Tutto
è bene … - Atto 19
-
Papà?- Odette
teneva ancora salda la mano di Derek
quando avvistò poco lontano da lei suo padre. -
Papà!!!- si
voltò a guardare Derek, non voleva
lasciarlo lì, lui non poteva correre non ce
l’avrebbe fatta ma da quella
distanza suo padre non la poteva sentire, si voltò
sconsolata a guardarlo.
- vai, va da
lui.-
- no Derek, non
ti lascio- gli
rispose risoluta.
- da qui non ti
sentirà mai, va da lui, digli che
sei viva e stai bene, era preoccupatissimo per te.-
A
quelle
parole ad Odette si strinse il cuore. - va bene…- aggiunse alla fine, lo fece
appoggiare sotto
le fronde di un albero. - tu aspetta qui, torno a prenderti.-
Derek
l’attirò a sè e le diede un bacio a
fior di
labbra. - non si sa
mai, potrebbe essere
l’ultimo - detto
questo si sedette
pazientemente sotto l’ulivo guardando la cosa che
più amava al mondo ancora una
volta allontanarsi da lui.
****
Re Guglielmo aveva guidato il suo esercito e quello della regina Uberta
contro
il re di un paese vicino che aveva tenuto in ostaggio sua figlia. Erano
arrivati alcuni messaggi di aiuto tramite degli uccellini, dei
fazzoletti
insanguinati con delle iniziali e una macchia di sangue simbolo del
regno di
Aldershot avevano messo il Re in allarme. Guglielmo aveva subito
radunato i
migliori strateghi per capire cosa quei simboli volessero comunicare e
tutti erano
giunti alla conclusione che la principessa Odette doveva essere stata
tenuta prigioniera
contro la sua volontà da quel re e il povero Derek, in un
eccesso di eroismo, era
corso in suo soccorso senza avvisare nessuno. L’ipotesi era
stata poi
confermata da Bromley, arrivato a palazzo in agitazione dicendo appunto
che la
principessa era stata rapita ma non sapendo dove fosse stata portata.
- Padre! - re
Guglielmo era così assorto nei suoi pensieri che quasi non
udì la voce di sua
figlia. Si girò in direzione del suono e finalmente la vide,
aveva l’aspetto
trascurato, il volto un po’ scarno e… un volgare
vestito rosso che le lasciava
scoperte le caviglie!
- Odette!!- scese da cavallo con un
gesto repentino e
l’abbracciò commosso.
- Oh! Sono
così felice di rivederti! Sei sana e
salva- le
accarezzò una guancia e la
fanciulla si beò di quel contatto. - temevo non ti avrei
più rivisto...- sospirò
lei.
Il re la
guardò serio. - Odette, se tu non vorrai
sposare Derek non importa, non m’importa più
nulla, basta che non fuggi più,
non potrebbe sopportarlo nuovamente il mio cuore! -
- padre, Derek- tentò lei
d’iniziare.
- si cara,
appena torneremo annullerò tutto! Come ho
potuto farmi convincere! - il
re era
così dispiaciuto che non sentiva quello che aveva da dirgli
la figlia. – ho
quasi rischiato di perderti per sempre. – le disse.
- no padre,
ascoltami! - cercò
di richiamarlo - voglio
sposarlo papà -
Il re non
credeva alle sue orecchie, era fuggita per
non sposarlo e ora diceva di aver cambiato idea?
- Odette sei
confusa, non devi più accontentare
nessuno, - le accarezzo la testa abbracciandola di nuovo. - sei libera
di
scegliere di sposare chi tu vuoi… a patto sia un principe
ovviamente- aggiunse
poco dopo.
- io lo amo. Non
accetterò nessuno se non lui.- disse
seria scostandosi da lui.
- forse
è il caso che t’informi che non abbiamo
più
avuto notizie del principe Derek … si sono perse le sue
tracce e noi pensiamo
che..- iniziò
in tono mesto l’uomo dalla
chioma argentea.
- lui
è venuto a cercarmi; mi ha salvato la vita… - aggiunse sottovoce, poi
immediatamente si
ricordò del ragazzo seduto sanguinante sotto un albero ad
aspettarla
pazientemente. - Padre è ferito, è in grave
condizioni, dobbiamo fare subito
qualcosa! –
- cara, ne sei
certa? – le chiese il re.
- Si padre. Non
c’è un minuto da perdere. -
- Presto! Un
cavallo e un dottore vengano con me !- gridò
il re mettendo il suo mantello sulle
spalle di Odette, poi risalì a cavallo. - andiamo a
prenderlo. – le disse.
****
- Derek, Derek!
– Odette lo chiamò più volte ma il
ragazzo non accennava a risvegliarsi.
- è
molto grave – disse il medico dandogli un
occhiata. – ha perso molto sangue. –
- ma si
riprenderà, vero? – Odette guardava
ansiosamente suo padre e il medico che stava guardando la fasciatura
che lei
gli aveva fatto sulla schiena. Un ennesimo colpo di cannone fece
vibrare
l’aria, il castello stava cedendo pezzo dopo pezzo.
- Odette.
– suo padre la guardò in tono serio. –
devi andare via di qui immediatamente. – con un cenno
chiamò due uomini che
aspettavano ordini.
- senza Derek
non vado da nessuna parte. – rispose
categorica.
- fate preparare
un carrozza, e voglio che ci siano
almeno tre plutoni di scorta. – ordinò il re.
Subito gli uomini salirono a
cavallo e si misero all’opera. –
dottore… - bastò un solo sguardo del re
affinché quello capisse.
- Si
maestà. Farò tutto il possibile per mantenerlo
stabile fino a che non arriveremo a palazzo. –
Odette
guardò suo padre con gli occhi colmi di
gratitudine.
- Grazie,
Padre. – scandì lei.
Il re si
voltò e tornò nel vivo della battaglia, non
sarebbe stato soddisfatto fino a che non avesse visto la testa di
quell’uomo,
che aveva ridotto in quello stato quei due ragazzi, mozzata su di un
vassoio
d’argento.
****
Dapprima vedeva tutto sfocato, poi poco a poco riuscì a
distinguere dove si
trovasse, era in una stanza molto grande, dalle pareti riccamente
decorate, sui
muri c’erano disegni e segni di frecce, ci mise qualche
istante a riconoscere
la sua stanza da letto, provò ad alzarsi ma si sentiva
troppo stanco, notò in
quel momento di avere il torso fasciato con garze bianche fresche e
pulite.
Voltò lo sguardo accanto a sè. Dolcemente
addormentata con il volto su di un
lato del letto c’era Odette, rimasta a vegliare tutto il
tempo su di lui.
Aveva abbandonato quello squallido vestito rosso in favore di uno
bianco con le
maniche verdi che rendeva giustizia alla sua bellezza. Lentamente le
sfiorò la
mano che si dischiuse come un bocciolo al suo tocco, rivelando quello
che
teneva stretto; il ciondolo d’oro a forma di cuore che le
aveva regalato.
La ragazza
sembrava stare meglio, ma Derek notò che
i suoi occhi erano cerchiati di rosso, aveva pianto di recente. Le
accarezzò la
mano e quella per risposta istintivamente la strinse, poi Odette
aprì gli occhi
ridestandosi dal mondo dei sogni.
- ben svegliata-
le sorrise il
ragazzo, la bionda si stropicciò
gli occhi con fare bambinesco.
-
Derek…- sussurrò sorridendo, - finalmente
ti sei svegliato … - gli sorrise asciugandosi
una lacrima che le era scesa dagli occhi. Aveva pianto molto in quei
giorni, i
dottori non facevano altro che entrare e uscire dalla sua camera
limitandosi ad
osservarlo, e lei era sprofondata nei sensi di colpa, si ripeteva ogni
momento
che se non fosse mai fuggita lui a quest’ora non sarebbe
stato in quelle
condizioni.
- quanto ho
dormito? -
- quattro
giorni. - rispose
lei - ti abbiamo
trovato privo di sensi sotto
l’ulivo; mio padre ha insistito affinché noi due
tornassimo immediatamente a casa. Qui ti hanno curato le
ferite e lasciato
riposare… ho vegliato giorno e notte su di te, temevo
che…-
-
che…?- l’esortò
a continuare.
- che
morissi.
- la sua voce
apparì come un sussurro.
Derek le prese
la mano e le sorrise rassicurante,
Odette aveva uno sguardo troppo triste e non riuscì a
prenderla in giro come al
suo solito, a sdrammatizzare così facilmente.
- non
me lo
sarei mai perdonato. Se tu…- la bionda si
portò una mano contro il viso per
darsi un contegno, adesso si sentiva sollevata ma aveva avuto paura per
lui, se
Derek fosse morto lei si sarebbe sentita responsabile per tutta la
vita.
Il ragazzo quasi
intuendo i suoi pensieri le parlò -
ho passato troppi guai per riaverti indietro, non lascerò
questo mondo senza
una fede al dito.-
Odette rise
attraverso le lacrime.
- ho parlato con
mio padre – iniziò lei. – lui mi ha
detto di non fare mai più una cosa del genere, e che si
scusava per avermi
costretta a fidanzarmi contro la mia volontà. –
Derek
l’ascoltava non perdendosi una sola parola - ha
anche aggiunto che mi avrebbe lasciato libera di scegliere. -
- davvero? - Derek sembrò
sconvolto da quella rivelazione.
La ragazza
annuì scuotendo il capo biondo oro, poi
tornò seria. - mi ha detto che potrò sposare
chiunque vorrò…-
- ah- disse
solo, poi tentò di formulare una frase di senso compiuto. -
e tu cosa gli hai
risposto? - chiese
titubante, non sapeva
cosa aspettarsi, a quel punto poteva succedere tutto.
- gli ho detto
che voglio te, nessuno se non te. -
Odette
abbassò lo sguardo arrossendo - e che
ti amo. -
Improvvisamente
tutte le più assurde ipotesi che si
stavano facendo largo nella sua testa scomparvero come nuvole spazzate
via dal
vento. Odette aveva il potere di farlo cadere nel baratro e poi farlo
volare
sei metri sopra al cielo.
- allora
è ufficiale adesso… - la guardò
sorridendole,
il suo corpo era a pezzi ma il suo cuore stava cantando di gioia.
– ci sposiamo. –
- si…
ci sposiamo. – Odette si sentiva così agitata,
avrebbe sposato Derek, sarebbe diventata sua moglie ma anche la regina
di un
vasto regno.
-
bene… non appena mi rimetterò in forze
celebreremo
le nozze, sperando che tu non cambi idea in questo frangente- le disse con un sorriso
smagliante.
-
c’è dell’altro Derek…- iniziò pensierosa.
- cosa? Che
succede? - il suo
tono era preoccupato
- In questi
giorni ho evitato deliberatamente tua
madre… mio padre non appena mi ha vista non mi ha fatto
troppe domande, ma
credo che tutti si aspettino da me delle spiegazioni. -
Derek
asserì col capo.
- se gli
raccontassi tutta la verità…- iniziò
lei.
- credo sia il
momento opportuno per una confessione-
Odette
scattò a guardarlo, destata dai
tuoi pensieri e meravigliata da ciò che il ragazzo le avesse
appena suggerito.
- quando sei
fuggita furono chieste a me delle
spiegazioni ed io dissi che tu eri scappata con lo
stalliere…- improvvisamente
Derek si vergognò di quello che aveva fatto, era stato un
gesto stupido dettato
dalla gelosia.
- stai dicendo
che hai detto a tutti che sono
scappata per Roran…?!- La
bionda si alzò
in piedi sconvolta dalla rivelazione, in più pronunciare
nuovamente il suo nome
le aveva lasciato un senso di amarezza, dopo l’assalto alla
città non si erano
più visti. Nessuno era venuto a cercarla.
- Adesso mi
spiego il perché di tutte quelle voci in
paese che mi accusavano di essere scappata con un altro… le
avevi messe in giro
tu! –
Derek la
guardò colpevole. - che altro volevi che
dicessi? Ero geloso! Geloso di quello smidollato di uno stalliere per
cui tu
avevi mille attenzioni! – provò a mettersi seduto
ma una fitta alla schiena lo
fece desistere.
Odette se ne
accorse così cercò di calmarsi. Si sedette
sul bordo del letto e gli prese la mano - credevo avessimo
già chiarito quella
faccenda - disse in
tono deluso.
- Quel
vigliacco…- Derek
stava ripensando alla notte in cui
l’aveva ritrovata, in cui in pochi minuti l’aveva
persa di nuovo e a come
quello stalliere l’aveva lasciata sola e indifesa nel bel
mezzo della battaglia
mentre lui rintanato come un coniglio assisteva alla scena senza alzare
un
dito.
Indeciso se
mettere Odette al corrente o meno su
quello che aveva fatto, rimase immobile a fissarla.
- non devi
portare rancore a lui, se c’è qualcuno
che ha sbagliato quella sono io. - ammise
la ragazza spronando inconsapevolmente
Derek a parlare.
- si, tu avrai
anche sbagliato ma sicuramente per
più nobili ragioni -
- Uno sbaglio
è pur sempre un sbaglio - asserì lei.
- Lui
però non ha fatto niente per salvarti quella
notte. Mentre ti vedevo sparire nella foresta, lui e i suoi amichetti
stavano
rintanati come conigli ad assistere alla scena, se fosse stato un vero
uomo
sarebbe uscito allo scoperto e ti avrebbe aiutato, era a pochi metri da
te.
Avrebbe potuto ma non lo ha fatto - le
parole del ragazzo erano dure e severe, piene di risentimento, fin
troppo
accecate dalla rabbia per poter vedere la reazione provocata.
Odette era
rimasta a fissarlo, stupita. Aveva preso
la sua scelta prima che succedesse quella baraonda, in
realtà il pensiero di
tornare indietro l’aveva sfiorata più di una volta
ma solo con l’arrivo di
Bromley aveva trovato il coraggio per tornare indietro e affrontare
Derek e
tutte le conseguenze che ne sarebbero derivate, e invece… le
cose erano andate
in maniera completamente diversa. Forse era meglio così.
Ma quello che le
stava raccontando Derek le aveva
fatto aprire gli occhi. Aveva creduto di essere troppo lontana da Roran
e i
suoi amici, aveva sperato si fossero messi in salvo e allontanati da
lì al più
presto, ma se questo non fosse successo e uno di loro si fosse trovato
nei guai
niente le avrebbe impedito di
intervenire,
di provare a salvarlo.
Roran
l’aveva vista e sentita gridare disperatamente aiuto ma, come
un codardo, aveva
chiuso gli occhi.
Odette
finalmente conscia della brutta situazione in
cui si era trovata portò una mano alla bocca per soffocare
un gemito
- se non ci
fossi stato tu…-
Derek si
avvicinò, avrebbe voluto abbracciarla e
farla sentire al sicuro ma ancora una volta non riusciva a muoversi, si
dovette
limitare a stringerle la mano e guardarla inerme.
- ma io ci sono
Odette, ora e per sempre. -
Odette
scattò a piangere, non le importava di quello
che Derek avrebbe potuto pensare di lei, aveva bisogno di esternare le
sue
emozioni, non poteva più aspettare. Il ragazzo le teneva la
mano assistendo
impotente alla crisi della sua amata, che fosse stato lui con le sue
incaute
parole a provocare quella reazione?
- Scusami, sono
stato indelicato - cercò
di consolarla - non sono molto bravo con
questo genere di cose -
-
già…- si
asciugò le guance sorridendogli. Nonostante tutto non
avrebbe cambiato nulla di
lui.
****
Odette aveva appena chiuso la porta della stanza di Derek, parlare con
lui e
stargli vicino la facevano sentire meglio, meno sola.
D’un
tratto si trovò davanti la regina Uberta.
- Derek si
è appena svegliato - comunicò alla
regina.
- Splendida
notizia! Stavo giusto andando da lui per
darti il cambio, bimba mia dovrai pure riposare! - con
tono accorato le posò una mano sul
braccio.
- Adesso che so
che sta bene credo che potrò dormire
più tranquilla - Iniziò
in tono calmo - prima
o poi credo che dovremmo affrontare l’argomento della mia
fuga, preferirei
farlo adesso - prese
un bel respiro e
attese la fatidica domanda, ormai non aveva più senso
rimandare, prima ne
avrebbe parlato meglio si sarebbe sentita.
-
Allora… beh mia cara, perché sei scappata?- la regina la
fissò dritta negli occhi, quello
che prima era uno sguardo sereno adesso era mutato in uno severo e
accusatore.
- Ho commesso
uno sbaglio -
- credo che fin
qui l’avevamo capito tutti mia cara…-
Imbarazzata
Odette proseguì - ho commesso uno
sbaglio nel non volere ammettere a me stessa che Derek mi piaceva
più di quanto
pensassi. -
La regina rimase
sbigottita nell’udire quelle
parole.
- non sapevo
come gestire le mie emozioni, era un
sentimento del tutto nuovo, come sapete sono orfana di madre e nessuno
mi ha
mai spiegato questa forma di amore, amare qualcuno di più di
se stessi, porre
l’altro al centro del proprio mondo. Questa
vastità di emozioni mi ha
terrorizzata, e quando si ha paura la cosa che riesce meglio,
l’unica soluzione
che può apparir sensata è fuggire.-
Dato che la sua
dichiarazione aveva lasciato la
regina Uberta senza parole, evento più unico che raro,
Odette proseguì. – Sin
dal primo momento in cui sono scappata sapevo che non fosse la cosa
più giusta
da fare… e stavo anche per tornare indietro se non fosse
stato per quella
notizia di un altro fidanzamento – Odette gli stava dicendo
la completa verità,
voleva essere onesta con la regina ma anche con se stessa. Ed in
più voleva far
sapere a Uberta che quell’idea del
“fidanzamento” per farla tornare indietro
aveva contribuito ad allontanarla ancora di più.
- mi sono
sentita tradita, se ero davvero un oggetto
sostituibile in meno di 48 ore allora Derek non mi amava davvero. Mi
sono
arrabbiata moltissimo… poi quando ho saputo che era tutta
una farsa, che Derek
pensava ancora a me ho capito che dovevo tornare. Ma purtroppo sono
stata
rapita e quello che è successo dopo già lo
sapete. – Odette prese un respiro e
cercò di valutare l’espressione imperscrutabile
della regina.
- per quello che
conta vi chiedo solo di non
giudicarmi negativamente - concluse.
Passò
qualche istante - ne avete parlato? Intendo tu
e Derek- la regina
si riprese dal suo
mutismo selettivo.
- Si, abbiamo
parlato a lungo e abbiamo chiarito - finalmente
sul volto candido della giovane
ritornò un sorriso.
- e cosa avete
deciso di fare? - il
suo tono era tremolante.
- Direi la
primavera -
- come scusa? - chiese non capendo Uberta.
- mi piacerebbe sposarmi in primavera -
Note: Ho cambiato il finale dell'ultimo capitolo, dopo aver rivisto la storia ho deciso di riscriverlo in maniera diversa, spero che non vi dispiaccia, se volete avere la possibilità di leggere anche quello vecchio basterà che me lo segnaliate e lo aggiungerò come capitolo extra. :)