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Autore: Bijouttina    25/11/2014    10 recensioni
Un biglietto da visita, una scommessa con gli amici e una piscina basterebbero a capire il significato della storia.
La gelosia e la dolcezza in persona, Marco e Serena.
Marco è un rappresentante e affascinante pallanuotista, Serena una dolce e sensuale commessa in un outlet.
Una storia frizzante e divertente, con personaggi molto particolari che vi conquisteranno.
***
« Ora la mia missione è conquistarla e farla innamorare di me.», mi sento bello deciso e carico.
«E se ci riuscissi? Poi che cosa faresti? Tu non resisteresti neanche due minuti in una relazione stabile. Facciamo una nuova scommessa. Tu la porterai in villa dai tuoi, la farai conoscere ai coniugi Rossini, se non scapperà, vorrà dire che è davvero innamorata di te, e se questo succedesse, tu le farai la proposta.».
«Sei per caso impazzito?».
Che cosa ha bevuto?! Che cosa si è fumato?!
«No, affatto. Se tu la porterai da loro, vorrà dire che sarai innamorato di lei, non lo faresti altrimenti. E se sarai innamorato di lei, metterai la testa a posto. Per la gioia della tua mammina. Che ne pensi? Ti va di rischiare?».
Ho voglia di farlo? Non molta, ma non mi tiro mai indietro.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La serie del rischio'
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14. Che la nuova avventura abbia inizio!
Serena è la dolcezza fatta persona. È seduta comoda sul mio divano, Diablo dorme tranquillo sul suo grembo. Gli accarezza delicatamente il pelo morbido, i suoi occhi trasmettono amore.
Abbiamo trascorso un'ora a preparare le cose per il micio. Quando abbiamo aperto i croccantini, ci siamo resi conto di non aver comprato le ciotole. Abbiamo usato un piattino da caffè, è talmente piccolo che non mangerà ancora molto.
Ha annusato i croccantini e ci ha guardati come per dire: "Beh, questo è il pane, dov'è la pappa sostanziosa?”. Entrambi ci siamo messi a ridere.
Ho aperto una scatoletta e ho versato un po' del contenuto in un altro piattino, l'ha annusato attentamente, l'ha leccato e quando è stato sicuro che fosse commestibile, l'ha divorato. Era talmente pasciuto che si stava per addormentare con la testa nel piattino.
Mi siedo accanto a lei sul divano e accarezzo la testa di Diablo, fa dei rumorini strani. Alzo lo sguardo e incontro gli occhi meravigliosi di Serena, le sfioro una guancia con il dorso della mano. È la prima volta che perdo totalmente la testa per una donna, farei qualsiasi cosa per lei. Il sorriso che nasce sulle sue labbra mi riempie il cuore di gioia, sta danzando nel mio petto.
La mia bocca si muove prima che il cervello capisca quello che il mio cuore vuole dire a ogni costo.
«Mettiti con me, Flounder. Vorrei che tu fossi ufficialmente la mia donna. Non è un'avventura per me e spero che anche tu la pensa in questo modo».
A Serena si dipinge un'espressione sbalordita in volto, mi rendo conto di aver esagerato, come al mio solito, e me ne pento.
«Scusami, non volevo farti alcuna pressione. Devo imparare a mordermi la lingua prima di parlare».
Mi alzo di scatto e vado a darmi una rinfrescata in bagno. Sono stato un cretino, non avrei dovuto dire quelle cose. Il problema è che sono follemente innamorato di lei e vorrei che lei fosse solo mia, che non andasse alla ricerca di un altro uomo perché ormai stanca di me. Vorrei che non ne avesse mai abbastanza di me, vorrei essere il suo tutto, ma forse sto chiedendo l'impossibile. Non posso pretendere che lei mi ami allo stesso modo, non posso pretendere che mi ami, punto.
Mi prenderei a schiaffi per la mia stupidità. Riempio le mani con l'acqua fredda e mi bagno il viso, ripeto l'azione un paio di volte. Mi asciugo lentamente, sbuffando.
Quando mi volto per tornare di là, mi rendo conto della sua presenza sulla porta. Mi osserva a braccia conserte, una spalla appoggiata allo stipite.
«Chiedimelo meglio Shark».
Mi avvicino a lei e le prendo una mano, le accarezzo il dorso dolcemente.
«Vuoi essere la mia donna, Flounder?».
Lei si libera dalla mia presa e mi butta le braccia al collo, la stringo a me.
«Sempre e soltanto tua, Shark», sussurra un attimo prima di posare le labbra sulle mie. «Voglio solo te».
Non posso credere alle mie orecchie, forse sto sognando.
«Dimmi che è reale, che tu sei reale». La supplico tra un bacio e l'altro.
«Sono reale amore mio», mormora saltandomi in braccio e allacciando le gambe intorno ai miei fianchi.
«Ti amo piccola».
Finiamo a fare l'amore con una passione travolgente e un sentimento che sembra crescere a dismisura attimo dopo attimo.
 
 
Un suono strano nel mio orecchio mi fa sussultare. Apro un occhio e Serena sta dormendo tranquilla accanto a me. Sento ancora quel suono. Qualcosa mi cammina sopra il collo e si piazza sul mio costato.
«Mao».
Diablo mi fissa attentamente, le sue unghie sottili mi stanno trapassando la pelle, non è per niente piacevole. Si avvicina lentamente al mio viso, mi annusa e mi lecca il mento. Che sensazione particolare, la sua lingua ispida mi fa il solletico. Lo sollevo con una mano e lo faccio volteggiare in aria, non sembra molto felice di non avere le zampine ben piantate su qualcosa.
«Che stai facendo?», chiede la mia donna con la voce impastata dal sonno.
«Questo cosino mi ha svegliato miagolandomi dritto dentro l'orecchio. Mi chiedo come sia riuscito a salire sul letto. È microscopico».
Lo passo a Serena, che aveva già una mano protesa verso di lui per la sua razione di coccole.
«Ciao piccolino, vuoi la pappa?».
Gli parla con una dolcezza infinita, sarebbe una madre meravigliosa. Da dove è saltato fuori questo pensiero assurdo?
«Mao», risponde il pelosetto, entusiasta.
«Ha già capito tutto dalla vita», esclamo divertito.
«Vado a preparare la colazione a entrambi i miei uomini, aspettatemi qui».
Mi ripassa il micio e mi bacia abbondantemente sulle labbra, prima di sparire in cucina. Mi sento così bene che lo griderei ai quattro venti. Passo un dito sul musetto di Diablo, lui cerca di mordermelo.
«Hai voglia di giocare piccolino?».
In risposta, lui si lascia andare a pancia in su sul cuscino di Serena, le zampine a mezz'aria provano a prendere il mio indice.
«Sei un gattino tenerissimo». Gli faccio notare mentre lecca allegramente il mio dito.
Non ho mai avuto un animale domestico da quando vivo solo. Nella tenuta della mia famiglia ci sono sempre stati cani, alcuni gatti provavano a passare di tanto in tanto, ma sparivano in brevissimo tempo. Non so se sarò in grado di gestire questa pallina di pelo che mi fissa con quegli occhietti vispi, ma certamente ce la metterò tutta. L'ho promesso a mio nipote, non posso deluderlo. E poi mi sono già affezionato a questo cosino.
«Tu ed io diventeremo ottimi amici», sussurro grattandogli sotto il mento.
«Hai davvero un cuore tenero, Shark».
Serena è ferma sulla porta e mi osserva con un sorriso meraviglioso dipinto sul suo viso.
«Che non si venga a sapere in giro, però. Devo mantenere la mia reputazione da duro, da uomo vissuto. Se sapessero che parlo con un gattino minuscolo, la mia vita diventerebbe un inferno».
«Non ti sembra di esagerare un po'?». Inarca un sopracciglio e si siede sul letto, un vassoio con la colazione tra le mani.
Mi stringo nelle spalle.
«Noi uomini duri...».
Mi ritrovo con un biscotto al cioccolato in bocca.
«Sta' zitto, uomo duro». Mi prende in giro scoppiando a ridere.
Mi metto a sedere e mastico lentamente quel dolcetto, continuando a perdermi negli occhi verdi di Serena.
«Quanto zucchero vuoi nel caffè?», domanda con il cucchiaino a mezz'aria.
«Niente zucchero», rispondo avvicinandomi lentamente a lei. «Ho già te che sei la cosa più zuccherosa che io abbia mai avuto».
«Nessuno mi aveva mai detto di essere zuccherosa prima d'ora», mormora posandomi un lieve bacio sulle labbra. «Mi era stato detto di essere acida, scorbutica, rompipalle, ma mai zuccherosa».
«Lo sei, perciò dovrai farci l'abitudine.», le dico ostentando sicurezza.
«Ci proverò. Nel frattempo la tua fonte personale di zucchero ha bisogno di una razione abbondante di coccole». Si morde il labbro e si sbottona la mia camicia che aveva indossato per andare in cucina, scoprendo l'ottava meraviglia del mondo.
«Oh sì, coccole in arrivo».
Gattono e mi sdraio su di lei.
«Adoro le coccole del mattino», mormoro stuzzicandole le labbra con i denti. «Anche quelle della sera, della notte...».
Mi infila la lingua in bocca, zittendomi.
«Abbiamo capito, Shark. Ora, però, datti da fare».
«Sei sexy quando impartisci ordini».
Allarga le gambe e io mi intrufolo tra le sue cosce con sommo piacere
Il suono fastidioso del campanello rovina il nostro momento d'intimità.
«Chi cazzo è che rompe le palle a quest'ora?», sbotto piuttosto infastidito.
«Se non vai ad aprire, non lo scoprirai mai». Mi fa notare.
Il campanello suona nuovamente. Ora sono davvero incazzato.
«Chiunque sia, è un uomo morto», ringhio.
«O una donna morta», aggiunge lei. «Se fosse una tua spasimante, la ucciderò io, stai tranquillo».
«La mia gelosona». La bacio avidamente prima di staccarmi da lei.
Indosso un paio di pantaloni della tuta, le sorrido e mi incammino verso la porta. Quando la apro, mi trovo Lorenzo davanti.
«Dove cazzo eri? È mezzora che sono qui fuori», tuona entrando senza tanti complimenti.
«Potresti anche salutare prima, comunque non sono cose che ti riguardano», commento infastidito.
«Oh, ti stavi trastullando pensando alla tua gnocca? Lei non te la dà e allora ti devi arrangiare da solo?», azzarda con un sorrisetto furbo sulle labbra.
Sto per ribattere, ma Serena mi batte sul tempo.
«No, veramente si stava trastullando con me, ma tu ci hai interrotti sul più bello».
Indossa soltanto la mia camicia sopra al suo completino intimo rosa confetto, le lunghe gambe completamente scoperte, scalza. Ora lo caccio e la riporto a letto, sono pronto a riprendere da dove siamo stati costretti a fermarci.
Lorenzo la fissa con gli occhi sgranati, le mani nelle tasche.
«Quindi voi due...», comincia impacciato.
«Noi due stiamo insieme», commenta Serena senza alcuna esitazione.
Diablo arriva velocemente dalla camera, incespica sulle proprie zampine corte e batte il musetto sul pavimento.
«Piccolino, ti sei fatto male?». Lo raccoglie e lo poggia al petto, accarezzandolo dolcemente.
«Come vorrei essere quel gatto in questo momento». Sospira il mio amico mangiando Serena con gli occhi.
Questo è troppo. Gli mollo uno scappellotto, con moltissima soddisfazione.
«Quel commento era inappropriato», sibilo tra i denti.
«Le cose belle vanno ammirate e, perché no, anche condivise con il tuo migliore amico».
«Stai pur certo che non condividerò mai Serena con te, lei è mia, ricordatelo». Sto marcando il mio territorio.
Lorenzo si degna di guardare me, invece che la mia donna e inarca un sopracciglio.
«Credi davvero che ti farei mai una cosa del genere? Volevo solo essere certo di quello che provi per lei», dice incrociando le braccia al petto. «Ma poi, da quando in qua tu hai un gatto?».
Serena ci raggiunge e porge la pallina di pelo al mio amico.
«Lui è Diablo». Lo presenta. «Attento che è un feroce predatore».
Lorenzo lo prende con entrambe le mani e se lo porta all'altezza del viso.
«Questo esserino sarebbe feroce?», chiede alquanto dubbioso.
Per fugare ogni eventuale dubbio, il predatore gli lecca il naso.
«Ferocissimo», confermo io.
«Scommetto che sei stato tu a scegliere questo nome inappropriato». Mi guarda con un'espressione divertita sul volto.
«È perfetto, invece. Guardalo, è un diavoletto». Lo prendo in giro io.
«Sì, certo, come no», bofonchia lui scuotendo la testa.
«Posso farti una domanda?». Serena si rivolge a lui grattandosi il mento.
«Ci mancherebbe, la donna del mio migliore amico può tutto».
Lo sguardo del mio amore non promette niente di buono, credo di sapere che cosa voglia chiedergli, mi siedo sul bracciolo del divano e mi godo lo spettacolo.
«Sei andato a letto con tutte e due le mie amiche?», gli domanda a braccia conserte.
Lui rimane spiazzato, mi guarda, ma io scuoto la testa: non ho aperto bocca con lei, non è stupida.
«Beh, sono entrambe libere, che c'è di male?».
Non l'ho mai visto così in difficoltà come in questo momento.
«Niente, ma se per caso tu spezzassi il cuore anche a solo una di loro, io spezzo te». Lo minaccia puntandogli l'indice contro. «Sono stata chiara?».
«Chiarissima», farfuglia il mio amico.
«Bene, bravo». Gli dà un buffetto sulla guancia prima di dirigersi verso la camera. «Amore, ti aspetto di là», dice, poi, rivolta a me.
«Arrivo subito». Le strizzo l'occhio.
Mi alzo e raggiungo Lorenzo, gli do una pacca sulla spalla.
«Hai trovato pane per i tuoi denti, amico mio».
«È una tosta, lo ammetto», commenta riconsegnandomi Diablo che si era addormentato fra le sue braccia. «È perfetta per te».
«Lo so», esclamo con un sorriso.
Lo accompagno alla porta e lo caccio educatamente, Serena ed io abbiamo un discorso in sospeso.
 
 
***
 
 
Ho messo in riga Lorenzo, se farà anche solo una minima cazzata con le mie amiche, non vedrà la luce del giorno. Non mi piace proprio per niente l'idea che possa prenderle in giro. Lo so che sono tutti adulti e vaccinati, ma restano comunque le mie migliori amiche, non voglio vederle in lacrime per colpa di qualche stronzo che vuole solo inzuppare il biscotto.
Marco mi osserva dalla porta, entrambe le braccia sullo stipite, i suoi muscoli in risalto, che visione magnifica.
«L'hai spaventato». M'informa con un sorriso divertito stampato sulle labbra.
«Era proprio quella la mia intenzione», gli dico con una scrollata di spalle.
«Volevo solo mettere le cose in chiaro: io non ho mai approvato il suo comportamento».
«Non lo metto in dubbio, anche perché non avresti più il diritto di entrare qui e sollazzarti.». Indico le mie parti intime con un dito. «Ha altro da riferirmi in sua difesa, Mr Shark?».
«Un'ultima cosa signor giudice: è tremendamente sexy quando fa la dura».
Lancia a terra i pantaloni della tuta e mi raggiunge a letto.
«Dove eravamo rimasti, Flounder?», chiede sdraiandosi sopra di me.
«Mmmm, se non ricordo male tu...». Entra dentro di me senza alcun preavviso, un gemito mi sfugge dalle labbra schiuse. «Sì, proprio questo».
«Ora ricordo», mormora appropriandosi della mia bocca.
Sussulto di piacere a ogni spinta. Le sue dita e le sue labbra non mi danno tregua, sfiorano sapientemente il mio corpo, facendomi perdere completamente la testa. La mia pelle brucia al contatto con i suoi polpastrelli. Un calore improvviso mi pervade, facendomi provare un piacere tale, da non riuscire a descrivere a parole.
Farei l'amore con lui tutto il giorno, tutti i giorni, non sono mai stata così appagata come in questo momento.
 
 
Separarmi da lui per andare al lavoro è una tortura. Ho coccolato a lungo Diablo prima di andare, l'ho adagiato nella sua cuccia, con il pancino all'aria e le zampine a cercare il mio dito. Quel gattino è un amore.
Marco mi ha accompagnato come al solito, ci sto prendendo gusto a farmi scarrozzare in giro, non devo nemmeno più preoccuparmi di andare contro ad altre macchine. Mi lascia con un lunghissimo bacio e con un ti amo sussurrato a fior di labbra.
Mi sembra di camminare a due metri da terra, non so, mi sento strana ma meravigliosamente bene. Raggiungo lo spogliatoio con la testa fra le nuvole e per poco non vado a sbattere contro una cesta colma di palloni di ogni genere che si trova accanto alla porta. Luca non è ancora arrivato, comincia fra un'ora: ho un po' di tempo per pensare a tutte le domande da porgli, il terzo grado è assicurato.
Esco senza vedere niente, il mio pensiero è fisso su Marco, sono distratta e non è da me.
Questa distrazione, però, può costarmi cara: mi schianto contro qualcuno nel voltare l'angolo. Dal torace possente e l'assenza di seno ad attutire il colpo, posso affermare con certezza che è un uomo.
«Mi scusi», farfuglio imbarazzata, cercando di allontanarmi dalla fonte del mio immenso imbarazzo.
L'uomo afferra la mia mano e mi blocca.
«Non pensavo fossi così ansiosa di saltarmi addosso», esclama il tizio con una certa malizia.
Decido di guardare in volto il proprietario di quella voce e una smorfia si forma sulle mie labbra.
«Che cosa ci fai qui, Massimo?», chiedo stizzita.
«Mi serviva un paio di scarpe da running», risponde tenendo stretta la mia mano nella sua e accarezzandone il dorso. La sfilo di scatto come se fossi appena stata punta da qualcosa di velenoso.
«Che cosa vuoi veramente?». Incrocio le braccia al petto e lo guardo in cagnesco.
Lui si appoggia con un braccio allo scaffale e mi rivolge un sorriso che dovrebbe sembrare ammaliante, ma che su di me ha l'effetto opposto.
«Pensavo l'avessi capito Serena. Io voglio te».
Giuro che ora lo prendo a calci dove non batte il sole, gli farò talmente tanto male che non ci sarà più alcuna possibilità per lui di mantenere vivo il nome di famiglia attraverso generazioni future.
«Ascoltami bene, stronzo. Tu non mi piaci e non cambierò mai opinione su di te. Ho già un fidanzato, sono innamorata e sono felice, togliti dalle palle», sibilo a denti stretti.
«E chi sarebbe? Quel bamboccio che ti sei trascinata a pranzo dai tuoi? Quello lì non ti merita e poi si vedeva chiaramente che non stavate insieme. Io posso darti tutto quello che vuoi». Ammicca credendosi un grand'uomo.
«Ho già tutto quello che voglio e, sinceramente, da te non vorrei proprio niente».
«Per quale motivo sei così astiosa nei miei confronti?». Inarca un sopracciglio.
«Sei borioso, sei viscido, sei disgustoso, non vorrei avere niente a che fare con te nemmeno se fossi l'unico uomo sulla faccia della terra».
Forse sono stata un po' troppo scortese, ma è riuscito a far emergere il mio lato peggiore.
«Dio, quanto sei sexy quando mi insulti. Ti sbatterei qui contro lo scaffale e ti farei gridare il mio nome in uno stato di pura estasi», commenta avvicinandosi a me.
Indietreggio di qualche passo.
«Io ti sbatterei a terra, con un battipanni!», ringhio alterata.
«Sbattimi dove vuoi, piccola».
Non ne posso più, lo schiaffeggio in pieno viso.
«Esci da qui e non farti più vedere».
Si massaggia la parte colpita e un ghigno si forma sulle sue labbra, è spaventoso.
«Se non ti avrò con le buone, ti avrò con le cattive. In qualche modo ti avrò».
Si allontana a grandi falcate e io crollo sullo sgabello, mi nascondo il viso tra le mani e sbuffo. Mi rendo conto solo ora che sto tremando. Non so per quanto tempo sono rimasta in quella posizione, ritorno alla realtà quando incontro gli occhi preoccupati di Luca, le sue mani si posano sulle mie spalle.
«Che cosa è successo tesoro mio?».
Si inginocchia davanti a me e mi solleva il mento con due dita.
«Un brutto incontro», farfuglio con un filo di voce.
«Sei sconvolta, chi ti ha ridotto in questo modo?», domanda con una punta di isterismo nella voce.
«Massimo», rispondo digrignando i denti.
«Il pediatra megalomane che ti ha presentato tua madre?».
«Sì, quel pezzo di merda! Lo ammazzo se me lo trovo ancora davanti, sarà la sua fine».
La rabbia sta tornando a livelli pericolosi.
«Lo investirò con una schiacciasassi, ingranerò anche la retro e ci passerò sopra finché non resterà niente di lui, te lo posso garantire!».
«Wow, tesoro! Devo dire che in questo momento metti paura. Fra un po' sputerai anche fuoco dalla bocca?».
«Un lanciafiamme! Potrebbe essere comodo per bruciargli quella macchina merdosa, sai dove posso procurarmene uno?». Lo fisso in attesa di una risposta sensata, ma lui mi guarda con la bocca spalancata e l'aria di uno che crede di aver appena visto un alieno.
«Fai sul serio?», domanda allibito.
«Perché non dovrei? Una donna ha il diritto di difendersi come meglio crede», rispondo sicura di me.
«E un lanciafiamme sarebbe l'arma perfetta?».
Luca è sempre più sconvolto.
«Mi accontento anche di una spranga. Dovrei riuscire comunque nel mio intento», dico sognante. «Mi immagino già la scena. Tamburello la spranga di ferro sul palmo della mano, mentre scruto attentamente il mio nemico. Massimo si piazza davanti alla sua macchina rosso fuoco, cercando di evitare l'impatto. Io, però, lo scarto con una finta degna di un giocatore di football e comincio a colpire il parabrezza, più e più volte, finché non va in mille pezzi. Infierisco poi sugli specchietti, li voglio vedere penzolare».
«Tesoro, smettila, ti prego. Se qualcuno ti sentisse, ti farebbe internare senza pensarci su due volte. Sembri un serial killer e sai che io odio la violenza». Mi avvolge in un abbraccio e mi accarezza la schiena.
«Lo so che cosa serve a te», mormora posandomi un bacio sulla fronte.
Lo guardo in stato confusionale.
«Una dose massiccia di sesso con quel gran pezzo di manzo di Marco». Mi sorride raggiante.
È riuscito nel suo intento, scoppio a ridere.
«Ero certo che c'era ancora la mia Serena dentro questo corpo posseduto». Mi bacia le labbra. «Lo so che si merita tutto quello che hai citato, ma credo che Marco sarebbe più che felice di fare anche di peggio. Appena scoprirà di questa sua visita indesiderata, darà di matto e a quel punto nessuno sarà in grado di fermare la sua ira!».
Luca ha ragione, ma vorrei togliermi uno sfizio anch'io, magari una bella rigata sulla fiancata con un cacciavite. Al solo pensiero, mi si forma un sorriso malefico sulle labbra.
È il momento perfetto per il mio terzo grado, non mi può sfuggire, sono dell'umore adatto. Mi servirebbe una bella lampada da puntargli dritta in faccia, fa molto interrogatorio da film americano. Non si può avere tutto dalla vita.
«Allora, tesorino mio bello...», comincio, fregandomi le mani.
«No, non ci provare nemmeno. Non mi piace quel tuo tono di voce, lo conosco e so che lo usi soltanto quando vuoi estorcermi delle informazioni. Mi dispiace, ma non cederò, non questa volta!». Mi fulmina con lo sguardo, le braccia conserte.
«Tesoro mio, amorino di Serena...», continuo a stuzzicarlo con lo stesso tono.
«No, no e ancora no!», tuona infastidito. «Non so che cosa tu abbia in mente, ma io non parlerò. Le mie labbra sono sigillate».
Mi alzo dallo sgabello e gli allaccio le braccia intorno al collo.
«È inutile che fai così», borbotta.
Affondo il naso nell'incavo del suo collo, lui sospira rassegnato.
«Sai che non resisto quando sei in modalità coccolosa». Mi stringe a sé e appoggia il mento sulla mia testa. «Che cosa vuoi sapere?».
«Vorrei sapere il motivo di questo tuo addolcimento. Che cosa è cambiato dall'ultima volta che ci siamo visti?».
«Davvero mi sono addolcito?», chiede sorpreso.
Annuisco.
«Non pensavo, ma se lo dici tu, vuol dire che è vero», commenta accarezzandomi lo zigomo con dolcezza.
«È successo qualcosa di bellissimo domenica sera, dopo la pizza in compagnia. Hai presente il biondino della scommessa?».
«Sì, me lo ricordo. Era proprio un bell'uomo», azzardo stringendomi di più a lui.
«Stupendo dentro e fuori. Abbiamo bevuto qualcosa insieme e poi siamo rimasti nel parcheggio a parlare fino a notte fonda, nessuno dei due voleva andarsene».
Riprende fiato e poi continua il suo racconto.
«A un tratto mi sono fatto coraggio e l'ho baciato sulle labbra. Avevo paura mi rifiutasse e, invece, mi ha preso il viso con entrambe le mani e ha approfondito quel bacio, lasciandomi completamente senza fiato. Sai, Sere, credo di sapere che cosa vuol dire avere le farfalle nello stomaco, non mi era mai capitato prima d'ora».
«Quindi, in fondo al tuo cuore, sei un gran romantico», affermo con decisione.
«Non credevo di esserlo, ma non mi dispiace per niente», aggiunge baciandomi la fronte.
«Avete già...». Provo a chiedere ma le parole mi muoiono in gola.
«Non ancora. Stasera usciremo insieme, il nostro primo appuntamento! Tu non hai idea di quanto sia nervoso!».
«Posso capirlo». Gli sorrido.
«Tu, invece? Non mi hai ancora detto niente! Parla!». Mi minaccia impugnando una racchetta da tennis e puntandomela contro.
«Oh sì, l'abbiamo fatto, l'abbiamo fatto alla grande». Mi tornano le vampate al solo pensiero.
«Porca che non sei altro, ora devi raccontarmi tutti i dettagli succulenti! Spara!». Mi sprona scrollandomi per le spalle.
«Ora sì che ti riconosco!». Lo prendo in giro.

 
***Note dell'autrice***
Eccoci qui con questo nuovo capitolo :) Marco ha chiesto a Serena di essere la sua donna… come rifiutare questa gentile proposta? ;) E che dire di Lorenzo che arriva nei momenti meno opportuni? Sempre il solito hahah! L’incontro con Massimo, invece, non è stato per niente piacevole. Io avrei paura a stare vicino a Serena quando è arrabbiata. Nel prossimo capitolo vedremo come la prenderà Marco… non prevedo niente di buono! LOL! Luca si sta per caso innamorando di Alex? Di sicuro è molto preso dalla sua nuova “conquista”. Ecco perché era parecchio strano ultimamente :)
Alla prossima settimana… ci sarà un nuovo incontro “indesiderato” che metterà in agitazione la nostra coppietta felice ;)
Grazie mille a tutti quelli che seguono questa storia. Siete in tantissimi e vi ringrazio dal profondo del mio cuoricino, uno a uno! Grazie di tutto! Un grazie particolare alle sante donne che mi lasciano sempre un commento *le stritola in un abbraccio di gruppo* Vi adoro♥

Ho cominciato una nuova storia... è un giallo romantico... se vi va di passare, la trovate qui:

Io ti credo


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