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Autore: SSJD    01/12/2014    2 recensioni
Per il compleanno di Vegeta, Bulma ha deciso di organizzare un torneo di arti marziali riservato ai soli sayan. Per l'organizzazione si è fatta aiutare dai suoi figli, oltre che da Goku e i suoi figli. Dopo una serie di malintesi e gelosie da parte di Vegeta, tutto finisce bene e il torneo è anche un'occasione per sanare vecchi rancori e dare spazio anche ad alcune sorprese...
Genere: Azione, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Pan/Trunks
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mentre Bulma tornava allegramente a casa con il suo elicotterino, Vegeta e Trunks si stavano allenando duramente nella camera gravitazionale. Ad un tratto, durante una pausa, Vegeta chiese al figlio:
“Allora? Hai scoperto qualcosa? Dove è finita, oggi, tua madre?”
“Sì, è come immaginavo…oggi consegnavano quel materiale di cui ti ho parlato e mamma doveva andare a firmare per la consegna. Te l’avevo detto che non ti dovevi preoccupare, vedrai che quando avremo finito l’allenamento sarà già tornata da un pezzo e ci avrà già preparato la cena!” rispose il ragazzo sorridendo.
“Sarà…ma io ho una strana sensazione…” concluse il padre a bassissima voce “Forza Trunks, continuiamo, mi fa passare il mal di testa combattere con te…”
“Ah, grazie…è un complimento?” chiese il giovane con un sorriso.
“Mmmh sì, diciamo di sì!” rispose Vegeta sorridendogli a sua volta.
Purtroppo la strana sensazione che Vegeta sentiva, si concretizzò pochi minuti dopo la partenza della moglie dalla montagna. Un’improvvisa folata di vento le fece perdere il controllo del mezzo che stava pilotando, facendola rovinosamente cadere al suolo. Fortunatamente l’impatto non fu così catastrofico, ma Bulma, pestando la testa, perse i sensi. Quando si risvegliò, dopo pochi minuti, si rese conto che la sua situazione non era delle più rosee. Sulla fronte le era venuto un bernoccolo che però, a dispetto di quanto fosse grosso, non le doleva per niente. Non sentiva dolore da nessun’altra parte e questo era altrettanto positivo. L’unico problema era la scomoda, quanto improbabile posizione in cui si era venuta a trovare: l’elicotterino era atterrato sul bordo di un profondo precipizio e la sua caduta era bloccata da un albero apparentemente sufficientemente robusto da poter sopportare il peso dell’ultraleggero con lei a bordo. Bulma valutò con calma la situazione e le bastò un solo minuto per rendersi conto che avrebbe avuto bisogno di aiuto per uscirne viva. Prese la radio e iniziò a chiamare casa:
“Ovviamente non risponde mai nessuno quando c’è bisogno di loro…”disse al niente che la circondava in quel momento “Mi toccherà aspettare che quei due finiscano di allenarsi...” concluse cercando di mettersi comoda nell’attesa del suo salvatore.
Nel momento stesso dell’incidente, a Vegeta tornò, come un fulmine a ciel sereno, un fortissimo dolore alla testa e si accasciò a terra sotto gli occhi preoccupati del figlio, che corse subito in suo aiuto:
“Papà, papà, cosa ti succede? Ti ho colpito?”
“No, no lasciami” disse alzandosi e respingendolo sgarbatamente “sta succedendo qualcosa…tua madre…” e lì si interruppe. Non poteva dire al figlio che quel mal di testa gli veniva quando pensava a Bulma in compagnia del suo eterno rivale, o almeno, fino a quel momento, era sempre stato quello il motivo delle sue rare emicranie. Guardò il figlio con gli occhi neri che lanciavano saette di rabbia e disse:
“Devo andare”
Trunks non potè né fermarlo, né chiedere spiegazioni. Lo vide semplicemente uscire dalla GR e volare via nel buio della serata, incurante della pioggia che aveva appena iniziato a cadere copiosamente dal cielo minaccioso.
Non appena il ragazzo entrò in casa, capì lui stesso che era successo qualcosa a sua madre. Era tutto buio e non si sentiva nessun rumore: era evidente che la donna non fosse ancora rientrata. Con crescente apprensione, Trunks corse alla radio e provò a chiamarla. Pochi secondi dopo si tranquillizzò, udendo la voce un po’ scocciata, ma comunque allegra, di sua madre:
“Trunks! Sei Tu? Oh, menomale! Senti, ho avuto un incidente con l’elicottero e sono precipitata…sai con questa pioggia! Non è che mi verresti a prendere? Sono in una posizione un po’…ehm…scomoda”
“Mamma! Ma tu stai bene? Sei ferita?”
“No, ho solo un gran bernoccolo sulla testa…” rispose Bulma toccandoselo.
“Ok, arrivo, dimmi dove sei più o meno”
“Guarda, è facile trovarmi…sai il burrone che c’è non distante dalla baita? Ecco, sono il puntino luminoso proprio sul ciglio. Vieni presto che non so quanto questa pianta mi possa ancora sostenere”
“Ok, arrivo!” concluse Trunks chiudendo la conversazione.
Mentre Trunks volava velocissimo a recuperare sua madre, Vegeta volava molto più veloce proprio alla baita in montagna. Il sayan aveva infatti individuato l’aura di Goku e stava andando da lui, convinto di trovare Bulma in sua compagnia. Quando arrivò alla baita, vide solo la luce delle lampade accese nella casa illuminare parte del porticato per poi perdersi nelle tenebre della notte circostante.
Vegeta si nascose tra i rami di un albero e azzerò la sua aura per poter osservare meglio ciò che accadeva all’interno di quella abitazione a lui del tutto estranea. Non passarono molti minuti che vide Goku, vestito solo di un asciugamano legato intorno alla vita, uscire da una porta, circondato da una nube di vapore acqueo. Il principe si mise ad osservare, con sempre maggiore interesse, ciò che l’altro sayan stesse facendo. Lo vide avvicinarsi al caminetto a ravvivare il fuoco e lo osservò mentre accendeva delle candele e le posizionava per creare un’atmosfera romantica. Quando la porta del bagno si aprì di nuovo, ne uscì un’altra nuvola di vapore che, questa volta, circondava una donna.
Vegeta si sporse, per vedere meglio, aspettando che la nuvoletta si disperdesse. Nella sua testa si era convinto che, di lì a poco, avrebbe potuto distinguere meglio il viso di sua moglie o, se non altro, la sua lunga e inconfondibile chioma azzurra.
Pochi istanti dopo però, si dovette ricredere, la donna aveva arrotolato un asciugamano sulla testa, come fanno tutte le donne e, quindi, anche Bulma, che non vogliono far gocciolare i capelli bagnati sulle spalle. In più aveva addosso un accappatoio che sembrava di tre taglie più grande di lei.
Quando Goku la vide, le andò incontro e, dando le spalle al principe che continuava a osservare la scena, baciò quella che Vegeta pensava ancora essere sua moglie, con molta passione, togliendole, nel contempo, l’accappatoio.
Il sayan continuò ad osservarli. Senza alcuna motivazione e nessuna prova si era convinto che con Goku ci fosse Bulma e cominciò a chiedersi fino a che punto era disposto a stare lì a guardare senza fare nulla. Come inebetito dall’amarezza che gli aveva a poco a poco pervaso il cuore e la mente, rimase a guardare per interminabili minuti con la testa piena di pensieri. Aveva visto come Goku aveva preso la donna in braccio senza smettere di baciarla e l’aveva delicatamente deposta sul letto per poi farla sua. Aveva visto come Goku amava quella donna e tutto il piacere che le stava facendo provare in quel momento. Aveva visto tutto Vegeta, ma non aveva capito nulla. Nella sua testa si era insinuato il tarlo del tradimento che non gli aveva concesso di vedere la cosa più importante e scontata: che quella donna, forse, poteva essere Chichi. Nella testa del principe cominciarono a girare domande senza risposta che si inseguivano come foglie in un mulinello di vento: perché la donna che lui aveva imparato ad amare gli stava facendo questo? Perché lo stava facendo proprio con la persona che lui aveva sempre considerato suo rivale? E soprattutto, perché si era fidato di lei?
Invaso da troppa tristezza e disperazione che gli avevano completamente tolto il lume della ragione, Vegeta prese la decisione più assurda che avrebbe mai potuto prendere, fino a quel momento. Voltò le spalle a quella crudele realtà che si era voluto erroneamente immaginare e volò via verso casa.
Nell’istante in cui il principe prese il volo, Goku che stava teneramente accarezzando la moglie, percepì distintamente la sua aura e, voltandosi verso la finestra disse solo:
“Vegeta…”
“Cosa?” chiese Chichi mettendosi a sedere sul letto e coprendosi con un lenzuolo.
“V-vegeta era…era qui…Io l’ho sentito” rispose Goku imbarazzato.
Chichi si alzò, arrotolandosi nel lenzuolo e andò vicino alla finestra per tentare di scrutare l’oscurità. Se Vegeta si fosse voltato, in quel momento, l’avrebbe vista e avrebbe capito quanto fossero stati stupidi i suoi pensieri, ma non lo fece. Chichi non fece in tempo a vederlo, era troppo buio e la pioggia era fittissima. Girandosi per tornare a letto disse:
“Qui non c’è nessuno Goku…e poi, cosa ci farebbe Vegeta in una notte come questa qui? Sarà a casa a fare ciò che stiamo facendo noi…no?”
“Sì…sarà sicuramente così…mi sarò sbagliato di sicuro…” rispose Goku non troppo convinto.
“Secondo me sei così eccitato per dopodomani che non fai altro che pensare al tuo amico…Eh, Goku?” continuò lei per provocarlo.
“Cosa vorresti dire? Che stavo pensando ad altro e non ti è piaciuto?” chiese il sayan mettendo il broncio.
“Nooo! Scherzavo! Ma la serata è ancora lunga e quando ci ricapita di tornare in un posto così bello e poter stare insieme io e te, senza figli e nipoti che ci disturbino?” chiese Chichi con un sorriso malizioso.
“Hai ragione, torna qui che continuiamo da dove abbiamo lasciato…”
Chichi si ributtò nel letto e nell’abbraccio del marito per trascorrere un’intera, lunghissima e dolcissima notte d’amore in quell’incantevole posto.
Quando Vegeta arrivò alla Capsule C., trovò la casa immersa nel buio e nel silenzio della notte. Pensò che anche Trunks fosse uscito. Con un’amarezza infinita, salì sulla navicella spaziale che fino a poche ore prima aveva usato con suo figlio come camera gravitazionale e, senza una meta precisa, la mise in funzione e partì.
Il rumore non svegliò nessuno, né Bulma, né Trunks che si era addormentato a fianco a lei, su una sedia, per starle vicino fino all’arrivo del padre.

 
   
 
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