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Autore: Zoichi Kuronin    29/11/2014    1 recensioni
- Se ci metti i bastoni tra le ruote ti ammazzo con queste mani- fece indicando le lame, Chrona non replicò. Si limitò ad annuire nervosamente desiderando ora più che mai di sparire sotto terra .
- Soul, cosa ti ha fatto Chrona?- esplose finamente la bionda contrariata col modo di fare dell'albino.
- Mi sembra ovvio, è colpa sua se ora Lui non c'è più ...-
Finalmente ho scelto di ammettere che Chrona sembra femmina. Questa storia non segue la trama originale ma spero vi piaccia comunque! Zoichi
Genere: Comico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Crona, Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kid sistemò l’ultimo angolo del copriletto. Aveva rifatto la usa stanza in maniera impeccabile ed ora poteva andare finalmente a quell’appuntamento che aveva atteso da… da una decina di ore più o meno. La sfida era vicina, vicinissima, ci andava praticamente a sbattere e questo lo rendeva particolarmente eccitato.
- Sono pronto - si disse uscendo e incrociando sua sorella ancora in bagno da un‘ora circa.
- Kid sei sicuro di voler combattere solo con uno shinai?- gli chiese finendo di passarsi l’ombretto e togliendo la fascia che le teneva i capelli castani lontani dal viso.
- Certo, anche se ne sono rimasti pochi a causa di Soul… in alternativa potremmo usare i bokken - ragionò grattandosi il mento.
- Ne sei certo? Tu che usi una sola cosa? UNA?!-
- Infatti ne uso due - concluse sparendo dalla visuale di Liz che sospirò, suo fratello non sarebbe mai cambiato nemmeno da adulto, già se lo immaginava: uno Shinigami che perde solo perché qualcuno gli ha detto “quelle tre strisce ti sembrano simmetriche forse?”. Il fatto che si lamentasse per il fatto di non avere due sorelle perfettamente uguali la mandava in bestia, non lo aveva mica scelto lei di essere diversa da Patty. La minore, quando era piccola, aveva avuto un momento di pura maturità e vena artistica e gli aveva detto “Nell’asimmetria sei nato e nell’asimmetria creperai”, inutile dire che lui si era gettato a terra piangendo a fontanella.
Il moro arrivò nella piazzetta di fronte alla scuola in attesa della sua avversaria. La lancetta toccò le sei e nessuno si faceva vedere quindi decise di andare lui da lei e tirarla fuori dalla stanza anche a costo di distruggere la Shibusen.
Bussò e sbirciò l’interno trovando solo il vuoto, dov’era finita? Una strana aura oscura proveniva dalla porta chiusa alla sua sinistra. Aprì trovandosi di fronte una Chrona terrorizzata incastrata nella finestra. Un tentativo di fuga?
- E la nostra sfida? -
- Ti sembra che possa combattere così?? - piagnucolò divincolandosi e cadendo dall’altra parte, nel cortile della scuola rompendosi qualche osso del naso.
- Che guaio, un’avversaria ferita è deludente lo sai? - si mise le mani in tasca irritato. La rosa si massaggiò in lacrime il povero naso. Cosa aveva fatto di male per meritarsi quello? Vabbè aveva seguito la sorella facendo fuori praticamente mezzo mondo.
- Non è colpa mia … - si scusò fissando lo spiazzo di mattonelle grigie.
- Non è una giustificazione valida - la ammonisce sbuffando.
- Oi Kid, che ci fai qui? - fece Soul con un entrata silenziosa quando molleggiata.
- Chrona ha acconsentito al nostro combattimento, ma a quanto pare sta tentando il suicidio prima - spiegò ironico battendo il cinque al compagno.
- Se vuoi la finisco io … - propose con un sorriso sornione lanciato alla Strega Nera trasformando la mano in falce. Lei deglutì impaurita, mettersi contro uno Shinigami era già di per sé un’impresa titanica, se poi entrava in gioco la Falce c’erano ben poche possibilità di uscirne illesa anche sta volta.
- Fa pure, non c’è gusto ad uccidere qualcuno già ferito - fece per andarsene con un’aria di superiorità che da quando lo aveva visto la prima volta alla rosa parve essere aumentata ai limiti dell’insopportabile. Come faceva Maka a tollerare anche la sua sola presenza?
Il moro si ricordò di un’ultima cosa voltandosi per aprire bocca, tuttavia un implosione delle finestre lo fece scattare. Sì avete letto bene ho scritto implosione poiché i vetri cominciarono pian piano a sprofondare dentro le aule scatenando il panico tra gli alunni che fuggirono in tempo. Alcune schegge però colpirono Patty e Liz sprofondate nella distrazione più totale, fortunatamente finirono per conficcarsi solo a pochi centimetri delle vene.
A sentire l’urlo delle sue sorelle Kid tentò di correre da loro bloccato però da una mano che gli afferrava la manica.
- Guarda- gli bisbigliò l’albino facendogli segno di guardare in alto dove camminava come sospesa da un filo una donna di bell’aspetto, canticchiava un motivetto malinconico che risuonò per tutta la Shibusen, nonostante le urla disperate di chi evitava agilmente i vetri, i muri che crollavano, il pavimento che tremava.
- On… onee-sama?- chiamò Chrona basita dalla comparsa di quella persona che non avrebbe mai più voluto vedere.
- Piccola Chrona sei cresciuta … come stai? - domandò toccando con i piedi nudi il terreno, la rosa ebbe un sussulto della spina dorsale. Il suo peggiore incubo che si avverava.

Maka riuscì a liberarsi dell’ultima colonna caduta.
- Patty!- strillò notando la piccola reggere la sua sorellona in un disperato tentativo di fuggire.
- Come state? - volle sapere trafelata dalla corsa infernale. Notò che la castana strizzava gli occhi impolverati dai calcinacci. Era ancora viva, però il sangue che le colava da una ferita aperta sul braccio destro rivelava che non era fuori pericolo da un’infezione.
- Onii-san è fuori, va da lui mi occupo io di Liz. - assicurò poggiando la schiena della secondogenita alla parete, le accarezzò dolcemente la testa sorridendole - Va tranquilla Maka!-
Annuì scendendo le scale in fretta, rischiando più volte la rottura del naso. Tutto ciò che vedeva non era più la scuola di prima, quell’allegro luogo dove si intrecciavano noie e divertimenti, guai e amicizie. Non concepiva come qualcuno avesse anche solo potuto immaginare di fare cose simili, quella era la sua casa, quella dove aveva sempre vissuto, dove aveva studiato.
Scavalcò il muretto che separava il giardino interno dai corridoi, ancora qualche metro e avrebbe raggiunto l’origine di quell’energia.
Maka Albarn detta la Maga del Vento era in grado di percepire l’anti-essenza degli Oggetti, materiale di cui erano composti i Demon e l’intero Hell. A differenza della normale Essenza degli Oggetti esisteva in quantità maggiori.
Si fermò e guardò bene quella scena.
- Chrona - chiamò raggiungendo la rosa che stava per tendere la mano verso quella donna bionda, le volgeva uno sguardo dolce che si trasformo in un sinistro sorriso di sfida nella direzione della maga.
- Tu… sei la Strega Medusa giusto? - balbettò sentendo la tensione opprimerla sempre più - Colei che domina ogni essere vivente … -
Il suo era a malapena un bisbiglio, udibile solo a chi aveva un udito finissimo come in quel caso le due streghe.
- Nonché sorella di Chrona - terminò inginocchiandosi a terra, priva di qualsiasi forza. Si rese conto di essere oltre in netto svantaggio in termini di forza, anche di numero. Il moro e l’albino erano sparsi sulla piazza coperti da una pozza di sangue. Si sentiva inferiore, piccola ed inesperta. Altro che guerriera più forte della Shibusen, altro che figlia del braccio destro di Shinigami-sama, lei era Maka Albarn, una semplice maga del vento di quindici anni che si divertiva a giocare nel ruolo di capo.
- Mi spiace tanto, ma io … -
La lama di Ragnarok le era delicatamente appoggiata sulla spalla, la sua ora era giunta. Sperava che la sua morte avvenisse per mano di una battaglia nel quale aveva dato il massimo contro un avversario alla pari, il destino invece era sleale.

Tanto tempo fa nel mondo regnava la più completa armonia -poi tutto cambiò quando la Nazione del Fuoco decise di attaccare XD ndZoichi-, pace e felicità. Un giorno il re di un regno primitivo fuggì poiché era stato accusato della morte dell’erede al trono che era suo fratello maggiore all‘epoca della sua incoronazione. Per trovare un modo che gli fosse stato utile a dimostrare la sua innocenza esso si rivolse alla divinità che dimorava in una montagna pericolosa, irta di ostacoli mortali. Il re si fece coraggio e quindi, forte degli insegnamenti di una vecchia maga del suo regno quando lui era ancora un bambino si avventurò da solo tra i sentieri raggiungendo in un mese di cammino la cima dove il dio abitava.
- Signore Mio aiutami!- implorò - Come faccio a dimostrare ai miei sudditi che non sono stato io a uccidere il mio amato fratello? -
La divinità ci ragionò e diede a lui la possibilità di vedere esaudito un desiderio, ma non doveva desiderare niente per se stesso che fosse sinonimo di egoismo, non poteva chiedere altri desideri, né poteva chiedere ricchezza o amore per altri. Il re non capiva cosa potesse volere se non la fiducia degli abitanti del regno, in fondo tutto ciò che desiderava era quello.
- Voglio che la gente al villaggio si fidi di me facendo sparire ogni pensiero malvagio che abbiano fatto fino ad ora sul mio conto riguardo questa brutta faccenda! Ti imploro Mio Signore -

Il dio acconsentì dicendogli di tornare alla vita di prima, disse inoltre che alla fine il re avrebbe avuto la responsabilità di custodire i brutti pensieri dei suoi cittadini.
Ora, il regno era molto grande, di molte centinaia di anime quindi due stanze del castello sarebbero state adibite al contenimento di questi brutti pensieri.
Però si sa quando una cosa nasce è più che naturale che si crei qualcosa che sia il suo contrario esatto, infatti la divinità della montagna fu costretto a lasciare che una parte di quei brutti sentimenti desse vita, giorno dopo giorno, a una catastrofe imminente che non annunciò nemmeno ai sacerdoti.
Intanto il re, tornato dai suoi sudditi, fu accolto con feste e danze. Tuttavia il periodo di pace che si era protratto per alcuni mesi diventò di colpo una specie di Apocalisse poiché la controparte delle sfere che contenevano i brutti pensieri, trasformate in globi di energia pura, avevano scatenato un’ira funesta contro la povera gente che, vedendosi tornare indietro i propri sentimenti malevoli scappò creando così un nuovo regno nel quale non sorgeva mai il sole.
Il re voleva rimanere a morire pur di salvare quelle anime purificate che davano equilibrio al regno, ma fu costretto a sparpagliarle per il mondo grazie ad una magia. Lontano dal suo castello chiese al dio un desiderio, in fondo glielo doveva dopo tutta quella morte.
- È colpa mia me ne rendo conto, allora qual è il tuo desiderio, naturalmente questa volta non ci saranno limiti, però sappi che anche sta volta si creerà la tua controparte, non sono del tutto onnipotente -
- Correrò il rischio- rispose sicuro di se.
- Cosa desideri? -
- Voglio diventare un dio -
Al mio caro fratello da K
. Magi Nishi

ANGOLO DI ZOICHI:
Buonasera! Avete sentito la notizia??? 8 moments sta giungendo al termine nuoooo T^T! bon cosa dovevo dire... ah sì il capitolo, è sbucata finalmente Medusa (ma crepa dannata stregaccia...) e ha intenzione di portarsi via la piccola Chrona, comunque così ho anche in parte spiegato cosa sono gli Oggetti che tanto menziono. Se non avete capito è anche comprensibile dato che non vi spiego altro finchè la nostra rosetta non lo fa XP! Bene spero vi sia piaciuta!
Ah ringrazio ancora la nostra Ossimoro-chan, sta volta per aver messo la storia tra le seguite graziegrazie! recensite anche voi *li indica* lettorioombrosidicuinonconoscol'esistenza! °^° perchè mi sento vuota? bah io vad recensiteee *manda un bacio* °^*
 
   
 
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