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Autore: Iria    02/11/2008    8 recensioni
"L'invito del Diavolo arde e confonde, istiga ed uccide...
Le candide ali bagnate dal sangue dei peccatori sono la più seducente delle tentazioni.
Signore e Padrone, il banchetto è pronto."

Un'AU completamente nuova che spero apprezzerete nella sua umile forma.
Mi auguro mi lascerete un commento, anche negativo. Grazie.
Attenzione! Probabilmente questa fic subirà un mutamento a livello di genere. Al momento, aggiungo l'avvertimento shonen-ai.
Attenzione! Ho aggiunto il genere guerra.
Genere: Dark, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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To be the one I am

Vidi una porta aperta nel cielo,e la prima voce,che mi aveva già parlato come uno squillo di tromba, mi disse: “Sali quassù e ti mostrerò le cose che devono avvenire in seguito.”

Gli Angeli non si sono mai aggrappati a nulla, lo Spirito Santo che li anima li rende autosufficienti…
Altro punto che li distingue dagli umani.
Gli uomini si aggrappano alla fede nel Signore solo e soprattutto nei momenti peggiori..!
E gli angeli, questo, non lo accettano, non lo trovano giusto.
Quando essi tradiscono il Signore non concede loro il perdono…
E allora perché, Padre mio, sempre e comunque lo porgi all’infame razza degli umani, esseri incestuosi e fratricidi?

“Conosci il mito di Narciso, Yurij?” Il rosso portò sorpreso lo sguardo sull’Imperatore, che in silenzio guardava dritto davanti a sé.
“Sì, Narciso era un bel giovane che tutti i giorni andava a contemplare la propria bellezza in un lago. Morì annegato, scivolando nello specchio d’acqua dove si rifletteva…” Rispose confuso.
“Di lui è rimasta memoria…”
“Sì, un fiore che ha preso il suo nome.”Acconsentì il Caduto, ancora più interdetto.
“In tutte le epoche e in tutti i luoghi il Signore si è sempre mostrato infinitamente generoso con chi non lo meritava.” Sospirò con un mezzo sorriso malizioso Lucifero.
“Non ti capisco.”
“Narciso è l’esempio più eclatante dell’egoismo dell’uomo, della punizione e infine della misericordia e del perdono. Tutti avranno memoria di lui, rimirando il fiore che porta il suo nome, tutti piangeranno per il suo crudele destino… Ma nessuno affermerà mai che il suo fato fosse meritato: da colpevole il nostro giovane diviene eroe e vittima di una tragica vicenda, avanzando sempre più l’ipotesi che l’uomo non è carnefice del bene, ma vittima del male che deriva dai troppi doni sperperati a favore dell’umanità da parte di Nostro Signore… E gli angeli sono infelici di ciò: in quest’era nessuno serba memoria della loro bellezza e della loro bontà, nessuno piange più la loro morte incontrata contro il Demonio nemico dell’uomo, perché la loro esistenza è meno concreta rispetto alla tragica morte di un giovane meraviglioso. E lo stesso Signore cura più gli inutili affanni della vita dell’uomo, che lo spirito ormai inquieto dei suoi Eletti.” Spiegò paziente il Diavolo.
Il Caduto allora si sollevò irato.
“Non fare l’offeso, Angelo Mio… L’invidia è la bestia che divora e brucia l’anima ed è ghiotta di angeli di Puro Spirito.” Riprese con cattiva noncuranza Satana.
“Che gli angeli combattano e si ribellino a tutto ciò, allora!”
“La penso esattamente alla tua stessa maniera… Ma essi sono vigliacchi, e la viltà è una malattia incurabile.” Prese una pausa, poicontinuò:
“Siamo così simili, Yurij… Io e Te.”concluse, sollevandosi e avviandosi all’uscita.
E gli occhi che ardevano,
ghiacciati, fulminarono con disperata cattiveria l’immacolata figura che li superava…

Raphael ripuliva dal sangue raggrumato la schiena di Uriel che , sfinito, era caduto preda di un sonno senza sogni.
Tutt’intorno all’attaccatura delle ali si era formata una crosta, laddove queste erano state tirate con forza e la pelle lacerata.
La lunga ferita, curata, si stava cicatrizzando…
Raphael, grazie a si suoi poteri curativi aveva provveduto immediatamente ad utilizzarli per soccorrere il compagno.
Sospirò, spostando una ciocca dorata dal viso dormiente del ferito…

Anael sbadigliò annoiato, lanciando uno sguardo disinteressato alle varie tende montate come precario e momentaneo accampamento.
Come si usa dire, avevano vinto una battaglia… Ma non la guerra.
Le sue legioni avevano perso pochi fanti, fortunatamente, ma il costo di prigionieri, più che di vite, era stato alto.
Rabbrividì impercettibilmente…
Meglio la morte alla prigionia infernale, indubbiamente.
Voltò un istante il viso, incrociando il suo sguardo con quello di Sachiel, che da lontano gli fece un cenno di saluto.
L’arcangelo in questione camminava al fianco di Gabriel: i due bisbigliavano tra di loro, parlando in modo concitato.
Anael sospettava l’argomento della discussione…
Gli sfuggì un risolino divertito e, scuotendo il capo, portò lo sguardo in alto, socchiudendo gli occhi e sospirando.

Fissava con rimprovero il compagno e questi, umiliato ed arrabbiato, si mordeva il labbro inferiore frustrato.
“Mi hai disobbedito.” Fece duramente il Guerriero.
“Lo so.” Rispose in un sussurro il rosso.
“Sai anche che quando sono io ad impartirti un ordine tu devi rispettarlo,vero?” Aggiunse allo stesso modo il tatuato.
“…” Non rispose, stringendo i pugni tremante di rabbia.
“Parla, Yurij!” Gli impose il compagno.
“Si.” Sibilò a fatica.
“Spero, inoltre, che tu ricorda il perché…” Disse ancora Kei, avvicinando il proprio volto a quello dell’Angelo.
Il Guardiano ricambiò lo sguardo e le iridi cristalline tremarono, frantumandosi.
“Si.” Rispose, chinando gli occhi.

“Perché?” Chiese sorpreso Lucifero, fissando con interesse il rosso.
Sul volto del Caduto si disegnò un sorriso amaro, che scivolò via poco dopo, senza lasciare alcuna traccia del suo passaggio.
“La mia autorità era, logicamente, indiscussa… E naturalmente doveva pur esistere un essere in grado, anche se non del tutto, di frenarla: Kei, appunto. I suoi ordini, se impartiti per salvaguardarmi o comunque per evitarmi di compiere sciocchezze che mettessero in pericolo la mia incolumità, non potevo né metterli in discussione né negarvi l’obbedienza. Una delle tante regole che permetteva il mantenimento dell’ ‘Equilibrio’. Limitava la mia libertà
“Una meravigliosa gabbia dorata…”
Commentò affascinato l’Imperatore.

“Si, alle volte confesso che… Ho profondamente odiato Kei per questo potere che gravava, appunto, sulle mie azioni.” Concluse in soffio il Caduto.

“Devi tornare indietro.” Disse funereo il Guerriero.
“Stai scherzando?!” Fece il rosso, infervorato ,fissando con astio il compagno.
“No Yurij, questi sono stupidi rischi che non puoi permetterti di correre.” Continuò imperterrito Kei.
“Voglio farmi valere e dimostrare che io ci sono, che lotto con voi!” Ribatté l’Angelo, supplicante.
“Tutto quello che devi dimostrare, Yurij, è solo abilità diplomatica: tu non sei fatto per combattere, tu non puoi combattere.” Prese una pausa, lanciando uno sguardo disinteressato al Guardiano, che lo fissava incredulo.
“In questo campo sei inutile e la tua inutilità è pari solo alla tua capacità di farti odiare e disprezzare da soldati validi come Uriel o Gabriel che, a differenza tua, sanno ciò che fanno, ne sono consapevoli e soprattutto… Misurano le componenti delle loro azioni.” Concluse fermamente.
L’Angelo lo osservava scandalizzato, avrebbe tanto voluto ribattere…
Ma le parole erano nate e morte, incastrate nelle sua gola.
Fissava il compagno, ma in realtà era come se non vi fosse nessuno davanti i suoi occhi.
Inutile…
Cos’era quell’improvviso gelo...?
Lo attanagliava, lo soffocava e lo uccideva.
Lentamente, dolorosamente le sue membra tremarono.
A capo chino, superò Kei e scostando la tenda con placida furia, ignorando il richiamo del compagno, si ritrovò all’esterno dell’accampamento.
Si portò una mano al volto.
Umido
Umido di insulse… Come si chiamavano? Ah si,lacrime.
Era la prima volta che ne versava e bruciavano il suo volto.
Spalancò le sei meravigliose ali, prendendo il volo.

Samael si avvicinò con calma al Guerriero.
“Signor Kei non crede di… Aver esagerato?” Azzardò, fissando il Superiore negli occhi.
L’interpellato sospirò, un sorriso tirato disegnò le sue labbra.
“Affermare la verità non è esagerazione, mio caro Samael.” Fece sicuro Kei.
“Sbatterla con freddezza e disinteresse in faccia ad un compagno è irrispettoso e cattivo. Io credo ferisca più della spada, lei non crede?” Ribatté pacato, senza malizia e con una punta di ingenuità,quasi.
“Può darsi…” Bisbigliò l’altro.
Intriso nella convinzione che nulla potesse scalfire i sentimenti impenetrabili degli angeli, il Guerriero non si rese conto del male inflitto, anzi, credeva di avere agito nel giusto…

“Cassiel?”
L’interpellato si voltò con aria di sufficienza verso la figura che lo aveva richiamato.
“Noto con piacere che l’Inferno è stato caritatevole nei tuoi confronti…” Un ghigno che voleva apparire come un sorriso di circostanza disegnò quelle labbra.
“Il Paradiso non sarà altrettanto buono con te, temo.” Rispose tranquillo.
“Come puoi dirlo?” Chiese con una punta divertita nella voce, scostandosi dagli occhi una ciocca d’ebano.
“Tu cosa credi faccia Michael qui?” Chiese, dunque, retorico Cassiel, prima di cominciare a percorrere nuovamente il buio corridoio…
Sorrise aspramente, il povero Condannato, mostrando al suo interlocutore la schiena livida e solcata da due profonde, nere e sporche ferite sulle scapole.

Pronunciato il suo tradimento, Lucifero cadde…
Il meraviglioso Serafino aveva dimostrato ciò che era, scoprendo il suo volto e le sue intenzioni.
Il timore e la paura della rivolta costrinse il Signore alla risoluzione più drammatica…
Esilio per quel meraviglioso essere…
E come pianse il Suo cuore quando la sua splendida Creatura bruciò di rimpianto, sofferenza ed amore, ancora e nonostante tutto…

Sospirò pesantemente, leccando con la punta della lingua il sangue che scorreva copioso dalle sue labbra.
Per un attimo meditò su quell’acre sapore.
Metallico.
Che ti disgusta, ma che la curiosità ti costringe ad assaporare ancora.
Sollevò il volto, l’improvvisa percezione del calore sulla pelle gli fece capire che erano ormai fuori dai sotterranei.
“Samael spero tu non voglia commettere qualche sciocchezza…” Soffiò a fatica.
L’Arcangelo non rispose.

Allontanatosi dall’accampamento sedeva su un’alta roccia, tremante, le ginocchia raccolte al petto.
Teneva il volto, arrossato dalla poche lacrime, nascosto tra le ginocchia e le sei ali avvolgevano la sua sottile figura, riscaldandolo e cullandolo.
“Le parole, così infide, così crudelmente fredde, acide e veritiere. Non trovi?” Una  voce calda parlò alle sue spalle.
Sobbalzò, voltandosi di scatto.
Lo fronteggiava un giovane meraviglioso: aveva la carnagione chiara, due  occhi di un intenso e brillante blu cobalto ed i capelli neri,lisci e lunghi erano sciolti nella debole brezza alzatasi…
Vestiva di bianco ed aveva appena ritirato dietro la schiene un paio di grandi ali candide fornite di morbide e lucenti piume.
Si poggiava con grazia ad un bastone da passeggio nero, arricchito di intarsi d’oro bianco.
“Lu… Lucifero..?” Balbettò insicuro.
Come poteva un tale splendore essere il Re dell’Inferno?
S’aspettava un essere abbruttito dall’oscurità e dalle fiamme…
L’interpellato avanzò con grazia a piedi nudi, chinandosi di fianco l’Angelo, ed avvicinando le labbra all’orecchio di quest’ultimo:
“Mais oui, mon amour… C’est moi*.” Soffiò, ghigando.
Tornò, poi , a fissare nuovamente gli occhi smarriti, sorpresi ed impauriti del Guardiano, carezzandogli con la punta delle dita una guancia ancora intrisa di gocce salate.
Poi, si sollevò subito dopo con un sorriso.
“Vieni con me…” Bisbigliò impercettibilmente, tenendo la mano tesa per accogliere il gradito Ospite.

L’invito del Diavolo arde e confonde, istiga e uccide…
Le candide ali bagnate del sangue dei peccatori sono la più seducente delle tentazioni.
Signore e Padrone,il banchetto è pronto.

Fine undicesimo capitolo.

(*)Il pezzo ad inizio capitolo è tratto dall’Apocalisse..
La frase in francese pronunciata da Lu significa: “Ma si amore mio,sono io”.

   
 
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