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Autore: strana90    16/11/2014    2 recensioni
Ricordate 'Genitori in trappola'? Il film che ha distrutto l'infanzia di tutti quanti quando abbiamo scoperto che Lindsay Lohan non aveva una gemella? Quello in cui due genitori si separano e si prendono ognuno una figlia per poi mandarle nello stesso campo estivo 11 anni dopo? Ecco.
Dean Campbell e Samuel Winchester, rispettivamente 13 e 17 anni, si incontrano al Camp Hunters. Segreti e intrighi del passato torneranno a galla.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Famiglia Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Capitolo 1

Il primo risveglio al campo per Sam fu ottimo. 
Sì certo, i letti non erano un granché se paragonati a quelli di casa o del Bunker ma, considerato che questo era un campo per Hunters, si era aspettato molto di peggio.  

Sam condivideva con suo nonno Henry la concezione che gli Hunters fossero stupidi scimmioni ammaestrati che riuscivano solo ad imbracciare armi e sparare. 
Suo padre, però, gli aveva instillato l’idea che non tutti fossero messi così male. Bobby, ad esempio, ed Ellen. John li aveva sempre descritti come ottimi amici, persone intelligenti e dedite alla ricerca e al sapere oltre che alle armi. 
Sam non aveva mai chiesto esplicitamente visto l’espressione che suo padre assumeva ogni volta che tirava fuori l’argomento, ma sospettava che sua madre potesse essere una Hunter e forse era per questo che avessero rotto ancor prima che Sam nascesse. 

La colazione fu divertente.
Molti dei Men of Letters erano contrari a mandare i propri figli al campo e quelli presenti erano tutti più grandi di Sam ma erano comunque molto amichevoli e avevano invitato Sam al loro tavolo, spiegandogli come funzionava il campo.

Camp Hunters era aperto per otto settimane ogni estate per circa trenta ragazzi figli di Hunters e Men of Letters. 
La funzione del campo era quella di tenere al sicuro i ragazzi, lasciarli vivere e interagire con persone della loro età per un periodo prolungato di tempo (molti Hunters, infatti, viaggiavano di continuo per il paese per cercare nuovi casi) ed insegnargli tutto ciò che avranno bisogno di sapere sui mostri, a partire dal fatto che esistono, e instillargli la consapevolezza che dovranno essere loro a difendere l'umanità, un giorno.

Tecnicamente non c’era nessuna regola che vietasse l’ammissione di ragazze al campo, ma fin dalla sua apertura non c’erano state più di una mezza dozzina di donne.

C’erano corsi di teoria del sovrannaturale dove veniva spiegato loro come riconoscere spettri, poltergeist, mostri, demoni, vampiri e licantropi seguendo le tracce e i residui lasciati e analizzando i campi magnetici e i cadaveri (I minorenni, tuttavia, non erano ammessi ai corsi in cui si mostravano le foto delle vittime). E poi, ovviamente, esorcismi e incantesimi da usare contro demoni e streghe. 
Poi c’erano i corsi pratici: accendere fuochi, scavare tombe (finte), fare cerchi di sale, disegnare trappole e rune protettive, lancio di coltelli, con la balestra e con l’arco, utilizzo di armi varie e altre cose da scimmie, quali sono gli Hunters. 

Gli altri figli dei Men of Letters sostenevano che, fatta eccezione per la pratica con la balestra e lo studio dei simboli da disegnare, fosse tutto piuttosto inutile e superfluo per loro; tuttavia Sam era ansioso di partecipare a tutti i corsi e imparare cose nuove che nè suo padre, nè tantomeno suo nonno gli avevano mai permesso di esplorare.
---
 
“Winchester vince di nuovo.” Ellen annunciò con un sorriso, segnando sulla sua cartellina i punteggi della giornata. La donna gli sorrise gentilmente. “Sei un asso con la balestra, Sam. Complimenti. Hai appena eguagliato il nostro record.” Gli disse prima di rivolgersi al gruppo di ragazzi che aveva appena gareggiato contro di lui. “C’è qualcun’altro che vuole provare a battere il nostro nuovo campione?” 

“Io.”

Sam si voltò a guardare chi avesse parlato, non riconoscendo la voce come una di quelle dei ragazzi che si erano allenati con lui in mattinata. 
Appoggiato ad uno degli alberi che circondavano il campo di tiro c’era un ragazzo sui sedici anni che li guardava con un sorrisetto compiaciuto. I capelli di un biondo quasi castano, le braccia incrociate sul petto. I suoi vestiti erano sporchi di erba e fango, Sam pensò che probabilmente aveva appena finito di partecipare ad uno dei corsi pratici.  O aveva appena finito di picchiarsi nel fango con qualcuno, l’aria da piantagrane quel tizio ce l’aveva tutta.

Ellen alzò gli occhi al cielo e rivolse un’occhiataccia all’adolescente. “Dean, tu non sei iscritto a questo corso.” Disse, l’aria di chi ha avuto questa conversazione più di una volta. “Non puoi presentarti qui e pretendere di partecipare solo perché ti va.”

Dean si allontanò dall’albero, entrando nel campo e avvicinandosi a loro. “Perché no? Hai chiesto se qualcuno vuole sfidare il campione. Loro non vogliono, io voglio. Non sto rubando il turno a nessuno se loro non vogliono riprovare.” 
Sam doveva ammettere che il discorso filava, nonostante non amasse molto chi infrangeva le regole. Ma forse era solo curioso di vedere se questo tizio poteva batterlo. John lo obbligava a tirare con la balestra ogni due o tre giorni per tenere la mira allenata. Non c’era scimmia che avrebbe potuto batterlo.

“Dean.” Ellen sospirò.
“Oh, andiamo! È mio dovere difendere il mio titolo e controllare le abilità dei nuovi arrivati per aiutarli e per migliorarsi sempre di più e tutte quelle cazzate, no?”
“No.”
Dean sbuffò e si passò una mano tra i capelli. “Perché no? A---come ti chiami, ragazzino?” Chiese, voltandosi verso il più giovane. 
“Sam Wi--.”
“Ecco, giusto. A Sammy non dispiace.” Esclamò, scompigliandogli i capelli. 

“Mi chiamo Sam, non Sammy.” Il tredicenne rispose seccamente, spingendo via la mano di Dean e allontanandosi di un paio di passi. “E sì, mi dispiace. Non ho voglia di perdere tempo con te. Qui c’è gente che si è regolarmente iscritta ai corsi per imparare qualcosa. E io ne ho un altro tra quindici minuti. Non ho tempo di stare qui a farti il culo.”

Un infantile coro di “Uhhhh...” si levò dal gruppo di ragazzi seduti lì intorno, tra cui alcuni dei compagni di Dean che si erano avvicinati per guardare la scena. 
Il sorrisetto del nuovo arrivato si spense quando Sam si voltò, squadrandolo in silenzio per qualche secondo prima di parlare. 
“Tu. Tu vuoi fare il culo a me?” chiese prima di scoppiare a ridere fragorosamente, appoggiando le mani sulle ginocchia per tenersi in piedi. “Ommioddio…” mormorò tra le risate. “Ellen. El, ti prego. Ti prego.” Pregò finché finalmente la donna sospirò e alzò le mani in segno di resa, voltandosi verso Sam che annuì. Adesso voleva davvero fargli il culo. 
“E va bene! Preparatevi. Ash, porta i bersagli in posizione.” Ordinò prima di spingere tutti gli spettatori verso l’esterno del campo e posizionarsi accanto alla postazione di tiro con la sua cartella. 

“Dieci dardi, dieci bersagli. Punteggio netto. Tre punti chi colpisce il bersaglio in basso, cinque per quello alto. In caso di pareggio andiamo al paglione, tiro singolo da distanza massima. Niente rivincite. Niente discussioni. Niente penitenze per il perdente o altri giochetti. Chiaro?"
Dean alzò gli occhi con uno sbuffo e diede un finto saluto scout nello stesso momento in cui Sam rispondeva un secco e deciso 'Sì, signora.'
"Bene. Chi inizia?”
Dean si voltò a guardare il ragazzo più piccolo e scrollò le spalle, prima di aprire la mano sinistra di fronte a sé ed appoggiarvi il pugno destro, silenziosamente invitando l’altro a giocare a sasso carta e forbice con un sorrisetto disinvolto.

“Campbell vai a sederti.”
Ellen annunciò dopo che il sasso di Sam batté le forbici di Dean che si allontanò per andarsi a sedere dietro la postazione di tiro, imbronciato per aver perso, le braccia incrociate sul petto.
Sam fece un piccolo sorrisetto di vittoria mentre prendeva posto al centro dell’arena e caricava la balestra, chiudendo gli occhi per qualche secondo e respirando lentamente come John gli aveva insegnato. 
Quando finalmente Ellen gli diede il via, Sam iniziò a colpire i bersagli meticolosamente. 
Carica. Inspira. Mira. Scocca. Espira.
Carica. Inspira. Mira. Scocca. Espira.
Il tutto mentre teneva mentalmente il conto del suo punteggio. 
"Quarantaquattro." Disse una volta finito, offrendo un finto sorriso al più grande mentre gli porgeva la balestra. 
Ellen confermò il punteggio dopo aver controllato i bersagli da vicino prima di farli risistemare e dare il via libera al maggiore.

Dean era quasi certo di non aver mai detestato qualcuno così tanto così in fretta come quel ragazzino impudente. 
Men of letters. Arrivano nel nostro campo, si fregano i nostri record e le nostre donne. 
L'immagine mentale di quel precisino accoccolato dietro qualche albero insieme a Jo lo fece ridacchiare mentre sistemava la balestra. Jo uno così lo avrebbe castrato in dieci secondi netti senza nemmeno sporcarsi le scarpe. 

"Quando sei più comodo, Dean."
La voce di Ash lo richiamò alla realtà e Dean annuì distrattamente. La sua postura rilassata mutò nel giro di pochi secondi in una più formale, ogni muscolo teso e concentrato sul bersaglio, lo sguardo fisso e intenso, i giochi e le battute dimenticati mentre iniziava a colpire i bersagli. La voce di Mary dolce e calma nella sua mente:
Carica. Inspira. Mira. Scocca. Espira. 
Carica. Inspira. Mira. Scocca. Espira.
Quando anche l'ultimo dardo colpì il bersaglio Dean si decise a guardare dietro di sè al piccolo Sammy che ora non sembrava più molto spavaldo, le labbra semi dischiuse per la sorpresa, gli occhi sgranati. Era quasi carino in quel momento.
"Cinquanta punti." Ellen annunciò, applaudendo insieme agli altri ragazzi. "Dean Campbell si riconferma campione e riconquista il gradino più alto del podio." La donna concesse, alzando il braccio di Dean, il quale si affrettò a salire su un tronco, facendo segno agli altri di inchinarsi a lui. "Sì, sì. Ave oh potente re del campo." Ellen aggiunse sarcastica per poi giocosamente spingerlo via appena gli applausi cessarono. "Ora smammate e andate a lezione!" 

***

"Sto solo dicendo...il nome è incorretto." Sam spiegò mentre entrambi riempivano i loro vassoi di cibo durante il pranzo.
L'uomo sbuffò nervosamente, cercando di seminare il tredicenne, ma quest'ultimo sembrava particolarmente intenzionato a ricevere una risposta. 
"Mr Singer." 
"Mh?" Bobby sperava che l'indifferenza fosse una buona mossa. Magari lasciandolo parlare e ignorandolo se ne sarebbe andato.
"Voglio dire, dovrebbe essere un acronimo, non un acrostico, giusto?" Sam gli chiese convinto. "Dovrebbe essere solo un modo per coprire il vero significato del nome del campo.  Holy Unit for Novices and Trainees against Evil forces Revenants and Supernatural beings." 
Bobby si voltò a fissarlo, un singolo sopracciglio inarcato. Se lo ricordava a memoria! Nemmeno lui e Ellen lo ricordavano a memoria!
Winchester continuava a fissarlo con uno sguardo che avrebbero fatto impallidire un cucciolo di labrador. 
"E allora?" Rispose lui sospirando.
Sam alzò gli occhi al cielo perplesso. Non era ovvio?
"E allora dovrebbe essere HUNTAEFRSB non HUNTERS!" 
"E' orribile."
"Ma è esatto."
Bobby sospirò di nuovo. "Senti, ragazzino. Non cambierò il nome del mio campo in HUNTARB!" esclamò prima di prendere un cucchiaio e mettere un po di fragole sul vassoio di Sam quando il tredicenne lo corresse /HUNTAEFRSB non HUNTARB/. "Mangia un po', Sam. Lascia perdere il nome."
Sam annuì e lo lasciò allontanare. Magari avrebbe provato di nuovo più tardi. 
Rimase un secondo più del necessario a fissare il direttore che si allontanava, finché improvvisamente qualcuno lo spinse.

"Terra a Sammy?" una voce sfortunatamente familiare chiamò. "C'è gente che ha fame."
"Non mi chiamo Sammy."
"Come ti chiami?" Dean chiese, prendendo una delle fragole dal suo vassoio e mordendola. "SHUNTAEAMMY o qualcosa del genere?" lo prese in giro, chiaramente avendo origliato la discussione. Sam gli lanciò un'occhiataccia.
"Chiudi il becco."
"O altrimenti?"
"Altrimenti te lo chiudo io, pallone gonfiato."
"Vorrei vederti provare, stronzetto pretenzioso."
"Fammi lo spelling di pretenzioso."
"Fammi lo spelling di fottiti!"
"Sei proprio un coglione."
"E tu sei una ragazzina piagnucolosa."
"Stronzo!"
"Cagna!"
"SMETTETELA!" 
Bobby urlò, prendendoli per una spalla e spingendoli via verso i rispettivi tavoli, ignorando i borbottii malcelati dei due ragazzi mentre si allontanavano.
"Stupidi Idioti."


"Credo di odiarlo."
Sam commentò sedendosi, lo sguardo fisso su Dean che rideva e scherzava con gli altri ragazzi e che attirava l'attenzione di tutti nella stanza, come se fosse la cosa più semplice dell'universo. 
Uno dei suoi compagni gli diede una leggera spinta. "Non te la prendere, Sam! Sono scimmie. Sparare e fare gli idioti è quello che sanno fare meglio..." disse mentre Dean raccoglieva un mirtillo e lo lanciava, ridendo sguaiatamente quando questo atterrò nella scollatura di Jo e ghignando a Sam. 
"CINQUANTA PUNTI!" 
Sam si morse il labbro inferiore, cercando di non ridere quando Jo prese una manciata di purè e la spalmò sulla faccia del biondo, dando vita ad una battaglia di cibo. 

"Che schifo." Esclamò il ragazzo accanto a Sam e si alzò, subito seguito da molti altri ragazzi seduti al suo tavolo, chiaramente abituati a cose del genere. "Andiamocene prima che arrivino qui." 
"Perché?"
"Non vorrai partecipare."
"Sembra..." Sam esitò. Divertente. Sembrava che tutti si stessero divertendo e sì, sicuramente gli sarebbe toccato ripulire tutto una volta terminato ma, sembrava davvero divertente giocare con loro. Lanciando uno sguardo ai suoi compagni, però, non disse nulla, rendendosi conto che questo era e sarebbe stato il suo mondo. Alcuni di quei ragazzi li incontrava quotidianamente al Bunker. Nonno Henry sarebbe stato molto deluso se avesse saputo che Sam aveva partecipato ad un gioco così infantile insieme a degli Hunters. 
"Disgustoso." Concluse, alzandosi e raccogliendo il suo vassoio nonostante avesse perso l'appetito. 

Non si voltò indietro e perciò non notò lo sguardo di Bobby seguirlo mentre usciva e si allontanava al seguito degli altri Men of Letters.

***

"Gesù, Campbell! Non ci gioco più con te." Danny esclamò, scoprendo che Dean l'aveva incastrato di nuovo nel suo bluff e gli aveva sfilato altri 30 dollari, da sommarsi ai 15 della notte prima. 
Dean fece spallucce e allineò le banconote con quelle già in suo possesso. "Mi informano sia una dote di famiglia." Rispose con calma e si voltò verso gli altri ragazzi nella stanza, alzando un sopracciglio in segno di sfida. 
"Qualcun'altro?" chiese mentre allungava le braccia sopra la testa, stiracchiandosi dopo essere stato fermo per molti minuti a fregare soldi ai suoi compagni. Era quasi troppo facile per essere divertente. L'unica che sembrava riuscire a tenergli testa per qualche round era Ellen, ma durante le settimane del campo la donna si rifiutava di  giocare con lui con la scusa che qui lei era un supervisore e non un'amica di famiglia. 

"Se non vi dispiace, vorrei provare io." Dean alzò gli occhi su chi aveva parlato, sorpreso di vedere di nuovo Winchester e fece spallucce ancora una volta, indicando la sedia vuota di fronte a sé nella piccola bisca clandestina che avevano organizzato nel suo bungalow. 
"Accomodati."
"Grazie." Sam rispose, la sua espressione stranamente pacifica mentre prendeva posto al tavolo, con alcuni dei suoi amichetti di lettere che lo fiancheggiavano come delle guardie del corpo. 
"Prego." Rispose Dean, decidendo di assecondarlo, qualsiasi fosse il suo gioco, e iniziò a mischiare e distribuire le carte. Lo avrebbe fatto nero quel marmocchietto.
-Un'ora dopo-
Dean doveva ammettere che non si aspettava che l'altro fosse così bravo. 
Il tavolino tra di loro era pieno di banconote, spiccioli e altri oggetti che Dean aveva vinto contro gli altri ragazzi durante la serata. Sam si stava dimostrando un valido avversario. 
"Facciamo così..." Dean iniziò quando controllò la sua nuova mano, sorridendo al più giovane. "Proviamo a rendere questa cosa un pochino più interessante."
Sam inarcò un sopracciglio. "Vuoi farmi fare un bagno nudo nel lago se perdo?" gli chiese sarcastico.
"Non ho interesse a vederti nudo, Winchester. Che ne dici di giocarci qualcosa di più interessante dei soldi?"
"Ad esempio?"
Dean ghignò e allungò la mano oltre il tavolo per toccare i capelli di Sam, che arrivavano quasi a toccargli le spalle. "Sono molto lunghi." mormorò pensieroso. "Sarebbe un peccato se qualcuno li tagliasse." aggiunse.
Sam gli lanciò uno sguardo omicida e gli spinse via la mano. "No."
"No?"
"No, sei sordo? No. Non puoi tagliarmi i capelli se perdo. Nemmeno per sogno."
"Tu puoi tagliare i miei se vinci."
"E chissenefrega. I tuoi ricrescono."
"Anche i tuoi, no?"
"Ma ci metterebbero mesi. No."
"Se perdo, ti do il mio walkman."

Ci fu un attimo di silenzio e qualche esclamazione di sorpresa. Non era una novità per nessuno quanto Dean Campbell amasse il proprio walkman e le sue cassette rock. Portava quell'aggeggio in tasca ventiquattr'ore al giorno, sette giorni su sette. Era come se andasse in giro con una propria colonna sonora qualsiasi cosa facesse.
Dean si pentì della proposta un attimo dopo averla fatta quando Sam sembrò assumere un'aria pensierosa e ricontrollò le sue carte. 
"Ci sto."
Disse infine e Dean ghignò, togliendosi il walkman dalla cintura e mettendolo sul piatto, più che contento di vedere Sam deglutire nervosamente quando aggiunse al piatto anche un paio di forbici. 
"Beh Sammy... E' stato divertente ma credo sia ora che ce ne andiamo tutti a dormire. Stanotte forse sentirai un pochino freddo..." Gli disse e calò la sua mano, annunciando nel frattempo: "Colore. Il nero mi dona da matti."

Sam agrottò le sopracciglia. "Oh diamine, Dean..." sospirò prima che la sua espressione triste e pensierosa sbiadisse, lasciando spazio ad un sorriso compiaciuto che fece impallidire il più grande. "In onore del re del campo." gli disse, calando sul piatto una scala reale e facendo un finto inchino. 
Dean continuò a fissarlo. Se fosse stato un cartone animato la sua mascella avrebbe toccato terra, in quel momento. 
"Ho perso." mormorò stupidamente. Sam annuì mentre si alzava e raccoglieva il contenuto del tavolo, prendendo il walkman come ultima cosa e accendendolo. 
Hell's Bells degli AC/DC iniziò, il volume così alto che quasi tutti potevano sentirla mentre Sam non indossava le cuffie. 
Il tredicenne abbassò il volume ad un livello più accettabile e si mise le cuffie avviandosi verso l'uscita. "Buonanotte ragazzi, Dean, faccia da ebete di Dean." salutò, intenzionalmente passando davanti alla finestra e canticchiando.

Dean digrignò i denti e strinse le mani a pugno. 
"E guerra sia."




Note:
Scusate il ritardo. ^^ Ho avuto dei problemi con Windows 8.1 e ho perso il file.  Il prossimo arriverà con meno distacco, probabilmente. xD (Sono un disastro con le scadenze)
Grazie dei commenti e sempre grazie mille alla mia Beta e quelle persone Cattive che mi mettono fretta. <3 Vi amo tanto. <3

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