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Autore: NeverMe    25/11/2014    3 recensioni
Ambientata dopo il finale della seconda stagione, visto che la terza non è sicura devo trovare un modo di colmare il vuoto...
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Gabriel aprì la porta della camera da letto.
Claudia era sdraiata sopra le coperte, aveva addosso soltanto una canottiera lunga, che le lasciava scoperte le gambe nude e accavallate.
Leggeva un libro con la schiena appoggiata al cuscino, uno dei suoi libri complicati, che ogni tanto si divertiva a farsi leggere ad alta voce.
Si sdraiava su un fianco e l'ascoltava leggere, di tanto in tanto la interrompeva per farle delle domande a cui lei rispondeva con dovizia di dettagli e con un linguaggio semplice.
In quei momenti sorrideva e pensava che sarebbe stata brava come professoressa.
Poi si addormentava cullato dalla sua voce, oppure le prendeva il libro di mano ed iniziava a baciarla, ogni tanto era lei a gettarlo via...
Claudia alzò gli occhi su di lui e gli sorrise.
"Come stai?" le chiese sedendosi sul letto.
Appoggiò il libro sul materasso. "Meglio..." gli diede un bacio sulle labbra. Gli passò una mano tra i capelli e gli accarezzò la nuca e Gabriel per un po' rimase imbabolato, con gli occhi chiusi.
"Sei sicura?"
Claudia annuì, ma i suoi occhi vagarono verso l'altro lato della stanza, per poi abbassarsi.
"E' che, sai... da quando ho scoperto di aspettare un bambino, qualunque cosa accada il mio primo pensiero è per lui. Se sono agitata penso: farà male al bambino? se leggo una ricetta penso: a lui o a lei piacerà? Torna mio padre e penso che non voglio che nostro figlio si senta mai abbandonato, per nessun motivo... poi mi chiedo... com'è possibile che il loro primo pensiero non sia stato per me? Anche adesso che è tornato... lui l'ha fatto perchè stava male, l'ha fatto nonostante sapesse che io avevo una vita ed ero felice. E' arrivato, ha mescolato le carte e basta. Non ha pensato a me..."
Gabriel le accarezzò la pancia.
"Dovresti parlare con tua madre..."
"Approposito di cosa?"
"Lo sai di cosa, Claudia. Di tuo padre, del bambino... di tutto."
"Non posso dire a mia madre che mio padre è tornato, non ho idea di come potrebbe rea..."
"TU SEI SUA FIGLIA" si massaggiò le tempie e la prese per mano. "L'hai detto tu. Loro non hanno pensato a te per prima, forse credono di averlo fatto, ma il risultato non è stato quello. Adesso devono farlo, ne hanno l'occasione. Lasciaglielo fare. Tu muoveresti mari e monti se tuo figlio o tua figlia ti nascondesse qualcosa per non ferirti..."
Claudia annuì, con lo sguardo basso.
Gabriel le mise un braccio intorno alle spalle e se la strinse vicino, indifesa com'era in quel momento, in cui il suo mondo stava cambiando. Era una sensazione che conosceva bene, troppo bene, da cui lei l'aveva salvato tante volte e adesso che toccava a lui sperava tanto di essere all'altezza. "Anche il mio primo pensiero è per voi. Non vi abbandonerò mai..." le diede un bacio sui capelli "... mai..." sulla fronte "... mai..." sulle labbra. Claudia gli sorrise e gli afferrò il viso tra le mani con tutta la forza che aveva e lo baciò.
Gabriel le lasciò scivolare le mani sulla schiena, le solleticò le spalle, la nuca, con la punta delle dita e la pancia. Si lasciò baciare per un po' e poi si allontanò sorridendo.
Claudia lo massaggiò delicata dietro le orecchie, il viso ancora a pochi centimetri dal suo, gli occhi grandi e dolci lo guardavano senza imbarazzo, studiavano ogni dettaglio del suo viso.
"Gabriel..." il tono della sua voce era serio. "Tu non ti stai mettendo nei guai, vero? Perchè mi hai detto che mi avresti coinvolta nei casi della congregazione solo se non fosse stato pericoloso e quindi mi chiedevo... quando non mi chiedi di venire con te è perchè la situazione è pericolosa? Non metteresti mai a repentaglio la tua vita per la congregazione, no? Rischi già abbastanza tutti i giorni..." aveva le lacrime agli occhi.
"No, no, no, ehi..." le accarezzò la base del collo "Se non ti chiedo di venire con me non è perchè rischio la vita, ma perchè sono situazioni in cui occorre correre, saltare... niente che si addica ad una donna in dolce attesa..." le sorrise e lei si rilassò.
"Sei sicuro?"
"Sicuro." le diede un bacio sulle labbra.
Claudia annuì, come per confermare qualcosa a se stessa, qualcosa che aveva pensato.
Doveva averla guardata con aria interrogativa, perchè lei gli disse "E' proprio vero, anche il tuo primo pensiero è per nostro figlio..." e gli diede un bacio sulla guancia, con le sue labbra morbide e delicate.
"Com'è avere un'altra vita dentro di sè?" le chiese Gabriel.
Claudia sbattè le palpebre "Come?"
"Che cosa si prova? Voglio dire... avere una vita che cresce dentro di te, deve essere qualcosa di bello e devastante..." sentì la commozione stringergli la bocca dello stomaco, pensando al loro bambino ancora accoccolato nella pancia della sua mamma, indifeso... forse incapace di capire tante cose, ma depositario di tutto il loro amore e di tutte le loro paure.
Claudia aveva gli occhi lucidi e le labbra schiuse. Lo guardava come se fosse arrivato da un altro pianeta, forse aveva fatto una domanda inopportuna.
"Vieni qui..." gli disse sdraiandosi. Lo fece accoccolare vicino alla sua pancia e gli accarezzò piano i capelli. Era la sensazione più dolce del mondo. Prima le sue mani erano tra i suoi capelli, poi sulle guance, ora così vicine alle sue labbra che riusciva a baciarle.
"Tu sei perfetto..." il cuore gli si strinse.
Le baciò la pancia diverse volte e sembrava quasi surreale pensare che davvero lì c'era il loro bambino, che lui fosse tanto vicino, eppure che dovessero aspettarlo ancora per tanto tempo... anche se era lì...
"Non te lo so spiegare... ricordi la sensazione di cui ti avevo parlato? Quella sensazione, come se fosse la cosa più importante della mia vita... non mi abbandona mai. Hai ragione tu, è bellissimo e spaventoso perchè hai la certezza che lui sentirà tutto quello che sentirai... e ti chiedi se sarà pronto per sentire certe cose... perchè è così piccolo. All'improvviso vorresti essere sempre felice perchè lui sia sempre felice... inizi a pensare che dipenda tutto da te, che tocchi a te proteggerlo, perchè lui vive in te... poi ti accorgi che non è così..." gli strinse forte la mano. Aveva gli occhi persi nel vuoto, ma felici, come se stesse guardando qualcosa di bellissimo, che poteva vedere dentro la mente. "Non sono io che ho una vita dentro di me... noi l'abbiamo. Certo... io ho le nausee e i capogiri..." sorrise "...ma quello che il piccolo sente dipende da noi."
Gabriel si accoccolò di più sulla sua pancia. Strusciò la fronte vicino al loro piccolo e gli diede altri teneri baci, mentre sentiva le lacrime agli occhi.
"Se stiamo bene è grazie a te. Siamo così felici quando ci sei... quindi smettila di sentirti in colpa, di avere paura di non essere in grado di proteggerci... lo fai sempre. Tu ci rendi felici, ci fai sentire amati..."
"Anche tu ci fai sentire amati..." le stava bagnando la canottiera con le lacrime. "Mi dispiace" farfugliò...
Claudia scosse la testa, come per dire che non aveva importanza, poi si sfilò di dosso la canottiera. Era bellissima.
"Fa freddo, mi fai spazio dentro la tua maglia?"
"Sì..." la sua voce era flebile.
Aiutò Claudia ad infilarsi la maglia. Era bellissimo essere pelle contro pelle, avere il suo viso così vicino, poter respirare il suo respiro ed avvolgerle le braccia interno al corpo, mentre lei si stringeva alla sua vita.
Si sdraiarono sul letto dandosi tanti baci.
"Hai i piedi ghiacciati..." rise Claudia.
"Scusa..." si affrettò ad allontarli da lei, ma Claudia disse "No, no... vieni qui..." e intrecciò le gambe calde alle sue.
"Non c'è bisogno..."
"Tanto lo faresti lo stesso nel sonno!"
"E tu me lo lasci fare?"
Rise. "Certo!"
Gabriel sorrise e la strinse più forte.
"Hai ragione tu. Sentirsi amati e non essere più soli è davvero la cosa più bella del mondo."
  
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