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Autore: titty_93    01/12/2014    1 recensioni
Leonardo Abate, salvato miracolosamente da De Silva è stato cresciuto nella fredda città russa di San Pietroburgo. All'età di 21 anni è pronto per ritornare nella sua città d'origine e pianificare così la sua vendetta...(questa storia è il continuo di squadra antimafia 5 e ha come protagonista Leo,ma verrà approfondito anche il rapporto tra Rosy e Domenico e altri vecchi personaggi della fiction).
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Domenico Calcaterra, Leonardo Abate, Rosalia/Rosy Abate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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40. Una notte soltanto
Leonardo e Carmen vennero dimessi dall'ospedale nello stesso giorno. Mentre il ragazzo preparava le sue cose fu interrotto dall'arrivo di Domenico.
"Ehi. Andiamo" - disse il poliziotto aiutandolo con quella piccola borsa contenente pochi vestiti - "vieni a stare da me poi si vedrà".
"Grazie Mimmo per tutto quello che stai facendo per me, non me lo merito".
"Non dirlo neanche per scherzo".
"Mamma?" 
"E' qui fuori. Adesso la riaccompagnano in carcere".
Leonardo abbassò gli occhi colmi di tristezza, adesso che l'aveva appena ritrovata doveva rinunciare a lei, di nuovo.
"Posso salutarla?".
"Si certo".
Domenico uscì dalla stanza parlando con alcuni suoi colleghi e togliendo le manette a Rosy poi rientrò in stanza.
Si abbracciarono forte, Rosy gli massaggiò i capelli mentre lo ricopriva di baci -"durerà poco vedrai. Molto presto staremo insieme, te le prometto!".
Leonardo annuì lasciandosi coinvolgere ancora di più da quell'abbraccio. Poi si staccarono e Rosy gli accarezzò le guance.
"Che vuoi dire?" - chiese Leo adesso che aveva prestato attenzione alle sue ultime parole.
"Non vorrei ancora parlartene per non illuderti".
"Va bene. Me lo hai promesso. A presto".
Leo lasciò le mani di sua madre con rammarico e gli occhi leggermente annebbiati mentre la vedeva consegnare i polsi e andar via con dei poliziotti prima però, vide Domenico accompagnarla con un leggero bacio sulle labbra.
Arrivati all'appartamento Leonardo si distese subito sul letto. Era stanco, in quei giorni all'ospedale non aveva per niente dormito un po perchè scomodo un po per i troppi pensieri.
"Carino qui" - disse poi guardando il soffitto.
"Si".
"Mimmo?".
"Si?".
"Raccontami delle indagini".
"Non te ne ho parlato prima perchè non volevo stressarti" - iniziò a dire Domenico avvicinandosi a lui -"la squadra ha preso tutti all'aereoporto svizzero".
"Minchia" - sbottò Leonardo pieno di entusiasmo, ma vide Domenico abbozzare un sorriso forzato - "perchè questo non mi sembra che ti renda felice?".
"Perchè c'è un particolare".
"Cosa?".
"De Silva ci è sfuggito di nuovo ed ha portato con se i soldi".
"Coosa?" - Leonardo si mise entrambi le mani tra i capelli sorpreso da quella notizia - "ma come minchia è stato possibile?".
"Quando c'è di mezzo quel figlio di puttana tutto è possibile".
"Vorrà vendicarsi di me, lo conosco, sono di nuovo in pericolo cazzo".
"Tranquillo, non gli conviene poi così tanto avvicinarsi nuovamente a te. Alcuni poliziotti ti sorveglieranno qui fuori, ma credo sia inutile perchè lui penserà solamente a nascondersi adesso,o a fuggire con tutto quel denaro e poi infondo tu non gli hai fatto niente, perchè vorrà vendicarsi?".
"Perchè adesso sto dalla vostra parte".
"Non ti succederà niente, te lo prometto".
Un altra promessa. Leo ricordò quella fatta poco prima da sua madre.
"Cos'ha in mente mamma? Stamattina mi ha detto che tra poco staremo insieme, a cosa alludeva?".
"Ha deciso di collaborare e molto probabilmente la inseriremo in un programma di protezione, con te!".
Leonardo ne fu felice - "E tu?".
"Io verrò con voi!".
"Cosa? Mimmo non è detto che resteremo qui in Sicilia, tu qui hai il tuo lavoro, i tuoi amici".
"Se non ho voi non ho nulla!".
"E di me invece? Com'è possibile che non sono stato arrestato? Sono complice di mafiosi, dell'omicidio di quel povero poliziotto fuori alla clinica di mia madre, ho aiutato mia madre a infiltrarsi tra i Ragno".
"Non sei un assassino ne un mafioso. Il giudice ha tenuto conto del tuo passato, ma presto ci sarà un processo".
"Potranno condannarmi?".
"No, ma tu sarai il testimone chiava per incastrare i Russi, i Ragno che sono già stati presi e De silva se lo troveremo".
Leo tirò un forte sospiro, una responsabilità troppo grande per lui. Un altro motivo per tener lontano Carmen. 
"Quando ho parlato con l'infermiera per rassicurarmi della tua salute mi ha detto che hai avuto un acceso diverbio con Pietra".
"Si però poi alla fine ci siamo calmati".
"Cos'è successo di preciso?".
"Diciamo che ho fatto irruzione nella camera di sua figlia, mi sono fatto sgamare come un ladro cotto in flagrante. Io lo giustifico sai? In fondo è solamente un padre disperato".
"Sei pazzo di lei!".
"Più o meno come lo siete tu e mia madre".
Domenico sorrise appena, sembrava quasi imbarazzato, non era da lui.
"Vi ho visto in questi giorni in ospedale, il modo in cui vi guardate, i piccoli gesti, vi amate da pazzi".
"Ehi furbetto non cambiare discorso" - lo interruppe Domenico accarezzandogli i capelli -"stavamo parlando di Carmen".
"Non c'è proprio niente da dire" - Leonardo si alzò dal letto sviando il discorso e cercando disperatamente con lo sguardo un pacchetto di sigarette. Era proprio uguale a sua madre. Domenico glielo porse, le aveva comprate apposta, ma nel momento in cui stava per offrirgliene una, il poliziotto si tirò indietro - "non se non mi racconti tutto quello che è successo!".
Leo annuì e si portò una sigaretta in bocca prima di accenderla - "finirà. Tra noi due finirà, smetteremo di vederci".
"E questo chi l'ha deciso? Pietra? Carmen?".
"No. L'ho deciso io".
"Ma perchè Leo?".
"Deve starmi lontano e basta. Con me non può avere una vita tranquilla, guardati intorno Mimmo, siamo circondati da poliziotti continuamente. Non voglio questo per lei, non se lo merita, è così giovane. La convincerò a ritornare a Milano, li ricomincerà e mi dimenticherà".
"E tu? Sei proprio sicuro che tu la dimenticherai?".
"Io, io, io, io ho sempre pensato solamente a me stesso e guarda dove sono arrivato. Per una volta voglio fare una cosa buona e per farlo ho bisogno almeno di un po di tempo per parlarle, tempo che suo padre non mi concederà mai".
"Posso aiutarti io in questo. Parlerò con Sandro".
"Grazie, ma temo sia inutile".
"Tu non sai di cosa è capace il dottor Domenico Calcaterra pur di ottenere una cosa".
Leo sorrise -"Oh si certo che lo so"- continuò riferendosi a sua madre. Come era riuscita a cambiarla, e lo capì già dalla prima volta che si svegliò accanto a lui dopo averla portava via dalla clinica psichiatrica.
Domenico ebbe una chiamata e poi uscì, Leonardo si ritrovò nuovamente solo in una casa sconosciuta, ma stavolta sentiva che era diverso. Stavolta era al sicuro. Si sentiva protetto come non gli succedeva da tanto, ma si sentiva in gabbia. Voleva evadere, andare per strada, stare in mezzo alla gente, stava per farlo, ma il timore che potesse dare un ulteriore preoccupazione a Domenico, lo frenò un attimo. Si fumò un altra sigaretta e guardò oltre la finestra. Il cielo si era colorato di nero, e piccole gocce d'acqua macchiarono il vetro. Che triste la pioggia pensò. In Russia pioveva spesso e faceva tanto freddo, ma col tempo si era abituato a quel clima. Stavolta però un raggio di sole si faceva strada tra una goccia e l'altra. Un miraggio? Un varco di luce? A Leonardo parve di vedere una figura attraverso quella piazza, una sagoma, sembrava proprio lei...Impossibile! Stava sognando, adesso aveva anche le visioni! Chiuse per un attimo gli occhi, ma quella persona era ancora li e quando essa si tolse il cappuccio dalla testa, non ebbe dubbi. Era Carmen. Leonardo si precipitò alla porta andandogli incontro, incurante della pioggia che lo stava bagnando tutto. Arrivò vicino a lei. Non era un miraggio. Non era un sogno. Non era illusione. Era realtà! Leo allungò un braccio assicurandosi davvero che lei fosse li e quando lei strinse forte le mani tra le sue, ne ebbe la certezza. Leonardo le accarezzò le guance levandole alcune ciocche bagnate dalla fronte - "sei scappata?".
"No" - rispose Carmen chiudendo gli occhi e assecondando la carezza sulla sua guancia- "è venuto Calcaterra a casa e non so cosa gli abbia detto. Mio padre è venuto in camera mia e mi ha permesso di venire da te. Una notte soltanto - mi ha detto!".
Leonardo capì. Pietrangeli gli aveva concesso una notte per parlare con Carmen, per dirle tutto, ma una notte soltanto basterà? Forse non basterà una vita intera....
"So tutto" - intervenne Carmen indietreggiando appena.
"Su cosa?".
"Ieri in ospedale. Quello che tu e mio padre vi siete detti in quella camera. Vi ho spiato".
Leonardo rimase spiazzato, e lo fu ancor di più quando Carmen continuò con gli occhi lucidi - "e io sono d'accordo".
Entrambi annuirono appena con un sorriso che in realtà nascondeva una tristezza infinita. Leo prese per un braccio Carmen e la trascinò in casa sotto gli occhi dei poliziotti di guardia impassibili a guardare la scena. 
La ragazza iniziò a tremare e a starnutire, forse aveva preso troppa pioggia. I vestiti erano completamenti bagnati. Leo andò a prendere un asciugamano e l'appoggiò sul letto mentre si tolse la maglia. Si avvicinò sempre di più a Carmen fin quando non accorciò le distanze con baci dolci, ma allo stesso tempo passionali. Presto anche la felpa e la maglia della ragazza raggiunsero il pavimento. Poi lui iniziò a sfiorare con le labbra ogni centimetro della sua pelle fredda,scese giù mentre Carmen intrufolava le mani tra i suoi capelli. Si fermò all'ombelico poi sbottonò i jeans, Carmen si sfilò anche le scarpe fin quando non rimase in intimo. Stranamente non si sentiva in imbarazzo, di Leonardo si fidava ciecamente ormai e questa fiducia che provava verso di lui non seppe nemmeno lei da dove proveniva perchè nonostante le enormi bugie, lei continuava ad affidarsi a lui. 
Mentre continuavano a baciarsi intrecciando prepotentemente le loro lingue, Leo le slacciò il reggiseno. Carmen era completamente nuda ora, il ragazzo fece un passo indietro per ammirarla, non aveva mai visto una donna più bella prima d'ora. Senza smetterla di guardarla prese l'asciugamano e l'avvolse nel suo corpo. Leonardo l'abbracciò con tutta la forza possibile sperando che quegli attimi, quei momenti potessero durare all'infinito mentre Carmen si fece cullare appoggiandosi sul suo petto nudo, aspirando il suo profumo. E fu proprio lei con un movimento brusco e inaspettato a liberarsi da quell'asciugamano ritornando ad essere nuda sotto ai suoi occhi. Ripresero a baciarsi mentre si toccano con mani sempre più bisognose di sfiorarsi, di stringersi, di accarezzarsi. Lui la prese in braccio e la stese sul letto, si appoggiava sui gomiti per evitare di schiacciarla con il peso del suo corpo.
"Leonardo" - Carmen si fermò un attimo a guardarlo. Alcune ciocche di capelli ancora bagnati gocciolavano sul suo viso. Leo per un attimo temette il peggio. Credeva che Carmen si sarebbe fermata - "io ho paura".
La prese il viso tra le mani e avvicinò le labbra all'orecchio di lei - "ti confesso una cosa" - sussurrò - "ho paura anch'io".
Carmen annuì sorridendo per fermare quella tensione che cresceva sempre di più tra loro - "Lasciati andare piccola mia"- sussurrò di nuovo e questa volta la bocca cercò il collo, i suoi seni, arrivando a sfiorarle l'intimità, li dove mai nessuno si era posato.
La giovane ragazza ansimava, ad occhi chiusi, assecondando i suoi movimenti poi egli risalì cercando l'approvazione di quello che stava per fare, nel suo sguardo. Arrivò subito. Leonardo percepì nei suoi occhi la stessa voglia che lui aveva di lei. E quindi entrò dolcemente dentro di lei riuscendo a catturare ogni piccola fitta con baci rubati. 
Leo era estremamente dolce, e Carmen si concesse a lui perchè lo voleva. Lo desiderava. Lo amava. Non si era mai sentita così prima d'ora. Non si era mai sentita così...Così piena! Una sensazione travolgente e dolorosa allo stesso tempo. E lo fu ancora più quando Leonardo aumentò i ritmi dei suoi movimenti, non faceva male perchè bastava guardarlo per un attimo e tutte le brutte sensazioni svanivano nel nulla. 
"Ti amo" - disse lui tra un sospiro e l'altro.
"Ti amo anche io" - sussurrò lei.
Si amavano. E solo allora lo dimostrarono a pieno mentre erano l'uno nel corpo dell'altro. Accogliendo gli stessi respiri, gli stessi ritmi, le carezze, i baci. Domani? Al domani nessuno dei due ci stava pensando perchè il presente era così bello da poter essere rovinato da pensieri inopportuni sul futuro. Entrambi sapevano che quel futuro insieme non sarebbe arrivato mai, ma vollero pensare che forse il futuro era proprio adesso. 
Carmen era felice e lo era anche Leonardo, alla stessa maniera, per aver fatto sua la donna che ama.

Se vi ho fatto leggermente commuovere allora sono riuscita a centrare l'obiettivo ahah...scherzo dai!XD. La decisione è stata presa purtroppo, da entrambi. Al prossimo capitolo assisteremo a un momento dolce tra Carmen e Leo....solo questo posso anticiparvi. Come pensate di De Silva a piede libero?
Passate sulla mai pagina fb dedicata a squadra antimafia con tante news su SAM7 -> https://www.facebook.com/squadraantimafiamania
  
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