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Autore: MandyCri    23/11/2014    10 recensioni
Un angelo.
Un demone.
Due fratelli: Maximilian e Julian.
E poi c’è Gaia.
Gaia allegra come il suo nome, una ragazza spensierata che sconvolgerà la vita di entrambi.
“…Tornò a guardare Gaia curioso.
Nello stesso istante la bimba aprì gli occhi e lo fissò.
Proprio come aveva detto Maximilian, scoppiò in un pianto a dirotto…”
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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TRAILER
FRATELLI DI SANGUE

https://www.youtube.com/watch?v=QX_uD1UJtmA&feature=youtu.be
Grazie di cuore a PinkyCCh


Ciao,
mi scuso per il ritardo, ma come già spiegato nelle altre storie che scrivo, gli impegni personali ormai sono quasi ingestibili e non ho più il tempo di una volta, aggiungiamoci la mia proverbiale pigrizia e il dado è tratto.
Grazie a coloro che nonostante tutto hanno tenuto la storia nelle seguite, ricordate e preferite, grazie anche a chi recensisce con costanza e non mi fa sentire sola.
Spero di non deludervi con questo nuovo capitolo.
Tra poco i nostri protagonisti diventteranno adulti e la storia si svolgerà finalmente ai nostri giorni.
Se volete lasciarmi una vostra opinione ne sarò felice.

Grazie a tutti
Besos MandyCri

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§§§

 

CAPITOLO 9

 

Gaia si girò ancora una volta a guardare l’uomo che la seguiva.

Aveva il cuore che pompava come mai l’aveva sentito in vita sua.

Nonostante sapesse che doveva essere più veloce possibile, che non doveva, assolutamente, perdere tempo e che, anche solo quel piccolo movimento, fosse un ostacolo per allontanarsi il più possibile, non riusciva a controllarlo.

Sentiva le gambe molli e tremolanti.

L’aria le entrava nei polmoni come una frustata e la gola era talmente secca che non riusciva nemmeno a deglutire.

Ogni respiro era faticoso.

Chi era quell’uomo?

Perché la stava seguendo?

E se invece non era così?

Magari, era tutto frutto della sua immaginazione.

Aveva visto troppi film d’azione e troppi horror, probabilmente.

Non riusciva a ripetersi altro. Si dava, in continuazione, della sciocca, annaspando, perché ormai era a corto di fiato.

Aveva chiamato Julian, perché si era sentita indifesa.

Era stata la prima persona a cui aveva pensato.

Non sua madre o suo padre, ma Julian e si era resa conto che considerava quel ragazzo la sua salvezza.

Nonostante tutto ciò che le aveva fatto, nonostante fosse un tipo poco rassicurante e soprattutto, non sembrasse affatto una persona di cui fidarsi, Gaia aveva pensato solo a lui per toglierla da quella situazione.

Julian era forte: lo percepiva. Lei sapeva che era così, anche se non riusciva a darsi una spiegazione, era convinta che quel ragazzo avrebbe fatto l'impossibile per lei.

Quell’uomo la stava inseguendo. Non aveva dubbi, era inutile che si illudesse che non era così. Era quasi un’ora che ce l’aveva dietro e, scioccamente, non era tornata a casa, anzi, al contrario, si era allontanata troppo.

Stupida!

All’inizio le era sembrato perfino impossibile.

L’aveva osservato di sottecchi, quasi curiosa, forte del fatto che nel cielo il sole era ancora alto e che, nel parco, c’era ancora parecchia gente.

Adesso il tramonto aveva lasciato posto alla prima oscurità, le famiglie se ne erano andate e i pochi che, come lei, facevano jogging, erano spariti.

Gaia aveva incrociato lo sguardo dello sconosciuto e il terrore si era impossessato della sua anima.

Non aveva mai visto un essere orripilante come quello. Non aveva mai fissato due occhi così malvagi.

Perfino lo sguardo crudele di Julian era innocuo in confronto a quello del tizio che la stava pedinando.

Gaia sveltì il passo e si ritrovò, suo malgrado, a correre ancora più velocemente, con il fiato sempre più corto e i polmoni bruciati.

Dio! Perché stava succedendo proprio a lei?

Dov'era Julian?

Perché non era ancora arrivato?

Gaia si girò un'altra volta, per vedere se lo aveva distanziato.

Non riuscì nemmeno a mettere a fuoco la figura che si sentì schiacciare per terra.

Avvertì nitido il dolore alle ginocchia, procurato dalla ghiaia del sentiero del parco.

Calde ed involontarie lacrime le sgorgarono dagli occhi e le bruciarono le guance ferite.

Gaia annullò ogni pensiero.

Cominciò ad urlare, scalciare e tremare nello stesso tempo.

- Finalmente, ti ho presa ragazzina! - ghignò l'uomo, soddisfatto – Dove pensi di scappare?

Gaia si ribellò ancora di più – Lasciami! - urlò disperata – Cosa vuoi da me? Chi sei? - si agitò.

Il tizio la prese di forza e la girò supina, si passò la lingua sulle labbra e poi sputò, non colpendole il viso, solo per miracolo.

Gaia deglutì e cercò di reprimere l'espressione disgustata che le era comparsa sul viso.

- Non farmi del male... - lo scongiurò.

- Non ti posso promettere nulla, piccola. - l'apostrofò lui – Dipende dal Principe. Se lui prenderà il tuo posto, vedrai che a te non succederà nulla. Non ce l'ho con te. Non devi prenderla come una questione personale. Di te non me ne frega un cazzo. Voglio la mia vendetta e, purtroppo per te, tu sei il modo con cui arrivarci. Vi ho osservato... se non avessi visto con i miei occhi, non ci avrei mai creduto. Al bastardo importa di qualcuno!

Gaia lo fissò disperata – Di chi stai parlando? Aiuto! Qualcuno mi aiuti! - gridò ancora, con tutta la forza che le era rimasta.

L'uomo le mise la sua lurida mano sulla bocca e gliela tappò – Così però non va bene. Se vuoi che non ti accada nulla, devi collaborare. Non farti nessun film mentale. Non ti toccherò nemmeno con un dito, non sei certamente il mio tipo. Devi temere per altro, non certo per la tua verginità. Sei vergine vero, ragazzina? Potrei strapparti gli occhi, mutilarti o ucciderti, ma di certo, non toccherò il tuo corpiccino acerbo! Quello lo lascio al Principe se gli piacerai ancora, quando avrò finito con te! - la minacciò.

Gaia lo fissò impaurita.

Non l'avrebbe violentata, ma le avrebbe, in ogni caso, fatto del male – Non farmi nulla, ti prego. Farò tutto quello ciò che vorrai. Io non conosco nessun Principe, non so nemmeno di cosa tu stia parlando... - balbettò, sempre più impaurita.

Il tizio scoppiò a ridere.

Gaia si morse le labbra, sempre più impaurita.

- Lo conosci, eccome, lo conosci! - rise l'altro – Quindi tu non sai che Julian...

- Dirty! Lasciala andare!

Gaia si girò e vide Julian e Maximilian a pochi metri da lei.

Cercò di liberarsi dalla stretta dell'uomo, ma questo la tenne ferma – Dove credi di andare? - le soffiò sul viso.

- Jul! - gridò, ma il suono le uscì ovattato e confuso dalla bocca.

L'uomo premette con più forza la mano sulle sue labbra – Taci! - le intimò, poi si voltò verso i due ragazzi.

- Fate proprio una bella coppia voi due! Se non sapessi la verità sul vostro conto, potrei quasi credere che siate veramente fatti della stessa pasta.

L'uomo la guardò e poi scosse la testa – Sei sicura della scelta che hai fatto, bambina? Tu non hai nemmeno idea in che razza di guaio ti sei cacciata! Potevi scegliere il biondino e invece no! Dovevi cadere anche tu ai suoi piedi! Che schifo! - sputò per l'ennesima volta per terra.

- Cosa intendi dire? - gli chiese, tremolante.

Avrebbe dovuto aver paura in quel momento, lo sapeva, ma c'era qualcosa che le sussurrava che doveva sapere cosa quell'uomo intendesse dire con quella frase.

A chi si stava riferendo?

A Julian? E se sì, perché lo chiamava principe?

Ok, quel ragazzo non era certamente il massimo dell'educazione e della gentilezza, però con lei, ultimamente, era sempre carino e se guardava un po' più in fondo, a suo modo, lo era sempre stato.

L'uomo la guardò schifato – Tu proprio non sai un cazzo! Julian è...

 

***

 

- Smettila! - urlò con tutta la sua forza – Non era me che volevi? Sono qui!

Dirty non poteva dire a Gaia chi era veramente.

Fu la prima volta che Julian si vergognò di quello che era, delle sue origini.

Gaia non doveva sapere, si sarebbe allontanata da lui, per sempre.

L'avrebbe escluso dalla sua vita e Julian non lo desiderava affatto.

Quale ragazza con un minimo di cervello sarebbe stata con il figlio del Diavolo?

Si morse le labbra in modo compulsivo, aggrottò le sopracciglia preoccupato e strinse forte i pugni.

Doveva fare qualcosa.

- Lasciala andare. - disse infine, con una calma quasi logorroica.

Max gli prese il braccio e lo strinse forte – Jul... - mormorò.

Scosse il viso – Adesso Maximilian devi fare esattamente tutto ciò che ti dico. - gli sussurrò – Non devi sbagliare.

- Io...

- Fa ciò che ti dico! - ordinò – Non ho tempo di convincerti, devi solo fidarti di me.

Maximilian lo fissò preoccupato, poi annuì gravemente.

Julian guardò Dirty con disprezzo.

Era solo un essere umano, ciò significava che la punizione che Dio aveva inflitto a suo padre, si era allargata anche agli altri demoni, inferiori o superiori che fossero.

Julian socchiuse gli occhi pensieroso.

Come aveva fatto Dirty ad arrivare sulla terra se gli unici due che potevano aprire un portare dagli Inferi alla terra, erano suo padre e lui?

Questo gli sfuggiva.

Il Demone sporco non aveva le sembianze del demone che era, tuttavia era arrivato sulla terra, ma come?

Julian pensò e ripensò.

Come suo padre anche Dirty era l'uomo che era stato prima di morire, non aveva quindi alcun potere, però suo padre si era smaterializzato dopo qualche minuto, mentre lui era ancora sulla terra.

Perché? Ma soprattutto, come aveva fatto ad aprire il portale?

Strinse con più energia gli occhi – Lui lo sa che sei qui? - chiese insospettito, rivolgendosi al demone che continuava a strattonare Gaia.

Dirty si lasciò sfuggire una risatina gutturale – Secondo te?

I tratti del viso di Julian si indurirono ancora di più – Non lo sa! - esclamò, convinto – Hai approfittato della sua distrazione per...

- Credo che siano cose che non ti riguardino! - sputò l'altro, infastidito – Vuoi che lei viva o no? Facciamo questo scambio e finiamola qui! - urlò.

Julian alzò le braccia in segno di resa – Come vuoi. - disse semplicemente – Dammi solo un attimo per salutare mio fratello.

Il demone rise – Ma come siamo diventati sentimentali! Qui sei solo un bambinetto e la cosa mi fa enormemente piacere. Sarà un gioco da ragazzi farti fuori. La pagherai per tutto. Libererò il regno dal bastardo, finalmente! - lo prese in giro.

Julian alzò le spalle e si allontanò di qualche metro, trascinando con sé Maximilian.

- JULIAN! - Gaia lo richiamò – Ti prego non andartene. Cosa sta succedendo?

Si sentì stringere il cuore.

La voce di Gaia era colma di terrore.

Chiuse un secondo gli occhi e poi la guardò con amore – Gaia tra qualche secondo finirà tutto e vedrai che non ti succederà nulla. Fidati di me.

Quando si fu allontano abbastanza, Julian fissò il fratello deciso – Ascoltami bene e senza interrompermi. – lo ammonì – Dovrai essere forte, dovrai saper resistere. Qualunque cosa succeda, non dovrai, per nessuna ragione al mondo, cedere ai tuoi istinti. Combatti il nostro legame con tutte le tue forze. Quando sentirai il richiamo delle ali, opponiti.

Maximilian lo guardò indeciso – Cosa hai intenzione di fare? - gli domandò, preoccupato.

- Lo ucciderò. - rispose conciso.

- Jul...

- È il solo modo per liberarci di lui... Dirty è solo un umano, sarà semplice, ma dovrò trasformami e di conseguenza anche tu sentirai l'esigenza di farlo, ma dovrai resistere, perché non voglio che Gaia sappia nulla. - dichiarò.

- Io posso aiutarti, non occorre arrivare a tanto... - balbettò Max.

- Non c'è altro modo! - lo interruppe – Tu devi solo portare lontana Gaia e non cedere alla trasformazione. Promettilo!

Max scosse la testa – Julian, io...

- Promettilo! - ripeté.

- Te lo prometto. - disse infine il fratello – Però...

- Dille che è la cosa più bella della mia vita. Dille che un giorno tornerò.

Max abbassò gli occhi – L'avventura sulla terra è finita, vero?

Julian annuì gravemente – Non vedo altro modo. Devo ucciderlo e poi ucciderlo, nuovamente, all'Inferno. Non posso lasciarlo libero di poter tornare. Ritorno a casa... - mormorò, poi diede colpetto sulla spalla del fratello maggiore – Visto? Alla fine ti ho lasciato libero di andare...

Max lo guardò tristemente – Mi dispiace... - sussurrò.

Julian cercò di sorridere – I fratelli veri ogni tanto litigano, ma si vogliono bene lo stesso... Sii forte Maximilian, un giorno ci rivedremo.

Max si staccò da lui, con lo sguardo assente, Julian lo riprese e lo trattene, con forza, per un braccio – Pensa a Gaia: lei non deve accorgersi di niente. Giuralo! - gli disse con enfasi.

- Te lo giuro. - sussurrò Max e poi si allontanò.

Julian respirò profondamente.

Si mise le mani nelle tasche dei jeans e assunse un'aria distratta.

Strascicò i passi e si avvicinò a loro – Sono qui.

Gaia cercò per l'ennesima volta di liberarsi dalla morsa di Dirty che, per contro, la strinse ancora di più.

Aveva le braccia tutte arrossate, lividi sulle gambe e escoriazioni ovunque, anche sul viso.

Julian avvertì montare la rabbia dentro di lui, ma cerco di frenare la sua natura demoniaca.

Gli avrebbe inflitto una morte cruenta e cattiva. Non avrebbe avuto alcuna pietà.

Questa era una promessa.

Dirty sarebbe stato l'esempio per tutti gli altri abitanti dell'Inferno.

Nessun demone poteva lasciare gli Inferi. Nessun essere inferiore a lui e suo padre avrebbe mai più disubbidito. Nessuno avrebbe mai più preso iniziative personali.

La morte di quello stupido avrebbe accresciuto la sua fama e suo padre l'avrebbe adorato ancora di più e non avrebbe più avuto dubbi su di lui.

Satana avrebbe lasciato in pace Maximilian con il suo ritorno agli Inferi e Gaia non sarebbe mai entrata nel ciclone dei due mondi.

Gaia non avrebbe avuto più a che fare con lui e sarebbe stata felice di vivere la sua vita terrena.

Avrebbe trovato un bravo ragazzo da amare.

Magari Dio avrebbe concesso a Max lo stesso premio dato, tanto tempo prima, a Gabriele in modo da poter star vicino a Gaia e proteggerla e vivere insieme a lei per sempre, donandole il suo amore.

Le sorrise – Vieni qui Gaia. - sussurrò.

Lei lo guardò e si divincolò dalla stretta del demone, corse verso di lui, gridando il suo nome.

No! Sarebbe tornato da lei.

Gliel'aveva promesso attraverso Maximilian.

Julian chiuse gli occhi, poi si girò verso il fratello che, prontamente, lo raggiunse.

Max afferrò Gaia tra le braccia e la nascose con il suo corpo, impedendole la visuale, nell'esatto secondo in cui Julian si scagliò contro il demone.

La rabbia repressa montò tutta di colpo.

Il corpo divenne adulto e possente. Le ali si aprirono maestose sulla schiena, stracciando la maglietta.

Julian le aprì nella loro massima estensione, due metri di piume nerissime che scintillarono nel cielo, ormai scuro.

Dirty lo fissò terrorizzato – Non è possibile... tu non puoi... - balbettò, indietreggiando impaurito – Tu non puoi... la punizione... tu sei un demone...

Julian rise satanico – No, io non sono un demone. L'hai sempre detto, no? Io sono un bastardo! Mezzo e mezzo.

E si lanciò verso il demone Sporco con tutta la forza che possedeva.

 

***

 

Gaia sentì un urlo disumano.

Cercò di girarsi a guardare, aveva paura per Julian. Max glielo impedì – Dobbiamo andare! Facciamo presto. - disse, risoluto.

L'unica cosa che riuscì a scorgere, prima dell'intervento di Maximilian, fu solo un'enorme chiazza nero e argento.

Non chiese nulla.

Gaia pianse e basta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
 
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