Uno sbuffo di vapore si alza sopra la locomotiva scarlatta. Sbatto gli occhi, come intontita da tutto quello scalpiccio e da quelle risate. Ecco la mia nuova vita penso. Non sapevo di essere una strega fino a quando ho ricevuto una lettera giallognola, scritta con inchiostro verde petrolio, al cui interno c'era solamente ciò che avrebbe modificato il mio intero futuro.

E adesso eccomi qui, al binario 9¾, e mi guardo intorno e a un certo punto la mia mente si svuota, non sento più suoni, non vedo più I ragazzi davanti a me.
Che cosa ci faccio io qui?  
Come ci sono finita in mezzo a questa gente?
Mi sento sola e impaurita, così spaventata dal futuro e da ciò che porterà. Ma devo affrontarlo, e nel migliore dei modi possibili.
Un corpo mi urta, ritorno bruscamente alla realtà e tutto mi sembra più familiare, meno strano; e I colori mi appaioni più accesi, le risate meno lontane, mi rendo improvvisamente conto di quanto tutto questo sia fantastico, come un sogno irrealizzabile. E sta capitando proprio a me.
Mi guardo alle spalle, dove la barriera magica mi divide dai miei genitori, dagli occhi lucidi di mio padre, dalla voce carica di amore di mia madre. Mi sembra ancora di sentire la mano di mamma sulla spalla, mentre mi dice:

"Sei pronta, tesoro?"

Io ho annuito e basta, e senza voltarmi indietro sono corsa incontro al muro e l'ho attraversato.

Niente lacrime. Devo essere forte.

E in realtà lo sono, per I miei undici anni, anche se a vedermi non si direbbe per niente.

Salgo sul treno, portandomi dietro il pesante baule; cerco una cabina vuota e mi ci infilo alla svelta, per nascondermi dagli altri ragazzi, anche se so che non dovrei. Dove sono finiti tutti i buoni propositi di prima, eh, Hermione? 
Mi chiedo come sarebbe se avessi saputo fin da subito di essere una strega, se avessi genitori come me; ma non mi vergogno di ciò che sono.

"No, Goyle. Non credo tu possa far levitare un drago tanto facilmente, viste le tue capacità."

Il ragazzo che sta parlando si interrompe di botto quando mi vede. E' entrato nella cabina in cui mi sono rannicchiata senza accorgersi della mia presenza, parlando con un altro ragazzo.

Socchiude gli occhi con circospezione, deve avere più o meno la mia età ed esssere al primo anno, ma sembra conoscere il mondo in cui sono stata catapultata. Con una punta di arroganza mi chiede:

"E tu chi diavolo sei? Non hai letto la scritta fuori dalla cabina? Questa è dei serpeverde, e chiaramente tu non lo sei."

Okay, calmati Hermione. Calmati. Quel paio di occhi color ghiaccio non stanno fissando te. Mi ripeto queste parole nella mente mentre mi preparo a ribattere.

"Chi diavolo sei tu! Non sembri molto più grande di me perciò non venire a spiegarmi cosa devo fare o non fare!"

Non sembra intimorito calla mia aggressività, affatto. Anzi, pare quasi divertito.

"Sei una mezzosangue,vero?"

I ragazzi dietro di lui scoppiano a ridere, ma io so cosa significa quella parola e non lo trovo affatto divertente.

Mi alzo infuriata e faccio per andarmene, esclamando:

"Addio, idiota"

Mi afferra per il polso, costringendomi a voltarmi e risponde tranquillamente:

"Io sono Draco Malfoy, non provare a chiamarmi così di nuovo. Comunque ti ricorderai il mio nome. Te lo prometto."