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Autore: ToInfinityAndBeyond_    29/11/2014    1 recensioni
-Nash, non ce la faccio..-
-Devi restare forte. Per me, per te, per tutti-
-Non ho mai avuto una ragione per sorridere-
-Allora d'ora in poi fallo per me- rispose Nash abbracciandomi stringendomi forte a se mentre le lacrime mi graffiavano il viso.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CONFIDENCE:




La mattina seguente andai a scuola più felice che mai: per prima cosa era giovedì e stava quasi per iniziare il weekend e come seconda cosa sarei partita per New York!
Sapevo benissimo che mancavano ancora due mesi, ma da quel momento in poi non avrei fatto altro che contare i giorni, le ore ed i minuti che sarebbero mancati prima di poter partire.
Le lezioni passarono velocemente e questo grazie alle due ore di supplenza nelle ore di storia, dove non feci altro che parlare con Nicole.
Quando tornai a casa vidi che mia madre non c’era ed il che mi faceva capire che era ancora al lavoro.
Andai a posare la cartella in camera mia e sentii improvvisamente bussare alla porta.
Corsi lungo il corridoio recandomi alla porta.
Quando l’aprii vidi Jack Gilinsky con un enorme sorriso stampato in faccia mentre si stava togliendo gli occhiali da sole mostrando i suoi occhi color nocciola.
-Hey!- esclamò lui sporgendosi in avanti dandomi un leggero bacio sulla guancia.
-Ciao Jack! Come mai da queste parti?- gli domandai invitandolo ad entrare.
Lui restò sulla soglia della porta sorridendo.
-Grazie, ma ero solo venuto ad avvisarti che domani sera io e Jack partiamo. Ce ne ritorniamo a Los Angeles- mi disse mordendosi il labbro inferiore.
A quelle parole spalancai gli occhi; erano in Italia da un mese se non di più ed il tempo era passato davvero velocemente.
-Oh..- sospirai abbassando lo sguardo.
-Che c’è? Sei dispiaciuta ora?- ironizzò sogghignando.
-Ma certo, razza di idiota!- gli risposi io ridendo dandogli un piccolo pugnetto sulla spalla destra.
-Mi mancherai Gre- disse poi facendosi più serio.
-Anche tu Gilinsky- risposi io guardandolo negli occhi.
-Andiamo, non chiamarmi per cognome..-
-Adoro pronunciare il tuo cognome- risposi divertita.
Lui sbuffò alzando gli occhi al cielo mostrando il suo sorriso perfetto.
-Mi piacerebbe restare ad ascoltare il mio cognome ancora per un po’, ma avevo promesso a Federica che avrei fatto un salto da lei- disse poi arrossendo voltandosi.
-Oooh!- esclamai io sorridendo.
-Esatto, perciò ti devo lasciare-
-Quando posso salutarti?-
-Se vuoi domani pomeriggio passa dalla casa della prozia di Jack verso le quattro- rispose.
-Va bene!- conclusi io annuendo.
Lui mi salutò abbracciandomi velocemente per poi dirigersi alla sua macchina partendo.
Ero davvero felice che andasse a trovare Federica, soprattutto perché sapevo che lei ne sarebbe stata entusiasta.
La felicità scomparve quando vidi segnato sul mio diario che il giorno dopo forse avrebbe interrogato in chimica.
In teoria la professoressa diceva sempre che le volte dopo avrebbe dovuto interrogare, ma in pratica non se ne era mai ricordata; così decisi di dare una lettura al libro.
Mentre ero immersa nel leggere la tavola periodica degli elementi sentii il computer emettere un suono.
Corsi in camera e vidi che era una chiamata su FaceTime.
L’aprii e vidi che era di Nash.
Aspettai alcuni istanti che la connessione funzionasse e mi ritrovai sullo schermo il ragazzo più bello del mondo che stava sorridendo.
-Buon giorno baby girl!- esclamò lui mandandomi un bacio con la bocca tramite lo schermo.
Io risi e lo salutai agitando la mano.
-Come stai?- mi domandò poi andandosi a sdraiare sul letto.
-Bene, anche se stavo studiando chimica- risposi ammiccando un sorriso.
-Tu invece?- chiesi poi.
-Io tutto bene ma..- iniziò a dire guardandosi attorno –Cam sta ancora male-.
Io abbassai lo sguardo.
-Siamo ad un altro convegno e sta ancora male per la storia di Eleonora.. credo la voglia lasciare- disse lui alzando il suo sguardo verso di me.
Io serrai gli occhi.
Non potevo credere che Cam volesse davvero chiudere con Eleonora, non dopo tutto quello che c’era stato tra loro.
-Ma ha già deciso?- gli domandai io cercando di scorgere un barlume di speranza nella sua risposta.
-E’ irremovibile. Ha deciso di lasciarla..- rispose lui inclinando il lato destro della bocca.
Improvvisamente il silenzio prese il sopravvento, ma poi mi ricordai di New York.
-Ho una cosa da dirti!- esclamai io cercando di cambiare argomento.
-Dimmi!- rispose lui un con bagliore negli occhi sorridendo.
-Verso Natale verrò a New York!- gli dissi aspettando una sua reazione.
-COME?!- esclamò portandosi le mani alla bocca.
Non riuscii a capire a pieno la sua reazione fino a quando non vidi un enorme sorriso dipingersi sul suo viso.
-Davvero?!- richiese come per avere una riconferma.
-Sì! Salvo imprevisti dovrei andarci!- gli risposi più felice che mai.
-E’ una cosa stupenda baby girl!- esclamò lui.
Vidi i suoi occhi pieni di felicità e la cosa mi scaldò il cuore.
All’improvviso sentii un rumore e Nash si girò di scatto verso la porta della stanza: era Cam.
-Cosa stai facendo?- gli domandò lui.
Capii subito che era di pessimo umore.
-C’è Gre, vuoi salutarla?- gli domandò Nash seguendolo con lo sguardo.
Cam si avvicinò e mi salutò sforzatamente.
-Senti, è meglio che vada ora.. Cam è ancora giù di corda.. ci sentiamo- disse lui abbassando lo sguardo.
-Va bene Nash-
-E fammi sapere per New York!- esclamò lui lanciandomi un sorriso.
-Senz’altro! Ciao- risposi io prima di abbassare lo schermo.
Subito dopo andai a riprendere il mio libro di chimica per continuare a ripassare.
Andai a stendermi sul letto fino a quando non sentii.
-Cos’è la storia di New York?- domandò una voce.
Mi girai attorno, ma non vidi nessuno.
-Verrà a New York verso Natale- sentii poi.
Avrei giurato che fosse la voce di Nash!
Mi alzai e andai verso il computer; aveva lasciato la video chiamata accesa!
Loro non potevano vedermi, ma io potevo vedere benissimo Cam vicino alla finestra della camera e Nash sul letto che guardava il cellulare.
-E viene a fare?- chiese poi Cam in malo modo.
Vidi Nash abbassarlo sguardo.
-Pensi che venga per te?- domandò poi Cam lanciando un’occhiata a Nash.
-Senti, non è che ora che sei in questa situazione con Eleonora devi odiare tutto il genere femminile!-l’ammonì Nash guardandolo accigliato.
Vidi le vene del suo collo pulsare notevolmente e notai che la sua mascella era tesa.
-Non intendevo quello, ti sto solo dicendo di stare attento. Tu non sai cosa fa lei là in Italia..- rispose Cam sistemando alcune cose nella sua valigia.
A quelle parole m’infuriai come non mai.
Come si permetteva di insinuare certe cose sul mio conto?
-Cosa staresti cercando di dire?!- esclamò Nash alzandosi andando verso di lui.
-Che non sai effettivamente cosa faccia in Italia mentre tu sei qua- continuò Cameron come se non desse il giusto peso alle sue parole nei miei confronti.
-Ti conviene stare zitto Cam!- ringhiò Nash mettendosi un dito davanti alle labbra facendogli segno di tacere.
-Nash, ti da fastidio solamente perché sai che ho ragione-
-Io mi fido di lei!-
-Anche io mi fidavo di Eleonora e guarda cosa è successo ora!- ribatté Cam stringendo i denti alzandosi alla stessa altezza di Nash.
Mi faceva male sapere che Cam potesse pensare questo di me solo per via di Eleonora, ma vedere il modo in cui Nash stava difendendo la mia reputazione mi fece calmare.
Improvvisamente vidi aprirsi la porta della loro stanza ed entrò Matt.
-Ehi, va tutto bene qui?- domandò guardando Nash e Cameron i quali annuirono senza proferire parola.
-Ottimo, vi stiamo aspettando per andare a mangiare qualcosa, sbrigatevi!- aggiunse facendo un sorriso poco convinto prima di richiudere la porta.
Vidi poi i due cambiarsi dandosi una sistemata ai capelli prima che spegnessero la tv e il computer.
In pochi secondi lo schermo del pc ritornò sul mio desktop.
Dopo mezz’ora rientrò mia madre, la quale mi salutò venendo in camera dandomi un bacio sulla fronte.
-Come stai?- mi domandò mentre appoggiava la borsa nell’armadio togliendo le chiavi della macchina.
-Bene!- esclamai guardandola sorridente.
-Immagino che quel sorriso è per via di New York- ammiccò lei.
Io annuii e poi le chiesi
-Mamma, sei sicura che ci andremo vero? Cioè che partiremo veramente?-.
-Sì tesoro, è circa la dodicesima volta che me lo chiedi: ti giuro che ci andremo veramente- rispose facendosi una coda alta sospirando.
-Indovina chi ho visto nel tornare a casa?- mi domandò poi lei sorridendo con il lato sinistro della bocca.
-Chi?- le domandai incuriosita.
-Jack, quel ragazzo alto, moro con quel sorriso perfetto- rispose quasi incantata.
Se non sapessi l’età di mia madre c’avrei giurato che aveva un debole per Jack.
-Oh, è venuto a salutarmi oggi pomeriggio- risposi con nonchalance.
Vidi mia mamma lanciarmi un’occhiata alzando un sopracciglio.
-No no, è venuto solo a salutarmi perché doveva andare da Federica. Domani parte- le risposi evitando fraintendimenti.
-Parte di già?-
-Sì, lui e Jack partono domani-
-Ah c’è un altro Jack?-
-Sì, si chiamano tutti e due Jack- conclusi io sedendoci assieme sul divano.
Improvvisamente sentii il cellulare squillare.
-Pronto?-
-Gre, sono Fede! Devo raccontarti di Jack!- disse lei quasi urlando al telefono spaccandomi un timpano.
-Okay okay, vengo da te dopo cena, va bene?-
-Perfetto!- esclamò urlando nuovamente.
Dopo ci salutammo e me ne ritornai sul divano a guardare la  tv con mia madre.
   
 
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