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Autore: Cinziart_96    02/12/2014    2 recensioni
Immaginate.
Immaginate di poter cambiare l'Universo. Di Tempo, Spazio e Materia avrete bisogno.
Immaginate che questi tre poteri fossero nelle vostre mani. Scorressero nella vostra mente.
Immaginate cosa potreste cambiare in meglio... tutto.
Però non tutti sono di buon cuore come voi, no.
C'è chi vuole rifare tutto a sua immagine.
C'è chi vuole il potere sopra ogni altra cosa.
C'è chi, non riuscendo a controllare i tre poteri, perde se stesso.
Ma immaginate qualcosa di ancora peggiore. Creare un intero Universo solo per porgli fine.
* * *
--->Seguito della FF: "Dottore, abbiamo un problema."
NON è strettamente necessario averla letta per la comprensione dell'attuale storia.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Nuovo personaggio, TARDIS
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Immaginate

Immaginate.
Immaginate di essere a letto. Dormite.
Immaginate che tutto sta andando bene. Siete felici.
Immaginate di sognare qualcosa di fantastico. Sogni d'oro.
Ora immaginate di camminare. Poi di correre.
Immaginate l'erba, il prato, il mare verde proprio di fronte a voi. Sotto di voi e nel vostro cuore.
Immaginate il cielo azzurro e qualche nuvola bianca. Come un bel film.
Immaginate la vostra felicità di correre leggeri su quella distesa verde infinita. Senza nessun freno.
Ma adesso dovete immaginare il nero. Quello più buio. Quello più fitto.
Immaginate quel nero palpitante che toglie il respiro. Prosciuga la vita. Distrugge i cuori.
Immaginatelo giungere veloce alle vostre spalle. Come una bestia. Voi, come l'animale braccato.
Immaginate quel buio, che tanto vi terrorizza, inghiottire il prato, inghiottire la luce e il cielo. Inghiottire il mondo intero.
E alla fine, quando non resterete altro che voi, un piccola stella nel nero, immaginate quel buio fitto, palpitante, pieno di disperazione e terrore inghiottire per sempre anche quella piccola luce.
 
La ragazza si alzò dal letto, urlando. Il cuore non la smetteva di torturarle il petto con il suo continuo e agitato movimento, facendole male, facendola respirare forte per cercare di calmarsi. Continuava a ripetersi che non era successo nulla. Stava bene e doveva tornare a dormire. Ma nulla. Non ci riusciva. Il cuore non la smetteva di pompare terrorizzato, impedendole di concentrarsi. Passeggiò per la camera per un paio di minuti, cercando di calmarsi. Ancora niente. Eppure di solito funzionava.
Lentamente ritornò sotto le coperte cercando di pensare a qualcosa di bello e divertente per distrarsi. Ma quel buio non la lasciava. Le mangiava il cuore e l'anima, un doloroso morso alla volta, fino a renderla vuota. Con un brivido si riscosse. Era solo un incubo. Uno stupido e maledetto incubo.
La ragazza si sdraiò su un fianco, ripensando a qualche canzone per addormentarsi. Rimase a guardare il buio della camera per un po', senza riuscire a anche solo a ricordarne una.
Sbuffando, si strinse le braccia intorno al corpo cercando, invano, di ricordare qualcosa di felice. Ma ogni volta che lo trovava, il buio se lo mangiava e lei rimaneva sola con la sua paura.
Tremando leggermente per il calo di temperatura tra la sua camera e il corridoio, la ragazza varcò la soglia. Il TARDIS era silenzioso. Non c'era nemmeno quel debole suono, come un respiro, che riuscisse a rassicurarla. Lei si passò le mani sulle braccia per riscaldarsi e improvvisando una leggera corsa arrivò, qualche svolta dopo, davanti alla porta della camera del Signore del Tempo. I piedi già le si erano raffreddati dato che, prima di uscire, si era dimenticata di mettersi delle calze per proteggerli. Bussò piano alla porta ma nessuno rispose.
Riprovò nuovamente con un po' più di convinzione, dondolandosi da un piede all'altro per non congelarsi troppo.
-Dottore...?- sussurrò aprendo piano la porta e intrufolandosi silenziosa nella stanza.
Proprio di fronte a lei, su un letto matrimoniale, dormiva tranquillo il Signore del Tempo, coperto solo in parte da un soffice piumino blu.
I piedi nudi della ragazza incontrarono un morbido tappeto durante il tragitto fino al bordo del letto.
-Dottore?- disse piano, chinandosi.
L'uomo spostò il viso verso di lei ma non aprì gli occhi, respirando appena un po' più forte.
-Dottore... per favore... svegliati.- riprovò la ragazza toccando la spalla del Signore del Tempo, il quale, prima di aprire gli occhi assonnati, mugugnò qualcosa di incomprensibile.
-L... Lara?-
Lei annuì piano, dondolandosi da un piede all'altro.
-Cosa... Cosa ci fai qui?- chiese il Dottore con la voce impastata dal sonno. -Non dovresti dormire?-
La ragazza si morse il labbro inferiore, evidentemente imbarazzata per la situazione.
-Non ci riesco...- sussurrò infine.
Lui chiuse gli occhi cercando anche in quella situazione, di ragionare lucidamente.
-Hai provato a pensare ad altro?- chiese il Dottore, riferendosi al presunto incubo della ragazza.
Lei annuì, cercando gli occhi scuri di lui, che poco dopo si aprirono.
-E hai anche canticchiato qualcosa?-
-Non riesco a pensare a niente...- rispose lei mortificata, soffiandosi sulle mani per cercare di riscaldarle.
Il Dottore la osservò un attimo, sospirando. Non sarebbe riuscita a riaddormentarsi da sola e lui non aveva abbastanza coraggio da mandarla via senza fare nulla.
Le sue labbra si arricciarono in un sorriso. -Dai, stai qui con me.- acconsentì infine.
Lei sorrise leggermente, facendo il giro del letto e infilandosi sotto alle coperte con un brivido. Subito si raggomitolò su sé stessa chiudendo forte gli occhi.
-Grazie Dottore...-
Il Signore del Tempo si girò su un fianco per guardarla. Non sarebbe riuscito a dirle di no nemmeno se glielo avessero imposto. Sorridendo per gli sporadici brividi di Lara, le si avvicinò, sciogliendola dalla sua posizione raggomitolata. Le passò un braccio intorno alle spalle, abbracciandola piano per riscaldarla.
-Me lo racconti questo sogno?- sussurrò sulla sua fronte.
Lei si avvicinò a lui abbassando la testa fino all'altezza dei cuori per poi cingergli la vita con un braccio.
-Prima era bello...- iniziò respirando leggermente più forte. -Correvo nell'erba.-
Il Dottore sorrise, abbracciandola forte per invitarla a continuare.
-Poi però arrivò il buio e si mangiò tutto.- disse piano. -Il prato... il cielo e...-
Lui le cercò il viso, nascosto nel suo pigiama. Un leggero sussulto le scosse le spalle, inducendo il Dottore ad accarezzarle piano la schiena.
-Va tutto bene Lara.... Non è successo niente...- le sussurrò dolcemente.
-Il buio... era nero e fitto e... non riuscivo a respirare...- aggiunse tremante. -E... spense anche la mia luce.-
Lara chiuse forte gli occhi, avvicinandosi di più al petto del Signore del Tempo quasi a voler far parte di lui per un istante. Per dimenticare tutto quanto.
-Lara... guardami.-
Lei alzò piano lo sguardo, incontrando gli occhi scintillanti di lui.
-Non è stato reale, lo sai vero? Era solo un sogno.- disse sussurrando. -Non ti potrà mai capitare niente del genere.-
-Come fai a dirlo? Quando mi sono svegliata... era come se il buio fosse anche dentro di me.- disse tremante, mentre una lacrima le rigava il viso. -E... mi portava via l'anima.-
Lui le asciugò la guancia, senza mai staccare gli occhi dai suoi. -Non lo farà.- ripeté sicuro. 
-Non si avvicinerà mai a te. Non potrà mai sfiorarti perché sarai già lontanissimo.-
Lara sorrise, abbracciandolo stretto. -Davvero?-
-Davvero, davvero.- confermò il Dottore ricambiando l'abbraccio. -Non glielo lascerò fare.- aggiunse posandole un leggero bacio tra i capelli castani, sciolti sulle spalle.
-Grazie...- sussurrò la ragazza chiudendo gli occhi.
Entrambi si addormentarono poco dopo, cullati ognuno dai cuori dell'altro.
 
*     *     *

Fissare il buio è noioso, soprattutto se non hai nulla da fare. Non che nel nero più totale si possa fare in ogni caso molto, ma se non hai sonno e le cose da immaginare sono terminate allora il silenzio della notte diventa anche fin troppo insistente.
Era proprio a questo che Iris stava pensando, sdraiata a pancia in su, nella sua camera da letto del TARDIS. Era per lei solo mezzanotte e di dormire neanche a parlarne.
Visto che sotto quel piumone stava morendo di caldo, non aveva sonno e di stare sdraiata lì per chissà quanto ancora non ne aveva assolutamente voglia, decise di andare in avanscoperta delle stanze della cabina blu.
Senza accendere le luci, la ragazza raggiunse facilmente la porta che aprì piano e con altrettanta delicatezza la richiuse dietro di sé, fermandosi a dare un'occhiata intorno. I corridoi erano silenziosi e la luce era più bassa del solito, dando all'ambiente un'aria più spenta, come se il TARDIS stesso dormisse, pensò con un sorriso la mora. Con passo lento, Iris avanzò verso le camere nella quale stavano riposando Alex e Lara. La porta di quest'ultima era semichiusa e quando sbirciò dentro, sussurrando un paio di volte il nome dell'amica, non le rispose nessuno. Probabilmente si era svegliata ed era andata in cucina a bere, concluse Iris socchiudendo nuovamente la porta. Passò di fianco anche alla porta di Alex, ma giustamente era chiusa e, anche se sapeva che molto probabilmente era pure lei sveglia, non osò bussare. Non voleva disturbarla.
La mora evitò di passare per il corridoio che portava alla camera del Signore del Tempo, così avrebbe avuto meno possibilità di incontrarlo se fosse stato ancora sveglio. Sapeva che non l'avrebbe davvero sgridata, semplicemente l'avrebbe rimandata a letto. Tuttavia, di tornare sotto quelle coperte non le andava per nulla, non ora che stava provando divertimento nell'avventurarsi in luoghi che non aveva ancora visto.
Trotterellò per molti altri corridoi, ritrovandosi più di una volta di fronte all'entrata per la libreria, poi nella piscina e una camera da letto vuota.
Iris si grattò la nuca, indecisa su che strada prendere.
Era passata già un'oretta circa da quando si era messa a vagare per la Macchina del Tempo, ma ancora il sonno non era arrivato.
Optò infine per la strada a sinistra, poco più buia rispetto alle altre e si ritrovò così in mezzo ad un'anticamera, occupata da tre porte, una per ogni lato. Erano tutte identiche e l'unica caratteristica che risaltava era il color legno scuro di cui erano fatte. Dopo un momento di incertezza, si decise a provare ad entrare nella porta alla sua destra, ma risultò chiusa a chiave. Stessa cosa per la porta centrale. L'unica che risultò essere aperta fu proprio l'ultima porta rimasta, e una volta entrata si ritrovò nel buio più totale.
Iris sospirò di fronte a quella oscurità opprimente. Non la spaventava, non da quando aveva imparato a sopportarlo, fino a trovarlo affascinante. Le piaceva già a casa propria gironzolare da una parte all'altra dell'appartamento, solo per il gusto di imparare a memoria il numero di passi da fare per non incontrare un ostacolo.
Le dava una certa sicurezza, anche ora dentro quella stanza, aveva la tentazione di fare qualche passo in avanti, incurante del pericolo di poter inciampare.
Fregandosene amabilmente del rischio di cadere, avanzò piano di qualche passo, cercando con le mani un qualche appiglio e una volta trovato lo seguì con le dita, accertandosi che fosse sicuro. Neanche qualche centimetro dopo perse l'equilibrio e si ritrovò mezza appoggiata ad una specie di tavolino rotondo che miracolosamente l'aveva salvata da un'ennesima caduta. Analizzando meglio, Iris sentì con le mani la presenza di una serie di bottoni, tutti più o meno della stessa grandezza.
“Una... consolle?”
Continuò a passare la mano tra i pulsanti, cercando di capire se fosse effettivamente quello che le sembrava e ne trovò poco dopo la conferma quando un 'clic' rimbombò nella stanza e una luce offuscata blu invase le pareti con tutto il suo contenuto.
Probabilmente con le dita aveva premuto un qualche interruttore.
La ragazza poté finalmente osservarsi attorno e, con sua sorpresa, trovò la stanza quasi vuota, se non per la presenza di uno scaffale pieno di accessori per l'osservazione del cielo, fogli mezzi scarabocchiati e libri sparsi per lo più sul pavimento. Uno di questi era proprio vicino ai suoi piedi.
-E poi sarei io quella disordinata...- borbottò mentre lo raccoglieva, finendo col rigirarselo tra le mani, cercando di capire di cosa si trattasse nonostante la flebile luce.
Quando lo aprì, al posto di trovarci delle pagine, al suo interno c'era un buco e un pulsante. Appena lo premette, le pareti accolsero una visione dell'Universo, che inevitabilmente non rimaneva immobile ma proseguiva con la sua eterna esistenza e il suo continuo moto di pianeti e le sempre nuove traiettorie dei meteoriti.
Iris rimase a fissare per qualche attimo quello spettacolo, per poi abbassare lo sguardo sul finto libro, abbozzando un sorriso.
-Questa cosa l'ha presa da 'Casper'! ...o sarà il contrario? Bah.- concluse, scuotendo la testa e chiudendo il libro.
Ritornò ad ammirare quel gioco di luci e biglie rotanti, immaginando il Dottore in quella stanza a fare lo stesso, anche se lui probabilmente avrebbe saputo dire il nome di ogni elemento.
Lei a malapena riusciva a ricordare l'ordine dei pianeti del Sistema Solare.
La ragazza premette nuovamente il pulsante un po' di malavoglia, ma cominciava finalmente a sentirsi stanca. Difatti tre secondi dopo si ritrovò a sbadigliare, mentre spegneva la luce e lasciava il finto volume, chiuso, sull'unico scaffale presente nella camera, sicura che nei giorni seguenti l'avrebbe ritrovato nello stesso identico posto.
Fece quindi per chiudere la porta, quando la maniglia se la ritrovò in mano. Rotta.
-Oh, porca miseria...-
Si guardò attorno preoccupata, quasi avesse paura che qualcuno avesse notato il misfatto, per poi ritentare di attaccare la manopola alla serratura, inutilmente.
Dopo essersi data un paio di pacche sulla fronte, e un paio di insulti, decise che l'idea migliore fosse chiedere aiuto a qualcuno, e non di certo al Dottore. Probabilmente se avesse scoperto che Iris aveva provocato un danno al suo TARDIS, non l'avrebbe fatta più entrare nella cabina blu.
L'unica opzione era chiedere aiuto ad Alex. Ormai era diventata piuttosto brava a modificare la materia. Di certo aggiustare una maniglia non sarebbe stato un problema...
Fece a ritroso tutti i corridoi, ascoltando solo l'attutito suono dei suoi passi sulla superficie fredda del pavimento, giocherellando con la manopola dorata, passandosela da una mano all'altra.
Quando fu davanti alla porta dell'amica ebbe un attimo di tentennamento. Odiava chiedere aiuto agli altri, soprattutto se lo doveva chiedere durante la notte.
Ebbe la sfortuna di trovare Alex addormentata, svegliarla e spiegarle il danno che aveva combinato. Tempo un quarto d'ora per ritornare davanti alle tre porte, aggiustare la serratura e tornare indietro, che le due amiche si salutarono per tornare ognuna nel proprio letto.
Una volta a letto, Iris si addormentò quasi subito, con l'idea però che, l'indomani, si sarebbe dovuta sdebitare con Alex. E una tavoletta di cioccolato di certo non sarebbe bastata.

*     *     *

Come le accadeva fin troppo spesso, una volta essere stata svegliata Alexandra non riuscì più a riaddormentarsi.
Non che ne facesse una colpa a qualcuno - men che meno a Iris per averla chiamata per quella situazione in tutto e per tutto di emergenza - ma quando rimettendosi a letto in piena notte non riusciva più a tornare nel suo folle mondo dei sogni, un po' scocciata lo diventava. Solitamente le toccava rimanere sveglia fino al mattino, in perfetto silenzio per evitare di svegliare la sorella maggiore o qualunque altro componente della casa, e annoiarsi a immaginare piccoli esserini strani che correvano per il soffitto e la prendevano in giro per la sua incapacità di riaddormentarsi.
Ma ora non era a casa sua. Era in un TARDIS.​
Per questo non si fece assolutamente alcun problema ad aggirarsi per i corridoi di essa come un viandante senza meta, stropicciandosi di tanto in tanto gli occhi, sperando di non svegliare nessuno - e soprattutto di non trovarsi davanti all'improvviso Lara con l'intenzione di farle prendere un coccolone, ma considerando le capacità dell'amica di dormire sempre e comunque non pensava sarebbe stato un problema.
Il suo peregrinare senza logica la portò, dopo un quarto d'ora buono, sulla soglia della cucina.
Non sapeva cosa farci, ma vi entrò comunque, ciondolando per la stanza inizialmente senza cercare niente. Camminò in cerchio per qualche secondo, così, giusto per fare qualcosa; quindi, pensò di rendere almeno un minimo produttiva la sua piccola gita, e si versò un bicchiere d'acqua.
Si sedette al tavolo, sorseggiando con pacatezza il liquido trasparente, senza sapere bene cosa avrebbe fatto dopo. Solo dopo qualche secondo le venne un'idea, e terminata l'acqua sorresse il bicchiere con entrambe le mani, e concentrandosi un pelo iniziò a cambiarne forma.
Ridacchiò mentre lo faceva, come una bambina che faceva una birichinata che aveva sempre desiderato fare.
Creò dapprima una foglia, poi una farfalla, poi si dette alla pazza gioia e creò una fontanella, che funzionò davvero appena vi versò sopra un po' d'acqua. Infine, in un regresso infantile prese un altro bicchiere, e tenendone uno per ogni mano li trasformò il primo in una giovane principessa, con tanto di gonna lunga e coroncina sulla testa, e l'altro in un bel principe, tutto fiero nel suo completo regale.
Li avvicinò, sorridendo in maniera abbastanza ebete, e iniziò a giocarci, modificando persino le voci in base al personaggio che muoveva.
- "Oooh, mio Principe!" - diceva. - "Come siete bello, e valoroso, e forte!"
- "Sono qui per voi, mia Principessa!"
- "Oooh, vi amo già, mio Principe! Mi porterete via da qui?"
- "Ma certo, mia Principessa!"
- "E... e come, mio Principe? Non avete un nobile destriero!"
- "L'ho perso a poker venendo qui, mia Principessa." -. Qui rise. - "Ma per voi non è un problema: mi trasformerò io in nobile destriero!"
Un rapido movimento della mano, e il giovane principe divenne improvvisamente un asino.
- "Oooh, mio Principe! Come siete incredibile!"
- "Hi-hooooo! Hi-hoooooo!"
Andò avanti così, con la sua storia senza né capo né coda, per tutta la notte; il giorno dopo, il Dottore, Iris e Lara, arrivando in cucina, trovarono Alexandra addormentata sul tavolo, con tra le mani la principessa e l'asino che si baciavano, pieni d'amore.
 
 
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Note Autore:
 
Luogo: Al teatro
Tempo: Prestissimo, siamo in ritardo e dobbiamo fare in frettissima-
 
*Le ultime persone si accomodano ai propri posti, si tolgono i cappotti e le sciarpe, sistemano gli ombrelli in modo da non bagnare i propri vicini di posto. Sul palco si accende una luce e, quasi per miracolo, il Dottore è già lì sul palco, tutto sorrisi e converse rosse (nonostante la pioggia)*
Dottore: Salve gente! :D allora, come va? Spero tutto bene, anche se con tutta quest’acqua sarà difficile non prendersi un raffreddore.
…fortuna che i Signori del Tempo non si ammalano praticamente mai! Così, eccomi qui a riempire le righe dedicate alle note autore, e a ringraziare da parte mia, di tutto lo staff e ovviamente da parte di tutte e tre le autrici, VOI gentilissimi lettori! …terrestri e non, ovviamente! *alza i pollici*
Uno dal pubblico: *alza in aria i suoi dieci tentacoli a ventosa rosa* :D
Dottore: …basta, vi adoro tutti. :D
*arriva il Tipo del retroscena, tutto felice, come se avesse appena licenziato qualcuno di particolarmente irritante*
Dottore: Qual buon vento!
Il Tipo: Oh, molto buono direi! :3 Ho da comunicarti una cosa… *sussurra due parole all’orecchio del Signore del Tempo*
Dottore: …ok, ho capito.
Il Tipo: *si dondola sui piedi* Bene. Anzi no, fantastico. Ma che dico! OTTIMO! *si dilegua, gongolando*
Dottore: …incredibile. Non lo avevo mai visto così contento. *si gratta la nuca* Comunque! Fintanto che non lancia padelle può fare quel che vuole-
Allora, mi ha appena comunicato che le autrici gli anno detto che c’è un nuovo recensore! *W* Un bell’applauso di benvenuto per Tilena Girl che non solo ha letto tutta la ff precedente (Dottore, abbiamo un problema), non solo ha recensito ogni capitolo dell’appena citata ff, non solo ha iniziato a leggere questa ma si è anche impegnata per scrivere dei commenti davvero meravigliosi. Perciò… GRAZIE! *inizia ad applaudire, accompagnato un momento dopo anche da tutto il pubblico*
Beh, ringrazio ancora tutti per il tempo che avete speso qui, tra noi. So che voi umani non ne avete molto da passare a divertirvi.
…al contrario di me! *W*
*da dietro le quinte arriva una padella assassina selvatica che per un pelo non colpisce il Signore del Tempo in piena faccia*
Il Tipo: NIENTE AUTOCOMPIACIMENTI! >:(
Dottore: …ecco. E’ tornato quello si sempre- *sospira* Mi domando se riuscirò ad arrivare alla fine della storia senza rigenerarmi.
Allora, buona giornata a tutti! :)
*saluta con la mano mentre il sipario lentamente si chiude*
 
Un abbraccio
Gallifrey e co.
 
P.S. dell’autrice
Sono davvero mortificata per la lentezza con cui è arrivato questo capitolo. Se mai capiterà di nuovo, mi preoccuperò personalmente di dargli uno schiaffo e spedirlo in punizione.



La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per nostro puro diletto.
  
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