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Autore: Assasymphonie    24/11/2014    6 recensioni
L'ombra fluttuante danzò per un secondo contro la sua guancia sinistra, accarezzando lievemente le ciglia chiare al di sopra dello zigomo, giocando con uno sfarfallio leggero con il piccolo neo scuro per poi perdersi nella trama dei capelli sottili.
[ ElliotLeo ]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Elliot Nightray, Leo Baskerville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo del capitolo: Moth.
Personaggi: Elliot Nightray / Leo Baskerville
Rating: Giallo.
Note dell'autore: One-shot / Introspettiva / Romantica
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.

.Moth.

L'ombra fluttuante danzò per un secondo contro la sua guancia sinistra, accarezzando lievemente le ciglia chiare al di sopra dello zigomo, giocando con uno sfarfallio leggero con il piccolo neo scuro per poi perdersi nella trama dei capelli sottili. Gli occhi azzurri la seguirono nel suo ondeggiare attorno alla flebile fiamma della candela poggiata con insolita noncuranza sul davanzale; Elliot potè vedere come quella falena, dai colori chiari ed insoliti per quella stagione fresca, fosse indecisa se avvicinarsi ancora di più alla fiamma o volare via, continuando a vivere la propria vita fino a quando un'altra candela, un'altra fiamma, non avrebbe sortito lo stesso effetto.
« ... » Il sospiro fu lieve come quel timido battere di ali membranacee; sapeva bene che quella falena sarebbe rimasta bruciata da quella fiamma, forte quanto il primo amore che se non uccide lascia cicatrici, ustioni, talmente profonde da fare male persino a distanza di anni.
Era concentrato sull'insetto, tenendo le ginocchia contro il petto, che neppur si accorse del movimento leggero di lenzuola alle sue spalle, in quel letto che gli era sempre sembrato troppo infinito.
Nonostante i lunghi capelli a coprirgli il viso Leo mise facilmente a fuoco la schiena dell'altro ragazzo, coperta a malapena da una camicia spiegazzata, che riusciva a stagliarsi così bene sullo sfondo scuro della notte senza luna. Non cercò gli occhiali ma rimase immobile, lasciando che i propri occhi si abituassero quanto bastava per poter riconoscere la forma del comodino e solo allora poggiò le lenti sul proprio naso, provocando più rumori di quanti volesse.
Fu solo quando il busto divenne eretto che Elliot diede segno di aver sentito qualcosa, sollevando la testa di scatto e scatenando in Leo la volontà di nascondersi, per un breve istante.
« ... Oi. » Il ritmo della voce di Elliot non era cambiato, solo abbassato quanto bastava a non disturbare la quiete della notte; Leo sorrise tra le labbra, buttandosi sulle spalle abbastanza coraggio per far scivolare le mani sottili contro quelle spalle già larghe, sparendo oltre la curva per andarsi ad incrociare, polso su polso, diritto sul cuore pulsante di un Elliot occupato ad osservare quei movimenti appena accennati della falena davanti a sé.
« Cosa c'è, Elliot? E' tardi, vieni a dormire. » La voce di Leo lo raggiunse come il suono di chiare campane d'argento e lo ridestarono, almeno in parte, poiché si avvide di quelle mani fresche incrociate sul suo petto, il peso labile sulle spalle, la carezza dei capelli scuri contro le guance e quell'eterno, etereo, profumo di crisantemo. Sorrise, distogliendo lo sguardo dalla visione della falena troppo vicina, ignorando il suo prendere fuoco non appena le ali sfiorarono quella fiamma danzante nel flebile vento, abbassando le palpebre sugli occhi e facendo salire le dita, ancora più affusolate del solito, a coprire quelle altrui.
Un gesto intimo, comune.
Loro.
« ... stavo pensando, Leo. L'hai vista quella falena? Continuava a girare attorno alla candela che tu hai messo fuori, non sapeva se avvicinarsi o meno. Lo ha fatto infine, l'hai vista? E le sue... » La presa sulle mani si fece più forte e Leo, istintivamente, dischiuse gli spazi tra le dita per permettere ad Elliot di intrecciarvi le proprie; erano gesti automatici tanto quanto il sorridere uno all'altro, o quei piccoli e frugali baci con cui si salutavano la mattina, pari al battito di... « ... ali sono bruciate come carta. »
Gonfiò il petto per un respiro profondo, prima di sciogliere le gambe dalla presa delle ginocchia per toccare il pavimento freddo coi piedi nudi, abbandonando per qualche istante la sicurezza e il calore del petto di Leo contro di sé per avvicinarsi alla candela. Lì accanto, bagnate appena dalla luce triste e aranciata, giaceva il corpo carbonizzato della falena; Elliot si chinò avanti, chiudendo le labbra per soffiare via quella cenere.
Essa si disperse oltre la finestra e solo allora Leo incontrò gli zaffiri incastonati negli occhi di Elliot, pieni di tristezza e coraggiosi come il leone il cui segno aleggiava sulle sorti del ragazzo.
« Se ha deciso così, probabilmente per quella falena non c'era nulla di più attraente e desiderabile di quella fiamma. Solo per qualcosa che si desidera con tutta l'anima si è pronti a bruciare, a rinunciare alla propria vita spesa solo a cercarla. » I capelli scuri scivolarono oltre le spalle in un fruscio degno della seta più pura, ed anche Leo urtò la freddezza del marmo del pavimento.
I passi furono corti e gentili nel portarsi accanto ad Elliot, cercandone il braccio e il calore, adagiandosi sulla consapevolezza della sua esistenza. « ... e poi chi è che non morirebbe felice, circondato da una fiamma brillante e calda come un abbraccio? »
La domanda ricadde tra di loro e su di loro come una coperta calda e pesante, calda quanto la mano libera di Elliot che accarezzò il collo dell'altro, salendo fino alla rotondità dell'orecchio per perdersi nel mare di ossidiana, spettinato e ancora odoroso di cuscino.
« ... credo di doverti dare ragione. » Il tono era sporcato di una finta irritazione perché il sorriso che premette sul gemello era vero, autentico come il respiro che fece scivolare Leo nella sua bocca; troppo occupati, troppo presi dal bruciare per accorgersi che la fiamma della candela si era spenta.
Per sempre.

.Fine.
   
 
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