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Autore: WankyHastings    30/11/2014    11 recensioni
Meredith O'Brien è una studentessa comune un po' troppo nerd; è migliore amica della regina indiscussa del Liceo, Georgina Atwood. La sua vita sembra proseguire tranquilla per la sua strada verso il diploma, finché due occhi neri non metteranno in discussione i suoi gusti. Perché a quanto pare a Meredith piacciono le donne, a Meredith piace Juliette Wolls.
Come la prenderà sua maestà Georgina a questa rivelazione?
Una storia sulla scoperta di sé stessi mantenendo una buona dose di ironia.
Ispirata ad una storia vera.
Dal testo:
"Stamattina mi sentivo in vena di trovare tutto ciò che non andava nella mia vita, e cazzo, ne stavo trovando fin troppo. Forse avevo sbagliato tutto dall'inizio, forse stavo vivendo una vita che non mi piaceva, forse avevo fatto scelte impulsive che non sentivo mie, facevo la ragazza della porta accanto pur sentendomi un centauro tatuato. Prima o poi sarei implosa."
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Atwood Series : Finding True Love'
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Capitolo 10

Amici, Amanti e... Trappole

 

 

 

MARK POV'S

 

Questa situazione era davvero insostenibile.

Non riuscivo più a sopportarle.

Ormai, passavo il mio tempo facendo da spola fra la coppietta da tappeto rosso e squillo di trombe: Georgina e Sha-Sha-Shane; e la coppia che non esiste per nessun altro: Meredith e Juliette.

 

Il DinamicoDuo aveva deciso di arrivare ai ferri corti, senza dirmi quale fosse il motivo.

 

Ero stanco dei loro sorrisi finti e dei loro “Sto bene.

Avrei voluto trasformarmi in un macrofago e fagocitarle nel mio organismo come MajinBu.

 

OhSantoGandalf!

Ero arrivato davvero a paragonare una cellula del corpo ad un personaggio di Dragon Ball?!

 

Chiusi il libro di Anatomia Umana con un colpo secco, decidendomi ad uscire dalla biblioteca e andare in giardino a respirare un po' di aria gelida di febbraio.

 

Quelle due testone. Non si parlavano da settimane ormai.

 

Donne.

 

Dovevo fare qualcosa.

Qualsiasi cosa.

Spremi le meningi Sullivan.

 

Mi sedetti su una panchina, al mio fianco il buon-vecchio Flitch, stava fumando sorridendo al cielo.

- Giornata dura, amico? -

Lo guardai sconcertato.

Era la prima frase di senso compiuto che gli sentivo pronunciare.

Avrei dovuto scrivere questo momento magico sul calendario.

- Già, Flitch. Molto dura. -

- Dovresti parlare con uno sconosciuto. Gli sconosciuti aiutano, più degli amici infelici che dici perdici -

 

Come non detto!

ma, avevo seriamente bisogno di parlare con qualcuno.

 

Anche se quel qualcuno non avrebbe capito nemmeno una parola.

 

- Hai ragione. Ho degli amici, anzi due amiche, che sono infelici -

- Le amiche son fiche. E le fiche portano guai e ti smutandano come non mai -

- Verissimo! Mi hanno messo in una situazione scomoda. Eravamo tre amici, inseparabili. I tre moschettieri, e ora? Non parlano e non mi dicono nemmeno il perché! -

 

Lo guardai aspirare tranquillo dalla sua sigaretta... magica.

 

- Parlare, parlare, parlare. Solo quello sanno fare. Se scopassero di più, nessuno cadrebbe giù -

- Mi stai dicendo che non sono soddisfatte della loro vita sessuale? -

- Si vuole sempre quello che non si ha. -

 

Mi appoggiai allo schienale della panchina, sbuffando.

Si vuole sempre quello che non si ha”

Nella mia mente passò in slow motion ogni minimo particolare, ogni scena, ogni sguardo, ogni....

 

JO!

 

- Georgina vuole Meredith -

- La patata amica è sempre preferita -

- TU SEI UN GENIO, FLITCH -

- Perché mangio patate? -

 

Lo guardai, come se avessi davanti il Buddha nel momento della sua illuminazione.

 

Era così scontato.

Era gelosa perché si era innamorata di Meredith.

Oddio.

È innamorata di Meredith.

 

Mi passai la mano sul viso sconvolto.

Era un grosso guaio.

Un enorme – fottutissimo – giganterrimo GUAIO.

 

- Flitch, come posso aiutarle? -

- Sono Massimo Decimo Meridio, comandante delle forze...-

- Mi stai dicendo che devo farle combattere? -

- Ho tante noci di cocco splendidi dittititi in fila per tre -

- Darle in pasto ai leoni? -

- Jumanji -

- Jumanji? - corrugai la fronte, a quel nome sillabato con convinzione. Come se fosse Robin Williams nel finale del film.

- Nella giungla dovrai stare, finché un cinque e un otto non compare -

- Nella giungla... -

- Corri, Forrest, Corri! -

- Hai ragione. Le devo mettere in trappola. Oddio... - mi alzai come una molla, per poi abbracciare Flitch - ...corro. Sei un genio Flitch. Non ti ringrazierò mai abbastanza. -

 

Ora sapevo cosa fare.

Oh, sì.

Non avrebbero avuto via di scampo.

Le avrei messe alle strette.

Quanto cazzo mi sentivo m a l v a g i o.

 

 

 

Arrivai a casa velocemente, mi mancava solo il costume da Flash.

Avrei dovuto comprarlo.

Tornando a noi.

Dovevo mettere in moto il mio piano.

 

Primo Passo:

Chiamare Meredith e invitarla ad una partita alla Play-Station, che non avrebbe potuto MAI rifiutare.

 

Secondo Passo:

Trovare una scusa valida per convincere Georgina a venire a casa.

 

Ce l'avrei fatta.

Sì.

Che Godric mi aiuti!

 

 

 

 

Alle 16 – puntuale come Bianconiglio – Meredith, suonò al campanello di casa.

Andai ad aprire accogliendola con una pacca poderosa sulla schiena.

- Allora, a cosa vuoi perdere oggi Sully? -

- Non cantar vittoria, lo sappiamo entrambi che con le macchine sei una schiappa -

- Ti farò mangiare la polvere! -

- Vedremo -

 

Ci posizionammo sul mio letto e cominciammo a giocare, mentre io tenevo sotto controllo l'orario, sperando che almeno per questa volta Georgina fosse puntuale.

Le avevo detto di avere un appuntamento con Kate, e che avevo bisogno di qualcuno che mi consigliasse come vestirmi e dove portare la dolce pulzella.

 

 

Con qualche minuto di ritardo – la solita regina – sentii suonare il campanello per la seconda volta.

 

- Marck, chi diamine è? -

- Non guardo oltre i muri, Mers. Vado a vedere, nel frattempo porta la nostra truppa lontano dalle linee nemiche -

- Signorsìssignore. -

 

Sorrisi sotto i baffi, prima di precipitarmi giù per le scale e aprire la porta di casa.

Ed eccola qui...

… la stronza innamorata.

 

- Maestà -

- Bado alle ciance Cullivan, abbiamo una missione da portare a termine. -

- Oh, dopo di Lei -

 

Mi feci di lato per farla passare, per poi chiudere la porta alle sue spalle e farle strada verso la mia camera.

Stava andando tutto a meraviglia.

Sono un fottuto genio del male.

Avrei tanto voluto permettermi la risata malvagia a pieni polmoni, ma dovevo trattenermi.

 

Arrivati davanti la porta della mia camera, mi preparai ad essere veloce.

Misi una mano sulla maniglia, mentre continuavo a parlarle di come la cravatta nera fosse troppo seriosa per un primo appuntamento, e appoggiai l'altra mano sulla schiena di Georgina.

Successe tutto in fretta.

Nel momento in cui aprii la porta, spinsi Jo al suo interno, richiudendo la porta a chiave.

 

MISSIONE COMPIUTA.

 

 

 

 

 

MEREDITH POV'S

 

 

- Marck ma chi...era... -

 

Stavo sognando.

 

Mi alzai di scatto dal letto, mettendomi in piedi.

Il joystick abbandonato, e il rumore di mitragliatrici in sottofondo.

 

Perché Georgina era lì.

Con lei.

In quella camera.

 

La guardai mentre si voltava verso la porta, cercando di aprirla, ma non ci riusciva.

 

- Stronzo! Apri questa strafottuta porta del cazzo! -

- Oh-oh, sbaglio o sua maestà è nervosa? -

- Vaffanculo Sullivan -

 

Mi avvicinai alla porta, portando la mano alla maniglia.

Già.

Eravamo chiuse all'interno.

 

- Marck, cosa cazzo stai facendo? -

- Ora ascoltatemi. Io, mi andrò a fare una passeggiata fino a casa di Kate. E voi, rimarrete qui dentro e vi parlerete. Sono sicuro che la nostra cara Georgina abbia qualcosa d'interessante da dirti Meredith - mi voltai a guardarla confusa.

- Di cosa stai parlando Maledetto? -

- Lo sai benissimo. Ciao, ragazze... a dopo -

-Dove vai, bastardo, torna indietro. Oh! -

 

Lascia Georgina da sola, vicino alla porta, lasciandola sfogare.

Io mi rimisi seduta sul letto, riprendendo a giocare.

Merda.

Mi il mio battaglione era stato completamente sterminato.

Che palle.

 

Sentii un fruscio, mi girai, e vidi – finalmente – Jo, arrendersi mentre si sedeva a terra sbuffando, appoggiando la schiena alla porta.

 

Che gran bella situazione del cazzo.

 

La guardai, ancora.

Il suo viso era tirato, gli occhi spenti...

Cosa le stava succedendo?

Sembrava un fantasma.

 

Sta buona.

Non parlare.

Non dire assolutamente nulla.

Zitta.

Non ti deve importare.

 

- Che hai, J...Georgina? Stai male? -

 

IDIOTA.

Sempre la solita O'Brien.

Non prendi mai l'occasione per startene zitta, al tuo posto.

 

Infatti, lei strinse gli occhi, abbassando il capo.

Senza degnarmi di una risposta.

Sbuffai.

Arrabbiata.

Con me stessa.

Con lei.

Con il MONDO INTERO.

 

Avrei cominciato a nutrire sogni di distruzione di massa.

Di apocalissi zombie e quant'altro.

Avrei studiato piani malvagi come “Mignolo col Prof.”

Ne ero certa.

Certa, come il 3 che avrei preso in matematica.

 

Ripresi a giocare.

Nella stanza, solo il rumore di esplosioni e dei tasti.

 

- Hai... ragione, Mer. Non sto bene... per niente -

 

Eppure, nessuna bomba fu così forte, quanto il singhiozzo che esplose nel petto di Georgina.

 







TRAPP-ANGLE

Perdonate il ritardo, davvero. Non so come farmi perdonare... spero solo che questo capitolo vi piaccia e prometto di aggiornare il prima possibile.
Grazie a tutti :)

 

   
 
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