Film > L'incantesimo del Lago
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Autore: Clara_Oswin    27/11/2014    3 recensioni
La storia è ambientata durante il percorso di crescita dei protagonisti, che vuole in qualche modo giustificare quell'innamoramento in maniera più graduale e non durante 6 secondi di clip.
TRAMA: Odette all'età di quindici anni viene a conoscenza del patto stipulato da suo padre Re Guglielmo e la regina Uberta e che per il bene dei loro regni dovrà sposare quel bambino smorfioso con cui è costretta a trascorrere tutte le estati. Poco a poco i due cambieranno il loro modo di vedersi e cresceranno insieme, non mancheranno i litigi e le incomprensioni e perché no... anche una terza figura che metterà alla prova il vero amore dei due con un triangolo d'amore per nulla scontato!
Spero di avervi incuriosito un pò ;)
AGGIUNTI NUOVI CAPITOLI COME ATTI .5 INTERMEDI
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek, Odette
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutto è bene … - Atto 19

- Papà?-  Odette teneva ancora salda la mano di Derek quando avvistò poco lontano da lei suo padre. - Papà!!!-  si voltò a guardare Derek, non voleva lasciarlo lì, lui non poteva correre non ce l’avrebbe fatta ma da quella distanza suo padre non la poteva sentire, si voltò sconsolata a guardarlo.

- vai, va da lui.-  

- no Derek, non ti lascio-  gli rispose risoluta.

- da qui non ti sentirà mai, va da lui, digli che sei viva e stai bene, era preoccupatissimo per te.-  

 A quelle parole ad Odette si strinse il cuore. - va bene…-  aggiunse alla fine, lo fece appoggiare sotto le fronde di un albero. - tu aspetta qui, torno a prenderti.-  

Derek l’attirò a sè e le diede un bacio a fior di labbra. -  non si sa mai, potrebbe essere l’ultimo -  detto questo si sedette pazientemente sotto l’ulivo guardando la cosa che più amava al mondo ancora una volta allontanarsi da lui.

****


Re Guglielmo aveva guidato il suo esercito e quello della regina Uberta contro il re di un paese vicino che aveva tenuto in ostaggio sua figlia. Erano arrivati alcuni messaggi di aiuto tramite degli uccellini, dei fazzoletti insanguinati con delle iniziali e una macchia di sangue simbolo del regno di Aldershot avevano messo il Re in allarme. Guglielmo aveva subito radunato i migliori strateghi per capire cosa quei simboli volessero comunicare e tutti erano giunti alla conclusione che la principessa Odette doveva essere stata tenuta prigioniera contro la sua volontà da quel re e il povero Derek, in un eccesso di eroismo, era corso in suo soccorso senza avvisare nessuno. L’ipotesi era stata poi confermata da Bromley, arrivato a palazzo in agitazione dicendo appunto che la principessa era stata rapita ma non sapendo dove fosse stata portata.

- Padre! -  re Guglielmo era così assorto nei suoi pensieri che quasi non udì la voce di sua figlia. Si girò in direzione del suono e finalmente la vide, aveva l’aspetto trascurato, il volto un po’ scarno e… un volgare vestito rosso che le lasciava scoperte le caviglie!

- Odette!!-  scese da cavallo con un gesto repentino e l’abbracciò commosso.

- Oh! Sono così felice di rivederti! Sei sana e salva-  le accarezzò una guancia e la fanciulla si beò di quel contatto. - temevo non ti avrei più rivisto...-  sospirò lei.

Il re la guardò serio. - Odette, se tu non vorrai sposare Derek non importa, non m’importa più nulla, basta che non fuggi più, non potrebbe sopportarlo nuovamente il mio cuore! -

- padre, Derek-  tentò lei d’iniziare.

- si cara, appena torneremo annullerò tutto! Come ho potuto farmi convincere! -  il re era così dispiaciuto che non sentiva quello che aveva da dirgli la figlia. – ho quasi rischiato di perderti per sempre. – le disse.

- no padre, ascoltami! -  cercò di richiamarlo -  voglio sposarlo papà -

Il re non credeva alle sue orecchie, era fuggita per non sposarlo e ora diceva di aver cambiato idea?

- Odette sei confusa, non devi più accontentare nessuno, - le accarezzo la testa abbracciandola di nuovo. - sei libera di scegliere di sposare chi tu vuoi… a patto sia un principe ovviamente-  aggiunse poco dopo.

- io lo amo. Non accetterò nessuno se non lui.-  disse seria scostandosi da lui.

- forse è il caso che t’informi che non abbiamo più avuto notizie del principe Derek … si sono perse le sue tracce e noi pensiamo che..-  iniziò in tono mesto l’uomo dalla chioma argentea.

- lui è venuto a cercarmi; mi ha salvato la vita… -  aggiunse sottovoce, poi immediatamente si ricordò del ragazzo seduto sanguinante sotto un albero ad aspettarla pazientemente. - Padre è ferito, è in grave condizioni, dobbiamo fare subito qualcosa! –

- cara, ne sei certa? – le chiese il re.

- Si padre. Non c’è un minuto da perdere. -  

- Presto! Un cavallo e un dottore vengano con me !-  gridò il re mettendo il suo mantello sulle spalle di Odette, poi risalì a cavallo. - andiamo a prenderlo. – le disse.

 

****

- Derek, Derek! – Odette lo chiamò più volte ma il ragazzo non accennava a risvegliarsi.

- è molto grave – disse il medico dandogli un occhiata. – ha perso molto sangue. –

- ma si riprenderà, vero? – Odette guardava ansiosamente suo padre e il medico che stava guardando la fasciatura che lei gli aveva fatto sulla schiena. Un ennesimo colpo di cannone fece vibrare l’aria, il castello stava cedendo pezzo dopo pezzo.

- Odette. – suo padre la guardò in tono serio. – devi andare via di qui immediatamente. – con un cenno chiamò due uomini che aspettavano ordini.

- senza Derek non vado da nessuna parte. – rispose categorica.

- fate preparare un carrozza, e voglio che ci siano almeno tre plutoni di scorta. – ordinò il re. Subito gli uomini salirono a cavallo e si misero all’opera. – dottore… - bastò un solo sguardo del re affinché quello capisse.

- Si maestà. Farò tutto il possibile per mantenerlo stabile fino a che non arriveremo a palazzo. –

Odette guardò suo padre con gli occhi colmi di gratitudine.

- Grazie, Padre. – scandì lei.

Il re si voltò e tornò nel vivo della battaglia, non sarebbe stato soddisfatto fino a che non avesse visto la testa di quell’uomo, che aveva ridotto in quello stato quei due ragazzi, mozzata su di un vassoio d’argento.

 

****


Dapprima vedeva tutto sfocato, poi poco a poco riuscì a distinguere dove si trovasse, era in una stanza molto grande, dalle pareti riccamente decorate, sui muri c’erano disegni e segni di frecce, ci mise qualche istante a riconoscere la sua stanza da letto, provò ad alzarsi ma si sentiva troppo stanco, notò in quel momento di avere il torso fasciato con garze bianche fresche e pulite. Voltò lo sguardo accanto a sè. Dolcemente addormentata con il volto su di un lato del letto c’era Odette, rimasta a vegliare tutto il tempo su di lui.
Aveva abbandonato quello squallido vestito rosso in favore di uno bianco con le maniche verdi che rendeva giustizia alla sua bellezza. Lentamente le sfiorò la mano che si dischiuse come un bocciolo al suo tocco, rivelando quello che teneva stretto; il ciondolo d’oro a forma di cuore che le aveva regalato.

La ragazza sembrava stare meglio, ma Derek notò che i suoi occhi erano cerchiati di rosso, aveva pianto di recente. Le accarezzò la mano e quella per risposta istintivamente la strinse, poi Odette aprì gli occhi ridestandosi dal mondo dei sogni.

- ben svegliata-  le sorrise il ragazzo, la bionda si stropicciò gli occhi con fare bambinesco.

- Derek…- sussurrò sorridendo, -  finalmente ti sei svegliato … - gli sorrise asciugandosi una lacrima che le era scesa dagli occhi. Aveva pianto molto in quei giorni, i dottori non facevano altro che entrare e uscire dalla sua camera limitandosi ad osservarlo, e lei era sprofondata nei sensi di colpa, si ripeteva ogni momento che se non fosse mai fuggita lui a quest’ora non sarebbe stato in quelle condizioni.

- quanto ho dormito? -  

- quattro giorni. -  rispose lei -  ti abbiamo trovato privo di sensi sotto l’ulivo; mio padre ha insistito affinché noi due tornassimo immediatamente a casa.  Qui ti hanno curato le ferite e lasciato riposare… ho vegliato giorno e notte su di te, temevo che…-

- che…?-  l’esortò a continuare.

- che morissi. -  la sua voce apparì come un sussurro.

Derek le prese la mano e le sorrise rassicurante, Odette aveva uno sguardo troppo triste e non riuscì a prenderla in giro come al suo solito, a sdrammatizzare così facilmente.

- non me lo sarei mai perdonato. Se tu…- la bionda si portò una mano contro il viso per darsi un contegno, adesso si sentiva sollevata ma aveva avuto paura per lui, se Derek fosse morto lei si sarebbe sentita responsabile per tutta la vita.

Il ragazzo quasi intuendo i suoi pensieri le parlò - ho passato troppi guai per riaverti indietro, non lascerò questo mondo senza una fede al dito.-  

Odette rise attraverso le lacrime.

- ho parlato con mio padre – iniziò lei. – lui mi ha detto di non fare mai più una cosa del genere, e che si scusava per avermi costretta a fidanzarmi contro la mia volontà. –

Derek l’ascoltava non perdendosi una sola parola - ha anche aggiunto che mi avrebbe lasciato libera di scegliere. -

- davvero? -  Derek sembrò sconvolto da quella rivelazione.

La ragazza annuì scuotendo il capo biondo oro, poi tornò seria. - mi ha detto che potrò sposare chiunque vorrò…-

- ah-  disse solo, poi tentò di formulare una frase di senso compiuto. - e tu cosa gli hai risposto? -  chiese titubante, non sapeva cosa aspettarsi, a quel punto poteva succedere tutto.

- gli ho detto che voglio te, nessuno se non te. -  Odette abbassò lo sguardo arrossendo - e che ti amo. -

Improvvisamente tutte le più assurde ipotesi che si stavano facendo largo nella sua testa scomparvero come nuvole spazzate via dal vento. Odette aveva il potere di farlo cadere nel baratro e poi farlo volare sei metri sopra al cielo.

- allora è ufficiale adesso… - la guardò sorridendole, il suo corpo era a pezzi ma il suo cuore stava cantando di gioia. – ci sposiamo. –

- si… ci sposiamo. – Odette si sentiva così agitata, avrebbe sposato Derek, sarebbe diventata sua moglie ma anche la regina di un vasto regno.

- bene… non appena mi rimetterò in forze celebreremo le nozze, sperando che tu non cambi idea in questo frangente-  le disse con un sorriso smagliante.

- c’è dell’altro Derek…-  iniziò pensierosa.

- cosa? Che succede? -  il suo tono era preoccupato

- In questi giorni ho evitato deliberatamente tua madre… mio padre non appena mi ha vista non mi ha fatto troppe domande, ma credo che tutti si aspettino da me delle spiegazioni. -

Derek asserì col capo.

- se gli raccontassi tutta la verità…-  iniziò lei.

- credo sia il momento opportuno per una confessione-  Odette scattò a guardarlo, destata dai tuoi pensieri e meravigliata da ciò che il ragazzo le avesse appena suggerito.

- quando sei fuggita furono chieste a me delle spiegazioni ed io dissi che tu eri scappata con lo stalliere…- improvvisamente Derek si vergognò di quello che aveva fatto, era stato un gesto stupido dettato dalla gelosia.

- stai dicendo che hai detto a tutti che sono scappata per Roran…?!-  La bionda si alzò in piedi sconvolta dalla rivelazione, in più pronunciare nuovamente il suo nome le aveva lasciato un senso di amarezza, dopo l’assalto alla città non si erano più visti. Nessuno era venuto a cercarla.

- Adesso mi spiego il perché di tutte quelle voci in paese che mi accusavano di essere scappata con un altro… le avevi messe in giro tu! –

Derek la guardò colpevole. - che altro volevi che dicessi? Ero geloso! Geloso di quello smidollato di uno stalliere per cui tu avevi mille attenzioni! – provò a mettersi seduto ma una fitta alla schiena lo fece desistere.

Odette se ne accorse così cercò di calmarsi. Si sedette sul bordo del letto e gli prese la mano - credevo avessimo già chiarito quella faccenda -  disse in tono deluso.

- Quel vigliacco…-  Derek stava ripensando alla notte in cui l’aveva ritrovata, in cui in pochi minuti l’aveva persa di nuovo e a come quello stalliere l’aveva lasciata sola e indifesa nel bel mezzo della battaglia mentre lui rintanato come un coniglio assisteva alla scena senza alzare un dito.

Indeciso se mettere Odette al corrente o meno su quello che aveva fatto, rimase immobile a fissarla.

- non devi portare rancore a lui, se c’è qualcuno che ha sbagliato quella sono io. -  ammise la ragazza spronando inconsapevolmente Derek a parlare.

- si, tu avrai anche sbagliato ma sicuramente per più nobili ragioni -

- Uno sbaglio è pur sempre un sbaglio - asserì lei.

- Lui però non ha fatto niente per salvarti quella notte. Mentre ti vedevo sparire nella foresta, lui e i suoi amichetti stavano rintanati come conigli ad assistere alla scena, se fosse stato un vero uomo sarebbe uscito allo scoperto e ti avrebbe aiutato, era a pochi metri da te. Avrebbe potuto ma non lo ha fatto -  le parole del ragazzo erano dure e severe, piene di risentimento, fin troppo accecate dalla rabbia per poter vedere la reazione provocata.

Odette era rimasta a fissarlo, stupita. Aveva preso la sua scelta prima che succedesse quella baraonda, in realtà il pensiero di tornare indietro l’aveva sfiorata più di una volta ma solo con l’arrivo di Bromley aveva trovato il coraggio per tornare indietro e affrontare Derek e tutte le conseguenze che ne sarebbero derivate, e invece… le cose erano andate in maniera completamente diversa. Forse era meglio così.

Ma quello che le stava raccontando Derek le aveva fatto aprire gli occhi. Aveva creduto di essere troppo lontana da Roran e i suoi amici, aveva sperato si fossero messi in salvo e allontanati da lì al più presto, ma se questo non fosse successo e uno di loro si fosse trovato nei guai niente le avrebbe impedito di intervenire, di provare a salvarlo.

Roran l’aveva vista e sentita gridare disperatamente aiuto ma, come un codardo, aveva chiuso gli occhi.

Odette finalmente conscia della brutta situazione in cui si era trovata portò una mano alla bocca per soffocare un gemito

- se non ci fossi stato tu…-

Derek si avvicinò, avrebbe voluto abbracciarla e farla sentire al sicuro ma ancora una volta non riusciva a muoversi, si dovette limitare a stringerle la mano e guardarla inerme.

- ma io ci sono Odette, ora e per sempre. -

Odette scattò a piangere, non le importava di quello che Derek avrebbe potuto pensare di lei, aveva bisogno di esternare le sue emozioni, non poteva più aspettare. Il ragazzo le teneva la mano assistendo impotente alla crisi della sua amata, che fosse stato lui con le sue incaute parole a provocare quella reazione?

- Scusami, sono stato indelicato -  cercò di consolarla - non sono molto bravo con questo genere di cose -  

- già…-  si asciugò le guance sorridendogli. Nonostante tutto non avrebbe cambiato nulla di lui.


****


Odette aveva appena chiuso la porta della stanza di Derek, parlare con lui e stargli vicino la facevano sentire meglio, meno sola.

D’un tratto si trovò davanti la regina Uberta.

- Derek si è appena svegliato - comunicò alla regina.

- Splendida notizia! Stavo giusto andando da lui per darti il cambio, bimba mia dovrai pure riposare! -  con tono accorato le posò una mano sul braccio.

- Adesso che so che sta bene credo che potrò dormire più tranquilla -  Iniziò in tono calmo - prima o poi credo che dovremmo affrontare l’argomento della mia fuga, preferirei farlo adesso -  prese un bel respiro e attese la fatidica domanda, ormai non aveva più senso rimandare, prima ne avrebbe parlato meglio si sarebbe sentita.

- Allora… beh mia cara, perché sei scappata?-  la regina la fissò dritta negli occhi, quello che prima era uno sguardo sereno adesso era mutato in uno severo e accusatore.

- Ho commesso uno sbaglio -  

- credo che fin qui l’avevamo capito tutti mia cara…-

Imbarazzata Odette proseguì - ho commesso uno sbaglio nel non volere ammettere a me stessa che Derek mi piaceva più di quanto pensassi. -

La regina rimase sbigottita nell’udire quelle parole.

- non sapevo come gestire le mie emozioni, era un sentimento del tutto nuovo, come sapete sono orfana di madre e nessuno mi ha mai spiegato questa forma di amore, amare qualcuno di più di se stessi, porre l’altro al centro del proprio mondo. Questa vastità di emozioni mi ha terrorizzata, e quando si ha paura la cosa che riesce meglio, l’unica soluzione che può apparir sensata è fuggire.-  

Dato che la sua dichiarazione aveva lasciato la regina Uberta senza parole, evento più unico che raro, Odette proseguì. – Sin dal primo momento in cui sono scappata sapevo che non fosse la cosa più giusta da fare… e stavo anche per tornare indietro se non fosse stato per quella notizia di un altro fidanzamento – Odette gli stava dicendo la completa verità, voleva essere onesta con la regina ma anche con se stessa. Ed in più voleva far sapere a Uberta che quell’idea del “fidanzamento” per farla tornare indietro aveva contribuito ad allontanarla ancora di più.

- mi sono sentita tradita, se ero davvero un oggetto sostituibile in meno di 48 ore allora Derek non mi amava davvero. Mi sono arrabbiata moltissimo… poi quando ho saputo che era tutta una farsa, che Derek pensava ancora a me ho capito che dovevo tornare. Ma purtroppo sono stata rapita e quello che è successo dopo già lo sapete. – Odette prese un respiro e cercò di valutare l’espressione imperscrutabile della regina.

- per quello che conta vi chiedo solo di non giudicarmi negativamente -  concluse.

Passò qualche istante - ne avete parlato? Intendo tu e Derek-  la regina si riprese dal suo mutismo selettivo.

- Si, abbiamo parlato a lungo e abbiamo chiarito -  finalmente sul volto candido della giovane ritornò un sorriso.

- e cosa avete deciso di fare? -  il suo tono era tremolante.

- Direi la primavera -  

- come scusa? -  chiese non capendo Uberta.

- mi piacerebbe sposarmi in primavera -  

Note: Ho cambiato il finale dell'ultimo capitolo, dopo aver rivisto la storia ho deciso di riscriverlo in maniera diversa, spero che non vi dispiaccia, se volete avere la possibilità di leggere anche quello vecchio basterà che me lo segnaliate e lo aggiungerò come capitolo extra. :)

  
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