Serie TV > Betty la fea
Segui la storia  |       
Autore: Mew_vale    17/11/2014    5 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 16.

 

Isabella
Avrò fatto bene ad accettare quest’invito? Ho preso questa decisione in mezzo alle molteplici emozioni che ho provato alla notizia che il dottor Diego ha lasciato la signorina Paola per iniziare una relazione con un’altra donna, in mezzo alla delusione… Come un impulso di scappare dall’amore non ricambiato che sento per lui. Rifugiarmi tra le braccia di Massimiliano sarà la cosa giusta? Adesso è troppo tardi per dargli buca perché appena entro nel ristorante mi vede subito. Mi guarda con calore, mi viene incontro e mi saluta con un bacio sulla guancia e posando una mano sulla mia scapola.
“Stai benissimo Isabella.”
“Ti ringrazio.”
“Buonasera, i signori hanno prenotato?” Ci chiede il maitre.
“Sì, per due a nome Zanonato.”
“Seguitemi.”
Il cameriere ci fa strada al tavolo e Massimiliano mi sposta la sedia perciò mi accomodo.
“Cosa ci consiglia?” Domanda Massi al cameriere che è sopraggiunto.
“Stasera abbiamo un pollo alle erbe con contorno di patate e carote baby, il tutto accompagnato con una riduzione al limone.”
Io e Massimiliano ci scambiano uno sguardo per poi ordinare quanto ci ha detto il cameriere. Con lui mi trovo a mio agio ma so che il mio sentimento verso di lui non tornerà a essere amore.
“E’ stato davvero una grande coincidenza, il fatto di esserci trovati all’Ecomoda!”
“Già… Posso chiederti una cosa? Come mai sei venuto qui a Bogotà?”
Lui esita, e si mette comodo sulla sedia.
“Davvero lo vuoi sapere?” – annuisco – “Per ritrovarti Isabella. In questi mesi non ho fatto che pensare a te…”
Mi risponde, andando dritto al punto. Io abbasso la testa, impreparata a questa risposta. Cosa si aspetta ora da me?
“Io non lo immaginavo…”
“Io non so quali siano adesso i tuoi sentimenti nei miei confronti, ma quello che so è che non sono riuscito a dimenticarmi di te, io volevo rivederti…”
Fortunatamente arrivano i nostri piatti e mangiamo, senza dire una parola. La mia mente si affolla da mille pensieri… Come mi dovrei comportare ora? Massimiliano lavorerà in azienda, lo vedrò ogni giorno e riproverà a riconquistarmi!
 
 
Diego
Entriamo a questo benedetto cocktail e sbuffo. Non ho nessuna voglia di sorridere e chiacchierare con gente di cui non mi importa una mazza! Vorrei solo andare a casa mia e chiudermici dentro con tutti i miei pensieri… Una cosa positiva c’è, bere gratis. Un cameriere passeggia con un vassoio ed entrambi afferriamo un bicchiere di wiskhy. Lorenzo beve un sorso e per poco non si strozza.
“Guarda lì!”
“Dove?” Gli domando
“Lì! Lo sai chi sono quelle? Marilena Robledo Vasquez e la sua sorella gemella Pilar! Che bellezze!”
“E chi sarebbero?” Chiedo, completamente disinteressato.
“Sono due puledre, ovviamente!”
“Ti sei già dimenticato di quella poveretta di Silvia?”
“Sei un disfattista! Cosa posso dirti… Silvia sa come sono fatto, ha accettato questo rapporto con tutti i pro e contro e soprattutto sapendo che da me non avrebbe mai avuto promesse.”
“Dì semplicemente che ti sei già stancato di lei! Specie ora che cel’avrai sempre intorno in azienda!”
“No, con lei sto bene. Ma il mare è ancora pieno di belle pescioline! Come quelle due… Sono le figlie di Claudia Helena Vasquez, l’addetta al controllo qualità della Texicolor. Trent’anni fa fu eletta Miss Colombia!”
“Mmmm, ma che bello.”
“Io penso che il presidente e il vicepresidente dell’Ecomoda dovrebbero presentarsi!”
“No, dai non mi va!” Dico troppo tardi, perché Lorenzo mi ha già trascinato per un braccio. In effetti queste ragazze sono molto carine e se non avessi Isabella in testa mi ci sarei già buttato addosso. Siccome ho svuotato il mio bicchiere, ne afferro un altro. Lo bevo pensando che a quest’ora Isabella sarà a cena con quel tipo che di sicuro le salterà addosso come un maiale. E io non posso fare niente perché non so dove sono!
 
 
Betty
Questa sera c’è una di quelle partite che per lui sono imperdibili, perciò Armando ha preso appuntamento con un suo amico (anche se è stato molto misterioso a proposito) per guardarla a casa sua, visto che io ho invitato a casa la banda al completo.  Mi stanno raccontando le ultime novità dell’azienda, così come a Sofia, soffermandosi in particolar modo sulla nuova arrivata Isabella.
“Per un momento abbiamo anche pensato che fosse innamorata di tuo figlio Diego!” Mi informa Berta.
“E come mai avete pensato una cosa simile?”
“Vedi Betty, quando siamo state al Corrientazo le ho letto le carte ed è uscita la stessa predizione che uscì a te! Che eri molto innamorata di un uomo, la cui vita professionale era legata a lui, e che ti avrebbe cambiato la vita e lui l’avrebbe cambiata a te!” Resto sbalordita da questa coincidenza!
“Ma lei disse di non essere innamorata di nessuno!” Dice Annamaria.
“E perché avete pensato a Diego?”
“Credevamo che la storia potesse ripertersi! E poi Diego ha detto di conoscere il ragazzo di Isabella, Francesco, anche se si è solo rivelato un malinteso perché lui non è il suo ragazzo.” Risponde Sandra.
“Ma poi è spuntato fuori Massimiliano Zanonato, il ragazzo che hanno assunto come receptionist che guarda caso e il suo ex fidanzato, e si vede benissimo che è ancora cotto di lei! Pensateci ragazze, è lui quello delle carte! Lavorano nello stesso posto perciò le loro vite lavorative sono intrecciate ed evidentemente anche lei è ancora innamorata!”
“Dev’essere così Berta, o non avrebbe nemmeno accettato il suo invito a cena!” Aggiunge Annamaria.
“E ditemi, come se la cava Diego con la presidenza?”
“Bene Betty… Ma sta diventando come tuo marito, senza offesa!”
“Che intendi Sandra?”
“Si aggira per l’azienda sempre con un’aria nera, e ha iniziato a rimproverarci come faceva tuo marito!” Mi risponde Berta.
“Strano, Diego è sempre così calmo, educato e di buon umore! E Lorenzo?”
“Lorenzo è diventato anche più gentile di Diego! Sapevi che si è fidanzato?”   Mi chiede Mariana.
“No, non lo sapevamo né io né Armando!”
“Abbiamo conosciuto la sua ragazza, è stata assunta come modella di sartoria al posto di quella stolta di Giulia, che è stata licenziata! Si chiama Silvia ed è molto carina e simpatica!” Mi dice Berta.
“Bene, voi avete conosciuto la ragazza di mio figlio ed io e Armando no, fantastico!” Affermo.
Da ciò che mi raccontano le ragazze, capisco che non è cambiato niente e che passano più tempo a chiacchierare che a lavorare!
 
 
Armando
Non avrei dovuto fare le cose di nascosto! Quando Betty lo saprà, mi ammazzerà. Entro nel locale, ovviamente ho scelto un locale anonimo dove nessuno ci consoce e vedo Calderon.
“Armando, sono proprio contento che tu mi abbia chiamato così presto. Siediti, ho già ordinato per te.”
“Ciao Calderon. No, niente alcolici. Mi porti una coca-cola. Sono a stecchetto caro mio, devo rinunciare al mio amato whisky!”
“Mi rendo conto che per te è una grandissima rinuncia, mi ricordo delle bevute che ti facevi!”
“Devo farlo! Bhe, io oggi ti ho raccontato come procede la mia vita, e la tua? Ti sei sposato, hai messo su famiglia da qualche parte?” Lui scoppia a ridere.
“Armando, vale la frase che ti dissi in occasione della finta gravidanza di Patrizia. Al mondo non circolano e mai circoleranno figli miei, e nemmeno mogli! Non sono diventato responsabile come te! Tu piuttosto mi raccontavi che presto t’imparenterai con i Valencia!”
“Non me ne parlare! Non posso sperare che la storia di mia figlia con David vada male perché sembra molto felice e ho promesso alle donne a casa di fare il padre non isterico, ma non faccio nemmeno i salti di gioia! E meno male che i Valencia non hanno figlie femmine, o dovrei temere anche un attacco di follia da parte dei miei figli e di imparentarmi doppiamente con Daniele e la bionda finta, ti rendi conto?”
“Veramente c’è Giulia, il clone di Patrizia Fernandez!”
“Calderon! Non scherzare! Se dovessi scoprire che uno dei miei figli se la fa con quella, lo evirerei per poi diseredarlo e togliergli tutto!”
 
 
Isabella
Usciamo dal ristorante. Devo ammettere che è stata una bella serata, anche se io sono pensierosa per i motivi che lo hanno spinto a venire qui a Bogotà. Io non sono certa di cosa provo per lui e non so come comportarmi…
“Non ti sei divertita?” Mi domanda.
“Certo, è stata une bella serata e ti ringrazio.”
“Ma qualcosa ti turba… Dimmi.”
Io esito e lui mi esorta a confidarmi.
“Io non so come comportarmi con te, circa le cose che mi hai detto prima… Tu ti sei trasferito dall’altra parte del mondo per me, e non so cosa ti aspetti da me!”
“Non dovevo dirtelo… Io non voglio farti pressioni, non voglio creare disagio tra di noi. Tu meriti tutto il tempo che ti serve per pensare alle mie parole, e decidere cosa provi oggi per me, se le cose sono come sei mesi fa o sono diverse… “
“Io ho rifiutato la tua proposta di matrimonio dopo sette anni di relazione, perché sei così gentile con me?”
“Perché ne vale la pena.” - Mi risponde, prima di baciarmi – “Perché sei un angelo e se per stare con te dovrò aspettare e sopportare i tuoi dubbi, io lo farò. Ci vediamo domani, buonanotte.”
Mi risponde. Mi accarezza una guancia e si allontana lasciandomi paralizzata.
“Ciao.” Gli rispondo.
 
 
Roberta
In pochi giorni le cose sono così cambiate… Prima avevo solo rapporti con David, e anche sporadici, mentre adesso ho iniziato ad avere rapporti alla luce del sole anche con Giulio, Giulia e Michael. Oggi sono stata a casa Valencia, e Patrizia e Daniele per la prima volta mi hanno trattata come una persona, dedicandomi il saluto. Non che per me sia fondamentale, ma mi chiedo come cambieranno ora le cose? Patrizia proverà ad avere un rapporto con me? Non me la sento di parlarci e averci a che fare, così come con Daniele! Apro il pc e scrivo una e-mail ai miei genitori, perché meritano di sapere.
 
 
 
Michael
Cancellando quel messaggio dalla segreteria di Cèsar, mi sono messo in un guaio ed è solo questione di tempo prima che lo scopra e capisca che l’ho cancellato io il giorno che è entrato nel suo ufficio e mi ha trovato lì. David sta servendo il caffè a me e Camilla, che ormai passa molto tempo qui, e mi vedono pensieroso.
“Michael, tutto bene?” Mi chiede Camilla.
“No, ho fatto una cosa che non dovevo fare…”
“Cioè?” Mi chiede David sedendosi, Camilla si siede sulle sue gambe.
“Ero nell’ufficio di Cèsar per questioni di lavoro ma lui non c’era, e mancava anche Berta, e quando sono entrato, ha squillato il telefono. E’ partita la segreteria ed era un tipo di nome Martìn.. Stava ringraziando Cèsar per la bella serata che avevano passato insieme e gli diceva che voleva replicare… Io ho cancellato il messaggio.”
“No Michael, perché lo hai fatto... Se Cèsar dovesse scoprirlo, non sarebbe molto contento!” Mi ammonisce David.
“Lo so, me ne sono pentito subito!”
“Hai detto Martìn?” – mi chiede Camilla, annuisco. –“Una sera ero a cena con Cèsar e Roberta, e al tavolo si è avvicinato un ragazzo, piuttosto carino, sembrava un vecchio amico di Cèsar il quale è rimasto scosso e sorpreso di vederlo… Sembrava a disagio per quella situazione! Si chiamava Martìn Pasda.”
“Com’era quel ragazzo scusa??” Chiede David, per il commento che Camilla ha fatto e lei sorride.
“Dai, fidanzatino geloso…”
“No, non te la caverai con un bacio!”
“Comunque, sembrava conoscerlo bene quel tipo!” Mi dice Camilla.
“Spera solo che non scopra che hai cancellato il messaggio, o si farà una brutta opinione di te.” Aggiunge David.
 
 
Nicola
La sede di Palm Beach ha ormai chiuso quindi io non lavoro più per l’Ecomoda e mi sento vuoto, come se si fosse chiusa una parte della mia vita! Ma ho ceduto volentieri il posto di direttore amministrativo a mia figlia, e poi non avrei potuto tornare a Bogotà perché per adesso Olga deve finire la scuola. Apro il pc per controllare la posta e vedo un e-mail di Roberta.
 
Ciao papà e ciao mamma.
Come và? Io come sapete ho iniziato a lavorare all’Ecomoda e sono molto contenta, il lavoro mi piace e sapete che con i Mendoza vado molto d’accordo mi piace collaborare con loro! Mi mancate molto e mi manca Olga, perciò non vedo l’ora che torniate. Cèsar prosegue il suo lavoro e per adesso non c’è nessuna nuora per voi all’orizzonte! xD (tranquillizzatevi, non c’è nemmeno un genero!)
In questi ultimi tempi sono successe tante cose che vorrei condividere con voi.
So che per voi questo non è un argomento piacevole da affrontare, ma mi sembrava giusto raccontarvelo. Riguarda Patrizia Fernandez e suo marito. Poco tempo fa Patrizia ha deciso di lasciare Daniele e di andarsene da casa, a seguito di questo ha raccontato ai figli Giulio, Giulia e Michael tutta la verità. Io non ho intenzione di avere rapporti con Patrizia e con suo marito lo sapete bene, per me sono degli esseri ignobili e io una mamma cel’ho già! Ma non posso eliminare dalla mia vita il fatto di avere altri quattro fratelli, oltre a Cèsar e Olga. Oggi sono andata a villa Valencia col solo intento di trovare Giulio (che ha avuto un incidente), credevo che Patrizia e Daniele non ci fossero ma erano lì e mi hanno accolta.
Voi mi avete sempre dato libertà di scelta circa questa situazione, e io vorrei instaurare un rapporto con Giulia, Giulio, Michael e vivere alla luce del sole il rapporto con David che sapete per ora è stato clandestino per celarlo ai Valencia. Non so come prenderete la notizia, ma ricordatevi che voi siete la mia mamma e il mio papà, e le leggi dei sentimenti non muteranno mai!
Spero che questi mesi passeranno in fretta così saremo di nuovo tutti nella stessa città.
Vi voglio bene, Roberta.
 

 
Rimango colpito da queste novità. Patrizia ha deciso di fare qualcosa per sé, e credo abbia fatto bene soprattutto per correttezza nei confronti dei figli che sono ormai grandi  e hanno il diritto di sapere tutto. Dallo studio chiamo mia moglie che arriva, si siede su di me e legge a sua volta la e-mail. Leggo molte emozioni passare sul suo volto, e quando ha finito la lettura mi osserva.
“Cosa ne pensi?” Mi chiede.
“Che Roberta ha il diritto di conoscere meglio i suoi fratelli e viceversa, ora che possono…”
“Pensi che quella donna proverà ad avere rapporti con la nostra piccola?”
Ecco cosa la spaventa.
“Lo sai che Roby non vorrebbe mai! Amore mio, nostra figlia non si avvicinerà mai a quella donna solo perché l’ha messa al mondo. Per Roby la sua mamma sei tu! Sei tu che le hai letto le favole, cambiato i pannolini, preparato i biberon, le hai asciugato le lacrime quando cadeva e le hai baciato il ginocchio sbucciato. Sei tu, non Patrizia Fernandez!”
Il mio amore mi abbraccia e sono contento di essere riuscito a tranquillizzarla.
 
 
Roberta.
Mi domando davvero cosa potrei dire a Patrizia se mi venisse a cercare… La prenderei letteralmente a pesci in faccia (poveri pesci)! Che senso avrebbe avvicinarsi a me ora? Si è ribellata al marito? Bhe, non me ne frega nulla e non per questo dovrà permettersi di rivolgermi la parola!
In attesa della risposta dei miei, non ho spento il pc e vedo arrivarmi un e-mail.
 
Ciao figliola.
Abbiamo letto la tua e-mail e siamo rimasti stupiti dalle novità. Roby, io e mamma conosciamo il bene che ci vuoi e non abbiamo mai avuto paura del fatto che tu potessi avvicinarti a quella donna, perché se avessi voluto farlo, lo avresti già fatto. Sappiamo che per lei provi solo disgusto.
Se vuoi iniziare un rapporto con i figli di Daniele e Patrizia, noi non ti ostacoleremo perché sei abbastanza grande e giudiziosa per decidere e credo che l’odio dei grandi non debba circolare tra voi ragazzi. Spero che il rapporto con loro nasca e che sia bello!
Anche tu e Cèsar ci mancate molto. Speriamo anche noi che questi mesi passino in fretta, a presto. Ti vogliamo bene.
Mamma, papà ed Olga.

 
Spengo il pc, poso la tazza vuota nel lavello e mi dirigo in bagno. Mentre mi strofino i denti, ripenso alla storia della società parallela e continuo a non capire cosa ci sia di tanto segreto! Non stiamo investendo quei soldi in modo illegale. Ma Diego e Lorenzo sono dei miei superiori e devo ubbidire, e non me la sento di negare questo favore a Lorenzo.
 
 
Camilla
Mi sto dirigendo alla porta accompagnata da David, quando noto la sua espressione corrucciata.
“Che ti succede?” Gli domando , accarezzandogli un guancia.
“Niente.” – risponde lui sbrigativamente e io alzo un sopracciglio – “ Mi ha storto il commento che hai fatto sull’amico di Cèsar, va bene?” – io lo osservo con un risolino – “Cosa c’è di divertente?”
Non trovo risposta migliore che baciarlo e lui ovviamente non respinge.
“Chi è il mio ragazzo?” Gli domando.
“Io!”  Risponde lui, sorridendo.
“Bravo. Nessuno è più carino di te, nessuno sarà mai più gentile, più puro…”
“Stia attenta dottoressa Mendoza, se continua così non esce da quella porta fino a domani mattina!”
“Potrei fare un’eccezione….” Gli rispondo baciandolo, e ci trasciniamo verso la camera da letto…. Caschiamo sul letto io sopra e lui sotto e continuiamo a baciarci. Vedo che David è meno in imbarazzo con me e mi bacia il collo, mentre con l’altra mano percorre la mia schiena e poi si posa su una mia natica. Io lo lascio fare perché mi fido di lui. Io gli slaccio la cravatta, la rimuovo, gli slaccio alcuni bottoni e inizio a baciargli il petto. Sento un gemito provenire da lui ma capisco cosa sta provando perché avverto chiaramente la sua voglia, sotto di me. Vedo David diventare rosso e sorridere, quando smette di baciarmi il collo.
“Sarà meglio metterci a dormire se non vogliamo fare tardi domani….” Mi dice. Si mette seduto e ci avvolgiamo in un caldo abbraccio. Ed io mi sento al mio posto.
 

David
Come la notte scorsa, osservo la mia Camila dormire tra le mie braccia e da una parte mi rimprovero per essermi fermato poco fa e essere arrossito come se fossi un ragazzino alla prime armi. Ma sono così tanto innamorato di lei che non so certe volte comportarmi, ma questo lo ha già messo in chiaro dicendo che per passare alla fase successiva serve il tempo che serve e non vuole correre. Le bacio la testa e chiudo gli occhi, sentendomi al mio posto.
 
 
 
Diego
Dei raggi di sole filtrano dalla finestra e mi danno maledettamente fastidio! Mi copro gli occhi con le mani mugugnando e spingo la mano a destra, dove solitamente c’è il mio comodino, ma cado a pancia a terra. Ho un tremendo cerchio alla testa. Ma cos’è successo ieri? Ricordo di essere stato con Lorenzo al cocktail della Texicolor, di aver parlato con Pilar Robledo Vasquez… O era Marilena? Ho bevuto un bicchiere poi una altro… Mi rigiro in posizione supina, sempre coprendomi gli occhi, e sbadiglio.
“Finalmente ti sei svegliato!”
Sento dire, da una voce di donna. Apro di colpo gli occhi e vedo Pilar R. Vasquez di fronte a me con i lunghi capelli biondi sciolti e bagnati e coperta di un solo asciugamano microscopico. Mi si avvicina e mi bacia a stampo, io resto impietrito. Ma che cavolo ho combinato?
“Ma che hai combinato?” Mi chiede, riferendosi al fatto che sono caduto dal letto.
“Io stavo cercando… Non importa.” Mi alzo in piedi e m’infilo i pantaloni poi le scarpe. Nella tasca dei pantaloni trovo il mio i-phone, che stavo cercando prima sul comodino, ma è scarico.
“Mi sai dire che ora è?”
“Le sette e quaranta.”
“Come??” Chiedo. Mi infilo velocemente la camicia e la giacca, correndo verso la porta.
“Ma dove vai?”  Mi chiede lei.
“Sono in ritardo al lavoro.”
“Ma ci rivediamo vero?”
“Senti Pilar, non lo so. Addio.” Le dico, senza darle qualche speranza ma senza neanche ferirla. Ora devo solo correre a casa e poi all’Ecomoda! Arrivo in portineria e domando:
“Dov’è la mia auto? Una BMW cabrio e bianca.”
“Non c’è nessuna auto così nel palazzo, signore. Lei ieri sera è arrivato qui con la signorina Robledo ed è smontato dalla sua auto.”
“E dov’è la mia auto?!”
“Signore, mi scusi ma io non ne ho idea.”
“Mi chiami un taxi, si muova!”
“Subito signore.”
Mi porto una mano in testa, pentito di ciò che ho fatto.
 
 
Isabella
Quando arrivo in azienda dopo una notte agitata, parcheggio nel garage sotterraneo e prendo l’ascensore, solo per evitare Massimiliano. Cosa potrei dirgli? Ieri sera mi ha baciata e io non sono stata capace di dirgli nulla. Le porte dell’ascensore si spalancano e il mio piano per evitarlo fallisce.
“Ciao Isa!”
“Ciao Massimiliano. Perdonami ma sono di corsa…” Gli dico, diventando paonazza.
“Figurati, io sono salito per firmare il contratto e ora vado al mio posto. Ci vediamo dopo allora!”
“A dopo, buon lavoro.”
Sto per dirigermi verso la mia scrivania quando le ragazze della banda mi assaliscono.
“Allora? Interessante quella scena di prima, così colma d’imbarazzo!” Mi dice Berta.
“Quale scena imbarazzante?”
“Andiamo, abbiamo una certa età e certe cose le sentiamo a pelle! Eri un pomodoro! E’ successo qualcosa?”  Mi domanda Annamaria.
“Mi ha detto di essere venuto a Bogotà per me, e poi mi ha baciata…”  Confesso.
“E tu cos’hai fatto dopo? L’hai portato a casa tua, o siete andati da lui?”
Io l’ammonisco con lo sguardo e le altre verbalmente.
“Annamaria!”
“Né uno e né l’altro. Non ho ricambiato il bacio e non sapevo che dire…”
“Non sapevi che dire ma non mi sembra che ti sia dispiaciuto!” Mi dice Sandra.
“Ragazze, io non lo so… Con lui sono stata così bene in passato ma… non lo so!”
“Io non capisco perché ti fai così tante riserve se lui ti piace ancora! Ammenochè non ci sia qualcun altro, ribadisco!”
“No, nessun’altro!” – Ribadisco categorica – “Piuttosto, mettiamoci al lavoro prima che arrivi il presidente a dirci su!”
“Ah, non temere. Non si è ancora visto stamattina, e il dottor Lorenzo lo sta chiamando da venti minuti!” M’informano, e avverto una strana sensazione.
 
 
Jimmy
Giungo nella hall, quando vedo il nuovo ragazzo che ha presto posto. Lui si alza e mi tende una mano.
“Ciao, sono Massimiliano Zanonato.”
“Jimmy Contreras, sono il fattorino. Se non ti dispiace lascio il casco qui, sono abituato così!”
“Figurati, lo sorveglio io. Mi sembra bello lavorare qui, sono contento!”
“In quest’azienda siamo come una grande famiglia, e spero che anche tu ti sentirai a casa!”
“Lo spero!”
“Buongiorno!” Sento alle mie spalle, mi volto e vedo Roberta, bellissima e raggiante come sempre.
“Buongiorno dottoressa.”
“Ciao Jimmy. Piacere, Roberta Mora, direttrice finanziaria e amministrativa.”
“Piacere mio, sono Massimiliano Zanonato.”
Io nel frattempo ho chiamato l’ascensore, e quando Roberta si avvicina, le auguro buona giornata.
“Buon lavoro!”
“Grazie Jimmy, anche a te. Senti, ti va se ci vediamo per pranzo?”
La sua proposta mi rende titubante. L’ultima volta che abbiamo pranzato insieme, ha passato tutto il tempo a parlare di Lorenzo Mendoza!  Non so se potrò sopportare un altro pranzo così! Ripenso al discorso di papà. E’ vero che la pazienza ripaga, ma è anche vero che non voglio essere sempre disponibile! Decido di declinare il suo invito, dicendo di avere già un impegno. Avrò fatto bene?
 
 
Lorenzo
Richiamo mio fratello per l’ennesima volta, mentre mi domando che fine avrà fatto! Ieri sera ha esagerato con l’alcol, e non vorrei che si fosse addormentato chissà dove, o che avesse fatto un incidente o che gli fosse successo chissà che cosa.
“Pronto?” Sento.
“Fialmente” – esclamo – “Ma dove sei finito? E’ da venti minuti che cerco di parlarti, e il tuo cellulare era spento!”
“Lo so! Lorenzo coprimi in azienda! Sarò lì tra un’ora, non prima!”
“Va bene, dirò che sei andato a confermare la sala per la sfilata all’Hotel. Io posso sapere cosa ti è successo?”
“Ieri sera ho lasciato il cocktail con Pilar Robledo Vasquez.” Emetto un fischio prolungato.
“Quindi deduco che anche tu sia stato in paradiso, come me con Marilena!”
“Non so lo, non lo so perché mi ricordo una mazza! Stamattina mi sono svegliato nel suo letto, lei era uscita dalla doccia e mi ha baciato con una tale disinvoltura! Ho combinato un guaio!”
“Scusa ma non ti seguo. Un guaio perché? Paola è fuori dalla tua vita e dallo stato!”
“Non importa. Sono dovuto andare alla Texicolor e recuperare la mia auto e ora sto andando a casa per lavarmi e cambiarmi. Avevo il cellulare morto, e sono riuscito adesso a caricarlo in macchina!”
“Fai con calma, ti coprirò io.”
“Specie con Camilla… No, miseria ladra!”
“Cosa c’è?”
“Ho lasciato la cravatta da Pilar, dovrò tornare a riprenderla!”
“Ecco qui il mio fratellone, che abbandona costosissime cravatte per non dove affrontare con le donne << un confronto dopo notte di sesso >>!”
“Adesso ti lascio.” Mi dice, e poi riaggancia senza attendere risposta e senza prestare attenzione alla mia battuta. Diego, ora che ha lasciato Paola, invece di rilassarsi sta peggiorando sempre di più! Si è ubriacato e ha fatto sesso con una e non si ricorda niente, come se fosse la prima volta! Cosa sono tutti quelli scrupoli proprio ora? Esco in corridoio e incrocio Camilla.
“Hai rintracciato Diego?”
“Sì, ha ricevuto una chiamata improvvisa dal direttore dell’Hotel per confermare la sala per la sfiata.”
“E come mai non ha avvertito?”
“Ieri sera non aveva messo in carica il telefono e lo ha attaccato in macchina, perciò era morto. Sarà qui tra circa un’ora!”
Camilla sembra convinta e torna al suo lavoro, io tiro un respiro profondo.
 
 
Cèsar
Fisso il telefono in attesa di una telefonata che non arriva. Mi domando perché Martìn non mi ha più chiamato? Certo, neanche io l’h fatto con lui, ma lui nemmeno. Non è stato bene? Ho fatto qualcosa che non andava? Non posso più continuare così, o rischio d’impazzire! Afferro il cellulare e lo chiamo. Risponde dopo tre squilli.
“Ciao Cèsar. Che bello sentirti, credevo che non avresti più richiamato!”
“Ciao Martìn. Io pensavo lo stesso di te, ma poi ho deciso di fare il primo passo! Come và?”
“Bene. Come << credevi che non ti avrei più richiamato. >>. Non hai ascoltato il messaggio che ti ho lasciato nella segreteria del tuo ufficio?”
“Quale messaggio?” Chiedo, sorpreso.
“L’altro giorno, ti ho chiamato ma evidentemente non eri in ufficio così ti ho lasciato il messaggio.”
Le rotelle della mia mente iniziano a girare, ripercorro quella giornata soffermandomi su un particolare momento.
Quando rientro nel mio ufficio, vi trovo Michael tutto solo e con la testa raccolta tra le mani e prima ho notato che Berta non c’è.
“Michael.”
“Ciao Cèsar, sono venuto a portarti la lista dei modelli e delle modelle per la presentazione della settimana prossima, abbiamo bisogno di loro per dopo domani. Domani consegneranno i tessuti e inizieremo a produrre.”
“Va bene, mi metto in contatto subito con loro. C’è altro?”
“No vado, ciao buon lavoro.”
“Anche a te.”

Torno alla realtà e domando a Martìn:
“Scusa la domanda, ti ricordi per caso a che ora lo hai lasciato?”
“Sarà stato intorno alle 4!”
Mi viene in mente un’idea che inizialmente scarto. Perché Michael avrebbe dovuto cancellare il messaggio? Ma non vedo altra soluzione! Se ci fosse stata Berta la chiamata l’avrebbe presa lei!
“Evidentemente la mia segretaria si è distratta e l’ha cancellato prima che lo ascoltassi.” Anche se è stato meglio che non l’abbia ascoltato, perché avrebbe intuito la mia omosessualità e adesso lo saprebbero anche a Timbuctù! Perciò non posso neanche redarguirla per la sua mania di assentarsi dal posto di lavoro e perdere le mie telefonate!
“E cosa diceva questo messaggio?”
“Che sono stato bene con te e che vorrei rivederti.”
“Stasera stesso ora stesso posto?”
“Va bene, a stasera Cèsar.”
“A stasera Martìn, vado a sgridare la mia segretaria.”
Dopo aver posato il telefono, afferro il ricevitore del mio telefono dell’ufficio e telefono in atelier. Fortunatamente risponde Camilla, non avrei sopportato le tiri-tere di Ugo Lombardi.
“Camilla ciao. Mi mandi Michael nel mio ufficio?.... Va bene, grazie.”
Mentre aspetto, il cuore inizi a battere e non so se sia per l’arrabbiatura o per che altro… Michael bussa e lo invito a entrare. Io mi alzo.
“Ciao, volevi vedermi?”
“Sì, chiudi la porta.” Dico freddo. Lui ubbidisce, quindi io faccio il giro della mia scrivania e mi pongo frontalmente a lui, lo fisso dritto negli occhi. Lo vedo a disagio.
“Vorrei sapere chi ti da il diritto di ficcanasare nella mia vita privata e di cancellare i messaggi dalla mia segreteria magari!”
Lui abbassa la testa mestamente, confessando con i gesti che la mia impressione era esatta.
“Cèsar, senti…”
“Non dirmi << Cèsar senti >>!” – affermo con tono irato, ma cercando di non urlare per non farmi sentire. –“ Come ti sei permesso?!”
“Lo vuoi proprio sapere come mai l’ho fatto? Ne sei sicuro?”
“Sì, per la miseria! Ti ho chiamato qui apposta!”
“Per questo.”
Mi dice, prima di serrarmi le labbra con un bacio che mi fa tremare e mi lascia in balia della più sconvolgente sorpresa. Quei secondi d’interdizione, mentre Michael Valencia mi bacia, sono senza dubbio l’esperienza più sconvolgente di tutta la mai vita. Io, solo per un attimo, chiudo gli occhi per poi riaprirli, afferrandoli le spalle e staccandolo da me.
“Che cavolo fai?” Gli domando.
“Per questo l’ho cancellato. Perché mi piaci, Cèsar! E mi è andato il sangue alla testa quando quel tipo ha detto di essere stato bene con te!”
“Tu sei matto, fuori di qui.” Gli dico, completamente sconvolto, per poi aprirgli la porta. Dopo pochi secondi di esitazione, lui l’attraversa quindi io la richiudo e mi tocco le labbra.
 
 
Michael
Ho agito d’impulso e mi sono tolto un peso, ma non è andata come speravo.
“Sta bene signor Valencia?” Mi domanda la nuova segretaria. Io annuisco e mi avvio verso l’atelier.
“Guarda che faccia, hai visto un fantasma?” Mi domanda Ugo. Io mi accomodo su una poltrona.
“Che voleva Cèsar?” Mi domanda Camilla, senza staccare gli occhi dal suo lavoro, e rivolgendomi le spalle.
“L’ho baciato.”
Camilla molla la matita e si volta, mentre Ugo sta per strozzarsi con la valeriana. Per fortuna mia sorella, come sempre, non c’è quindi posso parlare liberamente. Camilla e Ugo occupano la scrivania, di fronte a me.
“Raccontaci tutto, senza omettere alcun particolare!” Mi incita Ugo.
“Sì è accorto che ho cancellato il messaggio, e quando mi ha chiesto perché l’ho fatto, l’ho baciato.”
“Non esiste spiegazione più esauriente a un fatto, come i fatti stessi!”
“Ma che perla di saggezza Camilla cara!” Le dice Ugo, e lei sorride.
“Non so cosa mi sia preso, io ho agito d’istinto!”
“E lui come ha reagito?” Mi chiede Camilla.
“Inizialmente è rimasto impietrito… Poi non mi è sembrato molto contento. Mi ha staccato da sé, mi ha chiesto che diavolo stavo facendo e gli ho confessato che mi piace e che quando ho ascoltato quel messaggio mi sono sentito geloso! Lui mi ha dato del matto e mi ha messo fuori.”
“Eh, no… Non era felice!”
“Bhe, una cosa l’abbiamo appurata ovvero che quel tipo è gay, o almeno così pare visto che ha un amichetto!” Dice Ugo.
“E adesso?” Mi chiedo.
“E adesso aspetta e vedrai!”
 
 
Diego
Mi fermo di fronte al’Ecomoda e passando di fronte a Wilson gli lancio le chiavi.
“Me la posteggi.”
“Agli ordini dottore!”
Entro nell’androne dell’Ecomoda e la mia giornata diventa nera. Quel tipo da schiaffi si alza e si stampa in faccia un sorriso insopportabile! Quanto vorrei fargli cadere tutti i denti a suon di testate!
“Buongiorno presidente!”
“Buongiorno.” Rispondo secco e freddo, per pi rivolgergli le spalle aspettando l’ascensore.
“Va tutto bene, dottore?”
“Non sono affari suoi, non le sembra?”
Gli rispondo, per poi entrare in ascensore. Arrivo al secondo piano e tutte le ragazze mi salutano con un << buongiorno dottore >> a cui io rispondo con tono distaccato e serio. Passando di fronte alla sala del consiglio, io e Isabella ci scambiamo un breve sguardo prima che lei abbassi la testa.
“Buongiorno Berta, buongiorno Isabella.”
“Salve dottore.” Risponde Berta.
“Buongiorno.” Risponde Isabella. Quando entro in ufficio, abbandono la valigetta sul divano e mi ci siedo accanto. Mi tolgo gli occhiali da sole e mi massaggio gli occhi. Mio fratello arriva dalla sala del consiglio.
“Missione compiuta, nessuno ha fatto domande sul tuo ritardo.”
“Bene.”
“E adesso mi spieghi una cosa. Da quando in qua ti fai degli scrupoli se fai sesso con una donna da ubriaco e poi la scarichi?”
“Perché… Perché non è bello non ricordarsi i propri amplessi, non ti sembra?”
“In effetti, se poi non ti ricordi com’è fatta quella donna, cosa ti ha fatto e cosa hai fatto tu a lei, perché andarci a letto?”
Mi risponde Lorenzo. Ma perché non afferra il vero significato delle mie parole?
 
 
Isabella
Il dottore è arrivato in azienda completamente scuro in volto e piuttosto nervoso. Sicuramente avrà discusso con qualche sua amante! Siamo tutte attorno alla scrivania di Annamaria a parlare dell’accaduto.
“Avete visto com’era nero? Avrà discusso con la sua nuova fiamma!” Afferma Berta, mentre il mio cuore va in pezzi.
“Così presto? Si sono appena messi insieme!” Afferma Sandra.
“Magari non gliela vuole dare! Lo sapete che per lui l’astinenza sessuale è una specie di supplizio, proprio come suo padre!” Afferma Annamaria, provocando la risata di tutte meno la mia. Poi dall’ascensore si palesa una donna alta, bionda e slanciata. Una vera bellezza.
“Buongiorno posso aiutarla?” le domanda Annamaria.
“Salve, vorrei vedere Diego Mendoza.”
Che sia lei? Mi sento male…
“Chi devo annunciare?”
“Pilar Robledo Vasquez.”
“Solo un secondo.”
Afferma Annamaria, afferrando il telefono.
 
 
Diego
Il telefono che squilla, interrompe la nostra conversazione.
“Pronto Annamaria, mi dica….  E di chi si tratta?... Che cosa??... Esco subito.”
“Che succede?”
“Pilar è venuta qui!”
“Sarà stata così gentile da riportati la cravatta!”
“Non scherzare, questa  è una strage!”
“Ma perché ti agiti tanto?”
Mi domanda, prima di seguirmi fuori dall’ufficio. Pilar mi vede e mi viene incontro, stampandomi un bacio sulla guancia, sotto gli occhi curiosi della banda e sotto quelli di Isabella. Merda.
“Hai dimenticato questa da me.”
Mi dice sorridente, alzando un pacchetto. Io mi irrigidisco e osservo Isabella la quale sta fissando il pavimento. E’ indifferente? Gelosa? O semplicemente non gliene frega di meno?
“Grazie.”  - le rispondo con un sorriso contratto – “C’è altro?”
“No…”
Risponde lei, un po’ delusa.
“Ti accompagno fuori.”
Entriamo in ascensore e lei mi indica di scendere in garage.
“Sarei venuto io a prendermela!”
“Ho fatto qualcosa di male?”
“Brava, indovinato! Io qui lavoro e sono il capo, non mi va di dare alito e pettegolezzi! Come ti è venuto in mente di venire qui e di sbandierare in corridoio che ho lasciato a casa tua un mio indumento? Avranno capito tutto cos’è successo, dannazione!”
“Perché la cosa ti preoccupa tanto?”
“Questi non sono affari tuoi.”
“Sei proprio quello che si dice Diego Mendoza, uno stronzo! Anzi sei molto peggio!”
Mi dice irata, per poi andarsene. Io risalgo, preoccupato per ciò che penserà di me Isabella, che già non ha una buona opinione. Quando arrivo al piano le segretarie non ci sono e ne deduco che saranno in bagno a spettegolare di me!
 
 
Alexander
Mi ritrovo di nuovo, come ieri, di fronte alla scuola di Olga in attesa che esca. La vedo arrivare ma appena mi vede si ferma. Poi rotea gli occhi e mi passa davanti con espressione sostenuta, io la fermo.
“Non si saluta?”
“Che diavolo vuoi?”
“Farti vedere una cosa.” Le dico.
“Non m’interessa!”
“Solo un secondo, prometto che sarò poco fastidioso!” Le dico, sorridendo. Spero che accetti! Questa ragazza ha qualcosa di speciale che non so definire….
“Non vengo più via con te!”
“Andiamo con la tua auto se preferisci! Così puoi decidere di lasciarmi a piedi!”
“Questo sarebbe un buon piano!”
“Allora?”
“E sia, ma ho poco tempo.”
Montiamo sulla sua auto, ed io le indico dove andare.
“Senti ma, il tuo cognome non mi è nuovo!”
“Mio padre ha lavorato per quasi trent’anni all’Ecomoda, come direttore amministrativo e poi è diventato il direttore della sede di Palm Beach. Mia sorella Roberta è l’attuale direttore amministrativo, e mio fratello Cesar il direttore del personale. E siamo amici intimi dei Mendoza. Non sei stato capace di arrivarci da solo? Non sei molto sveglio!”
“Ti piace molto insultarmi?”
“Molto! Tu invece sei Valencia, vero? Il nipote de marito della donna che ha messo al mondo mia sorella ed in seguito l’ha abbandonata?”
“Io e mia madre non abbiamo niente a che fare con quella storia e ci siamo dissociati, quindi ti pregherei di non collegarmi a mio zio o mia zia!”
Le rispondo irato.
“Mi dispiace, lo dicevo solo per pungerti… Dove devo andare?”
“Verso la spiaggia.”
Mia madre mi raccontò quella storia quando fui abbastanza grande da capire e provai orrore. Io non ho mai avuto rapporti con i miei cugini e con i miei zii! Arriviamo alla spiaggia e le chiedo di parcheggiare lungo la costiera. L’aiuto a camminare sopra gli scogli, per raggiungere la strapiombo.
“Ma sei matto?”
“Guarda giù.” La invito. Lei ubbidisce e nota l’enorme scritta sulla spiaggia fatta sui sassi che dice “Sorry” e si mette a ridere.
“Hai ragione, non è stato troppo elegante scappare così dalla stanza…”
“Tu sei strano… Cioè, prima scappi via dopo che abbiamo fatto l’amore, poi ti rendi irrintracciabile, poi fai il pallone gonfiato e adesso fai uno slancio del genere per scusarti?”
“Bhe, tu sei l’unica che è riuscita a rintracciami!”
“E per questo ti scusi con me?”
“Non solo per questo, ma perché sei molto più carina di tutte le altre…” Le dico. Mi avvicino piano a lei, temendo un altro ceffone, ma non avviene quando la bacio e muovo dolcemente le mie labbra. Questa ragazza a due occhi  che non mi abbandonano mai, da quando abbiamo fatto l’amore ma me ne sono reso conto dopo essere scappato. Per fortuna è una testona ed è venuta a cercarmi.
 
 
Olga
Sì, è ufficiale. Sono proprio matta! Ma questo ragazzo più grande di me, è dotato di un fascino impressionante, fascino che su di me ha un forte ascendente. Mi abbandono a questo bacio, pensando a dove porterà. Nel frattempo il tramonto colora la spiaggia e il mare, e il sole sparisce dietro al mare.
 
 

Isabella
La giornata è per fortuna finita e non vedo l’ora di arrivare a casa per rannicchiarmi a letto e piangere. E al solo pensiero che all’uscita dovrò affrontare Massimiliano, mi viene male! Ma mi ci devo abituare. Quella ragazza, Pilar Robledo Vasquez, la degna figlia di un ex reginetta di bellezza è la nuova ragazza del dottor Diego. Le ragazze sono pronte per scendere ma io dico loro di andare perché devo andare in bagno.
“A domani Isa!”
“A domani.”
Mi fiondo in bagno e scoppio silenziosamente a piangere. Non avrei resistito fino a casa! Le lacrime scorrono senza sosta perché sapere di essersi innamorata di un tipo che se ti guarda è solo per portati a letto (che poi non capisco perché con tutte le bellezze che gli girano intorno debba incapricciarsi su di me), è una sensazione orrenda, specie se aggiungi che quel tipo cambia fidanzate come i calzini e che ti vorrebbe solo come amante! Me ne sto lì dentro dieci minuti buoni, quando mi decido a uscire. Mi lavo la faccia e quando esco dal bagno mi scontro contro il mio peggior incubo ma anche contro il mio sogno più bello.
“Mi perdoni dottore, ci vediamo domani.”
“Aspetta.” Mi dice lui dandomi del << tu >> e afferrandomi per un braccio. Mi guarda con un’espressione mesta.
“Io vado di fretta, qualunque cosa sia può dirmela domani?”
“No, io voglio parlare con lei ora.”
“Ho fatto qualcosa che non va sul lavoro?”
“No, non si tratta di lavoro.”
“E allora non abbiamo nient’altro da dirci, mi scusi.”
“Invece sì! Io devo spiegarle cos’è successo con quella donna, dirle che ero ubriaco e…”
“Ancora dottore? Le ho già detto che non mi deve nessuna spiegazione! E ignoro il perché si ostina a darmele!”
Lui non risponde. Mi guarda e in un lampo mi attira a sé stavolta va vicinissimo a baciarmi perché le nostre labbra entrano in contatto per pochi istanti e distinguo perfettamente il sapore di whisky provenire dalla sua bocca, anche se ignoro dove possa aver bevuto, forse in ufficio?
“Dottore ma che fa, mi lasci!” Gli dico per poi scansarlo da me e tirarli uno schiaffo. Non posso credere al mio gesto! Mi porto le mani in viso, preoccupata per la sua reazione. Lui si tocca la guancia in questione e mi osserva con sorpresa.
“Isabella….”
“Mi ascolti dottore, stia lontano da me perché io non voglio essere uno dei suoi trofei, ma prima di tutto perché lei non mi piace per niente, e se continuerà a importunarmi la denuncerò!” Mento.
Vedo che non reagisce quindi me ne vado di corsa da lì, totalmente scossa. Quando entro in ascensore, mi porto una mano al petto e sento il cuore palpitare e il respiro è affannoso. In poco tempo sono fuori dall’Ecomoda e respiro aria fresca. La mia mente è così confusa che non sento Massimiliano che mi chiama e quando mi volto mi spavento.
“Massi, mi hai fatto prendere un colpo!”
“Tutto bene?” – annuisco – “Non credevo fossi ancora qui…”
“Io… dovevo finire delle cose. Tu?”
“Aspetto il pullman.”
“Posso darti un passaggio io… Ho la macchina lì.” Dico, indicando l’altro lato della strada.
“Accetto, grazie.”
Attraversiamo la strada e raggiungo il posto di guida, quando vedo che mi ha raggiunto.
“Isabella, io non voglio che tu ti senta in colpa con me, o che tu abbia riserve anche solo a parlarmi per quello che è successo… Per la proposta che hai rifiutato…”
“Io mi chiedo perché tu mi vuoi anche dopo quello che ho fatto?”
“Perché non ho mai smesso di amarti…”
Mi risponde, accarezzandomi la guancia. Dolcemente mi attira a se e io appoggio la testa al suo petto, e chiudo gli occhi per cercare di mandare via le immagini del dottore che tenta di baciarmi e la puzza di alcol che ho sentito. Che Massimiliano sia la persona giusta per me? Tutta questa cotta per il mio capo non che, per un uomo come lui, è tutto un grande sbaglio, e mi chiedo se non sia solo un fuoco di paglia che Massi può spegnere. Quando ci dividiamo, ci guardiamo negli occhi ed io accolgo le sue guance tra le mie mani, chiudo gli occhi e lo bacio, col solo desiderio così di togliermi il ricordo e il sapore delle labbra del mio capo.
 
 
Diego
Resto pietrificato, osservo la scena straziante davanti a me mentre Wilson mi agita una mano di fronte alla faccia. Prima ho visto Isabella abbracciata a quel tipo, e poi l’ho vista baciarlo. Ed ora li osservo baciarsi con passione. Lui le passa le mani per tutta la schiena e lei si fa baciare da lui mentre a me mi allontana. Cos’ha più di me?
“Dottore le chiavi…”
“Sì.” Rispondo afferrandole, per poi dirigermi verso il garage con una sensazione tremenda al petto.
Arrivato a casa, regolo in modo basso la luce della lampada accanto al divano, sposto il cordless, spengo il cellulare, accendo la tv con sonoro a zero, perché non voglio sentire nessuno, e per ultimo mi verso un whisky. Mi accomodo sul divano e osservo come un vegetale le immagini alla tv, mentre mi capita una cosa mai provata prima d’ora, per una donna: delle lacrime scendono lungo le mie guance.
 
 
 
FINE CAPITOLO 16.
 
 
 
Che ne pensate? Povero Diego, no? ç_____ç
Spero che vi sia piaciuto, e vi do appuntamento al prossimo capitolo! Bye!

 
 
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Betty la fea / Vai alla pagina dell'autore: Mew_vale