before you, my night was starsless
Nana
– Laghetto della baita, in un
luogo imprecisato del Giappone
“Allora,
hai freddo?” disse Nobu, rivolto a Nana.
Lei
lo
guardò negli occhi. “Va tutto bene Nobu, almeno
per stasera”.
“Ne
sono
contento” mormorò Nobu, dando un giro di chitarra.
“A
quanto
sei arrivato, nell’imparare la nostra nuova
canzone?”
Nobu
tirò
dalla sigaretta, poi se la rimise in bocca e fece un altro giro di
corde. “A
buon punto, ho quasi finito. È
uno
spettacolo”.
“Già”
Nana
lo guardò, a denti stretti. “Tu non ti smentisci
mai”.
“Cioè?”
Nobu tirò ancora e la fissò, corrugando lo
sguardo.
“Se
vuoi
finire una cosa, la fai, la finisci”.
“Ah,
sì?”
lui abbassò lo sguardo sulla sua chitarra, e
ricominciò a suonare la canzone.
“Non me n’ero accorto”.
Nana
gli
lanciò un’occhiata veloce.
“Sì”
mormorò, abbassando anche lei lo sguardo su qualcosa di
imprecisato.
Nana
e Yasu– Baita, in un luogo
imprecisato del Giappone
“Nana
mi
hai portato la cioccolata?”.
Nana
si
voltò fulminea verso Yasu. “Pelato, ti ha dato di
volta il cervello?”
Yasu
alzò
un sopracciglio, mettendosi una sigaretta in bocca. “Dormiamo
insieme?”
Nana
sgranò
gli occhi, anche lei la sigaretta in bocca.
Gli sferrò un ceffone. “Devo ripetere l’ultima domanda?”
Gli sferrò un ceffone. “Devo ripetere l’ultima domanda?”
Yasu
la
strinse a sé. “Lo so cosa senti, Nana”.
Nana
sussultò a contatto con la sua camicia.
“Le
persone
che ci mancano di più sono quelle che più amiamo
e le persone che vogliamo
accanto sono quelle che si allontanano di più da
noi”.
Nana
guardò
la sua camicia bianca e vi appoggiò una mano, poi la testa.
Yasu
la tenne
dolcemente contro di sé. “Ma non bisogna aver
paura. E tu sai che Hachi non è
poi così tanto lontana da te”.
Nana
sfiorò
il naso contro la sua camicia e vi si abbandonò per un lungo
istante. “Ma che
ti è preso che ti metti a fare di questi
discorsi?”. Alzò le sopracciglia,
scostandosi un attimo.
“So
quanto
sei tesa, lo avverto. Rilassati”.
“è
una
parola” mormorò Nana, spegnendo la sigaretta nel
posacenere.
“E
comunque
non mi manca solo Hachi” lo guardò.
“Spesso mi manchi anche tu”.
Yasu
la
guardò, sorpreso. Nana si voltò verso la porta.
Shin
e Misato – Appartamento in Giappone, vicino Tokyo
“D’accordo,
dunque questo sushi era spettacolare, bisogna dirlo!”
biascicò Shin, seduto a
tavola.
Misato
lo
guardò compiaciuta. “Sono davvero contenta che ti
piaccia”.
Shin
le
rivolse un sorriso, di sbieco.
“Sono
davvero contenta che tu stia meglio” Misato gli
lanciò un’occhiata, ricambiando
il suo sguardo.
Shin
la
fissò.
“Bè,
direi
che è ora che vada” riprese Misato, alzandosi da
tavola. Shin le si parò
davanti, lentamente.
“No,
resta.
Sono stato così bene con te”.
Nobu
– Laghetto, in un luogo
imprecisato del Giappone
“Nobu,
come mi piace tenere la tua
mano! “
“Hachi,
non abbandonarla mai”
Nobu
strimpellò altre note dalla sua chitarra. Guardò
per un po’ i pesci che
nuotavano nel lago che pareva di ghiaccio, sotto i suoi occhi.
Sfiorò la
superficie dell’acqua, ma era fredda.
Premette
altre corde sulla chitarra e ne produsse un suono che lo
soddisfò. Sorrise,
guardando oltre il lago.
“Ehi”
Yasu
lo raggiunse, accovacciandosi a fianco di lui. “Come
andiamo?”
Nobu
gli
gettò un’occhiata. “Sto
componendo”.
“Lo
vedo”
Yasu lo guardò compiaciuto. “E come sta
venendo?”
Nobu abbassò lo sguardo sulla chitarra, e strimpellò le stesse note di prima. “Direi bene. Che ne pensi?”
Nobu abbassò lo sguardo sulla chitarra, e strimpellò le stesse note di prima. “Direi bene. Che ne pensi?”
Yasu
l’ascoltò
per alcuni secondi. “Fantastica”.
Nobu
sbuffò
un sorriso e gli gettò uno sguardo. “Guarda quanti
pesci Yasu” sorrise ancora.
Yasu
ricambiò, dando un tiro alla sigaretta.
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SPAZIO AUTRICE: Scusatemi per
il ritardo, ma ho
dovuto occuparmi dell’altra mia fanfic, e allora mi sono un
po’ ritardata a
scrivere questa ^_^’ spero
comunque
qualcuno leggerà e gli piacerà…
per
hachi:
grazie mille ! ;=)