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Autore: Eli_99    21/11/2014    5 recensioni
//STORIA IN VIA DI REVISIONE//
Isabel sa farsi odiare fino alla morte ma anche farsi amare al primo sguardo. Perchè in fondo era questa la particolarità di Isabel o l’amavi incondizionatamente o la odiavi con tutto te stesso.
Questo i ragazzi del Dolce Amoris l’avrebbero scoperto tra poco.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Rosalya, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sorri I'm not perfect'
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Io ho un sogno
 
 
I can almost see it
That dream I’m dreaming but
There’s a voice inside my head sayin,
You’ll never reach it,
Every step I’m taking,
Every move I make feels
Lost with no direction
My faith is shaking but I
Got to keep trying
Got to keep my head held high

 
Miley Cyrus – The Climb –
 
 
“Tu perche sei li?” poi indicandole il banco a fianco le ordinò “Spostati!”.
Provata dal disastroso andamento della giornata non aveva nessuna voglia di farsi mettere i piedi in testa da nessun’altro.
“Ma chi ti credi di essere? Questo banco non è di tua proprietà, non c’è mica scritto il tuo nome!” risposi con aria beffarda.
“Mi sa che ti serve un paio di occhiali. CASTIEL” spiegò il ragazzo passando un dito sotto la scritta.
“Non pensavo che ti servissero dei promemoria alla tua età. Brutto invecchiare” replicò aspettando una sua reazione. Non aveva nessuna intenzione di lasciar vincere un simile bifolco.
Castiel piegò la bocca in un ghigno beffardo, passandosi lentamente la lingua sulle labbra aveva trovato il suo nuovo passatempo; in quel momento a Isabel ricordava il topo che giocava con il gatto pregustandosi attimi di puro e sadico divertimento.
Intanto intorno a loro era calato il silenzio nessuno voleva perdersi quell’avvincente scambio di battute.
“Tu dovresti essere la nuova arrivata; certo che sai come attirare l’attenzione Blondie”
“Si può dire lo stesso di te Anna”.
Alcuni ragazzi dietro di loro scoppiarono a ridere, ma Castiel li freddò subito con un occhiataccia.
Solo adesso notava la felpa della sua nuova compagna di classe.
“E così ti piace la musica rock, Rolling Stones? Spero tu sappia chi sono?” la sbeffeggiò già pregustandosi la vittoria.
Isabel dentro di lei già gongolava per la faccia che avrebbe fatto tra pochi minuti.
“Certo. Io non passo il mio tempo libero a guardare serie TV per ragazzini”
“No. Tu lo passi a guardare cartoni per bambine di tre anni”.
Il ragazzo solo da quel semplice scambio di battute aveva intuito che quell’anno ci sarebbe stato da divertirsi.
Senza aggiungere altro prese posto vicino alla sua nuova compagna di banco lanciando lo zaino vicino ai piedi di Isabel.
“Per oggi puoi rimanere li ma da domani non voglio altre discussioni quel banco è mio!”
Il resto dell’ora passò tranquillamente, fatta eccezione per le continue frecciatine di Castiel verso la nuova arrivata che trovavano conforto in una muta irritazione.
Quando finalmente arrivò il cambio dell’ora il rosso senza aggiungere altro, si alzò uscendo dall’aula.
“Promessi Sposi è un libro di Alessandro Manzoni….poi cosa devo dire? Ah si la prima edizione è del ’27….ok poi viene rieditata tra il 1840 e il ’42…è ambientato tra il 1628 2 il 1630 in Lombardia e c’era il dominio francese…no no era quello spagnolo…Ah ci sono troppe date da ricordare non riuscirò mai a prendere una B”
Da parte a lei una ragazza dai lunghi capelli rossi raccolti in una treccia, continuava a ripetere quello che sembrava una lezione di letteratura, la biondina provò a interrompere quell’incessante ripetersi di frasi.
“Scusami”
La rossa non parve accorgersi della sua presenza, così Isabel provò a chiamarla un po’ più forte, Iris si girò verso la nuova arrivata aspettando impazientemente che continuasse a parlare.
“Non volevo disturbarti, ma ripetere così non ti servirà a niente”
“Scusami tanto ma tra meno di cinque minuti il signor Benson entrerà da quella porta e sicuramente mi chiamerà per interrogarmi sui Promessi Sposi e se non ti dispiace devo recuperare due D dei precedenti compiti in classe. Quindi anche se non è il miglior modo per memorizzare vorrei prendere almeno un C”.
Non comprendendo il motivo di quella risposta così aggressiva iniziò ad osservare le incisioni sul banco del suo compagno di classe, dando particolare attenzione a una melodia tracciata a matita.
“Scusami non volevo essere così aggressiva ma se non prendo almeno un B mia madre non mi farà uscire di casa per i prossimi tre mesi e non vorrei deludere il signor Benson prendendo il debito in italiano”
Isabel annuì intuendo il nervosismo e la tensione della compagna di classe, continuò a studiare lo spartito improvvisato creato dal compagno cercando di immaginarsi la melodia finale.
“Comunque se in futuro ti servisse aiuto, posso aiutarti in italiano, mi piace come materia e andavo abbastanza bene nella mia vecchia scuola”
Le sue parole vennero seguite da un sorriso di gratitudine da parte di Iris.
Intanto i ragazzi stavano tornando in aula, ormai nessuno sembrava prestare interesse alla nuova arrivata, tranne ovviamente il suo inusuale compagno di banco pronto a passare altre due ore di puro e sano divertimento.
“Buongiorno ragazzi”
Dalla porta entrò un ragazzo giovane, giacca e camicia occhi neri forse troppo; occhiali anch’essi neri su un naso troppo lungo. Una borsa piena di libri come entrò mi notò subito, iniziò a presentarsi ripetendo spesso che amava quello che studiava mentre si spostava continuamente un ciuffo di capelli neri che gli ricadeva sul viso; non riuscì a sentire il suo nome Castiel continuava a distrarmi.
“Credo che adesso sia il tuo turo di presentarti”
Con un cenno della mano la invitò ad affiancarlo al centro dell’aula mentre lui preparava il materiale per la lezione.
“Sono Isabel Wood e mi sono da poco trasferita dall’America”
Non sapeva più cosa dire le presentazioni non le erano mai piaciute , di solito la gente conosceva tutto di lei non faceva domande, iniziò a mordersi nervosa il labro inferiore mentre il suo sguardo vagava per la stanza.
“Dimmi Isabel cosa ti piacerebbe fare?”
 Alle sue parole rimase interdetta, nessuno le aveva mai chiesto cosa volesse fare; di certo non ne avrebbe parlato con uno sconosciuto.
“Sai un giorno quando avevo nove anni mio nonno mi raccontava un sacco di storie, quel giorno mi raccontò una storia in particolare. Di un uomo che per realizzare i suoi sogni girò il mondo, venendo deriso perla sua ferma convinzione che quello che cercasse esistesse realmente, quando tornò a casa ormai deluso e afflitto, scoprì che il suo sogno era proprio li davanti a lui, solo che prima si rifiutava di crederci”
Tutta la classe era rapita dalle parole di quello strano insegnante, tutti tranne uno che continuava a scarabocchiare il banco.
“Quel giorno mio nonno mi spiegò che siamo diversi dagli animali. Noi siamo liberi , e questo è il più grande dono che abbiamo mai ricevuto. Grazie a questa possiamo diventare qualcosa di diverso; perché i sogni sono il sangue della vita e anche se qualche volta ci costano le prese in giro e la derisione dagli altri. Non bisogna mai rinunciare a sognare! Rinunceresti a te stesso?
Guardò quello che da quel momento sarebbe diventato il “sognatore” per minuti interi, assimilando il sapore delle sue parole.
“Da quel momento in avanti capì che il mio posto era la letteratura, perché è da qui che nascono i sogni, e come vedi oggi sono qui nella speranza di riuscire a trasmettervi almeno un poco della mia passione”
Mentre parlava sorrideva incoraggiante scrutandola negli occhi, come alla ricerca di qualcosa di segreto che nemmeno lei conosceva.
“M-mi piace…..scrivere”
Non riusciva a smettere di guardarlo negli occhi ma allo stesso tempo si vergognava di quello che aveva appena ammesso davanti a tutta la classe; il sognatore le fece un sorriso dandole il permesso di tornare a sedere.
“Ma guardate un po’ chi ci onora della sua presenza”
Tutti si voltarono a guardare il banco di fianco al suo mentre il sognatore iniziava a girare per l’aula guardandoli uno ad uno negli occhi.
Castiel in risposta fece un veloce ghigno di sfida ritornando subito dopo a decorare quello che da domani sarebbe stato il suo banco.
“Visto che oggi ci siete tutti colgo l’occasione per assegnarvi il lavoro a coppie, prima di interrogare Iris – quest’ultima assunse un espressione sconsolata trovando conforto nella compagna di banco, una ragazza mulatta dai corti capelli neri – per evitare lamentele come l’ultima volta questa volta le coppie le farò io”
Dalla classe si alzò un borbottio di malcontento, zittito dal verso del gessetto che scriveva sulla lavagna «Sono nato il primo giorno di scuola, cresciuto e invecchiato in soli duecento giorni».
“Voglio che ognuno di voi per la fine di quest’anno scolastico racconti quello che a vissuto, come è cambiato; voglio che in questo testo mettiate i vostri sogni facendoli crescere giorno dopo giorno. Per questo compito la valutazione comprenderà due terzi del voto finale quindi voglio che vi impegniate a fondo ogni giorno per raccontare al meglio la vostra storia”
Non riusciva a capire il perché del lavoro a coppie, se dovevano scrivere un racconto per di più personale come avrebbero potuto farlo con un'altra persona.
“Vi metterò in coppie perché il vostro compagno dovrà aiutarvi a migliorarvi, leggerete ognuno il lavoro dell’altro così da imparare a conoscervi meglio; a fine anno mi porterete i vostri temi finiti. Adesso facciamo le coppie”
Intento a parlare beccò Castiel sistemare l’mp3 nell’astuccio.
“Castiel”
Il diretto interessato alzò il viso abbastanza annoiato.
“Visto che questa è la tua prima lezione del mese direi di cominciare da te, ho notato che negli scorsi anni hai avuto difficoltà a lavorare con i tuoi compagni di classe, vediamo come và con la nuova arrivata”.
“Cosa le fa credere che prenderò parte a questo ridicolo progetto? E poi perché non posso decidere con chi stare in coppia?”
Prima che l’insegnate potesse rispondere una voce squillante sostenne le parole del suo irritante e polemico vicino.
“Prof, Castiel ha ragione perché non possiamo scegliere noi con chi stare in coppia, infondo è un lavoro abbastanza personale e riservato”
“Ma quando parlo proprio non mi ascoltate – scosse la testa con un sorrisetto divertito stampato in volto – come ho già detto prima le coppie le sceglierò io onde evitare polemiche e adesso continuiamo”.
Ambra la smorfiosa di quella mattina, infastidita dalla decisione del prof strinse le labbra assumendo un espressione inviperita mentre stringeva le mani a pugno; alla fine l’oca urlante finì in coppia con un ragazzo vestito con abiti davvero particolari, la ragazza dai lunghi capelli rossi invece fece coppia con un ragazzo dai capelli castani e grandi occhi verdi, con un aria familiare ma sicuramente si stava sbagliando.
“Allora piccola Blondie, contenta da adesso dovremo passare molto tempo insieme…..ammettilo hai pregato il prof per far coppia con me”.
“Ma come, non vedi Anna non sto più nella pelle”.
Odiava quel ridicolo sorrisetto che spuntava ogni qual volta gli rivolgeva la parola; si quel ragazzo era un inusuale irritante polemico infantile pomodoro.
“Scusate se vi interrompo ma vorrei continuare la lezione; non vorrei mai mettere un richiamo a una studentessa così promettente il primo giorno di scuola Isabel”
La faccia della biondina assunse la stessa tonalità dei capelli del suo vicino di banco mentre pigolava un flebile “Mi scusi”.
La lezione passò con il sognatore che le illustrava quello che avrebbero fatto da adesso fino alla fine dell’anno.
Da come già aveva capito non era come gli altri professori nel programma aveva inserito parecchi cineforum con film a sorpresa, mentre il resto si prospettava ricco di lunghe ore passate a discutere sulle più famose opere letterarie; il paradiso per un topo di biblioteca come lei.
Prima della fine dell’ora il sognatore interrogò una demotivata Iris.
“Si quest’anno ci sarà proprio da divertirsi”
Isabel tenne gli occhi fissi sulla lavagna mentre il suo piede pestò accidentalmente quello di Castiel che trattenendo una colorita imprecazione la fissava con espressione divertita.

 
Da quando ho iniziato a riscrivere la storia è la prima volta che scrivo in uno spazio autrice a cui tra l'altro non ho nemmeno dato un nome...
Volevo ringraziare tutte quelle ragazze che con infinita pazienza continuano a seguire questa Storia ma sopratutto New Moon Black, ChichiEGoku e Sammy333 per sopportarmi tutte le volte che devo scrivere un nuovo capitolo.
Grazie davvero perchè senza di voi probabilmente questa storia non esisterebbe più; detto questo spero continuerete a seguire questa mia pazzia
Un bacio a tutte
Eli_99

 
  
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