si svegliavano baciando il sole e ridendo abbracciati mentre il vento leggero accarezzava i loro corpi.
Erano sposati, sposati l'uno all'altra, sposati davanti a Dio e l'amore che li travolgeva giorno dopo giorno era troppo forte per essere incatenato.
I piccoli gesti quotidiani, mangiare assieme, passare ore sdraiati nel letto coperti solo della propria pelle e di quel sorriso tenero che riempiva i loro cuori.
Era di quell'uomo che si era innamorata, con lui aveva riscoperto la vita e di lui viveva ogni giorno che passava “Lo sai … quando ho fatto confezionare quest'abito pensavo alla bellezza che risplendeva sul corpo della modella ma ora …” posò le mani sulle sue spalle sorridendole “ … ora resto senza fiato duchessa perché voi siete perfetta” “Mi fate arrossire duca? Lo sapete che questo comporta conseguenze gravi” “Davvero?” ribattè divertito ma lei alzò gli occhi al cielo sfilandosi dalla sua presa “Devi proprio ripartire?” “Mio padre ha bisogno di pace e tranquillità, come può trovarle se i suoi esercizi commerciali continuano a mandargli lettere e missive? Ma non temere …” sussurrò sfiorandole il volto “ … tornerò presto” “Lo so” rispose abbassando qualche secondo lo sguardo “Il dottor Rinaldi è partito ieri per Napoli” “Per fare cosa?” esclamò irritato passseggiando nervosamente per la stanza “Non è per girovagare l'Italia che lo pago! Dovrebbe restare qui, inchiodato a questa casa senza muoversi di un passo” “Lo sai che questa riunione è molto importante, saranno presenti tutti i luminari di Torino. Resterà solo per pochi giorni e qui ci sono i suoi assistenti, se dovesse servirmi qualcosa posso …” “No” esclamò voltandosi verso di lei “Non lascerò mia moglie nelle mani di qualche dottorucolo troppo giovane e sciocco” “Parli come se avessi un male da cui è impossibile guarire” “Anna” le mani si strinsero dolcemente attorno alle sue spalle costringendola ad alzare lo sguardo “Non voglio che mia moglie sia in mani troppo giovani. Sistemerò la cosa nel modo più appropiato vedrai” “Scordatelo” esclamò ironica scivolando via dalla sua presa “Ma non ho nemmeno …” “Vi conosco duca, vi leggo nel pensiero e vi dico già da subito che non è una cosa che posso accettare” “Non è una cosa che puoi scegliere Anna. Ti lascio libera di vivere come più tu piace perché è giusto così, perché ti amo da morire sposa mia ma la tua salute, la tua vita, il tuo sorriso sono nelle mie mani dal giorno che davanti a Dio hai detto sì ed è compito mio proteggerli e se per farlo devo indispettirti per qualche giorno lo farò e tu …” ma lei scoppiò a ridere scuotendo leggermente la testa “Andiamo amore mio, i tuoi ospiti aspettano” l'ironia era sparita, la rabbia o lo sconforto volatilizzati, c'era solo un sorriso enorme così invitante e bello da cancellare ogni altra cosa “Ucciderò mio padre, lo farò prima del tempo” “Mentre pensi al modo di imbrogliare il tuo furbissimo padre puoi sorridere per favore? Il prefetto non si aspetta di certo un uomo imbronciato” prese per mano il marito e tirandolo dolcemente in avanti lo costrinse a muovere un passo e poi un altro ancora fino alla porta e a quella musica lontana che non aveva mai amato.


“E voi cosa ci fate qui?” “Non posso passare a trovare un buon amico?” “A Genova?” “D'accordo” esclamò allegro Gregorio posando sul tavolino un pacchetto amabilmente confezionato “Avevo degli affari da chiudere per conto di mio padre e ho pensato di venirvi a trovare ma come potevo presentarvi da voi senza un regalo adeguato?” “Duca non dovevate disturbarvi per …” “Per una nuova piccola vita? Suvvia non siate sciocco! Dov'è la vostra amabile moglie?” Antonio sorrise voltandosi leggemente verso il giardino che splendeva al di fuori delle finestre “A passeggio nel parco. Prego duca” Gregorio annuì appena sedendo sul divano di fronte a lui.
Un paggio si avvicinò con un vassoio d'argento dove due calici di vino brillavano sotto la luce del sole “So che non è all'altezza delle vostre cantine ma è molto buono”Sarà buonissimo” “Allora, come state? Come stanno i vostri figli?” “Oh loro stanno bene. Ludovica cresce sempre più velocemente e Edoardo sta imparando a cavalcare” “Di già?” “Mio padre crede che l'infanzia sia l'età migliore per imparare le grandi cose. Io non ero molto più giovane di mio figlio quando ho imparato a cavalcare e a tirare di scherma” “E vostra moglie è d'accordo?” "Vedete amico mio, mia moglie è quella che lo sfida costantemente” “Scherzate?” “Potrei mai farlo?” ribatté sorseggiando il vino “La conoscete Antonio? Credete davvero che un mio divieto verrà mai rispettato? Lei e mio figlio fanno a gara per vedere chi arriva prima al boschetto di faggi” “E non … non credete sia pericoloso?” “Ogni volta” esclamò deciso “Mi aspetto sempre che uno dei due torni indietro con il volto graffiato o qualcosa di mancante" "Come fate a viaggiare così tranquillo?" ribattp divertito "Io impazzirei" "Restare a casa non mi regalerà ore di pace. Ieri stavano passeggiando nel parco della tenuta, lo so che cavalcare non è sinonimo di riposo ma Anna ama la libertà e credo che nostro figlio abbia preso da lei questa voglia folle di scoprire le cose …” posò il calice concentrandosi sull'espressione di Antonio “ … c'era profumo di pioggia nell'aria, le ho detto mille volte di rientrare quando sente i tuoni in lontananza, che è pericoloso e che gli animali si spaventano facilmente” “Anna è … sta bene?” ma l'altro sorrise appena riprendendo il suo racconto
“ … mio figlio voleva giocare, voleva imparare a cavalcare così bene, da non essere costretto a sopportare un mio rifiuto quando mi avesse chiesto di accompagnarmi nelle battute di caccia e mia moglie ..." si fermò qualche secondo riprendendo fiato, quasi come se il peso di quel passato giovane e fresco facesse un male atroce " ... lei  ha acconsentito a quel gioco innocente ma un tuono ha spaventato il cavallo di Edoardo costringendolo a scappare via” scosse leggermente la testa sconvolto da quelle parole che lui stesso faticava a riconoscere “Edoardo è troppo piccolo per controllare un cavallo così grande ma Anna l'ha raggiunto e ...” “Anna?”  “Anna ha cavalcato al suo fianco incurante della pioggia o  dei tuoni. Era accanto a lui e l'ha preso per un braccio trascinandolo sulla propria sella. L'angelo custode che pago per proteggerli era già al loro fianco e ha tirato le redini di Vento impedendogli qualche brusca deviazione” “Vostro figlio sta bene?” domandò preoccupato Antonio “Mio figlio è talmente testardo che questa mattina è salito a cavallo di nuovo” “E vostra moglie è …” “Più testarda di lui” sbottò ironico giocherellando con un laccetto di cuoio “Li ho lasciati mentre decidevano chi dei due sarebbe partito per prima” “Forse dovreste impedirle cose del genere per qualche giorno. Anna non pensa mai a quello che … per lei la vita è una corsa continua e se non la fermate ho paura che …” “Dovreste vedere l'espressione sul volto di mio figlio. È incantato, innamorato di sua madre, sapete, all'inizio Edoardo era spaventato dai cavalli. Erano troppo grandi per lui e da lassù si sentiva solo, fuori posto  ma quando ha visto sua madre cavalcare  accanto a lui è cambiato di colpo. Il suo viso si è illuminato e la paura è sparita” Antonio sorrise seguendo ogni parola, quasi come se da quel discorso potesse ricostruire pezzo dopo pezzo l'immagine di quel giorno “Non devi aver paura bambino mio, è solo un modo diverso di giocare” “Cosa?” domandò tremante ma Gregorio annuì leggermente ripetendo esattamente le stesse parole “Fu questo che gli disse e mio figlio ha dimenticato di colpo la paura lasciandosi guidare dalle sue parole” “Duca, lo so che forse posso sembravi inopportuno" "Non fatevi di questi problemi amico mio" "Come sta vostra figlia?" ”Ludovica è ..." "No, no non ..." fece un bel respiro tentando di mettere in fila due parole sensate ma lo sguardo confuso sul viso dell'uomo lo costrinse a continuare “Vedete, ero molto legato a lei e …” “È diventata una giovane donna. Bella, intelligente, terribilmente furba. Assomiglia tanto a sua madre e a quanto pare, ha un fidanzato che le vuole davvero molto bene” “Davvero?” “Per quanto possa essere in disaccordo sulla cosa. A che servirebbe opporsi? Non è forse compito delle figlie rovinare il sonno dei propri padri? Se mia figlia è felice non posso che esserlo per lei” “Siete davvero un ottimo padre” “E voi?” “Io?” ripeté confuso posando il bicchiere “Siete pronto per un piccolo umano che piange e che reclama per sé ogni attenzione materna?” “A dirvi la verità duca, non vedo l'ora di incontrarlo” “Sarà qualcosa che non dimenticherete mai. Diventare padre cambia la vita. Cosa preferite dottore?” “Non ha importanza, purché sia sano e forte” la porta si aprì dolcemente e una giovane donna sorridente fece capolino.
“Oh … scusatemi, non volevo interrompere la vostra …” “Voi non avete idea del tempo che ho passato ad immaginarvi cara Ludovica” “Spero che i vostri pensieri siano stati ripagati” baciò la pelle fresca di quella mano tesa verso di sé sorridendo “Più che ripagati. Allora, come state? Come vi sentite?” “Un po' stanca ma credo sia normale, è natura” “State facendo la cosa più importante del mondo, siatene fiera” arrossì leggermente sedendo accanto al marito “Siete molto graziosa sapete? Sono certo che lo sarete altrettando dopo aver dato alla luce il vostro bambino” “Voi dite?” domandò con un filo di voce ma Gregorio annuì deciso sorridendo “Mia moglie è più bella di quanto non sia mai stata. Mi ha regalato due bambini meravigliosi e il suo corpo è lo stesso che ho amato la prima notte di matrimonio. È come se tutto attorno a lei fosse cambiato ma lei no. È sempre la stessa meravigliosa donna che incontrai molti anni fa” “Siete davvero innamorato della vostra Anna” Antonio trasalì leggermente nascondendosi dietro ad un sorriso falso e bugiardo“Davvero?” domandò divertito “Come fate a dirlo?” “Perché l'amore che vi lega a vostra moglie si percepisce nell'aria. Quando parlate di lei la rendete reale. È come un quadro che lentamente prende vita davanti ai nostri occhi. Più la ricordate e più ci costringete a vederla, ne dipingete i colori come un pittore fa con la sua preziosa tela” “Avete ragione” sussurrò inclinandosi leggermente verso di lei “Lei è la mia tela preziosa” scoppiarono a ridere divertiti come se in realtà si conoscessero da una vita intera.
Così, passarono il pomeriggio a parlare, a raccontarsi vite che in qualche modo si intrecciavano tra loro toccandosi nell'intimo dell'anima e regalandosi esperienze.
Grazie a quei ricordi aveva imparato a dipingere Anna.
Sapeva bene che ogni parola era in qualche modo già studiata, preparata apposta per quella conversazione e sapeva anche che Anna era a conoscenza di ogni cosa, sapeva dov'era suo marito, perché, cosa stesse facendo ed era certo che non le importasse granché perché al sicuro nella sua preziosa vita, aspettava il suo ritorno cancellando di colpo il giorno appena trascorso e ricominciando da capo, come se quell'attimo passato non avesse più alcuna importanza.
  
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